Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VI Legislatura - Assemblea n. 294 - seduta del 13-08-1974
Sull'ordine pubblico
1974 - Governo V Rumor - Legislatura n. 6 - Seduta n. 294
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole presidente del Consiglio , onorevole ministro dell'Interno , noi ci onoriamo di essere stati tra i promotori di questo dibattito e ci onoriamo di esserci permessi di chiedere e di insistere affinché questo dibattito si svolgesse, come si sta svolgendo, in Aula. lo dico in apertura per chiarire — a nome del gruppo del MSI-Destra Nazionale e di tutto il partito — che (lo dico con senso di responsabilità e senza voler arrecare né torto né offesa ad alcun altro gruppo né ad alcun altro partito) nessuno più di noi è interessato, onorevoli membri del Governo, a che si giunga a chiarimenti, a che si giunga a provvedimenti che riescano a liberare l' Italia dalla duplice piaga della violenza politica e del terrorismo politico . in tal senso e a tale scopo (desidero dirlo perché mi devo richiamare, ne chiedo scusa, alla conclusione del recentissimo dibattito succeduto all' attentato al treno Italicus), io mi sono onorato, qualche giorno fa, insieme con il presidente del mio partito onorevole Covelli, di offrire una collaborazione di cittadino onesto e di parlamentare leale all' ispettorato contro il terrorismo. mi permetto di far rilevare a tutta la Camera (e mi permetto di rilevarlo proprio perché devo qualche risposta a quanto disse il signor ministro dell'Interno a rapida conclusione di quel dibattito) che — ve lo ricorderete — ci fu da parte nostra la richiesta, parlamentarmente corretta, di una Commissione di indagine. la Presidenza non ritenne (e non ho nulla da osservare a questo riguardo) di dover aderire alla nostra richiesta. si parlò di una riunione della Commissione interni che avrebbe dovuto dar luogo ad una audizione conoscitiva del dottor Santillo, ma neppure quella riunione ha avuto luogo. devo quindi dei chiarimenti, anche a nome del presidente del mio partito, onorevole Covelli, a proposito di quella richiesta. chiarimenti rapidissimi che consistono, signor ministro...... nel dirle. che quando l' onorevole Covelli e il sottoscritto chiesero un colloquio con il dottor Santillo per recare delle notizie che, se fossero state prese sul serio, avrebbero potuto scongiurare la morte di dodici cittadini italiani...... noi non demmo luogo ad alcuna speculazione politica, non tenemmo alcuna conferenza stampa (e a questo proposito vorrei permettermi di consigliare ai funzionari che dipendono dal signor ministro dell'Interno di non indulgere troppo all' italico vezzo delle conferenze stampa in momenti di grande responsabilità), ci limitammo a fare il nostro dovere. non ci attendevamo, signor ministro (ecco quello che volevamo tra l' altro dire una settimana fa), che il ministro dell'Interno (fra l' altro in un' Aula parlamentare diversa da questa, nella quale né l' onorevole Covelli né io potevamo essere presenti e prima che si giungesse in quest' Aula al dibattito sull' attentato all' Italicus) desse notizia ufficiale del nostro passo. ci attendevamo però che, dando la notizia ufficiale del nostro passo e delle relative indagini, il signor ministro dell'Interno dicesse tutta la verità e non prevenisse o pregiudicasse (questa è l' impressione che ci ha disgraziatamente dato) le indagini della magistratura. invece, onorevole ministro, senza un preventivo avviso (e vorrei sapere a questo punto dalla cortesia e dalla sensibilità di tutti i colleghi, nessuno escluso, quale cittadino italiano, e soprattutto quale parlamentare italiano, si sentirà nella condizione morale di aderire all' invito che in una conferenza stampa il dottor Santillo ha rivolto a tutti i cittadini di collaborare alla ricerca della verità: noi continueremo comunque a fare il nostro dovere), senza una preventiva comunicazione, né personalmente a noi, né all' altro gruppo, ella ha inteso parlare ufficialmente, prima al Senato e poi alla Camera, di una nostra comunicazione e, parlandone, tanto al Senato quanto alla Camera, ha presentato la realtà in modo diverso da quella in cui si è configurata, perché ha annunziato come cosa fatta, come cosa eseguita quello che il dottor Santillo aveva annunciato a me dandomi completa assicurazione, purtroppo inesattamente (non dico falsamente) che i servizi di salvaguardia alla stazione Tiburtina erano stati rafforzati. se fossero stati rafforzati, poiché le indagini balistiche (su questo tutta la stampa ha convenuto) sembrano aver dimostrato che l' ordigno fu collocato alla stazione Tiburtina , sotto un sedile del treno prima che il treno partisse, cioè all' ora della formazione del treno, verso le 17,30, cioè all' ora indicata... se i serviti di salvaguardia fossero stati rafforzati... se i servizi di salvaguardia fossero stati rafforzati, così come ella disse inesattamente, perché inesattamente era stato informato, probabilmente l' attentatore, o gli attentatori, non avrebbero potuto eseguire il loro tragico e vile mandato. debbo aggiungere, onorevole ministro, che io personalmente mi misi subito a disposizione del magistrato. il dottor Pavone che stava in quel momento indagando presso la procura della Repubblica di Roma, e il dottor Pavone al quale chiesi udienza mi fece sapere, attraverso l' amico avvocato senatore Mariani, che egli aveva già ascoltato l' avvocato Basile, aveva ascoltato il cosiddetto superteste...... mi ringraziava perché mi ero messo doverosamente a disposizione, si riservava di interrogarmi. non sono stato convocato dal magistrato di Roma, ho fatto sapere al magistrato di Bologna di essere a disposizione, non sono stato ancora convocato dal magistrato di Bologna, sono ovviamente a disposizione. fra tanti saccenti o blateranti continuo ad essere il solo segretario di partito a disposizione, sono naturalmente, ovviamente, doverosamente a disposizione della magistratura e dico ciò perché nel cauto e — debbo riconoscerlo — molto corretto accenno che ella ha dedicato nel suo intervento di oggi a queste vicende, mi sembra che si sia voluto riferire — se ho sbagliato nell' interpretarlo, mi corregga, onorevole ministro, — ad un comportamento della magistratura che, come recenti polemiche giornalistiche e recenti conferenze stampa possono aver dimostrato, è dispiaciuto a qualche organo dipendente dal suo ministero. io credo che la magistratura stia compiendo tutto il suo dovere e, ripeto, mi rimetto alla magistratura qualora essa ritenga di dovermi interrogare al riguardo. penso, con questa dichiarazione responsabile, di avere chiuso, almeno per ora, la polemica su questo episodio. quanto al contenuto di questo dibattito, signor ministro, noi siamo d' accordo con lei nel constatare — non si tratta di una opinione, è una dolorosa e gravissima constatazione che da quella che fu chiamata la « strategia della tensione » si è passati in Italia alla strategia del terrorismo. sicché io penso, e mi sembra che su questo cammino si stia marciando anche da parte di altri gruppi politici , che bene ho inteso quanto è stato detto or ora e dal rappresentante della socialdemocrazia e dal rappresentante del partito liberale . credo che questi dibattiti, anziché dare luogo alle classiche, rituali, inutili e mortificanti risse cui hanno dato luogo precedenti dibattiti su eventi dolorosi di violenza verificatisi nel nostro paese, debba essere intitolato alla sicurezza dello Stato, o se più vi piace alla sicurezza della Repubblica, nell' osservanza, da parte di tutti, della Costituzione repubblicana. a un dibattito sulla sicurezza dello Stato noi riteniamo — e credo di potervelo serenamente dimostrare — di poter portare oggi un contributo di informazioni, di considerazioni... a un dibattito sulla sicurezza dello Stato, dicevo, noi crediamo di poter recare un contributo di informazioni, di considerazioni e di decisioni, nel nome di una parte, onorevoli colleghi , che rappresenta fino ad oggi almeno tre milioni di cittadini elettori. quando parlo di un contributo di informazioni (lo dico poiché in occasione del precedente dibattito il capogruppo del partito comunista ebbe a dichiarare che era vergognoso che io dessi notizie che non aveva dato il ministro dell'Interno ) debbo avvertire che le notizie che sto per dare non mi giungono da alcuna fonte confidenziale; sono semplicemente... tanto più, signor presidente — me ne dia atto — che sono un oratore che aspetta che abbiano finito di interrompere. credo di non aver bisogno di insegnamenti da alcuno tra voi, almeno da questo punto di vista . penso che me ne diate atto. signor presidente , le informazioni, le notizie, le considerazioni, cui sto per dar luogo, traggono origine dal mio paziente, tenace lavoro di segretario di partito e di parlamentare che si documenta. da qualche settimana a questa parte, proprio sulla stampa di sinistra, sulla più qualificata stampa di sinistra, soprattutto sulla stampa periodica di sinistra (alludo a periodici nei confronti dei quali non ho mai nutrito simpatia o tenerezza e che mi hanno ripagato, come tutti sanno, in misura abbastanza pesante), sui più tipici periodici di sinistra — alludo all' Espresso e a Panorama — si possono leggere in ordine alla strategia del terrorismo considerazioni e anche documentazioni di notevole interesse; considerazioni e anche documentazioni, che hanno, per fare un esempio, indotto l' editorialista dell' Espresso nel penultimo numero a concludere un articolo sul terrorismo esattamente così: « cominciamo anche noia credere che si possa parlare di una strategia della tensione e del terrorismo, non più di colore nero, ma, chissà, forse di colore bianco » . state certi che non alludo, neanche con la più lontana intenzione, alla Democrazia Cristiana . statene assolutamente certi. non so a quali ambienti alludano coloro che sull' Espresso pubblicano le interviste socialiste, e non soltanto quella dell' onorevole Lombardi, ma quella precedente, ancor più grave, dell' onorevole Mosca, vicesegretario del partito socialista , non certo appartenente ad una corrente minoritaria del partito socialista . comunque, non alludo assolutamente alla Democrazia Cristiana , quando parlo di color bianco. voglio semplicemente rilevare che alcuni organi di stampa dimostrano — riconosciamolo — di essere bene informati, anche troppo bene informati, di attingere a documenti che dovrebbero essere celati negli archivi dello Stato e di sapere tutto o quasi tutto o più di tutto sui servizi segreti dei quali parleremo. rilevo che da qualche tempo su quegli organi di stampa (cito a questo riguardo Giorgio Galli , che su Panorama, come politologo scrive articoli che di solito fanno andare in sollucchero tutta l' opinione parlamentare di sinistra e spesso anche del centrosinistra) ho letto con interesse tali impostazioni e ho cercato, attraverso tali impostazioni, quello che può esservi dietro: le ricerche, le indagini, le inchieste che sono andate apparendo, i documenti pubblicati, le registrazioni pubblicate prima che i nastri fossero distrutti (come proprio L'Espresso e Panorama hanno recentemente pubblicato). nel tentativo di capire qualche cosa, mi sono imbattuto in un documento parlamentare di notevole interesse, cioè nella deposizione resa dal giudice Arcai a Milano il 16 luglio dinanzi alla Commissione antimafia. non mi occuperò assolutamente della parte di tale deposizione relativa all' indagine antimafia vera e propria, perché mi guardo bene, attraverso. un dibattito parlamentare , di poter fornire ai mafiosi inquisiti una qualsiasi traccia o indicazione. il giudice Arcai, nel corso della sua lunga deposizione dinanzi alla Commissione antimafia, ha reso delle dichiarazioni — a mio avviso di estremo interesse — a proposito della strategia del terrorismo. ha addirittura documentato — come mi permetterò di dirvi secondo esattezza, perché citerò testualmente — eventi di estrema gravità, onorevole ministro dell'Interno , ben più gravi dell' attentato al treno Italicus, che avrebbero potuto verificarsi se egli — il giudice Arcai non fosse intervenuto a tempo e se non fosse intervenuto a tempo avendo cura — lo ha detto lui e lo ha ricordato anche lei, signor ministro, nel suo intervento — di servirsi esclusivamente dell' Arma dei carabinieri e di evitare che i giornalisti ne sapessero alcunché e che talune coperture, delle quali il giudice Arcai ha ripetutamente parlato, potessero intervenire per impedire che la banda di cui trattavasi, la banda Fumagalli, fosse sgominata in tempo. allora, concedetemi per pochi minuti la vostra attenzione su questa documentazione che è una documentazione parlamentare, che è una documentazione che deve essere messa a disposizione del Governo e del Parlamento, non potendosi pensare che quando notizie di tanta gravità vengono date e quando esse si riallacciano ad eventi altrettanto, o quasi altrettanto gravi, e quando lo Stato, il Parlamento, il Governo, i partiti e i gruppi parlamentari sono affannosamente alla ricerca di una spiegazione, di un chiarimento, di una traccia, di una pista o di una trama per arrivare a colpire, non soltanto gli esecutori materiali, ma i mandanti, i finanziatori, le menti direttive, non è pensabile — dicevo — che documenti di questo genere non vengano posti all' attenzione di chi dice — ed io lo credo — di essere alla ricerca di una strada. Fumagalli, non ho bisogno di dirvelo perché lo sapete in quanto la stampa ne ha parlato, era un partigiano, non comunista... essendo un ex partigiano, non comunista come l' onorevole Andreotti nella sua qualità di ministro della Difesa ha dichiarato recentemente ad un settimanale radicale, contro di lui il Sid ritenne, ad un certo punto, che non si potesse inquisire troppo. ecco, questa è una prima questione che io sottopongo al Parlamento e al Governo, perché avendo l' onorevole ministro della Difesa , nella sua qualità di ministro della Difesa , reso un' intervista di quel genere, nella quale fra l' altro annunciava la sostituzione, per non dire la destituzione del precedente capo del Sid con il rispettabilissimo ammiraglio Casardi — fatto nuovo nelle cronache politiche di tutto il mondo moderno che un ministro della Difesa annunci la destituzione del capo dei servizi di informazione e la nomina di un altissimo militare alla stessa carica — , di quella intervista — dicevo — l' onorevole ministro della Difesa non è stato chiamato fino ad ora a rispondere davanti al Parlamento. non so se sia stato chiamato a rispondere in sede governativa, non so se il presidente del Consiglio gli abbia chiesto spiegazioni... so che il ministro della Difesa , l' altro giorno, con un gesto plateale ha bruciato tutto. che cosa ha bruciato? i vecchi fascicoli dell' ex Sifar, e i giornalisti che hanno dato la notizia hanno commentato: « e le copie? » , immaginando tutti che ci siano le copie... i giornalisti meno maliziosi hanno comunque rilevato: « e i preannunciati controlli? » . essi si riferivano al fatto che il ministra della difesa aveva fatto in precedenza conoscere. che nel momento in cui si sarebbero distrutti i fascicoli, ci sarebbero stati dei controlli. sì, i controlli ci sono stati, perché il rogo ha avuto luogo alla presenza di alcuni altissimi funzionari e di alcuni parlamentari che hanno visto le fiamme. bene: a prescindere dalle fiamme, quale significato ha la dichiarazione resa dal ministro della Difesa secondo cui nei confronti del Fumagalli bisognava, secondo il Sid, non andare troppo avanti. indubbiamente, aveva lo stesso significato che troviamo nella deposizione del giudice Arcai, il quale ad un certo punto dice: « il Fumagalli mi diceva testualmente: signor giudice, su questo punto mi consenta di tacere » . il giudice Arcai aggiunge, a commento, dinanzi alla commissione parlamentare di inchiesta sulla mafia, « non abbiamo una polizia segreta che possa torturare » . certo: però, ci si ferma di fronte al Fumagalli. malgrado ciò, dalla deposizione del giudice Arcai, vengono fuori notizie di estrema gravità, che mi limito a riferirvi perché può darsi che il Governo ufficialmente non ne sia stato messo al corrente, almeno io credo di no. ecco quanto depone il giudice Arcai: « indubbiamente, un personaggio come il Fumagalli non si sveglia un bel giorno dicendo: oggi faccio la rivoluzione, e divento io il presidente. deve avere delle coperture, sia in campo politico, sia nel campo amministrativo, se si pensa soltanto che nel 1970 lui restò certamente a Milano a lavorare alla DIA » . (era questa un' azienda di demolizione e trasformazione di vecchie automobili rubate, che venivano rinnovate; era ubicata accanto al traliccio di Segrate, proprio lì accanto). comunque proseguiamo; « ... a lavorare alla DIA (parla il giudice Arcai), anzi taluno lo vide anche entrare ed uscire dalla questura, in quel periodo. è evidente, ripeto, ché di coperture doveva averne, anzi ne ha ancora » . aggiunge poi il giudice Arcai: « per quello che era il piano vero e proprio di Fumagalli, un piano che indubbiamente si inseriva in qualche centro di potere, questo mi pare che debba essere chiaro, chiarissimo: anche su questo punto, Fumagalli, uomo d' azione, razionalmente, con il suo cervello di tipo tutto particolare, aveva elaborato un programma estremamente semplice, l' aveva proprio dedotto dall' esame di tutte le situazioni studiate al tavolino, leggendo, vedendo e confrontando. lui ha detto questo: il colpo di stato , attualmente in Italia, non lo si può più fare se non con spargimento di sangue. spargimento di sangue sui due estremi dello schieramento politico che occorreva stanare, togliere dall' immobilismo, dall' inserimento nel sistema, e portarli alla strage indiscriminata e reciproca. si trattava cioè, con certi gruppi, di scatenare la violenza dei comunisti, ma non degli estremisti di sinistra: occorrerà vedere — è sempre il giudice Arcai che parla — fino a dove arrivava Fumagalli anche con altri gruppi estremisti di sinistra; occorrerà vedere fino a dove arrivava Fumagalli anche con altri gruppi estremisti di destra. altri gruppi, invece, avrebbero dovuto attaccare il Movimento Sociale Italiano . la parola d'ordine , il suo schema era questo: stanare il Pci ed il Msi, portarli al sangue, alla guerra civile ed imporre all' esercito l' intervento, non per contatti presi, se non dalla sua copertura ad altissimo livello (è un giudice che parla: se non dalla sua copertura — del Fumagalli — ad altissimo livello), ma per dovere costituzionale » . aggiunge il giudice Arcai: « quando io lessi le intercettazioni, una delle cose vere di cui la stampa ha parlato, che durarono 25-30 giorni » (ne dovevano durare 40, ma vi era di mezzo la Pasqua, perché tutto si riferisce al periodo di marzo ed aprile di quest' anno, durante la campagna per il referendum) « attraverso queste intercettazioni riuscimmo a localizzare due delle basi di Fumagalli. avevamo sentore che ve ne fosse una terza, ma al 7 maggio non l' avevamo ancora localizzata. senonché, il martedì precedente il 12 maggio, mi portarono un' intercettazione quanto mai preoccupante, perché faceva riferimento ad una certa cassetta. il De Mauro infatti, gli telefona (al Fumagalli): "qui Giancarlo" (potrebbe essere Giancarlo Esposti) » . signor ministro, in altro mio intervento alla Camera, ho detto che risulta da una pubblicazione su un settimanale (non ci sono qui informazioni segrete), pubblicazione firmata, che il giovane Esposti, gravemente ferito, è stato ucciso con un colpo di grazia alla tempia. lo ha scritto, firmando su un settimanale, la ragazza dell' Esposti, la quale si è rammaricata per il fatto che le esequie siano avvenute di notte senza alcuna onoranza funebre, e che i giornalisti non si siano curati di controllare che sulla tempia era un cerotto per coprire il foro. io chiedo — qualunque fosse la stravagante o assurda ideologia dell' Esposti, quali che fossero le sue colpe o le sue responsabilità, quali che fossero i suoi eventuali delitti — chi abbia instaurato e legittimato in Italia l' istituto del « colpo di grazia » . parlo dell' Italia repubblicana, tutelata dalla Costituzione e dalle leggi, in nome delle quali io sono stato eletto e ho il diritto di parlare come tutti quanti voi! è uguale per tutti il nome della legge che ha portato tutti noi qui dentro a fare il nostro dovere! io chiedo chi in questa Italia abbia instaurato l' istituto del « colpo di grazia » , ma chiedo soprattutto, qualora questo fatto sia vero (e finora non è stato smentito, ed è oltre un mese che quell' articolo è apparso su un settimanale a larghissima diffusione), il perché. qualcuno aveva interesse a farlo tacere — probabilmente — su queste cose, che si riferiscono alle « altissime coperture » di cui poteva fruire il capo di quel gruppo? io non lo so. comunque, continuo nella lettura. « il De Mauro » — è sempre il giudice Arcai che parla — « infatti gli telefona: qui Giancarlo ha portato una cassetta. cosa ne faccio? la porto ad Angelo, a Segrate, oppure la porto a te? Fumagalli dice: no, rinviamo tutto a venerdì. la cassetta tienila lì, che io passo a ritirarla » . mi sia consentito aprire una parentesi. quel venerdì era venerdì 10 maggio, il venerdì di chiusura della campagna elettorale per il referendum, un venerdì (i colleghi eletti a Milano lo sanno meglio di me) che a Milano fu particolarmente impegnativo. come sempre o quasi sempre, a chiusura di campagne elettorali di qualsiasi genere, parlarono successivamente in piazza del Duomo (credo di poterlo ricordare bene) tutte le parti politiche o, per lo meno, tutte le parti maggiormente impegnate. senza alcun dubbio parlò la Democrazia Cristiana con il suo massimo esponente; parlò il MSI-Destra Nazionale con l' onorevole Servello e il senatore Nencioni; parlò subito dopo, credo, il partito comunista . questa era la situazione a Milano quel giorno. voi capite » — è il giudice Arcai che parla — « che, sotto il referendum, e avendo già nelle intercettazioni sentito parlare di candelotti che vanno e vengono nei furgoni dei partiti politici , sapendo che uno dei progetti era una mitragliatrice "mg" installata su un furgoncino che avrebbe dovuto piombare in un paese e fare fuoco su cortei comunisti e missini, nonché su gruppi di persone, donne e bambini, comunque, in attesa del tram, indiscriminatamente, quando io leggo questa intercettazione, mi pongo il problema: che accadrà a Milano venerdì? se a Milano questa cassetta non deve essere portata a Segrate, ma deve essere tenuta lì perché passerà Fumagalli personalmente a ritirarla, dopo certi precedenti, io mi preoccupo di che cosa avverrà a Milano. se a Milano venerdì ci scappa il morto, e domani si verrà a sapere che io avevo in mano un' intercettazione del genere, con questo discorso brevissimo, proprio di poche battute, domani mi fucilano se non intervengo! » (è sempre il giudice che parla!). « per cui ho immediatamente troncato le intercettazioni e ho disposto tutto il piano per arrestare il Fumagalli il giorno 9. il 9 maggio infatti » (sentite!) « venimmo a Milano segretamente. pensate che i carabinieri fornirono 120 uomini prendendoli dai seggi elettorali . lavorammo tutta la notte perché stabilimmo tante pattuglie che dovevano effettuare perquisizioni e dovevano consegnare gli avvisi di procedimento per quelli che non erano oggetto di mandato di cattura . si dovevano effettuare le catture consegnando ad ogni pattuglia di tre uomini una busta sigillata da aprire soltanto all' ora X e al posto X » . ecco come un magistrato, con l' ausilio dei carabinieri, è costretto a compiere una grossa operazione di pulizia e di prevenzione di gravissimi crimini nel nostro paese! perché è costretto a fare così? perché ha paura, perché teme che le « coperture » intervengano o che certi giornalisti interessati possano parlare! « l' operazione si compie. ecco perché Fumagalli questa volta si trovò » , (è il magistrato che parla) « privo di copertura amministrativa e politica » , (post hoc , ergo propter hoc : non è vero?) « e restò » (sentite!) « letteralmente esterrefatto » . non se lo sarebbe mai aspettato, perché le cose furono fatte, una volta tanto, nel massimo segreto ed estromettendo « in modo violento » — è il magistrato che parla — « la stampa, per cui non se ne seppe niente. soltanto dopo l' arresto di Fumagalli, soltanto il giorno 10, riuscimmo a localizzare la terza base segreta, che era poi la famosa chiesa rossa, dove a quello che abbiamo appreso, tra l' altro, Orlando, il vice Fumagalli, avrebbe rifugiato dei siciliani » . durante la stessa udienza in Commissione antimafia, un commissario, di parte politica non nostra, chiede: « e dei collegamenti di Fumagalli con i servizi di informazione? » . risposta: « a questo punto è segreto » ; e poi: « Fumagalli è stato sicuramente in Germania e in Svizzera. lo abbiamo trovato in possesso di una pistola CZ 175 del tipo dell' armamento della polizia elvetica; evidentemente gliela hanno regalata. Fumagalli da partigiano aveva contatti semplicemente con gli americani » . queste notizie credo, signor presidente del Consiglio , signor ministro dell'Interno , abbiano una certa importanza. e a questo punto, signor presidente del Consiglio , signor ministro dell'Interno , nelle sedi adatte è necessario che tutti parlino. mi sono riferito poco fa alla conferenza stampa del dottor Santillo, che è apparsa sui giornali di oggi. in quella conferenza stampa si dice, tra l' altro, che tremila — il numero non l' ho certamente inventato io, lo si legge su tutti i giornali di questa mattina terroristi palestinesi sono in Italia e bisogna guardarsi dai tremila terroristi palestinesi. non credo che la notizia sia esatta, non credo che l' ispettorato antiterrorismo abbia avuto la possibilità, non dico la capacità, di controllare il numero dei terroristi palestinesi: penso che il dottor Santillo abbia gettato là — mi si consenta — con una qualche imprudenza, una notizia incontrollabile, ma terrificante a ben leggerla. ed allora mi viene in mente un' altra indagine, di cui non si parla più; si riferisce anch' essa, essa soprattutto, al problema della sicurezza dello Stato contro il terrorismo, al problema di cui ci stiamo occupando, ed ai collegamenti internazionali: la vicenda di Fiumicino. i morti sono stati parecchi. che cosa si è saputo al riguardo? anche qui io non ho altre informazioni che quelle che leggo sulla stampa e che ho letto soprattutto sui citati periodici di sinistra o estrema sinistra , su Panorama e su L'Espresso . anche qui che cosa abbiamo appreso? abbiamo appreso — e non è stato smentito dal ministro della Difesa — che i servizi di sicurezza spagnoli e israeliani avevano avvertito l' Italia. perché dico l' Italia? perché a questo punto cominciano le incertezze e le contraddizioni. il ministro della Difesa ha detto: « in verità le soffiate degli spagnoli e degli israeliani arrivarono al nostro ministero dell'Interno . il ministero dell'Interno ha fatto sapere di non aver ricevuto nessuna indicazione, mentre invece l' indicazione era arrivata al ministero degli Esteri » . un diligente giornalista — onorevole Andreotti, lei è attentissimo lettore, lo sa — ha dichiarato di avere addirittura visto una intestazione di foglio di comunicazione interno e la intestazione era « al ministero degli affari esteri » , anzi, chiedo scusa, « al ministero della Difesa » , comunque o ministero della Difesa o ministero dell'Interno o entrambi. il governo italiano fu tempestivamente informato che qualche cosa si sarebbe verificata a Fiumicino. non si provvide. i morti ci furono. ma, a parte ciò, qualche giorno dopo abbiamo saputo e lo abbiamo saputo da un noto giornale maltese, che un aereo militare italiano, un DC3, probabilmente pilotato da un alto ufficiale, di cui è stato fatto il nome, ha portato due terroristi arabi in salvo , prima a Malta e poi a Beirut, due di quei terroristi che si ingegnavano a mettere a disposizione dei loro servizi terroristici dei missili da usare proprio a Fiumicino. si è saputo poi che altri tre terroristi arabi sono stati spediti al sicuro, addirittura nel Kuwait, ma si è saputo soprattutto che i servizi italiani, cosiddetti segreti, avevano dei legami molto solidi con il mondo arabo . si è saputo che, quando Gheddafi doveva andare al potere con un colpo di stato , la congiura, il complotto, l' accordo (chiamatelo come volete) ebbe luogo in due grandi alberghi di Roma, e fu poi portato avanti con l' appoggio dei nostri servizi segreti . si è saputo, sempre dagli stessi giornali e senza smentite, che, quando il Senusso, o gli eredi del Senusso, tentarono di riprendere il potere, legittimamente o meno, con un colpo di stato , il potere fondatosi in partenza in basi italiane, Gheddafi fu avvertito, il Senusso e i suoi amici non furono avvertiti, furono mandati dai nostri servizi di informazione allo sbaraglio in Libia e, aggiungono i giornali di sinistra che riportano queste notizie, della loro sorte non si saputo più nulla. si è saputo invece che, a causa di queste importanti missioni, noi potevamo ritenerci tranquilli in casa nostra, perché i terroristi arabi non ci avrebbero deliziati con gli attentati con cui hanno deliziato tanti altri paesi del mondo. e invece, è avvenuto l' episodio di Fiumicino... e allora, ci si chiede perché gli stessi giornali danno notizie preziose e informazioni: ad esempio, che sono in atto da molti anni, signor ministro dell'Interno (e nessuno dovrebbe saperlo meglio di lei perché si tratta di ricordi che si richiamano ad un suo antico collaboratore suicidatosi o « suicidato » : il colonnello Rocca), sono in atto, dicevo, da molti anni, traffici di armi dall' Italia a varie parti del mondo. e allora, certi giornali denunciano che i cosiddetti « ribelli » o non più ribelli del Mozambico combattono con armi di fabbricazione italiana e dall' Italia spedite. e allora ci si chiede se ciò sia vero o se ciò sia falso, quali siano le coperture, quali siano le intelligenze, quali siano le complicità. e allora, quando il signor ministro della Difesa , in un' altra tra le tante sue deliziose interviste, dichiara che l' Italia è piena d' armi come un guscio d' uovo che potrebbe scoppiare, ci si domanda chi le abbia fatte venire in Italia, chi dall' Italia traffichi con armi indirizzate in vari paesi stranieri; ci si chiede quali siano le intelligenze, le coperture, i misteri di una situazione di questo genere. sicché noi chiediamo, signor ministro dell'Interno , che si faccia luce, naturalmente nelle sedi opportune. io comunico fin da questo momento (lo ripeterò, siatene certi, tra non molto, perché non intendo dilungarmi troppo a conclusione del mio intervento), annuncio fin da questo momento, per non essere male interpretato, che il mio intervento si concluderà con il preannuncio della presentazione, da parte del nostro gruppo della Camera, questa sera stessa o al più tardi domani mattina, di una proposta di legge per una inchiesta parlamentare sul terrorismo, da qualunque parte venga, sui legami del terrorismo, sulle complicità, sulle, omertà, sulle coperture. credo che il Parlamento, nell' ambito di una Commissione, sia il solo organo idoneo ad affrontare sul serio questo problema. infatti, signor ministro, se lei pensa di affrontare problemi di questo genere a livello di sottoistituti e di funzionari, se lei pensa che a livello di funzionari si possano affrontare i problemi delle coperture, snidare le complicità, chiarire i rapporti interni e internazionali, indubbiamente lei è in errore e diventa proprio lei ingeneroso nei confronti di quei suoi collaboratori che giustissimamente ha l' abitudine di difendere. il signor ministro, nel suo intervento, ha indicato quali siano le organizzazioni estremistiche di destra: ha indicato « Ordine nuovo » , « Ordine nero » , « Anno zero » , « Avanguardia nazionale » , « Lotta di popolo » . io credo che, a quello che risulta dalla stampa, sia una indicazione sufficientemente completa, e non ho a questo riguardo che da ripetere ufficialmente, formalmente, definitivamente, ciò che ho dichiarato più volte in sede di congresso di partito, in sede parlamentare, in sede di pubblico comizio, e cioè che il MSI-Destra Nazionale non ha nulla a che vedere con codeste organizzazioni. lo dico a nome dell' onorevole Pino Rauti, nostro e vostro collega! lo dico a nome di Pino Rauti, visto che mi stimolate alla precisazione. una volta per tutte, ho l' onore di ricordare alla Camera che l' onorevole Pino Rauti, che era un vecchio iscritto al nostro partito e ne era rimasto fuori per la sua decisione dal 1956 fino al 1969...... ritenne di chiedere l' onore della reiscrizione al nostro partito nel mese di luglio del 1969, essendone io diventato segretario da un mese; e, nell' atto della sua reiscrizione al Movimento Sociale Italiano , sciolse il gruppo al quale precedentemente aveva appartenuto. debbo anche chiarire ulteriormente — ed è chiarimento politico e personale di un certo rilievo, poiché è una comunicazione di coscienza — che pur nella legittimità della polemica politica di tutte le altre parti nei confronti della nostra e, se mi consentite, della nostra nei confronti di tutte le altre parti; pur nella legittimità dicevo — di tale polemica, si deve stare attenti a non cadere in rischiose contraddizioni da parte dei nostri avversari. un po' tutti voi — e lo dico senza offendermene, né dolermi per questo — , nell' esercizio della vostra battaglia polemica, specie elettorale, contro il MSI-Destra Nazionale (e soprattutto contro la destra nazionale, nei suoi successi elettorali, nelle sue incarnazioni politiche, nella sua unità di base e di vertice), avete rappresentato me personalmente, sulla vostra stampa di tutti i colori, come il « segretario in doppio petto » ...... cioè, come un segretario di partito che ha parlato, in ogni manifestazione, il linguaggio del senso di responsabilità , il linguaggio della correttezza, che ha impostato, insieme a tutta la classe dirigente del MSI-Destra Nazionale , la battaglia di questo partito. Battaglia che politicamente e programmaticamente potete discutere finché volete, nel quadro di una lotta nella libertà e per la libertà! era logico... era logico che pagassimo un costo, sia pure un marginale costo, quando, da posizioni ritenute estremistiche, ci spostavamo per non abbandonarle, anzi per procedere ancora in termini di libertà sulle posizioni della destra nazionale. era logico che posizioni simili fossero anche da me personalmente pagate, sia pure con marginali polemiche che intendevano presentarmi, di fronte ad un certo mondo, specie giovanile, come un segretario di partito troppo rassegnato. era logico che, davanti ai cadaveri arsi dei fratelli Mattei, di fronte al cadavere del pugnalato di Salerno, o del lavoratore assassinato di Reggio Calabria , io mi rifiutassi di parlare il linguaggio dell' odio e della vendetta... parlavo quel linguaggio della giustizia e della pace che voi vi rifiutate di parlare! gli istigatori perenni della vendetta e della guerra civile siete voi! ed a me, anche personalmente, voi comunisti... a me, anche personalmente, voi rimproverate proprio quegli atteggiamenti che hanno determinato, determinano e determineranno la nostra assoluta rottura, in linea di principio e in linea fisica — direi — , certamente in linea politica, con qualsiasi gruppo cosiddetto estremistico di destra. il che non vuol dire che io mi erga a ingeneroso giudice nei confronti di tali attività; il che vuol dire che giudice deve essere la legge, che giudice deve essere lo Stato. giudice deve essere lo Stato. giudice nei confronti di quei gruppi che si muovono nell' opposto versante. signor ministro, noi le diamo atto di aver fatto oggi, a questo riguardo, un passo avanti, perché ella ha avuto la bontà di dire che l' organizzazione delle « Brigate Rosse » è un' organizzazione fuori legge ed è (lo ripeto tra virgolette) « di chiara estrazione di sinistra » . allora, c' è un estremismo di destra, che ella ha indicato in quelle tali organizzazioni, e c' è un estremismo di sinistra, che ella ha cominciato a ravvisare per lo meno in una di quelle organizzazioni. riconosciutole ciò, onorevole ministro, faccia un altro passo avanti; non continui a dire, certamente in buona fede , che l' organizzazione delle « Brigate Rosse » è un' organizzazione clandestina e, quindi, già colpita da se stessa . questo è il terzo numero di Controinformazione, il giornale delle Brigate Rosse ; è uscito in questi ultimi giorni; è nelle edicole; è molto lussuoso, ha una regolare autorizzazione, un direttore, un vicedirettore, una redazione. avendo io sperimentato (il signor ministro lo sa, non è la prima volta) in questi giorni, posso dirle che al telefono di corso Porta Ticinese 87 a Milano continua a rispondere la redazione... ma debbo farle osservare e vi faccio osservare, onorevoli colleghi , perché sono fatti importanti per tutti noi, a tutti i fini, di qualunque organizzazione si tratti che non mi riferisco ad una redazione giornalistica qualsiasi, che dia luogo a reati cosiddetti di opinione. no! qui trovate la confessione e l' autocritica del duplice crimine di Padova. la confessione e l' autocritica. qui trovate i criminali, i quali dicono: sì, siamo stati noi; e spiegano: siamo dolenti di averlo fatto, perché non era nei nostri iniziali programmi, però abbiamo ucciso, non volevamo arrivare, in quel caso, fino alla strage, ma fino al delitto... io parlo di questi, e se voi li difendete, vi squalificate con loro! non vi conviene. allora, quella copertura che noi non diamo a destra, voi la date a sinistra. il problema della violenza è questo; non sta nelle « Brigate Rosse » , sta negli alleati delle « Brigate Rosse » ! non sta nei gruppi extraparlamentari di sinistra , sta negli alleati dei gruppi extraparlamentari di sinistra ! sta nella vostra stampa, che li difende e li protegge. stava fino a ieri anche nelle dichiarazioni del ministro dell'Interno , che aveva detto: sono solo gruppi farneticanti. ora, il ministro dell'Interno dice: chiara estrazione di sinistra. e voi vi dolete, il che vuol dire che non avete ben chiare le idee circa la distinzione tra una sinistra costituzionale e una sinistra eversiva; il che vuol dire che gettata la maschera! siete una cosiddetta sinistra costituzionale che offre tutte le coperture. persino in Parlamento, alla sinistra eversiva, alla peggiore sinistra eversiva, quella delle « Brigate Rosse » ! vorrei serenamente consigliare ai colleghi di tutte le parti, e soprattutto ai colleghi dei gruppi di Governo, di esaminare queste pubblicazioni, perché a prescindere dal duplice delitto di Padova qui vi è non la teoria della guerriglia, ma la pratica della guerriglia. qui ci sono i comunicati, che annunciano giorno per giorno gli atti di violenza e di terrore cui si dedicano questi signori; e c' è qualcosa di più, che vi dovrebbe interessare: ci sono i collegamenti internazionali. ecco, si va alla ricerca delle menti, dei cervelli e dei finanziamenti; sono qui, dichiarati e confessati. c' è un comitato francese — Comité de liberation — che fa capo a Sartre e a tutto un altro insieme di quegli pseudo intellettuali che non solo in Francia, ma anche in Italia sono la copertura di comodo dei movimenti di violenza, di, sovversione e di terrore; sono gli istradatori della violenza morale, della violenza contro il costume, sono i comitati che nei periodi di calma propagandano l' aborto e il libero amore e nei periodi di lotta vanno propagando la guerriglia. tenetene conto! la sua dichiarazione, signor ministro, a proposito delle « Brigate Rosse » merita per lo meno una aggiunta. mi riferisco al periodico Stella rossa . ed a proposito di periodici di stampa della estrema sinistra extraparlamentare avete visto come fioriscono i quotidiani? c' è qualcuno che crede davvero che si possa in Italia — e qui di giornalisti e di responsabili di quotidiani siamo in parecchi — dar vita a stampa quotidiana, con quello che costa la carta e le tipografie, senza essere potentemente locupletati in qualche guisa? c' è qualcuno il quale pensi davvero che tre quotidiani della sinistra extraparlamentare — quando il partito socialdemocratico e quello liberale non hanno un quotidiano — escano perché esiste lo spontaneismo, perché i bravi ragazzi versano quote? basta leggere, signor ministro, tra una conferenza stampa e l' altra, e vedere come concludono i loro articoli. vi è un articolo che dice: « chi va in ferie? » (interrogativo e ironico) « state attenti buoni borghesi che pensate di andare in ferie perché noi stiamo preparando (so che sono velleità, però lo scrivono, e nessuno fa oggetto di denunce e o di sequestri pubblicazioni di questo genere) un bel Governo popolare che faccia rispettare la Costituzione, che si basi sulla forza di milizie popolari di lavoratori e di giovani antifascisti, organizzate dai sindacati; una forza giusta e armata ma difesa del nostro diritto (questo è nella Costituzione) » . ma c' è di più, signor ministro. qui, vi è una cartina con tutte le basi NATO in Italia, e c' è una grossa campagna condotta da questo periodico, contro le basi NATO, perché se ne vadano, con petizione popolare. niente di male, per carità, è un atteggiamento politico, ma sa quale è la firma più illustre che risulta in un incorniciato — ed è giusto — ? la firma più illustre apposta alla petizione sulle basi NATO è quella dell' onorevole Giacomo Mancini. qui, su Stella rossa , uscita adesso. l' onorevole Giacomo Mancini è il capo della delegazione socialista al Governo e aderisce alla petizione popolare. come membro del Governo non può dissociare la sua personalità dalle sue responsabilità di ordine non solo interno, ma anche internazionale. eccole, colleghi della Democrazia Cristiana , del partito socialdemocratico e del partito repubblicano , alcune delle ragioni profonde che spingono in questo momento il partito socialista italiano ad una furibonda polemica contro di voi e contro il Governo! eccoli i legami veri che continuano ad unire il partito socialista con il partito comunista ! e anche in questo caso ecco le volgari, tracotanti scoperture: il capo della delegazione socialista al Governo ritiene di avere a propria disposizione il Governo stesso e gli altri partiti che ne fanno parte fino al punto di poter manifestare a livello di Stella rossa (poco buon gusto, poco buon garbo e direi anche poca educazione e nessuna prudenza) i suoi collegamenti a livello internazionale che, per intenderci — leggete Stella rossa : non voglio farvi perdere tempo — , non sono tanto sovietici quanto cinesi. lo dicono, lo manifestano, ed allora consentitemi di rilevare che il gioco è abbastanza pesante ed importante; consentitemi e consentiteci di chiedere chiarimenti ai signori che sono al Governo e ai partiti che il Governo sorreggono. onorevoli colleghi , non so ciò che il signor presidente del Consiglio vorrà dire a conclusione di questo dibattito. qualora, per avventura, come si mormora, il signor presidente del Consiglio dovesse annunciare, a conclusione di questo dibattito, la presentazione più o meno imminente della famosa legge contro il terrorismo di una sola marca, e cioè la famosa legge per l' istituzione, anzi per la reistituzione, del confino di polizia, qualora a ciò si arrivasse, devo dire con tutta calma: non ci preoccupa una legge di quel genere. se dobbiamo considerarla nel quadro dell' offensiva anti-Msi-Destra Nazionale , ricordiamo che nel 1950-1952 la legge Scelba ci permise o ci consentì o ci favorì nell' aumentare, e di molto, i nostri suffragi. prima della legge Scelba entrammo in cinque in quest' Aula, dopo la sua applicazione rientrammo in ventinove in quest' Aula, raggiungendo la maggiore cifra elettorale, superata da noi soltanto nel 1972. non vi parlo, quindi, come uomo di parte, come uomo che si preoccupi per persecuzioni o discriminazioni. ci sono abituato; no, ve ne parlo con un' altra preoccupazione. c' è e deve essere combattuta la strategia della tensione ; c' è e dev' essere sradicata la strategia del terrore; ma c' è anche la strategia della utilizzazione politica della tensione, della utilizzazione politica del terrore. non mi si vorrà negare che l' utilizzazione politica della tensione o del terrore si è svolta e si va svolgendo in un solo senso. e poiché non amo nascondermi dietro un dito, voglio dire nel nostro senso, contro di noi. potrei nascondermi dietro un dito, ma ci vorrebbe un dito molto grosso; potrei far finta di ritenere che quando anche dall' alto della Presidenza della Camera si identifica violenza, terrore, fascismo, ci si voglia fermare lì. so benissimo che nell' accezione parlamentare comune a tanti tra voi, nell' accezione della stampa comune a tanti giornalisti controllati dai partiti che qui siedono, quando in termini politici si dice « fascismo » si vuol dire destra nazionale; non fruendo di altri argomenti, ci si maschera dietro la lotta antifascista. so anche perfettamente bene che da parte comunista vi è una strategia della utilizzazione più che legittima, ma a condizione che... la biscia non morda il ciarlatano. perché se per avventura, dopo tanto blaterare di lotta al fascismo, al rinato fascismo, al rinascente fascismo; se per avventura dopo tanto blaterare di una lotta che dev' essere condotta contro di noi per isolarci o addirittura per mandarci al confino, dovesse risultare che tali misure non stroncano il terrorismo e facilitano e addensano nubi di guerra civile sul nostro paese; se ci si dovesse accorgere di ciò, colleghi della Democrazia Cristiana , a troppo caro prezzo l' Italia pagherebbe — e paghereste anche voi insieme con noi — gli applausi che troppo spesso vi tributate scambievolmente con il partito comunista . siete padronissimi di andare a farvi fischiare a Brescia o a Bologna; padronissimo meno di voi il signor presidente della Repubblica , che è il presidente della Repubblica ; padronissimo un po' più del presidente della Repubblica ma un po' meno di voi il presidente del Consiglio , che è pur sempre il capo del governo ! fatevi pur fischiare assieme sulle piazze, ma attenzione: perché se l' obiettivo fosse sbagliato; se si trattasse, come ho letto proprio su Panorama di questa settimana, per la firma di Giorgio Galli , di un antifascismo opportunistico, allora nei gorghi dell' antifascismo opportunistico insieme allo Stato crollereste voi. e anche il partito comunista potrebbe correre il rischio di essere soverchiato, come in piazza a Bologna gli è accaduto, dai gruppi vocianti e beceri della sinistra extraparlamentare. sono giochi pericolosi, onorevoli colleghi di tutte le parti politiche. sicché, signor presidente del Consiglio , annunci pure, se lo ritiene, a nome del Governo, quella misura; io mi permetterò di osservare sorridendo che un Governo democratico e gruppi parlamentari ultrademocratici nel nome della democrazia e della Resistenza stanno per restaurare il confino di polizia. la destra nazionale chiede invece un' inchiesta parlamentare per stroncare il terrorismo.