Francesco COSSIGA - Ministro dell'Interno Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 162 - seduta del 13-07-1977
Sulle recenti aggressioni ad esponenti della democrazia cristiana e del movimento cattolico
1977 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 162
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , sui gravissimi episodi di violenza criminale accaduti in varie città d' Italia negli ultimi giorni, che sono oggetto delle interrogazioni, il Governo può portare a conoscenza dell' Assemblea i seguenti elementi di fatto. il 22 giugno 1977, alle ore 7,30, in Pistoia, via Borgo Viterbo , un giovane ha esploso diversi colpi di pistola contro Giancarlo Niccolai, consigliere comunale, vicesegretario provinciale della Democrazia Cristiana e membro del direttivo regionale dello stesso partito. il Niccolai era appena uscito dall' abitazione e si accingeva a raggiungere l' ufficio. i tre colpi d' arma da fuoco che l' hanno raggiunto gli hanno procurato la frattura delle tibie: per le lesioni è stata formulata una prognosi di guarigione di 90 giorni. da testimonianze raccolte è stato possibile accertare che l' autore del crimine si è allontanato dal luogo a bordo di un' autovettura Mini Minor insieme a due complici. l' azione è stata rivendicata dalla « Organizzazione comunista prima linea » . il giorno 11 luglio, verso le ore 20, in Genova, corso Carbonara , uno sconosciuto ha esploso 8 colpi di pistola, calibro 7,65, munita di silenziatore, contro l' architetto Angelo Sibilla, segretario regionale della Democrazia Cristiana . il Sibilla è stato ricoverato con prognosi riservata per frattura del femore destro, del perone sinistro e del malleolo destro. il feritore, un giovane di circa 20 anni, è fuggito a piedi, insieme ad altri due complici, tutti armati di pistola e a viso scoperto. alle ore 22 dello stesso giorno una telefonata al quotidiano Il Secolo XIX del luogo ha comunicato: « siamo le Brigate Rosse , abbiamo azzoppato Sibilla. manderemo un comunicato » . stamane, in una cabina telefonica di piazza Manin di Genova, è stato rinvenuto un volantino con il quale viene rivendicato dalle Brigate Rosse l' attentato contro il Sibilla. sempre l' 11 luglio 1977, alle ore 17,30 circa, in Roma, via Alessandra Macinghi Strozzi , due giovani, un uomo e una donna, a volto scoperto, hanno esploso diversi colpi di pistola contro il ragionier Mario Perlini, pensionato dell' Inail, padre di un esponente romano del movimento cattolico « Comunione e liberazione » , per il quale la stessa vittima prestava la propria collaborazione nel settore amministrativo. il Perlini è stato raggiunto da 4 proiettili che gli hanno procurato la frattura della rotula e della tibia destra, nonché una lesione al polpaccio sinistro. verso le ore 18, in una telefonata all' Ansa di Roma, è stato detto: « alle 17,25 un nucleo delle Brigate Rosse ha colpito il segretario regionale di Comunione e liberazione » . successivamente la paternità dell' attentato è stata confermata in un volantino recante il simbolo delle Brigate Rosse . Oggi, a Torino, verso le ore 14, in corso Unione Sovietica , tre giovani — tra cui forse una donna — hanno esploso diversi colpi di pistola contro Maurizio Puddu, consigliere provinciale della Democrazia Cristiana , che è stato ricoverato in ospedale per ferite multiple da arma da fuoco agli arti inferiori, con frattura dei femori. circa mezz' ora fa è terminato l' intervento operatorio sul piano vascolare, essendo stata recisa da un colpo da arma da fuoco un' arteria femorale; l' intervento è pienamente riuscito, vi è ora l' aspetto ortopedico generale ed i medici si riservano ancora la prognosi. poco dopo l' attentato è pervenuta una telefonata all' Ansa, con la quale le « Brigate Rosse » hanno rivendicato la paternità del gesto. questa intimidazione selettiva si rivolge ormai da alcune settimane contro esponenti della Democrazia Cristiana o del più vasto movimento cattolico, assumendo, pur essendo di gravità identica ad altri analoghi episodi di criminalità, un particolare rilievo politico, perché la violenza è portata contro uno schieramento politico ed ideale che ha un ruolo essenziale nella vita del paese ed una peculiare funzione nella stabilità democratica e nel pluralismo sociale, politico, culturale, ideale del nostro regime di libertà. il Governo ha già espresso la sua solidarietà, ed oggi la riconferma, indirizzandola particolarmente al gruppo dei deputati democratici cristiani di questa Assemblea; una solidarietà cui nulla aggiunge il fatto che il Governo è composto da democratici cristiani , perché essa trova il suo fondamento nella consapevole partecipazione che il Governo ha nei confronti di chi è colpito da una brutale e vigliacca violenza. parlando ieri al Consiglio superiore della magistratura , alla presenza di presidenti di Corte d'appello e dei procuratori generali della Repubblica, fu detto che la azione di polizia preventiva e repressiva non può avere spazi di successo duraturo senza una equilibrata, ma severa ed esemplare amministrazione della giustizia e senza un reale consenso civile. la giustizia viene applicata e le leggi che sono ora all' esame del Parlamento sono ordinate a garantire, nel sacro rispetto dei diritti della difesa, anche una più rigorosa e rapida tutela dei diritti della comunità e dello Stato. il consenso civile, quel consenso senza il quale nulla può l' azione di polizia, è ampiamente dichiarato, ed è certo anche ampiamente operante nella società; ma perché sia totale occorre mobilitare nuove energie politiche, sociali e culturali del paese per togliere ogni residuo spazio non solo alla violenza, ma anche ad una tolleranza e ad una comprensione per la violenza che ancora non sono state del tutto sradicate, e che anche in questi giorni hanno avuto, su organi di stampa e in sediziosi appelli, manifestazioni squallide e ormai indecorosamente colpevoli. senza questi spazi di colpevole tolleranza pseudoculturale e pseudopolitica per la violenza — spazi ristretti, ma purtroppo esistenti — molto minori sarebbero le possibilità di azione dei gruppi eversivi e di organizzazione clandestina degli stessi. è necessario, però, anche dare alle forze, di polizia gli strumenti per operare, strumenti legali e materiali. il Governo ha già avanzato proposte al Parlamento ed altre ne avanzerà particolarmente in relazione agli accordi conclusi tra i partiti e alla mozione all' esame di questa Camera. né va dimenticato che l' azione di polizia non potrà conseguire i risultati che noi tutti le chiediamo contro queste insidiose forme di eversione, senza un rapido riordinamento e una rapida riorganizzazione dei servizi di informazione e di sicurezza e senza la più ampia comprensione e il più ampio consenso per la peculiarità dell' azione che questi servizi saranno chiamati a compiere. vi è chi ha ipotizzato che questi atti di vile violenza vogliano suonare risposta ai grandi successi che le forze di polizia , carabinieri e Pubblica Sicurezza , cui rinnovo in questo momento l' apprezzamento incondizionato e senza riserve del Governo, hanno conseguito negli ultimi tempi con azioni esemplari contro il terrorismo. non vi può essere, però, un nesso moralmente accettabile tra la tutela della legge e il crimine. ma se vi è qualcuno che pensa che le forze di polizia si lasceranno intimidire e si lasceranno fermare, dirò subito che il calcolo è sbagliato. abbiamo colpito duro, lo diciamo senza iattanza ma con fermezza, e siamo e saremo sempre più in grado di rafforzare la tutela della legge con la forza, al cui uso ci legittima il regime democratico e la coscienza di difendere la libertà dei cittadini e le istituzioni repubblicane. non ci lasceremo certo trascinare nella spirale delle indiscriminate ritorsioni, ma se sarà necessario dovremo pensare a forme più ampie e più incisive di deterrenza. perché una cosa deve essere chiara, ferma e certissima: che noi siamo per questa Repubblica e che questa Repubblica prevarrà, costi quello che costi, sulla violenza e sull' eversione.