Francesco COSSIGA - Ministro dell'Interno Maggioranza
VII Legislatura - Assemblea n. 122 - seduta del 21-04-1977
Sui gravi incidenti all'università di Roma
1977 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 122
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , desidero innanzitutto ringraziare, lei, signor presidente , per le parole di cordoglio e di solidarietà che a nome di questa Camera e suo personale ha voluto rivolgere alle forze dell'ordine in un momento per esse così tragico, nel quale nell' adempimento del loro dovere sentono ancora nella loro carne e nel loro sangue il morso di una violenza folle. un altro atto criminale, feroce e vigliacco, ha funestato oggi la città di Roma, ha offeso la coscienza morale e civile della nostra comunità, ha turbato la vita dell' ateneo romano ed ha seminato lutto e dolore nelle forze di polizia e nelle loro famiglie. in seguito a richiesta del rettore e del senato accademico dell' università degli studi di Roma, oggi, alle 14,30, forze di polizia e carabinieri procedevano allo sgombero delle facoltà di lettere, matematica e fisica occupate nella mattinata da un migliaio di studenti, cosiddetti autonomi. l' operazione di sgombero, anche per la prudenza e la fermezza di chi dirigeva il servizio d' ordine avveniva senza incidenti. gli studenti si allontanavano rapidamente dalle facoltà, lasciando quindi anche la città universitaria. alle ore 15,30 una bomba a mano veniva lanciata contro il reparto Celere fermo nei pressi del cancello dell' università, sito in via De Lollis . l' ordigno esplodeva senza provocare feriti. alle ore 15,45 la giornalista inglese Patrizia Berni, corrispondente della Cbs, veniva raggiunta da colpo di arma da fuoco mentre seguiva gli incidenti all' inizio della stessa via De Lollis . trasportata al policlinico è stata dichiarata guaribile in 60 giorni per frattura della tibia della gamba sinistra e ritenzione di proiettile. verso le ore 15,50, poiché la detta via De Lollis era stata sbarrata con alcuni automezzi dell' ATAC usati come barricata dai dimostranti che seguitavano ad esplodere colpi di arma da fuoco contro le forze di polizia queste ultime effettuavano un energico intervento liberando la strada e rimuovendo la barricata. anche nel corso di questo intervento venivano esplosi colpi di arma da fuoco contro la polizia e i carabinieri e venivano lanciati ordigni esplosivi. alle ore 16,20 circa, nel corso di un intervento nei confronti degli aggressori di un reparto di Pubblica Sicurezza attestato nei pressi di via dei Marrucini, gli assalitori fuggivano sperando nuovamente contro le guardie di Pubblica Sicurezza che li stavano inseguendo. in questa circostanza veniva mortalmente ferito l' allievo sottufficiale Settimio Passamonti, nato il 2 luglio 1953 a Roseto degli Abruzzi , in forza presso la scuola di Nettuno, colpito da due colpi di arma da fuoco alla testa ed al torace; e veniva altresì gravemente ferito l' allievo sottufficiale di Pubblica Sicurezza Antonio Merenda, colpito da colpi d' arma da fuoco alla bocca ed al collo ricoverato presso il policlinico Umberto I e sottoposto ad intervento operatorio tuttora in atto. altri agenti delle forze dell'ordine riportavano ferite di minore entità. in questo momento alcune centinaia di studenti « autonomi » hanno occupato la facoltà di architettura di Valle Giulia e le forze dell'ordine presidiano la zona per evitare ulteriori incidenti. è difficile trovare parole per esprimere l' angoscia ed il dolore per questo sangue ancora versato da fredde mani omicide. non vi sono e non vi possono e forse non vi debbono essere parole idonee a condannare questo efferato atto di criminalità politica. il Governo ed il Parlamento debbono interrogarsi su ciò che deve essere fatto subito ed in modo idoneo e nuovo per fermare il moto crescente di violenza manifestatosi e rinnovatosi a Roma, Bologna ed in tutto il paese. non si può più esporre la vita di uomini che rappresentano lo Stato repubblicano e la legalità democratica, che difendono i valori che le nostre istituzioni esprimono, che questo Parlamento rappresenta. non si può esporre la vita di questi uomini al gioco folle del ribellismo dentro e fuori l' università. non si può più, non si deve più, non si esporrà più questa vita senza la decisione fermissima di adoperare tutti i mezzi previsti, preventivi e repressivi, che la situazione dolorosamente richiede. questo richiede il rispetto dello Stato, della legge, il rispetto dovuto anzitutto ai servitori del paese. Roma, Bologna, il paese tutto non possono diventare la palestra di guerriglia o solo di criminale incoscienza. permettere questo significa — porre a repentaglio, compromettere la credibilità dell' ordinamento democratico e della sovranità della legge, aprire spazi allo sgomento e, con lo sgomento: al ripudio del costume democratico di vita politica e civile da parte dei cittadini di questo Stato. non è tempo di buoni e per altro onesti propositi, ma di decisioni serene e nello stesso tempo fermissime. non è tempo di recriminazioni e disquisizioni, è tempo di deliberazioni ponderate ma rapide e adeguate. dobbiamo renderci ormai, contro la nostra stessa speranza, tragicamente conto che siamo di fronte ad un salto qualitativo della violenza; che non ci troviamo più di fronte a turbamenti, anche violenti, dell' ordine pubblico , ma ad un criminoso assalto armato allo Stato ed alla società, e ci dobbiamo interrogare sui modi e sui mezzi per difenderci da questo assalto armato. il Governo valuterà con rigore la situazione dell' ateneo romano e di quello bolognese. c' è da chiederci con angoscia se vi sia più molto spazio per la vita universitaria, quando essa deve essere affrontata con i cingolati, con i giubbotti antiproiettile e con i mezzi blindati. c' è da chiedersi quale spazio vi sia per la vita universitaria quando manifestazioni promananti da quelli che dovrebbero essere centri di cultura e di studio degenerano non solo in risse furibonde, ma in assalti con armi da fuoco e con bombe a mano. ma il problema dell' ordine e della sicurezza pubblica va al di là di questi episodi, va anche al di là degli episodi di Roma e di Bologna. altre volte ho rivolto appelli alle forze politiche , alle forze sociali , allo stesso mondo in cui tanti fenomeni e tanti fermenti si agitano. questo appello rinnovo in un momento per me di estremo dolore; un appello alla ragione, alla fermezza e al razionale coraggio. ma questo appello dobbiamo rivolgere a noi stessi, dobbiamo rivolgerci nel Governo, dobbiamo rivolgere alle forze politiche che siedono in questo Parlamento. ce lo rivolgiamo noi stessi responsabilmente. ma questo appello ci rivolge il paese; questo appello ci rivolgono i cittadini, che vogliono vivere la pace e la serenità che uno Stato democratico può e deve saper offrire. questo appello ci rivolgono quei cittadini della Pubblica Sicurezza , dell' Arma dei carabinieri , della Guardia di Finanza , degli agenti di custodia, cui noi Parlamento, le leggi da noi fatte hanno affidato il compito di difendere lo Stato e la comunità. ed essi hanno il diritto di essere difesi da noi Parlamento e dalle nostre leggi. per il Governo, per me che sento tragicamente la responsabilità non solo politico-amministrativa, ma morale ed umana che mi è conferita, vi è la strada di una azione certo serena e seria, ma in cui la prudenza e il rispetto della legalità non possano essere scambiati per incertezza o impotenza. ma vi è la via di una fermezza a tutti i costi oggi, perché non siano ancora più alti i costi di domani. per il Parlamento è la via, anzitutto, certo, della solidarietà morale e della solidarietà politica, ma anche della solidarietà legislativa con le forze dell'ordine , perché siano garantite non solo passivamente, ma anche attivamente, perché siano messe in grado, nella legalità costituzionale, certo, ma — richiamiamolo alla nostra coscienza per la legalità costituzionale di operare per la difesa dello Stato e della società. né il Governo né il Parlamento verranno meno al loro compito. per quanto mi riguarda, per quanto riguarda le forze dell'ordine , quanto occorre fare per spezzare la violenza e soffocare la sovversione con il consenso del Parlamento, senza lasciarsi turbare né trascinare dall' emozione ma neanche intimidire dalle minacce o dalla violenza, sarà fatto senza lasciarsi paralizzare dal timore della responsabilità, che in queste ore ognuno, nell' ambito delle sue competenze, si deve assumere per i doveri che si hanno verso il Parlamento, ma anche per i doveri che si hanno verso gli uomini che operano a difesa della legge. non venendo meno né il Governo né il Parlamento ai loro compiti riusciremo a vincere la violenza e l' eversione. abbiamo con noi il consenso del paese ad operare con decisione, abbiamo la forza democratica per far prevalere la ragione e il diritto; sta a noi valerci di questa forza democratica per difendere la Costituzione, l' ordine democratico, la pace civile e la convivenza, democratica nella nostra società.