Luigi BERLINGUER - Deputato Opposizione
VI Legislatura - Assemblea n. 36 - seduta del 24-10-1972
Sugli attentati terroristici contro la Conferenza meridionalistica di Reggio Calabria
1972 - Governo II Andreotti - Legislatura n. 6 - Seduta n. 36
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , — onorevoli colleghi , gli attentati terroristici della notte di sabato scorso hanno confermato con gravità inaudita (e questo sembra a noi il fatto essenziale) che persiste ed opera nel nostro paese un disegno criminoso di eversione antidemocratica, che non è più tollerabile e che deve essere stroncato. non vi possono essere dubbi: l' attacco dinamitardo ai treni, al sistema ferroviario dal Lazio alla Calabria, mirava, ad impedire, a travolgere nel disordine e nel sangue l' incontro promosso dai sindacati a Reggio Calabria . il tentativo, certo, è fallito. a Reggio, come era nel proposito dei sindacati, com' era nell' animo e nella volontà delle migliaia e migliaia di lavoratori convenuti dal nord e da tutto le altre regioni del Mezzogiorno, vi è stata, nel dibattito politico e nella forte manifestazione di domenica, una testimonianza straordinaria di unità e di civile impegno, di lotta e di riscatto per il popolo del Mezzogiorno e per il popolo di Reggio. ma resta l' infamia dei fascisti, che a Reggio hanno lanciato l' incitamento rabbioso, anche se vano, alla provocazione, cercando di segregare ancora la città dal resto d' Italia, una città che ha dimostrato di respingere questo tentativo. e resta l' infamia più pesante di chi, con fredda e spietata determinazione, ha fatto ricorso ai mezzi del terrorismo, a strumenti e tecniche di guerra civile , proponendosi o scontando, comunque, anche la catastrofe (lo ha affermato poc' anzi anche il ministro dell'Interno ), anche la strage cieca e spaventosa, perché fallisse quell' occasione di incontro e di intesa fra gente del nord e del sud e perché. al di là di regalo, fossero colpiti il movimento e l' unità dei lavoratori, fosse ferita la democrazia. italiana. per questa impresa non vi può essere davvero confusione di piste, signori del Governo. ma questa nuova, più grave aggressione, nel momento stesso in cui emergono in modo faticoso e sconvolgente indizi e prove che danno un segno nero alla strage di Milano, conferma — e non solo per noi, ormai, ma per una parte sempre più grande dell' opinione pubblica . — che la catena dei fatti delittuosi (dagli attentati ai treni dell' estate 1969 a quelli orribili a Milano e a Roma del dicembre dello stesso anno, e via via ai troppi episodi di violenza e di provocazione fascista) compone una trama nera, obbedisce ad un disegno rivolto a travolgere il regime e gli istituti democratici, a impedire un processo di rinnovamento della società italiana e di avanzata delle classi lavoratrici . l' ispirazione è fascista, è reazionaria, e chiama certo in causa le responsabilità del segretario fascista del Movimento Sociale Italiano , che ha lanciato gli appelli allo scontro fisico, all' attacco dell' arditismo nelle scuole e nelle fabbriche, ma chiama in causa anche chi questi appelli ha tollerato o ha creduto che fossero sufficienti le deplorazioni. ma, quegli appelli, quegli incitamenti, chi li ha mossi? su quali impunità ha creduto di poter contare? quel che è certo, è che qualcuno li ha raccolti. voglio ricordare che l' onorevole Forlani ha fatto allusione, tempo addietro, in una intervista su un giornale romano, a piani di eversione che si preparano al nord e al sud. che cosa egli sapeva? che cosa sa? è il momento di parlare chiaro, e soprattutto è il momento di andare a fondo, perché nessuno può pensare, di fronte ad attentati come quelli di sabato scorso, alla bravata di qualche gruppo terroristico. non vi è dubbio che all' opera. sono una o più organizzazioni, che sanno concepire piani sulla area nazionale e hanno i mezzi militari, l' addestramento, i collegamenti, le informazioni e la decisione propri di specialisti nella sovversione e nei colpi di mano. ora siamo giunti ad un punto che l' emozione sgomenta. lo sdegno, la condanna che si sono levati subito e largamente in tutto il paese, che i lavoratori e i sindacati hanno ribadito oggi con uno sciopero unitario e con grandi manifestazioni di protesta e di ammonimento antifascista, che si sono svolte in tutta Italia, devono trovare qui, nel Parlamento, ben più che un' eco e una conferma. c' è una responsabilità dei governi che ancora una volta dobbiamo denunciare e che bisogna chiaramente riconoscere se davvero si vuole rimediare. questi fatti non possono essere accaduti per caso, per fatalità e nemmeno per inettitudine di qualche organo addetto alla sicurezza pubblica o all' amministrazione della giustizia . noi non mettiamo tutti nello stesso sacco, ma è incredibile e scandaloso non riuscire per troppi fatti ormai ad accertare la verità, ad individuare i mandanti e gli esecutori veri; costruire indagini ed istruttorie che si rivelano sempre più inattendibili, come quella per la strage di Milano; far pensare di momento in momento di aver risolto casi oscuri con l' arresto di qualche fascista quasi sempre troppo presto rilasciato! perché tanta inefficienza, tante disfunzioni ed errori e colpe di inerzia, di copertura, perfino di complicità? andiamo alle radici politiche. è stato lo stesso attuale presidente del Consiglio , onorevole Andreotti, non molto tempo fa a dire che la Democrazia Cristiana non intendeva ripercorrere la strada del tragico errore del 1922, quando anche la sua parte politica , come i gruppi dirigenti liberali dell' epoca, credettero di potere addomesticare il fascismo e servirsene. ma la verità è che su questa strada esiziale la Democrazia Cristiana e i suoi governi hanno compiuto, proprio in quest' ultimo periodo, parecchi passi. li avete compiuti quando avete pensato che una destra, anche se fascista, potesse rappresentare un utile contrappeso, uno strumento su cui far leva all' occasione contro il movimento operaio ; quando avete cercato di operare discriminazioni, quando avete cercato di dirigere il sospetto contro le forze di sinistra e quando avete raccolto anche recentemente, nella vostra politica, per l' assillo e la paura della concorrenza, tanti dei motivi delle forze sociali più conservatrici e delle suggestioni dell' agitazione di destra. qui è l' origine del guasto: le tolleranze, le connivenze, gli inquinamenti anche nei corpi più delicati dello Stato. le difficoltà a far luce nell' intrico dei complotti, nelle manifestazioni di violenza e di criminalità reazionaria e fascista che preoccupano e allarmano, credo, anche tutti o quasi tutti voi. non si può non avvertire infatti che l' insidia e la minaccia si rivolgono ormai e sempre più scopertamente contro le basi stesse del regime democratico e repubblicano. noi prendiamo atto certo delle riaffermate condanne del fascismo, dell' esigenza di isolarlo, del riconoscimento del carattere reazionario della trama in cui si inquadrano le sinistre prove di questi giorni e anche della necessità di spezzarla finalmente, che è stata espressa dalle forze democratiche antifasciste, da uomini delle diverse parti politiche, dalla più responsabile stampa italiana, in un impegno unitario di difesa della democrazia, cui noi, come sempre, siamo pronti a partecipare senza riserve e con tutte le nostre forze. due cose però vogliamo sottolineare. la prima è che la salvezza e il vigore degli istituti democratici sono possibili oggi in Italia solo nel quadro di un rinnovamento dell' economia e della nostra società, a cominciare dal Mezzogiorno, e se si determina un rapporto di fiducia che oggi certo non c' è e non può esservi tra i pubblici poteri e le masse popolari . per noi la strategia dell' antifascismo è sempre stata e resta una strategia della trasformazione democratica del nostro paese. la seconda esigenza più immediata ed urgente è che non si può restare a dichiarazioni di principio, al richiamo ai valori della Resistenza e dell' antifascismo, alle condanne politiche e morali, alla totale esecrazione del terrorismo fascista. occorrono i fatti. avete oggi delle leggi, a cominciare da quella del 1952 che impone la messa al bando delle bande e formazioni fasciste. avete dunque gli strumenti. il paese esige che il Governo li impieghi con l' energia e la severità necessarie. poiché il nostro giudizio si fonda sui fatti, devo dunque dichiararmi insodisfatto della risposta dell' onorevole ministro.