Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VI Legislatura - Assemblea n. 4 - seduta del 05-07-1972
1972 - Governo II Andreotti - Legislatura n. 6 - Seduta n. 4
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole presidente del Consiglio , leggendo, ieri, dopo averlo ascoltato attentamente, il testo del suo discorso programmatico, ho avuto l' impressione di trovarmi dinanzi ad un singolare romanzo giallo . romanzo giallo o magari giallo-rosa o giallo bianco-fiore, perché non sono certo mancati, nel suo discorso, gli accenti inquieti, talora angosciati, le denunce relative ai gravi problemi del costume e soprattutto dell' ordine pubblico e della criminalità dilagante. romanzo giallo singolare, però, perché si tratta, onorevole Andreotti, di un romanzo al quale mancano il primo e l' ultimo capitolo; il che, per un romanzo giallo , particolarmente per quanto attiene all' ultimo capitolo, il più interessante di ogni romanzo giallo , è particolarmente grave, oltre ad essere senza precedenti. non è però mancato il frontespizio al suo romanzo giallo , onorevole Andreotti; e ne ha dato notizia ieri, all' inizio della seduta, in maniera significativa, il presidente della Camera , quando ha letto la notizia della richiesta di autorizzazione a procedere contro di me per il reato di ricostituzione del disciolto partito fascista . ma di questo parleremo più avanti, anche se è senza dubbio significativo che un romanzo, stavo per dire senza capo né coda ma mi limito a dire senza il primo e l' ultimo capitolo, avesse invece un così interessante, almeno per me e per noi, frontespizio di dedica. ne ringrazio naturalmente il Governo, ne ringrazio in particolare la diligenza del signor ministro guardasigilli che, avendo ricevuto — se sono bene informato dalla procura di Milano quella richiesta di autorizzazione a procedere in data 8 giugno, ha provveduto a inoltrarla proprio nel momento giusto perché prima del suo discorso quella notizia fosse significativamente data. e un tocco di cortesia, di garbo e di costume politico che credo onori il Governo, la maggioranza e — penso — soprattutto il partito liberale che siede nella maggioranza con particolari idee, principi e propositi in ordine alle immunità parlamentari; idee, principi e propositi dei quali — ripeto — garbatamente, anche perché la faccenda mi riguarda, parlerò più avanti. dicevo, signor presidente del Consiglio , che al suo romanzo manca il primo capitolo. il primo capitolo avrebbe dovuto consistere, trattandosi del primo dibattito sulla fiducia dopo una campagna elettorale , e trattandosi del primo dibattito sulla fiducia dopo una campagna elettorale anticipata a causa di un evento che potremmo definire storico sei personaggi lo meritassero, ma che certamente dal punto di vista politico è importante a causa della caduta del centrosinistra e della irreversibilità del centrosinistra; trattandosi dunque di un dibattito siffatto, il primo capitolo avrebbe dovuto consistere in due parti, in due dati: primo, un' analisi dei motivi per i quali è caduto il centrosinistra e per i quali è caduta la irreversibilità della formula del centrosinistra; secondo, un' analisi o quanto meno una valutazione, come si usa fare, come io che ormai — ahimè! — sono anziano di questa Camera, ho sentito fare dopo ogni campagna elettorale , a cominciare dal 1948, quando, colleghi della Democrazia Cristiana , il vostro onorevole Giuseppe Cappi mi diede e lo dico senza ironia, anzi quasi commuovendomi al ricordo — una prima grossa dimostrazione di quel che può essere un saggio di eloquenza parlamentare sofferta. e non a caso, onorevole Andreotti, avvicino — non le dispiacerà — la campagna elettorale del 1948 alla campagna elettorale del 1972. ella invece, signor presidente del Consiglio , non ha ritenuto di scrivere il primo capitolo per la parte che attiene alla crisi del centrosinistra, ha ritenuto di sorvolare per la parte che attiene ad una valutazione dei risultati elettorali, ed ha sorvolato naturalmente quanto all' ultimo capitolo, alla conclusione del suo romanzo giallo , che avrebbe dovuto consistere in valutazioni relative alle prospettive politiche di questo Governo dopo, naturalmente, che il voto di fiducia sarà stato concesso. io mi spiego, signor presidente del Consiglio , i motivi per i quali ella non ha scritto il primo né l' ultimo capitolo del suo romanzo; se li avesse scritti, se avesse dato luogo ad una analisi approfondita dei motivi della caduta del centrosinistra, se avesse dato luogo ad una analisi approfondita circa i dati risultanti dalle elezioni politiche anticipate del 7 maggio, ella non avrebbe potuto sfumare fino all' inverosimile il problema grave, dominante, determinante dei rapporti tra democristiani e socialisti o, più ampiamente, tra questo Governo e il partito socialista . non avrebbe potuto dichiarare, come ha dichiarato — ed è la sola dichiarazione che ho colto nel suo lungo discorso a questo riguardo — che nei confronti del partito socialista bisogna avere « riguardo e considerazione » ; non si sarebbe esposto a sentirsi rispondere con la virulenza, con la veemenza, con il poco riguardo e la scarsissima considerazione — anche personali, credo — con cui questa mattina le ha risposto il capo gruppo socialista. ella non ha potuto scrivere il primo capitolo, perché non ha potuto o voluto incidere sui rapporti tra questo Governo ed il partito socialista o, più ampiamente, tra la Democrazia Cristiana ed il partito socialista . e per gli stessi motivi, onorevole Andreotti, ella non ha scritto l' ultimo capitolo, quello relativo alle prospettive politiche di questo Governo, perché, se lo avesse scritto, non avrebbe rotto con il partito socialista più di quanto avrebbe rotto scrivendo il capitolo introduttivo, ma avrebbe dovuto dare una risposta all' inquieto vicesegretario nazionale della Democrazia Cristiana , onorevole De Mita . l' onorevole De Mita , qualche giorno fa, le ha chiesto pubblicamente: quo vadis , domine Andreotti? l' onorevole De Mita le ha chiesto: onorevole presidente del Consiglio , ella ritiene di dare luogo ad una formula permanente, o per lo meno durevole, o per lo meno da considerarsi come formula di Governo, di Governo centrista? ella ritiene cioè che l' alleanza tra democristiani, socialdemocratici, liberali e repubblicani possa essere considerata come alleanza qualificante, per lo meno di prima legislatura, o si tratta di un' espediente, di un Governo che si presenta in apparenza come governo di coalizione , ma nella sostanza è anch' esso, come molti precedenti, un Governo di attesa, di pausa, di meditazione, di « parcheggio » ? ella, onorevole presidente del Consiglio — questo le ha chiesto in sostanza l' onorevole De Mita — insieme con l' onorevole Malagodi, che è un po' un esperto in questo mestiere, si accinge a fare da scaldaletto ai socialisti finché l' alcova non sarà pronta per un nuovo centrosinistra, o vuole dare luogo veramente ad una svolta? quo vadis , domine? ella non ha potuto rispondere a Roma, e non ha potuto rispondere perché la marcia su Roma , questa volta — nel cinquantennio del fatidico 28 ottobre 1922 — si accingono a farla i socialisti, quelli di Bertoldi, Bertoldino, eccetera; il loro congresso si chiuderà esattamente il 28 ottobre 1972. sarà quella l' occasione per una loro marcia, o per una continuazione della loro marcia verso il potere, verso i centri di potere , verso le alleanze di Governo. guai se lei, onorevole Andreotti, avesse scritto l' ultimo capitolo del romanzo; avrebbe indotto, o messo nelle condizioni, o costretto l' onorevole De Mita e i suoi amici della sinistra democristiana — qualcuno dei quali è cortesemente presente, ed io li ringrazio — a scoprire subito, le rispettive carte e a mantenere la lealtà che hanno garantito fino alla fiducia, ma probabilmente non oltre. e allora, onorevole Andreotti, crediamo sia il caso di esprimerci noi sui temi sui quali ella non si è espresso. io ripeto — cortesemente, cordialmente se vuole — che la giustifico per non essersi espresso su questi punti, ma un serio dibattito parlamentare non può sfuggire in questo momento all' esame di questi temi. il che non vuol dire che ella non sia stato serio; ella è stato reticente in virtù, in forza, di una situazione della quale è il protagonista essendone il prigioniero (e non è la prima volta che le accade!). noi non riteniamo di essere prigionieri di questa situazione. noi riteniamo di avere dei doveri di chiarezza non solo nei confronti del Parlamento (anche nei confronti del Parlamento, certo), ma più generalmente nei confronti della pubblica opinione , come riteniamo che ogni settore di questa Aula abbia in questo momento dei doveri più verso la pubblica opinione , più verso il corpo elettorale che recentemente si è espresso, che non verso le altre forze qui rappresentate. quindi, onorevole Andreotti, io cercherò di esprimermi nel nome della destra nazionale in ordine ai problemi sui quali mi è sembrato che ella non si sia espresso. e vengo alla crisi del centrosinistra. onorevole presidente del Consiglio , ella è stato tenero, direi virginale, addirittura pudico nell' esprimersi a proposito della crisi del centrosinistra. ha testualmente detto che prima delle elezioni del 7 maggio la coalizione di centrosinistra era deperita. poverina! deperimento organico? esaurimento nervoso? o vogliamo togliere il « de » e ritenere insieme, onorevole Andreotti, che prima delle elezioni del 7 maggio la coalizione del centrosinistra fosse addirittura perita (a me sembra che lo si potrebbe dire tranquillamente)? qualche cosa però, malgrado il suo pudore, ella stesso lo ha pur aggiunto, perché ha detto due cose che intendo rilevare positivamente. ha detto che sarebbe stato erroneo e pericoloso portare avanti quella coalizione deperita fino al 1973. sarebbe stato erroneo: quindi era una coalizione sbagliata, o che commetteva degli sbagli; sarebbe stato pericoloso: quindi gli sbagli che quella coalizione commetteva, o era indotta a commettere, rappresentavano obiettivamente, secondo lei, un pericolo per la cosa pubblica , pericolo tale da rendere inevitabile, anzi da rendere consigliabile per tutti (lo ha detto lei: qualcuno le voleva, qualcuno le ha subite) lo svolgimento anticipato delle elezioni. poi ha detto anche — cito sempre testualmente — che bisogna ora riconoscere e correggere i dati negativi del passato. e allora, onorevole Andreotti, visto che i dati negativi del passato non ce li ha raccontati, vediamo un po' di ricordarli a noi stessi. intanto, quale passato? onorevole presidente del Consiglio , da un decennio esatto siamo in clima, in regime, sotto formule di centrosinistra, non v' ha alcun dubbio. quando ci si riferisce al passato, quando ella si è riferito al passato, quando ha parlato dei dati negativi del passato, ha voluto senza alcun dubbio — non poteva fare altrimenti — riferirsi a quella che da un decennio è una tradizione ininterrotta (ininterrotta anche durante i periodi di pausa, di meditazione, di « parcheggio » , di attesa): la tradizione del centrosinistra. vogliamo quei difetti e quegli errori indicarli obiettivamente? io li indico con le sue parole. e visto che ella non ha pronunciato in questa sede parole chiarificatrici, li indico con quelle che ebbe occasione di usare nel più importante, credo, tra i discorsi tenuti durante la campagna elettorale . noi non abbiamo dimenticato (io mi auguro che la pubblica opinione italiana e soprattutto coloro che , numerosi, hanno votato per la Democrazia Cristiana non abbiano dimenticato) il più qualificante, almeno a parer nostro, tra i discorsi che ella, come presidente del Consiglio , ha pronunciato durante la campagna elettorale , quando, riferendosi al centrosinistra, ha definito fallimentare quella esperienza (credo di non sbagliare anche se cito a memoria). e ha definito fallimentare quella esperienza sulla base di tre dati: cioè per non aver conseguito il centrosinistra i tre fini istituzionali che esso si era proposto nascendo al congresso democristiano di Napoli nel 1962. io l' ho ammirato, onorevole Andreotti (ecco perché ricordo abbastanza bene quel suo discorso) quando ha richiamato il centrosinistra originato dal congresso democristiano nel 1962, perché a quel congresso io partecipavo in veste di giornalista e ricordo la sua nobile battaglia, la sua ferma battaglia, la sua profetica battaglia contro il centrosinistra delle origini. non eravate in molti: ricordo il suo discorso, quello dell' onorevole Scelba, dell' onorevole Gonella, dell' onorevole Cassiani, che furono i quattro discorsi di fondo che uomini molto autorevoli della Democrazia Cristiana pronunciarono — ripeto, profeticamente — contro il centrosinistra delle origini. che cosa diceste nel 1962 a Napoli? esattamente ciò che ella ha detto nel 1972 durante la campagna elettorale , con una piccola differenza: nel 1962 ella votò — in seno alla Democrazia Cristiana contro il centrosinistra, ritenendo che il centrosinistra non avrebbe conseguito i fini che l' onorevole Moro e tutti gli altri dichiaravano che avrebbe raggiunto, mentre nel 1972 ella ha parlato all' opinione pubblica dei difetti del centrosinistra e del suo fallimento per evitare di coinvolgere il suo partito in un fallimento che pure la Democrazia Cristiana aveva voluto, malgrado il suo iniziale voto contrario e con la sua successiva compiacenza e acquiescenza e addirittura, in molte occasioni, scoperta complicità. che cosa ella ha detto, signor presidente del Consiglio , durante la campagna elettorale a proposito del fallimento del centrosinistra? che il centrosinistra aveva tre obiettivi di fondo e li ha mancati tutti e tre. primo obiettivo era quello di isolare il partito comunista (non siamo noi che lo diciamo, diremo ben altro a questo riguardo). questo è stato, onorevole Andreotti, nelle sue enunciazioni, l' obiettivo classico, tipico, il primo obiettivo del centrosinistra. secondo obiettivo era quello di allargare l' area della democrazia. il terzo obiettivo era quello di realizzare una serie di profonde e valide riforme sociali e di struttura. ella ha avuto la franchezza di dire, anche se lo diceva un poco interessatamente, come presidente del Consiglio e come esponente della Democrazia Cristiana — ma non era una colpa ed era logico che durante la campagna elettorale ella dicesse tutto ciò che poteva accattivare o recuperare voti al suo partito — che il centrosinistra non aveva raggiunto questi tre fini nel decennio precedente e che addirittura li aveva conseguiti alla rovescia, tanto da arrivare ad un fallimento. l' esperienza ci dice, infatti, che nel decennio del centrosinistra il partito comunista non solo non è stato isolato, ma è stato poderosamente inserito a tutti i livelli di potere e molto spesso, anche sotto i suoi auspici, quando ella era presidente del gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana alla Camera, a livello di maggioranze parlamentari o quanto meno di maggioranze assembleari. ma di ciò riparleremo più avanti. il secondo obiettivo, e cioè l' allargamento dell' area della democrazia, a causa del mancato raggiungimento del primo, evidentemente era stato raggiunto anch' esso alla rovescia. quanto alle riforme di struttura — lo ha detto lei durante la campagna elettorale e consenta a me di ripeterlo dopo quella campagna — i dieci anni del centrosinistra possono essere, grossomodo, divisi in due periodi: il periodo dell' immobilismo moroteo, durante il quale non si sono fatte riforme e l' onorevole Moro è riuscito a fare addormentare, oltre al Parlamento, a larga parte della opinione pubblica e tutti i telespettatori, anche gli alleati più riottosi e più ribelli del centrosinistra; e il secondo periodo (i quattro anni che vanno dal 1968 al 1972), durante il quale, non essendovi più la farmacopea addormentante dell' onorevole Moro alla testa del centrosinistra, qualcosa è stato fatto in tema di riforme. questo qualcosa, anzi, è stato fatto talmente bene che due tra i punti programmatici che le abbiamo sentito indicare, onorevole Andreotti, sono intesi a rivedere per legge — ne parleremo più avanti — le due uniche riforme che il centrosinistra nel quadriennio 1968-1972 aveva portato avanti e di cui inizialmente la Democrazia Cristiana si era gloriata, con tutti i suoi presidenti del Consiglio , e a cui ella, onorevole Andreotti, ha portato un contributo determinante, ripeto, con l' assemblearismo di cui è stato il brillante, l' intelligente, ma anche il caparbio e poco previggente protagonista in una larga parte della scorsa legislatura. noi crediamo, quindi, che questa valutazione della crisi del centrosinistra sia esatta ed obiettiva perché, ripeto, pur interpretandola, io l' ho tratta dalle sue testuali, responsabili, reiterate dichiarazioni lungo tutto l' arco dal 1962 fino al 1972. dobbiamo far luogo anche, signor presidente del Consiglio , se lo consente, in questa sede ad una valutazione dei risultati elettorali. mi ha non dico stupito, perché le attenuanti gliele ho già concesse, ma colpito sfavorevolmente una sua frase: « non è questa l' occasione per commentare politicamente le elezioni del 7 maggio » . ma, onorevole Andreotti, quale occasione migliore di questa può cogliere il Parlamento italiano per commentare politicamente le elezioni del 7 maggio? non credo che dovremo presentare delle interpellanze e delle mozioni per poter discutere i risultati elettorali; siamo qui per renderne conto, altro che per discuterli! ed è questa. l' occasione, ripeto. in tutte le occasioni postelettorali il Parlamento, il Governo hanno preso autonomamente la decisione di discutere i dati elettorali. è il solo modo corretto, io credo, per dar luogo ad un inizio della legislatura producente da tutti i punti di vista . e allora consenta che sia io qui a, scrivere una pagina del suo libro incompleto. a questo punto devo dire che sono lieto e fiero di poter scrivere questa pagina in questo momento, cioè la pagina relativa alla valutazione dei dati elettorali, perché, signor presidente del Consiglio — e non lo dico a titolo personale — si tratta di una pagina largamente autobiografica. se queste elezioni hanno dato luogo — basta guardarci — ad un mutamento qui dentro e, pertanto, fuori di qui, se queste elezioni hanno dato luogo ad una novità, che può dispiacere, che fa strillare qualcuno di furore o di rabbia addirittura, che fa sorridere altri, che immalinconisce altri ancora, ma che comunque ha attirato su di sé l' attenzione di tutta l' opinione pubblica italiana e non soltanto italiana, se qualche cosa di nuovo vi è, esso emerge da questi banchi. signor presidente del Consiglio , senza alcuna retorica mi permetta di dire a me stesso — che sono, insieme con Gianni Roberti, superstite della prima pattuglietta parlamentare del Movimento Sociale Italiano del 1948 mi permetta, di dire a me stesso che, guardando questi banchi così diversi, mi sento commosso. mi permetta di dire che, avendo seguito dal 1948 sino al 1953, al 1958, al 1963 e così via per sei legislature ormai (cinque e un inizio di sesta legislatura), le alterne nostre vicende e avendo veduto i nostri banchi diventare diversi da quelli, deserti, della prima legislatura, ma non avendoli mai visti così, avendoli sognati magari così; mi consenta di dire, ripeto, che questa è una vittoria, di cui chiunque dovrebbe essere orgoglioso (perdonate l' immodestia e quel pizzico di positiva retorica che deve pur esservi in considerazioni di questo genere). non le sembra che io possa dire che questo successo, essendo un successo genuino di consenso, è un successo che deve inorgoglire l' intero Parlamento e comunque l' intera opinione pubblica ? non sono mica voti di clientela questi, onorevole Andreotti! saranno brutti, saranno sbagliati, li giudicherete come vorrete, ma certamente non sono voti di clientela, certamente non sono i soldi della Confindustria che hanno portato questi voti e questi parlamentari. certamente non sono state le pressioni e non sono stati i ricatti; certamente nessuno ha, minacciato ad alcuno l' inferno su questa terra o nell' altro mondo perché votasse Msi o destra nazionale. si tratta di voti di consenso, di una grande manifestazione di consenso. capisco che altri non può mettere in rilievo questo dato, però dovrà anche comprendere che noi abbiamo tutto il diritto di farlo. forse qualcuno potrà anche umanamente comprendere che io dentro di me faccia qualche confronto e penso che nel 1948, quando eravamo solo in cinque senza alcun dubbio assai vicini, molto più vicini, alle origini che vengono addebitate a me e a parecchi fra noi, nessuno ci perseguitava, nessuno ci contestava. non esistevano norme eccezionali che tendessero a colpire questo settore del Parlamento. sono venute dopo, e vengono richiamate proprio adesso, quando il consenso popolare si è determinato così vastamente a nostro favore. il che dovrebbe indurre alla meditazione e forse alla vergogna uomini liberi che dicono di battersi per la libertà e si battono invece vergognosamente contro un consenso di opinione pubblica così vasto, non appena questo consenso è stato dato. potevate almeno avere il buon gusto di aspettare un poco, ma è bene, come dirò più avanti, che abbiate commesso fra i tanti questo grande, pesantissimo errore di costume. a parte queste considerazioni che ci riguardano, che mi sono permesso di esprimere anche in prima persona e delle quali mi scuso, io penso, onorevole presidente del Consiglio , che, in corretti termini politici, non si possa dare, da parte di qualunque settore di questo Parlamento (infatti i comunisti hanno dato un' interpretazione del dato elettorale più corretta di quanto non abbia fatto lei) un' interpretazione valida dei risultati del 7 maggio se non parlando di spostamento verso destra dell' elettorato. un milione e mezzo di voti in più a quella che voi chiamate estrema destra , alla destra nazionale, ha un significato; la scomparsa da questo ramo del Parlamento, e praticamente dalla geografia politica italiana del più a sinistra fino a ieri fra i partiti politici italiani, il partito socialproletario, ha un significato; il fiasco colossale dei gruppi extraparlamentari di sinistra che erano tanto extraparlamentari, da non vedere l' ora di collocare qualcuno, magari Valpreda, in Parlamento, ha un significato. poiché altri significati non possono darsi alla vicenda elettorale se non di battuta di arresto e di lieve (però vi è stato) deterioramento marginale delle posizioni comuniste, in percentuali ed anche in numero di eletti; poiché gli altri settori non denunciano certamente avanzate; poiché la Democrazia Cristiana si vanta di avere recuperato a destra (e ne parleremo in prosieguo); poiché le schiere liberali, socialdemocratiche e socialiste non tornano certamente impinguate di voti e quindi di parlamentari; ebbene noi riteniamo che una sola sia l' interpretazione corretta del voto del 7 maggio, la sola corretta interpretazione delle elezioni che voi avete voluto anticipate perché era urgente conoscere la volontà del popolo italiano , perché bisognava tastarne il polso, perché attraverso il suo verdetto bisognava correggere errori che voi avevate compiuto e imposto e che riconoscevate come tali. se voi sfuggite a questa valutazione dicendo che non è il caso di parlarne ora (quando ne vorremmo parlare? alle prossime elezioni?), se sfuggite a questa corretta valutazione, non so quale giudizio politico serio possiate dare insieme con tutti noi, pur nei diversi o opposti punti di vista , della situazione che si è determinata in Italia. se dagli aspetti, diciamo così quantitativi, che hanno un grosso peso, ma che potrebbero anche essere considerati effimeri, mutevoli, incostanti, se da questi aspetti matematici della valutazione delle elezioni del 7 maggio si passa ad una valutazione degli aspetti propagandistici di quella campagna elettorale , ne derivano, onorevole presidente del Consiglio , considerazioni molto più interessanti. i comunisti, i socialproletari, i socialisti, vi hanno accusato, come sapete (mi rivolgo a voi come democristiani), durante la campagna elettorale , di condurre una propaganda di destra. la mia accusa non vuole essere così tagliente: certamente avete condotto una campagna elettorale spostata da sinistra, certamente avete concordato — penso che lo abbiate fatto poiché non vi conosco una disciplina di partito tanto rigida da poterlo imporre — con gli uomini più rappresentativi del cartello della sinistra democristiana un certo modo di comportamento estremamente cauto, e riservato, addirittura fino al silenzio durante la campagna elettorale . avete utilizzato la televisione: giusto, ma lo avete fatto a fini elettorali, a fini di recupero voti, a fini di orientamento dell' elettorato, al fine di far conoscere quello che doveva essere il vostro vero volto, mandandovi i moderati o, se vogliamo essere più corretti, riferendoci alle vostre correnti di partito, i dorotei di stretta osservanza e, come punte avanzate, i fanfaniani. l' onorevole Fanfani, forse non a caso, è stato nominato senatore a vita alla vigilia della campagna elettorale (non giudico ciò scorretto, per carità, però forse non è accaduto a caso) per poter rappresentare con ancor maggiore autorità il pensiero volitivo, avanzato della Democrazia Cristiana di fronte al corpo elettorale . ha condotto una campagna giovanile, l' onorevole Fanfani, frenetica, con un giovanilismo che neppure noi, che lo conosciamo da tanti anni, gli conoscevamo. forse, l' incarico di ministro senza portafoglio per i problemi della gioventù, più che all' onorevole Caiati (un po' massiccio...) poteva essere affidato senz' altro all' onorevole Fanfani. tanto le origini sono le stesse... l' onorevole Caiati, penso, non dimenticherà, svolgendo il suo incarico per i problemi della gioventù, i giorni lontani in cui era alle mie dipendenze: perché la massima carica che io ho ricoperto in regime fascista è stata quella di fiduciario per la facoltà di lettere del Guf di Roma (pensate, onorevoli colleghi !) e l' onorevole Caiati era allora uno dei miei adepti, e dei più puntuali e precisi. mi auguro che egli non abbia perduto quelle qualità... quando tenevamo le nostre piuttosto noiose, lo confesso, adunate (per noi giovanotti c' era di meglio) del sabato, in divisa e col berretto goliardico della facoltà di lettere, mi convincevo che le cose fossero andate bene quando vedevo arrivare puntuale e torreggiante l' attuale onorevole Caiati. era sempre il primo ad arrivare... mi auguro che sia anche il primo ad arrivare alle sedute del Consiglio dei ministri e si occupi dei problemi della giovinezza senza dimenticare gli insegnamenti del passato. l' onorevole Fanfani, ripeto, è stato giovanile durante la campagna elettorale . nessuno può pensare che il segretario della Democrazia Cristiana , tanto amico dell' onorevole Fanfani, non abbia concordato con il presidente del Senato un programma di valida ed efficace (lo dico senza ironia) propaganda. ma perché la scelta è caduta proprio sull' onorevole Fanfani? perché quella propaganda è stata valida ed efficace? perché l' uomo era credibile ed era tale perché nella Democrazia Cristiana l' onorevole Fanfani era l' uomo al quale si attribuiva la formula della non irreversibilità del centrosinistra; perché si sapeva che l' onorevole Fanfani aveva pagato di persona per avere sostenuto la non irreversibilità della formula di centrosinistra; perché i comunisti, tanto per parlare chiaro, non avevano accettato di dare i loro voti allo stesso Fanfani come presidente della Repubblica perché lo si accusava di essere l' uomo contrario istituzionalmente al centrosinistra come formula irreversibile. dopo aver pagato di persona in quel senso, l' onorevole Fanfani è stato utilizzato dal suo partito per compiere opera di persuasione nei confronti degli elettori italiani ai quali, con la credibilità di Fanfani, è stata rappresentata durante tutta la campagna elettorale una Democrazia Cristiana decisamente contraria al centrosinistra come formula irreversibile. questa è stata, colleghi della Democrazia Cristiana , la vostra condotta nel corso della campagna elettorale . riconosco anch' io, onorevole Andreotti, che queste considerazioni scadrebbero nella polemica, forse quasi con punte personali (e non è vero) o addirittura nel pettegolezzo politico se la vostra campagna elettorale non avesse avuto successo, se gli elettori non vi avessero preso sul serio, se attraverso quel tipo di campagna elettorale voi non foste riusciti — incredibilmente, secondo le vostre stesse previsioni, che erano molto pessimiste alla vigilia — a mantenere le posizioni e a rientrare tanti quanti eravate in questa Camera e nell' altro ramo del Parlamento con piccolissime modificazioni di percentuali e di eletti. sicché dall' alto della Democrazia Cristiana è venuta questa impostazione che le sinistre dicono di destra, che noi diciamo « fanfaniana » e contraria al centrosinistra; un' impostazione di Democrazia Cristiana dal piglio giovanile, autoritario, leggermente integralista, pronta a mutare alleati e pronta comunque a rompere lo « storico colloquio » con i socialisti e a chiudere rigidamente ai comunisti. dall' alto è venuta questa ispirazione e alla base vi si è dato credito. non oso presumere, onorevole Andreotti, che la squisita cortesia e ospitalità e il senso democratico che caratterizzano i dirigenti della televisione italiana mi consentiranno nei prossimi giorni o nelle prossime settimane un altro colloquio con lei (nel frattempo, oltre tutto, ella è diventato troppo importante perché io possa osare di sperare tanto) come accadde dopo le elezioni del 13 giugno. mi consenta, tuttavia, almeno di immaginare (spero che ciò non sia irriverente) quello che potrebbe accadere se il colloquio fosse ripetuto adesso. ella, onorevole Andreotti — come sempre intelligente, abile, garbato, di spirito — mi disse allora: « onorevole Almirante, faccia attenzione! se la Democrazia Cristiana facesse suonare le trombe, i voti a voi prestati tornerebbero in caserma... » . io risposi: onorevole Andreotti, i voti sono sempre prestati. cercheremo di comportarci in guisa tale che ci rimangano » . sta di fatto che i voti voi li avete recuperati, e noi li abbiamo mantenuti e accresciuti dove li avevamo presi il 13 giugno, li abbiamo raddoppiati in tutto il resto d' Italia. ne hanno pagato le spese altri. ciò non dispiace a lei, ciò non dispiace neppure a me. ma se ora ci ritrovassimo di fronte alle telecamere, non crede che sarei io a dire, senza impertinenza: « onorevole Andreotti, attenzione, perché vi abbiamo prestato molti voti, molti voti di destra o di centrodestra o di un centro che guarda a destra o di un centro che non ne vuole sapere della sinistra o di un centro che di socialisti non ne vuole sapere assolutamente mai più, sulla base degli argomenti che voi avete raccontato alla gente durante la campagna elettorale , e anche prima della campagna elettorale , per giustificare lo scioglimento anticipato delle Camere. onorevole Andreotti — le direi con ragione — attenzione! quei voti verranno a casa non appena e nel momento in cui la Democrazia Cristiana dovesse scegliere nuovamente la vecchia strada » . ed allora, onorevole Andreotti, per riferirmi alla conclusione mancata del suo romanzo giallo , ella ha lasciato intendere, o lo ha detto abbastanza chiaramente, che la piattaforma democratica di questo Governo e di questa maggioranza va oltre questo Governo e questa maggioranza e include i socialisti. ella ha rivelato (noi, d' altra parte, lo sapevamo), ha confermato che il primo tentativo postelettorale era consistito nel mettere in piedi, una maggioranza che comprendesse i liberali e i socialisti. ella ha fatto chiaramente intendere che c' è stata una pregiudiziale negativa socialista, pregiudiziale che l' onorevole Bertoldi iniziando il suo discorso questa mattina ha confermato, e che non c' è stata una pregiudiziale iniziale negativa liberale. sicché il suo romanzo giallo vorrebbe concludersi con una puntata speranzosa: il morto dovrebbe risuscitare e l' assassino non avrebbe quindi bisogno di essere individuato (anche perché gli assassini sono stati molti): il morto dovrebbe risuscitare — una respirazione bocca a bocca — e si dovrebbe tornare, dopo il fatidico ottobre, ad una collaborazione con i socialisti. credo che dopo il discorso di questa mattina dell' onorevole Bertoldi a lei e agli altri soci della coalizione di Governo e di maggioranza siano rimaste poche speranze. ma se questo dovesse tuttavia accadere, onorevole Andreotti, non le sembra che l' ultimo capitolo del suo romanzo giallo , a seguito della valutazione corretta ed esatta che io ho dato della campagna elettorale , dei suoi risultati, ma sopratutto delle vostre impostazioni per tentare di ottenere i risultati che, almeno in larga parte, avete ottenuto, non le sembra, dicevo, che un ultima capitolo di tal genere sia moralmente invalido, politicamente illegittimo e programmaticamente suicida? onorevole Andreotti, il centrosinistra che voi in sostanza mirate a ricostituire non è più il centrosinistra come potevate vederlo — e lo condannavate — alle origini, o prima che nascesse nel 1962. sono passati dieci anni, e in dieci anni almeno dieci governi, tra quelli di coalizione e quelli monocolori di attesa e di pausa di meditazione, hanno impersonato il centrosinistra, almeno dieci volte ci siamo sentiti raccontare in Parlamento i programmi, più o meno estesi ad organetto, di governi di centrosinistra. è finita con un fallimento, avete confessato questo fallimento, siete riusciti a scendere dalla barca del centrosinistra facendo affondare la barca e salvando voi stessi con uno di quei salvataggi in extremis che caratterizzano la diabolica abilità della Democrazia Cristiana , della propaganda della Democrazia Cristiana . adesso che cosa volete? mettere la corda al collo a coloro che ritengono, poverini, di essersi salvati aggrappandosi alle vostre vesti? penso che a tentativi di tal sorta non si possa arrivare. dobbiamo anche dirvi che a tentativi consimili noi guardiamo sorridendo, onorevole Andreotti, perché se fossimo cinici ci augureremmo la loro riuscita. se pensassimo soltanto ad accrescere ulteriormente questo settore della Camera noi vorremmo che si facesse presto, perché, date le esperienze precedenti, sappiamo tutti come andrebbe a finire. qualcuno a sinistra, oggi, credo erroneamente, ha lanciato l' anatema contro la Democrazia Cristiana nel caso in cui essa dovesse dar luogo — callidamente — ad un nuovo scioglimento delle Camere , a non lunga distanza, ed a nuove elezioni. perché vi agitate, colleghi della sinistra, o dell' estrema sinistra ? avete il « popolo » , con quattro p, insieme con voi, avete le masse popolari con voi, ogni giorno ritenete di poter agitare le masse contro i governi o per i governi, contro le maggioranze o per le maggioranze... ebbene, le occasioni nelle quali si può constatare se un partito abbia una validità di popolo sono esattamente le occasioni elettorali. noi non stiamo chiedendo — sarebbe ridicolo, assurdo, grottesco da parte nostra, e da parte di chiunque in questo momento, beninteso — nel momento in cui si stanno analizzando i risultati di elezioni appena concluse, non stiamo chiedendo che si apra una nuova pagina elettorale, anche per motivi di salvaguardia personale, anche perché abbiamo fatto troppi comizi durante la campagna elettorale , noi che i comizi usiamo fare, perché questa è l' arma dei poveri. non stiamo chiedendo nuove elezioni; ma vorremmo che almeno in questo tutti i settori del Parlamento fossero d' accordo: nel non prendere sul serio la Democrazia Cristiana quando minaccia nuove elezioni, perché sarebbe l' ora della morte elettorale per la Democrazia Cristiana se, a seguito di un nuovo tentativo e di un nuovo fallimento di centrosinistra, a nuove elezioni si arrivasse. quindi io consiglierei alla Democrazia Cristiana di moderarsi quando crede di poter minacciare qualcuno; e credo che dobbiamo esaminare, dopo aver completato il romanzo giallo dell' onorevole Andreotti, la situazione politica italiana , quale essa si presenta nei suoi dati reali in questo momento. non ho avuto il piacere di udire personalmente l' onorevole Berlinguer (so che si è occupato di me, e tra poco replicherò); però ho avuto cura di leggere il testo del suo intervento, nel quale il partito comunista assume una posizione, a nostro avviso, di particolare rilievo, quando dice, per la bocca del suo uomo più rappresentativo, che l' alternativa non è tra centrosinistra e centrismo, ma che essa è ormai più radicale: sinistra o destra. io non desidero né condividere né respingere questa impostazione del partito comunista : ne prendo atto; ne prendo atto perché ho l' impressione che questa posizione del partito comunista sia molto importante, se è destinata a durare, in quanto non può non incidere sulle posizioni che stanno per assumere i socialisti fino al loro congresso, e probabilmente anche nel loro congresso. io comunque non direi, così radicalmente, che la scelta è fra destra e sinistra; direi a lei, signor presidente del Consiglio , con tutta cortesia, che la scelta è fra tornare indietro e tentare di andare avanti. dietro le spalle di questo Governo è il centrosinistra; tra le prospettive future di questo Governo è il tentativo di disincagliarsi dal centrosinistra. ma, badate, non di disincagliarsi dal centrosinistra come formula, perché questo avrebbe poca importanza: se una coalizione come questa — per nostalgia del centrosinistra, o per quella che io chiamo, in altri casi, la « nostalgia dell' avvenire » , cioè per una nostalgia proiettata in avanti, per il desiderio di riallacciare in qualche guisa i legami con il partito socialista — se un Governo come questo, che di centrosinistra non è, facesse una politica di centrosinistra, tentasse di portare innanzi (come in parte sta già tentando di fare, e lo vedremo) i programmi e le leggi del centrosinistra, la formula non avrebbe alcuna importanza: si tornerebbe comunque indietro, perché il centrosinistra (lo ha detto lei, onorevole Andreotti, durante la campagna elettorale , in modo solenne, e non gliel' ho sentito né rettificare né smentire) ha rappresentato la marcia del gambero, non soltanto quanto al grande tema dell' isolamento del partito comunista e dell' allargamento dell' area della democrazia, ma anche in ordine alle riforme, perché le riforme sbagliate sono assai peggiori della mancanza di riforme. e di riforme sbagliate avete parlato voi, tanto è vero che venite qui a proporcene la revisione parziale, mentre per altre riforme proponete che si vada senz' altro avanti, con una paurosa contraddizione, che mi permetterò più oltre, onorevole Andreotti, di mettere in rilievo. noi ci chiediamo, allora, se vi siano le condizioni per andare avanti, perché questo Governo vada avanti; quali siano, cioè le garanzie intrinseche a questo Governo, a questa formula di Governo, a questi uomini di Governo, a questo programma di Governo , per andare avanti e disincagliarsi per sempre dalle secche, dai tranelli, dagli errori, dai fallimenti del centrosinistra. mi consentirà, onorevole Andreotti, di non ritenere che ella, in quanto tale, sia una garanzia in questo senso. nessuno è riuscito a sapere — e lo dico a suo merito e onore — a qual mai gruppo o corrente della Democrazia Cristiana ella appartenga; quale sia il suo orientamento e quale sia, in atto o in prospettiva, la sua disponibilità. credo di poter dire, e lo affermo senza alcuna punta polemica (sono giudizi politici che abbiamo il dovere di esprimere), che la presenza liberale in codesto Governo non costituisce di per sé una garanzia di disincagliamento del Governo dalle secche del centrosinistra. io non intendo in questa occasione riaprire con i colleghi liberali antiche polemiche. non voglio ricordare — sarebbe troppo facile — che un' iniziativa improvvida del partito liberale fu all' origine dell' apertura a sinistra e del centrosinistra. non voglio ricordare il periodo veramente oscuro o, se vogliamo usare un termine più proprio, opaco delle convergenze parallele . non voglio ricordare i servigi che l' onorevole Malagodi, certo involontariamente, rese alla causa dell' apertura a sinistra al tempo del famoso « ci provino » e dopo tutto ciò può riaprire polemiche che possono anche avere poco significato in questo momento, in Parlamento. ma quando io rilevo che l' onorevole Andreotti dichiara che la piattaforma di questo Governo è tale da comprendere anche il partito socialista , e lo dice senza particolare riferimento ad un gruppo o all' altro del partito socialista , ma per tutto quanto il partito socialista , e a nome di tutta quanta la coalizione e la maggioranza governativa ; quando rilevo che l' onorevole Andreotti afferma che il tentativo di costituire, all' inizio di questa nuova legislatura, un Governo con i socialisti e con i liberali è fallito per una pregiudiziale socialista, non esistendo una pregiudiziale liberale e non avendoci alcuno dato notizia, non dico di una pregiudiziale, ma di una qualche condizione politica e programmatica eventualmente posta dai liberali per impedire che con il ritorno dei socialisti si arrivasse al peggior centrosinistra, quello dipinto come fallimentare dal partito liberale durante la campagna elettorale e — dobbiamo dargliene atto — nel corso di tutto un decennio; quando ricordo a me stesso che l' onorevole Malagodi ha fatto ogni sforzo e ogni tentativo, da molti anni a questa parte, per evitare di essere chiamato un uomo di destra, per associarsi a posizioni politiche e di costume spesse volte non solo di centro, ma addirittura di centro marciante verso la sinistra; quando io richiamo a me stesso l' immagine di un onorevole Malagodi che lascia la segreteria del partito liberale , ma continua — ne ho l' impressione — ad essere il dominus dello stesso (sia detto con tutto rispetto per i colleghi che con lui collaborano); quando ricordo a me stesso che l' onorevole Malagodi ha respinto fino a ieri come una ingiuria la qualifica di uomo di destra, proprio perché il suo tentativo politico da dieci anni a questa parte è stato quello di reinserirsi comunque in una compagine di Governo; quando credo di capire che l' onorevole Malagodi ha seguito un determinato indirizzo politico allo scopo di prendersi la rivincita nei confronti del « ci provino » e delle successive sberle del 1960 e 1961 (non mettendosi per altro — ahimè! nella condizione di non riprovarci davvero o di non fare ad altri riprovare sul serio ad una scadenza ravvicinata); quando osservo tutto questo, non posso in linea di principio ritenere che la presenza liberale in questa coalizione di Governo costituisca una garanzia al fine di sganciarsi, per sempre o per lo meno per lungo tempo, dalle ipoteche del centrosinistra. e se non è una garanzia la presenza liberale, se non è una garanzia il cosiddetto moderatismo o perbenismo o « degasperismo » un po' deteriore del signor presidente del Consiglio , esistono garanzie alla rovescia. c' è ad esempio, un' ipoteca socialdemocratica che poi, l' onorevole Tanassi mi perdonerà, è una ipoteca dell' ex presidente della Repubblica , più ancora che del partito socialdemocratico . l' onorevole Saragat, che ci ha letto tante interessanti lezioni contro l' autoritarismo, ha dimostrato nel giro di qualche mese di essere ultraautoritario all' interno del suo partito; egli ha promosso, ha deposto, ha coperto di onori e ha coperto qualche volta anche di polvere uomini che fino al giorno prima ritenevano di contare qualche cosa. le affermazioni recenti dell' onorevole Saragat sono certamente una ipoteca alla rovescia sulle possibilità, da parte di questo Governo, di andare avanti, e per lei, onorevole Andreotti, di scrivere positivamente l' ultimo capitolo del suo romanzo giallo . non ho bisogno di dir nulla a proposito degli atteggiamenti dell' onorevole La Malfa , anch' essi facenti parte di una ipoteca davvero negativa; come non ho bisogno di dir nulla circa gli atteggiamenti delle correnti della sinistra democristiana. ella, onorevole Andreotti, è stato patetico (lo capisco), esprimendo la sua amarezza, pur nel riconoscimento della lealtà da quelle correnti dimostrata. sono molto belli questi scambi di « amorosi sensi » . io credo senz' altro alla sua amarezza; debbo dirle però che sono rimasto sbalordito per il senso di sacrificale disciplina che gli uomini della sinistra democristiana lo dico a loro onore — hanno dimostrato. tutti per uno e uno per tutti: chi lo avrebbe mai creduto? abbiamo sempre letto sui giornali (e non dovete offendervene, perché non si trattava di giornali soltanto nostri) che, quando si trattava di formare e di entrare in un Governo con tanti ministri e tanti sottosegretari, gli uomini della sinistra della Democrazia Cristiana erano i primi, i più bravi, i più ardenti e i più petulanti. ebbene, si è ritirato l' onorevole Moro e si sono ritirati tutti; non più ministri, non più sottosegretari! a parte l' amarezza, onorevole Andreotti, io avrei paura di uomini simili che, nati ed educati ad una determinata scuola di costume (ho detto di costume, non di malcostume) politico, chiamiamola giolittiana, forse un po' più che degasperiana e un po' più ancora che democristiana, ripeto, educati a quella scuola, di colpo dicono « no » alle poltrone, alle sottopoltrone, e si astengono. onorevole Andreotti, o hanno già assicurati i nuovi posti; o sono veramente una compagine totalitaria, la più totalitaria che esista in questo Parlamento: battono i comunisti! c' è da considerare questa specie di falange macedone in una guisa diversa. non li abbiamo mai presi sul serio, finché stavano al Governo; da quando sono fuori dal Governo, sarei tentato di prenderli veramente sul serio. onorevole Andreotti, altro che amarezza: c' è una grossa ipoteca sul suo Governo. quindi, non ho la impressione che esso possa dare serie garanzie di durare, e soprattutto non ho l' impressione che possa dare serie garanzie di durare bene. allora, onorevole presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , non vi stupite troppo; ricorreremo, noi della destra nazionale, ad un espediente, ad un richiamo nenniano: ci adatteremo alla politica delle cose. vi sono due affermazioni del presidente del Consiglio che io desidero sottolineare, citando sempre tra virgolette. la prima: « il Governo... desidera essere giudicato da quello che in concreto saprà fare » . bene, onorevole Andreotti, noi giudicheremo questo Governo da quello che in concreto saprà fare. la seconda: « non ci dorremo certamente se su alcune leggi al chiaro e concorde impegno della maggioranza si aggiungessero altri consensi » . bene, noi abbiamo notato con sodisfazione che questa volta l' assemblearismo dell' onorevole Andreotti è diventato integrale, perché egli ha detto « altri consensi » , senza precisare da quali parti. prendiamo atto anche di questa seconda affermazione, che innova e corregge, o meglio, onorevole Andreotti, integra il suo precedente assemblearismo. staremo a vedere. per quanto riguarda il nostro atteggiamento sulla fiducia, ho avuto modo di precisarlo nei giorni scorsi, a nome di tutti i colleghi della destra nazionale, dopo averli riuniti e sentiti tutti. anche in questo momento, quindi, ho l' onore di parlare a nome di tutti loro. non attendetevi da noi voti di fiducia . noi voteremo chiaramente e nettamente « no » . credo di averne espresso i motivi, forse in forma polemica, ma spero con una certa chiarezza. solo l' esistenza di garanzie può indurre un gruppo a passare dall' opposizione alla fiducia, o anche soltanto all' astensione; ma, alla stregua di tutte le considerazioni esposte, non esiste alcun motivo di garanzia che questo presidente del Consiglio , che questa formula di Governo, che i partiti che ne fanno parte, che il programma fino ad ora enunziato offrano in guisa tale da consentirci di passare dall' opposizione all' astensione o addirittura alla fiducia. non vi aspettate dunque da noi voti di fiducia ; non vi aspettate da noi voti sottobanco. vorrei pregare tutti i colleghi di prendere cortesemente atto di ciò che con pieno senso di responsabilità sto dicendo. noi crediamo di aver sempre rispettato i colleghi di tutti i gruppi, anche nelle fasi di più accanita opposizione, nello esercizio del loro mandato e del loro dovere parlamentare, e crediamo — lo dico alla mia sesta legislatura — di esserci sempre comportati rispettosamente in quest' Aula. diffido cortesemente, ma diffido, i colleghi, e soprattutto i giornalisti, dal continuare a mettere in circolo voci che non hanno il minimo fondamento: nessuno si attenda in nessuna occasione da noi voti sottobanco. perché questa è una destra che potrete comunque giudicare (ora ne parleremo), che potrete politicamente, o anche per considerazioni storiche o addirittura di costume, ritenere dal vostro punto di vista condannabile; ma non è e non sarà mai una destra di mercimonio o di fiancheggiamento. questa è una destra che pretende di poter essere, lo abbiamo detto durante la campagna elettorale ed abbiamo ottenuto tre milioni di voti su queste impostazioni, una destra di condizionamento e di alternativa. condizionamento ed alternativa che si svolgono e si svolgeranno sempre alla luce del sole in questa e nell' altra Camera, senza possibilità da parte di alcuno di ritenere che qui ci siano gli ascari; perché di ascari ne abbiamo conosciuti in questi venticinque anni, ma non ci è stato dato di conoscerli accanto a noi. li abbiamo conosciuti in ben altri settori. questi sono i nostri atteggiamenti, ai quali ne aggiungo uno (e sono lieto di aggiungerlo): noi siamo i gruppi del MSI-Destra Nazionale . ci accingiamo probabilmente entro l' anno a tenere il congresso unitario del MSI-Destra Nazionale . ho l' onore in questo momento di parlare anche a nome di uomini i quali, d' altra parte, prenderanno essi stessi la parola: credo che l' onorevole Covelli interverrà in questo dibattito, così come l' onorevole Lauro, e anche l' onorevole Birindelli e l' onorevole Roberti interverranno a loro volta. per loro tramite noi interverremo, sia pure più concisamente, forse, di quanto non stia facendo io (e chiedo scusa), per dimostrare a noi stessi, all' opinione pubblica e al Parlamento che questa è la destra nazionale, che le opinioni che esprimiamo le abbiamo discusse, concertate, concordate, ma le abbiamo soprattutto discusse e sofferte durante la campagna elettorale : una campagna elettorale che non dimenticheremo mai perché ha stabilito un tessuto connettivo fra noi, ma soprattutto ha stabilito un tessuto di colloquio, di comprensione, in molti casi di affetto genuino, tra tanta parte della pubblica opinione — anche di quella che ha votato forse per la Democrazia Cristiana all' ultimo momento — e la destra nazionale tutta intera. non dimenticheremo dunque i nostri doveri di fondo, doveri morali prima ancora che doveri politici, nei confronti di tutti gli italiani che si sono « benignati » di guardare a noi con un certo interesse negli scorsi mesi. mi permetto a questo punto, onorevole Andreotti, dato che ho letto con particolare attenzione la prima parte del suo ampio discorso, di rivolgerle con tutta serenità una preghiera: eviti di contrapporre a questa nostra costruttiva visione dei nostri doveri verso la nazione e verso il Parlamento l' abusato discorso della lotta su due fronti, anticomunismo e antifascismo; eviti di farlo perché la tesi della centralità così esposta suscita a malapena la nostra attenzione, e determina molti sbadigli di stanchezza, e qualche volta di nausea, nella pubblica opinione . e adesso mi permetto di spiegarmi meglio dicendole, o per meglio dire invitandola molto cortesemente ad osservare insieme con me — perché su questo si può forse andare d' accordo — che, anzitutto, non ha senso il ripudio del comunismo accompagnato da tanti riguardi verso il partito socialista . il quale non è il socialismo, ma è il partito socialista italiano. e non è il partito socialista italiano assimilabile alla logica o alla tradizione del socialismo britannico o del socialismo scandinavo o anche del socialismo tedesco: è il partito socialista italiano, che ha il diritto di essere conosciuto e trattato per i modi con cui si è presentato alla ribalta in questo quarto di secolo. non voglio riandare — sarebbe assurdo, ci porterebbe fuori via — alle sue più antiche tradizioni; voglio limitarmi, per voi, per noi, per tutti, alle esperienze di questi 25 anni. il partito socialista italiano non ha mai voluto rompere il cordone ombelicale con il partito comunista , si è sempre rifiutato di farlo. dal suo punto di vista , può avere torto o può avere ragione; ma diamo atto al partito socialista italiano, in tutte le sue correnti, di non aver mai voluto, appunto, rompere il cordone ombelicale con il partito comunista e neppure con il comunismo. io ricordo che il discorso più lontano dall' adesione, dalla vicinanza, anzi dall' alleanza tra socialisti e comunisti lo ha pronunciato in quest' Aula Pietro Nenni subito dopo i fatti di Praga. ma, anche in quel discorso, Pietro Nenni quali tesi ha sostenuto? ha sostenuto che a Praga si era manifestato il volto umano del socialismo, e quindi il volto umano del comunismo. cioè ha inteso dirci — e dal suo punto di vista aveva tutte le ragioni per farlo — che all' interno del sistema comunistico, per virtù di popolo, a Praga, come precedentemente era accaduto a Budapest (ma allora Nenni non se ne era accorto molto), si stava manifestando quella revisione di indirizzi che poteva portare ad una nuova concezione dell' alleanza tra i popoli e dell' alleanza tra i partiti facenti parte delle internazionali socialistiche. sicché, onorevole Andreotti, che senso ha il parlare, di contrapposizione frontale, come ella ha fatto — ed io sono grato a lei per averlo fatto, anche perché mi ha rubato qualche parola da me pronunciata a Firenze — che senso ha parlare di contrapposizione frontale nei confronti del partito comunista o del comunismo, quando poi si usa, per i motivi che abbiamo detto, tanto riguardo e considerazione nei confronti del partito socialista da volergli tenere a tutti i costi il posto caldo? che senso ha stabilire una barriera, che ella ha detto rigida e invalicabile, anche in termini umani, tra la democrazia e il comunismo, quando ella sa benissimo che i socialisti, subito dopo le elezioni — tutti i socialisti — hanno dichiarato che a sinistra c' è uno schieramento di un 40 per cento di italiani, i quali sono compatti nelle loro democratiche rivendicazioni? l' una e l' altra cosa assieme non vanno. sicché, onorevole Andreotti, non ci cucini più queste minestre melense di un anticomunismo di sole parole, perché è contraddetto dai fatti, da tutta la politica che questo stesso Governo, o per lo meno ella, presidente del Consiglio , vuole condurre. se poi, onorevole presidente del Consiglio — ecco perché dicevo che noi non pigliamo troppo sul serio queste affermazioni — anticomunismo e antifascismo vogliono dire antitotalitarismo, allora, onorevole Andreotti, non ci guardi in viso, quando dice queste cose, con l' aria del censore o del papà severo o del fratello maggiore (non di anni — per carità! — di esperienze, di incarichi, di importanza); perché siamo d' accordo. perché da questa parte nessuno vuole che l' Italia viva esperienze totalitarie, sia perché siamo storicamente convinti che esperienze totalitarie potrebbero esserci preparate soltanto da sinistra e sia perché non abbiamo alcuna intenzione di prendere o riprendere strade di quel genere. lo abbiamo detto, lo abbiamo dichiarato; non abbiamo alcun motivo per dire a questo riguardo o ad altri riguardi cose che non pensiamo. abbiamo stabilito un largo contatto con l' elettorato in questo senso, in questa guisa; abbiamo stabilito un largo contatto fra noi in questo senso e in questa guisa, nel nome di una scelta di libertà che non intendiamo ripudiare, alla quale siamo legati, alla quale io mi sento personalmente ancora più legato da quando la stolida vostra persecuzione crede di colpire me o di colpire tutti quanti noi attraverso norme eccezionali. sicché, onorevole Andreotti, quella parte del suo discorso o dei suoi discorsi la può tranquillamente pretermettere, perché è inutile. e voglio essere ancora più chiaro, perché, signor presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , voi mi perdonerete, ma debbo, sia pure in rapida sintesi — e sono contento che sia presente il signor ministro della Giustizia — parlare di me e di quella che non è una mia personale vicenda, ma si intitola per volontà altrui al mio nome. ho rilevato al principio che il libro giallo del presidente del Consiglio ha un frontespizio significativo: la richiesta di autorizzazione a procedere contro di me in base alla legge 20 giugno 1952, numero 645, articolo 2, volgarmente detta legge Scelba. ho già rilevato che è molto significativo il fatto che quella richiesta di autorizzazione a procedere , spedita in data 7 giugno dalla procura della Repubblica di Milano, giunta, credo, l' 8 giugno al ministero della Giustizia , sia stata trasmessa diligentemente e puntualmente dal Governo, dal ministero della Giustizia alla Presidenza della Camera, in tempo utile affinché il dibattito fosse introdotto in qualche guisa (lo dico senza alcuna vanteria, ed anzi con molta malinconia) più ancora da quella richiesta di autorizzazione a procedere che dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio . parlo di questa vicenda con estrema serenità; l' onorevole Enrico Berlinguer, stamane, si è affaticato nell' annunciare che i comunisti voteranno a favore. non vi lascerò questo gusto, perché non sono fatto in guisa. tale da avvalermi dell' immunità parlamentare di fronte ad una procedura siffatta: me ne vergognerei. non penso lontanamente di chiedere le difese di questo ramo del Parlamento (e lo dico per fare onore al Parlamento), né dei comunisti né degli altri gruppi, per una causa di questo genere. mi riservo di darne comunicazione al presidente della Camera , al quale chiedo scusa se ho dovuto preannunciare ciò in quest' Aula; poiché si è verificato il fatto inusitato e villano che un esponente di un altro gruppo, in Aula, non essendo l' argomento all' ordine del giorno , abbia chiesto che un' autorizzazione a procedere per un reato di opinione sia concessa, non potevo non dirvi che avete sprecato il vostro tempo e le vostre parole, avete fatto una brutta figura, vi siete infangati ancora di più, perché non ho mai avuto intenzione di coprirmi con l' immunità parlamentare. detto ciò, è opportuno che i colleghi parlamentari ed i rappresentanti della stampa sappiano che la richiesta di autorizzazione a procedere — e ne ho la fotocopia — inoltrata contro di me dalla procura di Milano è pesantemente viziata, per irregolarità formali e sostanziali di cui il Governo non ha tenuto il minimo conto. signor ministro della Giustizia , è stata indirizzata a lei; se ella intende fare il passacarte come ministro della Giustizia , avrò da ora in poi, anche a titolo personale, di lei un concetto diverso rispetto all' altissimo concetto che ho sempre avuto. e me ne dispiace. ne parleremo comunque nel merito, quando ci arriveremo. dato che sono stato chiamato in causa, non posso non fornire qualche piccola precisazione. dicevo che quella richiesta è viziata pesantemente, perché in essa e nei documenti allegati ci si riferisce ad una inchiesta di polizia giudiziaria iniziata molti mesi fa, quasi un anno fa, a carico della mia persona e della formazione politica che ho l' onore di dirigere (ma l' autorizzazione a procedere riguarda la mia persona). tra gli allegati, e risulta dall' elenco di cui ho la fotocopia, ci sono atti riservati; si è proceduto da parte di tutte le questure d' Italia, per ordine della procura della Repubblica di Milano (ma del ministero dell'Interno , io credo, come passacarte) a perquisizioni, a requisizioni, ad inquisizioni nei confronti di un deputato segretario di un partito che, se non sbaglio, è il quarto partito italiano, senza che io abbia mai ricevuto un avviso di reato né una notificazione. tutto questo io l' ho letto sui giornali. a tale proposito desidero ricordare che quando, recentemente, un giornalista ha subìto una perquisizione, ha subìto un interrogatorio un po' fuori dalle norme, si è mossa l' universa Italia in nome di tutte le libertà. io credo che l' episodio che ho citato, e che mi spiace mi riguardi, ma del quale ho dovuto parlare per accenni (e ne parleremo più ampiamente, perché chiederò che si voti l' autorizzazione a procedere , ma parlerò in quella occasione, e spiegherò di che si tratta), sia in se stesso tale da non fare molto onore al sistema o al regime che ci governa, comunque lo si consideri. ripeto, lo dico senza alcuna preoccupazione personale, o di gruppo, o di partito, perché nella sostanza sappiamo che si tratta di un giudizio che chiederò si svolga, che io solleciterò si svolga, perché desideriamo che questo giudizio abbia luogo, desideriamo abbia luogo davanti alla magistratura e davanti a tutto il popolo italiano . e riteniamo, per una esperienza che ci ha ingigantiti quanto più ci avete discriminati e perseguitati, che saremo molto più numerosi la prossima volta anche in virtù di procedure e di persecuzioni di questo tipo. vedremo, certo. per ora io sono qui e ho visto altri non tornare. tutto ciò io dico con maggiore amarezza perché, onorevoli colleghi , io sono a voi noto da tanti anni. da tre anni a questa parte, avendo il destino fatto gravare sulle mie spalle l' onere e l' onore di dirigere il Movimento Sociale Italiano , insieme con i miei amici e colleghi ho assunto la decisione di prendere la strada più difficile, una strada che le altre forze politiche italiane, dal loro punto di vista , ciascuna nell' arco della sua tradizione, avrebbero forse con qualche utilità generale potuto assumere e percorrere. noi ci siamo assunti la responsabilità grave e difficile della revisione. abbiamo riveduto molti nostri indirizzi. abbiamo messo da parte riti e orpelli non perché li rinnegassimo o ce ne vergognassimo, ma perché ritenevamo e riteniamo che ogni uomo libero e pensante debba procedere nel solco della storia lasciando dietro di sé ciò che non rappresenta alcun motivo ed alcuna possibilità di attualità, portando innanzi e rivedendo e arricchendo di contenuti... lasciateli strillare, perché è su questo punto che la loro rabbia esplode, è qui che le sinistre reagiscono. se io oggi vi facessi un discorso apologetico del fascismo o venissi qui, lo dico per assurdo, con tanto di labari e gagliardetti, ne sarebbero lieti. è delle impostazioni moderne e nazionali e di pacificazione della destra nazionale che quei signori hanno paura, perché essi sono l' odio, perché essi desiderano che gli italiani restino abbarbicati ai frusti temi della guerra civile , perché essi ci temono proprio in quanto siamo liberi, non siamo telecomandati, non abbiamo centrali straniere che ci diano ordini. essi ci temono in quanto come uomini liberi abbiamo voluto e saputo compiere una profonda revisione, una profonda e nazionale revisione di indirizzi. sicché il fatto che la persecuzione incalzi contro di noi proprio in questo momento, dopo i tre milioni di voti conseguiti con questi atteggiamenti; il fatto che il capo del partito comunista incalzi affinché l' autorizzazione a procedere sia concessa denota (altro che, onorevole Andreotti, la contrapposizione frontale al comunismo!) la sostanziale soggezione di questo mezzo regime, in mezze maniche e calzette, agli ordini delle speculazioni politiche, delle speculazioni di costume odiose del partito comunista e degli alleati socialisti del partito comunista . sicché, onorevole Andreotti, voi ci date in questo modo, tutti quanti insieme, in Parlamento, dopo che ce la siamo conquistata dinanzi alla televisione e nelle piazze, quella patente di scelta di libertà alla quale teniamo più che ad ogni altra cosa al mondo e in nome della quale abbiamo potuto costituire, poi arricchire e consolidare, e oggi consacrare in termini politici dopo averla portata alla vittoria in termini elettorali, la nostra formazione unitaria di destra nazionale. ma — e vedete che continuo a fare la critica di me stesso — mi dicono: a Firenze...! quanto a Firenze, innanzitutto permettetemi di contestare, un poco giornalisticamente, il pulpito da cui è venuta la predica. a seguito del discorso di Firenze io sono stato aggredito da un giornale democratico-liberale, La Nazione , diretto da uno dei quei santoni del liberalismo e della democrazia che non perdono occasione, sui quotidiani, sui rotocalchi, per impartire agli italiani e soprattutto alla gioventù, nel nome di una intemerata, continuativa e immarcescibile condotta di rispetto delle pubbliche libertà, lezioni, a volte severe come quando si tratta di me, a volte dolci come quando si tratta di altri: comunque, lezioni. da che pulpito? ebbene ho qui fra i tanti — ne volete prendere nota? — uno scritto del mio censore Domenico Bartoli, pubblicato su Costruire, anno X, intitolato « legionari d' Africa » . io a Firenze ho turbato l' ordine pubblico perché ho parlato un linguaggio violento e guerriero. Domenico Bartoli parla di « fondamentali virtù della stirpe, quelle che diedero alla civiltà del mondo un volto solo, il volto di Roma, e che si espressero quasi miracolosamente in Mussolini, duce guerriero delle camicie nere » . continuo citando ancora Domenico Bartoli, il quale scrive: « del resto, ai rudi e gagliardi legionari non piace, fedeli come sono al comandamento del capo, il battere clamoroso della grancassa. questo si addice forse alla legione straniera , tanto cara ai francesi e ai giornalisti in cerca di colore, ma che altro non è se non accozzaglia di senzapatria » . forse ricordando questo scritto Domenico Bartoli cercava colore nel cinema di Firenze in cui parlavo: colore nero; ma non lo ha trovato, ha trovato il Tricolore. cercava un discorso nostalgico, ma non lo ha trovato; ha ascoltato un discorso politico. e allora è sorta la speculazione virulenta del democratico-liberale Domenico Bartoli e poi di tutta la stampa, socialcomunisti in testa, contro di me per avere detto io cose gravissime. vediamo che cosa ho detto. trovo una frase: « netta contrapposizione verso un sistema come quello comunista il cui costo umano è tale da obbligare senza alcuna sosta ogni uomo libero a impedirne il successo » . Almirante? no, Andreotti. lo ha detto l' onorevole Andreotti ieri. mi pare che sia, una frase abbastanza pesantina, perché se si invita ogni uomo libero a impedire, come uomo libero, il successo dell' aggressione comunista, che in termini umani deve essere impedita, si va al di là di quel diritto alla legittima difesa che io ho invocato a Firenze. a Firenze, signor presidente del Consiglio , mi sono riferito — e si è riferito anche lei, sia pure indirettamente — all' assassinio di Luigi Calabresi, all' assassinio a Gorizia di tre carabinieri; mi sono riferito all' assassinio del giovane Annarumma a Milano nel 1969, mi sono riferito all' assassinio di Ugo Venturini a Genova nel 1970. per fortuna non potevo riferirmi, perché il fatto è accaduto qualche giorno dopo, al rogo in cui hanno rischiato di morire otto nostri giovani a Roma, due dei quali sono ancora all' ospedale in fin di vita. riferendomi a quegli episodi, ho detto testualmente ai giovani (avverto la Presidenza che ho il testo ufficiale, quello congedato dalla questura di Firenze, che è stata invitata dal signor ministro dell'Interno ad occuparsi dell' episodio), dopo aver parlato di quegli episodi: « non vi invito alla violenza, ma, alla rassegnazione no » . penso che sia il meno che possa dirsi, anche perché non abbiamo alcuna notizia — e son passati già molti giorni — circa le indagini sull' assassinio di Luigi Calabresi, non abbiamo alcuna notizia circa le indagini sull' assassinio dei tre carabinieri a Gorizia, ma — quel che è più grave — non abbiamo alcuna notizia circa le indagini sull' assassinio di Annarumma a Milano nel 1969 e di Venturini a Genova nel 1970. quanto a questi due ultimi delitti, mi permetto di ricordare a tutti i colleghi che noi li abbiamo potuti contemplare in fotografie che i giornali hanno pubblicato. vi è la fotografia relativa alla scena avvenuta a Milano vicino a piazza della Scala, quando Annarumma fu assassinato con una lunga trave ficcata dentro un' automobile. e i giornali di Genova hanno pubblicato (gliele abbiamo date noi, avendole date alla questura e alla magistratura) le immagini, scattate durante l' episodio, che ritraevano i sette — dico i sette — teppisti e delinquenti comuni che lanciavano sassi e che hanno assassinato accanto a me Ugo Venturini. io credo non sia troppo chiedere a questi congegni di giustizia, onorevole Gonella, che procedono così rapidamente quando si tratta di autorizzazioni a procedere contro di noi o contro di me, che si proceda almeno altrettanto rapidamente quando si tratti di individuare o tentare di individuare gli assassini, i delinquenti comuni. vero quello che ha detto il presidente del Consiglio (e lo ringrazio per averlo detto): e cioè che la situazione italiana è gravemente turbata quanto all' ordine pubblico dalla presenza di criminali efferati e con nuovissime tecniche. è vero — e io ringrazio il presidente del Consiglio per averlo detto e credo sia la prima volta che lo sentiamo dire da un presidente del Consiglio — che fenomeni simili non sono riconducibili, come si sostiene dalla sinistra, allo stato di benessere, all' alto tenore di vita e quindi alle sperequazioni sociali, ma sono riconducibili a trame sovversive interne e internazionali. io non ho neppure detto questo a Firenze, perché non conosco, non ho i documenti relativi a trame sovversive interne o internazionali; ma penso che il ministero dell'Interno li abbia. abbiamo assistito allo scandalo relativo all' insabbiamento del rapporto Mazza. durante l' ultima campagna elettorale , signor presidente del Consiglio , abbiamo assistito ad uno scandalo più grave, alle giustificazioni penose dell' ex ministro dell'Interno Restivo, il quale, incolpato di non aver saputo tutelare l' ordine pubblico durante il periodo in cui era al Viminale, rispose in pubblico, durante la campagna elettorale : « non è mia la colpa, ricevevo pressioni socialiste, i socialisti mi impedivano di intervenire » . e i socialisti controbattevano polemicamente questa affermazione. ma i documenti non sono venuti fuori né dall' una né dall' altra parte e il signor capo della polizia è inamovibile da parecchi anni ed è al centro senza dubbio di indagini insabbiate o non condotte o mal condotte. noi pensiamo di dover denunciare tutto ciò. ed io a Firenze ho detto meno di questo. mi ripromettevo di venire in Parlamento a viso aperto, di fronte ai colleghi e agli avversari politici per dire ancora di più, per dire quello che sto dicendo, poiché mi sento corresponsabile con voi. non importa che noi siamo all' opposizione e che voi siate al Governo, non importa che noi siamo opposizione di destra e voi di sinistra o di centrosinistra: l' importante è che le vite degli italiani che vogliono studiare, lavorare, produrre; le vite degli italiani che vestono una divisa e per i quali non ho sentito spendere se non due paroline molto neglette dal signor presidente del Consiglio ; le vite di tanti italiani sono in pericolo in questo momento. e lo sono da anni non in virtù delle tensioni sociali o delle tensioni provocate dai partiti politici , ma perché lo Stato non funziona, perché la libertà non è garantita, perché la vita, gli interessi, le famiglie, i patrimoni, le scuole, gli ospedali non sono tutelati da chi aveva il compito di farlo. altro che requisitoria contro di me per quello che ho detto a Firenze: requisitoria da Firenze e da qui contro di voi per quello che non avete saputo né voluto fare avendone i mezzi e avendone soprattutto i doveri istituzionali. allora, onorevoli colleghi , questo è il volto, il volto umano (lo posso dire anch' io, onorevole Andreotti) della destra nazionale che ho l' onore di presentare alle Camere in questa nuova legislatura. ci siamo battuti durante la campagna elettorale per la pacificazione nazionale. i vostri giornali — era logico, non me ne lamento, poiché durante la campagna elettorale tutte le facili polemiche sono consentite — hanno irriso a questa nostra alleanza presentandola come una alleanza puramente elettorale o come un' alleanza politica fra gruppi diversi, anche se molto vicini gli uni agli altri. onorevole presidente del Consiglio , il vero significato della nostra presenza prima nelle piazze e nella pubblica opinione , e oggi in Parlamento, da questo punto di vista , è diverso. e non le dovrebbe dispiacere, anzi credo che non le dispiaccia. il vero significato sta nella capacità che ciascuno di noi e tutti noi abbiamo avuto di porre per sempre da una parte i motivi che 25-30 anni fa possono avere diviso uomini in buona fede che hanno ritenuto di prendere posto sull' una o sull' altra barricata. la destra nazionale significa questo al vertice, alla base, di fronte all' opinione pubblica e soprattutto di fronte alle prospettive che il nostro paese deve guardare come a suoi veri traguardi civili. onorevole presidente del Consiglio , ella ha parlato di pace con tutti i popoli del mondo, di pace con l' Austria, con la Jugoslavia, con la Libia financo. io non le voglio fare addebito di ciò, perché mi rendo conto che un presidente del Consiglio , erede della tradizione morotea al dicastero degli Esteri e voglioso di riprendere il colloquio con l' immarcescibile onorevole Moro, non potesse parlare altro linguaggio. la pace tra gli italiani però è prioritaria. e non si può pensare di giungere alla pace tra gli italiani, di garantirla, di tutelarla se non rimoviamo gli steccati che dividono noi da noi stessi, gli steccati che dividono gli italiani non in ordine a ciò che essi pensano, vogliono, sentono, fanno, studiano, in ordine a ciò per cui lavorano, ma in ordine a ciò che 20, 30, 50 anni fa essi in buona fede , quasi tutti, possono avere sulle opposte barricate pensato e voluto. ecco perché il fatto che voi ritorniate dopo tanti anni alla legge eccezionale Scelba e che risolleviate fantasmi che noi abbiamo tolto di mezzo, vi squalifica, e non certamente vi caratterizza di fronte all' opinione pubblica , in termini di costume. le ho detto poco fa, onorevole presidente del Consiglio , che la scelta è tra andare innanzi e tornare indietro: ebbene, voglio specificare che cosa significa « tornare indietro » . non significa, come ella ha detto polemicamente, e una volta tanto faziosamente, che noi vergognosamente svalutiamo come « retorica del resistenzialismo » l' esaltazione e la fedeltà ai valori fondamentali dello Stato. non si tratta affatto di questo. noi non parliamo di « retorica del resistenzialismo » ; noi diciamo ed io personalmente ho affermato durante la campagna elettorale che gli uomini della Resistenza, se credono nei loro ideali, dovrebbero praticarli nell' anno 1972, e poiché parlarono allora di liberazione e di libertà, di parità fra tutti gli italiani e si dissero e si dicono garanti di una Costituzione che all' articolo 3 vieta qualsiasi differenziazione e discriminazione fra gli italiani, essi dovrebbero vergognarsi di continuare invece a portare innanzi il verbo della discriminazione, della persecuzione, dell' odio e della guerra civile . andare avanti significa andare verso la pace tra gli italiani; tornare indietro, signor presidente del Consiglio , significa dare ascolto ai « resistenti » di sinistra che molto spesso (anche se vi sono nobili eccezioni) sono stati resistenti tardivi, di comodo, come vi sono in tutti i settori di questo Parlamento. andare avanti, signor presidente del Consiglio , significa, in termini sociali (di questi problemi si occuperà ampiamente il collega Roberti, ma mi permetto di fare anch' io qualche accenno al riguardo), non limitarsi a balbettare qualche parola sulla difficile condizione in cui l' economia del paese si trova e circa i rapporti tra Governo e sindacati, presupponendo che per sindacati si intenda la « triplice » e che per « triplice » si intenda la Cgil. si può anche pensare, senza scandalo, ad una regolamentazione del diritto di sciopero, purché sia un' autolimitazione da parte dei sindacati. noi vogliamo sapere, onorevole Andreotti, se si intende attuare o no la Costituzione; se si vogliono dare al lavoro le sue leggi, per dare finalmente ai lavoratori e al lavoro i loro diritti. vogliamo sapere se voi, signori del Governo, scegliete la lotta di classe o la collaborazione organica fra le categorie; se siete per la conflittualità permanente, con le conseguenze che essa determina sulla produzione e sul lavoro, od invece per una programmazione organica capace di ricondurre innanzi e in alto le sorti del lavoro e della produzione italiana, nella conciliazione degli interessi e offrendo al mondo del lavoro , per legge, tutte le garanzie di cui esso ha bisogno. noi vogliamo sapere se, oltre agli articoli 39 e 40 della Costituzione, che qualche volta andate balbettando, vi interessa l' articolo 46, che riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende. vogliamo sapere se questi termini di partecipazione e di cogestione vi interessano o no. vogliamo sapere se pensate. di andare avanti obnubilando tutto e dimenticando i vostri doveri costituzionali, perché avete paura dei socialisti (i quali, a loro volta, sono stretti ai comunisti), o se ritenete di poter procedere sulla strada della civiltà sociale. in politica estera , signor presidente del Consiglio , vogliamo sapere se dobbiamo essere discriminati noi, che siamo spesso accusati di essere troppo, fermi sostenitori della causa occidentale e dell' Alleanza Atlantica , intesa naturalmente in senso difensivo e di civiltà; e se debbano invece essere inclusi nell' area della maggioranza coloro la cui politica consiste nel sabotare quotidianamente e sistematicamente ogni tentativo, di difendere, con l' Occidente, la civiltà. questo significa, signor presidente del Consiglio , scegliere fra andare avanti e tornare indietro. ho parlato della politica delle cose e dovrei a questo punto occuparmi dei singoli problemi; non lo faccio per ragioni di brevità, limitandomi ad osservare tuttavia che non sono sodisfacenti, onorevole presidente del Consiglio , se non in linea di larga massima, le sue dichiarazioni in merito ai problemi della scuola. ella ha affermato che occorre « restituire alla scuola il clima di serietà e di serenità » di cui essa ha bisogno. ma chi non lo desidera? speriamo che la energia, la capacità, la buona fede dell' onorevole Scalfaro valgano a tanto. quanto alla stampa, ella ha detto che è necessario riaffermare « le caratteristiche oggettive di servizio pubblico della stampa di informazione » . che bellezza, signor presidente del Consiglio ! la pubblicità statale e parastatale sarà equamente distribuita fra tutti i giornali, per garantire questa obiettività? i giornalisti della Rai-TV collaboreranno anch' essi all' obiettività dell' informazione? noi ce lo auguriamo. se sono veramente questi i suoi propositi, ecco il campo dove la politica delle cose ci può indurre e ci indurrà a sostenere la maggioranza e il Governo se si pioveranno onestamente su questa strada. in ordine ai temi della giustizia, nelle dichiarazioni programmatiche si è accennato alla riforma del diritto di famiglia; ma che ne pensa, onorevole presidente del Consiglio , dei problemi relativi al referendum sul divorzio? non voglio gettar sassi in piccionaia. non voglio occuparmi qui di sfuggita di un problema così importante. ma accanto a lei siede l' onorevole Gonella che se ne intende, che credo si occupi o si sia occupato studiosamente di questi gravi problemi che si connettono ai più vasti problemi relativi ai patti lateranensi , ai rapporti tra Stato e Chiesa da concepire in termini moderni e, se vuole, ghibellini, ma cattolici al tempo stesso ; è tradizione italiana questa, alla quale più volte ci siamo richiamati. non ha nulla da dire il Governo a questo riguardo? poi, signor presidente del Consiglio , nelle sue dichiarazioni ho trovato una « perla » a proposito della immunità parlamentare. ella parla — cito tra virgolette — di « vecchi sistemi — oggi del tutto superati — nei quali la magistratura, dipendente dal Governo, poteva prestarsi a strumentalizzare l' azione penale facendone un mezzo di persecuzione politica » . « vecchi sistemi » ! honny soit ... a chi alludeva, onorevole Andreotti, parlando di « vecchi sistemi » in base ai quali la magistratura, asservita al potere politico , poteva dare luogo a persecuzioni politiche? proprio in questo discorso, onorevole Andreotti, doveva inserire una perlina simile? le è sfuggita? ce l' ha messa l' onorevole Malagodi? allora cominciamo male con la collaborazione liberale! anche perché ella ha aggiunto — altra perlina — che bisognerebbe « distinguere nettamente gli eventuali aspetti politici dalla normalità dell' ossequio comune alle leggi » quanto a immunità parlamentare. distingua, signor presidente , e inviti gli altri a distinguere la persecuzione politica dai reati comuni. vede, se per lo meno all' inizio della legislatura avessero letto insieme una autorizzazione a procedere contro Almirante per reati di opinione e una autorizzazione a procedere , poniamo, contro l' onorevole Giacomo Mancini per reati comuni, un certo equilibrio si sarebbe dimostrato e la Camera avrebbe potuto fare le sue scelte. ma nemmeno le scelte voi concedete al Parlamento, pur affermando e sentenziando in questa guisa! che brutta figura, signor presidente del Consiglio ! positivamente noi rileviamo quanto ella ha detto a proposito della necessaria revisione della legge sui fitti dei fondi rustici in agricoltura, una legge che, come i colleghi ricordano, porta un nome comunista accanto a un nome democristiano. rivediamo, cancelliamo; questo sarà un modo per andare proficuamente avanti. abbastanza positivamente notiamo quanto è stato detto a proposito della edilizia. oh mio Dio , non sarà molto piaciuto all' onorevole Aldo Moro ciò che ella poco generosamente ha detto quando ha ricordato con dati statistici che l' edilizia è crollata dal 1964 al 1967 e che più in giù non è riuscita ad andare. però ella ha aggiunto che per quanto attiene alla famosa legge sull' edilizia popolare, da lei largamente portata innanzi, anche con i voti comunisti, quando era presidente del gruppo democristiano della Camera, alcune difficoltà di applicazione andranno corrette in via amministrativa e, ove occorra, legislativa. ove occorra » ? si parla di imperfezioni? nello stesso discorso ella ha accennato a 200 miliardi. erano 700 quando ce ne avete parlato nella scorsa legislatura. dove sono andati a finire gli altri? io credo, signor presidente del Consiglio , che, senza necessità di chiedere autorizzazione a procedere , qualche notizia su alcune centinaia di miliardi di cui non si ha contezza ci possa e ci debba essere data. signor presidente del Consiglio , io non desidero dire altro e concludo confermandole la sfiducia del gruppo parlamentare della destra nazionale e confermandole che in ordine alla politica delle cose noi saremo attenti agli atteggiamenti del Governo, sperando, non certo per noi, non per la destra nazionale, ma per l' Italia intera che sia venuto il momento di andare innanzi e di cacciare indietro i fantasmi del passato, che non sono quelli del passato remoto, ma del passato prossimo, cioè del centrosinistra.