Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 161 - seduta del 12-07-1977
Sul problema petrolifero
1977 - Governo Scelba - Legislatura n. 2 - Seduta n. 276
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

mi richiamo, signor presidente , all' articolo 112 del nostro regolamento, il quale recita: « qualora l' Assemblea lo consenta, più mozioni relative ad argomenti identici, o connessi, possono formare oggetto di una sola discussione » . ritengo che la nostra mozione non contenga argomenti identici né connessi a quelli delle altre mozioni all' ordine del giorno , e ciò malgrado certe apparenze. potrò spiegarmi abbastanza brevemente. il « fuoco di sbarramento » che noi cerchiamo di creare affinché non si pervenga alla conclusione alla quale invece si vuole arrivare è stato ispirato da una preoccupazione di carattere generale , che è la medesima per la quale abbiamo presentato la nostra mozione, circa dieci giorni fa. contrariamente alla mozione presentata dai rappresentanti del gruppo di democrazia proletaria e a quella presentata dai rappresentanti dei gruppi di maggioranza, la nostra mozione impegna il Governo soltanto a riferire su una serie di problemi. pertanto, essa assomiglierebbe più ad una interpellanza che non ad una mozione. abbiamo voluto limitarci a chiedere al Governo di riferire su diversi problemi perché, a nostro avviso, ci troviamo dinanzi ad una situazione profondamente scorretta da un punto di vista costituzionale e di prassi; intendevamo perciò incitare l' Esecutivo a compiere un gesto che colmasse il vuoto che si stava creando e che era pericoloso. abbiamo, dunque, assunto una iniziativa opposta a quella delle altre due mozioni. se, infatti — in ipotesi — la nostra mozione venisse approvata, il Governo dovrebbe venire a riferire, dopo di che si svolgerebbe un dibattito sulle comunicazioni del Governo. se invece venisse approvata una delle altre due mozioni, il Governo interverrebbe solo incidentalmente in sede di replica e la questione sarebbe chiusa. ci troviamo pertanto dinnanzi a due impostazioni radicalmente opposte. la nostra mozione ha proprio lo scopo di precludere la possibilità che si segua un' altra via, che a nostro avviso non è regolamentare né, come vedremo in seguito, costituzionale. se dovrò illustrare la mia mozione, non potrò affatto entrare in contraddizione con questa nostra posizione: illustrare la mozione radicale significherà infatti necessariamente inibirmi di entrare nel merito degli argomenti contenuti nelle altre due mozioni. la nostra mozione intende far sì che il dibattito politico su determinati temi si svolga sulla base di comunicazioni del Governo (sempre che questo ritenga opportuno farne). mentre oggi discutevo in sede qualificata questo argomento, mi è stato obiettato che, in questo caso, noi costringeremmo il Governo ad intervenire. niente affatto. noi costringeremmo il Governo ad intervenire solo nel caso in cui esso ritenesse che gli accordi partitici avessero una qualsiasi incidenza sul suo programma. ma il Governo può continuare a non intervenire se ritiene che quegli accordi non lo riguardano e non mutano le sue linee programmatiche. ecco perché ritengo che le altre due mozioni debbano essere svolte autonomamente rispetto alla nostra. non si verificano, a mio avviso, le condizioni previste dall' articolo 112 del regolamento, tanto è vero che l' approvazione di una delle mozioni avrebbe effetti assolutamente opposti a quelli che provocherebbe l' approvazione di una delle altre: mentre l' una provocherebbe una comunicazione del Governo sulla quale poi si svolgerebbe il dibattito, rientrando nell' alveo costituzionale; nel caso in cui fossero approvate le altre due mozioni, ci troveremmo a sancire una sorta di occupazione del « suolo » governativo, del « suolo » costituzionale, contro cui appunto opera la nostra mozione. occupazione, del resto, compiuta in modo patologico, con la connivenza — pare — dello stesso Governo. è proprio tale fenomeno che la nostra mozione cerca di impedire, mediante un' opera di autodisciplina con cui ritengo sia sempre possibile e doveroso cercare (in assenza, ormai palmare, di altre tutele) di tutelare, almeno in parte, l' assetto costituzionale. signor presidente , una distrazione — mia, ritengo; se non sua — mi obbliga a trasferire in questa sede un' argomentazione che intendevo proporre come questione pregiudiziale di costituzionalità . mi rammarico dunque di non essere stato abbastanza sollecito nel chiedere la parola nuovamente, prima che si aprisse la discussione. la mozione che noi abbiamo presentato dovrebbe interessare, ritengo, anche i parlamentari degli altri gruppi politici , se essi non vedessero in modo automatico esaurita la loro fisionomia di deputati nell' appartenenza ad un gruppo o ad un partito. stiamo oggi per discutere una mozione che abbiamo conosciuto attraverso la stampa, ma della quale noi veniamo informati per ultimi. siamo stati gli ultimi a prendere conoscenza di decisioni politiche che sono state ampiamente illustrate dalla radio, dalla televisione, dalla stampa, dai mass media , che ne hanno informato, sulla base di testi ai quali si fa ora riferimento anche formale, la generalità dei cittadini. siamo oggi convocati, con modalità che noi riteniamo gravemente sospette di incostituzionalità, noi e il Governo per prendere atto — buoni ultimi — di delibere prese in sede di vertice dei partiti. contro questa situazione noi abbiamo presentato la nostra mozione. ed a questo punto non posso che ricordare, quali che siano gli orientamenti che sono stati poc' anzi definiti, che con la nostra mozione intendiamo, ancora adesso, chiedere al Governo di farci conoscere immediatamente le sue opinioni, e di dirci se ha delle opinioni, su ciò che tutta l' Italia conosce, tranne il Governo ed il Parlamento. chiediamo il rispetto della Costituzione. ma in quale situazione ci troviamo? ormai ce lo diciamo tutti, colleghi, nei corridoi, nel « Transatlantico » rientrando nei collegi: il Parlamento è stato esautorato; oggi neppure le presidenze dei gruppi parlamentari , ma le segreterie dei partiti politici assumono tutte le decisioni. si rischia così di veder scadere ancora di più la funzione parlamentare, ed ora anche quella governativa. ci chiediamo, lo chiediamo al signor presidente del Consiglio — forse ci sarà dato di capirlo in una fase o nell' altra di questo dibattito — , per quale motivo il Governo continua a non esercitare autonomamente la sua iniziativa, a consentire questa occupazione proterva e dilagante dello spazio che dovrebbe competere al Governo stesso, così come di quello della Camera e dell' intero Parlamento, da parte dei vertici dei partiti. mi sembra sia questa una considerazione abbastanza diffusa. anche oggi leggevamo un intervento di Silvano Tosi su La Nazione ; nei giorni scorsi abbiamo letto quanto scriveva Virga sul Giornale di Sicilia : « il convitato di pietra » , avanzando altri argomenti, con l' auspicio che il Governo, in modo autonomo, assuma gli impegni che ritiene più opportuni, che ci dica quello che intende fare, non accetti di apparire unicamente come costretto ad un ruolo esecutivo, avendo abbandonato una prassi costituzionale, incontestata e confermata per trent' anni che assegnava al Governo uno spazio preciso di responsabilità. se si nega tale spazio, si nega anche quello del Parlamento, perché un Parlamento senza limiti, un Parlamento senza interlocutori è un Parlamento spossessato della possibilità di esercitare i suoi doveri e le sue funzioni. abbiamo un Governo di pietra, un Governo muto; ma io credo che siamo ancora in tempo, signor presidente del Consiglio , colleghi, per rientrare nell' alveo della corretta procedura costituzionale, sanando una situazione estremamente grave nella quale ci siamo venuti a trovare. il Governo ha il diritto di fare delle comunicazioni a questa Assemblea quando le ritiene opportune; ha quindi il dovere e il potere di farlo anche a partire da questo momento, se lo ritiene opportuno. il presidente del Consiglio ritiene davvero, invece, che sia corretta questa innovazione, che sia auspicabile? è forse auspicabile che l' attività generale di indirizzo venga carpita dai partiti? il Governo deve dire solo: « obbedisco! » , signor presidente del Consiglio ? ma « obbedisco » a chi? ad una volontà maturata in quale sede? ad una volontà recepita strumentalmente, adesso, per un giorno, per un attimo in Parlamento, ma nata in ambiente extraparlamentare, non parlamentare. la situazione diventa sempre più grave, perché quella che in passato era magari una prassi non confessata e contestata, sta divenendo adesso teoria e prassi proclamata. adesso si viene a dire che è bene che sia così, che il Governo rinunci al suo ruolo, dopo trent' anni . è questo il motivo che ci aveva spinto a presentare la nostra mozione, che propone una sola disposizione: impegna il Governo a riferire immediatamente alla Camera dei Deputati su determinati punti. non mi pare, dunque, si possa dire che si tratta di una mozione di una opposizione partigiana o settaria: è invece la mozione di un gruppo che si preoccupa di rimettere nei suoi canali costituzionali un dibattito politico che sta assumendo sempre più caratteristiche patologiche, che sta subendo innovazioni tali che, nel silenzio, trent' anni di prassi costituzionale sono totalmente vanificati. certo, il presidente può adesso dirci che esistono mozioni polisettoriali. allora esistono mozioni settoriali, mozioni su un determinato argomento; esistono mozioni di fiducia e di sfiducia, esistono documenti programmatici , ed esistono mozioni non solo polisettoriali, ma pantasettoriali, signor presidente , che riguardano tutto il programma, tutta la linea del Governo. e noi dovremmo — secondo l' impostazione dei socialisti, dei comunisti, dei liberali, dei democristiani, dei repubblicani e dei socialdemocratici — accettare ad un tratto questa innovazione. è forse questo un rafforzamento della dialettica costituzionale? a chi giova? che cosa si intende perseguire in questo modo? lo chiediamo, nella mozione; abbiamo il dovere di chiedere al Governo di riferire alla Camera su fatti che sono noti a tutti, e che da sei o sette giorni sono stati resi noti anche a lei, signor presidente del Consiglio , attraverso una comunicazione del segretario nazionale della Democrazia Cristiana , Zaccagnini. abbiamo cioè un programma legislativo concordato, minuzioso in alcuni settori che, evidentemente, non si limita ad integrare, ma corregge, innova il programma in base al quale lei ha avuto la fiducia, signor presidente del Consiglio . allora, delle due l' una: o lei ne ha avuto contezza, cioè sa, come tutti sappiamo, per altre vie, ed anche per le comunicazioni del segretario della Democrazia Cristiana , Zaccagnini, quello che i partiti hanno deciso altrove, e lo ritiene irrilevante, e allora, è normale che lei taccia e continui sulla sua strada; ma se così non è e lei ritiene, a questo punto, di dovere, in qualche misura, mutare ed innovare il programma del Governo, mi sembra che la corretta prassi costituzionale le chieda, signor presidente del Consiglio , di non farsi convocare come un qualsiasi esecutore tecnico qui in Parlamento con una mozione di partiti che le diano gli ordini e le dicano ciò che deve fare. il Governo del paese, il momento specifico dell' indirizzo e dell' iniziativa di programma è suo. il Governo o c' è o non c' è! se c' è eserciti la sua iniziativa ed i suoi diritti-doveri. certo, potremmo anche dire che la Corte costituzionale da una parte e il presidente della Repubblica dall' altra sono — e non possono non essere — oggettivamente interessati da queste innovazioni — chiamiamole così! — e da questi arbitri che si stanno perpetrando; ma sappiamo anche che la Corte costituzionale non può assumere iniziative perché non ne ha il diritto in questo senso, e constatiamo — né ci aspettiamo sorprese — che anche dal presidente della Repubblica , il quale ha parlato, indirettamente, l' altro giorno, elogiando le procedure in corso « bravi, questi partiti! grande senso di responsabilità storica » ), noi non potremo avere quello che riterremmo un doveroso intervento, sia con un messaggio sia con degli inviti od altre forme, a tutela di una corretta prassi costituzionale, mai smentita fino ad ora e che vediamo, invece, in modo massiccio ed anche su un piano di stile contestabile, sempre più disconosciuta. vorremmo, quindi, una risposta, e ci auguriamo che il signor presidente del Consiglio non sia sordo a questo invito solo perché esso viene da parte di uno dei gruppi di opposizione. cioè, di uno di quei gruppi che poi non hanno il diritto di esistere nemmeno più ormai al livello semantico. quando si scrive sui giornali italiani o si parla alla radio o alla televisione si dice: i partiti hanno deciso. i partiti siete voi sei! gli altri non sono nemmeno più « i partiti » . i gruppi parlamentari hanno deciso! anche a livello di linguaggio ormai le opposizioni, se non sono già criminalizzate al di fuori del Parlamento, nel momento in cui agiscono nel Parlamento stesso, non esistono, non devono esistere, non hanno diritto ad una rilevanza sintattica nemmeno nei discorsi. non di rado, anzi sempre più spesso, ascoltiamo questo linguaggio anche da presidenti di gruppi parlamentari di maggioranza: « i gruppi parlamentari della Camera hanno deciso che..., i partiti hanno deciso che... » . dobbiamo stare attenti, sono dei sintomi. allora si comprende bene come, solo se si pensa di poterci rimproverare alcune cose, criminalizzabili, e di respingere nella indegnità le opposizioni, allora queste ultime esistano (Lotta Continua , il partito radicale , coloro che sono responsabili dell' eversione, i responsabili morali della P38, eccetera). ma quando cerchiamo di fornire un apporto, che spesso ora si definisce « ultraparlamentare » , si fa una certa osservazione, e cioè che sono proprio i gruppi che erano sospetti di extraparlamentarismo che sono qui, forse, più accanitamente attenti allo svolgimento, alle regole, alla tenuta delle norme e delle tradizioni — se volete — del Parlamento repubblicano e dei dettati costituzionali e politici. sono, le nostre, richieste strane? che cosa chiede la mozione? impegna il Governo « ad immediatamente riferire alla Camera dei Deputati su quanto segue: a) quale considerazione intende avere degli accordi intervenuti tra partito comunista e Democrazia Cristiana , ed altri, e di quali fra questi sia venuto a conoscenza, e attraverso quali canali e strumenti informativi » . mi pare che acquisire una risposta formale, in Parlamento, da parte del presidente del Consiglio , sia arricchimento di tutto il Parlamento, sia tentativo di sanare una situazione imperfetta. adesso, sei giorni dopo la presentazione di questa mozione, abbiamo letto sui giornali che il presidente del Consiglio è stato informato — mi pare — dall' onorevole Zaccagnini, per conto anche dell' onorevole Berlinguer, dell' onorevole Zanone e degli altri onorevoli dell' esarchia di maggioranza. ma non è tanto un caso che non ci sia un canale per informare il Governo! vi è questo dato così nuovo, così aggressivo, dei vertici di partito che elaborano documenti che sono anche minuziosamente legislativi, documenti con cui si entra all' interno dei problemi di formazione delle leggi. il processo formativo della volontà del Parlamento è stato sequestrato e tolto! non ci si limita a comunicarci che si va verso una certa direzione! no, si sa già, per esempio in tema di ordine pubblico , quale sarà la legge, alla lettera. è allora, colleghe e colleghi, signor presidente , che cosa sarà, se non una parata vuota quella che si svolgerà in Parlamento? il processo formativo della volontà legislativa dovrebbe esserci nelle Commissioni! i nostri regolamenti perché esistono? per disciplinare la formazione della volontà e delle convinzioni del Parlamento stesso! invece questa sarà una scena senza corrispettivo, senza contenuto, sarà una liturgia vuota, e sempre più il Parlamento sarà mero organo di registrazione passiva e mortificata di sempre maggiore rilevanza costituzionale del sequestro dei poteri costituzionali, del Parlamento e del Governo, da parte dei vertici di partito. polemica qualunquistica? ma no! sono cose estremamente serie. anche in questo settore, lentamente, stiamo dando corpo ad una costituzione che è la costituzione di Giovanni Gentile, Alfredo Rocco , Bottai, la costituzione dello Stato corporativista , sempre di più, quella nella quale il partito (qui diviso, invece che in correnti, in sei nomi di partito) diventa l' elemento centrale di mediazione e di direzione dello Stato; e solo in sede tecnica hanno spazi e funzioni anche la Camera dei fasci e delle corporazioni , i sindacati e così via . sta realizzandosi quello che già fu concepito in teoria e disposto nei fatti, signor presidente del Consiglio , nel modo stesso di avvertire il Governo. che cosa sta infatti accadendo? come state vivendo? in un modo chiaro, riflettiamoci un momento. era il Gran Consiglio del partito nazionale fascista che prendeva delle decisioni di un certo tipo — il momento del partito — che poi venivano recepite degnamente alla Camera dei fasci e delle corporazioni a livello del Governo. state attuando le teorie della concezione corporativista: le state attuando con sempre maggiore rigore. abbiamo un Governo il quale, avendo la sfortuna di non avere come presidente anche il presidente del Gran Consiglio del partito, si trova un po' impacciato poiché c' è il Gran Consiglio con i suoi sei presidenti, con una presidenza collegiale, senza culti della personalità, che ha preso un certo tipo di decisioni: allora il Governo si annulla, è come se non esistesse. è come se al Governo ci fosse Starace o Farinacci, Grandi o non so chi altro: qualcuno che non brilla di luce propria e non ha pudore, non ha timore di cancellare con sé anche il momento istituzionale. l' umiltà in politica è un fatto democratico, ma quando diventa invece mortificazione della funzione, quando diventa invece omissione dell' intervento dovuto, dell' occupazione del perimetro di diritti costituzionali e civili da esercitare, allora si è complici per omissione. e sempre di più vediamo crescere dinanzi a noi e perfezionarsi questo mostro storico della rinascita dello Stato corporativista . allora, scusatemi, è così inutile, è così settario, ma è anche così ottocentesco chiedere di riuscire ad avere scritte, negli atti della nostra Camera, le risposte che chiediamo, cioè quale considerazione intende avere il Governo di questi accordi che sono intervenuti? se c' è qualcosa di nuovo nel suo programma, signor presidente del Consiglio , dovrebbe fare come hanno fatto negli ultimi trent' anni tutti i governi e venire qui a comunicarcelo, senza aspettare di essere convocato, tra l' altro con un atto di citazione scorretto e sgarbato, con uno strumento promulgativo imperativo e tassativo, uno strumento del quale in nessun posto ci si serve per chiamare un presidente del Consiglio a rapporto. nella nostra mozione si chiede ancora « quali obiettivi e atti e quali correzioni di precedenti determini l' eventuale cooptazione da parte del Governo di quegli accordi » : lei, signor presidente del Consiglio , ha delle responsabilità estremamente precise, che le vengono dall' articolo 95 della Costituzione. lei, tra l' altro, ha il compito di provvedere al coordinamento (e quindi alla programmazione) dell' azione del governo , ma in questa mozione c' è un compendio di tutti i possibili problemi di Governo. quello però che consente di programmare e coordinare una certa azione è soltanto la possibilità di vedere le eventuali compatibilità e tutti i conseguenti intrecci: questa è la funzione istituzionale essenziale e fondamentale che l' articolo 95 della Costituzione le impone. è mai possibile che tutte le cose che le vengono indicate nella mozione dei sei, si innestino automaticamente nel tessuto così merlettato che lei un anno fa è venuto ad esporci in quest' Aula, nel momento in cui ha sollecitato la fiducia? signor presidente del Consiglio , adempiere al dovere previsto dall' articolo 95 della Costituzione significa recepire gli accordi partitici con autonomia, assumere con atto proprio, di propria volontà: altrimenti che Governo è il suo, che significato assumono parole come « iniziativa » e « responsabilità governativa » ? come è possibile che in questo modo non venga lesa non solo la legittimità costituzionale , ma anche e soprattutto la capacità effettiva di eseguire quanto si programma, se sono altri ad elaborare il disegno programmatico e se il Governo deve soltanto attuare questo disegno programmatico in termini meramente esecutivi? solo chi elabora, chi costruisce con fatica un programma può poi assicurare una buona attuazione: i due momenti sono inscindibili e attribuiti univocamente al presidente del Consiglio dagli articoli 94 e 95 della Costituzione. nella nostra mozione si chiede ancora « se, in linea generale, ritenga quanto meno auspicabile che una maggioranza parlamentare trovi anche nel momento esecutivo, oltre che in quello legislativo e di controllo, una associazione di responsabilità e di lavoro per attuare il programma concordato fra Dc e Pci, al quale si sono associati i partiti minori della non sfiducia » . signor presidente del Consiglio , addirittura tre mesi fa lei ha comunicato all' opinione pubblica francese, con una intervista a Le Monde , tutto quello che rifiuta di dichiarare oggi in quest' Aula. lei disse allora che se gli accordi fossero giunti in porto si sarebbe potuto pensare ad un rimpasto, perché questa sarebbe stata la via più corretta di rispondere a certe esigenze. in quale tipo di Stato ci avviamo a vivere? non solo ogni volta che il Governo ha una qualche intenzione si provvede immediatamente a comunicarla, attraverso radio e televisione, a tutto il paese, in modo che quando le cose arrivano in Parlamento già le opinioni sono tutte formate; ma lei va a raccontare certe cose a Parigi, preannunciando i meccanismi che verranno posti in essere o che potranno essere posti in essere a seguito di procedure volute dal « Gran Consiglio dei partiti uniti » , il quale provvede poi a dare ordini e disposizioni sia al Parlamento sia al Governo. perché non dire qualcosa direttamente anche al Parlamento? perché non compiere un autonomo atto di Governo in merito alla programmazione della futura attività? eppure questo — è inutile starlo a ripetere per l' ennesima volta — costituisce una prerogativa istituzionale necessaria del nostro Governo. impegnamo inoltre nella nostra mozione: il Governo a riferire « in ogni caso sulle sue attuali analisi e le intenzioni, impegni e iniziative in tema di politica generale e in particolare dell' ordine pubblico , della giustizia, energetica ed estera » . a questo punto, signor presidente , si è forse creato lo equivoco nel quale non solo in questa sede alcuni sono caduti. non posso dire, come la collega Luciana Castellina: « ... ivi compresa la nostra mozione » . no. noi chiediamo, infatti, per primi e da tempo, che il Governo, a distanza di un anno, eviti di violare la fisionomia e la prassi costituzionale, senza tollerare l' occupazione del suo suolo; il che significa anche togliere a noi gli argini senza i quali non si forma forza. se non abbiamo di fronte l' interlocutore governo, ciò significa che tutte le cose che si incanalano nel momento parlamentare senza questo argine, senza questo interlocutore, rischiano di divenire generiche e non di carattere generale , rischiano di perdere precisione e di esaltare, poi, come unico momento della scelta responsabile, programmata e precisa, quello del « Gran Consiglio dei partiti » , momento supremo di mediazione delle varie corporazioni, ivi compresa quella parlamentare, nell' ambito di una considerazione dello Stato etica e non di diritto. infatti, signor presidente , non sto svolgendo qui la pregiudiziale che non ho prima svolto, ma sto cercando di sottolineare come nella nostra mozione non abbiamo assolutamente compiuto quella scelta che in qualche misura ci veniva attribuita; cioè, non abbiamo anche noi proposto in termini dispositivi nella nostra mozione una pluralità di argomenti. il nostro argomento è uno solo: il Governo venga a riferire. come deve fare? lo aiuteremo in questo. ho sentito dire oggi da qualcuno che il Governo non vuole venire a riferire. se non lo vuole fare, non lo faccia. il Governo vuole farsi trattare in questo modo? il presidente Andreotti è disposto a pagare questo prezzo pur di protrarre la sua Presidenza del Consiglio ? questo fa parte della sua politica. nell' articolo di Virga che ho già citato prima, l' autore affermava che in tempi ancora non lontani un Governo che si fosse trovato dinanzi ad un' ombra di mozione come questa si sarebbe già dimesso da lungo tempo; non avrebbe tollerato nemmeno la proposizione di questo tipo di comportamento da parte del Parlamento. il presidente del Consiglio ha pazienza. egli ci ha insegnato che il potere logora solo chi non lo detiene. quindi, il presidente del Consiglio Andreotti è in questo conseguente con la propria moralità politica: aspetta che vi logoriate, anche a prezzo di distrazioni di tipo costituzionale, anche a prezzo di rinunce all' occupazione di uno spazio e all' assolvimento di funzioni che invece ha l' obbligo costituzionale di assolvere. c' è in questo una considerazione del potere per la quale stiamo lentamente prendendo atto che sempre di più abbiamo un sistema che intende difendersi comunque, e non un sistema costituzionale. facevo notare come, in questo clima, anche da una delle punte più avanzate in termini di sensibilità costituzionale — o che si presume tale — del Governo, come il ministro Bonifacio, ex presidente della Corte costituzionale , abbiamo sentito dire in quest' Aula che egli aveva proposto di mettere sotto inchiesta alcuni magistrati di « magistratura democratica » , in quanto essi avevano affermato che intendevano usare la legalità contro il sistema. la cosa è grave, soprattutto perché viene da un giurista di questo calibro, ex presidente della Corte costituzionale . arrivare a far coincidere la Repubblica e la Costituzione con il sistema è una di quelle enormità di tipo ideologico per le quali ormai ci rendiamo conto che dei guasti enormi sono stati fatti. il nostro sistema storico è fatto per metà, di realizzazioni costituzionali e per l' altra metà, di non realizzazioni costituzionali. è doveroso opporsi al sistema. quando noi pratichiamo le richieste di referendum, dopo trent' anni facciamo qualcosa antisistema, ma contro un sistema che ha dei margini di incostituzionalità sempre maggiori; tanto è vero che il modo stesso con il quale i partiti riescono a fare certe cose ricorda come memoria proprio lo Stato corporativista e lo Stato etico , sempre meno lo Stato repubblicano e gli strumenti costituzionali. forse sarebbe bastata un po' più di attenzione, un po' più di sensibilità in termini di stato di diritto per non costringere il Governo (se il Governo si ritiene costretto) a venire qui non ad esercitare spontaneamente e autonomamente quello che è un suo diritto dovere , ma a dirci: obbedisco e prendo ordine da quella mozione « polisettoriale » (noi diciamo invece mozione di indirizzo, mozione programmatica, mozione che si sostituisce alla dichiarazione del Governo ). noi ci troviamo pertanto in una situazione molto strana. dobbiamo fare una discussione congiunta su una mozione che noi abbiamo presentato proprio per impedire che ci sia quel dibattito che la vostra mozione vuole invece in tal modo ottenere. dico questo con una punta di rammarico, signor presidente , e, come vede, non entro nel merito degli accordi previsti in quella mozione. il presidente del Consiglio è sempre di un' estrema eloquenza non solo quando parla, ma anche quando non parla. è la prima volta — e non è una critica, è una forma di espressione anche questa che il presidente del Consiglio , invece di avere un viso attento e rivolto agli oratori, in questa fase guarda altrove. no, semmai semplicemente considerazioni visive, chiare. in teoria è possibile che il Governo ci ascolti e che autonomamente, prima che inizi l' illustrazione delle altre mozioni, faccia delle sue comunicazioni. io mi sono strettamente limitato a svolgere la nostra mozione in qualche senso pregiudiziale, impedendo a me stesso la trattazione degli argomenti che saranno trattati nel corso di questo dibattito. questo per spiegarle, signor presidente , come, non solo a nome del gruppo radicale, ma in qualità di singolo parlamentare, poi interverrò nel merito politico di questo dibattito, ma in un' altra occasione. in questo momento io ritengo che solo contraddicendomi potrei trattare i temi politici che sono stati introdotti dalla mozione dei sei partiti. ho terminato quindi l' illustrazione della nostra mozione, che è poi in realtà un invito, ancora, formale (con una preoccupazione che è di tipo politico, certo, ma è innanzitutto di tipo costituzionale) a che il Governo assuma il suo ruolo, e immediatamente faccia le sue comunicazioni in modo che il dibattito possa avvenire su queste. se ciò non accadrà, interverremo, senza fare riferimento alla nostra mozione, in un momento successivo.