Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 61 - seduta del 23-12-1968
1968 - Governo I Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 61
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , il primo centrosinistra nacque circa sette anni or sono dal congresso democristiano di Napoli, in un clima di larga, anche se contrastata, attesa; il secondo centrosinistra nacque alla fine del 1963, dopo una sconfitta elettorale della Democrazia Cristiana , dopo un successo elettorale del partito comunista , dopo un Governo interlocutorio, in un clima di crisi economica e sociale: la congiuntura; questo terzo centrosinistra nasce esattamente cinque anni dopo, a seguito di una sconfitta elettorale socialista, di un' ulteriore avanzata elettorale comunista, dopo un secondo Governo interlocutorio in un clima di crisi morale: la crisi dei valori dello Stato, della nazione e della società, di cui ella, disattento onorevole presidente del Consiglio , ha ampiamente parlato. il primo centrosinistra nacque con il dichiarato proposito di isolare i comunisti e di riformare la società, riuscendo in pochi mesi a regalare voti ai comunisti e a determinare o ad aggravare la congiuntura economica e sociale. il secondo centrosinistra nacque con il conclamato intento di realizzare una svolta storica e di rinnovare lo Stato, riuscendo a regalare ulteriori voti ai comunisti e a ridurre l' Italia nell' attuale confessato marasma. questi precedenti obiettivi, onorevole presidente del Consiglio , ci autorizzano a ritenere che le forze politiche che in questo momento appoggiano la riesumazione del centrosinistra abbiano, magari inconsapevolmente, l' intenzione di regalare ulteriori voti ai comunisti e di determinare ulteriori guasti nella società nazionale. dico ciò, onorevole presidente del Consiglio , per rispondere subito alla sua tesi, secondo cui la nostra opposizione farebbe un processo alle intenzioni: mentre si tratta soltanto della sofferta verifica di amare e collettive esperienze. e aggiungo che la nostra opposizione al centrosinistra non è mai stata preconcetta, neppure alle origini, neppure nel 1962, quando essa non faceva altro che riflettere e magari estendere all' esterno considerazioni critiche svolte all' interno del congresso democristiano di Napoli del 1962, guarda caso , proprio e soprattutto da quei tre alti esponenti della Democrazia Cristiana che ella ha ritenuto, onorevole Rumor, di non poter includere nella sua compagine governativa. alludo ai noti discorsi tenuti contro la formula del centrosinistra, al congresso di Napoli, dall' onorevole Scelba, dall' onorevole Andreotti e dall' onorevole Guido Gonella. credo in tal guisa di poterle confermare, onorevole presidente del Consiglio , che la nostra opposizione riflette largamente interessi nazionali , interessi sociali, interessi primari dello Stato italiano. e, avendo ascoltato la sua replica (e chiedendo scusa se, data la immediatezza della mia dichiarazione di voto , non potrò in ogni caso avvalermi del testo stenografico di quanto ella ha detto), credo di poter dire che da parte sua non sono venute risposte confortanti, ma semmai conferme dirette e indirette alla validità delle nostre tesi. della sua compagine non fa parte, per un singolare destino, nemmeno colui che sette anni or sono fu il padre putativo della formula di centrosinistra, l' onorevole Moro, il quale riuscì allora a pilotare la grande maggioranza della Democrazia Cristiana verso l' adesione alla formula di centrosinistra, sostenendo la tesi dello stato di necessità e dell' assenza di alternative. ella, onorevole Rumor, nel suo discorso introduttivo ha fatto appello alla fantasia come promotrice di iniziative politiche; e gliene siamo grati; ma ha dato prova di scarsa fantasia ripetendo la tesi che l' onorevole Moro sostenne sette anni or sono a proposito dello stato di necessità e dell' assenza di alternative. gliene facciamo torto, onorevole presidente del Consiglio , perché quando il capo di un Governo che riconosce di trovarsi di fronte ad una larghissima contestazione sociale ripresenta una formula finora obiettivamente fallita ai destinatari della formula stessa, che sono i cittadini, dichiarando che non vi è alternativa, che questa è una specie di fatalità o comunque una necessità, egli sollecita quella psicosi di indifferenza, di distacco, di contestazione, di protesta o addirittura di ribellione che largamente serpeggia nel popolo italiano . onorevole presidente del Consiglio , abbiamo ascoltato devotamente ieri — era domenica — il... vangelo secondo Flaminio, e abbiamo imparato dall' onorevole Piccoli, sempre brillante — e quando un trentino è brillante diventa più pericoloso di un napoletano — che in questo momento siamo tutti contestati come uomini di partito: posso anche riconoscere che questo in larga misura, secondo i giudizi correnti nella pubblica opinione , è esatto. bisogna aggiungere però un' altra ancor più valida osservazione: siamo tutti contestati, ma esiste da molti mesi a questa parte una sola autocontestazione, ed è l' autocontestazione del centrosinistra nei riguardi di se medesimo. la pubblica opinione , non soltanto dopo il 19 maggio, ma prima delle elezioni del 19 maggio, durante la campagna elettorale e nei mesi successivi, ha imparato da voi, da qualificati esponenti della Democrazia Cristiana , del partito socialista e del partito repubblicano , quelle che sono le tesi correnti della contestazione nei riguardi della formula di centrosinistra. siete stati voi, qualora una parte dell' opinione pubblica non lo avesse compreso per suo conto, a chiarire direi quotidianamente, insistentemente, al popolo italiano quelli che sono apparsi a voi stessi i difetti maggiori della formula. siete stati voi ad accreditare nella pubblica opinione determinati slogans che ormai sono di cognizione comune. se si parla del centrosinistra come di una formula immobilistica, siete stati voi, o taluni di voi molto autorevoli — uno siede accanto a lei, onorevole Rumor — ad accreditare la validità di queste tesi. se si parla del centrosinistra come di una espressione di moderatismo democristiano da un lato o di parasovversivismo filocomunista dall' altro, siete stati voi ad accreditare la validità di tali formule, naturalmente sostenute in una certa misura o in un certo senso anche da noi o da altri settori dell' opposizione vera e propria. se si parla di un fallimento, di una esperienza fallimentare — anche se reiterata e protrattasi per molti anni, pressappoco con gli stessi protagonisti — del centrosinistra, siete stati voi, espressione ed esponenti del riesumato centrosinistra attuale, ad accreditare formule e convincimenti di questo genere. d' altra parte il momento culminante, signor presidente del Consiglio , dell' autocontestazione del centrosinistra — di questo centrosinistra che si è dilaniato dantescamente con i propri denti — si è verificato in occasione delle assise fondamentali e del partito socialista e — trattandosi di un Consiglio nazionale ma di un Consiglio nazionale di alta importanza — della Democrazia Cristiana ; assemblee che, fatto forse senza precedenti nella pur tormentata storia politica del nostro paese, si sono risolte senza alcuna conclusione, cioè senza che l' interna dialettica partorisse la possibilità di un tematico accordo, perlomeno di un tematico e generico accordo su un documento di fondo e di base. ciò non implica, a mio avviso, onorevole presidente del Consiglio , la necessità da parte nostra di un giudizio morale nei riguardi di uomini — alcuni sono accanto a lei — i quali — mi si passi, signor presidente della Camera, una espressione che non vuole essere neppure scortese: si tratta di una frase fatta — dopo aver sputato su un determinato piatto, ritengono di potervi (naturalmente, in senso metaforico) mangiare. io non pretendo affatto di esprimere giudizi morali, anche perché viviamo in un paese nel quale è molto pericoloso esprimere giudizi morali di tal genere sulla classe politica dirigente di tutti o di quasi tutti i settori. ma un simile comportamento da parte di uomini politici di un notevole rilievo, per lo meno per le posizioni che occupano, implica un giudizio politico, un severo giudizio politico e implica al tempo stesso , contiene in se stesso , un giudizio di validità per le critiche e le tesi delle opposizioni. signor presidente del Consiglio , io ho ascoltato la sua replica con molta attenzione per vedere se potessi ravvisarvi, in particolare nella parte iniziale di essa, qualche rassicurante risposta in ordine ai temi di fondo che mi sono permesso di sollevare: in ordine cioè ai temi relativi al volto, al programma, alla novità, alla — come ella stessa molte volte ha detto — credibilità di questo nuovo centrosinistra. mi sono studiato cioè di tentare di comprendere attraverso la sua replica se ella abbia compiuto davvero, insieme con i suoi collaboratori, un concreto sforzo e se in qualche misura questo suo concreto sforzo abbia potuto o possa dare dei rilevanti risultati, per evitare che la terza esperienza di centrosinistra, da lei questa volta pilotata, sia fallimentare come le altre due. non credo che le sue risposte odierne abbiano modificato gran che, anche se come oppositore le sono grato per una replica che è stata più ampia e su taluni argomenti — come accennerò — meno elusiva che non il discorso iniziale. le siamo in particolare grati, noi di questi banchi, perché vi è stato nella replica quell' accenno alla Resistenza che era mancato nel discorso iniziale. quanto invece alle critiche che possono essere anche apparse più battute che critiche di fondo, cioè le critiche relative alla composizione, alla vastità, alla elefantiasi del Governo (come diceva giustamente l' onorevole Nicosia nel suo discorso: e colgo l' occasione per ringraziare gli onorevoli Nicosia e Guarra, che ella cortesemente ha citato più volte, per i loro interventi) e quanto alla replica da lei data a critiche di tal genere, debbo dirle, onorevole Rumor, che quando ella parla dell' effettiva realtà dei partiti e quindi, naturalmente, delle tendenze, delle correnti che affiorano nei partiti stessi, e rileva in sostanza, anche se non proprio esplicitamente, che tale essendo la realtà odierna dei partiti è normale che tale realtà si rifletta anche nelle trattative per la composizione del Governo e nella composizione medesima del Governo, ella, certamente senza volerlo, dice un' eresia dal punto di vista democratico e vibra, certamente senza volerlo, un altro colpo di piccone, se ve ne fosse bisogno, a quel poco che rimane in piedi dei valori dello Stato, inteso come stato di diritto , e della stretta osservanza di quella Costituzione alla quale così spesso vi richiamate. noi non contestiamo (fra l' altro non abbiamo il diritto di contestarlo come appartenenti ad un partito il quale ha pur conosciuto le sue interne polemiche), noi non contestiamo — dicevo — ad alcuno dei partiti qui rappresentati — ivi compreso il partito comunista , che proprio in questo momento vive le sue interne polemiche, ha le sue divisioni interne in correnti e ha i suoi pretendenti, come tutti sappiamo, al trono di segretario del partito — l' interna dialettica delle correnti; ma quando, dopo che negli scorsi anni i partiti hanno espropriato e il legislativo e l' Esecutivo delle loro tipiche funzioni, noi oggi assistiamo — nella composizione stessa del suo Governo, nel dosaggio fra le correnti, nell' attribuzione di taluni dicasteri a taluni uomini, non certo in ragione della competenza e neppure dell' esperienza politica, ma semplicemente in ragione della loro appartenenza di controllo all' una o all' altra corrente — alla espropriazione da parte della « correntocrazia » , questa volta, dei diritti sovrani, come ella ha giustamente detto, del Parlamento e comunque dei diritti del popolo italiano da noi rappresentato, allora ci troviamo di fronte ad uno scandalo che ella non ha il diritto di coprire, signor presidente del Consiglio , come non aveva il diritto di coprirlo l' onorevole Piccoli nel tentativo, compiuto da lui ieri mattina nella sua predica domenicale, tentativo analogo a quello compiuto da lei, onorevole Rumor. non si tratta, pertanto, di problemi relativi a nostre puntate all' indirizzo di questo odi quell' uomo della Democrazia Cristiana o del partito socialista . ella non a caso, signor presidente del Consiglio , oggi quando ha citato il pure importante discorso — al quale mi riferirò brevemente — dell' onorevole Donat-Cattin, è stato costretto a citare quel discorso, più volte, fra i discorsi degli oppositori. non so se l' abbia fatto con malizia. comunque ha dovuto farlo. eppure l' onorevole Donat-Cattin è rappresentato al Governo, pur non partecipandovi personalmente perché gli avete rifiutato i dicasteri che aveva chiesto — e ciò getta una luce poco garbata sulla correttezza politica di quest' uomo del quale tenete tanto conto da tanti anni, fin dai tempi famosi (ella è « doroteo » ) dei « franchi tiratori » (dovrebbe ricordare, penso, quelle vicende) — ; eppure, dicevo, l' onorevole Donat-Cattin ha parlato da un lato come oppositore, dall' altro come capo corrente, dall' altro come controllore dal di fuori di un componente del Governo, il quale penso si sia trovato in un visibile imbarazzo ascoltando il discorso di opposizione, tra l' altro su temi concernenti il proprio stesso dicastero, pronunciato dall' onorevole Donat-Cattin. non siamo, quindi, alle battute e agli scherzi. tenterò ora di scherzare anche io, onorevole Rumor, per distendere un po' il clima e per dimostrarle che, anche da oppositore, cerco di guardare umanamente alle vostre vicende. sa, onorevole Rumor, quale impressione mi fate come componenti di questo Governo, quando vi contemplo dall' alto di questi solitari banchi di opposizione? mi sento nei panni di un telecronista sportivo il quale (non so se ella sia « tifoso » come sono io)... bene, allora ieri vi abbiamo battuto: ne siamo lieti, signor presidente del Consiglio . io mi sento, dicevo, signor presidente del Consiglio , nei panni di un telecronista sportivo il quale, all' inizio della partita, indica ai teleascoltatori le marcature. le maglie, in quel caso, sono soltanto 13. voi non portate maglie e numeri, e per attribuire una maglia e un numero a ciascuno di voi bisognerebbe svaligiare « la Rinascente » . ma le marcature, in questo caso, sono abbastanza evidenti. io vi contemplo e dico a me stesso: scende in campo la squadra governativa socialista, e De Martino marca Nenni; Brodolini è su Mancini, Mariotti è su Preti. Lupis, dato che è ministro della Marina mercantile , è in... banchina, invece che in panchina, e probabilmente sta lì per atterrire gli avversari con il suo aspetto. il battitore libero è probabilmente, per ora, l' onorevole Mauro Ferri. scende in campo la squadra governativa della Democrazia Cristiana . vi guardo e dico a me stesso: Sullo marca Gava; Vittorino Colombo marca probabilmente Forlani; tutti cercano di marcare — e non ci riescono, perché c' è Carli che lo aiuta — il goleador Emilio Colombo. il battitore libero, per ora, sembra essere Piccoli, con qualche aspirazione dell' onorevole Moro. ma ella, onorevole Rumor, oggi ha parlato di Piccoli allusivamente, come del leader del partito, e pensiamo che questa sua pesante indicazione valga qualcosa. ed ella cos' è, onorevole Rumor? è l' arbitro. ed ella sa quale sia la fine degli arbitri sui nostri campi di calcio, con tutti gli auguri che io, naturalmente, le faccio, dal punto di vista umano, con cordialità. quanto alle competenze, se vogliamo tornare ad un ragionamento serio (e chiedo venia ai miei stessi colleghi per lo scherzo), signor presidente del Consiglio , ella oggi ci ha presentato — giustamente, secondo una certa valutazione — il Governo come un organo politico e non come un organo tecnico; sicché gli spostamenti di uomini da un dicastero all' altro o l' attribuzione di determinati dicasteri ad uomini (non voglio far nomi, perché dovrei farli tutti) che non hanno alcuna competenza nello specifico ramo, non dovrebbero preoccupare la pubblica opinione . potremmo discuterne a lungo. io credo esattamente il contrario, signor presidente del Consiglio , perché in tal caso (e ne parlo con assoluto rispetto, anzi con devoto rispetto) i veri ministri sono i direttori generali. e questa è la burocratizzazione dello Stato dal punto di vista tecnico, con le conseguenze — non tutte piacevoli dal vostro punto di vista e anche dal nostro — che ne derivano. e allora, se questo è politicizzare, politicizzare significa affidare il Governo a uomini di riconosciuta incompetenza, anzi direi di dovuta incompetenza, abbandonando la direzione amministrativa della cosa pubblica , la tecnica della cosa pubblica , ai soli che se ne intendono o se ne dovrebbero intendere e che, tra l' altro, vi contestano essi stessi anche per questo. infatti, la contestazione degli statali in genere e degli alti funzionari in particolare (mi riferisco alla DIRSTAT) nei riguardi della classe politica nasce anche da questo: dal travaglio nel quale si trovano alti funzionari continuamente a contatto con un carosello di uomini politici i quali una sola tecnica conoscono, signor presidente del Consiglio : quella delle clientele. in tal senso, la tecnica degli uomini politici nostrani è sopraffina! non ve n' è uno (e io non parlo dei nuovi ministri o dei nuovi sottosegretari: non li conosciamo ancora alla provi), non uno, fra i precedenti ministri e sottosegretari, che non abbia tecnicamente provveduto, appena nominato, a mettere insieme una cospicua segreteria, un ufficio stampa (siamo agli uffici stampa dei sottosegretari, addirittura!); burocrazie di comodo, burocrazie di clientela, burocrazie di città, di paese, di borgata! a codesta tecnica vi siete ridotti, o si sono ridotti i vostri predecessori! cerchi, onorevole Rumor, almeno da questo punto di vista , di fare pulizia! sarà molto difficile che con una compagine tanto numerosa ella possa riuscirvi. il mio è soltanto un disperato augurio. quanto, onorevole Rumor, al volto programmatico di questo Governo, io debbo in primo luogo rilevare che la contestazione del centrosinistra contro il centrosinistra è continuata anche nel corso di questo dibattito, davanti a noi. e non alludo — ci ritornerò un momento — soltanto al discorso dell' onorevole Donat-Cattin; alludo anche a discorsi che sono stati considerati dalla stampa in questi giorni come assolutamente ortodossi e di appoggio. alludo, per cominciare, al discorso dell' onorevole La Malfa , il quale ha lanciato all' indirizzo di questa compagine governativa e degli altri due partiti della maggioranza, credo più cospicui del partito repubblicano , una minaccia fra l' altro sgraziata, che da una persona normalmente cortese, come è lui, non dovevate attendervi. l' onorevole La Malfa ha testualmente detto: « è difficile che noi, nel caso in cui questa terza esperienza dovesse fallire, si possa ripetere una quarta esperienza » . ed io capisco che il partecipare ad una compagine governativa per i repubblicani sia un grosso sacrificio. è giusto che i repubblicani sanguinino, dopo essere stati costretti per tanti anni, da venti anni a questa parte, a partecipare a molteplici formule governative; che però essi, nel momento stesso in cui hanno l' onore, almeno dal punto di vista della maggioranza, di entrare a fare parte di una nuova compagine governativa, nel momento stesso in cui essi reclamano, attraverso un ministro tra i meno competenti senza alcun dubbio, un dicastero chiave dal punto di vista economico, avvertano: badate, comportatevi bene, perché è l' ultima volta che ci degniamo di stare insieme con voi se l' esperienza non riesce, questo è veramente troppo! signor presidente del Consiglio , ella ha ringraziato l' onorevole La Malfa , e l' onorevole La Malfa deve darle atto di una sua squisita cortesia; ma l' autorità dello Stato, che in questo caso si riflette nell' autorità, almeno interna, del presidente del Consiglio , evidentemente (ritorno a quello che avevo detto prima) viene sommersa dai partiti che comandano, oltre alle correnti che comandano nei partiti e sui partiti. e poi lo stesso onorevole La Malfa ha detto testualmente: « ogni giorno la sinistra compie questo errore: ogni giorno è incoerente, ogni giorno è individualista, ogni giorno aggrava la situazione del sistema, non lo trasforma » . ed è significativo che l' onorevole La Malfa abbia parlato di sinistra, riferendosi — io penso; egli potrà smentirmi e correggermi: gliene sarò grato — alla sinistra unita, perché ho notato — e lo avrà notato anche lei, signor presidente del Consiglio , spero con qualche preoccupazione — che l' esponente repubblicano che ha parlato al Senato, contrariamente a quanto ha fatto qui il più prudente onorevole La Malfa , ha detto testualmente: « anche noi repubblicani siamo favorevoli ad una politica di sinistra unita » alludendo ad una eventuale ed eventualmente futura, non so se prossima, unità politica anche con i comunisti. lo stesso onorevole La Malfa ha detto (e non mi sembra che si sia trattato di un discorso ortodosso, mi sembra che si sia trattato di un discorso di contestazione): « ci siamo sciacquati la bocca con i problemi di fondo e poi abbiamo trovato (...) accomodamenti per i problemi di ogni giorno » . io non so se l' onorevole La Malfa abbia voluto alludere ai tempi brevi, alle priorità, alle scelte immediate alle quali in ben altro modo ha alluso lei, signor presidente del Consiglio . l' onorevole Donat-Cattin, oltre a pronunciare un discorso di vera e propria opposizione, ha portato qui due testimonianze di contestazione interna al centrosinistra, perché ha avuto la bontà di ricordare testualmente una frase recentemente pronunciata dall' onorevole De Martino e che io cito tra virgolette, secondo il testo che ne ha riferito l' onorevole Donat-Cattin. l' onorevole De Martino avrebbe detto nella recente riunione della direzione del partito socialista che in politica economica le scelte di questo Governo si ricollegano purtroppo alla strada percorsa fin qui. dopo di che ha accettato di fare il vicepresidente del Consiglio ! le Acli — che dovrebbero essere vicine alla Democrazia Cristiana in particolare e, comunque, a questa formazione di Governo con le testimonianze che sono venute dai massimi esponenti delle Acli stesse (anche questo ha avuto la bontà di ricordare l' onorevole Donat-Cattin) hanno annunciato ufficialmente che questo Governo non può aspettarsi dal movimento operaio una attesa acritica, una fiducia pregiudiziale; e infine lo stesso onorevole Donat-Cattin è stato ancora più minaccioso dell' onorevole La Malfa . le minacce dell' onorevole La Malfa per lo meno riguardano il futuro, mentre quelle dell' onorevole Donat-Cattin riguardano il presente o l' immediatissimo futuro. così, parlando a nome della sua corrente, l' onorevole Donat-Cattin ha dichiarato: « reagiremo ad ogni livello » (ad ogni livello vuol dire anche in seno al Governo). ciò è la conferma esplicita che coloro che l' onorevole Donat-Cattin ha inviato a rappresentarlo in seno al Governo si ritengono o almeno egli li ritiene (ed essi lo autorizzano a dichiarare esplicitamente che egli li ritiene) dipendenti da una sua o da una loro volontà politica, non dalla volontà politica del Governo, del Consiglio dei ministri . il che oltre tutto è uno schiaffo a quella Costituzione alla quale ieri ci richiamava l' onorevole Piccoli e oggi il presidente del Consiglio . in altre parole, l' onorevole Donat-Cattin ha detto implicitamente: noi metteremmo in crisi il Governo se si cercasse di contrabbandare la continuità e l' immobilismo sotto il nome di cambiamento. egli cioè vi considera a priori dei possibili contrabbandieri. forse per questo l' onorevole Vittorino Colombo si è messo al commercio con l' estero: per impedire certe operazioni di contrabbando! o per favorirle? quanto al discorso importante, serio, notevole che ha pronunciato il neosegretario del partito socialista onorevole Mauro Ferri, un discorso che la stampa ha largamente riecheggiato, e che anche negli ambienti parlamentari è stato giudicato come un discorso aggressivo nei riguardi dei comunisti, e nobile come assunzione di responsabilità in nome di tutto il centrosinistra, vi sono in esso alcune frasi che desidero citare testualmente dal resoconto stenografico , per non essere tradito dalla memoria: frasi che mi sembra abbiano un' enorme importanza e che forse, se non la offende questa mia ipotesi, signor presidente del Consiglio , possono esserle sfuggite. il segretario del partito socialista (non ho bisogno di dire a quale corrente del partito socialista egli appartenga, e quali battaglie egli abbia condotto insieme ed alla testa di quella corrente nel congresso del partito socialista e dopo) ha detto che « il partito comunista (...) deve porsi esso stesso nella condizione di dialogare, accettando gli altri partiti nella loro integrità. (...) il confronto politico va fatto da partito a partito, come noi lo abbiamo condotto fin dal congresso di Torino (...) con la Democrazia Cristiana » . sicché, il segretario del partito socialista , nonché massimo esponente della corrente autonomista, della corrente cioè meno vicina al colloquio con i comunisti all' interno del partito socialista , dice ai comunisti — e lo dice in occasione del dibattito sulla fiducia, mentre il suo partito assume, insieme con i democristiani, responsabilità di Governo — dice ai comunisti, ripeto, che se anziché dialogare con le frazioni, lombardiane, demartiniane o giolittiane, del partito socialista , essi volessero accettare il dialogo con tutto il partito socialista , allora, fin da questo momento, il partito socialista sarebbe disponibile, nei riguardi dei comunisti, al colloquio politico con tutto il partito comunista , così come fu disponibile, fin dal congresso del partito socialista di Torino, al colloquio, con le note conseguenze, con tutta la Democrazia Cristiana . ma non basta. perché dopo aver detto ciò, pochi periodi dopo, l' onorevole Ferri si è rivolto alla Democrazia Cristiana , e si è rivolto alle forze cattoliche, ed ha rilevato con piacere la crisi dialettica che esiste nel mondo cattolico; ed ha aggiunto: « ... salutiamo con sodisfazione (...) l' ingresso nel Governo delle sinistre democristiane, di tutte le sinistre democristiane » . quindi il partito socialista , esige, nella persona del suo segretario, dal partito comunista che il colloquio avvenga tra partito e partito, che il partito comunista non agevoli, non accentui, non strumentalizzi il frazionismo che esiste nel partito socialista ; ma nello stesso momento il partito socialista vuole, attraverso il suo segretario, confermare ufficialmente ciò che sappiamo: e cioè che il partito socialista italiano ha agevolato nei giorni scorsi — rendendo ancor più difficile la sua fatica di composizione del Governo, onorevole presidente del Consiglio , e forse anche la fatica del Capo dello Stato . — il frazionismo all' interno della Democrazia Cristiana ed ha preteso la presenza in questo Governo non soltanto della sinistra democristiana, ma esattamente, come ha detto l' onorevole Ferri, di tutte le correnti di sinistra della Democrazia Cristiana . il riferimento è chiaro: significa che se, oltre alla cosiddetta corrente di « forze nuove » , non fosse entrata in questo Governo la cosiddetta corrente « basista » con un ripiego dell' ultima ora, con un altro di quei ministri senza portafoglio (l' allusione non è alla rispettabilissima persona, ma al sistema anticostituzionale, immorale da voi adottato), il segretario del partito socialista non si sarebbe dichiarato sodisfatto, perché a loro volta noti si sarebbero dichiarate sodisfatte talune correnti all' interno del partito socialista italiano, perché a sua volta non si sarebbe dichiarato sodisfatto il partito comunista , che, pilotando quelle correnti, ha determinato dal di fuori, dall' esterno, molto pesantemente, lo svolgimento e le conclusioni di questa crisi. di fatti di questo genere — parlo correttamente, perché mi riferisco a discorsi pronunciati in questa sede parlamentare e li cito tra virgolette — se non si impadronisce la sempre distratta, ancor più di lei, onorevole presidente del Consiglio , opinione pubblica , si deve pure impadronire, ce lo auguriamo, l' opinione parlamentare a tutti i livelli, per giudicare quale sia la situazione. quanto alle precisazioni da lei fornite oggi sul programma, onorevole presidente del Consiglio , mi sono dato cura, dopo il suo discorso introduttivo e la sua replica al Senato, di fare un rapido confronto, che non voglio ripetere se non in estrema sintesi. ho paragonato la sua esposizione programmatica, la replica al Senato e mentalmente oggi la replica alla Camera, che da questo punto di vista non mi sembra che abbia introdotto elementi nuovi, con un prezioso libriccino che le consiglierei e consiglierei a tutti i componenti del centrosinistra come libro di serale lettura e soprattutto come libro di preci domenicali da consigliare all' onorevole Flaminio Piccoli prima delle sue prediche in Parlamento. il prezioso libriccino fu edito dai tre partiti del centrosinistra nel dicembre 1963 ed è stato distribuito largamente ai parlamentari. me lo rileggo di tanto in tanto, per rendermi conto di ciò che doveva esser fatto e non è stato fatto. l' ho riempito di « nontiscordardimé » , i quali via via sono ingialliti nelle pagine del librettino. lo riapro ogni qualvolta un presidente di Governo di centrosinistra pronuncia il discorso di presentazione o di replica: e trovo di fronte a me dei vecchi amici. mi ritrovo di fronte all' impegno tassativo di emanare subito la legge circa il funzionamento e le prerogative della Presidenza del Consiglio ; mi ritrovo di fronte all' impegno, onorevole Nenni, di dar luogo immediatamente ad uno statuto dei diritti dei lavoratori nelle fabbriche; mi ritrovo di fronte a lunghe tirate a proposito delle regioni, delle loro prerogative, dei loro diritti, dei loro doveri e dei loro limiti costituzionali; mi ritrovo di fronte a impegni mastodontici a proposito dell' agricoltura. c' è anche, caro Guarra, la difesa del suolo; c' è anche, caro Nicosia, la scuola; c' è tutto. e il tutto — potrei divertirmi, onorevole presidente del Consiglio , a dimostrarle l' assenza di fantasia del centrosinistra — non soltanto negli stessi termini di sostanza, ma addirittura negli stessi termini di forma. io vorrei che ella, signor presidente del Consiglio , magari attraverso un bigliettino di raccomandazione, mi facesse conoscere gli estensori di quel primo prezioso libretto, in quanto essi, senza saperlo, sono i veri contestati; senza volerlo, essi sono i mentitori per antonomasia: tutte le bugie, tutti i luoghi comuni , tutto il non fatto e il da farsi ché in questi sette anni affligge l' opinione pubblica italiana e induce alla contestazione, alla sfiducia e alla non credibilità è squadernato, è contenuto in quel libretto. sicché debbo dirle — ed ella sa che io dico il vero, signor presidente del Consiglio — che quanto c' è nel suo programma di vecchio non è credibile, in quanto è troppo vecchio, in quanto non è stato creduto, non è stato preso sul serio dai protagonisti del programma medesimo, dai destinatari diretti, dai componenti dei precedenti governi del centrosinistra, dai dirigenti dei partiti del centrosinistra per tanti anni. c' è qualcosa di nuovo? forse sì; ed è sul pochissimo di nuovo che io desidero dare qualche rapidissima risposta a quanto ella ha detto stamattina e a quanto ha detto l' onorevole Piccoli ieri. l' onorevole Piccoli ha detto che dobbiamo tutti insieme (è stato gentile) accingerci ad una genuina riscoperta della Costituzione. signor presidente del Consiglio , le Costituzioni si attuano, si rivedono o si stracciano. rivedere dopo venti anni la Costituzione significa che per venti anni si ritiene di non averla neppure scoperta (non dico di non averla attuata in pieno). l' onorevole Piccoli vuole, come se si trattasse di approdare ai lidi d' America nel 1492, che ci accingiamo a riscoprire la Costituzione. vogliamo riscoprirla? e allora, signor presidente del Consiglio , dobbiamo avere la franchezza di fare a noi stessi alcune dichiarazioni. in tutta onestà, non da oppositore, io non le dico ciò che sto per dirle in quanto il gruppo e il partito di cui ho l' onore di far parte, per motivi storici o politici che tutti conosciamo, non hanno avuto l' onore di partecipare ai lavori dell' Assemblea costituente . se vi avessimo partecipato, io credo (il presidente della Camera può essermene testimone, così come tutti i colleghi) che vi avremmo partecipato, certo dal nostro punto di vista , con la nostra tipica passionalità, con critiche che possono anche sembrare eccessive, ma anche con una qualche correttezza di stile, con un qualche tentativo di approfondimento, così come da venti anni ci onoriamo di essere su questi banchi per lavorare contro di voi sul terreno politico ma insieme con voi, se lo volete, per servire la nazione e lo Stato italiani. vogliamo riscoprire la Costituzione dopo venti anni? ci dobbiamo rendere conto che, se un illustre personaggio della vostra parte anni or sono la definì una « trappola » , oggi dobbiamo definire larghi tratti della Costituzione della Repubblica italiana come un vero e proprio « cimitero degli elefanti » . della crisi del sistema fa parte anche la Carta Costituzionale , la quale è stata redatta, concepita e voluta — lo dico con tutto il riguardo per coloro che in quelle contingenze storiche forse non potevano comportarsi in altra guisa — comunque, è stata concepita e redatta in assenza di un pensiero politico, di una ispirazione storica genuina, in assenza di un genuino moto di civiltà, perché se sono divise e discordi le forze che oggi compongono il centrosinistra, radicalmente diverse, per origine, ispirazioni e volontà, erano a maggior ragione le forze che allora componevano l' Assemblea costituente e partorirono la Costituzione. la Costituzione della Repubblica italiana — bisogna avere il coraggio di riconoscerlo — è in larghe sue parti, a cominciare proprio dal dettato relativo alle regioni, un centone di compromessi. fu un compromesso l' articolo 7 della Costituzione, e i comunisti lo sanno benissimo; ma fu un compromesso e, in taluni casi, un volgare compromesso tutto il Titolo V , relativo alle regioni, che la Democrazia Cristiana di allora voleva (con una concezione che è largamente mutata ora) e che allora i socialisti non volevano. l' onorevole Nenni, che è buon testimone, ha dichiarato con lealtà che si può anche mutare idea. ma quando si muta idea sulla concezione stessa e sull' ordinamento dello Stato, in verità non so quale possa essere il giudizio dei contemporanei e dei posteri. comunque, era diversa la concezione socialista, così come era diversa la concezione comunista. il Titolo V è il più compromissorio tra tutti i titoli della Costituzione italiana. e oggi ci venite a dire che bisogna riscoprire la Costituzione, senza ancora avere in venti anni maturato entro voi stessi le possibilità di una reale unità di ispirazioni e di vocazioni tra i partiti che compongono la coalizione governativa; anzi, addirittura, essendo riusciti a metterli insieme solo perché ciascuno di voi, democristiano da un lato, socialista dall' altro, ha gettato alle ortiche molte parti dei propri contenuti e si è ridotto a essere un recipiente in cui entrano molti ministri, molti sottosegretari, molte posizioni di potere, ma pochissime idee. onorevole presidente del Consiglio , credo di poter dire questo secondo verità, e glielo dimostro sulla base di una sua affermazione odierna a proposito delle regioni. ella ha detto testualmente: « non è lecito ignorare venti anni di esperienze regionali » . esattamente quello che le diciamo noi: « non è lecito, signor presidente del Consiglio , ignorare venti anni di esperienze regionali » . ma cosa crede, che nel momento in cui darete vita — speriamo che non vi riusciate — alle regioni a statuto ordinario , voi potrete modificare l' assetto, le prerogative, il costume delle esistenti regioni a statuto speciale ? onorevole presidente del Consiglio , ella, che conosce le cose, potrebbe dirmi in perfetta tranquillità che quando alludo a problemi di costume mi riferisco soltanto alla Sicilia o in qualche caso alla Sardegna? sarebbe ingeneroso. quando parlo di problemi di costume mi riferisco a quella che notoriamente è la più corretta, dal punto di vista amministrativo, tra le regioni a statuto speciale , e anche alla più recente tra le regioni a statuto speciale , alla neonata. « nata in regime » , in clima di centrosinistra, e quindi di riforma dello Stato, e quindi di riforma, secondo voi, del costume: il Friuli Venezia Giulia . quando l' allora ministro delle Finanze Trabucchi — il nome era ed è un programma venne a raccontarci che alla regione Friuli Venezia Giulia sarebbero bastati 7 miliardi l' anno, e lo disse ufficialmente, noi, oppositori dell' istituto regionale, dicemmo: se si vuole fare vivere quella regione, bisogna darle uno spazio finanziario ed economico. e venne fuori un bilancio di previsione di 26-27 miliardi. siamo arrivati a 35 miliardi l' anno. i residui passivi dopo quattro anni di vita di quella regione superano i cento miliardi; il che vuol dire che quella regione, ove scandali sembra che non si siano verificati, ove il costume amministrativo sembra sia corretto, in quattro anni tanto poco è riuscita ad avvicinare lo Stato al cittadino e soprattutto la gestione della cosa pubblica alla società viva (ed è una società viva con zone largamente depresse, ella lo sa, onorevole presidente del Consiglio ), che in quattro anni ha gestito il denaro dello Stato, il denaro del contribuente, per pagare gli stipendi a una interna burocrazia che da cento e tanti funzionari è già salita a millecinquecento, assunti tutti — ecco il costume! — senza concorso, per dare spazio e luogo alle clientele locali. credete che l' opinione pubblica non abbia capito che voi volete le regioni perché nelle anticamere dei vostri partiti, e forse di tutti i partiti, premono i candidati alle deputazioni di serie « b » ? credete che l' opinione pubblica non abbia capito che il giorno in cui la Democrazia Cristiana collocasse 300, 400, 500 (secondo le previsioni elettorali) e il partito comunista collocasse 100-200 persone (non so quante esattamente) e così via quali membri dei nuovi consigli regionali , questo sarebbe il vero, l' autentico problema che risolverebbe i crucci di un' altra forza? perché si parla di partitocrazia, si parla di correntocrazia, ma si dovrebbe invece parlare di apparatocrazia! guardiamoci intorno, consideriamo che cosa sono diventati in larga parte i partiti italiani all' interno e quanto premono gli apparati interni per scavalcare non solo le competenze tecniche, ma anche i valori politici, e per conseguire posizioni di comodo retribuite dal contribuente italiano! rendiamoci conto di questi problemi. ella dirà che è una prospettiva forse nuova, insolita, questa con la quale noi ci permettiamo di presentare al Governo il problema delle regioni. signor presidente del Consiglio , si attenda una lunga battaglia, perché presenteremo quel problema sotto tutti gli aspetti, per le dolorose esperienze, vostre e nostre, di venti anni, proprio richiamandoci a quanto ella ha detto, che cioè non dobbiamo dimenticare questi venti anni: sono queste, per lo meno quelle relative a questo ventennio, le nostalgie consentite, o le antinostalgie consentite. ci ricorderemo di questi venti anni di esperienze, documentando caso per caso, direi giorno per giorno, i guasti che gli istituti regionali speciali hanno arrecato a regioni e a popolazioni fra le più infelici, fra le più meritevoli, fra quelle che maggiormente sentivano e sentono tuttora il desiderio di un avvicinamento del cittadino alla Pubblica Amministrazione , del cittadino allo Stato. con quale coraggio si osa dire, da parte dei partiti del centrosinistra e del Governo, che il problema dello Stato si risolverà attraverso l' istituzione delle regioni a statuto ordinario proprio nei termini del nuovo rapporto e del ravvicinamento tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino, se nella graduatoria dell' emigrazione sono in testa da venti anni a questa parte due regioni a statuto speciale , cui si sta aggiungendo la terza, il Friuli Venezia Giulia ; se gli italiani fuggono proprio da quelle parti d' Italia dove da vent' anni a questa parte, e nel caso del Friuli da un quinquennio a questa parte, esiste l' istituto regionale? con quale coraggio, con quale ipocrisia di ribaltamento della realtà si osa prospettare all' opinione pubblica il problema in questi termini? affrontiamo dunque il problema dei contenuti delle regioni a statuto speciale e di quelle a statuto ordinario ! noi siamo a disposizione, signor presidente del Consiglio , come oppositori, come gente che l' opposizione, però, l' ha fatta qui, non se n' è andata al di fuori e, stando in Italia, ha vissuto i problemi, li ha sofferti, li ha naturalmente concepiti e giudicati dal proprio punto di vista , ma con una notevole serietà di intenti. ci si consenta l' autoelogio (non abbiamo posti di sottosegretario da distribuire a noi stessi nel presente, né in prospettiva, né ne abbiamo avuti nel passato), si consenta almeno a me di dire ai miei cari colleghi che abbiamo studiato e continueremo a studiare con serietà di intenti i nostri problemi. a proposito delle regioni, signor presidente del Consiglio : Alto Adige . era un valzer viennese il discorso tenuto ieri dall' onorevole Riz nei riguardi di questo Governo. ma non sono questi tempi per valzer viennesi. non avevamo mai ascoltato, onorevole Mitterdorfer, un discorso così suasivo, così elogiativo, che si è concluso con l' annuncio dell' astensione dal voto solo perché (ed è questa una mia maliziosa interpretazione) perfino il voto della Sudtiroler Volkspartei , in relazione al Governo, fa parte di quell' ingranaggio, di quella ruota dentata, che, un dente dopo l' altro, dovrebbe cominciare a ruotare forse per poche settimane, per concludersi, dopo l' ultimo giro della ruota dentata, con la quietanza liberatoria che l' Austria, la Sudtiroler Volkspartei , il governo del nord Tirol concederebbero all' Italia, qualora l' Italia adempisse gli impegni che in queste ultime settimane sembra siano stati assunti. ella ha parlato di regioni, signor presidente del Consiglio , e di rispetto per le autonomie regionali . ed allora, non dilungandomi su questo argomento ed annunciandovi che avrete vita difficile quando porterete al nostro esame le leggi di attuazione del famoso e famigerato « pacchetto » , desidero porre una sola domanda: il Consiglio regionale del Trentino Alto Adige è stato informato? il presidente della Giunta regionale del Trentino Alto Adige , democristiano, è stato informato? la Giunta regionale del Trentino Alto Adige è stata informata? avete rispettato la norma della Costituzione (perché gli statuti regionali speciali sono Costituzione, pongono norme di rango costituzionale) che stabilisce che i presidenti dei consigli regionali delle regioni a statuto speciale sono chiamati a far parte delle sedute del Consiglio dei ministri , con rango di ministri, quando si discutono i problemi relativi alle regioni stesse? non lo avete fatto. e non lo avete fatto per la semplice ragione che non avete mai riunito il Consiglio dei ministri d' Italia (e l' appunto non si rivolge a lei, onorevole Rumor, ma ai suoi predecessori, e vuole essere in questo momento una richiesta che rivolgo a lei perché lo faccia) per prendere in esame le conclusioni della Commissione dei diciannove. la relazione della Commissione dei diciannove è passata direttamente, brevi manu , dal presidente della Commissione stessa al ministro degli Esteri , forse anche al ministro dell'Interno dell' epoca, per giungere ai signori della Sudtiroler Volkspartei a Bolzano, ad Innsbruck, a Vienna. la trattativa è stata condotta in questo modo, escludendone l' unico ente che costituzionalmente, a prescindere dal Parlamento e dalle sue prerogative, avreste dovuto informare. prima di mettere lo spolverino — come dice Vittorio Gorresio sulla La Stampa nell' intervista al signor ministro degli Esteri — su trattative che sarebbero ormai concluse, onorevole presidente del Consiglio , onorevole ministro degli Esteri , pensateci, perché voi metterete uno spolverino, ma altri alzeranno un polverone! si tratta di problemi essenziali da non prendere a gabbo! quanto poi, onorevole Rumor, a quel che ella ha avuto la bontà di dire anche questa mattina, nel suo discorso di replica circa la delimitazione della maggioranza, noi (ella probabilmente non si attendeva da me una dichiarazione di questo genere) le diamo ragione. la formula che ella ha usato è validissima. la maggioranza è autonoma, è autosufficiente. una maggioranza non deve chiudersi pregiudizialmente di fronte agli apporti, ai contributi di alcuna opposizione. ella ha detto: « tutte le opposizioni » . ne prendiamo atto. il suo è stato un tratto di cortesia: è un tratto di cortesia anche il nostro. ma, nella sostanza, il problema non consiste nel non chiudersi pregiudizialmente ad alcuna opposizione. ella ha rovesciato dialetticamente i termini del problema: il problema consiste nell' aprirsi pregiudizialmente ad una sola cosiddetta opposizione. facciamo un esempio. se un qualsiasi governo — non dico, per carità, un Governo da lei presieduto, onorevole Rumor — si presentasse alle Camere dicendo: in politica estera noi intendiamo condurre una politica mediterranea che ci porti a migliorare i rapporti con i paesi rivieraschi, nostri naturali amici anche per comuni tradizioni di civiltà (ad esempio, la Spagna e il Portogallo); in politica sociale intendiamo superare la lotta di classe e dare luogo ad una politica di larga collaborazione tra le categorie, mediatore e garante lo Stato; intendiamo esaltare le forze armate . pur nel rispetto dei diritti dei cittadini; vogliamo restituire allo Stato la sua autorità; e concludesse con questa frase: questo discorso si rivolge a tutte le opposizioni, non è diretto pregiudizialmente contro alcuna opposizione; ebbene, io credo che il più sprovveduto dei nostri colleghi comprenderebbe che quel discorso si indirizzava prevalentemente al Movimento Sociale Italiano , padrone, poi, questo partito, di apprezzare o no il discorso, di accettare o no l' offerta, di inserirsi o no nel dialogo. cosa sosteniamo noi? noi affermiamo che voi, centrosinistra, siete una naturale forza per facilitare l' inserimento del partito comunista nel colloquio a tutti i livelli e quindi per l' inserimento di esso nella cittadella non dello Stato (perché i comunisti sono già nello Stato italiano come cittadini ed anche come partito: è una realtà di fronte alla quale, volenti o nolenti, non possiamo che inchinarci), ma nella cittadella del Governo, nella cittadella del potere, dell' esercizio del potere, che è la cittadella alla quale — è logico dal loro punto di vista — i comunisti puntano. voi vi presentate con un programma che dice: vogliamo le regioni e le vogliamo a un certo modo, che è poi il modo sul quale puntano da venti anni proprio i comunisti; vi presentate con un Governo che vuole la programmazione e la vuole ad un certo modo, che è il modo al quale per lo meno dicono di volerla i comunisti; dite: apriamo la porta alla collaborazione con i sindacati, e si sa poi quali sono i sindacati con i quali normalmente siete a colloquio; dite: vogliamo l' ammissione della Cina all' Onu; dite (e ora ne parlerò brevemente): vogliamo una determinata interpretazione del patto atlantico ; e poi aggiungete con serena ipocrisia: questo discorso è aperto a tutti. ma i destinatari naturali, logici, unici tra gli oppositori di un discorso del genere sono i comunisti, signor presidente del Consiglio . chi volete prendere in giro? è chiaro che non vi è da parte vostra chiusura pregiudiziale; vi è apertura pregiudiziale, è questo un salto di qualità al contrario che voi compite, il vero salto di qualità — visto che è una frase che a lei piace, signor presidente del Consiglio — che voi avete compiuto e state compiendo, un salto di qualità alla rovescia: neppure più il salto della quaglia, ma un vero e proprio balzo verso la pregiudiziale apertura ai comunisti. prima qualche Governo diceva pregiudizialmente di no; poi qualche Governo non ha più detto pregiudizialmente di no e si è limitato a dire « ni » ; e infine abbiamo un Governo che pregiudizialmente dice di sì ad un solo colloquio di fatto, di sostanza, di contenuto, che è il colloquio con i comunisti, che è il colloquio delle cose, la politica delle cose che ha consentito all' onorevole Nenni di entrare nelle posizioni di potere insieme con la Democrazia Cristiana dopo tanti anni, di gestire oggi il potere dopo tanti anni con la Democrazia Cristiana . voi Governo di centrosinistra, voi democratici cristiani aderenti ad un Governo di centrosinistra questa politica la state praticando nei riguardi del partito comunista : ed è logico che il partito comunista tragga giovamento, voti, consensi, autorità, posizioni attraverso questa continua facilitazione che voi fate al partito comunista . una sola cosa è illogica e incomprensibile: che vi sia da parte democristiana taluno che mostri in buona fede di non comprendere il tranello in cui state cascando e purtroppo stiamo tutti cascando, tutti quanti, non per una responsabilità del presidente del Consiglio — che giudicheremo, come è doveroso, alla prova — ma per le responsabilità stesse insite nella formula di centrosinistra e dimostrate da quelle esperienze del centrosinistra che all' inizio del mio intervento mi sono permesso di ricordare. signor presidente del Consiglio , dicevo che abbiamo ascoltato ieri il « Vangelo secondo Flaminio » invero dall' onorevole Piccoli, futuro leader — sembra — della Democrazia Cristiana , abbiamo ascoltato qualche cosa di autenticamente interessante, di sincero, di sofferto a proposito della protesta, della contestazione e a proposito della lezione proveniente dalla Cecoslovacchia. l' onorevole Piccoli ieri era estremamente catulliano: gli capita quando egli si indirizza ai comunisti e soprattutto, non so perché, a Giorgio Amendola; è la seconda volta che l' onorevole Piccoli dedica un intero suo discorso al colloquio, non so se sul pianerottolo o in quale altra stanza, con l' onorevole Giorgio Amendola. ieri — dicevo — l' onorevole Piccoli mi ricordava terribilmente il distico catulliano: Odi et amo . quare id faciam fortasse requiris . nescio; sed fieri sentio , et excrucior . era tormentatissimo, ieri, l' onorevole Piccoli: parlava di un travaglio dell' onorevole Amendola, che, almeno esteriormente, direi esteticamente, non è un uomo travagliato. era invece travagliatissimo l' onorevole Piccoli quando parlava del travaglio dell' onorevole Amendola, del travaglio dei comunisti, della crisi in cui i comunisti italiani e più vastamente i comunisti sarebbero caduti dopo gli eventi di Cecoslovacchia. questo, onorevoli colleghi — consentite di dirlo a chi ha meno autorità di tutti voi è l' errore di fondo nel quale è incorsa la società politica italiana . noi — dico noi per assumere anche noi le nostre responsabilità, se per caso ce ne fossero: ma ho l' impressione di no — abbiamo puntato, dalla Cecoslovacchia in poi, su una crisi di revisione del mondo comunista. e non abbiamo capito che la lezione della Cecoslovacchia non era indirizzata al mondo comunista: era indirizzata al mondo occidentale. onorevoli colleghi , umanamente parlando io vi prego di ricordarvi talune immagini televisive dell' agosto scorso, quando tutti insieme vedemmo un ragazzo boemo, non so — ed è molto importante che non lo sappiamo — se studente o lavoratore (poteva essere un operaio, poteva essere uno studente: era esattamente la stessa cosa, anzi, erano due cose in una, due anime in una, due tradizioni in una, due interessi e due vocazioni in una), quando, dicevo, tutti insieme vedemmo un ragazzo boemo che saliva su un carro armato sovietico con la bandiera della sua nazione e sovrapponeva il simbolo della sua nazione ai simboli imperiali del comunismo sovietico, della Russia sovietica . io penso che a prescindere dalle parti politiche ci siamo tutti chiesti se quel ragazzo, se quei ragazzi si muovessero per un impulso di follia giovanile, di contestazione, come da noi si dice, fossero dei romantici soltanto, fossero dei coraggiosi, fossero anche intelligenti, avessero capito. io credo di poter dire che essi avevano compreso quello che non abbiamo compreso noi, quello che non ha capito l' Occidente, cioè il senso unico della sfida al comunismo. il comunismo lo si sfida così: non salendo sui carri armati — per carità, speriamo non accada — , lo si sfida con la bandiera della propria nazione. se io avessi detto a voi, onorevoli colleghi , e soprattutto ad un uomo tanto saputo come l' onorevole Nenni, cose di questo genere , avrei raccolto sorrisi di scherno alcuni anni or sono. non credo che ciò potrebbe accadere in questo momento, anche perché quando nel 1968 il Movimento Sociale Italiano parla della bandiera della nazione, ne parla dopo aver vissuto insieme con tanti altri gruppi politici interessanti e qualificanti esperienze europee. durante il dibattito sulla fiducia di cinque anni or sono morì da combattente, in quest' Aula, come i vecchi guerrieri, mentre parlava, Filippo Anfuso. chi più nazionalista di lui? eppure, ve lo possiamo dire con la testimonianza di affetto, ma anche di ricordo consapevole e cosciente verso un collega che avete — e ve ne ringraziamo ancora — onorato tutti in quei giorni dopo la sua scomparsa, eppure, dicevo, chi più europeo di lui? Anfuso aveva intitolato una sua rivista Europa Nazione . e qualcuno tra noi, anche tra noi, diceva: è uno slogan, non vuol dir nulla. quante cose ha voluto dire o avrebbe voluto dire, se fosse stato compreso, il messaggio lanciato disperatamente dall' Ungheria tanti anni fa — ce ne siamo quasi dimenticati rilanciato in Polonia, in Germania orientale , lanciatoci ogni giorno dal muro di Berlino , lanciatoci recentemente dalla Cecoslovacchia! un messaggio non verso Oriente, ma verso il comunismo, non verso il partito comunista italiano, che non può mutare perché se muta ed esce dal sistema perde la sua autorità — glie lo ha detto persino l' onorevole Donat-Cattin — perde la sua stessa ragione di vita, perde l' ubi consistam : in tanto è qui, in quanto è il riflesso di una opinione e di una volontà esterna, estranea alla nostra civiltà, alle nostre tradizioni, alla nostra patria, allo Stato italiano; essi sono qui in rappresentanza di uno Stato straniero e di un' altra civiltà. e lo dico rispettando, da avversario deciso fino in fondo, la loro funzione, che è questa. essi non hanno il diritto alla critica, compiono qualche concordato tentativo di critica che, fra l' altro, è il miglior servigio che essi possono rendere al monolitismo sovietico, il quale si avvale nei paesi occidentali di talune apparenti libertà di critica che all' interno dei paesi sotto diretto controllo dell' impero sovietico non sono assolutamente consentite: e i cecoslovacchi lo sanno. il messaggio, onorevole Piccoli, del popolo cecoslovacco , dei lavoratori di Cecoslovacchia, degli studenti di Cecoslovacchia è stato indirizzato a noi occidentali, a noi italiani. ella, onorevole Piccoli, ha detto ieri: abbiamo vinto la sfida con il comunismo. ma voi non sapete neppure che cosa sia la sfida, fino a quando coltivate il dialogo; e non dico il dialogo a livello politico, il dialogo (mi riferisco a talune frange del mondo cattolico) addirittura in termini di principio o addirittura in termini di civiltà. la sfida la si può lanciare e la si può ancora vincere purché sappiamo quel che vogliamo, purché rappresentiamo qualche cosa, purché sul carro armato dell' imperialismo sovietico salga, non voglio dire la nostra bandiera nazionale, ma la nostra bandiera civile, la nostra bandiera di italiani e di europei, e sia issata dagli studenti e dai lavoratori, dalla gioventù e dal mondo del lavoro . andando a Praga, i russi hanno trovato un mondo del lavoro e della gioventù che ha contestato l' invasore. in Italia noi abbiamo un mondo del lavoro e della gioventù che contesta la classe politica dirigente, che contesta il Governo. fino a quando non verranno alla luce in Italia formule che ci consentano di contestare i falsi miti stranieri in un dilatato — non dico universale — appoggio di gioventù e di lavoratori a formule, tradizioni e valori interni che possiamo porre in discussione, che possiamo rivedere, ma che dobbiamo poter discutere da italiani e fra italiani, fino a quando non si realizzerà questo che forse è soltanto un sogno, ma, consentitemi, un sogno generoso, la sfida la vinceranno loro (indica il gruppo comunista), colleghi della Democrazia Cristiana , del partito socialista e del partito repubblicano . concludo, signor presidente , pur rammaricandomi del suo richiamo. signor presidente , concludo e ripeto che non è giusto. comunque, mi stavo rivolgendo ai colleghi del centrosinistra, e al signor presidente del Consiglio in particolare, per dire che indubbiamente essi parlano dall' alto delle loro posizioni di potere e noi parliamo dall' alto, semplicemente in termini morali, se ci è consentito, di un solitario banco di opposizione. non fatevi troppe illusioni, onorevoli colleghi della maggioranza e signor presidente del Consiglio , se per caso, in un clima di questo genere, ve ne poteste fare ancora. siete nell' alto delle vostre posizioni di potere, come Macbeth nel suo castello, e ho la impressione che il centrosinistra sia davvero, nelle vostre coscienze — vi ritengo capaci di un moto di coscienza — come il richiamo dell' ombra di Banco. non illudetevi, pertanto, e non si illuda il signor ministro degli Esteri , il quale, spero, non ripeterà a me quello che cordialmente altra volta mi disse, in occasione di altro dibattito, cioè: « onorevole Almirante, io sono un figlio del popolo » , digiuno, questa volta, di politica estera . ella non è digiuno di politica estera , è stato già ministro degli Esteri , e forse commetto una involontaria indelicatezza ricordando quell' infelice periodo della politica estera italiana, e anche della sua travagliata vita di collaboratore di De Gasperi e della Democrazia Cristiana . io pavento, onorevole Nenni, non ciò che ella farà, perché non ritengo l' attuale Governo capace di modificare di una virgola la situazione politica internazionale : io pavento quello che ella dirà. non è vero che ella sia l' uomo della politique d' abord : forse è vero che ella, è l' uomo degli slogans d' abord . ella è un vecchio giornalista, e giornalisticamente è abituato a vivere la vicenda politica italiana e internazionale. lo dimostra la sua « uscita » in una intervista alla stampa nella quale sembra che Vittorio Gorresio le abbia fatto dire forse più di quanto ella non abbia detto. stia attento, signor ministro degli Esteri , agli slogans. intanto gliene cito uno, di fronte al quale, proprio come socialista, ella dovrebbe usare la massima cautela: lo slogan della « delimitazione geografica dell' alleanza » . prendiamolo alla lettera, questo slogan sul quale voi socialisti vi siete gettati a valanga e il presidente del Consiglio è stato lieto di seguirvi; ed ella, indelicatamente, è stato lieto di dire che voi socialisti lo avevate testualmente detto fin dal 1955, quando ancora non collaboravate, anzi eravate avversari della Democrazia Cristiana . lo vogliamo precisare in termini politici seri, questo slogan? e, allora, il patto atlantico comprende l' area dei paesi ufficialmente inclusi nel patto atlantico stesso. delimitazione geografica del patto atlantico significa che, se per avventura qualche cosa accade sulle coste del Canadà, voi socialisti vi sentite impegnati; se qualche cosa accade in Adriatico (a Valona o a Belgrado), non vi interessa. è una trappola nella quale siete caduti per primi, vittime della vostra mania degli slogans. è una trappola che vi isola; e non isola voi, non isola lei, signor ministro degli Esteri , che è già troppo isolato, e nel suo partito e nella compagine governativa, e non potrebbe esserlo di più; minaccia di isolare l' Italia nel contesto del patto atlantico . è una formula in base alla quale non noi possiamo liberarci da obblighi che non abbiamo, ma gli altri possono liberamente farlo. ecco perché Rusk ha definito imbecilli coloro che si sono comportati in un certo modo: imbecilli e suicidi! sono gli altri che, attraverso la formula della delimitazione rigida dell' Alleanza Atlantica , possono dire: « non c' interessa » ! non ha interessato loro l' Ungheria, non ha interessato loro la Cecoslovacchia; potrebbe non interessare loro la Romania, potrebbero non interessare loro la Jugoslavia, l' Austria, la Svizzera. è ella sicuro, signor ministro degli Esteri , di poter dire, anche come socialista: « non c' interessa » ? attenzione agli slogans, signor ministro degli Esteri ! solo questo mi permetto di dirle. perciò, nel vostro castello di Macbeth, vivete pur tranquilli e sicuri finché l' onorevole Moro o l' onorevole Donat-Cattin e l' onorevole Lombardi ve lo consentiranno. noi siamo nella foresta. ma un giorno la foresta si mosse e prese d' assedio il castello e vi penetrò. può darsi che dalla contestazione gli italiani passino alla coscienza: e in quel giorno decadranno i miti delle vostre formule, dei vostri slogans, delle vostre posizioni di potere.