Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VI Legislatura - Assemblea n. 446 - seduta del 20-02-1976
1976 - Governo IV Moro - Legislatura n. 6 - Seduta n. 446
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi . signor presidente del Consiglio , l' onorevole Moro ha detto la verità (una tra le non molte verità contenute nel suo ampio discorso) quando ha affermato che questa crisi è diversa da tutte le altre precedenti. diversa è certamente nelle origini, diversa nelle modalità di conduzione, diversa nella soluzione, diversa financo nel dibattito che si sta svolgendo. non voglio alludere al carattere convulso di questo dibattito, ristretto in una sola giornata, che non so chi abbia voluto si svolgesse in siffatta maniera, forse non molto decorosa, prima voglio piuttosto alludere al fatto nuovo che abbiamo ascoltato due discorsi presidenziali nell' arco di questo dibattito: il discorso del capo di un Governo senza maggioranza, che è lei onorevole Moro, e quello del capo di una maggioranza per ora senza Governo, che è l' onorevole Berlinguer. abbiamo rilevato un' altra novità nel dibattito cui mi riferisco, diverso da tutti i precedenti: di solito accade che il presidente del Consiglio pronunzi il discorso presidenziale per presentare il Governo; siccome ella, onorevole Moro, non ha un Governo e non ha, come mi sarà facile dimostrare (altri vi hanno già accennato). un programma di Governo , siamo nella situazione di avere un Governo che si è fatto finta di costituire per dar modo ad un presidente del Consiglio di pronunziare un discorso. un discorso che non poteva certo riguardare il Governo, che esiste solo per finta, né la sua formazione, né tanto meno la sua — inesistente — maggioranza, né ancora le sue prospettive programmatiche; questo discorso ha riguardato piuttosto le prospettive future, quelle oltre la vita del Governo stesso. sicché credo di poter dire, onorevole presidente del Consiglio , che ella ha costituito, ed è purtroppo stato incaricato in tal senso, o comunque le si è permesso di farlo, un Governo non per governare ma per determinare una certa svolta, o per tentare di contribuire a determinarla e nel contempo impedirne a tutti i costi un' altra. ella ha dello, onorevole presidente del Consiglio , che si è trattato di uno stato di necessità. ha parlato, con una certa franchezza, di una situazione di ripiego, ora ha voluto parlare anche di coraggio e di senso di responsabilità . non scherziamo! quando l' onorevole Moro parla di stato di necessità » , onorevoli Deputati di tutte le parti politiche, state in guardia! l' onorevole Moro specula da molti anni su stati di necessità che egli inventa, per imprigionare in questi presunti stati di necessità, finché il gioco riesce, in primo luogo il suo partito; poi tutte le altre forze politiche . onorevole Moro, lei ha inventato uno stato di necessità, cioè una soluzione senza alternative, nel 1962, quando al congresso democristiano di Napoli non si è limitato a prospettare, ché questo sarebbe stato lecito, la politica del centrosinistra e dell' apertura a sinistra ma ha prospettato quella politica — e in tal senso fatto approvare una mozione — rimasta famosa come priva di alternative: apertura a sinistra, chiusura ermetica in qualsivoglia altra direzione. adesso, visto che quello stato di necessità ha imprigionato l' Italia in una camicia di Nesso che l' ha soffocata, e visto che la formula di centrosinistra è caduta, anzi è crollata, lei inventa, con l' aiuto di qualcuno (e ce ne dispiace). un altro stato di necessità. dice di non avere maggioranza, che non esistono possibili aggregazioni di forze politiche , viene autorizzato a costituire un Governo come quello che ha costituito sul presupposto che la tesi di elezioni anticipate sia addirittura antidemocratica, ed indica — come ora vedremo — le prospettive future; prepara, cioè, il passaggio da questo stato transitorio di necessità ad un altro stato di necessità che l' onorevole Berlinguer si è dato cura questa mattina di chiarire, come più avanti vedremo, in modo davvero perspicuo. onorevole presidente del Consiglio , ragioniamo. noi neghiamo che ella possa parlare in questa occasione di uno stato di necessità, per due motivi: prima di tutto perché era possibile tentare un' altra formula di Governo ed era possibile dare incarico ad altri dopo il fallimento della sua missione. lo diciamo in modo del tutto disinteressato, perché quando parliamo di altre possibili formule di Governo, in questo momento, evidentemente non parliamo di formule di Governo o di maggioranza che possano riguardare la nostra parte politica . ed era possibile senz' altro anche il ricorso, correttissimo sotto il profilo costituzionale, ad elezioni anticipate . allora, noi abbiamo qualche cosa da dire, onorevole presidente del Consiglio , in relazione ai modi con cui questa crisi è stata condotta. crediamo di poter dire che, sì, questa crisi è stata diversa da tutte le altre perché è stata condotta scorrettamente: direi, se non proprio al di fuori, per lo meno ai margini della Carta Costituzionale . crisi extraparlamentare , come tante altre? certamente. ma mentre in tutti i casi precedenti qualcuno, al vertice dello Stato, al vertice del Parlamento, al vertice di parti politiche responsabili, si preoccupava per lo meno di deplorare che si desse luogo a crisi extraparlamentari , questa volta non ci si è minimamente curati di denunziare il vero e proprio scandalo politico che si è determinato, più vistosamente che in ogni altra occasione. infatti questa volta, onorevole presidente del Consiglio , non si è trattato di una crisi extraparlamentare , bensì di una crisi contro il Parlamento; si è trattato di una crisi (li sfida al Parlamento. siamo entrati in crisi perché talune parti politiche, con alla testa la sua (e alludo alla sua corrente nell' ambito del suo partito, più che al suo partito), hanno rifiutato di dibattere in Parlamento un tema che doveva essere dibattuto in Parlamento, vale a dire il programma economico del precedente Governo, il famoso piano a medio termine . nel suo discorso ella si è permesso — mi scusi — di dire che il Governo proporrà emendamenti al disegno di legge , già presentato al Senato il 2 gennaio di quest' anno a seguito degli incontri avvenuti fra le forze politiche e sociali. quali incontri? il confronto tra le parti politiche sui programmi di Governo e sui disegni di legge (non si trattava nemmeno di un piano da tradurre in un disegno di legge ) deve avvenire in Parlamento! uno dei motivi di fondo per cui è scoppiata o è stata fatta scoppiare la crisi è consistito proprio nel fatto che le forze che avevano contribuito, come maggioranza e mero Governo, a predisporre un disegno di legge hanno rifiutato di dibatterlo in Parlamento, hanno rifiutato una verifica parlamentare. mi sembra che non sia cosa da poco, e mi duole che questa denunzia debba venire soltanto dalla nostra parte. ma c' è di più. signor presidente del Consiglio , io credo di poter dire, senza recare offesa ad alcuno, che sia stato altamente scorretto, per tutto l' arco della crisi, e in tutte le sue fasi, il comportamento dei gruppi parlamentari della Democrazia Cristiana o, se vogliamo, della delegazione della Democrazia Cristiana . ella ha avuto l' incarico con un mandato non solamente ampio, ma assolutamente indefinito e indeterminato. ella ha potuto sperimentare, cioè ha potuto bruciare, tutte le formule — quadripartito, tripartito, bipartito, in un certo senso, in un certo altro, monocolore — senza che, mutando di volta in volta le formule, ma non mutando il protagonista (e mutare le formule credo voglia dire mutare di volta in volta le prospettive: prospettive politiche e programmatiche). si sentisse il bisogno di una informativa seria a livello politico e di consultazione, senza che si sentisse il bisogna; li una riapertura delle consultazioni. noi siamo stati, in verità, come vuole la prassi, consultati sia dal signor presidente della Repubblica sia da lei, signor presidente del Consiglio ; ma siamo stati consultati nella fase iniziale e preliminare, quando ella ci appariva un presidente del Consiglio destinato a tentare una certa formula con un determinato programma, tanto è vero (non rivelo un segreto) che durante un colloquio che ella ebbe con noi, ebbe la bontà di parlarci di cose che oggi non hanno più senso. infatti, ci parlò del programma a medio termine dicendo testualmente: non sono disponibile né per ritirarlo né per stracciarlo. ella rimase mala quel giorno, quando io mi permisi di risponderle: per conto nostro, lo può stracciare anche subito. ma non mi aspettavo che sarebbe stato proprio lei a stracciarlo! oggi, infatti, non ne è rimasto più nulla. se io e il mio partito avessimo saputo in quel momento, all' inizio delle consultazioni, di trovarci di fronte ad un Governo senza quel programma o con un altro programma, non dico che in quella occasione avrei potuto preannunziare — per carità! — una nostra posizione positiva, ma per lo meno avrei saputo di discutere seriamente di qualche cosa. e questo ragionamento non riguarda soltanto il nostre gruppo; sta di farlo però che il nostro gruppo è il solo a dire queste cose, perché è libero da impegni e non è soggetto a ricatti. gli altri gruppi queste cose non le dicono. e mi permetta ancora di dire, onorevole presidente del Consiglio , che nel corso di questa crisi avete trattato a pesci in faccia l' intero Parlamento italiano, nessun gruppo escluso, tranne quei gruppi (alludo al comunista) cori i quali avevate sottobanco le vostre personali, private e dirette trattative. non è pensabile che si agisca in questo modo. mi permetta ancora di dire che quando il signor presidente della Repubblica ha ritenuto di incoraggiarla a costituire a tutti i costi il monocolore senza maggioranza, il monocolore delle astensioni, non ha ritenuto soltanto di incoraggiarla, ha ritenuto di far sapere che la incoraggiava ed ha chiamato — come ha riferito diligentemente e non a caso Paese Sera il capo dell' ufficio stampa del Quirinale, dottor Valentino, per dettare un comunicato nel quale si annunciava che il presidente della Repubblica appoggiava, incoraggiava l' onorevole Moro a costituire a tutti i costi il monocolore, quindi avallava, con l' autorità che gli proviene dalla sua carica, una fase della crisi per lo meno discutibile. quanto a correttezza e linearità, mi dispiace dirlo, ma lo penso (e ho il diritto dovere di dirlo), il signor presidente della Repubblica , in quella occasione, si è collocato anche lui ai margini della correttezza costituzionale. è vero che la Carta Costituzionale dice poco a proposito delle crisi di Governo , però lo articolo 94 qualche cosa, a chi ben lo intenda, dice, in quanto afferma che il Governo deve avere la fiducia delle Camere che deve essere concessa con voto per appello nominale su una mozione motivata. ma come si fa ad incoraggiare, ad avallare prioritariamente un presidente del Consiglio il quale, nel momento in cui viene incoraggiato, avallato e quasi imposto, deve confessare a se stesso di non essere nella possibilità di avere una maggioranza costituzionalmente corretta? sì, sì, la otterrete la maggioranza sulla mozione di fiducia . ma con quali motivazioni da parte di coloro che domani vi permetteranno di passare? con motivazioni — lo si è detto, ora lo vedremo meglio — contrastanti, antitetiche. è mai possibile che motivazioni antitetiche, contrastanti nel merito (e sulle questioni più importanti che sono quelle dei programmi economici con i quali nasce questo Governo) possano costituire la base valida per una mozione di fiducia ? se vi è fiducia da una parte, la mozione contrastante esprime sfiducia nella fiducia che da quella parte è stata espressa. onorevole presidente del Consiglio , il bisticcio sembra mio, il pirandellismo sembra mio, ma Pirandello non ha mai inventato un personaggio più equivoco di lei; non come persona, beninteso, ma come presidente del Consiglio . lei ha varcato tutti i limiti della impudicizia politica presentandosi in questo modo, e coloro che hanno permesso, consentito, portato avanti, avallato questa manovra non sono stati corretti; mi sembra che siano stati poco seri, poco prudenti, o poco responsabili. altro che coraggio! l' imprudenza non è coraggio, la scorrettezza non è coraggio, la pervicacia negli errori non è coraggio, l' assenza di prospettive chiare e leali non è coraggio, il buttare il paese nel precipizio non è coraggio, onorevole presidente del Consiglio . mi dispiace di dover adottare questi toni, ma penso che sia mio diritto e mio dovere. lei sa benissimo che, subito dopo la votazione della così detta fiducia alla Camera e al Senato, il suo Governo non avrà fiducia né sui problemi di grande rilievo, né sui problemi di modesto rilievo. lei dovrà di volta in volta accattare voti per tentare di superare gli ostacoli che via via le si presenteranno. non ho bisogno di dimostrare, credo, la dolorosa validità di quello che ho detto e sto dicendo, ma qualche citazione forse non guasta, anche perché alcuni fra i personaggi che nei giorni scorsi hanno preso posizione sulla stampa abbondando in interviste sono spariti, oppure parlano un linguaggio addomesticato. in questo dibattito c' è un assente, ed è proprio il personaggio che, più di ogni altro, aveva il dovere e, oso dire, il diritto di parlare, di farsi sentire, di giustificarsi e di accusare: l' onorevole Ugo La Malfa . egli, in una intervista concessa al Il Corriere della Sera , ha spiegato la sua assenza, dichiarando: « se debbo astenermi dal voto, preferisco astenermi dal partecipare al dibattito » . questa, onorevole presidente del Consiglio , è una astensione « di appoggio » , giacché in questo modo l' assente onorevole La Malfa assicura la fiducia a questo Governo. di più, l' onorevole La Malfa , interrogato da un giornalista, ha preferito non esprimersi, ma lasciare all' immaginazione dell' interlocutore il suo pensiero nei confronti del nuovo Governo. il giornale del partito cui l' onorevole La Malfa appartiene ha scritto che il partito repubblicano si sarebbe astenuto nella votazione sulla fiducia al Governo monocolore « per ragioni opposte a quelle del partito socialista italiano » . ecco dunque le astensioni con motivazioni opposte di cui poc' anzi parlavo. si tratta davvero di una manifestazione di fiducia? non parliamo, poi, della polemica tra socialisti e repubblicani, che ha assunto, nei giorni scorsi, toni da operetta. si trattano da arteriosclerotici — e può darsi che abbiano ragione, se si riferiscono ai massimi esponenti — gli uni con gli altri; negano, gli uni e gli altri, qualsiasi capacità e senso di responsabilità ai propri avversari, ex amici ed alleati di maggioranza; La Voce Repubblicana è arrivata a scrivere: « qual è il gioco del partito socialista ? non sarà nuovamente il gioco delle scatole vuote, dipinte di rosso? » . quanto alle scatole vuote, il partito repubblicano ce ne ha presentato una collezione, e altrettante ce ne ha presentato il partito socialista ; quelle socialiste sono dipinte di rosso, oltre che vuote, ma ho l' impressione che quelle repubblicane siano anch' esse dipinte di rosso, visto che l' onorevole La Malfa , in un' altra delle numerose interviste da lui concesse in questi ultimi giorni, si è così pronunziato: « io sono favorevole ad un patto » (ha parlato di « patto » : onorevole Moro, la stanno scavalcando da tutte le parti!) « tra maggioranza e opposizione » (intendendo per opposizione quella rappresentata dal partito comunista ). i socialisti, dal canto loro, cosa scrivono dei repubblicani? cito a caso dall' Avanti! : « il partito repubblicano è una mina vagante nei confronti del Governo, è una pattuglia di provocazione nei nostri confronti, è un elemento di disgregazione della sinistra italiana » . inoltre, « il partito repubblicano ha dato prova di presunzione e di demagogia nonché di essere una forza politica totalmente incapace di autocritica e totalmente sprovvista di senso della misura » . i socialisti hanno parlato anche dopo la costituzione del Governo ed il discorso programmatico dell' onorevole Moro alle Camere. l' onorevole Craxi, che non è un personaggio della Batracomiomachia, come potrebbe sembrare dal suo cognome. ma è un esponente del partito socialista , ha dichiarato infatti « la crisi di Governo si è conclusa con urna soluzione pessima » . ella dunque, onorevole Moro, sta per ricevere il voto di fiducia da quanti considerano pessima la soluzione da lei realizzata; sta per ricevere la fiducia dei repubblicani, che trattano i socialisti nel modo che abbiamo visto, nel momento in cui insieme si astengono per appoggiare questo Governo senza, maggioranza; sta per ricevere la fiducia dei socialisti, che trattano i repubblicani nel modo che si è detto, e quella dei socialdemocratici che sono felici di poter esprimere un voto favorevole ed ancor più contenti del fatto che l' onorevole Tanassi non fa più parte di nessun governo, ciò che consente loro di non essere compromessi in ulteriori faccende poco chiare; forse per questo sono felici e parlano meno degli altri. ella, onorevole Moro, sta per ricevere il voto di fiducia dia parte di una Democrazia Cristiana che ci auguriamo non le faccia mancare voti domani, così come li ha fatti mancare al « profeta » ella, da lei invano portato agli onori dell' abbraccio tra socialisti, comunisti e democristiani. signor presidente del Consiglio , un uomo che porta il paese allo sbaraglio, come ella sta facendo in questo momento, non ha diritto di dichiarare la ferma opposizione, sua personale e del Governo, alla tesi delle elezioni anticipate . anche perché, signor presidente del Consiglio , la tesi contraria, vale a dire « correttezza del ricorso a elezioni anticipate lei, pirandelliano, l' ha sostenuta nello stesso discorso di ieri. lei ha detto: ci troviamo in un allarmante: stato di dissociazione delle forze politiche » , ed ha aggiunto « sogliono essere » (vedi il preziosismo), « le elezioni, il rimedio ad una situazione di disgregazione come quelle sopra descritta » . ora, la situazione di disgregazione, come quella da lei sopra descritta, signor presidente del Consiglio , è la situazione sua. del Governo, e della cosiddetta maggioranza. dunque, si diceva che suole essere corretto il ricorso alle elezioni quando alta disgregazione si giunga; e invece lei dichiara. d' accordo col padrone » , l' onorevole Berlinguer, che queste elezioni non si dovevano fare e non s' hanno da fare qualunque cosa accada. noi non siamo, lo dico perché ci si comprenda, il partito delle elezioni. e se ad elezioni politiche anticipate si fosse andati o si dovesse andare, noi affronteremmo la prova con il preoccupato e doveroso senso di responsabilità con cui si devono affrontare cose del genere . come avrete potuto notare nelle occasioni che la televisione mi ha recentemente offerto, durante il corso della crisi, io non mi sono sbracciato in favore della tesi delle elezioni a qualunque casto, mia ho sostenuto che in alternativa ad una formazione di Governo come questa, anzi meno peggiore di questa (perché non potevo immaginare che la situazione politica degradasse a questo punto), la tesi delle elezioni anticipate sarebbe stata una tesi corretta. mi si è risposto che in questo modo si sarebbe creato un vuoto di potere in un momento particolarmente delicato. onorevole Moro, ella è un « pieno » o un « vuoto » in questo momento? le sue scatole non sono forse come quelle socialiste vuote di dentro e rosse di fuori? come si può parlare di un vuoto di potere in caso di elezioni, quando l' alternativa sia un vuoto di Governo, di potere, di maggioranza, di responsabilità, di coraggio, e debbo dire anche di buon senso , come l' attuale? quando parlavo di elezioni anticipate mi si rispose che in questo modo si sarebbe perso tempo, che occorreva far presto anche in considerazione dei provvedimenti anticongiunturali. di questo problema parlerò un poco più avanti; ma la parte più penosa nel merito del suo discorso, onorevole presidente del Consiglio , è stata quella in cui ci ha confessato che i provvedimenti anticongiunturali dell' anno scorso , i decreti legge del 13 agosto 1975, che prevedevano una spesa di 4 mila miliardi, hanno dato risultati deludenti. ciò significa che i denari non sono stati spesi, non sono stati investiti, che non si è fatto nulla o quasi nulla. dopo di che ella ha detto che fra 60 giorni il Parlamento sarà informato dei provvedimenti che nel frattempo saranno stati presi, per cominciare ad utilizzare, o addirittura programmare, i denari che fin qui non sono stati spesi. a questo punto vi permettete di dirci, lei d' accordo con l' onorevole Berlinguer, che le elezioni anticipate avrebbero fatto perdere del tempo? e vi permettete di dire tutto questo nel momento stesso in cui una tra le componenti della inesistente maggioranza, il partito socialista , attraverso la persona del segretario del partito, assegna due mesi di tempo a questo Governo, dopo di che, se non si vorrà andare a nuove elezioni, altra crisi di almeno un mese di durata, nuovi sussulti di attesa, nuove indecisioni e nuove maggioranze asfittiche e contraddittorie? a tutto ciò cosa potete contrapporre di serio, se non l' alternativa di una consultazione del popolo italiano ? quando un Parlamento non è nella condizione, non ha la volontà, di esprimere una maggioranza capace di tenere in piedi un qualsivoglia governo, quel Parlamento, per motivi di salute pubblica (e debbono essere in questo caso a mio avviso gli stessi presidenti delle Camere a farlo presente), si deve rivolgere correttamente al popolo che lo ha eletto, invitandolo a rinnovare o meno il mandato ai parlamentari i quali non sono stati in grado di esprimere ciò che debbono esprimere non solo ai sensi della Costituzione, ma per un minimo di dovere civico. noi siamo gli amministratori della nazione. quando un Consiglio d'amministrazione non è nella condizione di funzionare non può dire che disamministrerà fino alla fine del mandato: deve dimettersi! è inutile sollevare gli scandali contro gli amministratori disonesti di società multinazionali o meno: gli amministratori disonesti, in questo momento, siamo noi in solido, ma noi della destra nazionale non ci sentiamo di rispondere di responsabilità in solido perché, come ho avuto occasione di dire altre volle, per fortuna non facciamo parte di una certa « onorata società » . noi ci assumiamo queste responsabilità che qui dentro sono impopolari, ma fuori no, assolutamente. la gente non capisce un Parlamento di questo genere; non è in grado di comprendere perché non debba essere consultata, non debba essere messa nella condizione di tentare di avviare a soluzione il problema. e lor signori debbono stare ancorati alle loro poltrone, inutili e dannose, perché altra possibilità ormai non esiste. quindi, ritengo che la tesi delle elezioni anticipate non potesse e non possa essere respinta in questo modo neanche in prospettiva. ho dello neanche in prospettiva perché l' onorevole Berlinguer ha già cominciato a parlare di eventuali elezioni anticipate in prospettiva, cioè tra due o tre mesi, quelli che l' onorevole De Martino assegna a questo Governo. e mentre nelle sue precedenti dichiarazioni l' onorevole Berlinguer, per la verità, era stato abbastanza moderato, aveva espresso avviso contrario e aveva dichiarato essere inopportune le elezioni politiche anticipate, questa volta ha usato dei toni che un segretario di partito comunista , a mio avviso, non usa mai a caso. ha detto che sarebbe una colpa grave portare in prospettiva il paese a elezioni anticipate : comincia ad agitare la frusta. e bisogna stare molto attenti sia quando l' onorevole Moro parla il linguaggio degli stati di necessità, sia quando il segretario del partito comunista comincia a parlare il linguaggio delle colpe e non degli errori da attribuire alla classe dirigente del nostro paese. torniamo, signor presidente del Consiglio , ai due discorsi: il suo e quello dell' onorevole Berlinguer. ella, dopo aver detto che questa è una crisi diversa da tutte le altre, ha affermato: « nessuna vera aggregazione è apparsa possibile » . lo ha detto per consacrare la validità della tesi finora espressa soltanto da socialisti e da comunisti, e cioè quella della fine del centrosinistra. io voglio sperare che i colleghi della Democrazia Cristiana abbiano attentamente letto questa parte del discorso dell' onorevole Moro perché essa, da questo punto di vista , è assai importante. per la prima volta, l' onorevole Moro ha dichiarato ufficialmente la fine della formula di centrosinistra, cioè la irrepetibilità di questa formula anche in prospettiva. e ciò perché l' onorevole Moro non aveva e non ha alcun bisogno di dichiarare l' irrepetibilità della formula centrista o centralistica — l' onorevole Forlani non si illuda — anche in prospettiva perché più volte egli si è impegnato in tal senso a nome del cartello delle sinistre, e al solito, ha chiuso ogni porta per un colloquio con noi, parlando poco correttamente di opposizione del Governo nei nostri confronti. ma in questo caso siamo noi che giudichiamo, signor presidente del Consiglio . almeno nei dibattiti sulla fiducia elimini nei nostri confronti il tono del padrone: ella è il presidente del Consiglio che noi stiamo giudicando. l' opposizione se crediamo, gliela dichiariamo noi, la motiviamo e ce ne assumiamo la responsabilità. ella potrà esprimere una volontà di non colloquio e di chiusura, ma non può dire correttamente — mi meraviglio perché lei l' italiano lo sa usare — che è all' opposizione contro di noi. ella è il giudicato in questo momento e noi siamo i giudicanti, i votando nel nome di tre milioni di italiani. le diciamo, e siamo onorati di dichiararla, correttamente, e motivando, la nostra opposizione; e non motiviamo la nostra opposizione nei suoi confronti, signor presidente del Consiglio — ritornerò sull' argomento — per quello che ella può aver detto o pensato trenta o quaranta anni fa, perché se pensassimo a quello che lei diceva, scriveva o faceva trenta o quaranta anni fa noi saremmo d' accordo con lei. noi motiviamo la nostra opposizione sulla base delle sue responsabilità reali, effettive, obiettive; anche in questo, e soprattutto in questo, siamo molto più corretti di quanto non lo sia lei e di quanto non lo siano molti altri uomini della sua stessa parte. dicevo, dunque, attenzione! quando il presidente del Consiglio dice il centrosinistra è « irripetibile » — perché questo ha inteso dire — , e quando ovviamente sottintende che è irripetibile qualsiasi formula centralista, egli vi sta preparando la gabbia. vi sta preparando il futuro stato di necessità. vi sta dicendo che non esistono in avvenire altre prospettive, altre vie di uscita (prescindendo dal centrodestra, dal centrosinistra, dalla centralità) tranne formule di intesa diretta e preferenziale, come suol dirsi, anzi più che preferenziale, perché il preferenzialismo nei confronti del partito socialista spetta ai dorotei: il cartello delle sinistre rinnega il preferenzialismo e vuole l' essenzialità! e infatti questa parola è stata usata dall' onorevole Moro nei confronti del partito socialista : un partito socialista è essenziale, un partito comunista è inevitabile in base allo stato di necessità. ecco cosa ha inteso dire l' onorevole Moro quanto alle prospettive. ecco perché, insieme con le altre tesi, egli ha contestato tanto pesantemente la tesi di eventuali elezioni anticipate anche in prospettiva. di più, l' onorevole Moro ha detto che questa è una fase di transizione, e ha detto qualcosa di più preciso: « quale sarà l' avvenire al di là di questo Governo dirà la evoluzione delle cose, diranno i congressi dei partiti » . quindi state attenti! l' onorevole Moro ha presentato un Governo a termine con questa formula, e lo ha presentato a termine per creare un altro stato di necessità all' interno della Democrazia Cristiana . non a caso il padrone, il segretario del partito comunista , stamani ha attaccato due o tre volte pesantemente l' onorevole Forlani, il suo indirizzo e l' indirizzo dei suoi amici all' interno della Democrazia Cristiana . non a caso i due discorsi mi appaiono se non concordati, certo concertati, forse tacitamente, ma senza alcun dubbio concertati. abbiamo quindi per la prima volta nel dopoguerra un Governo che, dichiarando di non essere a termine, dichiara subito dopo di essere a termine; e non pone a se stesso un termine obiettivo esterno, di realizzazioni legislative o di passaggio ad un' altra formula che venga esplicitamente dichiarata. no, pone a se stesso un termine connesso con impegni interni di partito, del partito democristiano e del partito socialista , così gravando, o tentando di gravare, su quei due partiti ai quali spetta di risolvere il dilemma: o elezioni anticipate , oppure una prospettiva relativa alla sola formula ormai accettabile, una formula che indirizzi la Democrazia Cristiana verso l' estrema sinistra . ecco le gabbie, o le scatole; ma sono scatole cinesi , una contiene l' altra e bisogna giungere alla più piccola per individuare l' intento vero, che l' onorevole Moro, d' accordo con l' onorevole Berlinguer — e non credo, scusate la presunzione, di essere molto lontano dall' individuare i veri intendimenti del presidente del Consiglio si propone. tanto è vero quanto sto dicendo che per realizzare il suo obiettivo il presidente del Consiglio non ha esitato, un po' sfrontatamente — perché certe bugie hanno le gambe corte, anche se pronunziate da un presidente del Consiglio — , a tentar di alterare sotto i nostri occhi il quadro relativo alle origini di questa crisi. il presidente del Consiglio ieri ha detto: « dopo il 15 giugno si è verificato un mutamento del quadro politico . quell' avvenimento ha fatto ritenere ai socialisti possibile e desiderabile una qualche forma di partecipazione del Pci a responsabilità di Governo » . la Democrazia Cristiana ha detto no, il presidente del Consiglio (bravissimo) ha detto no; i socialisti, visto che la Democrazia Cristiana e l' onorevole Moro in persona non gradivano l' ingresso del partito comunista nella maggioranza, a loro volta hanno messo in crisi il Governo e si è così determinata una crisi della quale la Democrazia Cristiana e l' onorevole Moro non sono responsabili; anzi l' onorevole Moro è meritevole perché, collocato in uno stato di necessità di questo genere, ha resistito alla tentazione, ha detto no al partito comunista e dicendo no al partito comunista ha scontentato i socialisti. l' onorevole Moro, dunque, non ha letto l' articolo firmato da De Martino , apparso sull' Avanti! il 31 dicembre, l' articolo dal quale è nata la crisi, l' articolo che ha annunciato ufficialmente l' apertura della crisi. noi però l' abbiamo letto; quando dico noi, mi riferisco ad una parte politica , cari colleghi , che non credo possa essere sospettata di tenerezze nei confronti del partito socialista o di simpatia nei confronti del segretario del partito socialista . certo no, ed anzi, forse, questa mia attestazione non farà piacere all' onorevole De Martino che deve parlare tra poco; ma io l' affido alla sua onesta valutazione. ho letto — ripeto — l' articolo dell' Avanti! , perché era importante, perché annunciava una crisi di Governo ; me lo sono annotato, e dopo aver ascoltato l' onorevole Moro che dava una versione esattamente opposta l' ho riletto. cosa diceva l' onorevole De Martino , quando decideva di mettere in crisi il Governo? diceva: il Governo agisce ed opera con palese disprezzo delle posizioni socialiste (e per governo penso intendesse prima di tutto il presidente del Consiglio ), mentre non si manca di fare riverenze al partito comunista , del quale sostanzialmente si chiede la benevolenza ed un sostanziale appoggio politico. il paese non sa più esattamente dove sia la maggioranza e dove sia l' opposizione. ho quindi l' impressione di non sbagliare, quando rilevo che il presidente del Consiglio ha dimenticato una così importante presa di posizione ufficiale del partito socialista . e avendola dimenticata l' ha travolta, inventando una posizione socialista che all' atto del pronunciamento socialista che ha determinato la crisi non solo non esisteva, ma era esattamente all' opposto. i socialisti, onorevole presidente del Consiglio — lo sappiamo tutti — , sono usciti dal Governo perché preoccupati delle operazioni a scavalco che lei come presidente del Consiglio , e soprattutto come capo riconosciuto e carismatico del cartello delle sinistre interno alla Democrazia Cristiana , compiva ogni giorno e sta continuando a compiere per determinare quel rapporto diretto con l' onorevole Berlinguer che è apparso chiaro in tante occasioni, ma che non era mai apparso tanto chiaro come oggi, nel confronto ira il suo discorso di ieri e quello tenuto stamane dall' onorevole Berlinguer. si è trattata — ed ora lo dimostrerò meglio riferendomi a qualche posizione — di discorsi che hanno determinato per la prima volta in maniera abbastanza evidente una convergenza, non dico tra Democrazia Cristiana e partito comunista , ma — mi limito a dire — tra l' onorevole Moro ed il partito comunista , perché l' onorevole Berlinguer parlava certamente in nome di tutta la classe dirigente del partito comunista . se pure lei, onorevole Moro, avesse dimenticato il clamoroso articolo dell' onorevole De Martino del 31 dicembre, penso che non abbia potuto dimenticare una intervista ancora più clamorosa che Gian Carlo Pajetta ebbe a rilasciare al Corriere di informazione in quei giorni, appena scoppiata la crisi. Pajetta è un comunista simpatico, uno di quei temperamenti che emergono di tanto in tanto dalla nebbia opaca che il partito comunista impone ai suoi dirigenti nelle loro dichiarazioni. orbene, Pajetta sbottò, e disse: la crisi è inopportuna, hanno fatto una fesseria (si rivolgeva a lei, onorevole De Martino ); quello che ha spaventato il partito della crisi (il partito socialista , voleva dire in quella occasione Gian Carlo Pajetta) non è tanto la svolta intervenuta con il 15 giugno, ma la politica di intesa scaturita in seguito. ecco, fermiamoci un momento. si continua a dire dello spirito del 15 giugno, si continua a dire che il popolo italiano il 15 giugno ha consacrato una grande vittoria del partito comunista , e quindi ha portato il partito comunista al potere, per lo meno a livello di enti locali . amici miei, che il partito comunista il 15 giugno abbia realizzato un grosso successo, nessuno lo nega: il 7-8 per cento di aumento globale dei voti, in un paese elettoralmente vischioso come il nostro, è un grosso successo. ma a seguito di quel grosso successo, cioè a seguito della volontà degli elettori che noi non siamo abituati a contrastare, il partito comunista aveva il diritto — e lo ha esercitato prontamente — di conquistare non più 3 regioni ma 4. dopo qualche settimana dal 15 giugno il partito comunista ha potuto conquistare, o attraverso formule dirette di Governo o attraverso l' inserimento nella maggioranza o ancora attraverso la formula della « maggioranza aperta » , tutte e 20 le regioni. dico 20 e non 15 perché, guarda caso , ha potuto conquistare « per volontà popolare » anche quelle regioni in cui tale volontà non era stata espressa non essendosi votato. ciò dimostra che aveva ragione Gian Carlo Pajetta quando affermava che il mutamento del quadro politico non era dovuto al 15 giugno, bensì era dovuto alle intese successive a quella data. quando Gian Carlo Pajetta parla di « intese » intende riferirsi a quelle che non sono piaciute al partito socialista , il quale in quelle intese tra Democrazia Cristiana e partito comunista ha visto il preludio per l' instaurazione di un tipo di compromesso storico assai sgradito. tale compromesso vedrebbe infatti i socialisti al guinzaglio e gli altri partiti addirittura sotto il tavolo nel tentativo di conquistare qualche osso. questa è la situazione che è emersa, che è alle origini della crisi e che spiega anche le prospettive cui ella e l' onorevole Berlinguer vogliono arrivare, avendo sperimentato la possibilità di una siffatta politica almeno a livello di enti locali . a questo punto ritengo si possa meglio comprendere il senso del discorso pronunciato stamane dall' onorevole Berlinguer. egli ha dichiarato testualmente: « con questo Governo si chiude un' epoca politica durata trenta anni » . l' onorevole Berlinguer è una persona seria, per cui non avrebbe detto una battuta di questo genere che, tolta da un certo contesto logico-politico, farebbe ridere. con questa frase egli ha voluto intendere che se si chiude un' epoca, se ne apre un' altra. che cosa ha voluto dire l' onorevole Berlinguer? egli ha voluto solennizzare la sepoltura del centrosinistra e della centralità ed ha voluto minacciare chi pensasse (sarebbe una colpa grave!) ad una alternativa elettorale. egli, insomma, ha voluto spianare la strada allo onorevole Moro, il quale, con linguaggio più cauto o — mi si consenta — con linguaggio menzognero, ha tentato di avallare lo stato di necessità che l' onorevole Berlinguer aveva proclamato come una conquista e come un successo storico del partito comunista italiano. quest' ultimo anzi ha aggiunto che senza la partecipazione del suo partito, i partiti che prima hanno governato non sono più in grado di costituire una maggioranza. vogliamo forse prendercela con l' onorevole Berlinguer se ha pronunciato una simile frase? egli non ha fatto che constatare una situazione alla quale ella, onorevole Moro, insieme a coloro che l' hanno aiutata a tutti i livelli, ha portato il nostro paese. l' onorevole Berlinguer ha semplicemente constatato una situazione di fatto; tuttavia una constatazione simile da parte del capo del partito comunista italiano in questo momento ha la sua importanza e il suo peso. ma l' onorevole Berlinguer ha fatto qualcosa di più: ha teso la mano al partito repubblicano . dopo un inizio pesantemente polemico contro il partito socialista e quello repubblicano, egli ha teso la mano a quest' ultimo dichiarando di apprezzare la politica dei repubblicani volta ai contenuti e non alle formule. ciò significa che dentro qualcuna di quelle scatole dipinte di rosso La Malfa si è garantito un posto. se lo è garantito quando ha affermato che non gli interessavano le formule, ma i contenuti. La Malfa voleva dire che gli interessava « essere contenuto » in qualche cosa: questi, infatti, sono i contenuti dell' onorevole La Malfa . si tratta di contenuti che contengono la sua persona, la sua presunzione, i suoi programmi e — perché no — le sue intese con Gianni Agnelli e con Rockfeller. per carità, si tratta di Rockfeller, non della Cia. quindi, poiché Rockfeller piace ad Agnelli, Agnelli piace a La Malfa e questo ultimo a Berlinguer... tutto pulito, tutto in ordine! il recente viaggio di Agnelli negli USA, il viaggio precedente — che fu una bocciatura — inteso a tentare di ottenere il visto di ingresso per Segre o, addirittura, per Berlinguer, poiché si sono svolti sotto la cupola dei Rockfeller (che sono dei proletari, dei poveri diavoli , dato che benedicono il New York Times e la Washington Post , giornali notoriamente proletari e democraticissimi), sono puliti! qualunque cosa si faccia a vantaggio del comunismo mondiale, la si fa all' insegna della pulizia più assoluta e più integra. comunque, in quelle scatoline che piacciono all' onorevole Berlinguer c' è posto per La Malfa , per Agnelli e per tutti gli altri, sempre che essi si facciano mettere in scatola (questo è ancora da vedersi). mano tesa, sempre da parte dell' onorevole Berlinguer (lo avrete inteso), non al partito socialdemocratico , bensì ad alcuni suoi esponenti. di chi si tratta? forse dell' onorevole Saragat — sarebbe bello! — non dello onorevole Tanassi che, per ora, è in quarantena. si vedrà. e alla Democrazia Cristiana che cosa ha detto l' onorevole Berlinguer, capo della maggioranza e di tutte le maggioranze in prospettiva? ha detto: liberatevi di quel Forlani che è ancora infetto da fanfanismo, poi si vedrà... ha anche spiegato che voi democristiani non siete in crisi di identità. no, la carta di identità è quella e non ve la toglie più nessuno, tanto meno il partito comunista . siete in crisi di prospettiva. essa perciò vi sarà data da Berlinguer, insieme con Moro. così come l' onorevole Moro aveva detto non a caso ieri che questa è una formula di transizione, l' onorevole Berlinguer, proseguendo il discorso, si è chiesto: transizione verso che cosa? elezioni, assolutamente no (grave colpa!); il MSI-Destra Nazionale , per carità! debbo in proposito notare che l' onorevole Berlinguer non ha parlato di noi, ha parlato di altro — vedremo anche questo — alludendo certamente anche a noi. qual è, allora, la prospettiva? l' onorevole Berlinguer, vostro capo di maggioranza, ha stabilito che la Democrazia Cristiana ha le seguenti strade: o accetta di diventare maggioranza insieme con il partito comunista e le altre grandi forze popolari (partito socialista ed annessi), oppure accetta di diventare minoranza e lascia al partito comunista e alle altre grandi forze popolari la maggioranza, ovvero, ancora, intraprende la « strada Frei » . ma fate attenzione, ha detto Berlinguer, perché sapete come va a finire. in verità la « strada Frei » , se passa per Allende, non finisce certo bene per i comunisti. io, comunque, ho l' impressione che la « strada Frei » potrebbe passare per Allende e non credo che il quadro socio-economico, il quadro dell' ordine pubblico , il quadro della consistenza delle istituzioni che, aprendo sempre più a sinistra, si è venuto ad offrire agli italiani, li incoraggi a non liberarsi il più rapidamente possibile dagli Allende che sono in circolazione. voi credete proprio che il riferimento all' esperienza di Allende vi giovi propagandisticamente, colleghi dell' estrema sinistra ? io veramente ne dubito; ad ogni modo si tratta di una prospettiva indubbiamente fantascientifica e molto lontana nel tempo e nello spazio. non evocatela troppo, colleghi comunisti e socialisti! quanto alla scelta che l' onorevole Berlinguer ha posto stamani imperiosamente alla Democrazia Cristiana (o al potere con noi o all' opposizione da soli), debbo rilevare che egli, pur non parlando di noi, ha detto a voi, colleghi della Democrazia Cristiana : temete che possano sorgere in antitesi all' opposizione delle spinte reazionarie? non preoccupatevi, perché le spinte reazionarie sono già sul terreno. al riguardo, vorrei fare alcune rapide osservazioni. vorrei raccomandarvi anzitutto di stare attenti perché io credo molto — come alcuni miei amici di partito ben sanno — alla guerra delle parole, e so che i comunisti sono molto attenti, molto bravi, nel condurre la guerra delle parole. quando il capo del partito comunista , capo della nuova maggioranza, dice che l' opposizione è reazionaria, mentre sin qui egli ha presentato la sua opposizione come democratica, state attenti perché egli prepara la gabbia per tutti quanti voi o per coloro che , tra voi o di altre parti politiche, non aderissero alla formula del compromesso storico . non vi chiamerebbero più fascisti, anche perché in certi casi non lo potrebbero fare: non avete tutti il passato dell' onorevole Aldo Moro, qualcuno tra voi ha un passato rispettabilissimo di antifascista, magari di combattente partigiano! vi chiameranno reazionari e hanno già cominciato; e se vi fosse una opposizione nel paese e nel Parlamento al compromesso storico o comunque ad un insinistramento globale della Democrazia Cristiana o di larga parte della sua classe dirigente , quella opposizione, secondo Berlinguer, sarà reazionaria e sarà veramente una magnifica sodisfazione finire in Siberia come reazionari e non come fascisti. il linguaggio entra già nelle orecchie, il « padrone » ha già cominciato ad adottare in casa vostra, in casa nostra, in fin dei conti , il linguaggio che si usa nei confronti dei sudditi: opposizione reazionaria. quando l' onorevole Berlinguer e i comunisti parlano di opposizione reazionaria, se per avventura si riferiscono alla parte politica di cui mi onoro essere il rappresentante, stiano attenti. siamo nel 1976, il popolo lavoratore italiano di esperienze ne ha viste a sufficienza, anche e soprattutto dal punto di vista sociale. se gli articoli, i pochi articoli autenticamente sociali della Costituzione sono negletti in un cantuccio, sono ferri vecchi , è perché ferri vecchi sono stati denominati ufficialmente qualche anno fa dal partito socialista italiano e dal partito comunista italiano. se un serio dibattito, se una seria verifica sull' articolo 39 della Costituzione, relativo al riconoscimento giuridico dei sindacati, alla responsabilizzazione e all' autonomia autentica delle organizzazioni sindacali (quindi autonomia e possibilità di scelta da parte dei lavoratori, quindi personalità giuridica delle organizzazioni dei lavoratori in quanto tali, quindi contratti collettivi di lavoro sottratti alla conflittualità demagogica delle organizzazioni sindacali , che in realtà sono politiche e non sindacali); se un serio dibattito su questi temi, dicevo, non è stato fatto, ciò non è dovuto certamente ai reazionari, ma è dovuto ai falsi rivoluzionari, è dovuto agli autentici conservatori di tutto quello che di peggiore si poteva conservare, che sono a sinistra e che non sono certamente a destra. se l' articolo 46 della Costituzione, relativo alla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, se questa norma che oggi è legge in Germania, in quella Germania occidentale che la Democrazia Cristiana italiana respinge e giudica per l' appunto reazionaria, se quella norma, attuata in parte per legge e in parte concretamente in Francia (anche nel lontano Iran mi sono trovato di fronte a leggi sociali da questo punto di vista avanzatissime), se questa norma è rimasta negletta non è merito o colpa dei reazionari che saremmo noi. il fatto è che a sinistra si vuol usare il lavoro come massa di manovra, lo si sfrutta, lo si vuole dolente, lo si vuole discriminato per poterlo politicamente orchestrare. quindi, guardatevi bene dal tentare di organizzare contro di noi propaganda a livello di accuse di reazionarismo, perché contro accuse di questo genere siamo assolutamente impermeabilizzati. l' onorevole Berlinguer, capo della vostra maggioranza, ha detto che bisogna prevenire il pericolo reazionario e ha rappresentato il partito comunista italiano come elemento rigeneratore della situazione del nostro paese. questa è un' immagine — lo riconosco — suadente e per questo insidiosa che il partito comunista tenta di offrire di sé medesimo. rilevava giustamente l' onorevole Guarra poco fa — e lo ringrazio — che l' unico applauso che il presidente del Consiglio ha ottenuto ieri lo ha ottenuto da questa parte e dal centro quando ha espresso doveroso omaggio alle forze dell'ordine , mentre in quel momento le sinistre hanno taciuto. ma il partito comunista , tenace avversario di ogni provvedimento per l' ordine pubblico , tenace avversario di ogni norma seria contro la delinquenza comune e contro la delinquenza politica, tenace avversario delle proposte, da noi ripetutamente avanzate, per lo scioglimento per legge di tutte le formazioni extraparlamentari che stanno tingendo davvero di rosso — rosso sangue — il nostro paese, il partito comunista , dicevo, riesce a tentare di dare di sé una immagine di partito dell' ordine, perché è un partito serio, perché la sua classe dirigente è onesta e pulita, perché i comunisti negli scandali non sono mai coinvolti. ora a me ripugna, onorevoli colleghi , parlare degli scandali o dedicare larga parte del mio intervento, che vuole essere, un intervento politico, agli scandali. ma l' onorevole Berlinguer questa mattina ha dedicato una larga parte del suo intervento agli scandali ed ha fustigato, senza sorridere, la classe dirigente politica italiana , noi esclusi, per la verità, ma inclusi tutti i suoi attuali o potenziali amici, sudditi, servitori e apologeti; e quando l' onorevole Berlinguer così parlava, egli parlava dall' alto di una onestà personale, su cui — per carità! — non voglio insinuare il minimo dubbio: io non sono isolano e di isole non mi intendo. egli parlava dall' alto di una personale correttezza intemerata e dall' alto di una intemerata correttezza di tutto il suo partito. io sono contrario, noi siamo contrari, per un certo nostro costume, alle accuse indiscriminate, agli scandalismi che colpiscono tutta una classe dirigente . io non credo assolutamente, non dico (e spero di non dover mai dire) che tutta la Democrazia Cristiana o tutto il partito socialista o tutta la socialdemocrazia o tutto il partito comunista siano infetti dal vertice alla base; mi auguro, anche negli sfoghi polemici che qualche volta mi potete consentire, visto che la polemica, anche personale, contro di noi e contro di me è così pesante, di non essere mai ingiusto nei confronti di nessuno tra voi. però la vera immagine del partito comunista in Italia, da trent' anni a questa parte, non è l' immagine dell' ordine, della correttezza, della pulizia. no! il partito comunista è stato tre anni al potere in Italia; anni difficili, anni gravi: erano appena finite la guerra esterna e la guerra civile . il partito comunista , stando al potere, non poteva certamente rigenerare allora. pensa forse di rigenerare adesso, dopo trent' anni ? ma, santa pace , se qualcuno fosse stato messo davvero sotto processo per l' oro di Dongo o per Porzus, credete che adesso quei signori vi metterebbero sotto processo con tanta facilità? quei signori hanno cominciato così il trentennio. tutti? no, certamente: qualcuno, ma qualcuno eminente, molto in evidenza, molto responsabile. parlano — e ne tratterò più avanti — dello scandalo dei codici fascisti, tuttora vigenti dopo trent' anni . ma qualcuno è stato guardasigilli in Italia allora, trent' anni fa, e non ci risulta che se ne sia né occupato né accorto; ci risulta, quindi, che finché è stato guardasigilli si è servito di quella materia infetta, che oggi l' onorevole Berlinguer ha chiamato addirittura « barbara » , una vergogna. ma non è una vergogna del precedente regime che agiva secondo una propria coerenza, che può essere definita come volete, non ha importanza. no! la vergogna è di chi avendo combattuto, addirittura ucciso gli uomini che nel precedente periodo avevano retto l' Italia e contribuito a scrivere quegli orribili, quei barbari codici, se ne è servito, salvo a rigettare trent' anni dopo la responsabilità di ci su coloro che dopo di lui hanno continuato a servirsene. non siate troppo ingenui, troppo deboli, troppo arrendevoli nei confronti di un partito comunista che si presenta come il moralizzatore della vita pubblica italiana. con quale diritto? si parla del problema drammatico dei giovani; problema drammatico per ogni parte politica , per ogni padre di famiglia, per ogni famiglia, le vostre come le nostre. noi abbiamo notato, non con piacere, ma con sollievo, che da qualche settimana a questa parte si sta determinando in talune zone d' Italia (vedi Milano) un' ondata di rigetto nei confronti di chi finora ha portato nelle scuole la violenza indiscriminata. ho letto su un quotidiano molto diffuso un commosso elogio nei confronti del provveditore agli studi di Milano, che ha sollecitato taluni provvedimenti. si tratta, per avventura, dello stesso provveditore agli studi che due anni fa, quando il clima era diverso, ha consentito che una professoressa definita di destra (ma non iscritta al nostro partito) venisse per due volte scaraventata per le scale ed esclusa dalla possibilità di insegnare. quindi, notiamo con sollievo che una certa ondata di rigetto si sta verificando. ma non si venga a dire, da parte del partito comunista , che la politica di apertura a sinistra, che la crescente influenza del partito comunista sulla vita del paese a tutti i livelli, non sono la causa determinante della violenza che si è abbattuta da anni sul nostro paese. i comunisti possono anche essere in buona fede , politicamente, quando per fini tattici (di cui riconosco la validità o l' opportunità) si dissociano dai gruppuscoli di estrema sinistra , li sconfessano e qualche volta addirittura li condannano. ma ogni qual volta un personaggio proveniente da gruppuscoli di estrema sinistra commette reati, delinque, uccide, voi vedete tutto lo stato maggiore dei giuristi, degli avvocati, degli scrittori, degli scribacchini, dei giornalisti, dei cineasti comunisti, iscritti al partito comunista , con alla testa il solito senatore Terracini, che raccoglie firme, che si sbraccia, facendo sì che l' anarchico che ha ucciso il ragazzino diciannovenne a Salerno divenga un eroe, un mito che bisogna difendere e proteggere dall' aggressione fascista. l' altro è morto, ma siccome a 19 anni veniva considerato fascista, l' anarchico deve essere difeso dall' aggressore fascista. quante volte è accaduto ciò? a Trento, l' altro giorno, si è dimenticato che nel luglio 1970 tutta Italia era rimasta atterrita di fronte allo spettacolo di un nostro consigliere regionale portato per cinque ore con la spalla fratturata lungo le strade della città dai gruppi dell' estrema sinistra , dai sociologi che la Democrazia Cristiana ha largamente alimentato in quella regione. adesso si sono invertite le parti e gli accusati diventano accusatori. mi spiace dirlo, mi vergogno a dirlo, ma si è esercitata pressione su certa. magistratura che certe pressioni non dovrebbe accettare, e si è costituito un collegio di difensori di 30 o 50 avvocati, tutti di parte comunista e socialista. mi rendo conto che l' avvocato deve poter difendere; ma quando esistono « soccorsi rossi » , collegi di difesa ufficialmente annunciati in ogni parte d' Italia che si muovono con larghi mezzi dall' una all' altra parte del paese per difendere ostinatamente assassini, delinquenti comuni (e non mi interessa in che modo abbiano potuto delinquere, ma ci sono i morti, le stragi), e tutto questo fa sempre capo ufficialmente a nomi che rappresentano il vertice del partito comunista e spesso del partito socialista , non si dica che il partito comunista si dissocia, che il partito comunista trattiene, che il partito comunista difende l' ordine. si dica la verità: il partito comunista al vertice simula di difendere l' ordine o, se volete, lo difende, perché è un ordine che gli conviene, è l' ordine di, una maggioranza ai suoi ordini, è l' ordine dei suoi ordini puntualmente eseguiti; ma alla base il partito comunista non ha perduto il suo volto tradizionale di partito alimentatore del sovversivismo, generatore del sovversivismo. altro che rigeneratore della coscienza pubblica e dell' ordine nel nostro paese! dico questo, onorevole Moro, perché a questo punto le sue responsabilità sono anche morali, non sono soltanto politiche; e dico questo per rispondere a quanto ella ha avuto l' amabilità di dire al partito che ho l' onore di rappresentare. leggo queste poche righe: « non ho bisogno di sottolineare, sulla base di quella netta ripulsa del fascismo che, è oltretutto un dovere costituzionale, il nostro atteggiamento di netta opposizione al Movimento Sociale Italiano . resteremo rigorosamente fedeli a questa, impostazione ideale » . onorevole presidente del Consiglio , in altre occasioni ella ha avuto in quest' Aula, dall' onorevole De Marzio soprattutto, che è qui accanto a me, che forse la conosce meglio di me nei suoi antichi risvolti, le risposte che meritava dal punto di vista personale. ho già parlato nei suoi confronti — e me ne duole, ma credo che la definizione sia al di sotto del vero — di impudicizia politica. ella ha il diritto di proclamarsi tutto quello che vuole, ma posizioni simili le lasci a chi le ha sofferte e se l' è guadagnate e meritate! posizioni simili da parte sua fanno veramente disperare nella sorte di un paese civile; perché è doloroso per me, che non la conosco da tanto tempo come l' onorevole De Marzio , poter pensare che ella abbia, quando era in piena condizione di intendere e di volere, introdotto giovani e giovanissimi alle dottrine, fasciste, alle dottrine razziste, al culto della guerra, al culto della forza, a tutto il resto, e poi presuma, soltanto perché è diventato amico del marchese Berlinguer, di poter parlare questo linguaggio, in quest' Aula, a gente come noi. detto ciò, sull' argomento « fascismo-antifascismo » non ho nulla da aggiungere perché — le darò una delusione, onorevole presidente del Consiglio ! — sullo stesso non accettiamo più neppure il colloquio, poiché non interessa ad alcuno. la gente non se ne interessa all' interno del nostro paese, tanto meno se ne interessa fuori dai confini. è inutile tentar di inventare un fascismo che non c' è, che non può esserci, che non potrà più esserci, soltanto per coonestare strumentalmente — lo si vede, lo si nota, lo si capisce, lo hanno capito anche i bambini — una vostra tendenza ad incontrarvi a mezza strada con il partito comunista italiano e con il partito socialista . non avete ormai bisogno di questi pretesti! voi dovete spiegare, se lo ritenete, — ma, come le dirò, onorevole presidente del Consiglio , vi capiterà di doverlo spiegare — i motivi veri, reali, politici per i quali questa parte dovrebbe essere esclusa. onorevole presidente del Consiglio , le avete provate tutte nei nostri confronti! sono anni che il sottoscritto, quale segretario di questo partito, è sotto accusa. ebbene, come ho ripetuto altre volte, non sono stato ancora interrogato. è un anno che noi di questa parte politica siamo tutti o quasi tutti in stato di accusa, e vedremo! sono anni che insistete, che i vostri organi di stampa, di propaganda, di radio, di televisione insistono con la propaganda sulle « trame nere » , per tentare di colpirci; e sono anni che il nostro partito in prove elettorali, politiche e amministrative, a livello di comportamento e di tenuta nei consigli comunali , provinciali, regionali, nel Parlamento italiano, nelle proprie organizzazioni all' estero, così come nelle sue autonome strutture sindacali, dimostra non soltanto la propria vitalità, ma soprattutto di essere intimamente legato alla realtà italiana, in evoluzione, di questo trentennio. non riesco a comprendere come non abbiate capito che, belli o brutti che siamo, tre milioni, due milioni, quattro milioni di voti che possiamo avere, rappresentiamo una realtà con la quale dovete e dovrete farei conti in termini politici! fin qui l' avete fatta franca. perché? perché, finché erano in piedi formule intermedie — centrosinistra, centralità — o speranze. di formule intermedie, potevate dichiarare la vostra opposizione a noi, come scorrettamente fate, e trescare sottobanco con il partito comunista . ma, da quando Berlinguer, il padrone, ha parlato il linguaggio che ha parlato, e da quando lei stesso, onorevole Moro, ha dichiarato chiuso il periodo di centrosinistra e della centralità, alla scelta, a livello per ora di Parlamento e più avanti a livello di popolo, non potrete sfuggire. non vi saranno elezioni anticipate , ma tra un anno — vivaddio! — saremo nette piazze a cantarvele queste cose! e quanti italiani, quanti elettori che sono stati in precedenza vostri o di altri guarderanno con interesse a questa forza che, mentre ristagnavate nella ottusa polemica fascismo-antifascismo, andava avanti? voi direte, opportunisticamente, « dite quel che volete » ; direte, tatticamente, « dite quel che volete » . ma, santa pace , non siamo quelli che eravamo qualche anno fa! vi sono altri uomini su questi banchi, accanto a noi. non tutti abbiamo la stessa provenienza, vi sono uomini vicino a noi di diversa o di opposta provenienza, ma non parliamo, come voi parlate, linguaggi difformi. parliamo lo stesso linguaggio, pur nella libertà che ci distingue, che ci anima e che ci travaglia. non abbiamo mai fruito del potere, non ci siamo mai infangati. direte voi: perché non avete potuto. forse è perché non abbiamo potuto, ma comunque non è capitato. siamo una classe dirigente che al centro e alla periferia conduce una dura vita di battaglia e di sacrificio. abbiamo impostato noi, e noi soli, in questi ultimi mesi, una nuova battaglia di apertura e di avanzata, promuovendo una costituente di destra che sta raccogliendo in ogni parte d' Italia liberi consensi di gente che con la partitocrazia non trova più terreno di intesa. ed ella, signor presidente del Consiglio , mi parla del fascismo, in base alla ripulsa del quale (ripulsa che ella avrebbe dovuto esprimere a suo tempo: troppo comodo, esprimerla trent' anni dopo!) con noi non vi può essere colloquio? e con chi, signor presidente del Consiglio , vi può essere colloquio? quali maggioranze ella potrà costituire? che cosa andrà a raccontare agli elettori? quali elettori troverà nelle piazze, nelle parrocchie (sissignori!), nelle scuole, nei luoghi di cultura, fra il proletariato e la piccola borghesia ? quali elettori troverà che siano disposti ad accettare, nel 1976-1977, il discorso antifascista senza capire che il discorso, pretestuosamente antifascista, è discorso di apertura al comunismo? e che farete per impedirci di dire queste cose agli italiani, documentandole con i vostri stessi discorsi, con la vostra stessa impotenza, con la vostra stessa pervicacia? come potrete impedire a questa forza viva di farsi ulteriormente largo e di difendere la residua libertà degli italiani contro di voi e contro le vostre trame? onorevole presidente del Consiglio , io credo che ella potrebbe impostare più saggiamente la sua battaglia — e lo dico a lei anche come uomo di partito — cercando di non isolare eccessivamente la Democrazia Cristiana , mettendola nelle gabbie non dorate degli stati di necessità che portano a sinistra. come dicevo, queste considerazioni sono anche di costume; esse riflettono le preoccupazioni che tutti noi abbiamo per la gioventù, per i nostri figli, per i nostri nipoti, per le nostre famiglie. ella ha affermato, onorevole presidente del Consiglio , che in tema di aborto il Governo è neutrale, per la sua composizione e per la sua maggioranza. per la sua maggioranza, ammesso che di maggioranza possa parlarsi, lo si può anche capire; ma essendo la prima volta che un Governo monocolore della Democrazia Cristiana affronta il tema dell' aborto, questa dichiarazione governativa di neutralità potrebbe estendersi alla Democrazia Cristiana tutta intera. vorrei a questo punto darle, onorevole presidente del Consiglio , e soprattutto vorrei dare ai colleghi della Democrazia Cristiana , alcune indicazioni, che possono anche essere utili. in primo luogo, una notizia. voi avete letto come me sui giornali che sere fa a Roma si è svolta una grossa manifestazione di adolescenti femministe; ragazzine dai 14 ali 18 anni, organizzate dai gruppuscoli extraparlamentari di sinistra , hanno sfilato per via dei Fori Imperiali . non so se sapete che cosa « gentilmente » urlavano, quelle ragazzine; e non lo avevano inventato, ma era stato loro insegnato. ve lo ripeto e chiedo scusa alla Presidenza se sarò costretto a ripetere cose poco decenti, ma è bene che si sappiano. quelle ragazzine gridavano: « se la Madonna avesse abortito, non avremmo Fanfani e il suo partito » . c' era la polizia, che scortava doverosamente il corteo. le cose che sono state dette e ritmate sono state anche scritte sui muri; voglio sperare che siano state cancellate. ma questo è il clima, e non mi direte che sia un clima reazionario, di destra, fascista. penso che questo sia un clima di sinistra, di una certa sinistra, che lor signori però, puntualmente, come ho ricordato prima, proteggono. e allora parliamo di questo tema — l' aborto — affinché ognuno si assuma le sue responsabilità. ho già detto che questa parte del mio ragionamento è indirizzata soprattutto ai colleghi della Democrazia Cristiana perché si dà il caso, onorevole presidente del Consiglio , che, quanto alla legislazione sull' aborto in un certo senso intesa (e ora vi dirò in qual senso), esista in questa Camera una maggioranza (non virtuale: reale; non opportunistica, non tattica: politica; non soltanto politica ma, se non erro, e almeno per quel che ci concerne, di principio) costituita dalla Democrazia Cristiana e — piacciavi o non piacciavi — dal MSI-Destra Nazionale . e allora, poiché questa maggioranza esiste non solo sulla carta, ma negli atteggiamenti politici e anche nei principi, consentite al segretario del MSI-Destra Nazionale di chiarire ufficialmente e, posso dire, anche definitivamente, il nostro punto di vista e il nostro impegno al riguardo prima che ci si inoltri nei dibattiti parlamentari sull' aborto. qualche esponente della Democrazia Cristiana , nei giorni scorsi, certo in buona fede , ha affermato che gli atteggiamenti del nostro partito a questo riguardo sono ambigui, sono incerti e sono oscillanti. ricordo allora, e preciso, alcune poche cose. al tempo della campagna per il referendum sul divorzio, il sottoscritto, già segretario di questo partito, ebbe occasioni ripetute (ma soprattutto una, alla televisione) per prendere ufficialmente posizione. in quella occasione io presi ufficialmente posizione sul divorzio e la posizione la ricordate, anche se successivamente qualcuno tra voi si espresse, sempre alla televisione, nei nostri confronti in guisa tale da contribuire a far perdere a quella specie di coalizione la prova che poteva anche essere vinta. acqua passata. in quella occasione, alla televisione, mi espressi anche sull' aborto e non solo sull' aborto, perché la tesi che allora sostenevo — e che purtroppo si è rivelata esatta — era la seguente: italiani, oggi vi chiamano al referendum sul divorzio, vi invitano a votare in certa guisa; attenzione, perché non soltanto questo vostro voto sarà politicamente sfruttato (e più di così era impossibile sfruttarlo: penso che ve ne siate resi conto), ma il voto eventualmente favorevole al divorzio sarà la premessa alla sollecitazione a voi rivolta dalle stesse forze in favore dell' aborto e della droga; qualche volta aggiungevo perfino, ma lo facevo polemicamente, della omosessualità. siamo arrivati quasi al referendum in favore degli omosessuali, per lo meno tentativi — voi mi intendete — di mitizzazione degli omosessuali sono in corso e sono largamente avvenuti. comunque, quanto all' aborto e quanto alla droga, ero facile e malinconico profeta. ricordo anche, sempre per chiarire, che allora, nel 1974, quando il nostro partito sosteneva queste tesi, gli giungevano pesanti frecciate e polemiche da sinistra; soprattutto da parte socialista si diceva: è una tesi propagandistica del Movimento Sociale Italiano , si tratta del divorzio, non vogliamo aprire un discorso più ampio. quando di questi temi si parlava, io mi pronunciavo in nome del mio partito contro la liberalizzazione dell' aborto. questa nostra tesi non è mutata, questa nostra tesi confermo ufficialmente, questa nostra tesi sarà sostenuta da noi in tutte le vicende politiche e parlamentari che si incentreranno sul problema dell' aborto. ma debbo chiarire qualche altra cosa perché l' onorevole Berlinguer stamane, parlando della precedente normativa antiabortista, ha definito la legge fascista come una legge di discriminazione razziale e come una legge barbara. ora, onorevole Berlinguer, stia attento perché ella stamane ha fatto il discorso del padrone, ma ha anche fatto il discorso delle aperture morali, politiche, spirituali, religiose. ella, onorevole Berlinguer, stamane si è rivolto anche e perfino alle forze religiose, naturalmente autonome, perché concorressero ad un disegno di moralizzazione e di modernizzazione della vita pubblica italiana, insieme al partito comunista , al partito socialista e ad una rinnovata Democrazia Cristiana . ma amici miei, se quella norma antiabortista (cioè la norma secondo cui l' aborto è reato e come tale deve essere punito) è considerata e definita dall' onorevole Berlinguer una norma barbara e razzista, primo, vergogna per i trent' anni di vita democratica nel corso dei quali una norma barbara e razzista è rimasta in piedi, e dovevano accorgersene i gruppetti radicali perché diventasse uno scandalo; in secondo luogo, l' onorevole Berlinguer deve fare attenzione, perché qualcuno, in Vaticano, potrebbe offendersi nel sentir definire barbara e razzista una norma che recentemente la conferenza episcopale ha riaffermato essere valida. onorevole Berlinguer, se è vero che per moralizzare il nostro paese bisogna dare ascolto a tutte le forze sociali , morali, politiche e religiose qualificate, potete pensare di insultare in tal guisa, come barbari, coloro che parlano in nome della conferenza episcopale , e poi raccontare nelle parrocchie che, in fin dei conti , il segretario del partito comunista italiano è un bravo ragazzo, che non farebbe del male a una mosca? è questo il « comunismo diverso » che si annuncia? mi sembra, una volta tanto, di aver individuato una piccola crepa nell' indiscussa abilità tattica ed oratoria dell' onorevole Berlinguer. e poi, se quella norma è barbara, come possono definirsi le norme al riguardo contenute nel codice Zanardelli? pur non essendo un giurista, sono andato a rileggermi quella « barbara » legge di molti anni fa, per mia informazione. ma, soprattutto, debbo dire qualcosa a proposito del neoministro della Giustizia, onorevole Bonifacio. io parlerei comunque dell' « onorevole professor Bonifacio » , e approfitto per rendergli omaggio per la prima volta nella sua nuova veste. oso anche immaginare che la sua designazione sia dovuta anche al fatto — qui non sono in gioco amicizie pericolose, come nel caso Lockheed — che egli è il primo firmatario della famosa sentenza della Corte costituzionale , che ha dato luogo ad un vivace dibattito e costituirà un punto di riferimento per le discussioni delle prossime settimane. questa sentenza, dichiarando parzialmente illegittima la norma dell' articolo 546 del codice penale , afferma che la Corte costituzionale ritiene « sia obbligo del legislatore predisporre le cautele necessarie per impedire che l' aborto venga procurato senza seri accertamenti sulla realtà e gravità del danno o pericolo che potrebbe derivare alla madre dal proseguire della gestazione » . perciò, « la liceità dell' aborto » (e, nei casi in cui essa sia esclusa, credo di capire, anche se non sono un giurista, che l' aborto costituisca reato e vada punito) « deve essere ancorata ad una previa valutazione della sussistenza delle condizioni atte a giustificarlo » . quindi, il solo tipo di aborto che a giudizio della Corte costituzionale e del suo presidente dell' epoca, ora ministro di grazia e Giustizia, è lecito e non punibile come reato è l' aborto terapeutico. ora, l' aborto di cui parlava il « barbaro » codice fascista, consentendolo in casi estremamente delicati, era proprio l' aborto terapeutico. quindi, sulla liceità di tale forma di aborto sono d' accordo Zanardelli, gli autori del codice fascista (non voglio nominare le persone, per carità!), la Chiesa cattolica , la conferenza episcopale , il ministro Francesco Paolo Bonifacio e — ultimo in tanta gloria — il sottoscritto. ed allora vi esorto alla massima attenzione: se, per avventura, avete intenzione di dissociarvi da queste posizioni per dissociarvi in tal modo da una maggioranza di cui noi siamo parte determinante, il risultato che otterrete sarà non già quello di dissociarvi da noi (non ve ne sarebbe bisogno), bensì quello di dissociarvi da voi stessi, dalla Chiesa cattolica , dalla conferenza episcopale , da Zanardelli ed anche dall' onorevole professor Bonifacio. la scelta, quindi, è molto delicata per voi, non per noi che l' abbiamo fatta da tempo e che con essa saremo coerenti. mi permetto, anzi, di avvertirvi, d' accordo con l' onorevole De Marzio , che ho consultato nella sua qualità di presidente del nostro gruppo parlamentare , che ci impegneremo a fondo nella discussione. cioè, non accettiamo e siamo nel diritto e nel dovere di non accettare, un dibattito frettoloso, abborracciato tanto per coprire il solito compromesso tra voi e il partito comunista . no. in questo caso le scatole si aprono e si aprono qui in Aula, punto per punto, emendamento per emendamento, votazione per votazione, votazione per appello nominale per votazione per appello nominale , di guisa che si sappia una volta tanto se i franchi tiratori sono democristiani o per avventura socialisti, come si sta mormorando in questi giorni a proposito di un' altra votazione. onorevoli colleghi , a questo punto dovrei tediarvi sulla parte economico-sociale del programma governativo. ma credo di poter largamente abbreviare per due motivi: uno serio e l' altro meno. il motivo serio è che ne parlerà fra poco l' onorevole Roberti, come segretario generale della CISNAL, e cioè come unico dirigente nazionale di sindacato che abbia continuato a fare il suo dovere stando in Parlamento e prendendo la parola in Parlamento. il motivo meno serio, signor presidente del Consiglio , è quello che rimane del suo programma economico. non ho capito, e voglio augurarmi che nella replica il presidente del Consiglio ci aiuti a capire, che cosa resta in piedi, non dico del piano Andreatta, ma del programma a medio termine ; voglio dire di quel disegno di legge che il presidente del Consiglio disse a noi personalmente nel corso delle consultazioni non essere egli disposto né a ritirare, né a stracciare. dico questo perché quando il presidente del Consiglio nel discorso per la fiducia annuncia, come ieri ha annunciato: « che verranno presentati emendamenti di sostanza ad un disegno di legge già presentato dal Governo » , allora la nostra attenzione non può rivolgersi al disegno di legge che conosciamo, ma agli emendamenti che per avventura non conosciamo. è evidente che il disegno di legge caratterizzava l' atteggiamento dell' altro governo, che è caduto per non averlo ritirato; sicché si pensa che gli emendamenti non siano nello spirito e non siano nemmeno nel contesto di quel disegno di legge . ma siccome il presidente del Consiglio non ci ha detto assolutamente quale sia il contenuto degli emendamenti che si accinge a presentare e forse non lo sa (non sto insinuando niente perché è molto probabile che a via delle botteghe oscure qualche dattilografo stia scrivendo ciò che il presidente del Consiglio , attraverso i suoi saggi, i suoi esperti, tenterà di rifilare al Parlamento), mi si consentirà di dire che questa non è una cosa seria; ma ancora meno seria, anzi allarmante, è l' altra parte delle dichiarazioni del presidente del Consiglio in materia economica. quando il presidente del Consiglio , ci dice, come ha fatto ieri: « le prime informazioni disponibili sul ritmo effettivo di spesa degli stanziamenti delle leggi anticongiunturali sono deludenti. si pone perciò la necessità di costituire un gruppo interministeriale che segua il ritmo della spesa; entro due mesi sarà presentato alla Camera un documento e saranno proposte eventuali misure legislative per una diversa destinazione dei fondi inutilizzati » e poi aggiunge: « questo sforzo è la misura fondamentale per la ripresa della nostra economia » , in pratica non fa altro che dire: siccome vi abbiamo preso in giro sin qui, consentiteci altri due mesi di tempo per continuare a prendervi in giro, e al termine dei due mesi una commissione interministeriale, che deve essere ancora costituita, porterà al Parlamento, al Governo, al paese — non sappiamo i frutti dei suoi accertamenti e vedremo allora quanti danari investiti non sono stati spesi e come essi possano essere spesi » . si potrebbe pensare che in questo modo il presidente del Consiglio vuole dar luogo ad una politica di programmazione. purtroppo non è così, perché il presidente del Consiglio alla fine della sua trattazione ha avuto per lo meno l' onestà di dire testualmente: « non può essere ambizione del Governo fornire al paese un sodisfacente sistema di programmazione » . quindi, una volta tanto è stato detto ciò che non si farà, anche se ne eravamo a conoscenza. ma il dichiarare che la politica anticongiunturale non si è stati in condizione di farla e che ci si deve ripensare, che la politica strutturale non si pensa nemmeno di poterla iniziare, che il precedente disegno di legge è stato sostanzialmente ritirato, anche se ufficialmente non c' è stato il coraggio e l' onestà di questi atteggiamenti, e che gli emendamenti al disegno di legge non si è in grado di dire ancora in che cosa consistano, ditemi voi se e un programma, se questo è un Governo, se questi sono consiglieri economici, se sono ministri economici, se questo è un presidente del Consiglio o uno sconsigliato presidente. pertanto, a che vale intrattenerci su questi problemi? ha detto tutto l' onorevole La Malfa , come al solito; l' onorevole Ugo La Malfa ha infatti affermato: c' è una sequenza precisa: in un primo tempo abbiamo creato strutture pubbliche, caratterizzate da degenerazioni parassitarie che hanno pesato sul sistema produttivo ; poi, abbiamo indebolito il sistema produttivo dall' interno. ora, non siamo più in grado di risanare le strutture pubbliche, ma carichiamo sullo Stato il risanamento lei sistema, produttivo » . lo Stato è « pantalone » , e arrivederci al dottor Stammati, neoministro delle Finanze, il quale dovrebbe realizzare l' anagrafe tributaria (arriverà a famosa macchina, il mostro sacro), poi dovrebbe stabilire delle imposte, delle quali per altro non ci ha parlato, perché un ministro delle Finanze non parla mai prima, e infine dovrebbe tenere in piedi il cumulo dei redditi al quale si è dichiarato contrario in una intervista rilasciata al Il Corriere della Sera e pubblicata quando aveva accettato di ricoprire la carica di ministro, ma precisando che però stava diventando uomo di Governo. il che vuol dire che quando un tecnico diventa uomo di Governo rinunzia a fare il tecnico ed accetta la logica antitecnica del Governo del quale entra a far parte. pertanto, quando i governi acquisiscono le competenze ciò non avviene per utilizzarle, ma al contrario per sterilizzarle e per ucciderle. quindi, tanti auguri al neoministro delle Finanze e a tutti gli altri. chiedo scusa se non insisto su questi temi. due accenni brevissimi alla politica estera , e poi la conclusione. signor presidente del Consiglio , ella ha annunziato che fra poco verrà alla ratifica finale il trattato di Osimo per la cessione della zona B , ed ha aggiunto che in questo modo le relazioni con la Jugoslavia si estenderanno. io vorrei darle un consiglio, signor presidente del Consiglio dei ministri : cercate di pensare al dopo Tito con la stessa sollecitudine con la quale avete pensato al dopo Franco; cercate di pensarci un istante, ma forse è già troppo tardi, prima di portare alla ratifica il trattato di Osimo . un' altra osservazione per così dire semantica, linguistica. l' Italia ha riconosciuto l' Angola. io penso che nell' Angola abbiano fatto « pazzie » quando hanno saputo che arrivava il riconoscimento italiano: una bella notizia, ce ne era bisogno. ella, signor presidente del Consiglio , ha detto che riconoscendo l' Angola si persegue l' obiettivo di completare la decolonizzazione e di pervenire al superamento dei sistemi fondati sulla discriminazione razziale. infatti, i consiglieri sovietici nell' Angola sono tutti dipinti di nero. hanno usato il lucido Brill, così come quelli cubani: tutti autentici negri andati lì per chiudere per sempre il periodo della colonizzazione e per agire contro ogni discriminazione razziale! ma non vi rendete conto che sono pagliacciate? non siete obbligati a dirle. nessuno aveva osservato niente. sapevamo benissimo che avreste riconosciuto l' Angola, così come sapevamo benissimo che in Spagna ai funerali del generalissimo Franco non avreste mandato un membro del Governo. queste abitudini di servilismo da parte vostra nei confronti di tutto ciò che internazionalmente piace ai comunisti sono un vostro costume. c' era bisogno di ridicolizzarvi anche a livello dell' Angola? non ne valeva la pena, mi sembra. signor presidente del Consiglio , ella, dopo quello squarcio lirico che ha dedicato nella prima parte del suo ragionamento al partito che ho l' onore di rappresentare, alla fine ha fatto appello alle opposizioni. ho notato questo appello e non so se esso sia un modo pudico per non dire « alla opposizione comunista » , che non è più una opposizione, oppure se veramente ella abbia, in un rigurgito di italianità, fatto appello alle opposizioni in un momento difficile. noi raccogliamo il suo appello e da buoni italiani, proprio perché raccogliamo questo suo appello, votiamo contro il suo Governo. questo il modo migliore per servire il nostro paese. ella ha concluso dicendo « vogliamo ridire, malgrado tutto, la nostra fiducia nell' Italia » , noi rispondiamo « vogliamo ridire, malgrado questo Governo contro cui votiamo sfiducia e proprio perché così facciamo, che riaffermiamo la nostra fiducia nell' Italia » .