Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 135 - seduta del 13-05-1977
Sul rifiuto opposto alla richiesta radicale di tenere una manifestazione a Roma il 12 e 13 maggio e sugli incidenti verificatesi
1977 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 135
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

ho chiesto di parlare par fare alcune rettifiche a quanto esposto dall' onorevole Cossiga nella sua dichiarazione. credo che il puntualizzare i meccanismi tecnici con cui si è messa in atto e portata avanti una certa operazione significhi, per chi vuol riflettere, capire il significato politico o comunque la volontà politica che sta dietro a certe decisioni, che possono apparire puramente tecniche. facciamo un attimo il punto. signor ministro, da lunedì sera costantemente, in quest' Aula, abbiamo fatto carico alla Presidenza della Camera della richiesta che lei venisse a rispondere alle interrogazioni, per discutere insieme con tutte le forze politiche , al fine di trovare una via d' uscita. abbiamo chiesto insistentemente, ella lo sa, che discutessimo insieme il perché del divieto. lei, per due giorni, è stato latitante di fronte a questo problema, nonostante le ripetute richieste. vorrei precisare altre cose che sono intercorse e che qui non sono state dette. quando ella, signor ministro, ha telefonato al gruppo per ribadire ancora una volta il divieto ed io ho cercato di parlarle per chiarire i motivi e le modalità della riunione, nel giro della successiva mezz' ora vi fu un comunicato del comitato promotore, che noi le leggemmo per telefono. in esso precisavamo che proprio prendendo atto del divieto, che impediva ogni manifestazione politica nella città di Roma, noi eravamo disponibili a privare la manifestazione di ogni carattere politico, nel senso che non vi sarebbero stati comizi e che vi sarebbe stata solo musica. le abbiamo anche ricordato, signor ministro, che domenica scorsa, in Piazza Navona , alla stessa ora, vi è stata una festa della televisione. questo è quello che noi abbiamo saputo fare a questo punto. e l' abbiamo ancora cercato ripetutamente. il mattino dopo — ella lo sa — c' è stata una presa di posizione dei sindacati. noi abbiamo detto che non ne avremmo fatta più una manifestazione politica, perché, in fondo, non ci importava, dal momento che ci interessava la festa, il ritrovarci per firmare e per celebrare la ricorrenza del referendum sul divorzio. ella le sa queste cose. perché, dunque, ancora oggi ha avvalorato qui l' ipotesi della sfida? ma qui non si è sfidato nessuno. ella le sa, queste cose, e non può continuare a dire che si è fatto il braccio di ferro . l' abbiamo cercato ieri mattina. abbiamo ritelefonato alla questura. la questura ha detto che non era competente e che dipendeva direttamente da lei. lei non è stato rintracciabile. credo che questo vada detto con chiarezza. noi avevamo tolto qualsiasi aspetto politico alla manifestazione, ed il decreto prefettizio parla di divieto di manifestazioni politiche. l' altra cosa che voglio dire ha proprio carattere tecnico; comunque credo che debba far pensare. sono stata presente per due ore, a largo Cairoli , quando la polizia ha bloccato trecento persone a Campo de' Fiori . voglio, dunque, dirle una cosa, onorevole ministro: gli unici che potevano fare la spola, passando attraverso i cordoni della polizia, e andare ripetutamente dalla folla assembrata in Campo de' Fiori alla polizia, passando di dietro, erano agenti in borghese vestiti in bluejeans, esattamente come i manifestanti, con le pistole alla cintura. da quando si sono verificati i fatti di piazza Indipendenza noi le stiamo ripetutamente chiedendo di dirci chi sono, con quali direttive operano. questo crea un' enorme confusione. sono stata lì e so qual era il problema. vi erano trecento persone asserragliate a Campo de' Fiori . ora è abituale che vi siano trecento persone a Campo de' Fiori , anche se non vi è un raduno. alle 16,30, trecento persone erano a Campo de' Fiori . non vi era nessun raduno: vi sono normalmente, trecento persone. ad un certo punto le camionette della polizia si predispongono in modo tale da togliere la possibilità a quelle persone di spostarsi da Campo de' Fiori verso corso Vittorio. questo va bene , su questo sono d' accordo. ma il problema consisteva nel fatto che quelle persone non potevano più muoversi dal momento che tutte le vie di uscita erano bloccate. le trecento persone erano chiuse in Campo de' Fiori . non sto dicendo né « poverini » né altro, sto semplicemente descrivendo quale fosse la situazione. guarda che trecento persone a Campo de' Fiori ci sono normalmente. il problema, dicevo, consisteva nel fatto che quelle persone erano chiuse lì e non avevano possibilità di muoversi. veniamo ai fatti. ad un certo momento vi è stato un brutale lancio di lacrimogeni. ma è dimostrato dalle fotografie e dalle notizie di stampa che, coperte dal fumo dei lacrimogeni, dopo un' ora e mezzo di scontri, queste persone hanno risposto con il lancio di « sampietrini » , disselciando la pavimentazione. ma tenete conto — lo dicevo poc' anzi — che vi era gente, abbigliata come i manifestanti, che faceva la spola tra la polizia e la piazza occupata. teniamo conto di queste cose. ad un certo punto, in conseguenza di una azione di questi sedicenti manifestanti-poliziotti in borghese, i rappresentanti della stampa vengono cacciati via brutalmente (è registrato), dicendo loro: « se non vi allontanate, vi spariamo addosso » . ho avuto letteralmente paura di un massacro, a quel punto. non capisco, infatti, perché si dovesse fare allontanare i giornalisti e i fotografi. sono andata a parlare con il vicequestore Improta perché mi pareva che si giocasse al massacro. vi erano trecento persone chiuse nella piazza, in una situazione insostenibile. insieme con i giornalisti sono andata a parlare con le persone asserragliate, che non aspettavano altro che la possibilità di uscire e di disperdersi, dopo tre ore che erano lì. non so dove si disperdessero. sto per finire, signor presidente . dico solo che ero letteralmente terrorizzata dal possibile massacro, e ho cercato di aprire un varco. Improta ha affermato che avrebbe lasciata aperta l' uscita di via Giulia . così la gente è defluita. questa è stata la mia opera. se tu, collega Trombadori, credi che avrei preferito il massacro a Campo de' Fiori , ti dico che io ho pensato in modo diverso. ho pensato anche, signor ministro, che lei sa bene che chiudere una sola strada di Roma, vi sia o non vi sia una manifestazione, significa provocare lo spontaneo formarsi di addensamenti di persone. lei lo ha fatto; lei ha fatto costituire una cintura intorno a Piazza Navona ed un' altra molto più forte a centro metri di distanza. la gente si addensava perché era imbottigliata tra queste due cinture, senza via di uscita. per finire, ricordo che il collega Mammì, al termine del suo intervento, ha parlato degli « autonomi » e ha ricordato che « ci è scappato il morto » . l' onorevole Mammì dà per scontato che quella morte sia opera degli « autonomi » . vorrei almeno aspettare i risultati dell' autopsia, perché non a caso dove è avvenuta quella morte (rivedrò il testo stenografico, ma così mi pare di aver capito) non era in corso alcuno scontro, alcun tafferuglio. questo il signor ministro lo sa e la stampa lo ha confermato. ieri, durante il « vertice » che è stato tenuto all' una e nel corso del quale è stato deciso questo tipo di intervento, credo si sapesse bene che bloccare una sola strada avrebbe significato la congestione e il disordine nell' intero centro storico . lei, signor ministro, non ha voluto tener conto del fatto che noi avevamo palesato l' intenzione di non dare più carattere politico alla manifestazione, ma di fare come aveva fatto la televisione una settimana prima. come si fa ad avvertire la gente? il problema era quello di lasciarla entrare. ella sa, signor ministro, quale sia stato il nostro comportamento e quali siano stati i tentativi di arrivare ad uno sbocco comune, compreso un dibattito in Parlamento, per il quale abbiamo sollecitato almeno la sua presenza. ricorderà certamente che io le chiesi come avrebbe fatto il questore ad impedire l' accesso alla piazza. volevamo sapere come ci potevamo muovere. ella ci ha risposto: « non spetta a me, spetta al questore » . io interpello il questore, e questi mi risponde: « dipende dal ministro Cossiga » . non ho altro da dire. le ricordo soltanto, ancora una volta, che vi sono interrogazioni sulle « squadre speciali » in borghese che attendono ancora una risposta. mi pare si tratti di altra importante questione da sottolineare, poiché di squadre simili ve ne sono ancora (e ve n' erano ieri) parecchie, in azione. ritengo sia il caso di andare a fondo per conoscere con quali ordini e quali direttive queste formazioni di agenti si muovono.