Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 96 - seduta del 11-03-1969
Sugli incidenti di Torino
1969 - Governo I Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 96
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

colleghi dell' estrema sinistra , andate in Grecia? vi stareste meno comodi. no, ci dispiacerebbe per la Grecia. signor presidente , cercherò di concludere con rapidissime notazioni politiche un dibattito che è stato contrassegnato, come ella stesso ha dovuto rilevare poco fa, da molte ingiurie plateari e volgari. non mi sento, onorevole sottosegretario, di compatirla, perché se l' è voluto lei. intanto, con quella sua collocazione anche fisica che corrisponde alla collocazione politica di questo Governo. e se ella si è accostato tanto all' estrema sinistra per udire meglio, doveva pure immaginare che avrebbe udito soltanto delle volgari ingiurie. non credo, pertanto, che ella possa andare esente da mende. e credo soprattutto che non possa andarne esente il suo ministro, quel ministro dell'Interno che credette di affrontare con faciloneria, più che con leggerezza, la grave situazione che andava determinandosi nel nostro paese quando, all' inizio di questa legislatura, ebbe a vaticinare — sfortunato e disarmato profeta: purtroppo disarmata più di lui la polizia che con qualche idrante egli avrebbe risolto tutta la situazione. non so di che avviso sia il sottosegretario perché dopo avere udito le ingiurie della sinistra non ha evidentemente interesse ad ascoltare i modesti argomenti politici della destra. dicevo che volevo riferirmi soltanto a considerazioni politiche, poiché dibattiti di questo genere — onorevole sottosegretario, ne abbiamo vecchia esperienza — diventano soltanto grotteschi. il Governo legge il cosiddetto mattinale » , i comunisti leggono, avendolo preparato prima ed esibendolo, il loro « crepuscolare » ; e fra « mattinale » , da un lato, e « crepuscolare » , dall' altro, la sola, vera vittima finisce per essere la verità. per dare luogo a qualche rapidissima considerazione politica io voglio riferirmi a quattro affermazioni che hanno testé pronunziato gli oratori di estrema sinistra . un oratore, esattamente l' onorevole Libertini, ci ha descritto la condizione di servitù, addirittura di schiavitù, in cui vivrebbero, alla catena, gli operai di Torino. io voglio prendere alla lettera l' affermazione dell' onorevole Libertini: risulta che nel 1969, ventiquattr' anni dopo quella che voi continuate a chiamare la liberazione, gli operai di uno dei maggiori centri industriali d' Italia vivono in catene, in condizioni di servitù. questo è il peggior vilipendio che possa essere lanciato nei confronti della liberazione e della Resistenza. in verità, io per vent' anni mi sono studiato di denigrare, o per lo meno certo di non esaltare, la liberazione e la Resistenza; numerose volte sono stato denunziato, e qualche volta la Camera, nelle scorse legislature, ha benignamente concesso contro di me l' autorizzazione a procedere per vilipendio alla Resistenza. però da me un vilipendio siffatto non è mai stato pronunciato, perché io non sono mai arrivato a ritenere che, dopo ventiquattro anni dalla liberazione, intere, larghe e meritevoli categorie di italiani fossero in catene. il perché di questo rilievo e del suo significato politico in questo momento è determinato dal fatto che il rilievo stesso denota quanto siano fragili e pretestuose le posizioni dell' estrema sinistra , quanto sarebbe facile poterle contraddire, ribattere e smentire, e quanto sia deplorevole la condizione di un Governo che, pur di fronte a siffatti atteggiamenti bassamente e stolidamente demagogici, non ha che la capacità di stare « tutt' orecchie » a farsi insultare. un altro oratore dell' estrema sinistra ha dichiarato che il deterioramento della situazione dell' ordine pubblico , è da attribuirsi alla responsabilità del Governo di centrosinistra. ma questa è la nostra tipica tesi, colleghi di estrema sinistra e colleghi di parte governativa. anche se siamo pochi, noi abbiamo il diritto di dichiarare che i governi di centrosinistra contribuiscono ed hanno contribuito ormai da sette anni a deteriorare la situazione dell' ordine pubblico . noi abbiamo denunziato, fin dal punto di partenza , e cioè da Genova, « edizione 1960 » , la volontà di deteriorare l' ordine pubblico da parte di forze politiche che in quel momento erano fuori dalla compagine governativa e che dal 1962 sono entrate prima nella maggioranza e poi nel Governo. dal 1960 che noi diciamo che la volontà politica cosiddetta di sinistra è una volontà politica eversiva. dal 1960 che diciamo, purtroppo invano, che l' ingresso nell' area governativa dei socialisti avrebbe corrisposto ad un sempre maggiore deterioramento dell' ordine pubblico in Italia. strano che l' estrema sinistra non si renda conto del fatto che, nel momento in cui essa tenta di pilotare ancor più a sinistra le operazioni di maggioranza e di Governo, si dà la zappa sui piedi quando ammette che andare a sinistra ha significato e continua a significare andare verso un sempre maggiore deterioramento dell' ordine pubblico in Italia. l' onorevole Libertini si è chiesto, meno drammaticamente, perché si scelgano Genova e Torino. si scelgono Genova e Torino per gli stessi motivi per cui dette città, insieme con talune altre tipicamente dotate di centrali resistenziali, furono scelte nel 1960. anche in periodi successivi Genova e Torino sono state scelte, non da parte del Governo soltanto, ma da parte anche e soprattutto di provocatori di estrema sinistra , per determinare una ulteriore spinta a sinistra, perché il metodo « Genova culla della Resistenza 1960 » è diventato una specie di brevetto, perché un certo linguaggio (che non ci offende, dato che è semplicemente grottesco: il linguaggio truculento di un antifascismo che è veramente viscerale e soprattutto ridicolo) è diventato anch' esso una specie di brevetto nel quadro di operazioni di questo tipo. a proposito di provocatori mi permetto di fare un quarto ed ultimo rilievo. l' oratore di parte comunista che ha finito testé di parlare ha ammesso che nelle file dei gloriosi attivisti di estrema sinistra si sono confusi, anche in questa occasione, agenti provocatori. io devo dire (e sono le sole parole di sdegno che mi permetto di pronunciare, anche se sommessamente, in questa atmosfera così rarefatta e così stanca) che è davvero vergognoso che i comunisti continuino — fra l' altro, proprio nella città di Balilla — a lanciare il sasso e a nascondere la mano. noi non ci comportiamo così. quando un ragazzo iscritto al Msi (e sono i casi citati a proposito di Genova); o quando un ragazzo non iscritto, ma vicino al Msi; o quando un ragazzo, neppure vicino al Msi, ma che si trovi — come può accadere — fuso o confuso con i giovani iscritti al Msi in manifestazioni di sacrosanta e legittima reazione contro il teppismo sovversivo, viene implicato, viene colpito, denunciato, « colto » con un manifesto — è stato detto criminale fra le mani, noi ci assumiamo la responsabilità di quanto accade. sono vent' anni che agiamo così. eppure siamo un partito minoritario. non abbiamo dietro le nostre spalle le centrali sovietiche o cinesi. non abbiamo — e l' onorevole sottosegretario di Stato per l' Interno e i colleghi di parte democristiana ben lo sanno, perché lo si può constatare città per città — non abbiamo affatto — non dico « purtroppo » , ma lo rilevo — non solo la complicità, ma neppure la tolleranza delle forze dell'ordine , che concedono largamente autorizzazioni per comizi e per cortei al partito comunista o al partito socialproletario » mentre il più delle volte negano le stesse autorizzazioni al Movimento Sociale Italiano . eppure, senza avere dietro le nostre spalle fortilizi difensivi; senza avere tra le mani organizzazioni quali quelle di cui possono disporre i deputati dell' estrema sinistra ; senza poterci o volerci costruire degli alibi; essendo da vent' anni esposti in quella che non è soltanto una trincea parlamentare, ma per noi è stata sempre, fin dal primo momento, anche una trincea di opinione e di piazza; essendoci dovuti letteralmente conquistare (molti colleghi lo sanno, perché ne sono stati testimoni), piazza dopo piazza, la possibilità di essere ascoltati da una parte almeno dell' opinione pubblica , noi la suprema viltà di gettare al macello dei giovani dicendo poi che erano degli agenti provocatori non l' abbiamo mai commessa, non ci siamo mai macchiati di colpe simili, che sono le tipiche colpe, sono i tipici metodi dei sovversivi di ogni paese del mondo in ogni momento della storia. riconosceteli da questo, signori del Governo, i sovversivi; riconosceteli da questo i nemici della nostra patria, dello Stato italiano e in fin dei conti della nostra civiltà. riconosceteli non dalla loro protervia, ma dalla viltà irresponsabile con cui si servono dei loro agitatori per gettarli poi al macero chiamandoli provocatori insinuatisi nelle loro file. io credo che questo sia il senso più drammatico, in fin dei conti più preoccupante, non di questo inutile dibattito, ma di quanto sta accadendo giorno per giorno nelle piazze d' Italia.