Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VI Legislatura - Assemblea n. 371 - seduta del 05-05-1975
Disposizioni a tutela dell'ordine pubblico
1975 - Governo IV Moro - Legislatura n. 6 - Seduta n. 371
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole ministro di grazia e Giustizia, ho avuto modo poco fa di ringraziare la Presidenza e rinnovo ora il ringraziamento, se me lo consente il presidente del gruppo del MSI-Destra Nazionale , a nome del mio gruppo e del partito che ho l' onore di rappresentare, per le parole di deplorazione nei confronti degli aggressori e di gentile solidarietà nei confronti del collega onorevole Carlo Tassi, vilmente aggredito a Piacenza nei giorni scorsi. poiché ella, signor presidente , ha avuto la bontà di augurare al nostro collega un pronto ristabilimento, sono lieto di poter dire che presto rivedremo l' onorevole Tassi accanto a noi nel rinnovato impegno di battaglia politica contro la violenza di ogni parte. colgo altresì l' occasione per indirizzare, se mi è consentito, come segretario del MSI-Destra Nazionale , la mia espressione di solidarietà, ferma e commossa, tanto all' onorevole Tassi quanto all' onorevole Bollati — è la prima occasione che ho per farlo — essendo stato anche quest' ultimo vittima, in misura più grave, per due volte, prima nella persona poi nel suo studio, della violenza degli estremisti di sinistra. ritengo non sia improprio da parte mia e da parte nostra iniziare in questo modo il dibattito sull' ordine pubblico , anche perché credo opportuno rilevare che un dibattito su questo argomento, che non sia né frettoloso né distratto, ma responsabile ed il più possibile ampio, è stato reclamato (posso servirmi di questo termine) da parte nostra da parecchi mesi. ebbene, a questo dibattito si è giunti, non a caso, in clima preelettorale, per cui desidero dichiarare che, per quanto ci riguarda, questo non è un dibattito preelettorale o elettorale. certo, questo dibattito in questo momento non può non incidere su giudizi e su scelte di opinione, che sono destinati ad essere giudizi e scelte di portata elettorale nella giornata del 15 giugno. tuttavia, a questo dibattito non si è giunti perché taluni partiti e soprattutto la Democrazia Cristiana lo hanno voluto, lo hanno scelto e stabilito in vista del voto del 15 giugno: a questo dibattito — è bene dirlo, ed ho l' impressione che solamente noi in quest' Aula abbiamo i titoli politici e morali per sostenerlo si è giunti in questo momento a seguito di una ondata di opinione pubblica . mentre fino a qualche mese fa l' italiano medio si preoccupava in primo luogo dei problemi economico-sociali, poi dei problemi di scelta politica ed infine dei problemi dell' ordine pubblico , ora invece, nella coscienza dell' italiano medio, di ogni parte d' Italia e di qualsiasi fede politica, il problema dell' ordine pubblico ha assunto imperiosamente e drammaticamente il primo posto. questo, quindi, non è un dibattito elettorale: è un dibattito di pesante responsabilità politica , nel quale ogni parte politica dovrebbe tentare, al di là delle disquisizioni giuridiche di scarso rilievo, di esprimersi con pieno senso di responsabilità in merito al preminente problema dell' ordine pubblico . credo che noi dobbiamo rispondere ad alcune domande che l' opinione pubblica ci rivolge e che ritengo di poter sintetizzare nelle seguenti: in primo luogo a chi risalgono le responsabilità dei disordini, in termini politici, morali e storici? qual è in realtà la situazione dell' ordine pubblico in Italia e quali sono gli effettivi pericoli cui l' ordine pubblico è esposto in questo momento, e con esso le istituzioni e la sicurezza medesima del cittadino e dello Stato? quali possono essere i rimedi per uscirne? infine, nel quadro dei rimedi possibili, quale giudizio può e deve essere dato in ordine al presente disegno di legge ed in ordine al comportamento delle varie parti politiche in merito a questo provvedimento? tenterò, a nome del MSI-Destra Nazionale , di dare risposta d' opinione, nonché risposta politica, a questi quesiti, che penso di avere colto in maniera obiettiva. il primo quesito è a chi risalgano le responsabilità. è interessante vedere come a questa domanda rispondano ufficialmente le varie parti politiche rappresentate in Parlamento. una risposta articolata hanno dato i socialisti qualche giorno fa, nella persona del segretario del loro partito, onorevole De Martino , il quale ha riferito ampiamente e, direi, prevalentemente, su questo problema nel comitato centrale del partito socialista , tenutosi il 9 aprile. indicherò, citandole con obiettività, le risposte che l' onorevole De Martino ha dato a questo quesito, che è il più importante (a chi risalgano le responsabilità), e mi permetterò di enunciare le nostre osservazioni al riguardo. l' onorevole De Martino ha detto: « il sistema capitalistico ha creato una spaventosa macchina produttiva, nella quale vengono soffocati i valori umani e poste le basi per l' efferata criminalità moderna » . vengo alle mie osservazioni. in primo luogo, non credo che l' onorevole Tassi, per esempio, ritenga di essere una vittima del sistema capitalistico. non ho questa impressione, così come non ho l' impressione che il cittadino medio italiano, a qualunque parte egli appartenga, dall' estrema sinistra all' estrema destra , quando la sua vita, i suoi beni, la sua famiglia, la sua tranquillità e la sua sicurezza vengono poste in discussione ogni giorno, in ogni parte d' Italia ed a tutti i livelli, io non credo — dicevo — che il sequestrato, il rapinato, il ferito, la famiglia dell' assassinato, le vittime innumerevoli della violenza, siano d' accordo con l' onorevole De Martino nel ritenere di essere aggrediti dal sistema capitalistico. ma, soprattutto, debbo dire che è indecoroso l' atteggiamento di un partito socialista come quello italiano, il quale non soltanto vive nel sistema capitalistico da molti anni a questa parte, ma lo utilizza, potrei dire lo sfrutta ed è diventato maestro nelle tecniche di sfruttamento dell' uomo sull' uomo, è diventato maestro nelle consumate tecniche dell' uso del potere, dell' esercizio del potere, dell' arbitrio nell' esercizio del potere. e codesto socialismo, formato Capo Miseno , mostra di gradire i vantaggi, i benefici ed anche gli arbitri e gli abusi che il sistema capitalistico gli consente; codesto socialismo è, come dimostrerò più avanti, largamente corresponsabile della violenza, del peggior tipo di violenza (della violenza scatenata degli extraparlamentari di sinistra ), e la rigetta sul sistema capitalistico di cui gode e fruisce, o che quanto meno non è stato capace di modificare in meglio o di riformare. infatti, non sono rivoluzionari, ma non sono neppure riformatori, cadesti socialisti tipo Capo Miseno , codesti socialisti in barca, codesti socialisti da week-end; ed è veramente indecoroso che razzolino in questa guisa ed osino parlare in quest' altra guisa. non è serio. io non drammatizzerei, perché è semplicemente ridicolo un personaggio solenne come l' onorevole De Martino , un docente universitario, un ricco signore, un pacioso borghese come l' onorevole De Martino , un innocuo non direi oratore, ma tessitore di sermoni, come l' onorevole De Martino , un professore in politologia, come l' onorevole De Martino , è semplicemente ridicolo — dicevo — quando parla il linguaggio del rivoluzionario (per altro, da strapazzo), tentando di far ricadere le responsabilità della violenza sul sistema, di cui egli è uno dei protagonisti, e non certamente dei migliori, e sotto la specie politica e di moralità politica non certamente dei più rispettabili. in secondo luogo l' onorevole De Martino dice che « di fronte al preteso permissivismo del partito socialista , sta il fatto incontestabile che i socialisti non hanno mai avuto la guida del ministero dell'Interno » . più brutalmente l' onorevole Balzamo, alla Commissione interni della Camera qualche giorno fa, ha detto: « la crisi dell' ordine pubblico affonda le proprie radici nella responsabilità della Democrazia Cristiana che da quasi trenta anni dirige il ministero dell'Interno » . ben poco ho da dire su questo secondo giudizio: mi limito ad osservare che le responsabilità democristiane ci sono state e ci sono, molto pesanti ed incontestabili; mi permetterò di parlarne un poco più avanti. il partito socialista è stato al Governo con la Democrazia Cristiana in anni ormai lontani, nei quali però il ministero dell'Interno era stato assegnato, guarda caso , proprio ad un socialista. quest' ultimo, sotto la specie della correttezza politica, non credo (non è vero, onorevole Covelli?) che abbia lasciato un ricordo troppo buono nella memoria di milioni e milioni di italiani... dopo di che, i socialisti sono tornati al Governo; non hanno ancora avuto, o riavuto, il dicastero dell' Interno che, fra l' altro (è un piccolo ricordo personale, che ha il suo valore) essi detenevano, o pochi onorevoli colleghi che mi ascoltate, quando nacque il Movimento Sociale Italiano , allora ben lungi dal divenire, nel tempo, Destra Nazionale . quando il 26 dicembre 1946, nacque la nostra formazione politica , e secondo la legge demmo l' annuncio della nostra legittima e legittimata nascita, al dicastero dell' Interno fu un ministro socialista che ricevette quell' annuncio. non ho memoria che vi siano state proteste o indagini particolari, sebbene si potesse agevolmente comprendere qual tipo di partito politico stesse in quel momento nascendo. sicché, i socialisti furono le nostre inavvedute levatrici nel 1946: sono veramente singolari le loro proteste contro l' inavvedutezza di altri ministri dell' Interno che, per altro, non ci hanno mai trattato con troppa cortesia, dall' onorevole Scelba fino all' onorevole Gui, passando per l' onorevole Taviani. credo che i socialisti non possano lamentarsi dei ministri dell' Interno che ha regalato loro la Democrazia Cristiana soprattutto in questi ultimi anni; la Democrazia Cristiana , scegliendo fior da fiore taluni ministri dell' Interno in questi ultimi anni, ha consentito ai socialisti di agire alla comunista, di fruire cioè, quanto al dicastero dell' Interno, dei vantaggi del Governo e dell' opposizione al tempo medesimo. anche questa seconda tesi socialista, quindi, mi sembra piuttosto debole. in terzo luogo l' onorevole De Martino dice ancora: « rileviamo come molto positiva » (si riferisce al merito di questo disegno di legge ) « la esclusione del fermo di polizia che ha soltanto nei socialdemocratici gli ultimi paladini, tardi epigoni ahimè dello Stato di polizia » . che bello, questo professor De Martino che impartisce lezioni e da Capo Miseno arriva, credo, fino al villino dell' onorevole Saragat per parlare dei socialdemocratici come « tardi epigoni di uno Stato di polizia » . veramente edificante è questo comportamento dei socialisti, così come è edificante il comportamento dei socialdemocratici. questi ultimi, dopo aver minacciato non so quante crisi di Governo (bisognerebbe operare una statistica per acclarare quante crisi di Governo siano state minacciate in questi ultimi tempi dai socialdemocratici), non sono stati irremovibili nel sostenere il fermo di polizia, e adesso accettano il disegno di legge quale esso è, senza il fermo di polizia. naturalmente, parlando poi in comitato centrale sulla violenza e sulle sue origini, l' onorevole De Martino si è occupato del fascismo in guisa veramente originale, come ascolterete. egli ha detto: « il fascismo ha due facce: una legale, parlamentare, quella che si è chiamata del doppiopetto. l' altra cieca, criminale, mostruosa del terrorismo e dello squadrismo che risorge » . non so come, secondo l' onorevole De Martino , il fascismo possa essere legale: se il fascismo può essere legale, cade tutta la montatura del partito socialista , di quello comunista e di tutte le altre parti politiche, nei nostri confronti. è un bisticcio dal quale l' onorevole De Martino è pregato, in una prossima occasione, di tentare di uscire. nonostante gli sforzi dei capi del fascismo legale » — grazie per la legalizzazione che, onorevole De Martino , ci hanno dato gli elettori in numero non molto inferiore a quello che ha legalizzato la eversione socialista; fra fascismo legale ed eversione socialista, cioè, c' è una differenza di poche centinaia di migliaia di voti e, se si prendono in considerazione le preferenze, siamo molto più preferenziati noi, rispetto a loro, e ci troviamo, quindi, in condizione di vantaggio — « di distinguersi da quello illegale e violento » (abbiamo ormai un riconoscimento: il professor De Martino ci riconosce e, evidentemente, non ci darà più noia con accuse di illegalismo o di illegalità) « le teorie professate, la campagna contro le istituzioni democratiche e i partiti, la partecipazione di molti degli associati al Msi ad azioni violente, fino a coinvolgere taluni dei più elevati esponenti di questo partito in responsabilità penali, dimostrano la connessione fra i due fenomeni » . orbene, io avrò modo più avanti di dimostrare non la connessione ma la complicità palese fra partito socialista ed extraparlamentari di sinistra . l' onorevole De Martino ritiene di poter sostenere la correlazione o la responsabilità fra il MSI-Destra Nazionale e gli extraparlamentari di destra o, comunque, i responsabili di azioni violente, di atti di terrore e di trame. io non ho bisogno di lunghi discorsi per dimostrare che l' onorevole De Martino afferma il falso. tornerò su questo argomento più avanti, in relazione al merito del provvedimento; mi accontento, per ora, di riferirmi ad uno degli articoli aggiuntivi che noi proponiamo e che sosterremo in quest' Aula, nella speranza che esso possa essere approvato. noi siamo presentatori, in questa occasione, di una norma aggiuntiva la quale — i relatori cortesemente me ne diano atto — riflette e riprende, nell' identico testo, una nostra proposta di legge , presentata nel 1972, subito dopo le elezioni che hanno dato inizio a questa legislatura. in base a tale proposta articolata noi chiedevamo e chiediamo lo scioglimento per legge di tutte le formazioni extraparlamentari comunque dedite al metodo della violenza. io penso, onorevoli colleghi , che per chiarire, di fronte alla pubblica opinione (cosa che dobbiamo fare in questo momento), le nostre responsabilità, le nostre corresponsabilità, le nostre relazioni più o meno lecite, le nostre eventuali trame e le altrui non vi sia altro metodo che questo. noi siamo qui per legiferare: ebbene, il nostro gruppo è il solo che abbia la possibilità — non il coraggio, perché di coraggio non ce ne vuole — morale, politica e giuridica di presentare proposte per lo scioglimento di tutte le formazioni extraparlamentari, di tutte le formazioni, cioè, comunque dedite al metodo della violenza, da qualsiasi parte provengano, in qualsiasi modo siano orientate. cosa intendo dire, onorevoli colleghi ? intendo dire che se noi fossimo comunque implicati, invischiati, corresponsabili, il segretario del partito — datemi cortesemente atto, per lo meno nell' intimo della vostra coscienza — avrebbe la possibilità di firmare, insieme con tutto il gruppo, una proposta di questo genere? avrebbe la possibilità di sostenerla? potrebbe tentare un espediente propagandistico, proprio alla vigilia della campagna elettorale , correndo il pericolo di vedersi sconfessato e sbugiardato da parte di coloro che fossero nell' eventuale condizione di dimostrare la sua malafede? evidentemente no. penso quindi che questo sia il tipo di discorso da sostenere e penso altresì che io abbia la possibilità e i titoli politici e anche morali, in questo momento, per invitare tutti gli altri gruppi politici , nessuno escluso a cominciare dai socialisti e dai comunisti, a questo tipo di discorso. i comunisti — tornerò poi sull' argomento — hanno, in questi ultimi giorni, sconfessato, con un certo vigore, con una certa chiarezza (che io riconosco volentieri), non i gruppi extraparlamentari ma talune azioni (pesanti!), talune iniziative plateali e addirittura drammatiche dei gruppi extraparlamentari di sinistra . i socialisti non sono arrivati neppure a questo, tranne qualche corsivetto sull' Avanti! , smentito, sullo stesso numero dell' Avanti! (lo avrete notato), da parole di colore opposto. i comunisti, sì: un « distinguo » lo hanno tentato. non ci si può fermare agli articoli, ai corsivi, alle dichiarazioni: bisogna, se si vuole contribuire a chiarire il problema per risolverlo, scindere le proprie responsabilità; e c' è un solo modo per scindere le proprie responsabilità: colpire dove si deve colpire. non abbiamo tra le mani, se Dio vuole, l' arma della violenza, abbiamo l' arma della legge. questo è il momento per applicarla, noi proponiamo che si applichi, siamo pronti. se per avventura sono le nostre firme a stabilire un ostacolo di natura politica all' accettazione da parte del Governo e di altri gruppi di queste nostre proposte, firmatele voi, dimenticate che le abbiamo firmate noi! ufficialmente noi rinunciamo a sostenere la priorità della nostra firma, ma si giunga ad un chiarimento che non può consistere di fronte ai morti di tutte le parti in un qualche « corsivetto » , in qualche « neretto » , in qualche lacrima, che io voglio credere sincera (perché è difficile non lacrimare sinceramente sull' assassinio di Sergio Ramelli, ad esempio), ma che non è sufficiente a tentare di evitare con la buona volontà , che deve essere di tutti, che altre lacrime siano versate da altre madri e da altri padri. anche e soprattutto sotto questo aspetto la risposta socialista alle attese dell' opinione pubblica è la peggiore che possa immaginarsi. infine l' onorevole De Martino a proposito non tanto della violenza in genere, quanto del terrorismo, ha dichiarato al comitato centrale del suo partito: « sul terrorismo in genere rimane la grande incognita se esso sia un fenomeno di menti esaltate ovvero se sia organizzato da centri interessati a mantenere in Italia uno stato permanente di insicurezza e di allarme, diffondere un' atmosfera di paura, seminare il terreno per soluzioni autoritarie, da porre in atto qualora si renda attuale un' esigenza politica. il dubbio che le trame eversive siano mosse da mani invisibili e da una mente che ha un chiaro disegno politico è legittimo » . bene, io registro che l' onorevole De Martino ha rinunziato ufficialmente a sostenere che il terrorismo è di chiara marca fascista. lo registro, non dico con sodisfazione, ma con interesse. dopo di che, io registro che l' onorevole De Martino — mi dispiace dirlo per un professore emerito — è piuttosto ignorante (dal verbo « ignorare » ), perché egli si permette di dire che sul terrorismo in genere rimane la grande incognita se sia un fenomeno di menti esaltate ovvero se sia organizzato. onorevoli colleghi , il terrorismo è sempre organizzato. si parla di terrorismo, si usa questo terribile « ismo » quando si tratta di un fenomeno che dimostra di essere continuativo, altrimenti si sarebbe parlato in Italia di un singolo, non seguito da altri, atto di terrore. in Italia si parla da mesi, da anni, di terrorismo perché ci si è resi conto che si trattava — e si tratta — di un fenomeno con una sua logica assurda, spietata, bestiale e quindi con una mente o più menti ispiratrici e una sua rete organizzativa. non credo che l' onorevole De Martino anche a Capo Miseno non abbia letto in questi ultimi giorni l' ultima scoperta relativa al più grosso covo delle « Brigate Rosse » , che sia stato finora individuato. vogliamo parlare di menti esaltate, come diceva l' onorevole Taviani? si è mai assistito in quest' Aula da 30 anni a questa parte a dichiarazioni più ridicolmente dissennate e più duramente smentite dai fatti di quelle che l' onorevole Taviani ha reso in quest' Aula a proposito delle « Brigate Rosse » al tempo del caso Sossi? vi è ancora qualcuno che possa pensare di parlare di menti esaltate? menti esaltate con i computers, con migliaia di indirizzi delle persone da aggredire, da sequestrare, da colpire, da uccidere; menti esaltate che organizzano — le notizie sono fresche — le fughe dal carcere dopo aver organizzato fuori dal carcere quello che hanno saputo organizzare! evidentemente si tratta di un disegno terroristico volto — dice l' onorevole De Martino — a fini autoritari. che bella parola! a fini autoritari! che cosa significa « fini autoritari » ? significa che c' è qualcuno nell' ombra che muove i fili per raggiungere degli scopi? degli scopi di regime? può darsi. certamente non ne abbiamo le prove. ma poiché l' onorevole De Martino , a quel che ci risulta, gode della simpatia e della fiducia del presidente del Consiglio , perché non si fa spiegare qualche cosa dal presidente del Consiglio a questo riguardo? perché l' onorevole De Martino , tra un colloquio e l' altro del presidente del Consiglio con il segretario del partito comunista italiano sui problemi dell' ordine pubblico , non prova anche lui ad avere un colloquio, ma un colloquio serio? perché l' onorevole De Martino non chiede al presidente del Consiglio perché il presidente del Consiglio a proposito di trame ha ritenuto di tappare la bocca — il collega Covelli ne parlava poco fa — al generale Miceli? perché il generale Miceli è stato costretto a non parlare? se il generale Miceli avesse parlato avrebbe fatto il nome mio, forse, o il nome di qualcuno di noi? se avesse dovuto o potuto fare il nome mio o il nome di qualcuno di noi, il generale Miceli prima di tutto non sarebbe mai andato in carcere...... ma dal carcere avrebbe addirittura potuto e dovuto dar luogo a memoriali! altro che dichiarazioni! la televisione avrebbe dedicato dei G7 alle rivelazioni del generale Miceli. invece gli hanno tappato la bocca; hanno messo la museruola al generale Miceli, al capo del, servizio informazioni, impedito, dopo essere stato estromesso in quel modo, di fornire persino quelle informazioni che avrebbero potuto consentirgli di dimostrare eventualmente la sua estraneità, la sua innocenza o, comunque, un grado minore di responsabilità personale. « no, tu esci dal carcere con la condizione che la tua vita continui ad essere un carcere; tu esci dal carcere e ridiventi uomo libero a condizione di non poter più essere uomo libero. non sei nella condizione di dire la verità, non sei nella condizione di dire agli italiani la verità, tu che hai avuto un grado così importante, perché in questo regime chi dice la verità.., finisce male » . perché l' onorevole De Martino non ha chiesto chi volesse o chi voglia o chi supponga di poter dare luogo in Italia ad un regime autoritario attraverso la strategia della tensione prima, della violenza poi e del terrore infine? perché l' onorevole Moro non ha consentito al generale Miceli di spiegare qualche cosa su un fatto di sangue, di cui nessuno di voi — i presenti e soprattutto gli assenti parla più? Fiumicino: 28 morti, tra cui qualche ragazzo nostro in divisa. perché non se ne parla più? perché se fosse venuto fuori un nome, sarebbe stato il nome del « divo » Giulio Andreotti, oppure del « divo » Paolo Emilio Taviani, non se ne può parlare; hanno pagato abbastanza con l' allontanamento dai precedenti dicasteri, non debbono pagare più. ma i morti sono lì e nessuna indagine procede. perché non si è tentato di chiarire come mai i colpevoli siano fuggiti? fuggiti? partiti dall' Italia su un aereo militare italiano notizia mai smentita — via Malta, atterraggio a Beirut. sono trame queste o che cosa sono? e perché non si parla più della banda Fumagalli? perché non ha avuto più un seguito quello che io ebbi l' onore di dire in questa Aula, in un momento per me e per noi drammatico, il momento dell' attentato all' Italicus tutti addosso, contro di noi — a proposito dell' indagine portata avanti dal giudice Arcai sulla banda Fumagalli, sulle protezioni amministrative e politiche di cui fruiva, e della necessità per il giudice Arcai di procedere all' arresto del Fumagalli in maniera clandestina, perché se lo avesse saputo qualcuno al ministero dell'Interno o alla questura di Milano il Fumagalli sarebbe rimasto in libertà, in quanto il 10 maggio dell' anno scorso , alla chiusura della campagna per il referendum, a Milano si doveva sparare in piazza, sparare sul comizio missino, sparare sul comizio comunista, per stanare missini e comunisti e determinare la possibilità di un colpo di stato ? perché non si parla di queste cose? e l' occasione, onorevoli colleghi , è il dibattito sull' ordine pubblico . se gli elettori vedessero l' Aula vuota in questo momento, se si rendessero conto del sovrano disprezzo che tutte le altre parti politiche in questo momento dimostrano per la pelle degli italiani, se gli italiani si rendessero conto al momento del voto — ma la televisione non riprende queste scene ed è logico, e i giornali domani non ne parleranno o ne parleranno ben poco — se gli italiani, dicevo, prima di votare si rendessero conto che le altre parti politiche, dopo aver concorso nel mandarli al macello, tacciono... toccherebbero la verità. rispondete su questi temi e su questi argomenti. dimostrate a che punto sono le indagini. le indagini su Brescia? « chiara marca fascista » , e a Brescia il linciaggio morale e materiale per giorni e giorni di tutti i nostri amici. se mi consentite un piccolo accenno personale, che non ha nessuna importanza, la mia fotografia in piazza della Loggia , campeggiante, con su scritto: « ecco l' assassino » , per settimane, poi portato in giro per tutta la provincia di Brescia. avanti! ci sono qui gli accusatori? siamo di fronte, anche se siete pochi. perché non ripetete i discorsi che i vostri leaders terranno nelle prossime ore su questi argomenti? ma perché non vengono ripetute e documentate le accuse? perché quest' aria di distrazione, di disinteresse, come se si trattasse di cose di poco momento? 0 forse vi preparate, nel silenzio attuale, quando qualcuno avrà fatto scoppiare qualche altra bomba, durante questa campagna elettorale , a chiedere una seduta speciale del Parlamento per tornare qui in atto di accusa contro di noi? e credete che la gente ci caschi? non ci casca più nessuno in Italia, sicché sono miserandi gli espedienti ai quali si è affidato il segretario del partito socialista per spiegare a modo suo la violenza. quanto alla Democrazia Cristiana , vorrei sapere dai colleghi della Democrazia Cristiana se il segretario del loro partito, onorevole Fanfani, dopo la recente cura di Chianciano, è rimasto quel che era prima, a proposito delle origini della violenza. mi spiego. prima della cura, cioè quando svolse nella direzione del partito una molta reclamizzata relazione sul problema dell' ordine, egli ebbe a dire che « a monte del disordine, più che gli squilibri sociali, stanno fattori morali, come l' infiacchirsi dell' azione educatrice delle istituzioni familiari, religiose e scolastiche, e l' azione moralmente debilitante della pubblicità, della stampa, della cinematografia, della radiotelevisione » . ecco, vorrei sapere se l' onorevole Fanfani e il suo partito ritengono di continuare a sostenere queste che noi consideriamo tesi oneste, e che tra l' altro possono perfino giovare alla causa della Democrazia Cristiana , perché non si riferiscono alla responsabilità di una sola parte politica ma, in generale, alle responsabilità della conduzione dello Stato in questi trent' anni , a responsabilità di costume che, naturalmente, affondano le loro radici nelle insufficienze, nelle deficienze, nelle storture dei partiti che hanno esercitato il potere in Italia in questo trentennio, ma vanno anche al di là, e investono responsabilità che sono un po' di tutti (perché non dirlo?), un po' di tutti quanti noi, da trent' anni a questa parte. sennonché l' onorevole Fanfani, passando per il « vertice » , è andato a Chianciano, e recentemente si è espresso in maniera assai diversa. il 19 aprile, parlando delle origini della violenza, ha detto: « siamo in presenza di una ripresa, da una parte delle trame e degli attentati di pura marca fascista, e dall' altra di ritorsioni che, andando al di là della misura, finiscono, indipendentemente dalle intenzioni, per corrodere le strutture dello Stato e mettere a repentaglio la libertà » . ecco, mi voglio soffermare un momento su questa dichiarazione dell' onorevole Fanfani dopo la cura di Chianciano. ma qualche bicchiere lo aveva bevuto al « vertice » : con Moro, naturalmente. l' onorevole presidente del Consiglio è un diuretico potentissimo, come sapete, e scioglie i calcoli altrui. i calcoli fanfaniani sono stati sciolti, prima che a Chianciano, nel colloquio di vertice con il presidente del Consiglio . penso che sia nella naturale funzione del signor presidente del Consiglio . vorrei fare, dicevo, qualche osservazione su questo Fanfani post-vertice e chiancianese. prima di tutto (mi permetto di dirlo anche se il senatore Fanfani non può essere qui, ma sono appunti verbali), un po' di fantasia. non valeva la pena di mandar via Taviani dal ministero dell'Interno per poi ripetere: « attentati di pura marca fascista » . la gente ride. ci sono le barzellette: ve ne potrei raccontare qualcuna, magari divertente, per distendere il clima. in tutta Italia corrono le barzellette a proposito dell' attentato di pura marca fascista. sembra uno di quei ritmi che gli extraparlamentari di sinistra vanno urlando; ritmi che il senatore Fanfani non dovrebbe gradire, se è vero come è vero , che da qualche tempo a questa parte gli extraparlamentari in questione continuano sì a gridare « Almirante con la testa all' ingiù » , ma dicono altresì qualche cosina che non ripeto per motivi di garbo e di correttezza — nei confronti dello stesso segretario politico della Democrazia Cristiana . anzi, per il nostro partito affermano « si sciolga! » e per voi, onorevoli colleghi democristiani, dicono « a morte! » : a morte il partito, il segretario del partito, e così via . quindi, un certo ripetere luoghi comuni , che sono poi ripresi dall' ultrasinistra extraparlamentare, non è neppure intelligente; in ogni caso, trattandosi di un toscano, direi che non è furbo. vorrei, a questo punto, compiacermi nel rilevare — toscanamente — le « perle » che seguono (vere e proprie « perle » , onorevoli colleghi ). sentite che garbo: « ... dall' altra l' altra parte, cioè la sinistra — di ritorsioni... » . non dice rappresaglie: parla di ritorsioni (garbatino!): « ... ritorsioni che, andando al di là della misura... » . oh, oh, al di là della misura! sprangano la gente, l' ammazzano, e l' onorevole Fanfani dice « al di là della misura » . diversamente sarebbero andate le cose se fossero stati nella misura... collega Tassi, se invece di spaccarle la testa, « nella misura » le avessero — che dovevano fare? sferrato qualche cazzotto in uppercut, sarebbe stato diverso. andando al di là della misura, questi bravi figliuoli (ecco, sono fuori misura), finiscono... ed a questo punto attenzione! — vi è un altro inciso nel discorso del segretario della Democrazia Cristiana : il « finiscono » già era forte! l' onorevole Fanfani si sentiva, come gli piace, autorevole e importante: « finiscono per » ... era già una fine di periodo autorevole ed importante. no! « ... finiscono, indipendentemente dalle intenzioni, per corrodere le strutture dello Stato » . quindi, caro Tassi, sono andati al di là della misura, dovevano farti un po' meno male . caro onorevole Bollati, se invece di picchiarla selvaggiamente ed incendiare il suo studio, si fossero limitati a dare fuoco a quest' ultimo, non sarebbero andati al di là della misura... comunque tenete conto, per cortesia, che hanno agito « indipendentemente dalle intenzioni » , perché le intenzioni erano di farvi del bene. l' intenzione era quella di darvi una lezione di democrazia, di redimervi e di restituirvi alla libertà... ecco quindi che, indipendentemente dalle intenzioni, che debbono essere loro riconosciute, hanno fatto una certa cosa. attenzione, io sto scherzando, ma non tanto. quando il segretario della Democrazia Cristiana , che vuole passare per il restauratore dell' ordine, alla presenza di tutti i quadri del suo partito, dà una interpretazione ufficiale di questo genere e riconosce (come direbbe un avvocato) l' assenza di dolo, l' aver agito indipendentemente dalle intenzioni, si pone — sembra a me — alla testa non della repressione (come dicono coloro che , fingendo di essergli nemici, gli vogliono fare della propaganda), ma del permissivismo e del lassismo più sconsiderato e più irresponsabile. ho inteso fare queste osservazioni per dimostrare a me stesso, ma anche per avere il modo di indicare alla pubblica opinione che il signor segretario della Democrazia Cristiana si comporta sempre, nelle varie vicende, di tempo in tempo, nella stessa maniera: parte, in apparenza, con ottime intenzioni, poi interviene una cura qualsiasi e finisce in modo diverso. di solito la cura si chiama Moro: si chiamò Moro nel 1960 ai tempi del congresso del nostro partito, che ci fu vietato di tenere a Genova, quando le parti erano invertite (essendo Moro segretario del partito, Fanfani diventò presidente del Consiglio ); la cura si chiama ancor oggi, di solito, Moro. arrivano i compromessi e le intese al momento giusto. mi permetto, in ogni caso, di far rilevare che la Democrazia Cristiana , che da un pezzo ha perso il pelo, conserva ancora il vizio lassista e permissivo. per obiettività, debbo citare qualche altra risposta che è intervenuta in questi ultimi tempi in ordine al problema della violenza. una risposta proveniente dall' onorevole La Malfa ed un' altra proveniente, ancora più autorevolmente, dal signor presidente della Repubblica . l' onorevole La Malfa ha rilasciato, nei giorni scorsi, una certa intervista. parlo senza ironia: è la prima volta in vita mia che mi capita di parlare senza ironia dell' onorevole La Malfa . e non ne chiedo scusa, me ne sento onorato, perché bisogna tener conto di taluni dati umani quando ci si rivolge agli avversari o si parla degli avversari nel momento in cui si ritiene che il dato umano abbia la sua importanza. l' onorevole La Malfa , in un momento difficile per la sua esistenza, ha rilasciato una intervista. ha addirittura detto, drammatizzando — e noi ci auguriamo di tutto cuore che egli abbia soltanto voluto drammatizzare pateticamente, che non si tratti della realtà — ha detto che questa intervista è il suo testamento spirituale. mio Dio , no! noi abbiamo bisogno dello onorevole La Malfa , in questo Parlamento e fuori, per sorridere di lui. ne abbiamo bisogno. interessa, diverte, non sorprende più, non stupisce nemmeno, ma è un personaggio, l' onorevole La Malfa , di cui non ci sentiremmo volentieri di fare a meno. quindi, niente testamento spirituale, ma una sua confessione patetica, sì. dunque, l' onorevole La Malfa , in un momento di confidenza, il 27 aprile — quindi, recentissimamente — ha detto: « si è diffuso un odio ideologico verso un certo tipo di convivenza sociale, senza che quell' odio sappia dove si vada. le forze politiche , sia quelle che vogliono mantenere questo tipo di convivenza, sia quelle, come i socialisti e i comunisti, che dicono di volerlo cambiare, sono letteralmente sorprese » (ottimista, La Malfa ) « da questo soprapporsi di un odio ideologico sovvertitore che non si sa a che cosa miri. l' odio ideologico di cui le parlavo non è solo nel neofascismo: c' è anche nei gruppuscoli extraparlamentari di sinistra . esso viene da una propaganda ideologica che, senza volerlo, ha superato certi limiti » . ecco, nel finale, La Malfa e Fanfani, parlando di lontano, si incontrano nel « senza volerlo » , « nei limiti superati » ; ma devo dire che questa confessione o confidenza dell' onorevole La Malfa è qualche cosa di più di una dichiarazione opportunistica: riflette un' angoscia che è viva negli animi di tutti gli italiani e che penso che il signor presidente della Repubblica abbia saputo e voluto esprimere nel messaggio che non ha potuto tenere in quest' Aula, che è stato costretto a tenere nella più ridotta Sala della Lupa , qui a Montecitorio, nel messaggio per il trentennale della Liberazione. debbo dire a questo riguardo — e non entro nel merito dell' argomento celebrazione del trentennale perché penso ne parlerà il presidente del nostro gruppo nel suo intervento — che nei confronti del signor presidente della Repubblica non abbiamo avuto, da quando, nel dicembre 1971, ci onorammo di contribuire alla sua elezione, troppi motivi per compiacerci. naturalmente, non pensiamo neanche lontanamente e non penso io in questo momento di incidere sulle autonome responsabilità e sulle sempre autonome dichiarazioni del Capo dello Stato ; però penso mi sia consentito, anzi è doveroso da parte mia, esprimere dei giudizi e degli apprezzamenti. anche in recenti occasioni non abbiamo avuto motivo per esprimere atteggiamenti, apprezzamenti o giudizi molto positivi nei confronti di prese di posizione del Capo dello Stato . questa volta, forse proprio per questo motivo, la presa di posizione del Capo dello Stato , coraggiosa e solenne, nobile e alta, ci ha commosso. lo dico con assoluto disinteresse, perché chi ha letto il messaggio per il trentennale della Resistenza sa benissimo che molte parti di quel messaggio non potevano incontrare la nostra o la mia personale approvazione. non penso neanche lontanamente di dare per condiviso da parte nostra o da parte mia il contenuto integrale del messaggio, ma lo spirito sì. lo spirito sì: lo condividiamo in pieno. e ne voglio ricordare qualche frase perché penso che tali frasi abbiano risolto il problema che mi sono posto, quello cioè di spiegare all' opinione pubblica quali siano le responsabilità della violenza. che cosa ha detto il presidente della Repubblica ? « ricordiamo che noi, come ogni paese civile, nell' accingerci a ricomporre il tessuto nazionale, rendemmo onore anche alla memoria di quelli che caddero combattendo in buona fede nel campo opposto. rivolgiamo un accorato invito a smobilitare l' odio, a rinunciare alla rappresaglia indiscriminata e terroristica, a spezzare l' assurda e tragica spirale della violenza. ogni forma di violenza è intollerabile e va colpita alla radice, qualunque ne sia la pretesa ispirazione, come la violenza scatenata dai gruppi della sinistra extraparlamentare che deve essere stroncata con vigore e rigore e nei cui confronti si esprime — segno di matura coscienza democratica — la generale esecrazione e la ferma condanna da parte delle forze politiche democratiche e del mondo del lavoro , le quali ricacciano i maniaci della violenza nella loro squallida solitudine » . sono parole ferme e chiare, parole che noi avremmo voluto sentir pronunciare dai leaders dei partiti politici , dai responsabili della cosa pubblica , parole che dovrebbero ispirare il Governo nella redazione di talune parti (quelle che dovrebbero essere le parti fondamentali) dell' attuale disegno di legge , parole che vanno al fondo del problema: la responsabilità della violenza e il clima di guerra civile in cui scientemente è stata gettata l' Italia da parecchi anni a questa parte. se volete, onorevoli colleghi , posso anche indicarvi la data iniziale. debbo risalire agli eventi del giugno 1960, quando la piazza fu scatenata — ricordatevelo! — non contro di noi (non fummo noi, quella volta, in piazza le vittime fisiche e morali della violenza), contro le forze dell'ordine , contro soldati e carabinieri, quando il 30 giugno del 1960, 150 tra carabinieri, soldati e agenti di polizia furono mandati all' ospedale, a Genova, perché le sinistre avevano deciso di far cadere con la violenza di piazza un Governo che aveva ottenuto la fiducia in Parlamento e quando voi democristiani pugnalaste quel Governo dando ragione alla piazza e quando il senatore Fanfani (d' accordo con l' onorevole Moro: allora, come ho ricordato, le parti erano invertite) diventò presidente del Consiglio su una vittoria della piazza contro il Parlamento. a questa situazione si giunge quando (dovreste essere voi ad impartire a me simili lezioni; mi duole e mi onoro di essere io ad impartirle a voi, nel ricordo) in un regime democratico la piazza prevale sul Parlamento, quando si avalla la vittoria della piazza sul Parlamento, quando si fruisce della vittoria della piazza sul Parlamento e ci si giova di ciò per una propria rivincita politica, anche personale, anche torrentizia e si diventa capi del Governo in seguito ad un' ondata siffatta e, diventati capi del Governo, si paga alla piazza il prezzo (noi abbiamo avuto un presidente della Repubblica che ha pagato il prezzo alla piazza facendo senatore una, persona che meritava di stare in galera e abbiamo avuto un presidente del Consiglio che ha pagato il prezzo alla piazza dichiarando che si era trattato di cittadini democratici i quali avevano difeso come potevano e come sapevano le istituzioni). da allora, in una tragica rincorsa, in una tragica successione, in un determinismo che è la logica della violenza di piazza, si è giunti sempre più in basso. ed è perfettamente vero che uomini i quali ebbero, come ho ricordato, le responsabilità iniziali non hanno avuto tutte le responsabilità successive, e tanto meno possono avere forse le responsabilità terminali. è perfettamente vero che qualcuno può essersi intimamente pentito o ricreduto, ma è anche desolatamente vero che nessuno tra voi ha avuto il coraggio — e non lo ha nemmeno in questa solenne occasione — di fare quella autocritica per non sbagliare più, per garantire la sicurezza dello Stato, la sicurezza dei cittadini, come sarebbe necessario, a tal punto che nella pur pregevole relazione dei due colleghi relatori ho letto (e me ne dispiace, onorevole Boldrin, onorevole Mazzola) una difesa fuor di luogo della politica tavianea. ma come si fa a presentare un disegno di legge di questo genere, in questo momento, rendendosi conto che le maggiori responsabilità a monte sono proprio quelle della sciagurata conduzione del ministero dell'Interno negli anni scorsi e nei mesi scorsi e poi sostenere — senza che nessuno ve lo chieda, senza che nessuno vi ci obblighi che si deve condividere la tesi secondo cui non si può parlare di opposti estremismi ? parlate di opposti cavalli, di opposti elefanti, ma l' Italia intiera ha visto, perfino la televisione di Stato e di regime è stata costretta a portare nelle case degli italiani gli spettacoli atroci, terrorizzanti, di qualche giorno fa e voi pensate, in una relazione di questo rilievo, di negare la verità dei fatti! ma questo è il clima in cui viviamo, purtroppo, nel nostro paese. la seconda domanda dell' opinione pubblica alla quale si deve rispondere è: qual è, in realtà, la situazione del nostro paese in relazione ai problemi dell' ordine pubblico ? a questo riguardo — lo farò sinteticamente e non con l' ampiezza con cui avrei desiderato farlo, insieme con i colleghi del mio gruppo, se avessimo avuto la possibilità di svolgere quell' ampio dibattito sull' ordine pubblico che tante volte abbiamo richiesto — debbo invitare il Governo e la Camera a prendere atto di una realtà che l' opinione pubblica conosce. da qualche anno a questa parte, la situazione, anzi debbo dire di più, il volto, del nostro paese e delle nostre città, una per una, a cominciare da Roma, è mutato a causa della presenza di quel nuovo, pesante, importante schieramento politico che, nel suo insieme, è la sinistra extraparlamentare. io credo che non abbia molta importanza il fatto che la sinistra extraparlamentare sia divisa in tanti gruppi: ciò ha semmai importanza dal punto di vista della propaganda, in quanto consente ai favoreggiatori della sinistra extraparlamentare di parlare di « gruppuscoli » . ma voi sapete benissimo, onorevoli colleghi , che i cosiddetti gruppuscoli » possiedono, complessivamente, una struttura organizzativa tale da fare invidia non dico alla nostra, che è modesta, ma a quella del partito socialista , se non addirittura a quella del partito comunista . gli extraparlamentari di sinistra stampano ben tre quotidiani: ed io credo che qualcuno tra voi, onorevoli colleghi , sappia cosa significa, nell' Italia di oggi, stampare un quotidiano di partito. io lo so. la pubblicazione, da parte degli extraparlamentari di sinistra , di tre quotidiani — uno dei quali piuttosto ricco di pagine e di servizi — comporta, senza alcun dubbio, la spesa di alcuni miliardi l' anno. questi soldi vengono sottoscritti dai « compagnucci » ? si tratta di manifestazioni spontaneistiche di sacrificio? se fosse così, dovremmo concludere che ci troviamo di fronte ad un fenomeno di portata ben superiore a quello rappresentato dall' azione di Gandhi e dei suoi seguaci. qui ci troviamo veramente di fronte ad una armata di antichi cristiani, pronti a qualunque sacrificio, i quali dormono nei sacchi a pelo, vivono nelle « comuni » , abbandonano la famiglia e rinunciano ad ogni agio. credete veramente che questi siano gli extraparlamentari e che ciò consenta loro di disporre di fondi così cospicui? occorre invece domandarsi da dove provengano, veramente, questi miliardi. vi è chi dice che derivino dai sequestri di persona . non è certo il sottoscritto a fare queste affermazioni per motivi di propaganda: lo dice la polizia, lo dice il ministero dell'Interno , lo dice la magistratura quando riesce, come di recente è avvenuto, con riferimento ad uno dei nuovi gruppuscoli extraparlamentari, a dimostrare la saldatura tra rapine e sequestri, da una parte, e criminalità politica dall' altra, cioè in definitiva tra criminalità comune e criminalità politica. come ho detto, gli extraparlamentari dispongono di tre quotidiani. ma vi siete mai chiesti quante siano le sedi delle organizzazioni extraparlamentari in Italia? mi limito a citare un solo dato. in un solo quartiere di Roma, quello di Portonaccio, ove quasi ogni sera (e Dio voglia che non stia capitando anche in questo momento) si spara contro la sede del nostro partito, esistono quindici sedi di movimenti extraparlamentari di sinistra . ripeto: quindici sedi nel solo quartiere di Portonaccio. non vi è quartiere o suburbio di Roma che non abbia le sue cinque o sei sedi di movimenti extraparlamentari di sinistra . non voglio credere che anche i proprietari di immobili siano degli antichi cristiani disposti a rinunziare al pagamento del canone di locazione per queste sedi; ho invece l' impressione che gli extraparlamentari paghino somme enormi, ogni mese, per l' affitto delle sedi di cui dispongono in ogni parte d' Italia. si tratta di una ulteriore spesa — pensateci un momento, onorevoli colleghi — di diversi miliardi. inoltre, abbiamo riscontrato, in questi ultimi giorni, quale sia la forza impiegabile all' esterno da parte degli extraparlamentari di sinistra . qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una forza spontanea. ebbene, come segretario di un partito che è continuamente in ballo , a questo riguardo, sono in grado di offrirvi, onorevoli colleghi , quanti documenti desiderate. sono in grado di affermare, senza timore di essere smentito, che in ogni parte d' Italia i gruppi extraparlamentari sono organizzati in modo tale che, nel giro di mezz' ora , possono radunare dai 200 ai 2.000 giovani, allo scopo di far saltare in aria una sede di un partito politico , di impedire un volantinaggio, di organizzare una di quelle manifestazioni improvvise con corteo, che tutte le questure d' Italia tranquillamente sopportano, anche se non le hanno autorizzate, senza dar luogo ad alcuna successiva denuncia. gruppi spontanei? c' è qualcuno tra voi il quale osi negare che i gruppi extraparlamentari di sinistra esistenti nel nostro paese hanno legami internazionali di notevole rilievo? mi si comunica in questo momento che poche ore fa, a Roma, è saltata in aria la nostra sede di Colle Oppio . posso aggiungere (perché conoscevo la notizia già prima di entrare in Aula) che sul posto sono stati trovati volantini dei NAP, i nuclei armati proletari, quei tali gruppi scoperti di recente a Napoli a seguito di un tragico scoppio, scoperti con in tasca i quattrini del riscatto pagato dall' industriale napoletano Moccia. ecco, si arriva alle bombe partendo dai sequestri e dai riscatti in denaro. stavo parlando dei collegamenti di questi gruppi: c' è qualcuno che possa negare, dicevo, che esistono collegamenti internazionali? non si è forse parlato, molto parlato (certo, non in base a documenti in carta da bollo, ma alla luce di gravi indizi) di collegamenti tra i nostri extraparlamentari e il gruppo tedesco che recentemente ha provocato la tragedia presso l' ambasciata germanica in Svezia? c' è qualcuno che possa contestare (ho già ricordato Fiumicino) i collegamenti tra nostri gruppi di extraparlamentari e Gheddafi? e il denaro che Gheddafi sta spargendo anche in Italia (e non solo in Italia) per determinare attività terroristiche? se vogliamo guardare ad altri aspetti di questo stesso fenomeno, vogliamo domandarci che cosa stia accadendo nelle carceri italiane, nel momento in cui da sinistra si invoca una riforma penitenziaria che tenga conto dei diritti di libertà ? è sacrosanto che si parli anche di diritti umani e civili dei detenuti, ma si vuole dare un' occhiata a quello che succede nelle carceri? ho qui un documento che ritengo abbia un certo interesse. non so se sapete (non lo sapevo nemmeno io fino a stamane) che i gentili detenuti di Regina Coeli e, credo, anche di Rebibbia, stampano un giornale, che si chiama Lo Scalino , di cui ho qui una copia. come potete vedere, è stampato al ciclostile, ma con qualche ricchezza: è abbastanza consistente. e sapete chi è il principale collaboratore di questo giornale, che viene diffuso tra i detenuti? Achille Lollo . in questo numero ci sono due articoli di Achille Lollo e sapete come si intitola il più importante? si intitola « la democrazia di polizia o la polizia della democrazia? » . e sapete di che si occupa Achille Lollo ? di questo dibattito e di questo disegno di legge , che egli evidentemente conosce ed ha il diritto di conoscere. e sapete come Achille Lollo parla di questo disegno di legge ? esattamente come ne parlano socialisti e comunisti, con lo stesso linguaggio: si tratta di una legge repressiva, queste misure repressive sono il contrario della democrazia, si va verso la polizia di democrazia e non la democrazia di polizia... insomma, giochi di parole che sulle labbra di un Achille Lollo suonano, io credo, in maniera edificante. sapete, ancora, chi collabora a questo giornaletto? dei magistrati. volete sapere il nome di un magistrato che collabora a questo giornaletto? c' è qui un suo articolo firmato: egli firma su questo giornaletto insieme con Achille Lollo . volete il nome? è il magistrato Coiro. avrete sentito parlare del dottor Coiro? penso di sì. e in quale occasione? in occasione di questo disegno di legge , di quel nobile appello che intellettuali, magistrati, uomini politici , parlamentari, hanno firmato contro questo disegno di legge , dandogli grande rilievo e facendo grande sfoggio di propaganda. la prima firma non la ripeto: mi consentirete questa precauzione, voi sapete a chi alludo. le altre firme ci sono tutte, sono le solite firme e tra di esse quelle dei magistrati di « magistratura democratica » e del dottor Coiro fra loro. che bello! e volete pure la riforma penitenziaria ? ma più riforma di così... avete magistrati e detenuti (e in particolare un detenuto che, se verrà riconosciuta la sua colpevolezza, dovrà espiare l' ergastolo, essendo imputato di strage) che collaborano insieme ad un giornaletto che viene stampato e diffuso in carcere e nel quale si combatte contro ogni norma cosiddetta repressiva e si usano — guarda caso ! — gli stessi argomenti, le stesse espressioni che socialisti e comunisti hanno usato in Commissione e si accingono probabilmente a usare in Aula per definire repressivo e tirannico questo disegno di legge . a questo punto, non ci si rende conto della gravità dei problemi? ma vi sono altri aspetti più gravi, in ordine ai problemi determinati dalla presenza degli extraparlamentari, che si riferiscono non alle prigioni, ma alle caserme. noi abbiamo letto di recente un comunicato — mi pare neppure ufficiale: ho l' impressione che fosse ufficioso — dell' onorevole Forlani, ministro della Difesa , a proposito della partecipazione di soldati extraparlamentari a pubbliche manifestazioni, ed abbiamo imparato, con grande meraviglia (chi se lo sarebbe aspettato!), che siffatte partecipazioni sono illegittime ai sensi dei regolamenti di disciplina vigenti. noi non ce ne eravamo accorti: siccome il ministero della Difesa le tollerava, pensavamo che fossero legittime. no, sono illegittime, ma anche autorizzate, perché finora nessuno è stato punito, nessuno è stato individuato. ci si dice che si mascherano: quanto è difficile riconoscere queste persone! ho qui tante fotografie che lo permetterebbero. non sarebbe certo difficile in una caserma per un superiore riconoscere quell' inferiore che si sia mezzo mascherato per partecipare con il pugno chiuso ad una manifestazione illegittima, ma legittimata, permessa, tollerata, promossa. vi sono, onorevoli colleghi , delle conseguenze di un certo peso. non so se voi abbiate l' abitudine di leggere i giornali della sinistra extraparlamentare: io lo debbo fare per motivi professionali. vi voglio leggere un piccolo passo di Lotta Continua dell' 8 aprile in cui si parla di Brescia: « ma già alle 17,30, folti gruppi di soldati facevano ala al corteo sostavano ai bordi di piazza della Loggia , dove si sarebbero svolti i comizi, inutilmente invitati ad allontanarsi da alcuni sottufficiali dei carabinieri » . che figura si fa fare ai carabinieri! io non sapevo che questi avessero la funzione di invitare il reo a non continuare a commettere il reato. una strana figura giuridico-politica questa che si addice al sistema vigente in Italia. ed il giornale continua: « e quando anche i proletari in divisa della "Ottaviani" » (è una caserma) « affluivano alla manifestazione, si formava un folto gruppo al centro della piazza, una macchia grigioverde tra il rosso degli striscioni delle bandiere » . dove è finito il grigioverde! « un sottufficiale in borghese, avvicinatosi per riconoscere i soldati, era a sua volta riconosciuto e "gentilmente" invitato » (tra virgolette la parola gentilmente, per intendere che qualche cazzotto gli era stato mollato) « ad allontanarsi dai compagni. al termine del comizio del partigiano Alberganti, si annunciava l' intervento di un soldato della organizzazione democratica dei soldati di Brescia, mentre sul palco si srotolava uno striscione firmato dalla caserma Perrucchetti » (le caserme firmano adesso!) « di Milano: "no alla repressione, i codici e i regolamenti. libertà di organizzazione" » . certo un esercito senza codici e senza regolamenti è veramente — altro che quello di Franceschiello — degno, onorevole Forlani, dell' Italia che ella rappresenta in questo momento. vi risparmio altre cose dello stesso tenore. ritengo che si debba tener conto di questi dati di fatto, anche perché bisogna, riaffrontando il tema, considerare ciò che ne deriva in fatto di violenza, in fatto di collegamenti politici, in fatto di debilitazione permanente e crescente non dico di autorità, ma dell' esistenza e della funzione medesima dello Stato. in fatto di violenza: l' opinione pubblica italiana ha reagito, credo positivamente, ai drammatici fatti che soprattutto a Milano si sono verificati nelle scorse settimane. ne hanno parlato tutti i giornali, e i giornali di sinistra hanno tentato, come al solito, di far passare gli estremisti sovversivi di sinistra come dei giovani in preda a una agitazione frenetica, ma non organizzati. non predisposti, non premeditanti gli atti di violenza che hanno compiuto. in tal senso Avanti! ha superato ogni limite perché, parlando degli scontri che a Milano si sono verificati vicino alla nostra sede di via Mancini , ha detto che era spontanea la violenza degli assalitori ed era premeditata, invece, e quindi colpevole, la scarsa presenza della polizia. Giorgio Bocca ha scritto esattamente questo. io potrei esser d' accordo; come segretario del MSI-Destra Nazionale non posso non accusare le autorità, il prefetto e il questore precedente (vedremo come si comporterà l' attuale), per non aver previsto — ed era facile — che l' ondata sovversiva si sarebbe prima di tutto diretta contro la sede di via Mancini . ma nel momento in cui le autorità e l' opinione pubblica sono nella condizione di prevedere che migliaia di dissennati armati di tutto punto si dirigeranno verso una determinata sede, evidentemente l' opinione pubblica e le autorità sono nella condizione di sapere che esistono le di dissennati, che sono organizzati, che i loro fini sono antidemocratici, che i loro metodi sono sovversivi e violenti. cioè, nel momento in cui Avanti! accusa di scarsa preveggenza la questura di Milano, ammette e dichiara che esistono — non so come vogliamo chiamarli — dei delinquenti (comuni o politici, non importa), che esistono delle bande di scatenati delinquenti, che esistono delle associazioni per delinquere dei gruppi di individui dei quali si conoscono in anticipo non solo i fini generici, ma anche i fini specifici: si sa che sono abituati a delinquere, che scanno per delinquere, che commetteranno dei reati di violenza politica; si sa che li commetteranno verso un determinato indirizzo, verso una determinata sede; si ha cognizione precisa di tutto ciò, e da una parte non si provvede a tutelare quella sede, quei cittadini, quei beni (o si provvede poco e con ritardo) e dall' altra parte si giustifica, si scusa il comportamento dei « giovinotti » , quasi che per combinazione essi si fossero incontrati all' angolo di via Mancini e avessero deciso di fare una scampagnata punitiva contro la sede del nostro partito. e non soltanto contro la sede del nostro partito, perché da quel momento in poi sedi di altri partiti sono saltate per aria o hanno subìto la stessa sorte e la stessa aggressione. la stampa ha molto parlato di quanto è accaduto e sono state fatte delle rapide inchieste. ne cito una, o meglio voglio leggervi una breve citazione perché mi pare sia molto importante che il Parlamento sia informato ufficialmente, senza bisogno di fingere di non sapere quali sono le radici autentiche, organizzate, premeditate, dell' odio, della violenza e del delitto. leggo da Gente. voi direte che è un settimanale rusconiano di destra. è un periodico che, settimana per settimana, va pubblicando che noi siamo in crisi, che io sto per dimettermi, che tutto il partito parla male di me. è un settimanale di propaganda forse fanfaniana, o non so di quale marca, ma certo di destra non è, per intenderci. ciò premesso, su Gente si legge: « i ragazzi » — parla dei ragazzi dell' estrema sinistra extraparlamentare — « possono imbracciare la spranga di ferro o la chiave inglese soltanto a quattordici anni; prima di quell' età devono prepararsi ideologicamente nelle assemblee e nei collettivi durante le ore di lezione » . speriamo che, essendo stato anticipato il voto ai diciottenni, qualcuno non proponga che la spranga sia consegnata a dodici o a undici anni anziché a quattordici. per ora, consoliamoci, ciò avviene a quattordici anni. continuo a leggere: « a undici anni, quando mette piede alla media, il ragazzino viene indottrinato con abilità dai professori più giovani, che sono quelli che insegnano le materie meno importanti. durante queste lezioni teoriche si parla di antifascismo in genere, si proiettano film sul nazismo, si insegna teoria marxista » (come fossero alla televisione). « tutto questo generalmente avviene durante le ore del doposcuola. nessuno, nell' ambito scolastico, parla ai ragazzini di strategia della violenza. di manifestazioni di piazza, di spedizioni punitive. tutto questo verrà dopo; cioè quando hanno insegnato loro, quando nelle loro tenere coscienze hanno inserito questo convincimento che la destra è il fascismo, che il fascismo è il nemico, che il fascismo è il delitto e quindi che la destra è il nemico, è il delitto, è l' orrore, quando hanno insegnato tutto ciò, tutto questo verrà dopo, dai 14 anni in poi e sempre al di fuori della scuola. in un certo senso, la scuola media è soltanto un luogo dove è possibile reclutare i futuri picchiatori; la selezione avviene in maniera naturale, senza coercizione, senza imposizione. ormai gli strateghi sanno alla perfezione che il frutto del loro lavoro non tarderà a maturare: bastano pochi mesi di lezioni di marxismo per fare di un bambino un guerrigliero che scalpita per avere il battesimo del fuoco durante una manifestazione di piazza. gli strateghi della violenza, però, si mostrano molto severi: « quando avrai 14 anni — rispondono al ragazzo inquieto — anche tu potrai scendere in piazza per colpire i fascisti; per adesso devi limitarti ad apprendere, a prepararti scrupolosamente sulle teorie marxiste-leniniste, ad acquisire una vera coscienza proletaria » . l' ambiente successivo alla scuola è il bar del rione, il circolo che si trova quasi sempre nelle vicinanze delle sedi del Pci o del Psi. è qui che avviene il completamento della preparazione, ed è qui che i ragazzini più svelti e più desiderosi di fare a botte vengono reclutati e inquadrati nei plotoni CAM. non si tratta di centri di azione monarchica, ma dei comitati antifascisti militanti, bracci armati e ufficiosi dei comitati antifascisti di quartiere, squadre che ufficialmente hanno il compito di proteggere i cittadini dalle aggressioni fasciste. in realtà, essi vanno oltre il compito designato » — direbbe Fanfani, e lo dice anche questo giornale — « trasformandosi spesso in squadre di assalto contro persone inermi, che hanno il solo torto di non condividere le idee e i metodi dell' estrema sinistra . gli avanguardisti della violenza a Milano sono oggi circa 2 mila, un centinaio per ciascuna delle venti circoscrizioni cittadine; le loro armi sono le spranghe di ferro, le chiavi inglesi, le bombe molotov, le fionde per lanciare biglie di acciaio e bulloni. parecchi di essi hanno anche la pistola » — sentite — « ma non la usano, perché secondo i teorici la pistola non è così terrificante come una mazza di ferro. la sprangata in testa non uccide subito » (Sergio Ramelli è stato 47 giorni in agonia); « ha il vantaggio di far morire lentamente lo sprangato e di farlo soffrire e di farlo ricredere » . debbo fare a questo riguardo una osservazione, che si riferisce al merito di questa legge. fra gli emendamenti su cui i socialisti hanno insistito, ve n' è uno che consiste nel chiedere che le parole « armi improprie » siano tolte di mezzo, sostituendole con le parole « armi proprie » laddove in un articolo di questa legge combattuto dall' estrema sinistra si tenta di stabilire la liceità dell' uso delle armi da fuoco in termini di difesa da parte delle forze dell'ordine . i socialisti hanno insistito in Commissione; vorrò vedere se insisteranno anche in Aula insieme con i comunisti perché la parola « improprie » sia tolta, perché l' uso delle armi da parte delle forze dell'ordine avvenga solo al cospetto di chi usa armi proprie e non al cospetto di chi usa la spranga. e non mi si dica che non esiste un collegamento tecnico tra gli emendamenti presentati oscenamente dall' estrema sinistra in una Italia dove si spranga ogni giorno e l' istruzione data ai ragazzini di Milano da parte di questi carnefici della nostra scuola, della nostra gioventù, della nostra patria, del nostro Stato. il collegamento è troppo evidente. voglio sperare che per decenza, colti con le mani nel sacco, i colleghi dell' estrema sinistra non insistano per chiedere che la parola « improprie » sia tolta dal disegno di legge . ho visto con sodisfazione, onorevole ministro, che negli emendamenti che ella ha testé consegnato alla Presidenza della Camera e che mi sono stati cortesemente fatti recapitare, la dizione « armi proprie » e « improprie » è rimasta. voglio sperare che non esca dalla comune, attraverso un compromesso atto a far votare i socialisti a favore e atto a tranquillizzare gli amici extraparlamentari e sprangatori del partito socialista italiano o di qualche altro esponente di tale partito. ma la violenza dell' estrema sinistra extraparlamentare non solo a Milano è di questa marca, è una violenza tutt' altro che spontanea, è la violenza che ai giovani, ai giovanissimi, ai bambini viene insegnata a scuola, vicino alla scuola, nel circolo, vicino alle sedi del Pci e del Psi, sotto il manto dell' antifascismo, e buttando avanti questi poveri ragazzi, che io compatisco, ma che voi non avete il diritto di giustificare. io li posso compatire, questi disgraziati, ma voi non avete la possibilità di giustificarli o di difenderli, perché vi cogliamo con le mani nel sacco, in complicità anche tecnica con gli osceni sprangatori di Milano, e purtroppo di altre parti d' Italia. e badate che non sono soltanto io e non è soltanto questo settore che comincia a vederci chiaro al riguardo; attenzione, perfino certa stampa di estrema sinistra comincia — in relazione a quanto accade in fatto di esplosione di violenza — a vederci chiaro, ed a parlare chiaro, ed a ritenere che non certamente da destra o dalla estrema destra partano gli assalti alla sicurezza dello Stato. alludo ad un recente articolo che ha fatto un qualche chiasso, apparso su Panorama, con la firma indubbiamente autorevole — lo dico da avversario, perché certo non si tratta di un nostro amico — di Giorgio Galli , il politologo del quale maggiormente si parla in Italia, da qualunque parte oggi si considerino questi problemi. in un articolo intitolato Un calcolo ignobile , Giorgio Galli ha analizzato le origini ed i fini degli atti di violenza e di terrore che si vanno ripetendo nel nostro paese. cosa ha rilevato, a proposito dei fatti di Milano? se ne parlassi io in questi termini, chissà le interruzioni, le urla, le proteste; ne parla Giorgio Galli . a proposito dei fatti di Milano, a proposito dell' uccisione del giovane di estrema sinistra extraparlamentare Varani, cosa ha scritto Giorgio Galli ? ha scritto: « da quando sono stati costretti a lasciare San Babila , giovani fascisti sostano da tempo a piazza Cavour a Milano, a poche decine di metri dalla questura » — a poche decine di metri dalla questura, rilevo io — « di solito sono sorvegliati dalla polizia; quando sono in corso manifestazioni della sinistra, i poliziotti » — il signor questore di Milano non ha uomini per tutelare l' ufficio dell' onorevole Bollati, o quello dell' onorevole Servano, ma in questo caso i poliziotti ci sono, e onorevole Zamberletti, ella forse queste cose non le sa, le impari — « invitano i fascisti ad allontanarsi per evitare incidenti » . è la tattica della questura di Milano da anni, onorevole Zamberletti; e la potrei documentare. da anni la tattica è questa; si dice: casi ragazzi, voi ci servite, state a San Babila , in quel bar, però quando ve lo diciamo, allontanatevi un po'; poi ritornerete. adesso non è più San Babila , ma piazza Cavour . questo per evitare incidenti. « ho visto » — dice Giorgio Galli più volte questa scena; ricordo una data, perché era in settembre, l' anniversario del colpo di stato in Cile: i giovani fascisti, esortati dai poliziotti, si allontanano e non succede nulla. perché questo non è avvenuto il 16 aprile? perché si sono lasciati tre giovani di Avanguardia nazionale » — non del Msi, erme si disse inizialmente, e lo scrive Panorama — « lì dove avrebbero potuto scontrarsi con i giovani della sinistra, reduci da una manifestazione per la casa? così Antonio Bragion ha ucciso Claudio Varalli, innestando la miccia che ha fatto esplodere un paese che è una polveriera. perché subito dopo l' assassinio, in una città come Milano che viene talvolta presidiata dai soldati della Centauro, di stanza in Piemonte, le forze dell'ordine a disposizione erano solo di 500 uomini? perché nessuno è intervenuto alla sede de Il Giornale , nonostante le richieste di Montanelli che ha accusato Gui di smaccata menzogna? » . e mi dispiace che il signor ministro non sia qui: era suo dovere morale presenziare ad un dibattito di questo genere. è una vergogna il fatto che il ministro dell'Interno faccia le irresponsabili, cialtronesche dichiarazioni che continua a fare fuori di qui, senza avere il coraggio di affrontare questi problemi di fronte al suo partito, ed a tutti gli altri, a cominciare — devo dire — dal nostro. io aspettavo il signor ministro degli Interni qui in Aula, non per ingiurarlo; lo sto ingiurando perché non c' è. se fosse stato presente, gli avrei detto che lo aspettavo, dal giorno in cui ebbi l' onore di celebrare in una piazza di Roma, sul sagrato di una chiesa, un ragazzo assassinato a colpi di pistola da sovversivi di sinistra. lo aspetto da quel giorno. lo aspetto in Aula, visto che con lui il colloquio è impossibile, per dirgli che mi sono vergognato per lui, quando si è permesso di dire in Senato — non è venuto a dirlo qui — che io avevo personalmente tentato una dimostrazione di forza sulle spoglie di quel ragazzo assassinato, solo perché mi ero permesso di dire dal sagrato di una chiesa poche parole ad una folla composta e commossa. un siffatto ministro dell'Interno dovrebbe essere qui a rispondere a questi ed agli altri interrogativi che tutte le parti politiche dovrebbero rivolgergli. perché la mattina del 17 aprile la sede del MSI-Destra Nazionale di via Mancini , consueto obiettivo, era protetta da appena una cinquantina di agenti? secondo Giorgio Galli la spiegazione è di regime. io non dico che la condivido, ma mi limito a registrarla con interesse, soprattutto perché viene da sinistra e poiché, quando si dà una spiegazione di regime, non si coinvolge solo la Democrazia Cristiana , ma anche il partito socialista italiano che è il pilone portante di questo regime, soprattutto a questo riguardo. ebbene, secondo Giorgio Galli « si vuole qualche tumulto dal regime, perché la opinione pubblica moderata torni a votare per la Dc, partito d' ordine per definizione, sottraendosi alle suggestioni della destra nazionale, presentata come fautrice del disordine. Gui ha detto chiaramente di sperare che le violenze fasciste inducano l' elettorato missino a votare per la Democrazia Cristiana » . successivamente Giorgio Galli spiega che « la manovra è destinata a fallire » (colleghi della Democrazia Cristiana , sono spiacente per voi) « perché chi per avventura si distaccasse dalla destra nazionale, non credendola un partito d' ordine, un solo fascino potrebbe subire: quello del partito comunista » , molto più furbo di voi. non dico che sia più onesto, ma forse lo è politicamente, perché il parlare con il linguaggio dei propri interessi, e saperlo fare, è forse perfino onestà politica. il mestiere, l' inventare, il tramare e l' addebitare a persone per bene delitti che sono fuori non solo dal loro costume, ma da tutto ciò che è il vivere civile e politico ed anche dal loro credo religioso è degradante per un partito che sta tempestando l' Italia con manifesti in cui si parla di libertà. ma quale libertà, se non avete quella di dire la verità neppure nei vostri confessionali? quale libertà, se non avete nemmeno più dei confessionali, né dei luoghi in cui appartarvi per dire alla vostra coscienza che avete peccato e che avete infangato la vostra patria? ritengo che dati morali di questo genere — e mi riferisco soprattutto al ministro dell'Interno ed a chi gli fa corona — non possano avvicinare neppure una parte dell' elettorato italiano, cosiddetto perbenista, ad un partito che si comporta in questo modo. poiché parlavo dei collegamenti politici degli extraparlamentari di sinistra — non ne voglio parlare soltanto in superficie — in primo luogo mi permetto di farvi osservare che gli extraparlamentari di sinistra nel loro complesso stanno facendo politica: hanno una politica. direi che tra tutti i partiti politici dell' « arco costituzionale » , essi sono quelli che hanno le idee più chiare; essi portano avanti una tematica che è la tematica d' obbligo nei paesi votati alla tirannia comunista o nei paesi che si trovano già sotto una iniziale tirannia di quel tipo. voglio dire che la logica portoghese sta guidando ed ispirando la politica e la propaganda degli extraparlamentari di sinistra non senza risultati. hanno cominciato con una spettacolare campagna contro di noi: « si sciolga il MSI-Destra Nazionale » , hanno detto. ora, sono andati avanti ed associano a noi la Democrazia Cristiana , non per scioglierla, addirittura per ucciderla e stanno già definendo — come avviene in Portogallo in questi giorni — reazionari e di destra i socialdemocratici, in ciò aiutati ed assistiti dalla propaganda socialista che in questi giorni non sentiremo risuonare a pieno in questa Aula. infatti, siamo alla vigilia di un altro compromesso: i socialisti voteranno a favore di questa legge, non accentueranno i toni polemici contro la Democrazia Cristiana , ma tutta l' Italia, fuori di qui, è piena (basta uscire dal palazzo di Montecitorio e vedere i muri delle nostre città) di manifesti socialisti, non indirizzati contro di noi — ci trascurano! ma indirizzati contro la Democrazia Cristiana , a tal punto che ho visto oggi, con qualche divertimento, un manifesto democristiano che — audacia, audacia! — risponde ai socialisti, scrivendo: « l' Italia è cambiata, ma le pretese del partito socialista no » . complimenti, nel momento in cui state cedendo ad ulteriori pretese del partito socialista ! è veramente, questo, il modo migliore per fare, da parte vostra, dell' ottima propaganda preelettorale! quanto alla politica, e non solo alla propaganda, degli extraparlamentari di sinistra , poiché i giornali hanno felicemente annunziato che saranno presentate liste, in queste elezioni, de il Manifesto-PDUP, e poiché è una specie di luogo comune che, tra tutti gli extraparlamentari di sinistra , quelli del Manifesto sono i moderati, gli intelligenti, gli intellettuali, un gruppo di guida, che non darebbe luogo a violenze di alcun genere, ho annotato i titoli apparsi a tutta pagina su Il Manifesto il 18 aprile, il 20 aprile, il 23 aprile, il 24 aprile ed il 26 aprile. si tratta di titoli che riguardano anche questo provvedimento di legge. sentite il crescendo! diciotto aprile. titolo a nove colonne: « non bastava un morto per mano fascista. i carabinieri di Fanfani e Moro uccidono un altro giovane lavoratore a Milano. nella Democrazia Cristiana è la radice del fascismo, che torna allo scoperto in vista delle elezioni » . titolo del 20 aprile: « il Governo punta ad accelerare l' iter dei provvedimenti forcaioli sull' ordine pubblico , incoraggiato anche dalla tolleranza del Psi e del Pci » . titolo del 23 aprile: « milioni hanno scioperato e manifestato. non hanno chiesto ordine pubblico , ma la messa al bando del fascismo » . il che vuol dire che chi chiede messa al bando del fascismo non chiede ordine pubblico , e viceversa. non l' ho detto io, ma sembra volerlo dire Il Manifesto . « non si sono affiancati, ma contrapposti, al potere democristiano e di polizia, alla politica del Governo e dei padroni » . titolo del 24 aprile: « il Parlamento di Fanfani » — siamo diventati, signor presidente , il Parlamento di Fanfani, e non lo sapevamo! — « ignora il fascismo e rafforza la polizia. sull' ordine pubblico fa il contrario di quello che ha chiesto il paese. per fortuna, la sinistra ha ora qualche perplessità » . beate le « perplessità » delle sinistre, che rallegrano quelli del Manifesto! titolo del 26 aprile (epigrafe, epitaffio): « voto fascista, legge fascista » . che bello! ecco, lo grideranno e forse lo stanno già gridando fuori di qui quelli del Manifesto, che sono, tra gli extraparlamentari di sinistra , i moderati, i benpensanti, quelli con i quali un colloquio è possibile. un colloquio? ebbene, l' onorevole Giacomo Mancini, in fatto di colloqui con l' ultrasinistra, ho l' impressione sappia qualche cosa. l' onorevole Mancini ama a tal punto il colloquio che si è recato, come sapete, clamorosamente in carcere per un colloquio con un giovane dell' ultrasinistra. taluni giornali ne hanno fatto scandalo. ci si è chiesti (ma sono particolari!) quale magistrato e perché e come abbia potuto autorizzare un colloquio di tal genere. si è asserito, falsamente, che i parlamentari possono visitare i detenuti. specialmente in casi di questo genere. si è saputo, e l' onorevole Mancini non l' ha smentito (ma, come ora dirò, l' onorevole Mancini non ha l' abitudine di smentire), che al termine del colloquio l' onorevole Mancini, battendo una mano sulla spalla del detenuto, gli ha detto: « stai tranquillo » . che detenuto è? come si chiama? perché è detenuto? si chiama Fabrizio Panzieri, fa parte del « collettivo di via dei Volsci » . parlavo prima della situazione romana. ebbene, onorevoli colleghi , sappiate che a Roma esiste una associazione per delinquere composta da una quarantina — non più — di individui, che si chiama « collettivo di via dei Volsci » . il « collettivo di via dei Volsci » è collegato con un' altra associazione per delinquere, un po' meno numerosa, che si chiama « collettivo di Monteverde » . entrambe queste associazioni, responsabili di fatti gravissimi, di attentati, di pistolettate, di ferimenti gravi, di sequestri di persona , sono state ripetutamente denunciate dall' L'Unità . L'Unità ha pubblicato corsivi e neretti in numero rilevante, ne diamo atto, contro il collettivo di via dei Volsci » : quest' ultimo si è anche distinto in operazioni all' interno del policlinico di Roma il quale è diventato una specie di dominio del suddetto collettivo, fino a qualche tempo fa, quando è stato arrestato il maggiore responsabile di questo gruppo. il « collettivo di via dei Volsci » è responsabile dell' assassinio del giovane greco Mantakas; questo assassinio è avvenuto perché i quaranta comuni delinquenti del citato collettivo, armati di rivoltelle, visto che non riuscivano un mattino ad impedire lo svolgimento del processo per il rogo di Primavalle, con una tipica azione di commando si sono recati in via Ottaviano dove ha sede la nostra sezione del quartiere Prati. hanno lanciato bottiglie molotov all' interno della nostra sede, come fanno di solito; usciti allo scoperto, i nostri, per non morire arrostiti, hanno trovato i tiratori scelti che hanno aperto il fuoco colpendo mortalmente il giovane greco, ferendo gravemente un altro ragazzo e dandosi poi alla fuga. di questi è stato individuato un personaggio, un certo Panzieri. sentite per quali capi di imputazione è in stato di arresto dal 28 febbraio 1975. ho qui davanti il suo curriculum: recidivo, già tre volte denunciato ed arrestato per reati contro l' ordine pubblico , aggressioni alla polizia, resistenza, eccetera; 28 febbraio 1975: denunciato in stato di arresto per concorso in omicidio aggravato, concorso in tentato omicidio, lesioni personali volontarie, detenzione, trasporto ed uso di ordigni micidiali; porto abusivo di armi ed altro. costui, arrestato perché la sua fotografia ne ha permesso il riconoscimento tra quelli del « collettivo di via dei Volsci » , in galera in attesa di giudizio, ha un colloquio con l' onorevole Mancini. questo ultimo, al termine del colloquio, lo tranquillizza battendogli la mano sulla spalla. come mai l' onorevole Mancini si compiace di questo tipo di colloqui? è il solo tipo di colloquio gradito all' onorevole Mancini, o c' è qualche altra cosa? penso vi sia qualche altra cosa, e vorrei pregare un collega di volercelo dire. mi risulta che sia iscritto a parlare in questo dibattito l' onorevole Belluscio, socialdemocratico, il quale, in epoca recente, ha lanciato contro l' onorevole Mancini un' accusa pesante: quella di essere in collegamento con gli extraparlamentari di sinistra e di avere attentato alla sicurezza dello Stato, impedendo al Governo, e particolarmente al ministero dell'Interno , in tempi recenti, di procedere contro ben individuati gruppi di delinquenti comuni, affiliati agli extraparlamentari di sinistra . l' onorevole Belluscio ha l' occasione per fornirci qualche chiarimento al riguardo. voglio aiutare l' onorevole Belluscio e chiunque intenda fornire chiarimenti al riguardo, perché ho qualche altra cosina da aggiungere a proposito dei collegamenti fra il partito socialista italiano e gli extraparlamentari di sinistra . ho anzi qualche cosina da dire, che riguarda il partito socialista italiano, la Democrazia Cristiana , gli extraparlamentari di sinistra in genere: si tratta di un' azione che si sta svolgendo contro i carabinieri. onorevole Zamberletti, recentemente si è tenuta a Milano una riunione di cui penso ella non abbia avuto notizia. la riunione ha visto presenti il socialista Mario Artali e il democristiano Carluccio Sangalli, rappresentanti dell' onorevole Giacomo Mancini e dell' onorevole Andreotti (il quale fila da tempo in perfetto amore, attraverso talune intermediazioni neocapitalistiche, di quel capitalismo che fa tanto ribrezzo all' onorevole De Martino , segretario del Psi). quali uomini di fiducia degli onorevoli Mancini ed Andreotti, gli onorevoli Artali e Sangalli, hanno convenuto a Milano circa l' opportunità di una pesante campagna contro i carabinieri, con l' intento, attraverso questa campagna, di mortificare ed umiliare, anche nell' efficienza e nel rendimento, l' Arma dei carabinieri la quale sembra essere, in prospettiva, meno docile di quanto non si pensi — a torto — possano essere gli organi di polizia. subito dopo la riunione, guarda caso , un magistrato che non ho l' impressione sia molto lontano dagli ambienti della sinistra parlamentare, un magistrato, che si occupa dell' inchiesta sui fatti di Milano, ha inviato 12 comunicazioni giudiziarie ad altrettanti carabinieri, implicati nei fatti di Milano (12 comunicazioni giudiziarie!); ha inviato una pesantissima comunicazione giudiziaria a quel carabiniere che guidava il famoso « gippone » , ha inviato una pesantissima comunicazione giudiziaria al sottotenente dei carabinieri che gli si trovava a fianco e, di converso, ha inviato tre — diconsi tre — comunicazioni giudiziarie ad altrettanti giovani dell' ultrasinistra extraparlamentare per radunata sediziosa. sicché, su decine di migliaia io debbo credere alle cifre che hanno pubblicato i giornali di sinistra ed anche quelli governativi: hanno parlato di centinaia di migliaia, io mi limito a parlare di decine di migliaia — di manifestanti di sinistra, i quali hanno fatto tutto quello che era pensabile o impensabile potersi fare in una città, hanno assalito tutti, devastato tutto, frantumato tutto e ne sono stati impediti, solo a gran fatica, in extremis , su una massa di forsennati dimostranti, se ne sono individuati solo tre per radunata sediziosa. badate, poveri bambini, non hanno fatto null' altro che radunarsi sediziosamente! una intenzione, direbbe l' onorevole Fanfani; forse sono andati al di là dell' intenzione, forse hanno superato la misura, direbbe ancora l' onorevole Fanfani, ma, poveri bambini, non hanno fatto null' altro... e ne hanno individuati solo tre! la stampa ha pubblicato migliaia di fotografie di persone mascherate e non mascherate, soprattutto non mascherate, perché erano talmente sicure di sé che pensavano di poter andare senza maschera, una volta tanto. migliaia di fotografie sono apparse, i cittadini di tutta Italia le hanno vedute, ma il magistrato di sinistra, il magistrato democratico ha visto soltanto l' immagine di dodici carabinieri, più due, e di tre ragazzotti, incriminati per radunata sediziosa, per la quale non è previsto neanche il mandato di cattura . questi ultimi — per carità! — se la caveranno molto semplicemente e molto facilmente! c' è dunque qualcuno che possa credere davvero che il famoso magistrato dottor Colato si sia comportato, a Milano, come si è comportato — per lo meno è stato sostituito — e che quest' altro magistrato osi comportarsi in questa guisa — dopo quanto è accaduto — dinanzi alle attese dell' opinione pubblica per il ristabilimento dell' ordine, senza che lor signori sappiano di avere qualche alto protettore e ispiratore alle spalle? ebbene, i due alti protettori e ispiratori — o per lo meno due fra gli alti protettori e ispiratori — di queste manovre contro i carabinieri, contro la sicurezza dello Stato, contro la vita dei cittadini, contro i partiti democratici, contro le vostre stesse vite, i due ispiratori, dicevo, io li denuncio: si chiamano Giulio Andreotti e Giacomo Mancini. voglio sperare che chi ha notizie — come ha detto di averne l' onorevole Belluscio — lo faccia sapere, abbia questo coraggio, perché non è possibile che si continui a vivere in questo stato di equivoco, non è possibile che si continui a tollerare che ci sia gente che ispira, che finanzia, che aiuta, che strumentalizza bande di delinquenti comuni che nessun partito politico osa o oserebbe difendere e che nell' ombra e dall' ombra ricevono incoraggiamenti di questo genere. se vivessimo in altri tempi, concluderei questa parte del mio intervento dicendo: sì apra un' inchiesta parlamentare . abbiamo chiesto nel 1972 l' apertura di un' inchiesta parlamentare , l' abbiamo chiesta correttamente con apposita proposta di legge , sulla violenza da qualunque parte essa provenga: sono passati tre anni e non siamo nemmeno all' inizio, all' avvisaglia, di un' inchiesta di questo genere. rinuncio pertanto a chiederla in questo momento, però un' inchiesta di coscienza — , di coscienza anche politica — bisogna pure che abbia luogo se vogliamo, in qualche guisa, tentare di uscire da questa situazione. quali sono i rimedi? noi abbiamo formulato delle proposte, onorevoli colleghi ; esse, durante questo dibattito, vi verranno ripresentate ed illustrate da parte di rappresentanti del nostro gruppo. tra di esse, quella che consideriamo di gran lunga la più importante — e sono lieto di poter dire che abbiamo saputo che in Commissione qualche affidamento ci è stato dato circa la possibilità che essa venga approvata — è quella, già da me citata, tendente allo scioglimento immediato, per legge, di tutte le formazioni extraparlamentari comunque dedite al metodo della violenza. io credo che una proposta siffatta debba stare alla base e all' origine di un qualsivoglia serio tentativo per risolvere il problema. voi dovete riconoscerlo, onorevoli colleghi , che non si tratta di una proposta di parte, perché noi non tendiamo, come altri fanno, a colpire un settore per potenziarne, magari subdolamente, clandestinamente un altro. noi vogliamo che si colpisca, ovunque, alle radici della violenza. voi sostenete che vi è una violenza di destra? si colpisca la violenza di destra o di estrema destra o fascista — chiamatela come volete — ma si colpisca tutta la violenza! mi permetto di far rilevare che quando un gruppo politico si autodefinisce extraparlamentare, quel gruppo politico si mette fuori non dall' « arco costituzionale » , ma si mette fuori dalla Costituzione; e se ne mette fuori non tanto per i fini che si propone. voglio essere interprete — lo faccio ad uso politico — così lassista della Costituzione della Repubblica italiana da ritenere che avesse ragione Togliatti quando, alla Costituente, opponendosi ad una qualsiasi legge sul controllo di legittimità democratica dei partiti politici , disse che anche il più anarchico tra i partiti politici deve essere ammesso in un regime di libertà. voglio ritenere che avesse ragione e penso che se oggi ci ascoltasse non darebbe ragione a se stesso , a seguito di quanto è accaduto, sta accadendo e potrebbe accadere. ma voglio serenamente ammettere che avesse ragione. egli si riferiva ai fini, non ad una formazione politica che rifiuta il metodo, che non accetta di sedersi allo stesso tavolo, cui pur si siede (perché poi si presentano alle campagne elettorali , reclamano i voti, reclamano i seggi, vogliono entrare). c' erano, ne sono stati cacciati dall' elettorato nel 1972 e speriamo che non c' entrino mai più! erano quelli del PSIUP, che in sostanza erano legatissimi agli extraparlamentari, di sinistra. ora questa gente tenta di entrare in Parlamento, vuole fruire dei vantaggi del gioco, ma non accetta le regole del gioco . queste persone dicono al giocatore che con loro ha l' ingenuità di sedersi al tavolino di essere dei bari, di voler barare, ma gli altri devono accettare di giocare mentre essi barano, anche se buttano giù il tavolino! nessun sistema, nessun regime, nessuna comunità umana, nessuna collettività, nessun governo, nessuna maggioranza, nessun partito, che non siano stolidi, vili o complici, possono accettare connivenze di questo genere! voi le accettate fino al punto che in talune manifestazioni dell' « arco costituzionale » figurano i rappresentanti degli extraparlamentari di sinistra . voi accettate al punto queste connivenze, queste complicità con i bari del sistema, che, per fare un esempio, il dottor Cicchitto, capo del settore propaganda del partito socialista italiano, partecipa a tutte le manifestazioni pubbliche degli extraparlamentari di sinistra o di taluni gruppi più importanti degli extraparlamentari di sinistra . recentemente l' onorevole Riccardo Lombardi si è recato a Milano ad una riunione ufficiale degli extraparlamentari di sinistra per lo scioglimento, al solito, del nostro partito: ha preso la parola e si è dichiarato solidale nei fini e nei mezzi. recentemente a Torino, caro Abelli, dopo la distruzione della nostra sede si è tenuta una vasta assemblea di partigiani, di socialisti, di comunisti. ha preso la parola Mussa Ivaldi , il quale ha testualmente dichiarato che era lieto, di prendere la parola in quella circostanza e si felicitava con coloro che avevano assaltato e bruciato la sede del nostro partito. non so se sulle labbra di un socialista possano fiorire affermazioni di questo genere! ma queste sono affermazioni che normalmente fioriscono su certe labbra, che possono dire tutto quello che vogliono, sia che parli il tronfio segretario del loro partito sia che parlino uomini da strapazzo, come Mussa Ivaldi , che si è permesso di usare un linguaggio di questo genere! questa è la situazione! se vogliamo risolvere il problema, se vogliamo dare agli italiani di qualunque parte politica la certezza di poter lavorare nel rispetto del metodo della libertà, tutelata veramente in uno stato di diritto , in uno Stato costituzionale, bisogna partire da qui. bisogna togliere di mezzo chiunque non stia alle regole del gioco . i fini dei partiti politici possono e devono essere diversi. un partito politico sia di sinistra sia di destra e perfino di centro può proporsi di riformare il sistema, di rivedere il sistema, ma deve lealmente accettare le regole del gioco , deve proporsi seriamente di rivedere, di riformare, di ristabilire, di rinnovare, di capovolgere, nel quadro del rispetto del metodo della libertà attraverso la ricerca del consenso. ma chi non soltanto pratichi metodi diversi e contrari, ma lo dica, lo proclami, lo esalti e al tempo stesso fruisca di tutti i vantaggi del sistema, è il facile vincitore, ha tutto in mano, tutto a disposizione; è legale o è illegale, è violento o moderato, entra in Parlamento e sputa sul Parlamento. questo non è consentito. permettete di dirlo almeno a noi che abbiamo il pregio, penso, della chiarezza, perché un qualche coraggio pur lo abbiamo. sappiamo quanto ci costano queste prese di posizione e quanto possano costarci anche personalmente e individualmente, ma questo è il linguaggio che si deve parlare se è lecito sperare in una Italia rinnovata, ripulita, nell' ordine. abbiamo poi proposto un disegno di legge che riproduce — lo abbiamo confessato apertamente — la legge francese anti-casseurs, una legge che in Francia sembra aver dato risultati oltremodo positivi (a parte il fatto che in Francia la polizia funziona e in Italia no), una legge che a noi sembrerebbe utile, almeno come esperienza da affrontare, anche nel nostro paese. abbiamo poi presentato una proposta di legge organica, intesa ad assicurare l' efficienza delle forze dell'ordine dal punto di vista tecnico attraverso trattamenti economici adeguati. il Senato nei giorni scorsi ha messo rapidamente lo spolverino su un disegno di legge per le forze dell'ordine , che doveva essere approvato in fretta perché qualche risposta bisogna pur dare alle attese più che legittime degli appartenenti alle forze dell'ordine . ma, badate, noi ve ne avvertiamo ufficialmente, il problema non è chiuso; ed io non lo riapro ora perché c' è la campagna elettorale : no, io prendo l' impegno a nome di tutto il mio gruppo, qui e al Senato, di risollevarlo dopo la fine della campagna elettorale in maniera decisa e pressante. se ne deve venir fuori. non è pensabile avvilire e prostrare gli appartenenti alle forze dell'ordine nel momento stesso in cui si pretende da loro quasi l' impossibile, cioè il concorso nel ristabilire l' ordine in un paese come il nostro. infine abbiamo proposto che lo Stato provveda a risarcire i danni ai cittadini i quali, a causa della situazione di terrore esistente in larghe plaghe d' Italia, vengono colpiti nelle vite, negli affetti familiari, negli interessi concreti. penso che il regime il quale ha ritenuto opportuna — e l' ho ritenuta opportuna anch' io — una legge per il finanziamento pubblico dei partiti, debba fare il proprio dovere pubblicamente, finanziando e risarcendo coloro che a causa della inefficienza del regime sono costretti a subire danni che non sono riparabili se non attraverso durissimi sforzi. infine debbo esprimere un giudizio — e lo faccio sinteticamente perché mi affido agli altri oratori del mio gruppo e principalmente al presidente del gruppo — sul disegno di legge in esame, prendendo atto in primo luogo di una grave dichiarazione fatta dal rappresentante del Governo, che ringrazio per la lealtà con cui l' ha fatta. in Commissione il ministro Reale ha precisato che « il provvedimento è provvisorio e non è destinato a mutare le linee direttrici del nuovo codice di procedura penale che verrà redatto esclusivamente sulla base di quanto stabilito nella legge di delega. la riforma organica affronterà in un contesto globale e autonomo i problemi in discussione. signor ministro, il Governo poteva fare a meno di scomodare il Parlamento in un' ora tanto solenne per un provvedimento provvisorio. certo, tutto è provvisorio, è chiaro, penso che ella stesso per dirmi proprio questo — nel quadro di una attività legislativa che tenga conto, come deve tener conto, delle necessità sociali e politiche del paese. ma quando, il Governo, nello stesso momento in cui presenta con tanta solennità, in un momento così delicato, dopo un vertice tanto importante, dopo trattative così impegnative, un disegno di legge di questo genere, e poi scrive sul frontespizio: è provvisorio, sarà modificato o potrà essere modificato al più presto e nelle modifiche che interverranno noi Governo ci comporteremo in modo autonomo rispetto ai lineamenti di questo disegno di legge , bene, allora devo chiedermi, onorevole ministro — glielo hanno fatto dire, me ne rendo conto — in sostanza che cosa le hanno fatto dire? le hanno fatto dire che questa è una commedia per le elezioni. ciò non è molto decoroso. comunque mi auguro... la ringrazio di questa precisazione. l' avverto cortesemente che, affinché si avveri il suo e nostro auspicio, cioè affinché la situazione migliori in quest' anno, occorre che gli italiani non abbiano più il senso del provvisorio proprio in ordine alle misure per l' ordine pubblico . se vogliamo usare questa legge (penso che lei la voglia usare in questo senso) come deterrente, ritengo che lei, che è antirepressivo, voglia usarla contro la criminalità. e quando mai, se si vuole usare un deterrente contro un criminale che si accinge a delinquere, si dice: bada che il mio deterrente è provvisorio: tra qualche tempo, forse, potrai fare i comodi tuoi » . la criminalità verrà forse scoraggiata? ella, in conclusione, è un ottimo uomo politico , ma un pessimo psicologo, signor ministro...... se, come penso, lei è in buona fede nel sostenere queste cose. venendo al merito del disegno di legge , mi riferisco all' analisi che ne hanno fatto i relatori, i quali hanno osservato che esso comprende quattro gruppi di norme. primo gruppo: istituti processuali che hanno rivelato carenze (si tratta soprattutto della cosiddetta « legge Valpreda » , articoli dall' 1 al 4 del testo originario della Commissione); secondo gruppo: revisione della « legge Scelba » e norme consimili, processi per direttissima, eccetera (articoli dal 5 al 10); terzo gruppo: misure di prevenzione, mafia e via dicendo (articoli dall' 11 al 18); quarto gruppo: uso legittimo delle armi (articoli dal 18 al 25). è facile osservare che due di questi gruppi — il secondo e il terzo — sono stati inseriti nel contesto del disegno di legge a seguito del vertice dei partiti della maggioranza. voglio dire che essi non figurano nelle iniziali proposte legislative varate dalla Democrazia Cristiana , ma sono stati inseriti entrambi dopo il vertice. è facile rilevare che, essendo i provvedimenti del secondo gruppo inasprimenti della « legge Scelba » intesi a colpire il cosiddetto neofascismo, essendo i provvedimenti del terzo gruppo (equiparazione dei mafiosi ai fascisti cosiddetti pericolosi o inquietanti) diretti anch' essi a colpire il cosiddetto neofascismo, questi due gruppi di articoli o di provvedimenti nulla hanno a che vedere con lo spirito e anche con la lettera del provvedimento per la tutela dell' ordine pubblico qual era stato inizialmente concepito dalla Democrazia Cristiana . è facile anche rilevare e ritenere che questi due gruppi di provvedimenti siano stati inseriti su richiesta socialista; ed è anche molto facile immaginare che la richiesta socialista derivasse da una pressione comunista, tant' è vero che gli emendamenti presentati da socialisti e comunisti, commoventemente concordi, come sempre, in Commissione (emendamenti che con ogni probabilità verranno ripresentati in Aula) riguardavano esclusivamente o prevalentemente gli altri due gruppi, e non certamente questo; o, per dir meglio, gli emendamenti relativi a questi due gruppi erano confermativi e aggravanti, mentre quelli soppressivi presentati dalle sinistre si riferivano agli altri due gruppi. ecco dunque il panorama politico — non voglio andare oltre — relativo a questo disegno di legge . come si diceva nei tempi andati, esso è una specie di contaminatio tra una posizione inizialmente democristiana e una posizione socialista e comunista, come di solito accade. la Democrazia Cristiana , lungi dal respingere o dall' attenuare le richieste socialiste e comuniste, le ha accolte integralmente, inserendo tutti gli articoli che socialisti e comunisti chiedevano contro il cosiddetto neofascismo, per potersi salvare la coscienza nei confronti dei loro amici dei gruppi extraparlamentari di sinistra ; e, come sempre accade, la Democrazia Cristiana , avendo concesso tutto, non ha ottenuto quasi nulla perché, mentre essa pensava di ottenere il placet per gli altri tre gruppi di provvidenze (quelle preventive e quelle repressive contro la criminalità comune e politica), contro gli articoli qualificanti degli altri due gruppi, i famosi articoli 4 e 19, si è appuntato l' indice e ancora sembra si appunti l' indice dei comunisti e socialisti. questo è il panorama politico nei confronti del provvedimento. il Governo, e il ministro Reale per esso, avverte che è provvisorio, e dice: « lasciamo passare il momento » . questa è la tipica posizione lamalfiana. ho parlato bene dell' onorevole La Malfa all' inizio, ne parlo un po' meno bene in questo momento. cosa ha detto l' onorevole La Malfa ? sul compromesso storico , giudicheremo dopo il 15 giugno. l' onorevole ministro Reale cosa afferma? sulle misure per l' ordine pubblico , si vedrà... credevo che ella affermasse che non vi è alcuna relazione tra lei e l' onorevole La Malfa ... ne sono convinto! ma tra i due problemi, mi consenta — sorridendo — di ritenere che vi sia relazione. se si è, infatti, in clima provvisorio dal punto di vista politico, lo si è anche dal punto di vista legislativo, e viceversa. oggi si è in condizioni di dire qualche « no » e qualche « ni » ai comunisti; se le cose andranno in un certo modo, si pensa di poter dire agli stessi qualche « sì » , e se andassero in modo diverso di poter rispondere qualche « no » . siamo, dunque, all' insegna del provvisorio, e tale è l' atteggiamento del Governo. quanto all' atteggiamento della Democrazia Cristiana , ha concesso tutto quel che poteva concedere e non ha ottenuto quasi nulla di quello che riteneva di poter ricevere in dono, o in cambio, da parte dei socialisti. il nostro giudizio. credo di poter annunziare, con il permesso del presidente del mio gruppo e del mio stesso gruppo, e so di darvi un piccolo dispiacere, il nostro voto favorevole al disegno di legge in discussione. questo nostro atteggiamento non nasce da una manovra politica, né, tanto meno, da una manovra preelettorale: nasce da un nostro dovere di coscienza. essendo noi portatori e sostenitori, da lungo tempo, di proposte di legge preventive e repressive contro la criminalità comune e la criminalità politica (senza eccezioni, e da qualunque parte esse vengano), non potremmo, senza venir meno agli imperativi categorici della nostra coscienza e senza voltare le spalle al nostro elettorato cui queste cose abbiamo detto e promesso, votare contro il primo, tardivo, parziale, rivedibile e purtroppo provvisorio disegno di legge che finalmente viene presentato al riguardo. saremmo in contraddizione con noi stessi se votassimo contro. ma — dice qualcuno — vi sono le norme antifasciste in questa legge! e come fate? vi è la norma — terribile! — in base alla quale, se cinque giovanotti, o cinque anziani (cinque, non di più, una mano), in una qualsiasi parte d' Italia, o anche in diverse e distinte parti del nostro paese, fanno un saluto romano, commettono cioè un reato di cosiddetta apologia fascista, tale gruppo può rappresentare un tentativo di ricostituzione del disciolto partito fascista , ai sensi della legge Scelba. ma a chi pensate di far paura con norme di questo genere? non vi accorgete di rendervi ridicoli e pensate che noi non dovremmo collaborare nel rendervi tali? pensate proprio che non dovremmo dire alla gente: avete visto, quando hanno voluto colpire il cosiddetto neofascismo, hanno dovuto ricorrere ai reati di opinione e di pensiero! vergogna! non avete il coraggio di colpire i reati di violenza, di organizzazione violenta, le squadre di violenza, non avete coraggio di colpirli a sinistra o al centro; le origini e le radici delle trame vere di violenza e di terrore, questi sono i mali che non avete il coraggio di individuare, di colpire, di sradicare! ma questa Repubblica trema, onorevole ministro, se cinque ragazzotti fanno il saluto romano. e lasciateglielo fare, e denunziateli e scioglieteli! in questa guisa, avrete educato qualcuno alla democrazia, qualcuno alla libertà? o non avrete piuttosto dimostrato la vostra impotenza e la vostra complicità con quei signori dell' altra parte politica i quali sostengono queste norme non perché credano che siano serie, ma proprio perché sanno che serie non sono, proprio perché attraverso tali norme e l' ondata di rigetto, a livello giovanile, che può derivarne, essi sperano di tenere in piedi manifestazioni di « nostalgismo » che non ci interessano e che abbiamo da molto tempo lasciato cadere nel dimenticatoio. no, se intendete combattere noi, Destra Nazionale . questo è il metodo peggiore! quindi, continuate così. e che dire di quell' altro insieme di norme che equiparano i mafiosi? guardate un po' come vanno a finire certe vicende! parlo di quella mafia che l' antifascismo ha fatto sua, quella mafia che l' antifascismo ha mitizzato, ha eroicizzato nell' immediato dopoguerra, quando i mafiosi che erano stati cacciati al confino dal regime fascista, tornavano in patria, in Sicilia soprattutto, ed affermavano: « antifascista ero io, per questo ho sofferto » . erano fior di delinquenti, che sono diventati sindaci di paesi, che tuttora ricoprono alte cariche, che tuttora sono buoni amici con qualcuno di voi. ma come può, per esempio, l' onorevole Lima sottoscrivere queste norme senza vergognarsi e senza tremare? e l' onorevole Gunnella? signor ministro Reale, ma lei se lo immagina l' onorevole Gunnella nel momento in cui approva l' estensione delle norme mafiose a coloro che potrebbero rimettere in vita il disciolto partito fascista ? ma non vi vergognate? i vostri probiviri che cosa dicono? che cosa dicono dopo quello che è successo? ho sentito parlare anche adesso... stia zitto! ho sentito parlare dell' Unione consumatori, dei mercati di Roma... a... stia zitto! comunque, quel che sull' onorevole Gunnella è stato detto lo hanno detto i vostri probiviri. ne avete stracciato il verdetto e vi presentate voi, con un vostro ministro, a firmare una legge che equipara noi ai mafiosi! più mafiosi di coloro che hanno mafiosamente coperto l' onorevole Gunnella il quale, in questo momento — vengo dalla Sicilia — sta predisponendo liste mafiose, cosiddette repubblicane, in tutta l' isola? queste sono cose che tutti sanno, a Palermo, a Catania e in ogni parte della Sicilia. non vi vergognate? comunque, vergogna per voi, vergogna per tutti coloro che inseriscono nel provvedimento in esame una norma di legge di questo genere: si estende la legge 31 maggio 1965, numero 575, la legge antimafia (e tra l' altro ciò avviene nel momento in cui, se c' è qualche cosa di fallito in Italia, è la Commissione antimafia; sé c' è qualche cosa di cui ci si deve vergognare, a livello parlamentare, è l' andamento dei lavori della Commissione antimafia, problema sul quale abbiamo veramente le carte in regola perché i nostri rappresentanti in quella Commissione queste cose le hanno denunciate lì e fuori di lì, al punto che c' è stato anche un recente incidente, proprio in Commissione antimafia, determinato dall' atteggiamento fermo e leale dei nostri rappresentanti) si estende — dicevo — la legge antimafia a coloro che abbiano fatto parte di associazioni politiche disciolte ai sensi della legge Scelba e nei confronti dei quali — attenzione! — debba ritenersi, per il loro comportamento successivo, che continuino a svolgere una attività analoga a quella precedente. e questo sarebbe un testo di legge! ma la legge è certezza, la certezza del diritto è essenziale! si deve ritenere, di un Tizio, che egli possa continuare a svolgere attività analoghe — badate bene, analoghe, non identiche e neppure simili — a quelle precedenti e per questo fatto viene applicata a suo carico una legge come quella, che è durissima, perché prevede il confino di polizia; oppure la si applica nei confronti di coloro che per il loro comportamento, manifestato attraverso atti positivamente rilevanti (abbiamo discusso per anni, all' inizio di questo dopoguerra, sugli atti rilevanti: c' è tutta una giurisprudenza al riguardo, ci sono sentenze di Cassazione, mentre i giuristi di tutte le parti del mondo hanno sbugiardato e ridicolizzato coloro che hanno creduto di poter mitizzare gli atti rilevanti e hanno finito per epurare l' usciere e prendere nelle loro fila, molte volte, l' ex ministro! vergogna, anche in questo!) e in particolare per l' esaltazione o la pratica (quindi, basta l' esaltazione) della violenza compiano atti diretti in modo non equivoco alla ricostituzione del partito fascista . e le disposizioni si applicano agli istigatori, ai mandanti e ai finanziatori. quindi si può ritenere reato il fatto che io possa avere istigato il comportamento di un tale che può avere assunto un comportamento analogo a quello che avrebbe assunto se avesse tentato con atti rilevanti e non precisati da alcun organo giurisdizionale a ricostituire il partito fascista ! e questa è una legge? una legge firmata da un tipo che si chiama guardasigilli? ma che cosa guarda? è talmente ridicolo, tutto ciò, che non possiamo arrivare alla indignazione. arriveremo al voto contrario a queste disposizioni! ma sarà un voto contrario qualificante per chi lo dà e squalificante davvero in termini morali, di costume morale e politico, e giuridico per chi lo riceve. colleghi liberali, che cosa aspettate a pronunciarvi? altre volte lo faceste quando la legge Scelba fu varata nel 1951-52 e prendeste delle posizioni libere e liberali. che aspettate a rendervi conto — da giuristi ed uomini liberi quali siete indubbiamente, o dite di essere — che non si possono commettere enormità simili senza ledere la funzione stessa, il prestigio, la serietà di un qualsiasi Parlamento? noi pertanto voteremo a favore del disegno di legge , porgendovi le nostre scuse e il nostra rammarico se non possiamo proprio cadere nella tomba del ridicolo insieme con voi approvandone quelle parti che sono inutili, disdicevoli, dannose ai fini che noi ci proponiamo e che io mi auguro tutti gli italiani degni di tal nome si propongono insieme con noi, dandoci non il consenso o il suffragio più o meno momentaneo e qualche volta fittizio di una battaglia elettorale, ma il consenso vero e profondo, quel consenso di coscienza e quella indicazione di coraggio tesa a far sì che l' Italia chiuda al più presto questo periodo che, quando sarà passato, si chiamerà della gran paura e della grande viltà.