Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VI Legislatura - Assemblea n. 262 - seduta del 27-06-1974
Sulla politica interna
1974 - Governo V Rumor - Legislatura n. 6 - Seduta n. 262
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole presidente del Consiglio , dopo aver ascoltato poco fa il brillante e per certi versi coraggioso discorso del segretario del partito socialista democratico , onorevole Orlandi, pensavo che si sospendesse questa specie di « prova generale » — spiegherò tra un minuto perché parlo di « prova generale » — e che tornaste nell' asilo di Villa Madama per rimettervi d' accordo. i colleghi presenti sono infatti testimoni dei contenuti del discorso del segretario del partito socialdemocratico , il quale ha parlato quasi esclusivamente in polemica, garbata, corretta, ma in polemica, e in polemica di fondo, in polemica di contenuti, nei confronti dell' onorevole De Martino che lo ascoltava, che ha pazientato, che in taluni punti sembrava perdere la pazienza e ha risposto con interruzioni, naturalmente garbate e cortesi, ma relative ai contenuti e al merito dei famosi accordi di Villa Madama . che cosa ha detto — se mi è permesso riassumerlo a così breve distanza di tempo — il segretario del partito socialdemocratico ? ha detto di essere d' accordo — e lo ha detto a conclusione — con il partito socialista e con gli altri partiti della coalizione, perché si è ricostituito il quadro politico . cioè ha voluto dire: in termini di potere e di esercizio del potere siamo d' accordo. ma aveva lungamente premesso e spiegato di essere in disaccordo... certo, il quadro politico è quello richiamato dal presidente del Consiglio , glielo concedo volentieri. ma ella ha dichiarato ed ha spiegato di essere in disaccordo su due punti che io mi permetto di considerare di fondo, senza far torto all' obiettività, perché sono due punti di fondo; anzi, quando li considero di fondo mi mostro, credo, molto rispettoso nei confronti del pensiero espresso dal segretario della socialdemocrazia e anche nei confronti delle tesi diverse o opposte espresse precedentemente dal segretario del partito socialista . l' onorevole Orlandi, se ben ricordo, ha usato un termine pesante. ha detto che si « svilisce » l' istituto parlamentare se si ritiene di praticare con i sindacati il metodo della consultazione permanente, non ai fini della consultazione in quanto tale, che, ha detto, è doverosa e utile, ma ai fini di un condizionamento dell' azione di governo , dell' autonomia del Governo, dell' autonomia della maggioranza: di un condizionamento che derivi da una consultazione che non sia la doverosa consultazione con le opposizioni, con le forze sociali , economiche e sindacali, ma rappresenti in qualche modo una intrusione nell' azione governativa di forze esterne, se non estranee, e occasionalmente eventualmente anche contrarie all' azione di governo . quando io rilevo — che questo è un punto fondamentale nei rapporti all' interno dell' attuale maggioranza governativa , non ho nemmeno il pregio della originalità, perché intorno a questo punto, cioè intorno all' autonomia di una maggioranza di centrosinistra, si discute tra i partiti del centrosinistra da 12 anni. e tutte le vicende, tutte le vicende critiche e tutte le vicende felici — se così posso correttamente esprimermi — del centrosinistra, delle componenti del centrosinistra, ruotano da 12 anni a questa parte intorno alla interpretazione più o meno classista, più o meno rigida, più o meno possibilista, più o meno intransigente, della possibilità di costituire una formula di centrosinistra, che sia in sé autonoma o autosufficiente. quando l' onorevole Orlandi, come segretario della socialdemocrazia, ha dichiarato oggi qui di non essere d' accordo con il partito socialista , nell' interpretare all' interno del Governo e della maggioranza la formula della autonomia della maggioranza e del Governo, egli è andato al di là dei disaccordi emersi prima del vertice di Palazzo Madama , dei disaccordi che hanno determinato l' ultima crisi rientrata, perché egli si è riferito esplicitamente a disaccordi preesistenti. ricordo il più clamoroso tra essi che determinò nel 1971 il crollo del centrosinistra, quando l' onorevole De Martino aveva lanciato quella formula degli equilibri più avanzati, che oggi ci pare molto meno avanzata di quanto l' onorevole De Martino stesso abbia inteso dire e di quanto l' onorevole Orlandi abbia rimproverato all' onorevole De Martino . su un altro punto (questa, onorevole Orlandi, è stata per me, personalmente — se me lo consente anche umanamente — una lieta sorpresa e la ringrazio), il segretario della socialdemocrazia si è dichiarato in disaccordo con il segretario del partito socialista : sull' argomento di fondo trattato dal presidente del Consiglio , sul quale mi permetterò di insistere, relativo alla criminalità politica. certo, l' onorevole Orlandi non poteva giungere a recepire la formula contro la quale tutte le sinistre si stanno scagliando ossessivamente: egli non poteva giungere oggi, in questa sede, dopo le intese di Villa Madama , ad accettare la formula degli opposti estremismi . me ne rendo conto. l' onorevole Orlandi ha fatto una grossa fatica contro la logica e contro l' evidenza nel sostenere, che, quando ci si trova di fronte a due crimini politici, essi possono e debbono essere interpretati — anche se entrambi portano alle stesse conseguenze, anche se entrambi portano a versare del sangue fraterno, anche se portano agli stessi risultati, materialmente e moralmente — essi debbono essere interpretati in guisa assolutamente diversa, se provengono da destra o se provengono da sinistra. e una fatica ancor maggiore ha fatto l' onorevole Orlandi, che, per altro, si è vendicato nei confronti di se stesso quando ha ricordato un nome, Feltrinelli; una fatica ancor maggiore ha fatto l' onorevole Orlandi, quando ha asserito che la criminalità politica di destra ha collegamenti e coordinamenti, o potrebbe averli, in termini internazionali, mentre la criminalità di sinistra è per se stessa isolata e collegamenti non ha. il nome di Feltrinelli non è stato un lapsus freudiano : è salito alle labbra dell' onorevole Orlandi mentre sosteneva quella tesi, proprio perché voleva farci capire che dovevamo intendere i limiti nei quali oggi egli è costretto per l' appartenenza ad una determinata maggioranza. però, lo ringrazio umanamente per non aver accettato l' aberrante tesi, la illogica e vergognosa tesi, sostenuta per la logica del loro partito dai comunisti, sostenuta per ossequio ai comunisti dal partito socialista , e molte volte sostenuta anche da vari settori — mi dispiace doverlo ricordare — della Democrazia Cristiana . il fatto che il segretario della socialdemocrazia senta il bisogno proprio oggi, in una seduta che avrebbe dovuto essere semplicemente di ratifica di precedenti accordi, di mettere in rilievo non tanto gli accordi raggiunti sul terreno delle misure economiche, quanto i disaccordi di fondo in relazione alla politica generale ed a quella interna, questo fatto, dicevo, mi sembra alquanto rilevante. esso dimostra, signor presidente del Consiglio , che quando ho detto, poco fa, che ci troviamo ad una prova generale, non mi sono espresso in maniera irriverente, ma mi sono espresso con una battuta in guisa pertinente. perché prova generale? perché — me ne dia atto, signor presidente della Camera — prescindendo dalle nostre posizioni di maggioranza o di opposizione di destra, di centro o di sinistra, ci avete messo, come parlamentari, in una situazione penosa, grottesca ed un tantino ridicola. ma come! si apre una crisi extraparlamentare per l' ennesima volta, ma si apre comunque una crisi, e si comincia a tentare di risolverla, lungo le strade che la Costituzione ci addita e che una prassi diventata costituzionale ci impone; apprendiamo — e devo dirlo come un cittadino, ponendomi fuori delle parti, cui non può far piacere che il Governo quale che sia versi in crisi — con sodisfazione che la crisi rientra, ed immaginiamo che, così come la crisi è stata precedentemente avviata lungo binari costituzionali, essa rientri attraverso il rinvio del Governo alle Camere. apprendiamo, poi, che il Governo viene rinviato non alle Camere, bensì a se stesso : ce ne stupiamo, non ce ne rammarichiamo, apprezziamo anzi l' audacia di un gesto che costituzionale non è stato, ma che politicamente poteva risultare persino opportuno. impariamo poi con sodisfazione che comunque se ne tratterà in Parlamento, ricordando fra l' altro a noi stessi che questo ramo del Parlamento, il 18 di questo mese, come ha ricordato correttamente l' onorevole presidente del Consiglio , avrebbe dovuto comunque discutere proprio i problemi economici, finanziari e sociali dei quali prevalentemente ci si sta occupando, ci rallegriamo allora e pensiamo che si procede verso una vera e propria votazione per la fiducia e, quindi, verso un ampio dibattito di carattere generale , preceduto a sua volta da un ampio discorso di contenuto generale. oggi ci troviamo qui: il suo discorso iniziale, signor presidente del Consiglio , è stato ampio, ma lacunoso, se si pensa — l' ha ricordato l' onorevole Roberti — che la politica estera è stata globalmente pretermessa, il giorno successivo alla firma della nuova Carta atlantica , cioè in una occasione in cui il signor presidente del Consiglio avrebbe potuto e, penso, dovuto dire qualche cosa, se è vero, che i problemi sono fra loro connessi. pensabile mantenere in vita una determinata formula politica. un determinato programma di Governo , in relazione agli impegni interni, sociali ed economici, senza riferirsi anche agli impegni internazionali? forse vi vergognate di questo volto internazionale? temevate, forse, che la benevolenza comunista nei confronti della continuazione di questo esperimento di Governo si incrinasse, di fronte alla constatazione che per avventura si discute proprio all' indomani della firma apposta alla nuova Carta atlantica da questo Governo? eravate preoccupati di sentirvi rimproverare da sinistra la firma di un documento di 14 punti, tra i quali il settimo, per esempio, presenta un notevole interesse, perché impegnai governi firmatari a preoccuparsi delle minacce non solo militari, ma anche politiche, che da altra parte, fossero rivolte contro di loro? li ha letti, signor presidente del Consiglio , quei 14 punti? penso di sì. la stampa italiana se n' è occupata poco: si occupa più volentieri (e ne parlerò) della dura polemica contro la destra nazionale o contro il sottoscritto. sembra che i 14 nuovi punti (e speriamo che il richiamo ai 14 punti non porti disgrazia ai contraenti e ai firmatari), la nuova Carta atlantica , il fatto che gli USA si siano impegnati a restare in Europa, il fatto che la Francia si sia impegnata a rientrare nel grosso impegno atomico generale, sembra che tutto questo, ripeto, non debba essere detto, che turbi qualche coscienza. ci vuole un' altra riunione a Villa Madama , un altro accordo per portare i socialisti a rientrare nell' alveo atlantico, a considerare importanti queste cose? non lo so! sta di fatto che siamo venuti qui, attendendoci un dibattito sulla fiducia, ma abbiamo avuto un mezzo dibattito, una prova generale. il suo discorso, signor presidente del Consiglio , che è stato lacunoso per le parti che le ho indicato, è stato molto generico (ed ella lo sa, ed io mi permetterò ora di dirgliene rispettosamente il motivo) nella parte che ella ha trattato abbastanza ampiamente, cioè quella economica, sociale e finanziaria. so benissimo che ella può dirmi, secondo verità, che quando un Governo ha in cantiere e sta per sfornare i decreti fiscali soprattutto, o comunque delle misure destinate ad incidere, nel breve o nel brevissimo termine, sulla finanza, sull' economia, sui bilanci, pubblici e privati , non scopre tutte le sue carte, perché non vuole dare esca a speculazioni. troppo facili. d' accordo: ma il motivo vero di certe genericità, di certa mancanza di precisazioni, ella lo conosce meglio di me. e se mi consente, senza presunzione, sono io che lo dico a, lei: il motivo vero è che siamo alla prova generale. perché? perché dopo il voto di fiducia , vi sarà l' incontro governo sindacati , e questo Governo sarà autorizzato a presentare o a non presentare determinati decreti solo attraverso l' incontro governo sindacati . non faccio fatica ad intuirlo, signor presidente del Consiglio , perché il segretario del partito socialista italiano, e il suo partito, ne hanno parlato fuori di qui, poco garbatamente, nei giorni scorsi (e la stampa è piena di ciò). ma di ciò qui dentro, in questa prova generale, non si parla! ed allora, mi permetto di ricordare io a lei, signor presidente del Consiglio , che l' altro giorno la direzione del partito socialista italiano ha approvato un ordine del giorno presentato dal vicesegretario onorevole Mosca (e non a caso proprio da lui, e dirò subito dopo il perché) per troncare la discussione, su proposta avanzata dall' onorevole Nenni, e per rinviare la discussione di fondo relativa ai rapporti PSI-DC a dopo il 12 luglio. perché a dopo il 12 luglio? cosa accadrà il 12 luglio? qui dentro, niente; nell' ambito del cosiddetto paese legale o del cosiddetto paese reale , niente. all' interno della Democrazia Cristiana , invece (lo dico con tutto rispetto), accadrà qualcosa, perché il 12 luglio è la data stabilita per la riunione del Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana , che si preannuncia obiettivamente come molto importante. non mi sembra sia corretto, all' indomani degli accordi di Villa Madama , non mi sembra che sia conforme agli accordi che hanno ridato vita (se di vita si può parlare) a questa maggioranza, da parte di uno fra i partiti della coalizione dire pubblicamente, perché tutto ciò è apparso sui giornali e dai giornali io l' ho appreso): prima vedremo come vi comporterete il 12 luglio, prima vedremo come si comporterà il vostro segretario del partito nei confronti di una certa ala del vostro partito, e poi stabiliremo se i nostri rapporti potranno continuare in una certa guisa o diventeranno diversi. perché ho parlato di ordine del giorno presentato e fatto votare dal vicesegretario del Psi onorevole Mosca? per due motivi: perché (l' ho letto sui giornali) il vicesegretario del Psi onorevole Mosca è uno di quelli che hanno le idee chiare relativamente all' esercizio del potere: vorrebbe per il suo partito e per se stesso , in una futura nuova coalizione, il ministero dell'Interno ; poi, perché proprio l' onorevole Mosca ha dichiarato ieri sui giornali la notizia è apparsa questa mattina, ma qui dentro non se ne parla perché non bisogna disturbare i manovratori di regime e permetterete che lo faccia io visto che sono all' opposizione, e me ne onoro — perché, dicevo, proprio l' onorevole Mosca ha dichiarato ieri — e sui giornali di stamane lo si legge e nessuno lo ha sin qui smentito — che l' onorevole Fanfani deve stare attento a non emarginare nella prossima riunione del Consiglio nazionale democristiano la sinistra del suo partito, perché altrimenti il partito socialista nella coalizione di Governo non ci sta più. ed allora, su che cosa vi siete messi d' accordo? ed allora, perché disturbate e svilite il Parlamento, e più che il Parlamento voi stessi, i rappresentanti della maggioranza, i rappresentanti di regime? perché questa farsa? perché il rappresentante del partito comunista questa mattina ha partecipato anch' egli alla farsa dicendo che è al Parlamento che bisogna riportare la pienezza della sovranità, quando il partito comunista sta sostenendo proprio la tesi opposta, sta cercando, attraverso la manovra sindacale — legittimissima da parte sua, ma non in ordine con la sovranità del Parlamento di togliere al Parlamento anche una parvenza di sovranità e addirittura di dignità? siamo dunque, signor presidente del Consiglio , in piena commedia — ho detto « una prova generale » — e me ne dispiace, me ne dispiace per lei, per la compagine che ella rappresenta, per gli italiani che pagano il doppio costo della crisi economica e della crisi dell' ordine sempre più pesantemente; me ne dispiace, e ne prendo atto per dire che questo Governo sicuramente supererà domani la prova di una fiducia data così un po' per ridere, ma che vivrà senza vivere e che non potrà non infrangersi abbastanza presto sugli scogli, che oggi stesso sono emersi, che si trovano lungo la sua difficile navigazione. ciò detto, signor presidente del Consiglio , potrei anche trascurare, e non sarebbe uno sgarbo alla sua persona, una replica in ordine alla parte programmatica, di natura sociale, economica, e finanziaria, della sua esposizione. mi permetterò invece, per compiere il mio dovere e per tentare di credere che questo dibattito sia una cosa seria, di fare alcune osservazioni, non più che alcune osservazioni su questa parte, premettendolo ha già detto l' onorevole Roberti — che quando il Governo ci onorerà della presentazione alle Camere dei vari decreti, noi li esamineremo, li esamineremo serenamente, cercando di evitare quelle tentazioni all' opposizione per l' opposizione che possono impadronirsi anche degli uomini più responsabili, perché ci rendiamo conto che la crisi, quale ne siano i responsabili — e li abbiamo sotto gli occhi — investe, colpisce, potrebbe addirittura sradicare quanto rimane di sicuro, di certo, di carico ancora di speranze nel popolo lavoratore italiano: e offriremo quindi la nostra collaborazione critica; come sempre respingeremo quello che ci sembrerà di dover respingere e non faremo questioni pregiudiziali per quel che ci sembrerà opportuno portare avanti insieme con tutti gli altri, senza distinzione di parte. però mi consenta, adesso, qualche osservazione di principio che posso permettermi di fare anche dopo un esame molto sommario della situazione. prima osservazione: signor presidente del Consiglio , ricorda di che, cosa si discuteva, non molti mesi fa, nel marzo di quest' anno in occasione della precedente crisi? si discuteva — ministro del Tesoro da un lato, ministro delle Finanze dall' altro — se fosse opportuno, o se fosse stato opportuno, firmare determinati accordi e prendere determinati impegni per accettare un prestito del Fondo Monetario Internazionale . qualche mese fa, cioè, sia pure con una larga dose — mi si consenta di dirlo — di incompetenza, di pressappochismo, di faciloneria e di sprovveduto ottimismo, noi apparivamo sulla scena monetaria internazionale come il personaggio che può permettersi di rifiutare un prestito, che potrebbe anche accettarlo, ma che disquisisce sulle modalità e va a vedere le condizioni. dal marzo al giugno non è passato molto tempo: eppure, siamo nella condizione di non trovare chi ci dia prestiti. siamo in condizione di doverci rivolgere penosamente a tutto il resto del mondo e di sentirci dire, nel momento in cui lo facciamo, dal governatore della Banca d'Italia , nella sua relazione, che non possiamo pensare di vivere con i tributi che pagano nei loro paesi i nostri vicini di casa (tedeschi, francesi, inglesi, americani, che essi siano). questo vi dimostra, se ve ne fosse bisogno, quanto rapidamente si sia deteriorata la situazione; vi conferma la pesantezza delle responsabilità esistenti, se è vero — come è vero — che dal marzo ad oggi non sono intervenuti fatti ciclonici internazionali. si è potuto sostenere, in precedenza, che la nostra crisi interna, dal punto di vista economico, finanziario, sociale, derivava — ed in parte ciò era senza dubbio vero — da una congiuntura di carattere internazionale; ma in questi ultimi tempi non lo si è potuto dire. onorevole presidente del Consiglio — mi sento in dovere di aggiungere questo — state attenti! lo dica ai suoi collaboratori, tecnicamente aggiornati, e ve ne sono senza alcun dubbio. state attenti — ripeto — nel lanciare pubblicamente le cifre! mi riferisco alle previsioni di deficit della bilancia dei pagamenti con l' estero. fino a due mesi fa, tutti i comunicati o le informazioni ufficiose provenienti da fonti governative parlavano di 5.000 miliardi per l' anno in corso . il ministro Colombo a Milano, il 24 maggio, si è riferito a 7.000 miliardi; adesso siamo a 3.400 miliardi fino a maggio. cioè, se non vi sono — come speriamo vi siano — fenomeni intermedi che diminuiscano la gravità del problema in discussione, siamo ad una previsione corretta di 8.160 miliardi a fine anno . e, nel frattempo, non è aumentato il prezzo internazionale del petrolio; non vi è la pressione petrolifera. semmai è accaduto qualcosa in senso contrario, sia pure lievemente. tutto ciò sta a dimostrare — e mi dispiace affermarlo — la poca serietà, la poca avvedutezza, la poca preveggenza chiamiamola come volete — o il molto ottimismo, o la faciloneria di questa compagine governativa che, quanto meno nei suoi elementi tecnici, dovrebbe essere più prudente; perché notizie di tal genere, signor presidente del Consiglio , lanciate su tutta la stampa, non vengono ormai sottovalutate dalla pubblica opinione . si è determinato — ed è bene che sia così — un interesse pubblico, un interesse di opinione che fino a qualche anno fa non esisteva, intorno a dette materie. gli indici di inflazione, gli indici del carovita, gli indici, sempre in vertiginoso aumento, della scala mobile , le cifre relative al deficit della bilancia commerciale entrano ormai nelle case di tutti gli italiani, determinano i nostri destini. non è lecito ad un presidente del Consiglio , non è lecito soprattutto ad un ministro del Tesoro , ad un ministro delle Finanze lanciare cifre per fini speculativi di carattere interno: cioè dare luogo a cifre ottimistiche, o addirittura ottimali, quando si vuol tentare di salvare il dialogo tra determinati partiti; o quando si vuol salvare per se stessi l' esercizio del potere al vertice di un ministero, e poi lanciare le cifre opposte per motivi opposti! tutto ciò senza rendersi conto — ripeto — che al fondo di questo barile, ormai raschiato, vi sono gli interessi, ma anche le sensibilità, le suscettibilità, le tensioni dei cittadini. vi è una strategia della tensione — questo sto per dirle, signor presidente del Consiglio — che viene manovrata dalle Borse negli Stati moderni, e non semplicemente dalle bombe! e sono molto più pericolose, negli Stati moderni, le strategie della tensione in Borsa, che le strategie della tensione attraverso le bombe. anche perché si può uccidere attraverso le strategie della tensione in Borsa molto più largamente di quanto non si possa uccidere attraverso le strategie della tensione con le bombe. il che non mi fa certamente assolvere gli strateghi della tensione attraverso la violenza, ma non mi consente di perdonare gli strateghi della tensione attraverso la Borsa. anche perché, molte volte, signor presidente del Consiglio , non si tratta di strategia della tensione , ma di strategia dell' aggiotaggio! quante, quante manovre sono state fatte attraverso le cifre lanciate. con tanta leggerezza da ministri in carica o da tecnici di indiscusso valore! quante manovre ci sono state che hanno portato via miliardi, a centinaia, a migliaia, dal territorio del nostro paese, o che hanno dirottato miliardi a centinaia e migliaia verso casse più o meno segrete! sicché, una qualche prudenza non sarebbe, io penso, fuor di luogo. quanto ai propositi del Governo per risanare la situazione, se ho udito bene, ella ha dettò poche cose rispetto alla impostazione cui — forse, non sbagliando — noi tenevamo di più. noi speravamo che il presidente del Consiglio , in questa grave occasione, spendesse qualche parola, ma soprattutto prendesse qualche impegno a nome del Governo, ossia fosse abilitato dal Governo a prendere qualche impegno in merito alla riduzione della spesa pubblica . crediamo che si possa tentare di uscire dal vicolo cieco in cui siamo, soprattutto e prima di tutto attraverso una coraggiosa, drastica e sistematica riduzione della spesa pubblica . alludo, naturalmente, alla spesa pubblica improduttiva, e non mi riferisco, signor presidente del Consiglio — sarebbe troppo facile — o non mi riferisco soltanto, agli enti inutili. anche in questi giorni si è parlato largamente sulla stampa degli enti inutili: si sono lette le solite statistiche, che sono veramente inutili; abbiamo imparato ancora una volta dalla stampa che vi sono in Italia 59. 143 — se non sbaglio — enti inutili; abbiamo letto le solite, piccole curiosità sull' ente che si occupa ancora dei terremotati di Messina o dei reduci di Adua; ne abbiamo sorriso, e non siamo così sciocchi o così ingenui da ritenere che quando si parla di riduzioni drastiche della spesa pubblica ci si riferisca agli enti inutili. no, noi ci riferiamo ai grossi enti, che non definirò affatto inutili, ma che certo possono essere definiti dissipatori, senza fare offesa ad alcuno. mi riferisco, per esempio, all' Enel, mi riferisco all' Efim, mi riferisco all' EGAM, mi riferisco alla FINAM — finanziaria agricola meridionale — legata alla Cassa per il Mezzogiorno , mi riferisco ai fondi di dotazione, che tante volte, più o meno docilmente, i rami del Parlamento hanno approvato, magari in Commissioni, magari a tamburo battente; mi riferisco a bilanci dei quali « non sappiamo niente (questa è la verità), mi riferisco a grosse manovre finanziarie per migliaia di miliardi, di cui l' opinione pubblica , di cui il paese reale , di cui il cittadino che voi state chiamando a pagare tasse altissime, non sa assolutamente niente; mi riferisco a bilanci di enti che taluni recenti scandali hanno dimostrato, almeno in alcune evenienze, essere stati certamente non inutili, anzi, utilissimi, ma per speculazioni, che dovrebbero avere, come punto terminale, la galera, e non per motivi politici. per esempio, tra le speculazioni più ignobili vi è senza dubbio quella cui ha dato luogo l' Enel. siccome l' onorevole De Martino sembrava Catone, questa mattina (ci ha dato una lezione relativa alla moralizzazione della vita pubblica ), mi permetterò di ricordare che alla vicepresidenza dell' Enel da molto tempo c' è un socialista, in quanto tale, messo lì non certo perché si intenda di energia elettrica ; forse, non gira neanche l' interruttore, se lo farà girare da un cameriere in livrea, com' è abitudine in certe case socialiste nostrane. ebbene, non ci piace sentire lezioni di catonismo politico non dico dall' onorevole De Martino , per carità, ma dal segretario del partito socialista italiano. non ci piace, perché se c' è un partito che non ha titoli per dare lezioni di moralizzazione politica, quello è il partito socialista italiano, e tutti lo possono documentare! non amiamo essere presi in giro fino a quel punto. l' onorevole De Martino non voleva prenderci in giro, forse. è un professore, e poi il week-end a Capo Miseno lo rasserena, come abbiamo appreso da un recente reportage Di Vittorio Gorresio, ad altissimo livello! per carità, non è in discussione l' onorevole De Martino o la sua probità personale! ma si guardi attorno, l' onorevole De Martino ; non si renda ridicolo, e non venga a raccontare a noi queste cose! ebbene, dicevo, tra le speculazioni più clamorosamente venute alla luce attraverso gli scandali recenti vi è quella della scelta, da parte dell' Enel, delle centrali termoelettriche a petrolio anziché delle centrali nucleari , anziché — in Sardegna — delle centrali a carbone. questa scelta è costata all' erario italiano moltissimo, ma — ecco la connessione di questi problemi con la vita del popolo italiano è costata alla città di Carbonia la perdita di 30 mila abitanti. Carbonia aveva 50 mila abitanti; a miniere chiuse, ne ha 20 mila; vivono assai disagiatamente, e votano comunista. oggi il partito comunista arriva a questo, mentre fa l' amore con il partito socialista , che sfrutta situazioni di questo genere, incassando attraverso i visti del senatore Talamone, segretario amministrativo, decine di miliardi. certo, queste sono le situazioni che indignano l' opinione pubblica , che debbono essere conosciute; e il Parlamento, in queste occasioni, ha — credo — questa funzione. ed io vorrei sapere chi tra voi, abituati così frequentemente a parlare del terrorismo politico , degli scandali politici, dei crimini politici (ne parlerò più avanti) della Destra Nazionale o del sottoscritto, non arrossisce di vergogna nel momento in cui il sottoscritto, come segretario della Destra Nazionale , vi ricorda che il nostro dovere in primo luogo non è quello di parlare, come l' onorevole De Martino impudentemente ha fatto, di moralizzazione, dal pulpito di quel partito e in quell' ambiente, ma di fare il nostro dovere, di denunciare, soprattutto quando si tratta di reperire i denari che non abbiamo per fare funzionare la macchina produttiva dello Stato. quindi mi attendo, signor presidente del Consiglio , che, per lo meno nella replica, qualche cosa ella voglia dirci circa la riduzione della spesa pubblica e la moralizzazione della vita pubblica . ma in questo senso. quanto al prelievo fiscale, vedremo quali misure proporrete. mi permetto di invitare il Governo fin da questo momento ad aver cura della verità. e quando dico ciò mi riferisco a quel che ho letto di recente a questo proposito su un giornale che certamente non ci è amico — e particolarmente non mi è amico — specie in questi ultimi tempi, L'Europeo , in cui a proposito dei progetti fiscali del Governo ho letto alcune cifre e alcune considerazioni. sentite gli incassi effettivi — comunicato ufficiale del Governo sul gettito tributario, 28 maggio 1974 (recentissimo) — : il gettito di febbraio ha registrato un aumento del 19 per cento sullo stesso mese del 1973; sono stati incassati 1.125 miliardi. se pensate che il rastrellamento che si prevede va dai 2 mila ai 3.700 miliardi, la cifra minima sarebbe già stata rastrellata in questo modo, senza bisogno di ulteriori fiscalizzazioni. ma, tutto questo ha riferimento solo alle tasse sui dipendenti, prelevate alla fonte. vi deve essere appunto il maggior gettito delle tasse su società e sui lavoratori non dipendenti, che sta necessariamente subendo un' enorme espansione sia per la lotta contro l' evasione fiscale sia per la ritenuta di acconto. ma questo elevatissimo aumento deve ancora affluire nelle casse dello Stato. quando ciò avverrà, i nostri governanti saranno di fronte a un solo problema, quello di nascondere, per non perdere del tutto la faccia rispetto ai preventivi deliberatamente falsificati (non lo scrivo io, lo scrive la catena Rizzoli), l' immenso fiume di miliardi del torchiamento fiscale della riforma. cercheranno di disperderlo ancora di più perché scompaia nei soliti rivoli e con le solite prassi: spreco, spese inutili, corruzione del sottogoverno e dei corpi separati. e i sindacati danno l' impressione, speriamo errata, di non aver capito a fondo la posta in gioco . ecco, quando si discuterà dei decreti fiscali staremo molto attenti alle cifre, signor presidente del Consiglio , invitandola a stare attento perché i giornali di regime non possano scrivere queste cose vergognose cui non è stata data finora alcuna risposta da parte governativa. fuga di capitali? non ne ho sentito troppo parlare. voglio informare la Camera che in una recente intervista televisiva, il 7 giugno, il procuratore pubblico di Lugano (e forse per questo il ministro Togni ha chiuso con la televisione svizzera) il procuratore pubblico di Lugano, dottor Bernasconi, ha affermato che soltanto per quanto concerne i rapporti tra il Canton Ticino e l' Italia la fuga di capitali si può calcolare per difetto in circa 2 mila miliardi l' anno. mi pare una cifra discretamente importante! ci sono, poi, le cifre sconcertanti relative all' aumento in volume e in valore delle importazioni e delle esportazioni: le importazioni aumentate del 13 per cento in volume, ma del 44 per cento in valore; le esportazioni sono aumentate del 4 per cento in volume e del 20 per cento in valore; il che ci fa temere (noi lo abbiamo già denunciato, e non abbiamo avuto risposta né in questo né nell' altro ramo del Parlamento, né sulla stampa) che ci sia un sottile gioco di sopraffatturazione e di sottofatturazione, non da parte della piccola e media industria, ma da parte della grande industria , privata e di Stato; quella grande industria privata e di Stato che, guarda caso , in questo momento entra a vele spiegate nel regime e parla tanto bene dell' onorevole De Martino , parla di patti sociali con i sindacati, accenna al partito comunista come ad un partito d' ordine, e le centinaia o le migliaia di miliardi continua — alla faccia di tutti, o con l' accordo vostro — a imboscarle all' estero. attenzione, perché bisogna stare ad occhi aperti; e noi, per quel poco che potremo, staremo... ad occhi aperti e denunzieremo all' opinione pubblica , a tutti i livelli, e al Parlamento, tutto ciò che potremo sapere. credo che anche questo faccia parte di un patto sociale , non è vero? il patto della verità, che penso preceda, giustifichi e consacri ogni altro patto sociale . quindi ai lavoratori queste cose ci pregeremo di raccontarle e di spiegarle nel momento in cui essi, attraverso i sindacati di sinistra, vanno tanto d' accordo con il presidente della Confederazione dell' industria. non è stato detto nulla da lei, signor presidente del Consiglio , se non sbaglio, sulla riduzione drastica delle importazioni. perché non ha parlato del piano carni, signor presidente del Consiglio ? argomento proibito? l' onorevole De Martino si sarebbe risentito? le cooperative di sinistra e di estrema sinistra si sarebbero preoccupate? i traffici dall' Oriente verso l' Italia, con le tangenti per il partito socialista e per il partito comunista , ne sarebbero stati disturbati? ci parli del piano carni, signor presidente del Consiglio , nella sua replica, perché vogliamo sapere se il governo italiano intenda che miliardi e miliardi — continuino ad andare all' estero attraverso l' importazione della carne! quanto alla riapertura del credito, signor presidente del Consiglio , qualche parolina a proposito delle banche. ne ha parlato — bene, chiaramente — l' onorevole Malagodi oggi, e qualche cosa — da incompetente, citando — io mi permetterò di segnalare. accade che — lo ha pubblicato in questi giorni L'Espresso , con delle tabelline interessanti; tra un articolo antifascista e l' altro si è degnato di occuparsi di questo — ci sono settanta presidenze e vicepresidenze di banche da assegnare. naturalmente le presidenze e le vicepresidenze debbono essere assegnate nel quadro dei partiti di potere, per carità! per ora sono quasi tutte nelle mani della Democrazia Cristiana , e voi lo sapete; qualcuna è in quelle dei socialdemocratici e dei repubblicani, qualcuna è nelle mani dei socialisti. i socialisti, dopo il 12 maggio, puntano i piedi: vogliono avere una congrua rappresentanza. intanto passa il tempo, e gli istituti bancari non vengono regolamentati nelle loro rappresentanze ufficiali, e quindi nelle loro funzioni, e si fa avanti il partito comunista , anche a questo riguardo. volete sentirlo? ecco: relazione Carli, e quindi articolo dell' Espresso. nella relazione Carli è detto: « il grado di libertà dei dirigenti delle aziende di credito è ulteriormente minacciato dalle insistenze con le quali i sindacati di azienda chiedono di partecipare alle decisioni di erogazione del credito » . quindi credito selezionato, sotto controllo comunista: alla tale azienda sì, alla tale azienda no; e il sindacato deve sindacare. non credo che questa sia una funzione sindacale, però questo è detto nella relazione ufficiale del governatore della Banca d'Italia , e non ho udito alcuno tra i parlamentari che ne parlasse, né ho letto un solo articolo di giornale in cui questo aspetto, molto importante, fosse messo in luce. è una menzogna? adesso vi do il riscontro obiettivo, costituito da quanto scrive L'Espresso : « la situazione delle banche è diventata talmente scandalosa che il partito comunista , pur non avendo candidature da far valere, poiché è istituzionalmente escluso dalla ripartizione di tali cariche » — impariamo che ci sono esclusioni istituzionali: non lo sapevamo, ma lo scrive L'Espresso , tra un articolo antifascista e l' altro, e dobbiamo crederci, naturalmente — « ha ritenuto necessario avanzare una propria iniziativa. l' onorevole Luciano Barca, nella sua qualità di dirigente del settore economico del partito comunista , ha comunicato alle segreterie Dc e Psi » — ecco le consultazioni, guardate in che consistono — « che il Pci chiede al Governo di procedere immediatamente alle nomine in questione. ed ha anche precisato, il partito comunista , quali sono i criteri che dovrebbero essere seguiti nella scelta dei candidati » . allora voi vedete quanto c' è al di sotto dell' insistente richiesta socialista di riapertura immediata del credito selezionato; allora voi capite che cosa vuol dire « selezionato » , capite quali centri di potere e di ricatto lor signori vogliono avere tra le mani, d' accordo come sempre con il partito comunista , allora non vi sfugge questo aspetto della manovra! e siccome penso che voi democratici cristiana queste cose siate piuttosto attenti, cercate di avere la cortesia di capire, almeno, questi aspetti della situazione. di Governo e di maggioranza, che penso possano interessare le vostre persone, i vostri interessi, il vostro elettorato che in larga misura con questi mezzi avete potuto tenere accanto a voi sino a questo momento. tutto ciò detto, onorevole presidente del Consiglio , desidero passare, anche per brevità, all' altra parte del mio intervento, che è relativa al grave problema dell' ordine pubblico , con una premessa. in realtà, il problema all' ordine del giorno in termini politici non è quello dell' ordine pubblico , è quello dell' offensiva contro il MSI-Destra Nazionale . io lo dico senza alcuna presunzione, anzi lo dico con qualche fastidio, perché come segretario di questo partito, a nome di tutto il partito e di tutto il gruppo parlamentare della Camera (che ringrazio nella persona del presidente De Marzio per avermi dato l' onore oggi di parlare, in una situazione che è certo per noi molto importante), non ho da gloriarmi dell' attacco concentrico di cui siamo fatti oggetto, e di cui forse sono io personalmente fatto oggetto da tutta la stampa di informazione, quotidiana e periodica; non ho da rallegrarmene affatto, non si sta comodi sotto il tiro, e noi siamo gente che sta sotto il tiro, ma preferirebbe non starci sempre. parlo quindi sommessamente di quello che sta accadendo, ma ne parlo perché è la realtà; è una realtà che voi stessi evidenziate attraverso i vostri interventi, e che soprattutto i vostri giornali evidenziano ogni giorno attraverso le loro prese di posizione. la destra nazionale è sotto offensiva. perché? il perché è evidente; lo ha scritto La Stampa di Torino in un editoriale di qualche settimana fa. è evidente che se dovesse realizzarsi, dico se dovesse (non penso che si realizzerà nei tempi brevi) realizzarsi, non dico il compromesso storico (ormai messo in archivio), ma — c' è qualcosa di più attuale, di più concreto, di più vicino — se dovesse attuarsi un' intesa di maggioranza, o addirittura di Governo tra la Democrazia Cristiana ed il partito comunista , e la situazione rimanesse in termini di libertà ai fini dell' opinione dell' elettorato — e lo scriveva La Stampa di Torino, cioè l' organo a noi più ostile — la Democrazia Cristiana potrebbe in ipotesi prepararsi a perdere un quarto — e lo scriveva La Stampa — del proprio elettorato a favore della destra nazionale. c' è un evidente interesse di tattica e di strategia da parte della Democrazia Cristiana di portare l' offensiva contro la destra nazionale; c' è analogo interesse, per le stesse opposte ragioni, da parte del partito comunista . e quando dico per le stesse e per le opposte ragioni non giudicatemi per favore, ancora una volta, leggero o presuntuoso, perché sono attento lettore, come devo, dei loro documenti, ascolto i loro discorsi. lessi a suo tempo con estremo interesse la relazione che il segretario onorevole Berlinguer tenne al comitato centrale del suo partito subito dopo le elezioni del 13 giugno 1971, quella relazione, che ha rappresentato non a caso, anche nei tempi, l' inizio dell' offensiva durissima di tutta la sinistra contro di noi, testualmente diceva che in Sicilia alcune decine di migliaia di voti erano trasmigrati, sui problemi della casa e della terra, dall' estrema sinistra all' estrema destra . quando pertanto rilevo che vi è un interesse elettorale, e non parlo di sporco interesse elettorale, per carità (sporchi sono gli strumenti di cui ci si serve per battere elettoralmente il concorrente, e ci si abbassa, ci si avvilisce, ci si infanga, come molti tra voi ed i giornalisti di cui siete amici stanno facendo), ma di motivi di concorrenza elettorale esistenti da parte di altri partiti nei confronti del nostro, la circostanza ci qualifica e ci onora. la destra nazionale è sotto offensiva per questo motivo politico, e naturalmente è stata studiata — ve ne do atto — una tattica e una strategia dell' aggressione nei nostri confronti consistente nella individuazione dei motivi e dei temi che hanno consentito a noi di affermarci poderosamente in questi ultimi anni nell' elettorato; e quindi nel tentativo di stabilire tra noi e l' elettorato, proprio in relazione a quei temi, un solco, addirittura un abisso di incomprensione. e allora, la destra nazionale della pacificazione e dell' ordine, come occorreva presentarla, come bisogna presentarla nella polemica quotidiana? come la destra dell' odio, come la destra del disordine, come la destra delle bombe e degli attentati! la destra nazionale della protesta nell' Italia meridionale, come bisogna presentarla nell' Italia meridionale? come la destra conservatrice, reazionaria, retriva, aggiogata, in occasione della battaglia per il referendum alle mire reazionarie, conservatrici e retrive del senatore Fanfani. questi sono stati i temi, i cavalli di battaglia usati volta a volta dalla Democrazia Cristiana , dal partito socialista , dai socialdemocratici, dai repubblicani, dai comunisti, qualche volta persino dai liberali contro la destra nazionale in questi ultimi tempi. e avete avuto le occasioni. parliamo dunque di tali occasioni. francamente, perché credo che se ne possa parlare in modo disteso. Brescia. bene, onorevoli colleghi , quel pomeriggio del 28 maggio, esattamente un mese fa, noi — vi prego di credermi — corremmo in quest' Aula in un tumulto di sentimenti che non offendo né me stesso né voi dicendo che erano identici a quelli di tutti quanti voi. sentimenti di stupore, di orrore, di disgusto, di deprecazione, di esecrazione. corremmo qui e l' onorevole De Marzio espresse quei sentimenti. poi ascoltammo il signor ministro dell'Interno . quando il signor ministro dell'Interno disse « attentato di chiara marca fascista » , credemmo che avesse, non dico le prove (non era possibile, erano passate soltanto cinque ore), ma per lo meno degli indizi seri e non vi fu, né poteva, né doveva esservi, per rispetto alle vittime, alcuna punta polemica da parte nostra. tanto che, io per primo, non ebbi cura, lì per lì, di ascoltare con l' attenzione dovuta i dettagli che il signor ministro degli Interni ci offrì. ora è passato un mese e sono andato a rileggermi il testo stenografico di quell' intervento. il signor ministro degli Interni disse (al Senato e alla Camera) che « è esploso un ordigno di oltre un chilogrammo sotto il porticato fronteggiante il palazzo della Loggia » , aggiungendo subito dopo: « l' ordigno, che da accertamenti tecnici sembra escludersi che fosse a orologeria, sarebbe stato deposto durante il comizio in un cestino per i rifiuti a circa sessanta metri dal palco degli oratori » . notate, vi prego: durante il comizio. l' ordigno è esploso alle 10 e 12 minuti, il comizio ha avuto inizio alle 10 in punto. vi sto riferendo la versione di Taviani, alla quale (per i motivi che vi dirò fra poco) io non credo. ma questa è la versione ufficiale, che finora non è stata smentita, anche se il ministro ha avuto altre occasioni (come l' altro ieri in Senato, in un ignobile discorso sull' ordine pubblico ) per modificarla. ma non lo ha fatto. quindi, secondo la versione ufficiale, tuttora in piedi dopo un mese, nel giro di dodici minuti, dalle 10 alle 10,12, qualcuno con una bomba da un chilo è entrato in piazza davanti agli antifascisti che stavano iniziando il loro comizio, ha deposto la bomba e se ne è andato senza essere riconosciuto né disturbato da nessuno. era giorno, ma nessuno lo ha riconosciuto né disturbato. sicché, se il signor ministro dell'Interno avesse detto la verità, io dovrei arrivare (ma non ci arrivo perché non credo a questa versione) a ritenere che il ministro abbia voluto far intendere che la bomba fu messa da qualcuno amico degli amici che stavano in piazza. non lo credo, non l' ho preso sul serio. mi sono chiesto dopo: perché il ministro ha dato quella versione? e quando, poi giorni dopo, abbiamo saputo che due vicequestori erano stati destituiti, ho pensato: ecco, il ministro ha dato quella versione e poi ha destituito due vicequestori perché si trattava della versione di comodo di qualcuno della questura di Brescia che voleva nascondere le proprie responsabilità. allora ho chiesto a me stesso: sono stati fatti altri accertamenti? un altro accertamento è stato fatto, perché ne hanno parlato i giornali di tutta Italia: per un giorno solo, poi non ci sono tornati, comunque ne hanno parlato i giornali di tutta Italia. l' altro accertamento è stato fatto: nel luogo dove la bomba è scoppiata, tra le 9 e le 10 ha avuto luogo un comizio degli extraparlamentari di sinistra . uno di loro ha testimoniato (la sua testimonianza è apparsa, non smentita, su tutti i giornali) che quel comizio c' era stato in quello stesso luogo e ha detto di più: ci eravamo appena allontanati, eravamo giunti verso piazza della Vittoria (chi conosce Brescia sa che ci sono tre minuti di strada), sentimmo lo scoppio. quindi, da quest' altra testimonianza si potrebbe arguire che la bomba sia stata collocata durante il comizio degli extraparlamentari di sinistra , i quali, badate, non erano stati d' accordo sulla impostazione del comizio antifascista, perché il comizio antifascista era contro il risorgente fascismo e anche contro le « Brigate Rosse » , nella sua impostazione ufficiale. allora dovrei pensare: sono stati quelli della estrema sinistra extraparlamentare? non lo penso, perché sono un uomo civile e non semino odio, sia pure sulla base di indizi, perché questi sono indizi, non sono chiacchiere a vuoto, sono testimonianze. non lo faccio. però c' è quest' altra ipotesi sulla quale nessun giornale, nessuna trasmissione radiofonica o televisiva, nessun comiziante è tornato. ma continuiamo. c' è qualche cosa di più. ho Panorama davanti a me e mi laverò le mani dopo aver tenuto in mano questo foglio, perché è un giornale veramente infetto: non perché sia d' opposizione nei nostri confronti, ma perché è il giornale di falsi sistematici, perché tra virgolette ci attribuisce cose che nessuno di noi ha mai sognato di dire, e questo giornalisticamente — lo dico da professionista — è vergognoso e vile. comunque, Panorama, attraverso La Penna di un rispettabile scrittore politico, Giorgio Galli , ci fa notare una cosa molto più importante e grave: è rimasta in sospeso la tesi dell' onorevole ministro, che escludeva che la bomba fosse ad orologeria. e allora tutti pensano: la successiva indagine avrà consentito di stabilire (non ci vuole molto) se la bomba fosse ad orologeria o no. nossignori! sapete cosa scrive Panorama (e nessuno lo ha smentito)? ci dice invece che, essendosi lavata la piazza, possono essere andati persi indizi importanti sulla meccanica della esplosione. abbiamo letto montagne di critiche sull' errore di aver fatto scoppiare la seconda bomba di Milano, quella alla Banca commerciale il 12 dicembre 1969, è sembrato assurdo distruggere così un elemento fondamentale per l' indagine e adesso si commette lo stesso errore? si disperdono indizi? ma, se è così, chi ha dato l' ordine che ha avuto tali conseguenze? questo lo vogliamo sapere, onorevole presidente del Consiglio . il ministro dell'Interno deve dire chi ha dato questo ordine; e mi meraviglio che non lo chiediate voi, mi meraviglio che non lo chiedano coloro che , giustamente, hanno compianto le vittime di Brescia; mi meraviglio che non l' abbiano chiesto coloro che sono andati a Brescia, che hanno parlato a Brescia, coloro che hanno abbracciato le vedove e gli orfani, coloro che sono stati presenti e testimoni diretti del dolore. il dovere della verità, il dovere della indagine secondo verità spetta ai familiari e voi vi siete proclamati, per speculazione, i familiari politici delle vittime. e non vi importa accertare se la bomba fosse ad orologeria o no? non vi importa accertare chi abbia inquinato le prove? chi abbia fatto scomparire la prova più importante? chi abbia dato l' ordine? e pensate di poter tenere nella compagine di Governo uomini che si sono abbassati fino a questo punto solo per poter dire che la responsabilità politica andava ricercata a destra e che il reato aveva una matrice fascista? con questo voglio negare che il reato possa essere stato commesso da elementi di destra? non lo voglio negare perché non lo so, perché non ho indizi. vi sono, in galera, alcune persone che sono state indiziate di reato proprio in relazione alla strage di Brescia. una organizzazione, il MAR, è sotto accusa da parte di tutta la stampa, non da parte nostra, in relazione alla strage di Brescia e ad altri reati. chi è a capo di quella organizzazione? Giorgio Fumagalli. quanto mi dispiace, signor presidente del Consiglio , che l' onorevole Andreotti, forse presagendo qualche mia modesta osservazione, abbia lasciato quest' Aula dopo essere stato qui tutto il giorno, perché avrei chiesto — ma glielo chieda lei, per cortesia e per decenza all' onorevole Andreotti una spiegazione. perché l' onorevole Andreotti, tra le molte interviste di questi ultimi tempi, una ne ha data nella quale ha testualmente detto: « sapevamo che il Fumagalli era al servizio del Sid. sapevamo anche che commetteva reati; ma come potevamo fare a inquisirlo se si presentava col fazzoletto rosso alle manifestazioni della Resistenza? » . questo ha detto il ministro della Difesa in carica ! e io leggo sui giornali che l' onorevole Andreotti è molto ben visto negli ambienti di sinistra in questo momento. leggo sui giornali che l' onorevole Andreotti potrebbe anche essere l' uomo dell' avvenire. leggo le interviste che l' onorevole Andreotti, questo singolarissimo ministro della Difesa si permette: come quella da lui concessa a Massimo Caprara badate bene, senza curarsi. del precedente infortunio toccato al procuratore generale della Repubblica di Roma, il quale poteva anche dire, secondo verità: « non lo conoscevo » . ma l' onorevole Andreotti Massimo Caprara lo conosceva, lo conoscevamo tutti dai tempi antichi, perché era un guffino, fascistissimo; poi l' abbiamo conosciuto a sinistra, poi l' abbiamo conosciuto al Manifesto, poi lo conosciamo come giornalista fasullo e radicale. ebbene, l' onorevole Andreotti si permette di andargli a raccontare che ha destituito il capo del Sid e ha deciso di nominare l' ammiraglio tal dei tali (io non faccio il nome di questo ammiraglio, perché ho rispetto di queste cose). ma il ministro della Difesa ha fatto il suo nome e ha bruciato volgarmente il candidato, che non è stato finora nominato e che, si dice, forse non lo sarà proprio perché il chiasso intorno al suo nome è stato eccessivo. lo stesso ministro della Difesa ci è venuto a raccontare che in anni e anni i famosi fascicoli Sifar — quante volte ne abbiamo parlato! — non sono stati distrutti: ci ha fatto capire, e poi ce lo ha fatto capire meglio un giornalista del Il Corriere della Sera — saluti al Il Corriere della Sera , il Corriere di informazione , che ci attacca in questi giorni e mi attacca attraverso La Penna di un altro giornalista spione, il Chierici, il quale se ne parte dall' Italia e se ne va ad intervistare i gruppi che-guevaristi nell' America Latina , con dei passaporti o dei salvacondotti speciali (informatevi sulla storia di questi pennivendoli del regime, informatevi e imparerete in che bella compagnia siete e come vi potete fidare avendo giornalisti di questo genere al vostro fianco per i più bassi servizi contro la Destra Nazionale ) — ci ha fatto capire, il ministro della Difesa che si esprime in questo modo, con tanta irresponsabilità (impariamo da lui!) che il Fumagalli vuol dire il Sid o ha voluto dire il Sid. impariamo da lui che non lo si è toccato, qualunque reato commettesse, perché portava il fazzoletto rosso alle celebrazioni della Resistenza! e poi io mi sento dire che la criminalità politica che viene da sinistra non è pericolosa, perché non ha agganci! e quali agganci volete se non vi basta quello del Sid? volete qualche cosa di più? siete voi comunisti che scrivete, e avete scritto tante volte, che il Sid è legato alla Cia; siete voi, non siamo stati certamente noi. noi abbiamo difeso il Sifar come istituto, e abbiamo difeso il Sid come istituto: abbiamo difeso le divise onorate degli uomini che alla testa di quegli istituti hanno tentato, in condizioni difficilissime e tra la generale incomprensione, di fare il loro dovere. dopo di che è trama fascista, perché a capo c' è Fumagalli? e di quell' Orlando — non Orlandi, per carità — cioè il luogotenente di Fumagalli, che è socialdemocratico, per combinazione, che dice la socialdemocrazia? se n' è occupata? l' ha buttato alle ortiche, lo rivendica? aveva anche lui il fazzoletto rosso? ditecelo, spiegatecelo. intorno al Fumagalli risulta una fauna di uomini provenienti dalla Resistenza, e anche dalla opposta parte. una fauna! risulta che il Fumagalli pagava in contanti: 500 mila lire, un milione di lire ai piccoli attivisti, ai piccoli citrulli che si lasciano incantare, che si lasciano corrompere e ci lasciano, naturalmente, la pelle. ci volete dire un' altra cosa? la faccenda del colpo di grazia all' Esposti è vera o no? se per caso il colpo di grazia fosse stato inflitto ad un qualsiasi cittadino non ritenuto di destra, signor presidente del Consiglio , che cosa avreste fatto? la grande stampa si sarebbe mobilitata; ma era un fanatico estremista di destra, uno che si era allontanato — lo dicono i memoriali — dal Movimento Sociale molti anni fa, perché aveva il disgusto nei confronti del nostro rispetto per il gioco democratico. non lo difendo in termini politici, ma vi sembra possibile che un ragazzo riceva il colpo di grazia e nessuno, tra i difensori della legalità, del diritto, della civiltà che esistono in Italia e che qui sono presenti, levi il dito per interrogare, per sapere? vorremmo conoscere anche queste cose. sicché, prima di parlare di trame nere , di matrici nere e di finanziamenti, il ministro dell'Interno si sciacqui la bocca. è venuto fuori un finanziamento di 21 milioni per una cosiddetta trama nera, la « Rosa dei venti » , ma il giudice che indagava e che continua ad inquisire sulla trama nera « Rosa dei venti » , che ha scoperto una erogazione di 21 milioni, lo stesso giudice ha scoperto dalla stessa fonte e tutti i giornali lo hanno pubblicato per un giorno, poi non ne hanno parlato più — una erogazione di 2 miliardi di lire a favore del partito socialista e del partito della Democrazia Cristiana e dei rispettivi segretari amministrativi. il signor ministro dell'Interno può assumere informazioni molto facilmente. si dà il caso che l' onorevole Micheli, segretario amministrativo della Democrazia Cristiana , sia tavianeo e tra tavianei si possono intendere. perché non si informa? perché non viene a sapere se vi fossero per caso legami finanziari tra la « Rosa dei venti » e la Democrazia Cristiana ? io non lo credo, ma immaginate per un solo istante che fosse emerso un finanziamento contestuale alla « Rosa dei venti » e al Movimento Sociale Italiano : a quest' ora io sarei sul banco degli imputati. ma vi sono già e quindi non me ne sarei meravigliato troppo. ma non ci sono io, ci siete voi! il signor ministro dell'Interno non doveva affermare al Senato che le « Brigate Rosse » sono pochi fanatici, asociali, che non hanno alcun collegamento, perché la rivista Controinformazione, che io ho citato altre volte qui, parla chiaro. non hanno collegamenti? e il collegamento con il comitato Libération, residente a Parigi, presieduto da Sartre, con rappresentanti in tutte le parti di Europa e del mondo, i collegamenti ufficiali con tanto di comunicato apparso su Controinformazione? questo è o non è un collegamento? e la ricchezza con cui quella rivista viene stampata e distribuita non significa che vi sono dei finanziamenti? il signor ministro dell'Interno ha detto che vi è la legge sulla stampa. ma non si può intervenire per una perquisizione nella redazione di un giornale, sulle colonne del quale vi sia l' apologia continuata di reato? la legge sulla stampa impedisce di far ciò? io non lo credo. perché allora, mentre Sossi era nella prigione delle « Brigate Rosse » e noi, insieme con tutta l' opinione pubblica , denunciavamo quello che stava accadendo e tutti soffrivamo nell' attesa di una sua sperata liberazione, perché quando io sventolai in quest' Aula la rivista delle « Brigate Rosse » sulla faccia del signor ministro dell'Interno , egli non deliberò, neanche in quella occasione, una perquisizione nella sede di Corso di Porta Ticinese 87 a Milano? io non sono un poliziotto, non ho servizi di informazione, però — guarda caso — il dottor Sossi fu liberato, secondo la sua versione, a Milano, vicino alla zona di Porta Ticinese . chi dice che non potesse essere lì il covo della banda, in qualche sotterraneo? io non ci credo, ma potrei anche credervi perché nessuno ci è andato. e come mai il dottor D'Amato , capo del servizio affari riservati, è stato cacciato? forse perché aveva detto pochi giorni prima (e tutti i giornali lo hanno riportato): quelli delle « Brigate Rosse » li conosciamo uno per uno; noi li prendiamo e la magistratura ce li libera. forse è stato cacciato su richiesta del partito socialista italiano, il moralizzatore, perché il giudice Di Vincenzo , colui che ha liberato i brigatisti rossi , è iscritto al partito socialista italiano? vedrete se il partito socialista italiano sarà capace nei prossimi giorni di negarlo: deduco io da questo un collegamento tra le « Brigate Rosse » ed il partito socialista italiano? Dio me ne guardi . io rilevo però che il giudice che ha liberato tutti i componenti delle « Brigate Rosse » è iscritto al Psi, e che il funzionario il quale li faceva catturare, è stato cacciato via dal ministro Taviani, molto amico del Psi. ma c' è qualcosa di più, visto che il signor ministro, con il suo discorso al Senato, ha veramente voluto provocarci. vi è una recente intervista del dottor Sossi rilasciata a Il Borghese . voi direte: al Borghese... certo: quale giornale poteva coraggiosamente ospitare una intervista di questo genere? sono due settimane che essa è stata pubblicata, ed il ministro dell'Interno non ha fatto alcuna smentita. le cose dichiarate in tale sede dal dottor Sossi, sono di gravità estrema e mi permetto di leggervele. l' interrogante chiede: « mi consenta di muoverle a questo punto una domanda specifica: il dottor Catalano, capo dell' ufficio politico della questura di Genova, comparve quale teste nel 1972 su una inchiesta da lei promossa su un tuttora misterioso traffico di armi. in quella circostanza, quale era esattamente il ruolo del dottor Catalano, e su quale particolare episodio fu chiamato a testimoniare? » . risposta del giudice Sossi: è spiacevole che un magistrato come me, fedele al segreto istruttorio , veda ormai rivelati atti ed iniziative che avrebbero dovuto rimanere segreti. ma poiché ciò non è dipeso da me, pur senza rivelare il contenuto di specifici atti istruttori, posso dirle che il dottor Catalano fu interrogato sulla effettuata ed accertata consegna di alcuni fucili MAB ai titolari dell' armeria Diana di Genova, Renzo Traverso e Giuseppe Lantieri, consegna che, secondo la sua tesi, avrebbe dovuto portare all' identificazione di alcuni tra i componenti della banda « 22 ottobre » , che frequentavano l' armeria e, in particolare, il commesso Ferdinando Alessi, noto pregiudicato per reati comuni » . domanda: « ricevute tali giustificazioni del funzionario di polizia, lei, dottor Sossi, che cosa fece? » . risposta: « feci quello che ero tenuto a fare. avvertii con un rapporto particolareggiato, facendo rilevare l' estrema gravità del fatto, il mio superiore dottor Francesco Covo. a mio avviso, infatti, le ammissioni del dottor Catalano assumevano in ogni caso veste di reato, aggravato dalla qualifica e dalle funzioni di pubblico ufficiale . perciò il meno che me ne potessi attendere era un avviso di procedimento nei confronti del dottor Catalano » . domanda: « che cosa è invece avvenuto? » . risposta: « l' accaduto che il procedimento giudiziario sul traffico d' armi fu formalizzato ed affidato al giudice istruttore dottor Castellano, proprio. recentemente promosso capo dell' ufficio istruttorie penali. a carico del dottor Catalano, che io sappia, non fu invece assunta alcuna iniziativa in sede penale » . domanda: « le risulta, dottor Sessi, che a carico del dottor Catalano siano stati assunti provvedimenti di altra natura? » . risposta: « no, mi risulta al contrario che, promosso a breve distanza di tempo da commissario capo a vicequestore, e sottratto dunque alle funzioni di polizia giudiziaria , il dottor Catalano è stato lasciato a sovrintendere alle incombenze delicate dell' ufficio politico » . domanda: « al lume delle risposte precedenti, sarebbe lecito chiedersi se, nell' adempimento delle proprie funzioni, il dottor Catalano abbia coperto o favorito l' attività criminosa del gruppo « 22 ottobre » , e quella dei gruppuscoli di estrema sinistra . se facessi a lei la domanda, che cosa risponderebbe? » . risposta: « sono un uomo incapace di fare illazioni e mi piace guardare sempre e soltanto ai fatti. i fatti, legati l' uno all' altro secondo una concatenazione logica, non inducono certamente ad indicare nel dottor Catalano un persecutore dei gruppuscoli di estrema sinistra , e ciò a prescindere dall' episodio specifico delle armi. altrimenti si potrebbe e si dovrebbe addirittura pensare, molto più gravemente, che ad armare il gruppo « 22 ottobre » potesse essere, paradossalmente, il ministro dell'Interno . questo — va da sé — lo dovrei escludere non tanto basandomi sui fatti, i quali pure hanno il loro significato, quanto sul concetto che tuttora coltivo dello Stato e delle sue funzioni, nonostante tutto » . io ho aspettato due settimane. non ho presentato interrogazioni. ho atteso di sapere se la suscettibilità del signor ministro dell'Interno si muovesse a questo, riguardo. nessuna smentita è venuta; la attendo adesso e credo di poter dire che l' attendiamo. credo di poter dire che il signor ministro dell'Interno , oltre a sciacquarsi la bocca, se la dovrebbe cucire prima di far luogo ad affermazioni molto imprudenti, che apparentemente (questo aggrava il mio giudizio nei suoi confronti) non tendono a colpire la nostra parte, mentre in realtà tendono a colpirla gravemente, come ora vi dirò. il ministro dell'Interno ha fatto al Senato l' altro ieri un elenco di violenze verificatesi in questi ultimi tempi. voglio ritenere che tutto l' elenco risponda esattamente a verità. si tratta di violenze attribuite tutte dal ministro dell'Interno ad estremisti di destra. ho cercato con curiosità di vedere se nell' elenco il signor ministro si fosse ricordato, onorevoli colleghi , delle violenze che noi abbiamo patito in questi ultimi tempi. non parlo di Padova. io sono il segretario di un partito del quale, dopo Brescia, 40 sedi, tra federali e sezionali, sono state distrutte. e quando dico « distrutte » , voglio dire « distrutte » , voglio dire assalite a colpi di bottiglie molotov . abbiamo la documentazione. se non vi sono state vittime, tranne qualche ferito, per fortuna non grave (sono io il primo a dirlo e a rallegrarmene), è perché avevo dato ordine di tenere chiuse le sedi e di vuotarle, anche a costo di apparire vile (e non credo che mi si possa dire che vile io sia). anche a costo di affrontare grosse impopolarità nel partito, ho fatto vuotare le sedi in quei giorni. ma il ministro dell'Interno certe cose le sa. poteva, ad esempio, sapere e dire al Senato che a Napoli i teppisti (come li debbo chiamare? non voglio loro attribuire un colore politico) hanno assalito la sede della CISNAL. e non si sono accontentati di assalirla; ma, siccome la sede si trova in un edificio di abitazione, hanno dato alle fiamme la base dell' edificio. e quando sono arrivati i pompieri per salvare le famiglie che urlavano per la paura, hanno aggredito anche i pompieri. e c' è voluto l' intervento della polizia, c' è voluta una mezza battaglia perché potessero essere salvate dalle fiamme le famiglie degli abitanti di quel palazzo. nella città di Roma otto nostre sedi sono state devastate a colpi di bottiglie molotov . le ricostruiremo — per carità! — saranno più affollate di prima. non è con questi sistemi che si piega il temperamento di un partito fatto di uomini che non abbandonano il posto di combattimento nella bufera. no, siamo anzi più uniti, più concordi, più compatti che mai. ma è vergognoso che un ministro dell'Interno , nell' informare la pubblica opinione attraverso il Parlamento, ometta di citare fatti che avrebbe potuto citare senza sminuire la validità delle sue tesi — rispettabilissime dal suo punto di vista — contro certo estremismo di destra. e non si tratta soltanto di Brescia. si tratta di Padova. per Padova il signor ministro dell'Interno (gliene do atto) al Senato ha comunicato essere indubitabile la paternità o per lo meno la firma delle « Brigate Rosse » , perché il documento delle « Brigate Rosse » di Padova è identico ai documenti relativi al caso Sossi. beh, mi permetto a bassa voce di sottolineare a voi, colleghi, in termini umani, che il sottoscritto, come segretario di questo partito, insieme con tanti fra i colleghi qui presenti, si è recato alle esequie di Padova. sono stato commosso ed onorato per aver trovato nella chiesa a Padova la corona del presidente della Repubblica , con due carabinieri. mi ha onorato il saluto nella chiesa di Padova del signor prefetto e del signor questore. pensavo, da ingenuo, da sprovveduto, che forse, trattandosi del Veneto, di una circoscrizione nella quale il signor presidente del Consiglio si recò in altra occasione perché una povera ragazza era stata uccisa da banditi comuni, sarebbe stato presente anche l' onorevole Rumor. andato a Brescia, pensavo: forse verrà anche a Padova. poi ho pensato: forse, siccome lo hanno fischiato incivilmente a Brescia, teme che lo fischiamo anche noi. le voglio dire, signor presidente del Consiglio , che se fosse venuto a Padova, nella sua terra, nessuno di noi l' avrebbe fischiato. nessuno tra la folla che era lì l' avrebbe fischiato, perché noi siamo gente civile, dolente, perseguitata, discriminata, ma civile. e voglio dire a tutti voi, che un grande, imponente significato — hanno avuto le esequie di Brescia, senza alcun dubbio. quelle di Padova hanno avuto soltanto un significato civile. scegliete voi fra l' imponente ed il civile; scegliete soprattutto voi fra i fischi di Brescia e i gestacci di quella folla che altri aveva imbestiato d' odio, e la reverenza ed il rispetto con cui abbiamo ritenuto di ringraziare tutti coloro che ci sono stati umanamente accanto. non è una lezione, per carità! non sono in grado di darvene. è un episodio che ha un suo significato, una sua moralità; vi dice qualcosa circa la solidità delle nostre strutture morali. noi non siamo battibili sul piano elettorale soltanto. no! e non siamo battibili con la menzogna e con la provocazione, perché abbiamo i nervi saldi, perché siamo sereni, perché siamo abituati a combattere, perché ci vogliamo bene, perché ci stimiamo fra noi. questo volevo dire, signor presidente del Consiglio , al termine di questo dibattito, augurando a lei di essere circondato da uomini quali quelli che mi onorano circondando la mia modesta persona.