Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 9 - seduta del 11-07-1968
Sul caso Sacharov
1968 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 138
  • Comunicazioni del governo

dopo la replica del presidente del Consiglio , il gruppo repubblicano conferma una decisione che era già implicita nelle dichiarazioni fatte dal collega Biasini nel suo intervento durante la discussione generale : il nostro gruppo, cioè, si asterrà dal voto di fiducia al Governo Leone. il collega Biasini ha già motivato le ragioni di questa nostra decisione quando ha fatto un apprezzamento positivo delle dichiarazioni del presidente del Consiglio per quel che concerne la continuazione della linea dei governi di centrosinistra, come fatto di ordine politico generale, e altresì per quanto concerne alcune indicazioni programmatiche concrete che si collocano nell' ambito dello svolgimento di quella linea. del resto, onorevoli colleghi , questo apprezzamento positivo ha avuto un ulteriore sviluppo attraverso le dichiarazioni dell' onorevole De Martino , che ha preso atto nel suo discorso dell' esattezza di questa interpretazione che noi avevamo dato della posizione del Governo. oserei dire, anzi, che le dichiarazioni del collega De Martino sono state importanti perché hanno confermato un punto di vista che noi avevamo espresso all' indomani del risultato delle elezioni. com' è noto, onorevoli colleghi , noi ci eravamo allora espressi nel senso della necessità di continuare la politica di centrosinistra attraverso una maggioranza precostituita e un Governo a partecipazione organica dei tre partiti della coalizione. l' onorevole De Martino , nel suo discorso, ha riconosciuto che nella presente situazione non esistono alternative valide alla politica di centrosinistra. egli ha detto di sperare che dall' azione di questo Governo e dalle chiarificazioni interne che avverranno in seno alla Democrazia Cristiana e al partito socialista unificato possa derivare la possibilità di ricostituire la maggioranza dichiarata come la sola possibilità esistente attualmente nel Parlamento nazionale. da questo punto di vista , noi ci dichiariamo sodisfatti dell' andamento della discussione e delle dichiarazioni dell' onorevole De Martino ; e ascolteremo con interesse le dichiarazioni dell' onorevole Sullo, che seguiranno le nostre. naturalmente, tutti e tre i partiti della maggioranza di centrosinistra hanno espresso l' esigenza che la coalizione si ricostituisca con una maggiore puntualizzazione dei problemi programmatici e con una maggior capacità realizzatrice ed esplicatrice di volontà politica. l' accenno del collega onorevole Galloni all' esperienza del superamento di una fase « contrattualistica » per quanto riguarda il programma, con passaggio ad un impegno non solo in sede di trattative tra i partiti, ma anche di azione dei gruppi parlamentari della maggioranza, mi sembra assolutamente pertinente in proposito. però mi corre l' obbligo di precisare quali sono in un certo senso gli impegni che in base all' esperienza la maggioranza può prendere, discendendo questi impegni dalla sua specifica responsabilità, e quali, sempre in base all' esperienza, sono gli impegni su cui bisogna soffermarsi con qualche attenzione. è certo, onorevoli colleghi , che se si va, come noi repubblicani speriamo, verso la ricostituzione più rapida possibile di una maggioranza organica di centrosinistra, una decisa volontà politica e una capacità realizzatrice si devono manifestare per quel che riguarda il corretto e severo funzionamento di tutte le istituzioni pubbliche, centrali e periferiche. dobbiamo dire che un campo vasto e difficile come questo appartiene all' esclusiva responsabilità di una maggioranza parlamentare , così come ad essa appartiene il sentire alcune esigenze della società civile del nostro paese, dalla scuola ai problemi della giustizia e ad alcune riforme che, per l' appunto, attengono alla maniera di essere della società civile in questi tempi di accelerata trasformazione. vorremmo tuttavia svolgere qualche considerazione circa gli impegni di una possibile maggioranza su quello che è il nodo vero dello sviluppo democratico nel nostro paese: la politica di sviluppo economico. ebbene, onorevoli colleghi , devo ripetere qui quel che per cinque anni i repubblicani hanno detto in base all' esperienza vissuta nel primo Governo di centrosinistra. in materia di sviluppo economico e soprattutto di sviluppo economico programmato, che è un grandissimo impegno, la politica di centrosinistra incontra molte difficoltà da un lato a causa dell' atteggiamento delle forze moderate: si tratta di vincere la resistenza di interessi costituiti, battaglia che non è certamente facile. ma l' esperienza del primo Governo di centrosinistra dice già che le resistenze ad una politica di sviluppo economico programmato vengono non solo dalle forze moderate, bensì anche dalla composizione delle nostre forze sociali , dall' azione dei sindacati e delle forze politiche di estrema sinistra . vorrei quindi che ci togliessimo l' illusione di poter prendere troppo facilmente degli impegni in questo campo. come ripeto, siamo condizionati e dalla consistenza degli interessi costituiti e dal fatto che interessi politici, e qualche volta interessi sindacali, non intendono affatto legarsi alle visioni globali, alle valutazioni di priorità che costituiscono l' elemento fondamentale delle scelte di una politica di programmazione economica. è stato questo l' oggetto di una nostra polemica continua nel corso della precedente legislatura, nell' ambito della maggioranza e nei confronti dell' opposizione di estrema sinistra . noi sappiamo già dalla Nota aggiuntiva , che io ebbi l' onore di presentare nel 1962 al Parlamento, quali siano i problemi di fondo della nostra società: problemi legati agli squilibri territoriali e settoriali, alla disoccupazione, alla arretratezza, alla insufficienza di servizi collettivi. ora, credere che il rivendicazionismo settoriale sia compatibile con la soluzione di questi problemi di fondo — lo abbiamo detto mille volte — è una illusione che non può nutrire la maggioranza e che non dovrebbe nutrire neppure l' opposizione di estrema sinistra . ma abbiamo fatto qualche passo, onorevoli colleghi , nell' acquisire una visione globale, coerente dei problemi posti da una politica di programmazione economica? su questo terreno il nostro dibattito, onorevoli colleghi dell' estrema sinistra , è stato continuo, ma con quale risultato? io qui vorrei rifarmi, da una parte all' intervento del collega Galloni, e dall' altra all' intervento del collega Ingrao. l' onorevole Galloni ha posto il problema dei rapporti fra maggioranza e minoranza di estrema sinistra , ha posto il problema di un rapporto democratico, di contrapposizione tra due alternative globali; se interpreto bene il pensiero del collega Galloni, egli ha detto in sostanza all' estrema sinistra : voi non potete contrapporre alle soluzioni che il centrosinistra propone circa i problemi di fondo della società italiana la raccolta di proteste di ogni genere, senza inquadrare queste proteste in una alternativa di carattere globale. ebbene, il problema è posto nei suoi esatti termini, ma io debbo appunto fare osservare all' onorevole Galloni che la nostra esperienza al riguardo è stata deludente. sì, l' onorevole Ingrao ieri ha detto che è disposto a trattare i costi e gli aspetti delle riforme alternative, ma quando ho letto e scorso attentamente il suo discorso, quando ho guardato a tutti i problemi che l' onorevole Ingrao ha sollevato, non ho trovato nel suo discorso (devo dirlo, in verità) alcuna scelta circa le priorità. tutti i problemi che è possibile sollevare nella società italiana , quale che sia la categoria interessata, sono stati dall' onorevole Ingrao sollevati. egli parla a nome della classe dei lavoratori. non creda affatto, però, che l' interesse dei lavoratori sia estraneo alla nostra coscienza. ma operiamo nel reale interesse dei lavoratori quando consideriamo ogni ordine di problemi che li riguardano senza, tuttavia, essere capaci di stabilire una graduatoria di priorità, secondo le possibilità che una visione globale dei problemi stessi suggerisca? ecco il problema che va posto. l' onorevole Ingrao ha dato una valutazione negativa su ogni aspetto dei problemi esaminati. ha sollevato il problema dei disoccupati come quello degli occupati, i problemi dell' agricoltura come quelli dell' industria, i problemi della Sicilia, di Genova o di Trieste, come i problemi dei pensionati e i problemi dello ammodernamento delle ferrovie. ma se questi problemi, ripeto, sono posti cumulativamente, se si afferma, come fa l' onorevole Ingrao, che non si tratta di inquadrarli in un documento politico (e documento politico significa una prospettiva politica), bensì soltanto di seguire e guidare la lotta delle masse, senza porre le scelte prioritarie che dovrebbero condizionare questa lotta, quale progresso abbiamo fatto in questo campo e che possibilità abbiamo (lo si lasci dire a noi che questo colloquio abbiamo iniziato) di portare avanti tale dialogo? la verità è che l' onorevole Ingrao, forte del successo elettorale, non solo ha fatto una elencazione indiscriminata di ogni genere di problemi, ma ha sottolineato con estrema durezza la rigidità della posizione politica del partito comunista . e non dica che vi è, per esempio, il problema del costo eccessivo delle nostre strutture burocratiche. è vero, onorevole Ingrao; ma, sull' aumento del costo delle nostre strutture, forse la politica dell' estrema sinistra non ha influito? nessuno più di me sa come vi sia un costo — e l' ho denunciato sempre — delle strutture burocratiche di vertice. ma c' è un costo delle strutture burocratiche anche alla base, che l' atteggiamento dell' estrema sinistra ha concorso ad alimentare: quindi non si può affrontare questo aspetto del problema senza riconoscere le proprie responsabilità sulla degenerazione burocratica di tutte le nostre strutture pubbliche. onorevole Ingrao, basterebbe citare l' esempio dell' Enel. quante speranze noi abbiamo nutrito circa la funzione di rottura dell' Enel e quanto impegno abbiamo posto al riguardo! io sono stato — mi lascino dire i colleghi — uno dei protagonisti, nel Governo, della riforma diretta alla nazionalizzazione della industria elettrica, perché ritenevo che tale nazionalizzazione doveva servire ad un solo scopo, quello di dare la possibilità di fruire dell' energia elettrica a prezzi che non erano consentiti dall' esercizio privato, e soprattutto di diffonderne l' utilizzazione anche in zone che ne erano state prive. ma che cosa abbiamo fatto perché l' Enel rispondesse a questa esigenza? ce ne siamo dimenticati tutti, onorevoli colleghi ! il problema della funzione di promozione dello sviluppo da parte dell' Enel non si pone più. non è esatto. ella sa, onorevole Libertini, che non è colpa nostra. ella sa che il rivendicazionismo di carattere settoriale ha influito sulla degenerazione della funzione pubblica che l' Enel doveva svolgere. vorrei ricordare altri episodi all' onorevole Ingrao. l' onorevole Ingrao ha ragione quando lamenta che le partecipazioni statali hanno assicurato il risanamento finanziario alla Motta mentre hanno trascurato un' azienda che può assicurare lo sviluppo elettronico nel nostro paese. ma questo discorso, che ci interessa molto, sarebbe valido se l' onorevole Ingrao ponesse il problema del dissesto della Motta nei suoi esatti termini. ma egli sa che, quando la Motta è in difficoltà, il sindacato, la Confederazione generale italiana del lavoro ed il partito comunista sono i primi a chiedere che la Motta si salvi. non posso dimenticare che quando il Governo ha tentato di ridimensionare l' industria automobilistica — che è uno dei punti su cui la discussione è stata più accesa — il primo sciopero è stato quello per assicurare il volume di produzione necessario alla piena occupazione alla FIAT. oggi, per esempio, sento che c' è uno sciopero generale per l' occupazione e che c' è stato uno sciopero a Palermo. nessuno più di me avverte la gravità di questi problemi, nessuno — lasciatemelo dire — più di me soffre per l' esistenza della piaga della disoccupazione. concederete che sono nato nel Mezzogiorno, quindi conosco la tragedia della disoccupazione. ma si faccia lo sciopero, si chieda al Governo: siamo tutti consapevoli, onorevoli colleghi , che noi non diminuiremo la disoccupazione, perché, se c' è o se c' è stata una insufficienza della maggioranza, l' estrema sinistra non ha fatto mai nulla per combattere seriamente la disoccupazione, perché per affrontare questo problema bisogna stabilire delle priorità... onorevoli colleghi , questo problema della disoccupazione lo trattiamo da quattro anni, e così il problema delle aree depresse, quello della scuola, quello delle giovani generazioni. il problema del diritto allo studio è un problema che tutti sentiamo, ma, onorevoli colleghi , non abbiamo mai fatto nulla per risolverlo! anche voi non avete fatto nulla! i colleghi delle passate legislature sanno che questa polemica è stata continua tra noi e voi: non è una invenzione di oggi. il fatto è che volete scaricarvi di qualche responsabilità... noi, comunque, abbiamo sempre avuto coscienza di questi problemi, nell' ambito della maggioranza e nei confronti dell' opposizione di estrema sinistra . la nostra posizione deve togliere ogni illusione. quando, onorevole presidente del Consiglio e onorevoli membri della maggioranza, sento parlar così facilmente di piena occupazione e di giovani generazioni, devo dire che la situazione reale delle forze politiche e sindacali nel nostro paese è tale che bisogna avere la consapevolezza dei limiti che si pongono obiettivamente — e me ne dolgo — alla soluzione di questi problemi, di cui siamo responsabili tutti. non si scarichi sulla maggioranza, ripeto, una responsabilità che nasce dall' incapacità di tutti, per scopi politici, di affrontare i problemi di fondo che angustiano la vita del nostro paese! non è qualunquismo, onorevoli colleghi . il qualunquismo può essere protestatario. io non sto facendo delle proteste: sto indicando una linea di visione globale dei problemi che dovrebbe impegnarci. ma questo impegno è stato disatteso dall' onorevole Ingrao, che ha marciato con estrema sicurezza. ne ho già fatti. che voi diciate che la degenerazione della burocrazia è colpa esclusiva della maggioranza di cui voi non avete alcuna responsabilità, mi pare veramente assurdo. andate a domandare agli operai dell' industria privata se si rendono conto della degenerazione burocratica e se voi potete considerarvi esenti da ogni responsabilità al riguardo. la marcia a sinistra, lo schieramento di sinistra è stato raggiunto attraverso la lotta delle masse. ma anche qui a me corre l' obbligo di citare l' esempio francese, onorevoli colleghi dell' estrema sinistra . vogliamo proprio ignorare che la marcia a sinistra in Francia si è dimostrata assai labile? in più di una occasione avete sostenuto De Gaulle ; lo avete sostenuto voi e non io. onorevoli colleghi , di fronte alla fragilità estrema di questa costruzione unitaria della sinistra francese e considerato che le due società in qualche modo si somigliano per i loro squilibri, non potete negare che l' esperienza di centrosinistra, tutta l' esperienza democratica italiana si è dimostrata più prudente e più capace di tutelare i valori della democrazia. come fate a negare ciò? di fronte alla imprevedibile volatilizzazione di contenuti del movimento unitario della sinistra francese (e adesso in Francia si rimproverano a vicenda sul tema di chi abbia reso vuota di contenuti la politica di sinistra), di fronte a questa volatilizzazione, onorevole Ingrao, come potete dire che la democrazia italiana non ha proceduto con maggiore senso di responsabilità ? noi avremmo potuto fare la fine che ha fatto la Francia. dalla Francia ci viene dunque la conferma che proprio la politica di centrosinistra (del resto a questo si riferiva anche l' onorevole De Martino ) che abbiamo seguito, con tutti i suoi inconvenienti, ha tutelato certe ragioni fondamentali di sviluppo della vita democratica . noi abbiamo evitato la radicalizzazione e la distruzione delle forze di sinistra, cosa che è avvenuta in Francia, ove troppo tardi si strappano i capelli e recitano il mea culpa . noi non siamo ancora arrivati a questo punto. abbiamo avuto e abbiamo dei gravi problemi, ma non siamo arrivati al punto a cui è arrivata la Francia. non siamo la Grecia né la Spagna e non siamo nemmeno la Francia del generale De Gaulle . e questo è un titolo di onore per la democrazia italiana. viva gli operai francesi, ma nella stampa di sinistra francese si discute se le rivendicazioni non saranno pagate da un processo inflazionistico, ciò che significa la condanna dell' azione seguita dal partito comunista . non bisogna barattare con soluzioni immediate una visione di fondo dei problemi di una grande società: società simili, quella francese e quella italiana, anche se squilibrate. state attenti che errori gravi non ci portino alle stesse condizioni della Francia, cioè alla volatilizzazione della politica della sinistra. se questi errori, ripeto, non si manifestano nella vita italiana, forse ciò può essere dovuto alla vostra prudenza sostanziale, se c' è, ma anche al senso di responsabilità dei democratici italiani. prima di finire, onorevoli colleghi , vorrei accennare ad un grande problema di politica internazionale . un collega vi ha accennato preliminarmente. noi da anni abbiamo sostenuto, in questa sede, come l' approvazione del trattato di non proliferazione fosse uno degli elementi per la soluzione del problema della pace e della coesistenza pacifica . e stato ed è onore dei repubblicani l' avere intuito che la soluzione del problema del Vietnam passava attraverso questo accordo. voi dell' estrema sinistra l' avete sempre negato. pure attraverso il trattato passa la possibilità di procedere sulla via del disarmo: e anche questo voi avete negato. ebbene, dà forse ragione alle tesi della destra o a quelle dell' estrema sinistra la situazione internazionale attuale? l' onorevole Donat-Cattin sostiene ancora la necessità di tardare nell' approvazione del trattato, ma la situazione attuale dà ragione alla tesi che i repubblicani hanno tenacemente sostenuto. il trattato è il centro della distensione e della coesistenza pacifica , e noi abbiamo sempre affermato che il contributo dell' Italia alla pace non si deve cercare in un campo in cui l' Italia non può far nulla, ma nel campo in cui essa può avere un' influenza diretta. un' influenza diretta l' Italia democratica può esercitare sul trattato: ecco il significato della nostra lotta di questi due anni, durante i quali voi dell' estrema sinistra siete stati tiepidi. siete stati tiepidi perché vi interessava, sì, il problema del Vietnam, ma non la via, anche indiretta, attraverso la quale si poteva procedere in direzione della pace e della distensione. onorevole Libertini, è inutile rinfacciarci la politica di Johnson: abbiamo visto molto più chiaro noi che la vostra impostazione faziosa in tutti i problemi di politica internazionale . questa è la nostra posizione, che svilupperemo in futuro.