Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 92 - seduta del 05-03-1969
Sulle attività del SIFAR e delle istituzioni militari
1969 - Governo I Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 92
  • Attività legislativa

il gruppo del Movimento Sociale Italiano voterà contro gli emendamenti presentati all' articolo 5; per lealtà e per correttezza, devo dire, e mi rivolgo in particolare all' onorevole relatore, che noi votiamo con qualche riserva contro gli emendamenti, e quindi in favore del testo della Commissione: riserve che sul terreno giuridico, ed anche sul terreno di una valutazione costituzionale, saremmo indotti a mantenere anche in questo momento, se il problema non avesse assunto, anche e soprattutto per l' emendamento fantasma presentato dal fantasma onorevole Scalfari, e per l' emendamento presentato e sostenuto dai colleghi di parte comunista, un significato politico che conviene sottolineare. dicevo che noi saremmo indotti a mantenere le nostre riserve di ordine giuridico, ed anche di ordine costituzionale, perché, e colgo l' occasione per dirlo cordialmente al relatore, i « soloni » che si sono costituzionalmente occupati di questa proposta di legge hanno a mio parere creato a se stessi e alla maggioranza degli ostacoli che avrebbero potuto facilmente risparmiarsi. se l' intento della maggioranza (ed io voglio augurarmi che sia stato così, e che sia ancora così in questo momento) era ed è quello di attenersi a quanto disposto dall' articolo 82 della Costituzione, richiamato testé, e correttamente, dall' onorevole ministro della Difesa , tanto valeva richiamarsi a tale articolo 82, e dare luogo ad una proposta, sia pure di legge, di inchiesta parlamentare , che si limitasse a fare un puro e semplice riferimento al suddetto articolo, come in altre occasioni è stato fatto... si è voluto strafare, e ciò per un motivo politico che balza evidente dal contesto stesso della discussione, ma che io mi permetto, dal nostro punto di vista , e nel nostro interesse politico, di mettere in rilievo; si è voluto strafare, per tentare, come spesso accade nelle coalizioni non granitiche che governano il nostro paese, di accontentare l' uno e l' altro componente della coalizione governativa: di accontentare, quindi, se non sbaglio, la componente democristiana attraverso il rispetto che si vorrebbe sostanziare dell' articolo 82 della Costituzione, ma di accontentare un poco anche la componente socialista lasciando passare di straforo, scorrettamente e non del tutto costituzionalmente, il principio che, attraverso una legge di inchiesta parlamentare , si possa modificare il codice di procedura penale o il codice penale . a proposito di questi ultimi, dei codici in genere, sembra a me che le argomentazioni ancora una volta addotte dal gruppo comunista e — mi dispiace dirlo — da un collega che si è distinto in altre occasioni per una certa finezza di argomentazioni, dall' onorevole Malagugini, pecchino di una certa rozzezza e soprattutto di una certa controproducenza. quando un partito politico ha partecipato a governi nel nostro paese in questo dopoguerra, tra l' altro detenendo proprio la carica del guardasigilli nella persona del più prestigioso fra i suoi uomini; quando un partito politico per venti anni, anche stando alla opposizione, ha potuto rappresentare in quest' Aula, per il numero se non per la qualità dei suoi aderenti, uno strumento di pressione politica e anche di pressione legislativa o addirittura di concorrenza politica e legislativa di primissimo piano; quando un simile partito ci viene a raccontare nel 1969 che siamo sotto l' imperio dei « liberticidi codici fascisti » , quel partito o quel gruppo si coprono di ridicolo; e si coprono di ridicolo tutti i gruppi che, avendo avuto la possibilità, in un periodo di ventitré anni, di aggiornare doverosamente i codici, non hanno ritenuto di farlo e non hanno trovato il tempo e il modo di farlo. quando il gruppo parlamentare comunista nella scorsa legislatura ha voluto ottenere qualcosa (esempio tipico: la legge elettorale regionale) abbiamo visto i suoi parlamentari pronti anche a muovere all' assalto pur di ottenere attraverso la loro presenza, la loro pressione, la loro influenza ciò che ritenevano di dover ottenere. pertanto, quando essi vengono qui a rivolgervi o a rivolgerci le loro stanche geremiadi, ventitré anni dopo, perché i liberticidi codici fascisti » sono ancora in vigore , allora si possono pensare due sole cose: che i « liberticidi codici fascisti » hanno fatto comodo in questi ventitré anni anche al partito comunista , oppure che il partito comunista è estraneo alle esigenze vive della nazione, che nei codici trovano senza dubbio il loro riflesso. lasciamo andare quindi queste argomentazioni, riferiamoci alle leggi che reggono il nostro Stato che, belle o brutte che siano, sono state comunque da tutti quanti noi, nella nostra corresponsabilità, o volute o per lo meno subite, e chiediamoci se questo articolo della proposta di legge in esame sia rispettoso della Costituzione e dell' ordinamento vigente. a questo riguardo nutriamo precise riserve, che sono state espresse, per il nostro gruppo, dall' onorevole Santagati nel corso della discussione generale , e non ho rettifiche da fare a quanto egli ha detto. siccome, però, il problema è diventato di sostanza, ed è di sostanza politica, noi ci preoccupiamo che, attraverso gli emendamenti all' articolo 5, non si smantelli, cosa che, appunto, desidera fare l' estrema sinistra , il sistema di tutela del segreto militare e del segreto politico. e il timore che questo sistema possa essere smantellato nasce in noi non tanto dagli atteggiamenti comunisti, che erano noti e scontati in anticipo e che d' altra parte sono stati espressi con chiarezza e — devo dire — anche con lealtà; tale timore nasce in noi — e dovrebbe nascere in voi della maggioranza e del Governo — proprio a seguito dell' atteggiamento assunto dai socialisti. mi rivolgo ancora una volta alla cortese attenzione del relatore, non perché io abbia in questo momento qualcosa da chiedergli, ma perché spero che talune dichiarazioni, che verranno riportate negli Atti parlamentari , abbiano se non altro il rilievo di un ricordo, di una indicazione, se mi si consente, di un monito indirizzato in questo momento alla maggioranza per quanto potrà accadere. sono spiacente di dover fare dei riferimenti personali; però, signor presidente , io li conterrò, come cerco sempre di fare, nei limiti della massima correttezza. l' assenza dal dibattito, in questo momento, dell' onorevole Scalfari — che di questo dibattito è stato uno dei promotori — mi sembra non debba essere sottolineata da risatine sarcastiche, come si legge sui giornali di questa mattina con riferimento alla seduta di ieri e magari a qualche commento ironico partito proprio da questi banchi; mi sembra che l' assenza dell' onorevole Scalfari in questo momento e il ritiro del suo emendamento abbiano un significato politico. e credo di rendere onore all' onorevole Scalfari cercando di attribuire un significato politico alla sua — penso — meditata assenza. perché? perché l' onorevole Scalfari, come d' altra parte anche il sottoscritto, non fa solo il parlamentare, fa il giornalista. e, facendo il giornalista, egli esercita, relativamente a questo dibattito e a questi problemi, una continuata politica di presenza o addirittura di pressione. io mi permetto di leggerle, onorevole relatore — non perché io pensi che ella non l' abbia letto, ma perché penso che sia utile fare ciò in Aula in modo che risulti dagli Atti parlamentari — quanto il collega... fantasma onorevole Scalfari ha scritto sulle colonne de L'Espresso di questa settimana a questo riguardo. mi avrebbe fatto molto piacere se l' onorevole Scalfari fosse venuto qui a sostenere le stesse tesi e sarei stato pronto a ribatterle e, magari, a condividerle se egli avesse tentato di convincerci. ma il fatto che egli le sostenga sull' Espresso, il giornale motore di tutto questo scandalo, e in fin dei conti di tutta questa inchiesta, e che ritiri l' emendamento da lui stesso presentato a favore di queste tesi, mi fa nascere qualche sospetto; ed allora parlo io per l' onorevole Scalfari, perché quello che dirò venga registrato negli Atti parlamentari e perché si individui la volontà politica di una parte della maggioranza facendo finta che l' onorevole Scalfari non abbia risolto i problemi di coscienza che egli disse di voler risolvere la settimana scorsa, quando il Governo pose la questione di fiducia sulla reiezione di un emendamento, e che risolse votando « sì » e « no » allo stesso tempo. nell' ultimo numero dell' Espresso l' onorevole Scalfari scrive: « ma potrà la commissione parlamentare prender visione degli allegati della relazione Lombardi e del « piano Solo » ? o verrà bloccata dal segreto militare? ecco il punto di fondo che il Parlamento deve risolvere proprio in queste ore. in sostanza, il problema è di sapere chi deve decidere che cosa è segreto e che cosa non lo è. nel disegno di legge presentato dai deputati Zanibelli, Orlandi e La Malfa (cioè in pratica dal Governo) — e cioè in pratica anche dall' onorevole Scalfari fintanto che egli fa parte della maggioranza governativa , questo lo dico io e non lo scrive ovviamente L'Espresso — , il potere di stabilire quali fatti, quali documenti siano coperti dal segreto è riservato esclusivamente al Governo e a questo fine è previsto che il ministro della Difesa intervenga alle sedute della Commissione » . l' onorevole Scalfari non legge bene i documenti di cui egli parla con tanto sussiego. del ministro della Difesa , in verità, nel testo dell' articolo 4, poi soppresso, non si parlava. comunque, questo è un piccolo particolare; si tratta di un collega novellino il quale imparerà a leggere meglio i nostri documenti. egli aggiunge: « si tratta di una assoluta novità; prima d' ora non s' era mai verificato il caso di una Commissione d' inchiesta parlamentare « tallonata » da un rappresentante del Governo specie quando l' oggetto dell' inchiesta coinvolga principalmente le attività del potere esecutivo . né era mai stato recisamente affermato » (ecco l' articolo 5) « che debba essere il presidente del Consiglio a decidere in ultima istanza quali circostanze debbano essere considerate segrete. facciamo un caso concreto: la commissione appena nominata chiederà senza dubbio » (senza dubbio, l' onorevole Scalfari lo sa già. egli fa già parte, attraverso qualcuno, della Commissione d' inchiesta) « che le vengano esibiti gli allegati della Commissione Lombardi nella loro interezza. in questi documenti, in quei verbali di testimonianze c' è già tutto. basta leggerli » . evidentemente l' onorevole Scalfari li ha già letti, li considera già letti, anche nelle parti segrete. « ma il Governo — si domanda l' onorevole Scalfari — obbedirà alle richieste della Commissione o eccepirà il segreto? completamente diversa sarebbe la situazione se la legge che istituisce la commissione stabilisse che l' organo competente a decidere i limiti del segreto fosse la stessa Commissione. solo in questo caso si avrebbe l' assoluta garanzia che la verità sarà accertata » . sono le stesse tesi sostenute anche dai comunisti, con una differenza che torna ad onore di questi ultimi, in quanto almeno i comunisti vengono a sostenere tali principi qui in Parlamento, mentre l' onorevole Scalfari, non avendo per ora risolto i suoi problemi di coscienza (non desiderando, cioè, uscire dalla maggioranza, in considerazione dei vantaggi politici e forse anche giornalistici che ciò comporta) ci fa sapere queste cose attraverso un articolo che reca la sua firma. il grave è che in questo articolo firmato dal collega Scalfari si svelano segreti militari; peggio ancora, si fanno parlare i morti. si dice che voi, colleghi della Democrazia Cristiana (lo dico cordialmente, senza voler offendere alcuno) siate riusciti in talune occasioni a far votare persino i morti; ebbene, i socialisti hanno trovato in questo momento un punto di convergenza con voi, facendo a loro volta parlare i morti... nell' articolo del collega Scalfari, infatti, si citano tra virgolette brani di una presunta deposizione di un alto ufficiale dei carabinieri, e cioè il colonnello Aurigo, deceduto per ragioni naturali (per fortuna non si tratta di un secondo « caso Rocca » e quindi L'Espresso non ha potuto montare un altro scandalo). dapprima ci si è basati su documenti ora distrutti, che non possono comprovare, alcunché contro gli esponenti del partito socialista ; ora ci si basa sulle dichiarazioni rese da un defunto, che conseguentemente non possono essere smentite. continuando di questo passo credo che la serietà e del partito socialista e della coalizione di maggioranza otterrà un' ulteriore convalida... resta il fatto che al colonnello Aurigo si attribuiscono dichiarazioni (di cui non do lettura per non far perdere tempo alla Camera) la cui divulgazione rappresenta senza alcun dubbio una gravissima violazione del segreto militare. a questo colonnello defunto, e quindi non in condizioni di smentire alcunché, si fanno addirittura rilasciare, e sempre tra virgolette, dichiarazioni relative ad un ordine da lui ricevuto di « fare fuori » , letteralmente, il prefetto della sua provincia! non mi pare che si scherzi... ancor prima che il Parlamento abbia deliberato di affidare il mandato alla Commissione di inchiesta, ancor prima che la commissione stessa possa insediarsi e mettersi al lavoro, noi assistiamo dunque, da parte di un settore ben individuato del socialismo nostrano e da parte di un componente della maggioranza governativa , a un duplice tentativo. il primo è quello di spalleggiare tale azione dal di fuori, dall' esterno, attraverso la stampa, mentre poi si è contumaci qui in Parlamento (e la manovra comunista, dal punto di vista comunista, cioè eversivo e sovversivo, è perfettamente logica); il secondo tentativo è quello di costringere la Commissione a dare fondo a qualsiasi segreto, a disattendere qualsiasi determinazione in senso contrario all' Esecutivo, cominciando a pubblicare tra virgolette testimonianze, rivelazioni e documenti che, senza alcun dubbio, attengono al segreto militare. e allora, per la seconda volta, devo dire che ci troviamo di fronte a uno sporco scandalo, onorevole relatore e onorevoli colleghi della maggioranza. ci troviamo, cioè, di fronte al tentativo socialista, perfettamente individuato nelle persone, negli organi di stampa e, potrei dire, anche negli strumenti per lo meno di antico finanziamento, di servirsi di questa Commissione di inchiesta per mettere sotto inchiesta le forze armate e per sfuggire a precise responsabilità politiche . ecco perché, onorevoli colleghi della maggioranza e, in particolare, della Democrazia Cristiana , noi — con tutte le riserve che abbiamo fatto e che ci sembrano, modestamente, valide — voteremo contro gli emendamenti all' articolo 5 e invitiamo, se è necessario, maggioranza e Governo a non deflettere dalla linea di condotta che almeno in questa occasione hanno ritenuto di assumere e a non soggiacere una volta di più ai ricatti comunisti e alle sottili manovre socialiste.