Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 135 - seduta del 13-05-1977
Ratifica ed esecuzione degli Atti internazionali firmati a Parigi il 23 ottobre 1954
1977 - Governo Scelba - Legislatura n. 2 - Seduta n. 245
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

debbo fare una prima precisazione, anche al collega Bozzi, che inquadra innanzitutto la nostra situazione in questa vicenda. il non violento non è un inerte; il non violento è colui che , dinanzi agli ordini e alle leggi ingiuste, oppone non una violenza eguale, ma la non violenza ; il non violento è colui che dinanzi all' ingiustizia di leggi che non riconoscevano l' obiezione di coscienza , anche se avevamo firmato convenzioni internazionali divenute leggi esecutive nel nostro paese — in teoria — dal 1959, invece di avere le « riforme » , le « riforme » personali, che hanno nel nostro paese tutti i giovani figli di generali e di borghesi per non fare il servizio militare , offriva, per disobbedire alle leggi ingiuste, in nome di una obbedienza ad un' altra legge di coscienza, un servizio nei penitenziari di 24-48 mesi e via dicendo. ed è grazie a quella disobbedienza, sulla quale si è sputato: « traditori della patria » , « vermi! » , che il Parlamento, alla fine, grazie ai processi, grazie ai processi dei radicali, dei non violenti , ha onorato se stesso ed il paese, rinnovando una legge che per altro già esisteva e che ha fatto cessare il sequestro delle coscienze degli individui, ad onta del Parlamento e del diritto. il non violento disobbedisce quando si convince, con cinque anni di anticipo sulla Corte costituzionale , della assurdità delle norme che crocifiggono le donne all' aborto clandestino di massa e di classe; quando se ne accorgono, 5, 6, 7 anni prima della Corte costituzionale — che non stabilisce l' illegalità e l' incostituzionalità delle norme del codice Rocco , ma che ne riconosce la preesistenza — fanno aborti Adele Faccio, Gianfranco Spadaccia e Emma Bonino: sono dei colleghi non rispettabili e rivoltosi, sono tutti e tre in libertà provvisoria e sono in libertà provvisoria anch' io. quando il non violento constata la violenza di una legge che fa del drogato un criminale, invece che un malato, constata che i suoi convegni di studio, la sua predicazione scientifica, il suo appello allo Stato si stanno traducendo in un morto a settimana per eroina (perché questo è il contributo che si dà all' industria della morte e della droga, finalizzando i giovani che diventano drogati in genere nelle carceri per la violenza delle ingiustizie del sistema), fa l' atto di folklore di disobbedire, per la prima volta sbagliando anche la parte della sigaretta e quindi non conoscendo il gusto di fare una fumata. ed il Senato, che era giunto dopo quattro anni di lotte diverse all' approvazione dell' articolo due, su un articolato di 98 articoli in quattro mesi vota quella legge. con le ipocrisie che denunciammo, quella legge fu votata. allora, ritengo che l' obbedienza alla suprema legge costituzionale (non a quella mistica, non c' è problema di integralismo) comporti per il non violento , se vuole reagire allo scontro delle violenze contrapposte di classe e di Stato, dell' oppresso che si libera, dell' oppresso che diventa disperato, la necessità di opporre giorno dopo giorno quel principio fondamentale che il processo di Norimberga cercò di imporre a voi tutti e che avete dimenticato: il dovere di disobbedire agli ordini ingiusti. voi siete tutti qui a ricordarci una visione dello Stato etico e non dello stato di diritto . allo Stato etico non si disobbedisce; al ministro di polizia, che commette arbitri giorno dopo giorno, che latita, che difende a priori , prima di aver esperito l' indagine, comportamenti suscettibili di essere considerati assassini, ad un ministro che non assolve, ma proscioglie prima di conoscere i fatti, ad un ministro di tal fatta si ha il dovere di disobbedire, per la dignità del cittadino e del Parlamento. il dialogo, la tolleranza, sono non violenza , passano attraverso il « no » a quello che noi riteniamo essere invece qualche cosa che offende la legalità degli altri. dinanzi a questa specie di situazione di eccezione che si era voluto imporre a Roma, ricordando che il non violento ha anche l' obbligo della non violenza psicologica, del non cercare vittorie, quando alla vigilia ci siamo accorti che questo ministro dell'Interno , o di polizia, tentennava (e ci siamo illusi che cercasse di capire, invece di guadagnar tempo per perseguire i disegni che evidentemente copre, se non sollecita); quando ci siamo accorti di questo, dicevo, abbiamo offerto in extremis un' ultima prova di responsabilità e di tolleranza, e abbiamo inviato una comunicazione al ministro direttamente, all' Ansa, a tutti, ai nostri compagni. i nostri compagni per venti anni non hanno mai dato luogo ad incidenti violenti. abbiamo marciato ogni anno per 240 ore nelle marce antimilitariste, esposti ad aggressioni, seguiti dal secondo reparto Celere. mai in dieci anni vi è stato un incidente violento provocato da noi, e i ministri della difesa e il Sid possono testimoniarlo. vi sono stati momenti difficili, a Redipuglia e altrove; e ogni volta ci siamo seduti e abbiamo accettato i colpi di manganello, fidando che la gente comprendesse che la violenza era isolata, se per un momento si dava l' impressione di subirla. nessuna violenza, infatti, è peggiore del sequestro della verità, signor ministro dell'Interno ! se vi è già qualche cosa che si può trarre dagli eventi di ieri e che mi sodisfa in questa situazione, è che io so che lei sa quale sia la verità, è che io so che lei sa quale sia la situazione di coscienza, è che io so qual è la sua. questa è una prima sodisfazione, la prima cosa importante che lei sottovaluta, signor ministro Cossiga, nella schizofrenia del pubblico e del privato, della ragion di Stato e della ragione della verità. ieri siamo stati qui, quarto d' ora dopo quarto d' ora, a dirvi che l' ordine pubblico era turbato dai mezzi adottati; ed ora sono qui anche per dirvi che oggi io non sono fiero del comportamento dei nostri compagni non violenti , contro cui nessuno ieri e nessuno oggi ha osato (per quel che riguarda gli specifici fatti di ieri) affacciare anche l' ombra di un dubbio. ma sono fiero che gli altri, quelli che chiamate « i facinorosi » (e non parlo certo di « Lotta Continua » , quelli di via dei Volsci , se c' erano, ieri sera fino alle 20, alle 21 alle 22, siano stati capaci, per calcolo, di comportarsi come cittadini esemplari dinanzi ad un' aggressione. onorevole Piccoli, che mi stai ascoltando, fammi la grazia di continuare ad ascoltare, perché non nego ciò che accade. ma la colonna delle falsità del ministro Cossiga (non posso terminare, poiché debbo far riferimento alle diverse verità; i colleghi sanno che avrei voluto un dibattito differente da quello che stiamo attuando!) comincia con una menzogna sugli episodi delle ore 15, una menzogna veramente indegna di un povero appuntato spaventato di quel che il maresciallo farà. menzogna ancor men lecita al ministro dell'Interno ed anche ad un ministro di polizia! le aggressioni a piazza San Pantaleo , alle ore 15,30 ed alle ore 16? mentitori! i fotografi venivano aggrediti perché fotografavano ragazzi che non c' erano, che arrivavano, che non sapevano cosa stesse accadendo. non un grido, non una manifestazione, non un' assemblea! alle 15,10, qualcuno dice: ma questi stanno per sparare! chi? questi! quali? e li abbiamo fotografati, onorevole ministro dell'Interno . da due mesi lei non risponde alla interrogazione sui fatti di piazza Indipendenza , documentati dal giornale La Repubblica ; sui fatti accaduti quando, dai due lati della piazza, alcuni ceffi che dovevano avere la faccia di quelli di via dei Volsci o dei radicali, sparavano contro dei loro colleghi! collega Bozzi, ti interessa o no questo? è lo Stato etico o lo stato di diritto quello dei liberali? ieri, ne ho contati uno dopo l' altro di ceffi, erano ventuno, ed in mezzo alla polizia! i ceffi di cui sto parlando avevano la pistola e, non appena i candelotti esplodevano, sparavano dentro il fumo! no! non viene dopo, viene prima! vedremo adesso chi si candida per insegnare a Cossiga ad essere più duro! no, non te, Bozzi! non è Bozzi, è il collega Trombadori, semmai, che sa tutto! chiarito che nessun questore di Roma ha mai adottato la tattica adottata ieri, vorrei ricordare che il problema di sempre, da venticinque anni a questa parte, è stato nella nostra città di « chiudere » i manifestanti, di portarli a forza dentro Piazza Navona , per circoscriverli, per bloccarli. si è creato il turbamento espellendo da Piazza Navona migliaia di persone, di abitanti delle zone, di gente che sostava, sbattendoli a corso Vittorio Emanuele, insieme a centinaia di pullmans di turisti! si è così creato il caos, all' interno del quale si sparavano candelotti a quanti, in 10 o 15, si avvicinassero. siamo andati in giro ed abbiamo cercato di far defluire le persone. ma non potevano uscire! non sapevano dove andare. ed abbiamo, nello stesso tempo, ogni quarto d' ora, chiesto che il ministro dell'Interno venisse a spiegarci che strani criteri di ordine pubblico — poliziesco! — si stessero attuando. ieri, giustamente, abbiamo detto che tale provocazione, questo comportamento della polizia era volto a creare una situazione di potenziale strage! è soltanto alle 19, colleghi, che 200 persone, chiuse in piazza Campo de' Fiori , bombardate da tutte le parti da lacrimogeni che rendevano l' aria tossica fino al punto di divenire realmente irrespirabile, hanno cominciato a divellere delle pietre, per cercare di aprirsi un varco. a questo punto — come vi racconterà lei stessa — è arrivata la collega Emma Bonino. ed allora, grazie alla presenza dei giornalisti — attenti, grazie alla presenza di questi! — , la questura ha dovuto consentire ai giornalisti ed alla stessa collega Bonino di guidare il deflusso oltre il Tevere di queste 200 persone. se non vi fossero stati i giornalisti e la collega, sarebbe stato il massacro (che comunque si è tentato). comunque, non possiamo allegare ancora il « libro bianco » che stiamo predisponendo. collega Piccoli, augurati che non si ricorra più, così spesso, a dei « libri bianchi » , perché, se l' avessimo fatto nella tua città, piccola come un fazzoletto, avresti saputo dalla magistratura (non tre anni, o quattro anni dopo) che proprio nella tua città si tentavano stragi da accollare a « Lotta Continua » . il vicequestore, la procura della Repubblica , colonnelli del Sid e della finanza (è piccola la tua città e non lo avevi visto!) anche allora accollavano tentate stragi a « Lotta Continua » e al suo « direttore » Pannella. tu ci hai creduto per cinque anni, ed era a Trento! non avevamo quindi, signor presidente , la presunzione di rispondere. noi affermiamo qui che è nostro compito, dinanzi al paese e alla stampa se vorrà consentircelo, dimostrare che il ministro di polizia ha qui oggi oltraggiato e la verità e il Parlamento, e ci auguriamo che in questo compito saremo aiutati da coloro che respingeranno al mittente la tentata velina che il ministro di polizia ha fatto già passare ieri al Tg1 e che, evidentemente, ha cercato di proporvi, colleghi della stampa, con la somma di menzogne ignobili che ci ha fornito quest' oggi.