Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VI Legislatura - Assemblea n. 477 - seduta del 29-04-1976
1976 - Governo V Moro - Legislatura n. 6 - Seduta n. 477
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole presidente del Consiglio , dopo aver parlato e sentito parlare di un uomo assassinato, ma spiritualmente e politicamente vivo, è francamente spiacevole e forse, disdicevole riprendere a parlare di un Governo formalmente vivo e politicamente defunto; anzi, politicamente neppur nato, o nato — se di nascita si trattò — attraverso una operazione di palesato aborto. credo per altro, signor presidente , che non sia fuori del tema e della doverosa correttezza se mi permetterò di aggiungere qualche postilla sa quanto è stato detto poc' anzi in relazione all' assassinio di Milano, perché il dibattito in corso si riferisce anche al problema dell' ordine pubblico , che si è deciso di denominare — nessuna difficoltà da parte nostra — ordine democratico (purché all' espressione si dia un senso che rappresenti la sicurezza e la tutela di tutti gli italiani, nessuno escluso). credo — dicevo — che non sia disdicevole che io mi occupi preliminarmente, salvo a tornarvi, del problema dell' ordine pubblico , anche per qualche cosa che abbiamo imparato attraverso il recente dibattito sull' assassinio di Milano. un solo gruppo politico , nel quadro del dibattito stesso, si è espresso in guisa tale da determinare reazioni — che potranno essere date appassionate ma sono state, senza dubbio, ragionevoli e giuste — da parte del nostro gruppo. il gruppo del partito socialista ha ritenuto di affidare l' incarico di parlare di così delicata materia ad un collega che, senza ingiuria e attribuendo alla parola pesante che sto per pronunziare il suo significato politico, è conosciuto da tutti noi come un provocatore. c' è, da domandarsi perché il partito socialista , che nel corso di, questo dibattito ha tenuto, attraverso la parola del suo massimo esponente, un atteggiamento che, sempre senza ingiuria, può essere definito moderato, abbia ritenuto poi di far intervenire un provocatore per parlare di un argomento che avrebbe dovuto ispirare a tutti — ed infatti a tutti ha ispirato — massima discrezione, garbo e senso di responsabilità . ebbene, onorevoli colleghi , la spiegazione la trovo in un recente documento ufficiale del partito socialista italiano, ed esattamente in una relazione tenuta dal suo segretario, onorevole De Martino , in occasione del quarantesimo congresso del Psi, e pubblicata sull' Avanti! del 4 marzo 1976. in quella relazione l' onorevole De Martino si occupò anche dei rapporti tra il suo partito e i gruppuscoli extraparlamentari, pronunziandosi in guisa tale — lo udirete tra un momento — da stabilire un rapporto di quasi ufficialità, comunque di collegamento permanente, tra il partito socialista italiano ed i gruppuscoli stessi. vi leggo il testo: « nei confronti dei gruppi della estrema sinistra , quella che si suol chiamare extraparlamentare, non abbiamo preclusioni pregiudiziali e, pur non condividendo le loro tesi né i metodi di azione, tuttavia non abbiamo mai pronunciato condanne » . mi chiedo perché un personaggio politico di primo piano , un galantuomo — credo — , al quale non possiamo rimproverare né ferocia né delitti, abbia ritenuto di pronunciarsi in questa guisa — « non abbiamo mai pronunciato condanne » — nei confronti, in genere, dei gruppuscoli che vengono definiti extraparlamentari (quasi ad ingraziarseli). se l' onorevole De Martino voleva, nella « selva selvaggia » degli extraparlamentari. indicare qualche gruppo da lui ritenuto politicamente, intellettualmente e culturalmente qualificato o qualificabile, poteva farlo. ma quando, in una relazione congressuale. il segretario del partito socialista dichiara: « non abbiamo mai pronunciato condanne nei confronti dei gruppi extraparlamentari di sinistra , pur non condividendo i loro metodi di azione » , allora ci spieghiamo molte cose. ci spieghiamo l' intervento odierno del provocatore Achilli, ma ci spieghiamo anche qualche cosa di più. ci spieghiamo, ad esempio, perché l' anarchico Marini, assassino (secondo l' avvocato della difesa, egli ha assassinato in una rissa; secondo le sentenze della magistratura in prima, seconda e terza istanza, ha assassinato volontariamente, aggredendo; ma, anche ad accogliere la tesi della difesa, che la magistratura in tre istanze non ha accolto, sempre di un assassino si tratta), perché l' anarchico Marini — dicevo — sia stato difeso. « non abbiamo mai pronunciato condanne » , afferma l' onorevole De Martino ; ecco come ci spieghiamo la difesa nei confronti dell' anarchico Marini, assassino di un nostro ragazzo diciannovenne, Carlo Falvella, di Salerno. ci spieghiamo perché qualche parlamentare, nostro collega, sia andato in carcere a battere cordialmente una mano sulla spalla di un Tizio che è in carcere perché accusato di aver assassinato il ragazzo greco Mantakas, dicendogli: « sta' tranquillo » . si tratta dell' onorevole Giacomo Mancini. è un fatto che noi abbiamo denunziato sulla stampa e che non è stato smentito, ma anzi è stato confermato. così si spiega come mai l' assassino, o il presunto assassino (vi è stata in prima istanza una sentenza di assoluzione per insufficienza di prove, e voglio perciò esprimermi correttamente), l' indiziato, il processato per il più orrendo crimine di questi ultimi anni, che ha procurato la morte dei fratelli Mattei — ossia il Lollo sia stato glorificato dalla stampa socialista e dagli ambienti politici socialisti, difeso oltre i limiti delle pur legittime difese che si svolgono nei tribunali da parte degli avvocati di ciò incaricati. perché dico queste cose gravi? perché, signor presidente del Consiglio , il discorso sull' ordine pubblico , sull' ordine democratico e sulla violenza, io, segretario del MSI-Destra Nazionale , debbo farlo, con pienezza. di responsabilità, cominciando proprio dalle responsabilità per poi passare agli impegni. cominciando dalle responsabilità, rilevo che l' onorevole Servello ha denunciato oggi che a Milano, un anno fa, è stato pubblicato un libello — stampato in una tipografia e riconoscibilissima — da parte di un gruppo politico che, tra l' altro, si accinge a partecipare alle elezioni, nel quale, si indicavano coloro che avrebbero dovuto « pagare » « pagherete tutti » e qualcuno ha pagato, come l' avvocato Pedenovi, l' ultimo della serie). ebbene, quando poco fa l' onorevole Servello ha denunciato i mandanti, che nessuna magistratura e nessun ufficio del ministero dell'Interno si è sognato di perseguire nel frattempo, agli non poteva non riferirsi ad una precedente denunzia fatta dal nostro partito, e personalmente da me, quando ho portato in quest' Aula, onorevole presidente del Consiglio , una lussuosa pubblicazione edita dalle « Brigate Rosse » , in cui queste ultime, con tanto di direttore responsabile, di registrazione presso il tribunale di recapito (Corso di Porta Ticinese , Milano), di telefono e di libretto d' abbonamenti, raccontavano i loro reati, fino a quell' epoca: per esempio, il sequestro di un sindacalista della CISNAL alla FIAT di Mirafiori (nessuna « triplice » si sognava allora di stabilire la guardia operaia perché non si verificassero tali episodi: l' aggredito era della CISNAL!); raccontavano di aver fatto smaltare in una notte undici automobili di altrettanti dirigenti della CISNAL, e nessuno intervenne, né il proprietario, né gli altri operai, né gli altri sindacalisti della « triplice » e di altre organizzazioni sindacali ; la mia denuncia rimase vana, mentre sarebbe stato molto facile individuare i responsabili. poco tempo fa, in una piazza di Roma, ho denunziato il « collettivo di via dei Volsci » , in Roma, colpevole, a mio avviso, dell' assassinio di un ragazzo di 17 anni, Mario Zicchieri, qui a Roma, e del ferimento grave di un altro ragazzo di 16 anni. penso che l' onorevole presidente del Consiglio si rende conto che quando una persona come me denunzia in piazza questi fatti, facendo nomi e cognomi (l' ho fatto e lo rifaccio: Pifano, capo del « collettivo di via dei Volsci » , quando denuncia personaggi di questo genere, delinquenti di questo genere, egli si assume responsabilità e forse, corre anche qualche piccolo margine di rischio (che io debbo correre, perché mi vergognerei altrimenti di dirigere un partito come il mio nel quale giovani ed anziani ogni giorno sono esposti al ludibrio, alla minaccia, e purtroppo molte volte al ferimento e all' assassinio). che ne è stato delle altre denunce? e si è trattato forse (e si tratta) di denunce imprecise o non responsabili? le sottoscrivo, di fronte al Parlamento, onorevole presidente del Consiglio , prenda nota: i mandanti, gli organizzatori degli atti teppistici di violenza siano noti al Governo. non possono non essere noti, perché ostentano la loro identità, la loro provenienza, la loro organizzazione. hanno sedi. alla periferia di Roma c' è un pulviscolo di sedi di extraparlamentari di sinistra . sono tutti teppisti? non lo dico, non lo sostengo. dico che, se si perquisissero quelle sedi, si troverebbero molte armi e molti delinquenti comuni. dico che non è giusto che la vita dei cittadini — non parlo di noi soltanto, parlo di voi, di tutti, dei nostri familiari, dei vostri familiari, dai comunisti fino a noi — sia esposta come lo è, soprattutto alla periferia delle grandi città. si parla di Milano; perché, a Roma non vi sono stati fatti delittuosi gravissimi? e a Napoli? e a Palermo? ovunque. voi conoscete codesta gente, ne conoscete gli indirizzi e i recapiti, hanno le loro pubblicazioni. io ogni mattina compio il mio dovere e leggo la stampa avversaria (chiamiamola così), compresi i quotidiani dell' ultrasinistra. chi paga? come segretario di partito debbo mandare avanti anche il quotidiano del nostro partito. so, come molti tra voi, che cosa costa mandare avanti un quotidiano, soprattutto se di partito. l' ultrasinistra ha tre quotidiani. li manda avanti con le sottoscrizioni, di mille lire l' una? li finanziano i ragazzi che dormono nei sacchi a pelo? la gioventù che — onorevole Moro, ella ce lo ha detto in altra occasione — guarda avanti? sono loro che raccolgono i milioni, le decine di milioni, le centinaia di milioni, i miliardi che occorrono per mandare avanti i tre quotidiani? credo che ella, onorevole presidente del Consiglio , abbia un ufficio stampa e credo che lo abbia anche il ministro dell'Interno : fate leggere quei giornali. ogni giorno c' è su quei giornali, a grossi caratteri, l' incitamento a delinquere, non soltanto nei nostri confronti. noi abbiamo l' onore dei grossi titoli molto spesso, ma siamo in ottima compagnia. sono superati i tempi in cui, nei grossi titoli di quei giornali, figurava soltanto il « boia Almirante » insieme, magari, al « boia Fanfani » . ci siete tutti, escluso qualche settore politico che è bene individuare; che non viene attaccato, che non viene aggredito, che non viene vilipeso, che non viene minacciato. per il resto, ci siete tutti. leggete quei giornali, perché codesti signori hanno il gusto della impunità a tal punto che preannunciano le loro manifestazioni o contromanifestazioni, le loro mobilitazioni, i loro comizi puntualmente non autorizzati e che puntualmente hanno luogo, i loro cortei puntualmente non organizzati e che puntualmente hanno luogo in ogni parte d' Italia e soprattutto, ripeto, nelle grandi città (si è parlato di Milano, io parlo di Roma). non passa giorno che gli extraparlamentari di sinistra non violino tutte le leggi. qualcuno vuol abrogare la cosiddetta legge Reale sull' ordine pubblico ; ma perché? volete prenderci in giro? viene forse rispettata e fatta rispettare quella legge? sulla base di tale legge, mezza Roma dovrebbe essere in prigione! questa gente gira armata, con bastoni, mazze, « bottiglie molotov » , ostenta tale suo equipaggiamento sotto gli occhi delle forze dell'ordine , che guardano impotenti perché hanno l' ordine di limitarsi a guardare e non muoversi fino a quando non sia avvenuto un incidente, e qualche volta hanno addirittura l' ordine di tutelare questi individui. posso citare l' esperienza che mi riguarda: è veramente piacevole per me: deputato eletto a Roma alcune volte, con qualche preferenza, vedere la polizia — che difendo, come è mio dovere, nei comizi, nei discorsi, nelle proposte di legge , in tutta l' opera e l' attività del nostro partito — scortare degli individui armati che recano dei cartelli nei quali si dice che io debbo essere appeso per i piedi e fatto fuori! è uno spettacolo che mi invita a credere nella democrazia, e soprattutto a credere nella buona fede del Governo, del presidente del Consiglio , del ministro dell'Interno quando affermano di voler difendere l' ordine democratico nei confronti di ogni sovversione! allora, onorevole presidente del Consiglio , vorrei dirle: se questa è la vostra intenzione, muovetevi in questo senso, e credo avrete la solidarietà di tutti i partiti politici responsabili, credo potrete facilmente scoprire quali sono i partiti, i gruppi politici o le correnti di taluni partiti politici che non fanno proprio questo senso di responsabilità . si potrà allora, e non sarà molto difficile, vincere la battaglia contro il teppismo, contro la delinquenza politica organizzata nel nostro paese. non abbiamo bisogno di dire — onorevole presidente del Consiglio — che siamo disponibili, perché ci siamo già dimostrati disponibili ultra petita . all' inizio di questa legislatura, che sta finendo, ci siamo onorati di presentare due proposte di legge , la prima delle quali concerne un' inchiesta parlamentare sulla violenza (sarebbe stato molto utile se una Commissione composta da parlamentari di tutti i gruppi avesse percorso le periferie di Roma, Milano, Napoli, individuando — e sarebbe stato facilissimo — le sedi ed i covi dei violenti e dei teppisti), mentre la seconda, ancor più importante, tendeva alla messa al bando di tutte le organizzazioni extraparlamentari aventi fini inconciliabili con le norme che la Costituzione della Repubblica italiana detta in tema di libertà. e grave colpa di questo Parlamento, grave colpa di tutti i gruppi politici , nessuno escluso, non aver voluto prendere neppure in considerazione, anche soltanto per modificarle, integrarle o respingerle, queste nostre proposte di legge . credo che costituisca per noi, se non un merito — perché fare il proprio dovere non dovrebbe essere un merito — un attestato di dovere compiuto, alla fine di questa legislatura, l' aver noi soli presentato, sostenuto, tentato di far passare proposte di legge che, se fossero state tempestivamente approvate, avrebbero potuto risolvere, o contribuire a risolvere in larga misura, questo problema che ormai ci ossessiona: ci angoscia, ci costringe a dibattiti dolorosi come quello che si è svolto questo pomeriggio. ciò detto, signor presidente del Consiglio — e chiudo, subito dopo, questa necessaria, costretta, dolorosa e sofferta premessa — una cosa mi permetta di aggiungere: bisogna chiarire — ed oggi lo posso fare, perché il chiarimento è partito da un' altra forza politica , ed io lo posso riprendere le idee in ordine alle valutazioni politiche e di opinione sul tema della violenza e dell' ordine. oggi lo posso fare più facilmente, più serenamente, perché non ho che da citare, da riprendere quanto ha detto l' onorevole Bucalossi. non credo che l' onorevole Bucalossi sia seriamente tacciabile di fascismo, o di ex fascismo, o di neofascismo; e credo che l' onorevole Bucalossi abbia parlato in guisa tale da consentire ad un avversario politico, credo, leale e corretto, come mi onoro di essere nei suoi confronti e nei confronti di tutti gli altri, di citarlo senza minimamente comprometterlo. l' onorevole Bucalossi che cosa vi ha detto, signori del Governo? vi ha detto che è ora di finirla con questo tiro al bersaglio sul fascista, di finirla di denominare fascista (dando a questa parola un determinato significato di comodo) chiunque faccia ombra ai disegni prima del centrosinistra, poi del centrosinistra con equilibri più avanzati, poi del compromesso storico , poi del frontismo di sinistra, per giungere infine agli extraparlamentari (che si accingono a tentare di diventare parlamentari, perché presenteranno nella imminente campagna elettorale — almeno così si dice — ben quattro liste a carattere nazionale). l' onorevole Bucalossi ha detto: « chiariamo » ; e noi diciamo: « chiariamo » . signor ministro dell'Interno , vuole insistere nel dire, come ha fatto in una sua infelice (stavo per dire « disgraziata » intervista alla La Stampa di Torino, che la violenza è sempre fascista? ebbene, lo dica pure; potrebbe dire: « la violenza è sempre giraffa, è sempre cavallo, è sempre elefante » ; se vogliamo usare un lessico che sia chiaro, che ci serva a capire, usiamolo pure. io do un suggerimento al ministro dell'Interno , al presidente del Consiglio e, se mi si consente, a tutti i partiti e gruppi, nessuno escluso: chiamiamo la violenza violenza. chiamiamo il delinquente delinquente, non attribuiamo preventivamente alcuna particolare coloritura politica alla violenza. non ho alcuna ragione per pretendere che la violenza sia sempre rossa, non importa affatto di stabilire che la violenza sia sempre rossa, o comunista, o socialista: mi importa isolarla, colpirla, mi importa che il popolo italiano possa ritrovare la sua pace, mi importa che non vi siano più vittime innocenti, né giovani, né anziani, né della mia parte, né di altra parte. è da trent' anni che ci stiamo battendo per questo; certo, anche noi, attraverso momenti di tensione. non è facile, credete, dirigere un partito come il nostro, fuori del potere, fuori di tutti gli « archi » (ne parlerò tra poco), fuori di tutti i consessi, con tutta la stampa contro, con tutta la propaganda contro, eppure un partito ricco di vitalità, come ha saputo dimostrare, ricco non soltanto di voti e di consensi, ma anche di coraggio e di carattere, riconoscetecelo. e ce lo riconoscete certamente, anche se non sempre apertamente: non è facile andare a dire a uomini, soprattutto a giovani, che dobbiamo raccoglierci nel silenzio per ricordare l' assassinato Pedenovi; non è facile, quando i nostri ragazzi passano davanti alle sedi degli extraparlamentari che ostentano i loro simboli, le loro bandiere, le loro scritte ingiuriose, sanguigne, contro di noi, contro di me in particolare. non è facile raccomandare la calma, imporre la calma; non è facile coartare la volontà di chi si vorrebbe muovere per salvarsi, per difendersi. infatti, fra i tanti altri motivi di accusa, di addebito nei miei confronti, vi è quello che, anni or sono, io ho invocato la legittima difesa da parte dei cittadini qualora lo Stato non li difenda. così facendo io credevo di riferirmi alla legge, allo spirito ed alla lettera della legge vigente in Italia come in ogni altro paese civile. ma no: sono stato denunziato per questo. il mio « famigerato » discorso di Firenze viene citato ancora dai giornali che si definiscono, antifascisti (e sono un po' tutti) come esempio di incitamento alla strategia della tensione . leggo poi nell' intervista del signor ministro dell'Interno che si realizza nelle fabbriche una delle sue prime direttive dinanzi al nuovo terrorismo: tutti i cittadini debbono contribuire alla difesa dell' ordine democratico, senza che ciò significhi assolutamente una abdicazione da parte dello Stato. come avverrà questa sorveglianza operaia? « gli industriali mantengono la loro responsabilità nella vigilanza interna; i lavoratori, tramite i sindacati, danno un aiuto straordinario nelle ore di lavoro; lo Stato d' altronde non può mandare la polizia nelle fabbriche senza violare una proprietà privata e lo stesso statuto dei lavoratori. la polizia aumenterà la vigilanza esterna » . bene, allora vi sarà la vigilanza esterna della polizia, cioè dello Stato, dinanzi alle fabbriche; la vigilanza esterna dinanzi alle scuole, con particolare riguardo alle università; la vigilanza esterna — penso — dinanzi alle sedi dei partiti, perché la polizia non potrebbe violare la intimità delle sedi dei partiti? dei gruppi o dei gruppuscoli. in altre parole, lo Stato sta fuori, il Governo è neutrale, la gente ci lascia la pelle e non deve nemmeno dichiarare di volersi autodifendere: devono intervenire, all' interno, le milizie operaie. lo Stato sta fuori, inerte, e quindi complice passivo. all' interno ci sono le milizie di parte, dei sindacati, ma di quelli della « triplice » ; nelle scuole ci sono le assemblee, ma quelle antifasciste. eh, no! non è possibile ragionare in questa guisa, non è possibile negare a noi la individuazione dei veri mandanti morali in coloro (ed ella, signor presidente del Consiglio , è in testa, o quasi, alla classifica) che da anni usano le parole « fascismo » , « violenza fascista » , « attentati di chiara marca fascista » al solo scopo di coprire ogni specie di violenza e addirittura di giustificare la violenza che si indirizzi contro la nostra parte o comunque non contro la sinistra. quando poi si colpisce giustamente, noi non abbiamo da lamentarci, ma il fatto è che si tenta sempre di colpire iniquamente la parte che io ho l' onore di rappresentare. quindi, signor presidente del Consiglio , in tema di ordine pubblico occorre prima di tutto chiarezza di linguaggio. volete chiamarlo ordine democratico, oppure ordine antifascista? d' accordo, fatelo pure, ma fate in modo di arrivare al bersaglio giusto. quanto poi alla faccenduola della « violenza fascista » , lasciatela nel sepolcro imbiancato di Paolo Emilio Taviani, l' uomo che più di ogni altro vi ha danneggiato. non ha danneggiato noi, non ha colpito noi, ha danneggiato soprattutto voi. lasciate la « violenza di chiara marca fascista » in quel sepolcro imbiancato ! ricordatevi le brutte figure che l' ex ministro dell'Interno fece in quest' Aula quando parlò di « violenza di chiara marca fascista » per attentati in ordine ai quali, dopo anni non si sa ancora nulla se non ciò che disse un magistrato che, guarda caso , fu allontanato dall' incarico. in quell' occasione io dissi in quest' Aula cose che ho sentito oggi risonare e che non erano mia invenzione. si trattava di una deposizione resa dinanzi alla Commissione d' inchiesta sulla « mafia » dal giudice Arcai, il quale allora rivelò quello che oggi abbiamo potuto vedere negli incartamenti che sono stati, finalmente depositati con la sentenza istruttoria che, fatta da altro magistrato, ha confermato quanto il giudice Arcai aveva allora detto. io venni qui e lessi (violando, se volete, il segreto istruttorio che allora esisteva) un documento dal quale risultava che il 10 maggio 1974, in occasione della chiusura della campagna per il referendum, affluirono a Milano gruppi armati assoldati da quel tale Fumagalli antifascista e partigiano che non ha mai rinnegato — lo dico a suo onore — i suoi titoli di antifascismo e di partigianeria. ebbene, se non vi fosse stato l' intervento del magistrato Arcai, d' accordo con i carabinieri, ma all' insaputa del ministero dell'Interno , quegli armati avrebbero dovuto aggredire due comizi, uno nostro e uno comunista, per provocare sulla piazza del Duomo di Milano vittime « missine » e vittime comuniste, onde creare un grosso focolaio di guerra civile . così sarebbe forse arrivato poi l' uomo d' ordine. chi? Sid, servizi segreti , affari riservati, ministero dell'Interno , Presidenza del Consiglio ? chi? non certamente qualcuno di noi e certissimamente qualcuno di voi. chi? sono anni che muore la gente in Italia, e sono anni che si ruba a spese dell' Italia ad opera di organismi misteriosi: saranno le multinazionali o saranno i plurinazionali o saranno i senza nazione o magari banditi assoldati da qualcuno. sono anni che il tentativo di attribuire a noi queste responsabilità è fallito, onorevole Moro! non ci riprovi nemmeno, perché stanno emergendo da ogni parte documenti e prove, il disegno criminoso sta cominciando a delinearsi chiaramente nella sua realtà. non pensate di poter fare una campagna elettorale contro di noi, come altre volte avete tentato di fare, sulla base del terrore che viene da, destra. non pensateci, perché vi potrebbe andar molto male una campagna elettorale di questo genere; ci provò l' onorevole Forlani — è stato ricordato in quest' Aula oggi — quando parlò di complotti stranieri di destra con armi. non se ne è saputo più nulla, ed invece si è cominciato a sapere molto a proposito di altri tipi di complotti. ho sentito l' onorevole Pajetta, il quale naturalmente si presenta come uomo d' ordine, di un partito d' ordine, che vi ha rimproverato « di avere sprestigiato » le forze dell'ordine , attraverso gli arresti e poi le liberazioni dal carcere dei vari Miceli, Maletti, La Bruna . non credevo che l' onorevole Pajetta, uomo di, qualità, mancasse di memoria; l' onorevole Pajetta sa bene, cosi come sanno i comunisti e i socialisti, da quali parti mosse, parecchi anni or sono, l' aggressione contro uomini che tentavano di fare il loro dovere. il nostro povero De Lorenzo ! ludibrio di quasi tutto il Parlamento, abbandonato dal Governo che pure lo aveva avuto fedele servitore. ricordate più i processi, le calunnie? ricordate più che in tribunale qualcuno fu messo alla gogna da De Lorenzo e fu fatto condannare? ricordate più i parlamentari eletti a seguito, di calunnie? come si chiamavano? Scalfari e Iannuzzi? che cosa stanno scrivendo oggi? quale tipo di stampa stanno alimentando? contro chi stanno continuando ad indirizzare i loro strali, se non contro lo Stato, contro le sue istituzioni, contro chi fa il proprio dovere? onorevole Pajetta, prima di rivendicare al comunismo e al socialismo funzioni, d' ordine, bisogna ritenere che siamo tutti rimbambiti o che in questo Parlamento siamo diventati tutti vostri servi, cioè uomini disposti a mentire pur di compiacere al padrone comunista e di salire sul carro del vincitore che vincitore non è affatto, fra l' altro: ebbene, uomini così qui non ne arruolate! perciò, niente partito d' ordine da quella parte e niente, purtroppo, difesa dell' ordine democratico, antifascista — chiamatelo come volete — da queste altre parti. sicché, mi auguro con tutto il cuore, insieme con tutti voi, e forse ancor più di tutti voi, che la campagna elettorale , che praticamente si inizia quest' oggi, si svolga senza incidenti o, per lo meno, senza gravi incidenti. ci adopereremo al massimo perché si tratti di una campagna elettorale seria e responsabile, ma ho paura che saremo i soli ad adoperarci veramente al massimo. non dico i soli a volerlo, perché penso che lo vogliate anche voi; però ho l' impressione che saremo i soli ad offrire il nostro contributo: e lo offriremo, costi quello che costi. tutto questo all' interno del nostro partito ci costerà dei sacrifici. li compiremo. rinunzieremo perfino a fatti di tipo propagandistico pur di non determinare stati di eccessiva tensione nel nostro paese: ma chi ha orecchie per intendere, intenda. la si smetta da tutte le parti — e soprattutto da alcune parti — di proteggere ostentatamente, come è avvenuto perfino oggi alla Camera, sulle spalle di un povero assassinato, quei teppisti che insidiano le istituzioni e soprattutto la vita della gente per bene. signor presidente del Consiglio , mi voglia perdonare questo lungo esordio, ma non potevo farne a meno e, d' altra parte, mi sono risparmiato quella parte più pacata del, discorso che, se non fosse intervenuto il delitto di Milano, avrei comunque dedicato ai temi dell' ordine. vengo a questo dibattito, ed ella, signor presidente del Consiglio , dovrà riconoscere con me che si tratta di un ben strano dibattito, del più singolare dei dibattiti che mai si siano svolti in quest' Aula nel dopoguerra, anche perché non sappiamo ancora se si tratti proprio di un dibattito o di un « monobattito » . non sappiamo nemmeno se ella chiederà o no la fiducia, se, sapendo di non poterla avere, rinunzierà a chiederla, o se, sapendo di non poterla avere, la chiederà per non averla e per poter aprire in questo modo più efficacemente la campagna elettorale . non sappiamo se ella, con l' usata sua cortesia formale, ci farà l' onore di rispondere domani, oppure se, visti i risultati della seduta di oggi, farà a meno di risponderci, come si mormora da qualche parte, e si recherà, diritto diritto, sul « fatal Colle » del Quirinale per presentare le dimissioni; non sappiamo se il signor presidente della Repubblica accetterà le dimissioni o la rimanderà al Parlamento affinché ella si degni di chiedere un voto di fiducia che per ora nessuno sta chiedendo, perché nessuno pensa che ella possa chiedere di avere quello che certamente non ha e non avrà. e un dibattito veramente singolare. è un dibattito, però, che consente alla nostra parte politica alcune considerazioni e constatazioni, io penso, obiettive e di un qualche rilievo, che sono le seguenti. signor presidente del Consiglio , tutti voi, l' « compromesso storico » , dai liberali fino ai comunisti, espiate attraverso questo dibattito tre vostre colpe, o tre vostri errori: primo, l' errore o la colpa di aver « snobbato » il Parlamento fin dal sorgere di questo Governo che sta morendo; secondo, l' errore o la colpa di avere, tentato di dare dignità costituzionale e soprattutto dignità politica alla più incostituzionale tra le formule, che è la formula dell' « compromesso storico » , terzo, di avere tentato con ogni mezzo, sopra banco, amici miei, e sottobanco — quanto, quanto sottobanco comunista, onorevole Pajetta, c' è stato nelle scorse settimane — di aver tentato dunque, sottobanco e sopra banco, ad ogni costo, e forse di star tentando anche in questo stesso momento, di non andare alle elezioni politiche anticipate. credo di potervi dire con serenità che state espiando queste tre colpe o, questi tre errori, perché noi, colpevoli di tante altre cose, da queste tre colpe o da questi tre errori siamo certamente immuni. nel precedente dibattito, signor presidente del Consiglio , io ebbi a rimproverarle di avere determinato e di essere stato il protagonista di una crisi che, oltre ad essere stata indubbiamente extraparlamentare come tutte le altre, era qualche cosa di peggio: una crisi antiparlamentare, in quando — ella lo ricorda benissimo — la crisi, almeno formalmente, nacque dal fatto che il suo precedente Governo rifiutò di presentarsi al Parlamento per discutere di un programma economico a medio termine che quello stesso Governo aveva presentato al Parlamento perché fosse discusso. noi ci permettemmo di rilevare allora che si trattava di un inutile schiaffo al Parlamento e che era veramente paradossale che in un paese democratico e parlamentare come il nostro si desse luogo, per la prima volta, ad una crisi contro il Parlamento. contro il Parlamento, signor presidente del Consiglio , o per lo meno al di fuori del Parlamento, nelle poche settimane di vita che questo Governo ha avuto, voi avete continuato a muovervi e ad agire. i fatti determinanti nella vita di questo Governo si sono svolti tutti al di fuori del dialogo parlamentare. infatti, determinante per la vita di questo Governo è stata la stagione dei congressi. dai congressi di partito voi avete atteso, fuori del Parlamento, il verbo che dovesse incoraggiarvi o scoraggiarvi dal proseguire in questa iniziativa politica. il solo fatto rilevante che si è svolto in Parlamento e che ha determinato in larga misura i destini di questo Governo — guarda caso ! — lo abbiamo determinato noi: il famigerato voto sull' articolo 2 della legge sull' aborto, voto di cui si è molto parlato in quest' Aula oggi. se non vi fosse stata la presenza di questo nostro gruppo parlamentare , esso non avrebbe avuto luogo, non avrebbe avuto il significato che ha avuto, non avrebbe neppure potuto manifestarsi — rispondo all' onorevole De Martino che ne ha parlato stamane — e si sarebbe così giunti all' articolo 5, come i socialisti volevano. se non si giunse all' articolo 5, come i socialisti volevano, e se non si è giunti ad un compromesso che io mi permetto di definire a priori poco decoroso sull' articolo 5, lo si deve a quel voto. il partito socialista , il partito comunista , i partiti laici avrebbero celebrato sulla vostra pelle, colleghi della Democrazia Cristiana , un notevole successo. se non hanno potuto farlo, è perché in Parlamento si è recitato il solo atto politico di questo Governo. è dispiaciuto all' onorevole Moro? naturalmente: l' onorevole Moro, neutrale, si è sentito in difficoltà. onorevole Angrisani, non sono un esperto, di faccende tanassiane: è competente la commissione inquirente. c' è il segreto istruttorio , e penso che quei 14 assenti potranno essere convocati dalla commissione inquirente. ci penserà l' amico onorevole Pazzaglia, se crede, a farli convocare; ma non voglio entrare in questi particolari. onorevole Tanassi, forse ella in quel momento non ha pensato di farlo, perché se ci avesse pensato avrebbe agito proprio così; per fortuna non le è venuto in mente questo espediente e ce la siamo cavata. la ringraziamo, ad ogni buon conto, per non averci pensato. non dico delle sciocchezze, perché si sono contati 14 assenti. nemmeno su questo punto, perché mi sono limitato a ricordare il nostro voto; non stavo nemmeno parlando di lei e dei suoi, ne ha parlato l' onorevole Angrisani. si rivolga a lui. io mi sono limitato a citare dei fatti. ad ogni modo, stavo dicendo — e questo è il rilievo politico — che quello credo sia stato l' unico atto che il Parlamento sotto la sua egida di presidente del Consiglio , onorevole Moro, ha potuto compiere in queste settimane. credo che non le sia stato gradito; è opera nostra, o anche nostra. ma questo Governo, in Parlamento, non lo si è visto affatto. sicché, quando nei giorni scorsi abbiamo saputo che siete stati trascinati in Parlamento attraverso una deliberazione della direzione della Democrazia Cristiana , e quando abbiamo appreso dalle cronache dei giornali che quella decisione della direzione democristiana derivava dal fatto che il gruppo Moro-Zaccagnini era stato sostanzialmente messo in minoranza, abbiamo detto che il gruppo Moro-Zaccagnini, questo Governo ed i partiti che lo hanno appoggiato subivano uno scacco politico, venendo finalmente trascinati in Parlamento. il secondo vostro errore, o la seconda vostra colpa, è di maggiore rilievo, almeno dal nostro punto di vista ; e vorrei al riguardo fare alcune osservazioni. onorevole Moro, per settimane e settimane gli italiani hanno fatto indigestione di « compromesso storico » ; le televisione, la radio con i loro nuovi giornali, la stampa, le cronache politiche, le cronache giornalistiche in genere, e perfino i giornali di moda, i giornali femminili, non hanno parlato d' altro che di « compromesso storico » . gli italiani hanno ritenuto che l' « compromesso storico » esistesse sul serio, che fosse una realtà costituzionale e politica, che fosse molto importante, molto determinante, fino a quando la logica delle cose, signor presidente del Consiglio , vi ha trascinato qui in Parlamento, sotto le macerie dell' « compromesso storico » . il problema può essere considerato anche con toni divertenti: si può ironizzare, ed abbiamo ironizzato. si può rilevare, ad esempio, che il presidente della Camera non si è mai sognato di dare la parola ai parlamentari dell' « compromesso storico » , e di negarla ai parlamentari che dell' « compromesso storico » non fanno parte. sicché, delle due l' una: o l' « compromesso storico » non esiste, o il presidente della Camera è complice di chi, non facendo parte dell' « compromesso storico » , non fa parte della Costituzione. allora, il presidente della Camera è fuori della Costituzione nel momento in cui dà la parola ad un tipo come me che è fuori dell' « compromesso storico » , e quindi costituzionale non è. dopo di che, ci facciamo tutti una bella risata alla faccia di chi ha tentato di imbrogliare volgarmente il popolo italiano . l' « compromesso storico » , come sapete, ha un genitore che è seduto per caso in questo momento accanto al presidente del Consiglio . l' onorevole De Mita è un simpatico amico, anche se di tendenza un po' lontana dalla mia; l' onorevole De Mita è un uomo intelligente, ed un ottimo propagandista. è un uomo di fantasia: lo dimostra il fatto che ha pochi capelli, come l' onorevole De Marzio , come me (sono i crani fantasiosi quelli di questo tipo!). e gli è venuto in testa di inventare una formula — perché l' ha inventata — e l' ha poi egli stesso interpretata come esponente della sinistra democristiana di base nel senso di uno di quei tanti « piani di scavalco » , fino ai comunisti, che hanno caratterizzato e caratterizzano la politica della sinistra democristiana di base. l' onorevole De Mita doveva inventare una formula che fosse meno logora del solito antifascismo, che non fosse di dichiarato frontismo con i comunisti e che non ricalcasse lo spento e sbiadito « compromesso storico » inventato da un uomo senza fantasia quale l' onorevole Berlinguer: quindi gli è saltato in testa l' « compromesso storico » . ma ha dimenticato molte cose anche sul piano storico. è falso quello che oggi recitava così benino l' onorevole Pajetta, con una voce diventata un po' chioccia, ma sempre brillante, quando ricordava i « bei tempi in cui si lavorava insieme alla Costituente » . la Costituente ha operato nell' arco degli anni 1946-1947; la Costituzione è entrata in vigore il 1° gennaio 1948. ebbene, nel 1947 tanto poco lavoravate insieme che un certo Alcide De Gasperi , convocato negli USA — se non erro — , mandò a spasso l' onorevole Nenni e l' onorevole Togliatti, rompendo quella splendida coalizione. sicché la Costituente visse in un' epoca in cui si cominciò con il « compromesso storico » e si passò alla rottura drastica e alla crociata contro il socialcomunismo ed il marxismo. voglia Iddio, onorevole Pajetta, che si verifichi nella prossima Assemblea parlamentare quello che si verificò allora; noi faremo il possibile per contribuire a questi processi. in sede storica, quindi, parlare di « compromesso storico » francamente non convince, anche perché — onorevole De Mita — (le dico una cosa che forse ella non sa, non c' è niente di male) alla Costituente c' eravamo anche noi. noi siamo nati alla fine del 1946 e poco dopo la nostra, nascita due parlamentari della Assemblea costituente , l' onorevole Russo Perez e l' onorevole Marina, aderirono al neonato Movimento Sociale Italiano . non potemmo, però, formare un gruppo. sto parlando del Movimento Sociale , non della destra nazionale; non posso permettermi di farlo, ma mi riferisco, storicamente e con pignola esattezza, al Movimento Sociale Italiano . ebbene, il Movimento Sociale Italiano era alla Costituente. quindi, ci siamo anche noi. non vi chiederemo brevetti o distintivi, ma non dite cose che non sono vere e che sono facilmente smentibili. a parte gli aspetti comici di tutto ciò, vi siete mai domandati, colleghi della Democrazia Cristiana , come mai questa formula nata dalla fertile fantasia dell' onorevole Ciriaco De Mita sia trasmigrata all' estrema sinistra ? e come mai i comunisti, soprattutto, se ne siano impadroniti? vi siete domandati, anche in termini di interpretazione storica e a livello culturale, perché? perché i comunisti hanno, da parecchio tempo, una ossessione: vogliono cancellare una pagina. si tratta di una pagina vostra, non nostra: noi ne uscimmo con le ossa rotte. quella pagina si chiamò 18 aprile 1948. dire « compromesso storico » vuol dire CLN, prima della rottura di De Gasperi con Togliatti e con Nenni, e vuol dire comunisti al potere, pienamente inseriti, vuole dire egemonia comunista, poiché non mi negherete che nei comitati di liberazione nazionale i comunisti avessero l' egemonia e fossero il partito-guida, il gruppo-guida, o talora la banda-guida. e chiaro quindi perché il partito comunista si è immediatamente impadronito della formula dell' « arco costituzionale » . e anche chiaro che il partito comunista presumeva che a quel famoso tavolo dei sei segretari dei partiti dell' « arco costituzionale » non avrebbe avuto difficoltà a sedersi anch' esso. sicché registro con viva sodisfazione il fallimento della formula dell' « arco costituzionale » . vi siete basati su questa formula per tentare di risolvere — o per dire che tentavate di risolvere — la crisi sociale, economica, politica, istituzionale e morale in cui versava e versa purtroppo l' Italia. ma, dopo alcuni mesi, che cosa ha partorito l' « arco costituzionale » ? neanche la capacità di sedervi attorno ad un tavolo. e se una formula da voi partorita non produce neanche l' effetto di farvi sedere, vuol dire proprio che non vi è congeniale, colleghi della Democrazia Cristiana . piantatela lì; ne avete ricavato tutti i danni e nessun vantaggio: avete regalato tutti i vantaggi, o tutte le illusioni, all' onorevole Enrico Berlinguer, il quale per altro ne è uscito alquanto maluccio, tant' è vero che — lo avrete notato — non ha preso la parola in questo dibattito. l' onorevole Enrico Berlinguer voleva parlare nella riunione dei sei segretari dei partiti dell' « arco costituzionale » , voleva essere presente; voleva sedersi lì; voleva, magari, poter battere i pugni sul tavolo. l' occasione: per spiegare quello che avrebbe voluto dire in quella riservata sede gli è stata offerta, ma egli ha mandato avanti il buon vecchio Pajetta. perché? perché l' onorevole Berlinguer non ha voluto pronunciare oggi il discorso di rottura con voi, quello che invece ha pronunciato l' onorevole Pajetta? mi occuperò di questo argomento fra un attimo e intanto mi limito a constatare, onorevole presidente del Consiglio , che saranno finite, con la fine di questa legislatura, tutte le formule con le quali di volta in volta avete preso in giro il popolo italiano . e finito il centrosinistra; anche il centrismo, o il centralismo, sembra essere finito per vostra quasi unanime volontà; di « compromesso storico » non mi pare che sia il caso, in questo momento, di parlare: l' « arco costituzionale » è in frantumi; è finita con le formule: si va ai problemi. il Parlamento è chiamato, in un' ora di scelta (o, se volete, in una seduta dedicata, praticamente, all' apertura della campagna elettorale ), ad indicare quali sono i problemi sui quali i gruppi si pronunciano, discordi o concordi, per individuare le reali convergenze, quelle cioè che determinano, in primo luogo, scelte aggreganti di elettorato e, in secondo luogo e successivamente, se non usciremo tutti quanti dal quadro democratico, scelte aggreganti di forze politiche , di gruppi e di partiti fuori, dei tabù, delle inibizioni in cui, come bambini, siete caduti per volontà del partito comunista e, spesso, del partito socialista . credo che questo sia un risultato sufficientemente positivo della situazione, così come essa è venuta a determinarsi. il che vuol dire che « non tutto il Moro viene per nuocere » : qualche volta può anche giovare la presenza di un presidente assente per consentire alle forze politiche di dispiegarsi, così come esse ritengono di poter fare, a diretto contatto, senza diaframmi (perché questo Governo non è neppure un diaframma), con la pubblica opinione . parlavo prima dell' onorevole Enrico Berlinguer. ricordo a me stesso che il 20 febbraio, due mesi fa, l' onorevole Berlinguer parlò, in quest' Aula, alla nascita di questo Governo. e come parlò! parlò in guisa tale, con tale piglio e con tale autorità che, da allora in poi, egli è, diventato un personaggio sexy per riviste femminili, come sapete. ma qui dentro diede l' impressione di essere il vero capo della maggioranza , di aver imbroccato una situazione di tutto favore per il partito comunista , tant' è vero ho annotato la frase — che l' onorevole Berlinguer il 20 febbraio, in quest' Aula, disse: « con questo Governo si chiude un' epoca politica durata trent' anni » . onorevole Moro, con questo Governo si è aperta un' era asfittica durata due mesi! l' onorevole Berlinguer non lo sapeva due mesi fa? dov' è allora il genio politico, la guida cui tanto volentieri vi affidate, magari facendovi un poco fustigare masochisticamente? dove vi ha portato? per dare retta al partito comunista , due mesi fa avete esorcizzato l' ipotesi di elezioni politiche anticipate, avete esorcizzato qualsiasi altra ipotesi, vi siete affiliati alla controfigura dell' onorevole Moro che, sia detto con tutto il rispetto, è l' onorevole Zaccagnini. noi arriviamo a preferire la figura vera alla controfigura, pur schietta e sincera ma un pochino evanescente (è tutto dire!), del presidente del Consiglio . e poi? poi vi trovate qui; Berlinguer se ne è andato e ha mandato Pajetta per ingiuriarvi. Pajetta ha fatto, come avete sentito, un discorso simile a quelli che faceva anni fa per denunciare la corruzione di tutti quanti voi, di tutta la classe dirigente , di quella stessa classe dirigente con la quale i comunisti poi ambiscono, o per lo meno ambivano fino a qualche giorno fa, ad andare d' accordo. a questo punto vediamo di capire che cosa è successo e che cosa si vorrebbe fare ancora da parte dell' onorevole Moro e da parte del partito comunista . voi mi consentirete di tener sotto osservazione questi due ormai quasi permanenti interlocutori, che sono l' onorevole Moro e l' onorevole Berlinguer. l' onorevole Moro ha fatto un discorso che il nostro quotidiano. Il Secolo d'Italia , credo giustamente, ha definito « bifronte » . vediamo il primo volto di quel discorso. onorevole Moro, ella è stato molto accattivante nei confronti del partito comunista ; ella ha parlato il suo linguaggio cifrato, ma si tratta di cifre che ormai in lunghi anni ci siamo abituati ad interpretare ed a chiarire. vediamo un po' che cosa l' onorevole Moro ha detto al partito comunista con una delle sue facce. egli ha detto: « c' è lo spazio per un contributo responsabile e costruttivo del partito comunista , che l' estrema emergenza nella quale ci troviamo può configurare concordato... » . sono un suo ammiratore, onorevole Moro, dal punto di vista del lessico, dello stile. Togliatti era manzoniano, ella è barocco! è veramente bello — lo dico rispettosamente e nel senso culturale — questo levantinismo introdotto nella vita politica italiana ! è proprio quel che ci voleva per confondere ancor meglio le carte. bravissimo: ella non ha detto « possiamo metterci d' accordo o si può trovare un concordato » , ma che « l' estrema emergenza nella quale ci troviamo può configurare concordato » . che significa? nel linguaggio cifrato significa « figurare con » , cioè mettersi insieme per figurare quello che potrebbe apparire agli altri come concordato. e allora? allora la controfigura, l' onorevole « Zac » , ha avuto, come tutti sanno — ma nessuno oggi se ne è ricordato — dopo il colloquio ufficiale, dieci minuti di conversazione privata con l' onorevole Berlinguer, tête-à-tête. nessuno mi leva dalla testa che in quei dieci minuti l' onorevole Zaccagnini recitando — spero bene — la difficile parte suggeritagli dall' onorevole Moro, abbia proposto all' onorevole Berlinguer la formula dell' accordo prefigurato e concordato, in modo che apparisse tale, ma che non apparisse del tutto. sono malizioso? e allora ascoltate l' altra frase dell' onorevole Moro, faccia numero uno, faccia a sinistra: « un' intesa in ordine ai grandi bisogni del paese, alle urgenze cui provvedere, ai pericoli da stornare, quale è stata adombrata dapprima dalla meritoria iniziativa dell' onorevole La Malfa » (nessun defunto sarà elogiato mai tanto quanto La Malfa in vita, ancora per lungo tempo) « e poi ripresa con profonda sincerità dall' onorevole Zaccagnini, può offrire interessanti prospettive e portare ad equilibrate e non traumatiche decisioni. questa strada, pur irta di difficoltà, non è stata interamente percorsa... » . che vuol dire « non è stata interamente percorsa » ? vuol dire: percorriamone un altro piccolo tratto, ma configuriamo prima gli eventuali accordi da far apparire e no, all' interno e all' esterno dei nostri partiti. come mai lo onorevole Berlinguer non ha compreso? e possibile che il partito comunista , così organizzato, non abbia un « ufficio cifra » ? e possibile che il partito comunista non abbia capito che in sostanza gli si offriva tutto quello che la Democrazia Cristiana poteva offrire in questo momento? andare innanzi con un accordo di fine di legislatura, andare avanti qualche mese, governare praticamente insieme, far capire alla gente che si governa insieme — far capire però agli americani che non governiamo insieme, far capire agli elettori democristiani anticomunisti che al momento opportuno il « compromesso storico » verrà respinto — far capire agli interessi, economici industriali che in sostanza l' accordo c' è già e andare avanti, scivolando per qualche altro mese, sino alle elezioni politiche a scadenza ordinaria. l' onorevole Pajetta aveva ragione questa mattina quando vi diceva: colleghi della Democrazia Cristiana , ma in sostanza perché ci negate l' accesso ufficioso alla maggioranza nazionale quando ci avete offerto l' accesso ufficiale a tutte le maggioranze a livello di enti locali , comuni, province e regioni? lo spirito del 15 giugno? ma lo spirito del 15 giugno, deve essere evocato e può essere evocato, così come il 15 giugno si manifestò la volontà popolare evocata dall' onorevole Moro nel suo discorso di ieri. il 15 giugno i socialcomunisti hanno vinto in quattro regioni, non in venti regioni. oggi in venti regioni praticamente, cominciando dal Lazio, vi sono i comunisti al potere o vi sono le maggioranze « aperte » . chi le ha aperte? e aprire una maggioranza o fare, come in Sicilia, il pentapartito, che cosa di diverso vuol dire? in Sicilia dove, tra l' altro, il 15 giugno non si è votato, in Sicilia, dove, tra l' altro, i comunisti hanno ancora percentuali per fortuna abbastanza basse di voti, in Sicilia dove la Democrazia Cristiana — lo riconosciamo e lo ricordiamo — l' anno scorso ha ottenuto un notevole — ahimè! — successo di recupero, in Sicilia: avete fatto il pentapartito, l' accordo di fine di legislatura con i comunisti... l' onorevole Pajetta, che è un po' meno ipocrita, o, se si preferisce, un po' meno diplomatico dell' onorevole Berlinguer che si è nascosto dietro le quinte, non capisce. l' onorevole Pajetta sarà un po' rozzo, ma dice: se comandiamo insieme con voi nella regione Lazio, nella città di Napoli e in tante altre grandi città d' Italia, perché ci « schifate » , ci « snobbate » o ci strizzate l' occhiolino senza assumerci direttamente con voi per quanto riguarda il Parlamento nazionale, per quanto riguarda il Governo? debbo dire che le obiezioni dell' onorevole Pajetta sono valide, ma se sono valide le obiezioni dell' onorevole Pajetta, onorevole Moro, che razza di politica è la vostra? onorevole Zaccagnini, che razza di politica è la vostra? il vostro linguaggio cifrato lo potete usare — tra l' altro senza raggiungere risultati, come dimostra la pietosa situazione in cui avete messo il Governo, il Parlamento, la maggioranza, il paese — al vertice. ma quando si esce all' aria aperta i conti si hanno da fare, non con noi, ma con la pubblica opinione , vostra, nostra. ed allora viene fuori Giano bifronte , l' onorevole Moro numero due, il quale, dopo aver detto che non vuole la contrapposizione frontale nei riguardi dei comunisti durante la campagna elettorale , dice però che il partito comunista presenta — attenzione! — « rischi incombenti di un collettivismo burocratizzante » ; rischi incombenti, cioè li abbiamo già addosso, ed è perfettamente vero. ma se si dice questo, se il partito comunista viene presentato come un partito che incombe su noi attraverso rischi che tendono a collettivizzare la nostra società e non soltanto la nostra economia, ebbene questa è la contrapposizione frontale! e queste sono posizioni che i comunisti sono costretti a chiamare di destra, queste sono posizioni che i comunisti sono costretti addirittura dalle loro distorsioni lessicali, dalla loro ignoranza storica, a chiamare fasciste. come ve la cavate a questo punto? l' onorevole Moro ha insistito, ha parlato di « allarme che suscita la presenza nel mondo di forze comuniste che sono rimaste staliniane » . l' onorevole Moro ha parlato di « allarme » — se parlo io di allarme, mi si dice: questo è anticomunismo viscerale — e poi, citando le « diversità » fra Democrazia Cristiana e partito comunista , come egli gentilmente e levantinescamente le chiama, ha detto che « le diversità riguardano le intuizioni umane, le concezioni sociali, i modelli economici, le strutture istituzionali » . o che bella festa! dopo di che, ricordiamoci i « tempi della Costituente in cui lavoravamo insieme » ! ma chi volete prendere in giro? l' onorevole Moro chi vuole prendere in giro? è molto chiaro che la seconda parte del discorso dell' onorevole Moro è del « Moro che guarda a destra » (non a noi, beninteso, né al nostro elettorato), riconduce al vecchio disegno dell' onorevole Moro: guardare a sinistra, andare a sinistra, intendersi, sempre più scopertamente, con il partito comunista , trascinando con sé tutto l' elettorato di centrodestra; cioè voltare le spalle all' elettorato, tradire l' elettorato, tradire gli interessi, i principi, le finalità autentiche e genuine della ispirazione della Democrazia Cristiana , portare tutto all' ammasso dell' onorevole Berlinguer, e, quando poi non riesce possibile, guadagnare tempo, far comprendere che dopo le elezioni il discorso riprenderà, e continuare a tessere questa tela che per fortuna in questo momento è davvero una tela di Penelope , ma che potrebbe anche diventare la ragnatela in cui invischiare il popolo italiano dopo le prossime elezioni. sicché, quando mi sono permesso di dirvi, all' inizio del mio intervento, che questa battaglia elettorale sarà caratterizzata non dalle formule, ma dai problemi, vi ho detto cosa vera, tanto è che lo stesso onorevole Moro, « inaugurando » la campagna elettorale , non ha più potuto parlare, di formule, ma ha parlato di problemi, dei problemi di fondo che sono quelli dell' ordine (mi sono già riferito a tale questione), quelli della crisi sociale ed economica, quelli della crisi di costume e quelli della crisi nei rapporti internazionali. credo di non sbagliare, onorevoli colleghi (e vi prego di considerare l' obiettività di quanto sto per dire senza alcuna intenzione polemica), asserendo che, in ordine a tutti questi grandi problemi, ed anche in ordine a molti problemi minori, le posizioni non sono e non saranno molteplici, ma saranno due: una definita « di sinistra » e una che dalle sinistre sarà definita « di destra » (chiunque sia costretto a farsene, per ragioni elettorali, il vessillifero, o chiunque se ne faccia, come noi, convinto vessillifero perché opera e la pensa in questa guisa). mi spiego meglio. ordine? il partito comunista tenterà di presentarsi come partito d' ordine, ma continuerà a dire che bisogna abrogare la legge Reale , attribuendo a tale legge carattere repressivo; continuerà a battersi — e non potrà non farlo, dati gli interessi interni e internazionali cui è legato — per il permissivismo e per il lassismo più sfrenato in materia di ordine pubblico ; e continuerò, semmai — ed è il tema più insidioso della sua propaganda — a parlare di ordine come risultanza dell' intervento delle milizie di ordine, della milizia comunista per la salvezza dello Stato (attenzione!) o, per dir meglio, della salvezza di Gianni Agnelli e di coloro che hanno interesse a mantenere intatti i loro grossi impianti. sicché, vi sarà la polemica sull' ordine. non riuscirete mai a far capire agli italiani che esiste un ordine comunista, un ordine democratico, un ordine di destra o fascista. no: esiste l' ordine o il disordine, esiste l' ordine o la sovversione, esiste lo Stato nella sua autorità o la sovversione che sta minando tutte le istituzioni dello Stato. e ovunque una mina contro lo Stato, contro il vero ordine, contro le istituzioni sia stata collocata, sia collocata, sia per essere collocata, su quella mina sarà scritto: « sinistra » , perché questa è la tradizione delle sinistre in ogni parte del mondo e perché questo è uno dei dati portanti delle strutture comunistiche in tutti i paesi del mondo, eurocomunismo o no, se non faccia velo la propaganda. il comunismo, la sinistra in genere, sono disordine o non esistono, sono sovversione o non esistono; e per combattere la sovversione non c' è che l' ordine, che potrete chiamare come volete, con una scelta che però lor signori definiranno sempre di destra e che, nella sostanza, nel nostro buon senso del termine, di destra è e rimarrà. crisi sociale ed economica? la scelta sarà, per stare ai metodi della lotta, tra conflittualità permanente e collaborazione organica tra le categorie. diranno i comunisti: ma questo è corporativismo! dice il presidente del Consiglio : respingeremo le spinte corporative. storie! città per città, azienda per azienda, settore economico per settore economico, il dilemma per l' italiano medio, per l' italiano che vuole lavorare, per l' italiano che vuole produrre, è questo: si può in Italia riprendere il ritmo produttivo in un quadro di collaborazione organica tra le categorie e di giustizia sociale attraverso leggi di riforma che diano luogo ad una partecipazione dei lavoratori agli utili e alla gestione delle aziende, come negli altri paesi dell' Occidente, attraverso recenti leggi, è stato fatto o si sta facendo? se la risposta è « sì » (la volete chiamare soluzione corporativa? chiamatela corporativa; la volete chiamare di destra? chiamatela di destra; la volete chiamare neosturziana? chiamatela neosturziana; vi volete riferire alle encicliche dei Papi? riferitevi alle encicliche dei Papi), di questo si tratta: di produrre quel che è necessario per vivere e per vivere meglio e di distribuire secondo giustizia, anticlassisticamente. il più grosso tradimento a se stessa la Democrazia Cristiana lo ha fatto quando ha abbandonato l' antico interclassismo per aderire di fatto, attraverso la sua organizzazione sindacale , al più sfrenato classismo. si dice che a Milano non vi sono sindacalisti tra coloro che determinano i disordini; ma come è possibile, se su riviste di sinistra, a cominciare dall' Espresso, da Panorama, sono apparsi nomi e cognomi? i dirigenti della Cisl milanese risultano tutti quanti iscritti ai gruppuscoli estremisti più scatenati dell' ultrasinistra! dovete scegliere. dobbiamo scegliere assieme e la scelta, anche dal punto di vista sociale ed economico, è sinistra o destra, se così sarete costretti a chiamare queste contrapposizioni, o secondo l' accezione che riterrete più opportuna. comunque, una posizione a sinistra e una posizione (non vogliamo definirla di urto; la definiamo di confronto?) di urto o di confronto, da destra, per la socialità. crisi di costume? ci si è detto che abbiamo combattuto e combattiamo battaglie di retroguardia. puntualmente rispondo: voglio sapere in quale direzione marcia il treno. perché se il treno, per caso, sta per precipitare nell' abisso, desidero essere l' ultimo vagone, anche perché ciò mi dà la possibilità di salvare la pelle — cioè le mie tradizioni, il mio modesto patrimonio ideale o culturale — e, insieme a questa e alla pelle dei miei amici, anche i valori dei quali riteniamo di essere portatori. nessuno ci ha mai spiegato in quale direzione marcia il treno. ed io rifiuto di ritenere che il treno della civiltà marci avendo come locomotiva o come primo vagone la bandierina del partito radicale — che è già una bandiera abbastanza rispettabile — o addirittura le bandieracce luride di tutti i pornografi, gli sporcaccioni, gli omosessuali che — stanno funestando il nostro paese, con la tolleranza degli organi costituiti. è avanguardia quella? andate allora con tale avanguardia! ma non obiettateci che anche una battaglia di costume non sia una battaglia di contrapposizione in termini morali tra chi sta buttandosi nell' abisso di tutte le porcherie e chi cerca disperatamente di salvare i residui valori della nostra civiltà. anche questa è una battaglia di destra contro sinistra, soprattutto perché noi siamo i soli « combattitori » . ci avete lasciati soli a combattere tali battaglie e ci deridete persino; i nostri giovani vengono derisi quando sostengono gli ideali di patria — sì, di patria — , di famiglia, di Stato, di ordine, di valori culturali, di valori morali. ebbene, accettiamo questa sfida, la facciamo nostra. sono modeste le nostre forze? sapete che le battaglie di civiltà non sono battaglie di numero o di quantità, ma di qualità. questa qualità di destra culturale, di destra morale, di destra civile si batte contro il sinistrismo, o il sinistrume, di cui c' è molta abbondanza in Italia. ed a livello internazionale, vogliamo continuare a disquisire? vi cito un dato di fatto . recentemente ho partecipato, come segretario nazionale di questo partito, ufficialmente invitato, ad un convegno europeo cui erano presenti rappresentanti di tutti i governi stranieri, tenutosi a Bonn sotto l' auspicio del governo tedesco . ebbene: nessuno tra i presenti, avendo io ripetutamente preso la parola (partecipavano a tale convegno anche i comunisti; vi era una delegazione del partito comunista italiano, il che non mi ha disturbato affatto, anche perché ho avuto la possibilità di dire qualche cosina, abbastanza chiara, ai comunisti nostrani in quel di Bonn), mi ha domandato se il MSI-Destra Nazionale fosse fascismo, neofascismo, ripresa del fascismo, se io fossi nell' « arco costituzionale » o no. e si sarebbero vergognati se avessero saputo che nell' Europa libera esistono ancora discriminazioni di questo genere nei confronti di chi per l' Europa si batte e si è sempre battuto! vi debbo ricordare, cari colleghi , che nel Parlamento europeo abbiamo sempre avuto rappresentanti, perché siamo tra i primi che approvarono il trattato di Roma . nel 1957, quando il trattato fu sottoposto alla ratifica dei Parlamento italiano, votammo a favore mentre i socialcomunisti votarono contro e se ne autoesclusero. ne sono rimasti esclusi per molti anni, fino a quando non li avete voi presi per mano e portati lì dentro a tentare di sovvertire dall' interno le istituzioni europee. noi ci stiamo battendo, onorevole Moro, per le elezioni del Parlamento europeo alla scadenza fissata; non i suoi amici comunisti e neppure i suoi amici socialisti. credo che ella, bene informato, lo dovrebbe sapere. sicché, anche a livello di problemi internazionali riguardanti l' Europa o riguardanti il patto atlantico , la NATO, la solidarietà tra il nostro paese ed i paesi alleati, la distinzione è la seguente (che non ha niente da spartire con, quella di « arco costituzionale » ): sinistra — e voi sapete che cosa significhi, lo sa persino il presidente dal Consiglio che nella parte elettorale del suo discorso ha inserito un accenno di politica estera in termini anticomunisti — e destra (chiamatela come volete: comunque, una posizione contrapposta). pertanto, le prospettive di questa battaglia elettorale sono, prospettive di chiarezza, onorevole presidente del Consiglio , a dispetto di tutti i suoi tentativi levantini e a dispetto di tentativi levantini dell' onorevole Berlinguer. sono prospettive di chiarezza e di scelta. so già quello che vi accingete a dire nelle piazze del nostro partito: « la destra non conta, perché tanto non la accoglieremo mai... » . dove, onorevole presidente del Consiglio ? attenzione, perché l' elettorato italiano è in larga misura protestatario. esso in questo momento, a torto o, a ragione, detesta i detentori del potere. non ho parlato degli scandali, nel mio discorso, né ho intenzione di fare degli scandali in corso uno dei leitmotiv della nostra propaganda. però, se qualcuno, durante la campagna elettorale , ci dicesse: « siete quelli che non contano » , io risponderei: « siamo quelli che non rubano » . e credo di poterlo dire, visto che i termini contare e rubare sono diventati pressoché sinonimi. credo, con ampie testimonianze, positive e negative, di poterlo dire. quindi, non affermate, nel corso della prossima: imminente campagna elettorale , che siamo quelli che non contano e quelli per i quali non si deve votare, anche perché non bisogna dimenticare l' articolo 2 della legge sull' aborto. ma guarda! la Democrazia Cristiana di Moro e di Zaccagnini non si scandalizza nel votare insieme con noi (non nel ricevere il nostro voto, ma nel votare insieme con noi: il che è cosa molto diversa), la sera stessa, inoltre, nella commissione inquirente, i commissari comunisti non si scandalizzano nel votare con noi per mandare sotto inchiesta qualcuno che i gruppi della cosiddetta maggioranza volevano salvare. due voti in un giorno: uno con un contenuto di coscienza e legislativo ad alto livello , l' altro di contenuto morale. pertanto, è stato dimostrato, conti alla mano, che « contiamo » e che nessuno ci respinge quando si rende conto che senza di noi non si va avanti. allora, fallito l' « arco costituzionale » , in cantina il « compromesso storico » , condannati ad una campagna elettorale di contrapposizione reciproca fra di voi, con i socialisti che vi hanno fatto i « servizi » che vi hanno fatto, anche a titolo personale, cosa pensate di fare? di andare a raccontare alla gente che noi non esistiamo, che non contiamo, che siamo il fascismo? l' onorevole Bucalossi ve lo ha sconsigliato. che siamo la violenza? l' esperienza quotidiana di ogni parte d' Italia ve lo sconsiglia. che siamo il disordine, che siamo la sovversione? ma questi sono gli epiteti che darete voi stessi, anche se velatamente, alla estrema sinistra durante la campagna elettorale . preparatevi, colleghi di tutte le parti politiche, ad un sereno confronto con noi, ad un confronto dal quale auguro che escano per gli italiani soluzioni di coraggio e di chiarezza.