Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
VI Legislatura - Assemblea n. 136 - seduta del 24-05-1973
Sulla RAI-TV
1973 - Governo II Andreotti - Legislatura n. 6 - Seduta n. 136
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , siamo di fronte a, due problemi, uno di merito — certamente importante, ma fino ad un certo punto — e l' altro sul quale credo puntino maggiormente l' attenzione gli oratori intervenuti in questo dibattito e quanti ritengono comunque non differibile una discussione parlamentare sulla nota, vicenda. il Governo certamente è pronto a dare alla Camera tutti i ragguagli necessari ai fini di un giudizio tecnico e giuridico sul testo unico in materia di codice postale, che comprende molte materie, oltre a quella, tanto discussa, della televisione via-cavo. perché il Governo ritiene che sia opportuno differire di qualche giorno questo dibattito? direi per gli stessi motivi per i quali i colleghi non vogliono differirlo. è meglio esprimersi molto chiaramente a questo riguardo perché questa improvvisa passione tecnico-giuridica per la televisione via-cavo, queste interpellanze rivolte più al banco dei colleghi repubblicani che a quello del Governo, mi sembra dimostrino con sufficiente evidenza l' ottica di questi atteggiamenti. noi riteniamo che sia opportuno, senza voler drammatizzare il fatto, differire di qualche giorno lo svolgimento delle interpellanze in argomento, le quali sembrano ispirate più da moventi politici generali che da quelli relativi al loro oggetto specifico. ciò in primo luogo proprio al fine di ricondurre alle sue giuste dimensioni l' argomento, che pur implica di per sé problemi di merito e procedurali. a tal riguardo sono state infatti espresse alcune riserve circa l' idoneità di un testo unico — sia pure sui generis , come quello delle leggi postali, dato che la legge che ne ha delegato la redazione ha stabilito normali — a legittimare provvedimenti come quello adottato dal Governo. si è anche discusso ed è stata revocata in dubbio la congruità delle norme dello stesso testo unico rispetto a quelle contenute nella legislazione precedente e che appunto nel testo unico dovrebbero essere raccolte. e questo un problema circa il quale, quando lo affronteremo, un giorno o l' altro, avremo modo di render conto dei criteri seguiti sia dagli uffici competenti in sede di elaborazione delle norme, sia dall' apposita commissione parlamentare in sede di espressione del prescritto parere al Governo. in ogni caso, ritengo fin troppo chiaro il movente politico generale delle interpellanze in argomento. questo significa parlar chiaro, onorevole Pajetta. mi consentirà però di nutrire al riguardo intenzioni diverse dalle sue. la motivazione della proposta del Governo sta dunque, come ho detto, nel nostro intento di riportare la questione nel suo alveo naturale, che è quello di un approfondimento del merito della stessa e di una valutazione dell' intendimento del Governo (che è pronto, se si palesa necessario, a far luogo a rettifiche e correzioni) di far sì che nel periodo transitorio in materia di radiotelevisione non si operino innovazioni. sto motivando la proposta del Governo. se ella ha tanta fretta di avere una risposta, posso già anticipare alcune cose fin d' ora. onorevoli colleghi , credo di avere diritto di esprimere la mia opinione e non ho alcuna intenzione di rinunziarvi. noi ci siamo mossi per questa preoccupazione, e per un preciso motivo, cioè quello di evitare che, per dubbie interpretazioni giuridiche, potessero precostituirsi alcune situazioni di fatto pregiudizievoli del futuro riassetto dell' ente e per prevenire ogni futura, eventuale critica al Governo di non essersi mosso per tempo. dirò di più: in seguito alle polemiche di questi giorni ho pregato i competenti ministeri di esaminare con grande attenzione tutti gli articoli del testo unico per vedere, come qualcuno ha ipotizzato in altra sede, se, pur essendo l' articolo sulla televisione via-cavo assai chiaro, possano esservi altri mezzi di trasmissione che, non essendo colpiti da un esplicito divieto, potrebbero essere ritenuti legittimi ed impiegati durante questo periodo. anche sotto questo aspetto sarebbe utile avere a disposizione qualche giorno di più per poter sottoporre una relazione più dettagliata al Parlamento e per poter proporre o adottare le misure eventualmente necessarie. quello che a noi interessa è che, in attesa della riforma, non vi sia alcuna lacuna o imprecisione normativa che possa di fatto comprometterla. aggiungo anche che il 28 maggio molti di noi, e credo anche il presidente della Camera , saranno impegnati dal consueto ricevimento ufficiale del corpo diplomatico al Quirinale. per questi motivi il Governo insiste, signor presidente , perché la discussione sulle interpellanze in questione abbia luogo nella seduta dell' 11 giugno prossimo.