Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 74 - seduta del 24-01-1969
Bilancio di previsione 1969 e rendiconto esercizio finanziario 1967, Variazioni del bilancio 1968
1969 - Governo I Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 74
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , questo mio intervento trae origine dalla volontà politica, che mi permisi di manifestare in altra sede, e che fu benevolmente presa in considerazione, di porre al signor ministro degli Esteri alcune domande, in modo che io possa ottenere risposta, come mi è stato assicurato dal signor ministro per i Rapporti con il Parlamento in sede di conferenza dei presidenti di gruppo , circa lo stato attuale delle trattative con l' Austria per l' Alto Adige . e prendo le mosse dall' intervista che ella, signor ministro degli Esteri , ha concesso pochi giorni fa alla La Stampa , ed esattamente a Vittorio Gorresio, intervista nella quale è testualmente detto, attribuendo a lei una frase che mi auguro non abbia detto (perché il giornalista la riferiva, ma non era in corsivo nel testo), esattamente questo: « le trattative sono ormai giunte al termine: basta mettere lo spolverino » . ora, signor ministro, in primo luogo debbo augurarmi che ella non abbia pronunziato una frase simile e che tale frase non corrisponda comunque al suo responsabile pensiero, e, a prescindere da tale frase, io debbo augurarmi che lo stato delle trattative non sia giunto al punto di conclusione, per lo meno nei sensi e nei modi che è lecito presumere e da quella intervista e da tutto il contesto delle posizioni di questo Governo nei confronti della questione altoatesina. mi permetto di porre delle domande precise, con lo augurio che l' onorevole ministro oggi voglia darci qualche rassicurante risposta. prima domanda: noi chiediamo al signor ministro degli Esteri se sia vero che il cosiddetto « pacchetto » viene ormai considerato dalle due parti, per essere più esatti, dalle tre parti in causa, o, per essere ancor più esatti, dalle quattro parti in causa, ormai acquisito. le quattro parti in causa sono: il governo italiano , il governo austriaco , il Governo del nord-Tirol, rappresentato dal governatore signor Wallnoefer, e il governo della Sudtiroler Volkspartei , residente temporaneamente all' interno dello Stato italiano. risulta (l' hanno stampato pressoché tutti i giornali; cito al riguardo il più autorevole fra i quotidiani d' informazione, Il Corriere della Sera , con il recente articolo di Egisto Corradi), che il « pacchetto » , nelle sue ormai (credo) 120 clausole, sia considerato acquisito da queste quattro parti in causa. noi vorremmo sapere dalla sua cortesia, signor ministro, se ciò corrisponda a realtà. io vorrei sapere dalla sua personale cortesia (e non consideri, la prego, irriguardosa questa mia domanda che non vuole assolutamente esserlo) se ella abbia avuto modo, in questo breve giro di giorni (neppure di settimane), di prendere compiuta visione del contenuto del « pacchetto » : documento che risale, come ella sa, al 1964 nella sua prima edizione, al 1966 in una edizione allargata, al 1967 in una edizione ancora allargata e, se sono bene informato, all' estate del 1968 in una edizione compiuta. io sono certo che ella, signor ministro, sa che il contenuto del pacchetto equivale, nella forma e nella sostanza, a tutta intiera la Commissione dei 19. vale a dire che il pacchetto contiene tutto ciò che la unanimità della Commissione dei 19 ritenne di accogliere, tutto ciò che la maggioranza della Commissione dei 19 (e non ci importa in qual modo di volta in volta sia stata conseguita tale maggioranza) ritenne di sancire, ma anche tutto ciò che la minoranza di lingua tedesca , cioè i sette commissari della Sudtiroler Volkspartei nella Commissione dei 19 ritennero di richiedere mentre gli altri 12 commissari (o 11 tra 12, eccettuato il solito onorevole Berloffa) non ritennero di accettare. io feci un tentativo nella scorsa legislatura perché il pacchetto fosse offerto all' attenzione del Parlamento italiano e feci il massimo sforzo che un parlamentare di opposizione possa compiere in tal senso: mi procurai — non era eccessivamente difficile — una copia integrale e credo autentica del pacchetto, la consegnai molto rispettosamente (ritenendo di compiere un mio dovere di italiano prima ancora che di parlamentare) all' allora presidente della Camera e non ottenni alcun risultato né da parte di lui, né dall' allora presidente del Consiglio se non quello di sentirmi rispondere — forse ella avrà la bontà di ricordarlo: fu un episodio furioso di vita parlamentare — dall' onorevole Moro che si trattava di un documento apocrifo, che egli per altro non aveva letto e che, non avendolo letto e considerandolo apocrifo, non intendeva in alcun modo giustificare. da allora, nonostante i miei modesti tentativi e i miei modesti sforzi di deputato di opposizione, non sono riuscito, né nello scorcio della precedente legislatura, né all' inizio di questa, a fare in modo che il Governo uscisse dall' ermetico silenzio (non ne faccio addebito a lei, onorevole Nenni, perché è la prima volta che ho l' onore di chiederle dei chiarimenti, ma ne faccio addebito al precedente Governo) e non sono mai riuscito ad ottenere il ben che minimo chiarimento. e allora, senza alcuna mancanza formale, in tutta sincerità e col massimo rispetto, signor ministro, le chiedo se ella abbia avuto modo in questi pochi giorni di conoscere compiutamente un testo articolato in 120 punti, o pressappoco, che i precedenti governi, a cominciare dai governi che si sono succeduti fin dall' estate del 1963 dinanzi a questo Parlamento, non si sono mai curati di conoscere. questo è un dato di fatto : mai il Consiglio dei ministri del nostro paese è stato riunito per prendere visione del pacchetto o per ascoltare una relazione del ministro degli Esteri del tempo e dei vari ministri degli Esteri sul contenuto del pacchetto. questo problema è stato sempre — e attendo smentite che non credo possano venire e d' altra parte non riguardano la sua attuale responsabilità — tenuto gelosamente celato non soltanto al Parlamento italiano ma al governo italiano come istituto. soltanto i vari presidenti del Consiglio e i vari ministri degli Esteri , in compagnia dei loro esperti (che mi auguro siano esperti sul serio) e magari con la consulenza del solito onorevole Berloffa (che ora rientra in scena: da qui ad un momento accennerò anche a questa questione), soltanto essi si sono occupati di questo problema. ciò è grave in sé, ma è ancora più grave per il fatto che, come mi sono permesso di dire poco fa, ed ecco un' altra domanda che mi permetto di porre, gli interlocutori non sono due ma sono quattro. allora vorrei chiederle, signor ministro: è vero che il governo italiano e personalmente lei, come ministro degli Esteri , attende, per potere procedere alla firma degli strumenti necessari con il governo austriaco , il beneplacito del partito della Sudtiroler Volkspartei , che deve a tal uopo riunire fra non molto un suo congresso, credo straordinario? è vero, cioè, che una decisione di fondo del governo italiano su un problema che riguarda ed intacca (o può intaccare) la sovranità dello Stato italiano, è condizionata preventivamente al placet di un partito politico ? badi, ho detto di un partito politico . non voglio qualificare quel partito né dal punto di vista qualitativo, né quantitativo perché se al placet della Sudtiroler Volkspartei dovesse sostituirsi, per assurdo, il placet del Movimento Sociale Italiano penso che il fatto sarebbe ugualmente grave, cioè dimostrerebbe da parte del Governo d' Italia, come istituto, una cupidigia di servilismo che almeno venti e più anni fa fu bollata qui dentro nei confronti dei vincitori, di cui però poteva valere la pena. poteva cinicamente e forse opportunisticamente dirsi allora « il gioco vale la candela » , poteva dirsi per lo meno « siamo in uno stato di costrizione » . mi permetto di chiedere a lei, signor ministro, quale sia lo stato di costrizione che in questo momento potrebbe obbligare il governo italiano a dimostrare cupidigia di servilismo anche formalmente (ma la forma in questo caso è sostanza) dinanzi ad un partito come quello della Sudtiroler Volkspartei o dinanzi a qualsivoglia altro partito politico italiano. vorrei chiederle in particolare, signor ministro, se, esaminando o avendo esaminato le clausole contenute nel « pacchetto » , ella ha avuto modo di farsi informare dai suoi compagni di partito circa la più ripugnante, forse, tra tali clausole (se siamo bene informati, ed attendo volentieri una smentita), e cioè circa l' accettazione, che sarebbe stata introdotta nell' ultima redazione del « pacchetto » , del principio della proporzionale etnica nella distribuzione degli impieghi in provincia di Bolzano. ricordo che a questo riguardo si determinò in quest' Aula, fatto eccezionale, una convergenza fra le posizioni da me modestamente sostenute e le posizioni sostenute dal partito socialista per bocca di un esponente della sinistra del partito socialista , molto competente in materia perché eletto in quella circoscrizione, l' onorevole Ballardini. il quale precisò di non parlare a titolo personale: egli ebbe a dichiarare in quest' Aula che il gruppo socialista si sarebbe sempre opposto alla introduzione, nella provincia di Bolzano, del principio della proporzionale etnica, qualificando tale principio come un principio razzista. i consiglieri comunali del suo partito al comune di Bolzano, onorevole ministro, hanno definito razzista l' eventuale introduzione della proporzionale etnica nell' Alto Adige . dopodiché, pur di non lasciare il Governo del comune, insieme con i democristiani ed insieme con gli amici dell' onorevole Berloffa, hanno ceduto. queste sono cose che accadono, onorevole Nenni. ora non ne parlano più e noi temiamo che avendo essi ceduto per l' introduzione, per quanto riguarda l' amministrazione del comune di Bolzano, del principio della proporzionale etnica, si sia arrivati, come dicono molte informazioni di stampa, all' accettazione del principio della proporzionale etnica nelle clausole del « pacchetto » . ella sa certamente, signor ministro, di che cosa sto parlando; si pretende, da parte della Sudtiroler Volkspartei , che in provincia di Bolzano gli impieghi vengano distribuiti, a seguito di una norma di legge regionale , o addirittura a seguito di una modifica dello statuto regionale (e quindi di una norma costituzionale), non ai sensi delle libertà sancite negli articoli fondamentali della nostra Carta Costituzionale , che stabilisce non potervi essere alcuna differenziazione di razza, di religione o di sesso nella vita civile del nostro paese, bensì in base alla razza. questo è quanto chiede la Sudtiroler Volkspartei , partito dichiaratamente razzista, perché questa è la funzione da esso svolta in Alto Adige o, come loro lo chiamano, sud-Tirol. quindi gli impieghi dovrebbero essere distribuiti a seconda di una proporzionale etnica, e non in base ai requisiti che ogni cittadino deve dimostrare di possedere per accedere ai pubblici impieghi. le chiediamo in particolare chiarimenti, se possibile, su questo punto. le chiediamo anche se sia vero che soltanto dopo l' eventuale firma da parte dell' Italia dell' accordo con l' Austria e addirittura soltanto dopo la ratifica da parte del Parlamento italiano di questo accordo, l' Austria si sarebbe impegnata — cito testualmente dal Il Corriere della Sera — di « fare una solenne messa al bando del terrorismo » . ci siamo trovati d' accordo nella seconda legislatura — non con tutte le parti politiche qui rappresentate, ma con quasi tutte — parlando di questo argomento, soltanto su un punto; e cioè che qualsiasi prosecuzione di trattative con l' Austria e la Sudtiroler Volkspartei per l' Alto Adige dovesse essere preceduta da una manifestazione concreta di volontà austriaca di messa al bando del terrorismo. ora apprendiamo da informazioni che ci auguriamo siano prontamente da ella smentite, che l' Austria si sarebbe impegnata a dare luogo ad una solenne dichiarazione di messa al bando del terrorismo soltanto dopo la firma da parte italiana dell' accordo e addirittura dopo la ratifica da parte del Parlamento italiano dell' accordo stesso. onorevole ministro, non ci si risponda che tale dichiarazione di messa al bando del terrorismo potrebbe in fin dei conti apparire superflua o platonica o semplicemente di carattere morale o propagandistico. no, perché debbo pensare (anche su questo mi permetto di chiedere qualche chiarimento) che l' Italia abbia chiesto all' Austria quanto meno che tale dichiarazione sia accompagnata da quelle misure concrete che, invano, fino ad ora, non il Parlamento ma tanta parte dell' opinione pubblica italiana, ha reclamato, cioè da misure, concernenti, ad esempio, l' adesione austriaca a richieste di estradizione che vengano avanzate da parte italiana nei confronti di criminali comuni cittadini italiani, i quali in questo momento fruiscono di asilo politico in Austria. ella sa che questo in fin dei conti è il problema. l' Austria concede ancora l' asilo politico mentre ella, onorevole ministro, dichiara o qualcuno la fa dichiarare che basterebbe mettere uno spolverino perché gli accordi venissero approvati dal nostro Governo; ella sa, dicevo, che taluni cittadini italiani rei confessi, che la magistratura italiana e in qualche caso anche quella austriaca hanno dichiarato colpevoli di orrendi reati comuni, fruiscono in Austria del diritto di asilo politico . in altre parole, l' Austria considera che essi abbiano agito per fini politici e debbano essere considerati alla stregua di patrioti, come se il loro fosse un irredentismo nobile nei fini, anche se non nei mezzi e negli strumenti, degni nella migliore delle ipotesi di qualche, d' altra parte molto mite, condanna ad opera dei tribunali austriaci. noi chiediamo, a prescindere dalla questione della successione dei tempi che pure ha la sua importanza, se il governo italiano sia nella condizione di poter annunziare di avere ottenuto chiare e concrete garanzie da parte austriaca a proposito della prevenzione e della repressione del terrorismo. vorrei anche permettermi di chiederle, signor ministro, se sia vero che l' Austria concederebbe la famosa « quietanza liberatoria » (si tratta di un brutto termine che, per altro, onorevole Nenni, non abbiamo inventato né io né lei) all' Italia soltanto dopo l' avvenuta esecuzione anche in sede amministrativa, ciò che potrebbe richiedere non pochi anni, di tutte le clausole del « pacchetto » da parte del governo italiano . un' altra domanda intendiamo rivolgerle, signor ministro degli Esteri , a proposito dei deliberati dell' Onu sulla questione altoatesina. a proposito del Medio Oriente , onorevole ministro, ella si è richiamato alle deliberazioni dell' Onu affermando che la politica estera italiana è ispirata a rispetto e fiducia nei confronti di tale organizzazione internazionale . se in questi pochi giorni di permanenza al ministero degli Esteri ella ha avuto occasione di rileggere i deliberati dell' Onu del 1960 e del 1961 (documenti dei quali possiamo parlare oggi molto spassionatamente perché a suo tempo fummo contrari a che l' Italia accettasse di discutere in sede internazionale un problema che il nostro Governo ha sempre ufficialmente dichiarato essere di pertinenza interna del nostro Stato) avrà potuto constatare che uno dei punti di quelle deliberazioni contiene una clausola che l' Italia ha fatto molto male a lasciar cadere e farebbe ancor peggio se la lasciasse cadere proprio attraverso l' operato di un ministro che si è richiamato all' Onu per quanto riguarda la soluzione di altri problemi internazionali, come quello del Medio Oriente . la deliberazione adottata dall' Onu nel 1960 reca fra l' altro, al punto terzo, se ben ricordo, un impegno per i governi italiano e austriaco a non compiere alcun gesto tale da turbare i loro buoni rapporti. ora, signor ministro, non crede che dare asilo politico a criminali comuni responsabili degli attentati terroristici di Cima Vallona e di Malga Sasso costituisca un comportamento atto a turbare i buoni rapporti tra i due paesi? se così non fosse, che cosa mai potrebbe turbare tali rapporti? talune trasmissioni della televisione austriaca, che certamente le saranno state segnalate, anche recenti, come quella del 14 dicembre, insolenti nei confronti dell' Italia, esaltatrici, apologizzatrici dei criminali comuni che hanno assassinato i nostri finanzieri o i nostri carabinieri, non sono manifestazioni atte a turbare i rapporti fra i due popoli? e perché l' Italia non si è appellata a quel deliberato, quanto meno per attirare l' attenzione della opinione pubblica internazionale, per riportare essa il problema in sede Onu per tentare di ottenere quelle garanzie che ci sembra non vengano nemmeno richieste? infine, signor ministro, io mi devo permettere di chiederle se corrisponda a verità (credo proprio di sì; la domanda può sembrarle pleonastica, ma a titolo di garbo, di cortesia, pongo il problema in forma di domanda) la notizia che il signor presidente del Consiglio abbia deciso di assumere come consigliere personale per l' Alto Adige l' onorevole Berloffa. io ho avuto modo tante volte, forse troppe volte, forse anche con espressioni troppo forti (se è così me ne dispiace) di polemizzare con l' onorevole Berloffa quando egli era qui. per lui e per la sua famiglia mi duole che egli non sia più qui. come collega gli auguro di tornare in Parlamento in una prossima legislatura, ma non a nome della provincia di Bolzano, perché la provincia di Bolzano si è espressa in guisa tale da preferirgli altri colleghi. la provincia di Bolzano non ha decapitato il partito della Democrazia Cristiana ; gli elettori di lingua italiana della provincia di Bolzano, che hanno ritenuto, contro il mio avviso evidentemente, di conferire fiducia al partito della Democrazia Cristiana , non hanno ritenuto di potersi far rappresentare dall' onorevole Berloffa. perché? perché la stampa austriaca da qualche anno definisce l' onorevole Berloffa non Kartoffel, come lo definivo io, ma lo definisce in maniera peggiore: il postino di Vienna. questa è la definizione non ufficiale, non ufficiosa, ma la definizione che la stampa austriaca ha dato dell' onorevole Berloffa il quale per aver assolto a questa sua funzione di postino è stato licenziato dai suoi elettori. è una strana democrazia quella in cui il presidente del Consiglio , garante a livello di Governo della volontà del popolo italiano , si vendica contro gli elettori di lingua italiana della provincia di Bolzano imponendo come consigliere governativo per l' Alto Adige (quindi, anche per l' attuazione eventuale degli accordi) proprio un uomo che per i suoi atteggiamenti sia in seno alla Commissione dei 19 sia qui alla Camera gli elettori italiani hanno ritenuto di non rimandare più in Parlamento. vorrei chiedere quindi se la notizia sia esatta e se essa può essere interpretata in modo diverso da come la stiamo interpretando noi. infine, signor ministro, mi permetto di dirle (lo ha detto anche il collega De Marzio , con lo stesso animo mio) che, da quando ella è ministro degli Esteri , per noi non è più il socialista onorevole Nenni, bensì il ministro degli Esteri del nostro paese. è quindi al ministro degli Esteri del nostro paese che io mi permetto di raccomandare (scusi la immodestia) in primo luogo di fare molta attenzione alla responsabilità che sta per assumersi — se sono vere le notizie di stampa — ponendo la firma a nome dell' Italia sotto gli accordi con l' Austria, il nord-Tirol e la Sudtiroler Volkspartei . io non vorrei (non lo vorrei per lei, ma nemmeno per il nostro paese) che ella ritenesse di passare alla storia firmando dei trattati che altri non hanno firmato. onorevole ministro, si dice che i socialisti siano molto insidiosi quando stanno al Governo. io ho l' impressione (e lei è d' accordo con me nell' animo suo) che i democristiani siano molto più insidiosi dei socialisti quando stanno al Governo con altri. ho l' impressione che la Democrazia Cristiana stia abilmente sollecitando quella che — sia detto col massimo riguardo — può essere una sua vanità, un po' tardiva, signor ministro, di firmare qualche cosa. non vorrei che ella passasse alla storia come un ministro « firmaiolo » . « firmaiolo » , nel nostro gergo popolare, non è — ella lo sa — una qualificazione positiva. « firmaioli » sono i militari considerati con disdegno dagli altri. io non vorrei che dopo tanti ministri che non hanno firmato, che si sono assunti delle responsabilità ma che non hanno firmato, ed hanno rinviato (erano tutti democristiani), arrivasse il ministro socialista « firmaiolo » , per vanità di apporre la sua firma. l' ex ministro degli Esteri austriaco, signor Kreisky, che mi si dice sia stato in ottimi rapporti personali con l' allora nostro ministro degli Esteri onorevole Saragat, è stato molto chiaro e leale. in ripetute occasioni, anche nel corso di conferenze che ha tenuto in pubblico, ha sempre dichiarato (e lo dichiarò anche all' Onu esattamente nel 1960, quando ottenemmo quella delibera a noi favorevole) che il problema dell' Alto Adige è il problema del sud-Tirol, ma che è problema del sud-Tirol dal punto di vista della doverosità da parte austriaca di essere tutore di una minoranza nazionale austriaca temporaneamente residente in Italia. questa è la loro impostazione. e, essendo questa la loro impostazione, si sta per verificare (Dio non voglia che sia così) un fatto paradossale. da venti anni la minoranza nazionale in questa Aula chiede che venga abolito il patto De Gasperi-Gruber , senza averlo mai ottenuto; ci è stato risposto, anzi, con disdegno che si trattava di un atto democratico. ora, il patto De Gasperi-Gruber sta per essere abolito da lei — se ella dovesse firmare, onorevole ministro — e nel modo peggiore, cioè secondo i contrapposti desideri austriaci. ella sa che si parla — e anche in questo io spero che ella ci possa e ci voglia smentire — di un accordo italo-austriaco per il problema dell' ancoraggio, che rimetta le decisioni, sì, alla Corte dell' Aja , ma le rimetta sulla attuazione del pacchetto: il che manderebbe all' aria, come ella sa, quel poco che rimane in piedi del patto De Gasperi-Gruber . la storia si vendica. può darsi che si vendichi di noi o di me in questo momento, costringendomi ad auspicare che per lo meno resti in piedi il patto De Gasperi-Gruber ; ma ben più duramente la storia si vendicherebbe nei suoi confronti, signor ministro, se proprio lei buttasse all' aria quel poco che rimane in piedi di una creazione degasperiana da lei tante volte, penso, in buona fede ed onestamente difesa, per aderire a pressioni che sono pangermaniche e razziste. io non penso che lei si voglia convertire in età non più del tutto giovanile a tentazioni pangermaniche e razziste. questo, di lei non è stato ancora detto e non vorremmo che lo si dovesse dire. infine, una volta tanto, mi rivolgo a lei come socialista per domandarle: chi sta per pagare questo accordo? la cosiddetta minoranza italiana in Alto Adige . è giusto parlare di minoranza italiana in Alto Adige ? non ne parlo io, ne ha parlato Il Corriere della Sera nell' articolo citato, in cui si dice testualmente: « a seguito dell' accordo, la Sudtiroler Volkspartei viene resa in pratica padrona assoluta di questa provincia attraverso il pacchetto » . ella sa, signor ministro, che questa è la assoluta verità e che, se il « pacchetto » entra in funzione, la provincia di Bolzano continuerà a chiamarsi tale, ma in realtà diventerà la regione autonoma altoatesina con gli stessi diritti e le stesse attribuzioni, tranne un quadro puramente formale di carattere regionale, che spettano alle attuali regioni a statuto speciale . pertanto ella sa, signor ministro, che se l' accordo dovesse entrare in vigore , è esattamente vero quanto scritto dal Il Corriere della Sera : e cioè che i cittadini di lingua italiana — voglio esprimermi nel senso formalmente più esatto e meno polemico — residenti in provincia di Bolzano verrebbero trattati alla stregua di una minoranza di uno a due, cedendo tutti i poteri amministrativi e politici nelle mani dei dirigenti della Sudtiroler Volkspartei . ella sa, signor ministro, non può non saperlo, che i 120-130 mila cittadini di lingua italiana residenti in Alto Adige appartengono, grosso modo, a due categorie sociali (i professionisti sono molto pochi): o sono operai delle città industriali di Bolzano e di Merano, delle miniere dei piccoli paesi di montagna dell' Alto Adige , o si tratta di funzionari. non credo che ella, come ministro italiano e come socialista, possa guardare con indifferenza al destino di codesta gente, che ha molto pagato; e non ha pagato soltanto vistosamente attraverso il sangue dei carabinieri, degli agenti di polizia, delle guardie di finanza, ma ha pagato forse più concretamente ancora — non sono accenti demagogici questi, sono accenti socialmente validi e sinceramente commossi — attraverso venti anni di mortificazioni continue. quando si sa che l' ex assessore della Sudtiroler Volkspartei , assassino confesso, giudicato e condannato come tale, dell' ex sindaco italiano Petri, circola liberamente per Caldaro ed è uno dei pupilli della popolazione di lingua tedesca di Caldaro, mentre i figli del sindaco italiano assassinato — assassinato perché il 4 novembre mise la bandiera tricolore al balcone del municipio — assistono a questi spettacoli; quando si sa che il parroco di un altro paese, con la banda, gli Schutzen, accoglie festosamente il criminale reduce dalle patrie galere per aver partecipato ad un attentato contro i carabinieri; quando si sa che il parroco di un altro paese ancora, in Val Casies , ospita i terroristi nella canonica e, nonostante quanto è stato scritto sui giornali, nessuno gli fa niente; quando si sa che per i bambini di lingua italiana nelle chiese dell' Alto Adige c' è un certo tipo di funzione religiosa, senza paramenti troppo ostentati e senza l' organo, mentre per i bambini di lingua tedesca c' è un altro tipo di funzione; quando una povera suora di Bolzano si lamenta — e sono cose che mi ha detto recentemente — che non riesce ad ottenere dalla giunta provinciale , dominata dalla Sudtiroler Volkspartei , i fondi necessari per costruire un asilo nido , dove le operaie italiane della città di Bolzano potrebbero lasciare i loro bambini, mentre l' asilo nido per i bambini di lingua tedesca esiste e i fondi ci sono; quando si sa tutto ciò io devo chiedere a lei, onorevole ministro: sa ella queste cose? ha studiato il problema? se ne può cortesemente informare attraverso i suoi canali di informazione? ecco: un momento di meditazione, se non altro, e qualche chiara risposta io penso di poterglieli chiedere, signor ministro.