Francesco COSSIGA - Ministro dell'Interno Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 135 - seduta del 13-05-1977
Sul rifiuto opposto alla richiesta radicale di tenere una manifestazione a Roma il 12 e 13 maggio e sugli incidenti verificatesi
1977 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 135
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , la dinamica degli incidenti verificatisi nel pomeriggio di ieri in Roma in relazione alla nota manifestazione che era intendimento del partito radicale svolgere in Piazza Navona può essere ricostruita come dirò appresso sulla base dei primi accertamenti. richiamo per altro l' attenzione della Camera sul fatto che vi sono minacce di ripresa di turbamenti dell' ordine pubblico anche in questo momento, e che due sedi di partito sono state saccheggiate proprio qualche ora fa. verso le ore 15 di ieri, vari gruppi di dimostranti si sono radunati nella zona prescelta per la manifestazione, affluendo in prossimità dei vari accessi alla Piazza Navona . una cinquantina di radicali ed estraparlamentari ed anche alcuni parlamentari hanno inscenato in corso Rinascimento, proprio davanti a Palazzo Madama , sede del Senato, una manifestazione, protestando contro il divieto prefettizio, ed una decina di loro, sedendosi o sdraiandosi sul piano stradale nonostante l' invito ad allontanarsi, reiteratamente loro rivolto dai funzionari di Pubblica Sicurezza preposti al servizio. l' onorevole Pinto, che sin dall' inizio aveva diretto l' azione dei dimostranti, si opponeva all' intervento della forza pubblica avvalendosi della sua qualità di parlamentare, ma veniva con fermezza fatto allontanare dal luogo unitamente ad altre persone. verso le ore 15,45, con azione improvvisa, circa 300 dimostranti hanno attaccato le forze di polizia in piazza San Pantaleo con il lancio di bottiglie molotov e sassi... per cui i tutori dell' ordine hanno fatto ricorso al lancio di artifizi lacrimogeni. successivamente, sempre nella piazza San Pantaleo , la polizia è stata nuovamente attaccata con il lancio di bottiglie incendiarie dai dimostranti, che, per sfuggire ai tutori dell' ordine, si sono rifugiati nei vicoli della zona di Campo de' Fiori , tentando con ciò di attirarvi la forza pubblica , come altre volte era avvenuto, con la nota tecnica della guerriglia urbana già sperimentata in quella zona. poco dopo, altri gruppi di dimostranti, sempre con il lancio di bottiglie molotov , impegnavano i reparti di polizia dislocati nel largo Argentina , ma venivano respinti lungo il corso Vittorio Emanuele. contemporaneamente, altri nuclei di polizia venivano fatti oggetto di aggressione da parte dei manifestanti nella zona di piazza delle Cinque Lune e di piazza di Tor Sanguigna . nuovi incidenti sono avvenuti, tra le ore 17 e le ore 19,30, nella zona di piazza San Pantaleo e di largo Argentina , nonché all' inizio di via Arenula , ove è stata eretta una barricata, poi rimossa dalla forza pubblica . altra barricata è stata rimossa in corso Vittorio Emanuele e sul ponte Garibaldi , dove i dimostranti avevano collocato di traverso alcuni automezzi. durante questi ultimi, gravi episodi sono stati pure svuotati i serbatoi di talune autovetture, il cui carburante, versato sul piano stradale, è stato dato alle fiamme creando così una barriera di fuoco che ha reso difficile il tempestivo intervento della forza pubblica . l' accresciuta tensione e gli aggravati pericoli che potevano derivare da questa aberrante bravata, tenevano impegnate le forze di polizia all' imbocco di ponte Garibaldi . è proprio in questo momento che, all' altezza di piazza Belli , cioè dall' altra parte del ponte Garibaldi , è stata uccisa la giovane Giorgina Masi, raggiunta all' addome da un colpo di pistola. dai primi accertamenti e dalle prime testimonianze rese, è risultato che la Masi, insieme ad altri giovani, si stava allontanando da piazza Belli verso viale Trastevere . negli incidenti sono state, inoltre, ferite otto persone, tra cui una colpita da arma da fuoco. tra le forze di polizia , è stato ferito un allievo sottufficiale dei carabinieri, raggiunto da un colpo di arma da fuoco al polso. nel corso delle operazioni di polizia, sono state identificate 49 persone, di cui 11 tratte in arresto per vari reati, tra i quali tentato omicidio, lesioni personali e porto abusivo di armi. questo il sommario resoconto dei fatti. non possono, poi, essere trascurati altri episodi per i quali un rapporto di connessione appare evidente: quello della violenza. verso le ore 2,30 di questa mattina, è stato fatto esplodere un ordigno ad alto potenziale dinanzi all' ingresso secondario dell' autoparco del ministero dell'Interno , sito in via Tommaso Campanella . l' esplosione ha danneggiato notevolmente l' ingresso, le autovetture civili parcheggiate sulla strada adiacente e tre autovetture della Pubblica Sicurezza parcheggiate all' interno. sono andati altresì in frantumi i vetri di molte abitazioni. immediatamente dopo l' esplosione, alcuni testimoni hanno visto allontanarsi dal luogo un' autovettura di grossa cilindrata con cinque persone a bordo. nel corso dei successivi servizi di vigilanza, un' autopattuglia della « volante » , verso le ore 2,40, ha bloccato un' autovettura sulla quale sono stati rinvenuti una borsa con 80 candelotti di esplosivo, una miccia a lenta combustione con detonatore, una fondina vuota di pistola, un volantino del movimento di « Lotta per l' università » . i tre occupanti dell' autovettura succitata sono stati tratti, quindi, in arresto. quanto al divieto, disposto dal prefetto di Roma, su disposizioni del Governo, di tenere pubbliche manifestazioni nella città e nella provincia di Roma fino alla data del 31 maggio, debbo precisare che esso risponde, a giudizio del Governo e mio personale, ad obiettive ragioni di tutela non solo dell' ordine ma della stessa sicurezza dei cittadini. infatti, dopo i gravissimi incidenti occorsi recentemente nella zona della città universitaria come in altre zone centrali della capitale, incidenti nei quali, purtroppo, sono stati registrati eventi estremamente dolorosi, la sospensione delle pubbliche manifestazioni doveva essere considerata una essenziale cautela, pienamente giustificata dal fine evidente di evitare altre occasioni di turbativa e di infiltrazione provocatrice. per quanto riguarda il diniego di derogare al divieto per la manifestazione radicale, occorre tener conto che, ad eccezione di quella autorizzata per la giornata del 1° maggio, in considerazione del particolare rilievo sociale di quella ricorrenza ed anche del suo carattere internazionale, nonché della capacità più volte dimostrata dal movimento sindacale di saper respingere ed isolare la provocazione, — altre richieste sono state respinte, per cui non sarebbe stato ammissibile prescindere da esigenze di obiettività. il divieto in questione non può essere inteso come volontà del Governo di disconoscere i diritti dei cittadini, dei partiti e dei movimenti, ma come dolorosa constatazione dell' esistenza di gruppi di provocatori criminali che nelle manifestazioni di massa trovano facile occasione di infiltrazioni per il compimento di atti di violenza che degenerano sempre in atti criminali. il permanere di queste condizioni ha indotto il Governo a non consentire alcuna deroga, neanche per la manifestazione indetta dal partito radicale . Ben volentieri do atto a questo partito di professarsi partito non violento e di non voler praticare la violenza. ma, oltre alla violenza diretta, fatta di atti materiali, di bombe molotov, di spranghe di ferro, di travisamenti e di P38, vi è anche l' incontrollata violenza di non meditate parole, di non misurati atteggiamenti che, anche contro la volontà degli interessati, sospinge alla violenza materiale, ne crea i presupposti, apre ad essa spazi non controllabili. non basta non lanciare molotov, non usare le spranghe di ferro, non ricorrere alle armi da fuoco. è necessario non aprire la porta... anzi è doveroso chiuderla a chi spranghe di ferro, bombe molotov, P38 ha usato e lascia usare, approvando, o almeno non condannando che si usino. le modalità degli incidenti di ieri, con l' uso dei crescenti mezzi di aggressione, che certo non possono. considerarsi manifestazioni di non violenza , culminati con l' uccisione di una giovane e con il ferimento di altre persone, dimostrano la giustezza della posizione del Governo. vi sono state altre organizzazioni che, con senso di responsabilità , magari pur dissentendo — come anche altri partiti politici hanno fatto — sulle forme e sulle modalità del divieto, hanno accettato il divieto stesso. ve ne sono altre che hanno ritenuto di dover egualmente tenere manifestazioni senza tener conto della strumentalizzazione che di queste poteva essere fatta, come in realtà è accaduto da parte di altre meno pacifiche forze. riteniamo che non vi sia nulla da rimproverare alle forze dell'ordine , le quali, per il ristabilimento delle condizioni di sicurezza pubblica, sono legittimate dalla legge ad usare fermezza e decisione e che anche in questa occasione hanno dimostrato di avere grande senso di prudenza...... e di moderazione, pur vedendo cadere colpito ancora una volta uno dei propri appartenenti. né si dica che il Governo ha voluto ostacolare la raccolta delle firme per gli otto referendum violando i diritti costituzionali dei cittadini. vorrei innanzitutto richiamare il fatto che se un partito di non grande rappresentatività popolare ha raccolto circa 300 mila firme, ciò sta a dimostrare che ha goduto di assoluta libertà; anzi, più precisamente, che ha esercitato questa facoltà di raccolta in forme e con modalità mai sperimentate prima e che avrebbero potuti anche legittimare dubbi sotto il profilo della certezza dell' autenticità delle firme. per quanto attiene ai limiti che sarebbero stati posti... dal divieto prefettizio, premesso che non esiste alcuna disciplina privilegiata delle eventuali manifestazioni connesse con la raccolta di firme — a differenza di quanto è previsto per la campagna elettorale quando un referendum si è indetto — i promotori hanno potuto raccogliere liberamente le firme in strade e piazze. ma pretendere di raccogliere firme nelle zone investite da misure di prevenzione di turbamento dell' ordine pubblico , misure la cui fondatezza si è poi palesata con tutta chiarezza, contrasta con la necessità di accertamenti giuridici, seri e pacifici, è cosa che urta contro il buon senso , oltre che con limiti di carattere generale , e che può diventare — come era prevedibile sul normale piano del senso comune — , anche involontariamente, come è accaduto, causa effettiva di incidenti e provocazioni. se il deputato Pinto è stato coinvolto negli incidenti, non è episodio del quale ci si possa compiacere. anzi, è episodio del quale ci si deve dispiacere. la qualità di deputato deve essere diretta al rispetto della legge e della salvaguardia delle istituzioni, alla garanzia del rispetto e della difesa della tranquillità dei cittadini. un parlamentare, ad avviso del Governo, non può né deve avallare, anche con la sua sola presenza, azioni in contrasto con l' ordine, con la legalità e di aggressione alle forze di polizia che compiono il loro dovere. ciò posto, è bene ricordare... che l' organizzazione di una riunione in luogo pubblico, che è già stata vietata dall' autorità di Pubblica Sicurezza per motivi di ordine pubblico è un reato... contravvenzionale punito con l' arresto e con la multa dal testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza . chi pertanto non osserva tali disposizioni sa di essere fuori dalla legalità, perché nel nostro ordinamento rispetto alla legalità non esistono zone di franchigia per alcuno. con l' occasione non posso trascurare di esprimere il più vivo apprezzamento del Governo per il comportamento delle forze dell'ordine , ed in particolare per l' Arma dei carabinieri e per il Corpo delle guardie di Pubblica Sicurezza , che sono stati impiegati nella circostanza. essi hanno dimostrato particolare fermezza e senso di equilibrio, senza lasciarsi coinvolgere dalle numerosissime provocazioni, fatte anche di insulti sanguinosi, lanciati contro di essi, al fine di evitare la degenerazione degli incidenti, che avrebbero potuto avere altre, ancora più gravi conseguenze se l' azione di contenimento non fosse stata adeguata. gravi atti di violenza sono stati compiuti ieri con deliberata volontà provocatoria di aggressione allo stato, da estremisti facinorosi, con la partecipazione — ci auguriamo solo oggettiva — di chi, contro ogni regola di prudente preveggenza, con imprudente ostinazione, ha voluto una manifestazione in cui si sapeva per certo, per essere stato apertamente e minacciosamente dichiarato, che avrebbero confluito bande, movimenti e gruppi dediti sistematicamente alla provocazione e alla violenza. non si è voluto tener conto dei provvedimenti dell' autorità né di quanto era sin troppo faci prevedere. non si è sfidato né un divieto, né un ministro, né un Governo, ma si è sfidata una dura e dolorosa realtà. si è voluta trascurare la presenza in questa città, di forze non esigue che vanno cercando lo scontro e la tragedia, nella macabra speranza di provocare un processo di reazioni a catena, che trascini la comunità in uno stato di paura e di ira; di forze che, il più delle volte, portano avanti propositi e progetti di violenza con atti di vera criminalità, al coperto di masse mobilitate troppe volte con leggerezza da movimenti che non hanno poi la capacità di gestire responsabilmente le manifestazioni e di isolare i provocatori. sono proprio i troppi atti di violenza criminale, i troppi morti, le devastazioni, i vandalismi, le aggressioni alle sedi dei partiti politici , le aggressioni a esponenti politici che hanno indotto il Governo della Repubblica ad adottare la decisione, della cui gravità è ben consapevole, di vietare pubbliche manifestazioni per un determinato periodo di tempo al fine di favorire la normalizzazione della situazione ed il compimento dell' opera di bonifica che si è intrapresa e che si conduce con decisione e con fermezza e senza clamori, ricorrendo all' uso delle misure previste dalle leggi vigenti. ed è un' attenta, scrupolosa verifica delle condizioni in cui si sarebbe dovuta svolgere l' annunziata manifestazione che ha confermato il Governo nella sua diagnosi e nella sua decisione nei confronti dell' iniziativa del partito radicale : scrupolosa verifica di condizioni rese ancora più gravi dall' inutile tono di sfida da cui l' iniziativa era accompagnata. ripreso. con ben altro accento di fredda e predeterminata provocazione, sui fogli che tra i loro abituali lettori annoverano i teorizzatori dello scontro armato e della P38. se vi è chi ha ritenuto, cinicamente, di fare ieri una prova generale per altre già preannunziate manifestazioni, che dovrebbero vedere uniti nella capitale gli autori delle gesta che hanno così profondamente turbato la vita di Bologna e quella di Roma, spero abbia compreso che non si intende tollerare incidenti che possano aggravare la situazione dell' ordine e della sicurezza pubblica a Roma ed altrove e che il Governo intende far rispettare l' ordine e la legalità con tutte le misure preventive e repressive consentite e con tutti i mezzi di cui le forze di polizia dispongono. il Governo si augura profondamente che i tragici fatti di ieri, convincano anche coloro che hanno dichiarato che intendono, a cominciare dal giorno dell' Ascensione, fare delle festività « regalate ai padroni » altrettante giornate di agitazione, con la consapevolezza che anche su questi temi vi saranno scontri duri e aperti con lo Stato ed i suoi apparati e che bisogna prepararsi per vincerli. è infine estremamente contraddittorio e aberrante quello che un giornale dell' ultrasinistra proclama: « andremo in piazza in modo pacifico, e vogliamo che le libertà democratiche siano rispettate » , dopo aver detto, il giorno precedente agli incidenti: « noi, che ci rifiutiamo di condannare per principio la violenza, da qualunque parte provenga, e consideriamo anzi il ricorso alla violenza inevitabile e giusto nella lotta degli sfruttati contro la violenza istituita dal sistema, diciamo con altrettanta chiarezza che la scelta della tecnica di lotta che conviene di volta in volta non intendiamo delegarla a nessuno, e tanto meno a Cossiga « . contro questi inviti, che prontamente altra stampa ha definito « alla preparazione militare » , occorre anzitutto una risposta politica che isoli questo folle avventurismo. da parte sua il Governo non tollererà azioni di violenza, né tanto meno di guerriglia. voler fare apparire questo Governo come un Governo liberticida, voler fare apparire — mi sia consentito questo solo riferimento personale — il ministro dell'Interno come il ministro della repressione arbitraria sarebbe solo ridicolo e grottesco, se da esso non si dovesse, come invece si deve, trarre una dura conclusione sull' uso deliberato di un truculento linguaggio e di una intimidazione morale e psicologica che vuole creare un altro clima di scontri, di violenze, di provocazioni, di ritorsioni non meditate. il Governo è il Governo dello Stato democratico e repubblicano; il ministro dell'Interno è il ministro per l' ordine democratico e repubblicano; il nostro impegno è quello di mantenere fermo il quadro istituzionale proprio dell' ordine democratico, il nostro impegno è quello di far rispettare la Costituzione e le leggi, tutta la Costituzione e tutte le leggi; e non intendo lasciarmi intimidire né da tracotanti minacce, né da insulti sanguinosi. non ci lasciamo intimorire, né ci lasciamo provocare; ma, con tutta la prudenza e la serenità richiesta, saremo estremamente fermi nel prevenire e nel reprimere la violenza. a nome del Governo, rinnovando la convinta solidarietà alla famiglia della giovane vittima di questi rinnovati ed assurdi, e perciò intollerabili, atti di violenza, desidero assicurare al Parlamento ed al paese che il Governo ha piena consapevolezza che ci sono doveri ai quali non è consentito sottrarsi. il Governo ha il compito di operare con i mezzi di cui dispone, con il consenso del Parlamento e con il sostegno delle forze politiche , sociali e della pubblica opinione per sconfiggere la violenza. lo Stato democratico in momenti di emergenza — e quello che viviamo è tra i più rischiosi — non può indulgere a tolleranti concessioni. nessuna volontà o intenzione di esasperazioni drammatiche, ma fermissima determinazione di affermare i diritti alla libera e pacifica convivenza del popolo italiano .