Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 128 - seduta del 03-05-1977
Bilancio ministero affari esteri
1977 - Governo Scelba - Legislatura n. 2 - Seduta n. 209
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , la comunicazione del ministro Cossiga, con la quale il Governo prosegue la sua latitanza su temi che — come anche ella ci ha ricordato — sono estremamente delicati, aggrava ulteriormente la situazione del paese. da quando è stata votata una mozione sull' ordine pubblico (che noi non approvammo, poiché ci sembrava inadeguata) ci siamo trovati di fronte ad una escalation incredibile del disordine pubblico costituito. non passa giorno che non ci si debba riunire per commemorare qualche assassinato o per parlare di qualche evasione (problema che il gruppo radicale si era fatto carico di sottolineare in modo particolare): proprio ieri ve ne è stata una clamorosa, semmai vi possa essere ancora qualche cosa di clamoroso in tutto questo sfacelo. ebbene, tutto questo dimostra che il Parlamento non può assolutamente delegare all' Esecutivo lo studio e l' analisi dei problemi che abbiamo davanti. a più riprese la conferenza dei capigruppo aveva raggiunto un accordo con il Governo (mi pare cinque volte, in cinque date diverse) affinché il Governo stesso facesse alcune comunicazioni in merito. con vari motivi e con pretesti sempre nuovi, ci troviamo questa mattina ad avere un mancato dibattito. nella lettera del ministro Cossiga vi sono due cose che ci preoccupano: da una parte questa riaffermazione ufficiale del metodo secondo il quale si deve dare comunicazione preventiva ai gruppi di qualche cosa che deve essere poi proposta alla Camera. già nella giornata di venerdì o di sabato scorsi, il Governo aveva avvertito l' opportunità di preannunciare anche ai gruppi non di maggioranza le sue intenzioni; oggi ci viene a sottolineare (sia pure rispetto a tutti e non solamente ad alcuni) il suo intendimento di dare ai gruppi una preventiva comunicazione. non mi pare che questo sia sufficiente, tanto più che la lettera del ministro dell'Interno ci sembra, per un altro verso, pericolosamente elusiva. egli ha deciso di ritardare, il dibattito: ma fino a quando? da tale lettera, poi, sembrerebbe quasi che il Governo abbia già in mente le misure da adottate; il problema è soltanto quello di comunicarle ai gruppi. sappiamo invece che il Governo, in questi giorni, sta prendendo lodevoli iniziative; sta finalmente accorgendosi della straordinaria gravità della situazione, sicché oggi, a quanto sembra, ci sarà un vertice del tutto nuovo, mai tenutosi in questi trent' anni di vita delle nostre istituzioni, che vedrà riuniti non solo i ministri e i sottosegretari ma anche i maggiori responsabili, a livello operativo, delle nostre forze dell'ordine . una cosa quindi dobbiamo dire con chiarezza e con calma: che da domani noi riproporremo gli strumenti necessari affinché la Camera si pronunci non solo su questo ipotetico scadenzario del Governo, ma anche su alcune mozioni. se, infatti, il Governo non ci comunicherà quando si potrà discutere sull' ordine pubblico , non c' è altra via che quella di ricorrere al regolamento che ci consente di presentare, oggi stesso o domani, una mozione sulla quale il Governo dovrà pronunciarsi. non intendo far perdere tempo ai colleghi, tuttavia debbo dire che noi riteniamo pericolosissimo che molti gruppi, alcuni gruppi, di questo Parlamento — e mi rivolgo in particolare ai compagni socialisti, perché ciò deve restare agli atti, a memoria futura dai nostri dibattiti — non vogliano, essi per primi e più del Governo, che il Parlamento affronti questo dibattito prima di questi famosi incontri bi-tri-quadrilaterali — che devono cominciare ma non sappiamo se comincino — sì da sfornare ancora una volta una soluzione belle fatta. se così fosse, potremmo anche accettarla; l' esperienza ci dice invece che nulla possiamo aspettarci di positivo da dibattiti che sono già in teoria ufficialmente previsti come dibattiti di mera legislazione, nei quali, tutt' al più , qualche gruppo di opposizione potrà dolersi di un accordo già raggiunto in sede extraparlamentare. l' innovazione proposta dal ministro dell'Interno — il quale, appunto, desidera prima informare i gruppi e poi, dopo aver acquisito la loro opinione, affrontare il dibattito in Aula — è in fondo meno grave di quest' altra tesi, pur non enunciata ufficialmente, secondo la quale il tema dell' ordine pubblico , tanto delicato, deve essere affrontato in questi incontri bilaterali e poi sottoposto all' esame di questi parlamentari « irresponsabili » che finalmente si troveranno ad avere un' indicazione positiva, elaborata, un dato di riflessione, qualcosa di responsabile su cui pronunciarsi. questo è un modo veramente patologico — e lo denunciamo — di interpretare i nostri lavori: il Governo ha dovuto dimostrare — ed ha dimostrato — di aver agito solo per la sollecitazione dei gruppi di opposizione. se così non fosse stato, se da settimane non avessimo incalzato il Parlamento ed il Governo affinché si adottasse una qualche decisione, se non avessimo invitato il ministro della Giustizia , così come abbiamo fatto con il ministro dell'Interno , a considerare la possibilità di dimettersi (perché non si può andare avanti in una situazione che, se non fosse drammatica e tragica, sarebbe ridicola), non avremmo nemmeno avuto la riunione di oggi pomeriggio. i sei evasi di questa mattina sono, molto probabilmente, altrettanti morti ammazzati, sono dei braccati. dalle nostre carceri si evade su ordinazione, su disegno. si provi ad evadere normalmente da San Vittore ! e dov' è adesso il generale Alberto Dalla Chiesa ? ci si comunicò due mesi fa che adesso avevamo, oltre ad altre cose, anche l' ordine esterno affidato ad un prestigioso (per molti) generale per la tutela esterna. cosa succede delle indicazioni, sicuramente marginali, che vengono dalle mozioni? che cosa avviene dei comunicati del presidente del Consiglio , che furono pure oggetto qui di emozione e di turbamento, per quel che riguarda gli agenti di custodia? dobbiamo dire con lealtà che non ci sembra che il Governo sia l' unico responsabile, se non nella misura in cui ci sembra troppo sensibile a sollecitazioni partitiche, e non di gruppi parlamentari , che evidentemente vogliono che questo Governo non governi, per poter più celermente arrivare a governi che governino. in tale situazione non abbiamo la possibilità di rivolgerci al Governo. in sede politica chiediamo che al massimo entro martedì prossimo il Governo venga qui a rispondere e a comunicarci quello che oggi intendeva comunicare. nel frattempo vedremo come aiutare questa prova di responsabilità.