Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 6 - seduta del 09-07-1968
1968 - Governo II Leone - Legislatura n. 5 - Seduta n. 6
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , a nome dei numerosi signori di mezza età che popolano questa Assemblea, devo esprimere all' onorevole senatore Leone una certa gratitudine, poiché abbiamo apprezzato il suo tentativo di toglierci dalle spalle un quinquennio: alla nostra età non dispiace. in apparenza, onorevole presidente del Consiglio , almeno secondo i suoi manifestati intendimenti, il 1968 è uguale grosso modo al 1963: governo d' attesa allora, governo d' attesa oggi, governo d' attesa di una composizione o ricomposizione del centrosinistra allora, governo d' attesa nello stesso senso e con lo stesso indirizzo in questo momento. senonché, con rammarico dei signori di mezza età e di tutti, credo di poter dire che abbiamo compreso che si tratta di una messa in scena , di una recita pirandelliana o forse, dato il protagonista (e senza alcuna ingiuria, anzi con vivo apprezzamento per le qualità di recitazione), alla De Filippo . credo anche di poterle dire con garbo e senza alcuna offesa, onorevole presidente del Consiglio , che ho l' impressione che il suo partito o il signor presidente della Repubblica , piuttosto che apprezzare in lei le note qualità di uomo politico , di statista, di giurista ad altissimo livello, abbiano voluto utilizzare le sue altrettanto note qualità di capacissimo penalista. abbiamo infatti l' impressione che, ricordando certi suoi molto efficaci interventi in intricate matasse penali, abbiano voluto sfruttare le sue attitudini per dar modo al suo Governo, d' accordo e nell' interesse non soltanto della Democrazia Cristiana ma credo anche del partito socialista unificato e del partito repubblicano , di compiere — continuo a dirlo sempre ironicamente e garbatamente — una serie di delitti perfetti. in effetti, ho l' impressione, signor presidente del Consiglio , che qui ci sia in primo luogo un occultamento di cadavere, seguito a concorso in omicidio; e concorso in omicidio da parte di due rei — la Democrazia Cristiana e il partito socialista — che ho l' impressione abbiano perfino « vetrioleggiato » il cadavere, vale a dire il centrosinistra. non si sa se sia stato l' onorevole Donat-Cattin o l' onorevole Lombardi, ma un poco di vetriolo in faccia al cadavere è stato gettato! e si tenta di occultarlo. cioè si tenta da parte sua, senatore Leone, con notevolissima abilità più recitativa che dialettica, di presentarci per contro questo cadavere, il centrosinistra, come perfettamente vitale, salvo quello che l' onorevole Nenni, papà ormai detronizzato — sembra del socialismo, chiamerebbe un ulteriore periodo di « rodaggio » o di incubazione. mi rendo, d' altro canto, perfettamente conto che, quando noi si parla non soltanto di fallimento ma di decesso del centrosinistra, è da parte di uomini in perfetta buona fede — lo dico questa volta senza la minima ironia — che, e dal settore della Democrazia Cristiana e talora, con minore insistenza, da parte del settore socialista o del settore repubblicano, ci sentiamo rispondere in termini matematici: il centrosinistra non è finito, il centrosinistra non è fallito, tanto è vero che esiste in questa Aula una virtuale e addirittura un' attuale maggioranza di centrosinistra: facendo infatti la somma dei voti riportati dai partiti del centrosinistra nelle elezioni del 1968, si ottiene un risultato in fin dei conti non molto dissimile da quello che si era ottenuto facendo la stessa somma nel 1963. più ancora ci si obietta — e l' obiezione è apparentemente valida e la dobbiamo discutere in termini di serenità — che il centrosinistra è ancora formula viva e valida non soltanto perché è formula insostituibile, non esistendo un' alternativa, ma anche e soprattutto perché vi è la proclamazione di una volontà, di una disponibilità dei partiti che hanno costituito il centrosinistra o a costituirlo, o ricostituirlo, immediatamente (e questa è stata la manifesta volontà della Democrazia Cristiana e del partito repubblicano ) o per lo meno a discutere la possibilità di ricostituirlo in prospettiva (e questa è tuttora la manifesta volontà di talune fra le molteplici correnti del partito socialista unificato ). ma, onorevoli colleghi , io penso che, quando si discute della validità o della vitalità di una formula, ci si debba richiamare alla formula stessa, per ciò che essa volle e per ciò che essa può significare. il centrosinistra non è un' alleanza a qualsiasi prezzo, a qualsiasi costo, in qualsiasi modo, in qualsiasi momento, con qualsiasi finalità, tra la Democrazia Cristiana , i socialisti ed i repubblicani. il centrosinistra nacque in occasioni congressuali solenni, sia della Democrazia Cristiana sia dei partiti suoi alleati fino a poco tempo fa, con impegni e affermazioni altrettanto solenni; nacque con finalità talmente importanti, e nelle dichiarazioni della Democrazia Cristiana e nelle postulazioni — sia pure con qualche riserva — dello stesso partito socialista , da far gridare al miracolo, facendo parlare di « svolta storica » alla fine del 1963. il centrosinistra (scusate se dico imperfettamente cose che sono state egregiamente definite dagli esegeti congressuali della Democrazia Cristiana , del partito socialista e del partito repubblicano ) è nato come formula di autonomizzazione del socialismo nei confronti del comunismo, di definitivo recupero — termine che i socialisti ovviamente non accettavano volentieri — o di definitiva installazione dei socialisti nell' area della democrazia, allo scopo di conseguire due risultati obiettivamente importanti, sia nelle valutazioni dei fautori del centrosinistra sia nelle valutazioni degli avversari di esso: il risultato della libertà nella giustizia e il risultato del consolidamento di un regime democratico con larghe tinte sociali. questa è la nascita del centrosinistra, vista non da un avversario, ma da un uomo che ha cercato di seguire i vostri congressi, di studiare i vostri testi, di rendersi conto delle intenzioni e degli obiettivi, che noi non condividevamo non perché non condividessimo (non vi è alcuno in quest' Aula che non lo condivida) il proposito generico del conseguimento della libertà nella giustizia, quale nobilissimo obiettivo, ma perché non ritenevamo che il centrosinistra fosse lo strumento adatto al conseguimento di quell' obiettivo, ritenendo anzi che esso avrebbe portato a ben diversi risultati: a quelli cui ha già portato o comincia a portare. quando diciamo che il centrosinistra non solo è fallito, ma è deceduto, non vogliamo dire che non possa esistere qui una maggioranza aritmetica di centrosinistra, che non sia esistito il 19 maggio nel paese un confluire aritmetico di voti su determinate posizioni definite genericamente di centrosinistra. noi intendiamo semplicemente rilevare — e lo rileviamo dalle vostre dichiarazioni, dai vostri testi, da ciò che soprattutto il partito socialista , ma anche molti autorevoli esponenti e personaggi in seno alla Democrazia Cristiana , hanno detto in queste ultime settimane, anche ai livelli più alti — che oggi non esiste più la disponibilità di larga parte della classe dirigente del partito socialista unificato e di una certa aliquota della classe dirigente del partito della Democrazia Cristiana per la formula di centrosinistra quale fu concepita alle origini. e questo perché? si dice — ed è una di quelle tante risposte parziali che non sodisfano e non colgono l' essenza del problema — che questo fallimento o addirittura, come dico io, questo decesso del centrosinistra è stato dovuto alla incapacità, da parte dei governi che esso è via via andato esprimendo, di realizzare i programmi che erano stati posti all' origine del centrosinistra medesimo, soprattutto dal punto di vista sociale. è verissimo. ed io ho qui un libretto, onorevoli colleghi dei gruppi di centrosinistra, che è la verifica del fallimento; se volessi usare parole da comizio, dovrei dire la verifica del tradimento della formula di centrosinistra nei confronti dei ceti, degli ambienti, delle categorie cui il centrosinistra aveva tentato di apparire fra il 1962 e il 1963 come la formula risolutrice di tanti problemi, specialmente di quelli di fondo della nostra società e della nostra economia. io posso dire senza sbagliare che tutto quanto è contenuto in questo libretto intitolato accordo politico programmatico per il Governo di centrosinistra tra Democrazia Cristiana , partito socialista italiano, partito socialista democratico italiano, partito repubblicano italiano — Roma, novembre 1963, salvo pochissime eccezioni, di cui vi parlerò, è un cimitero degli elefanti : non è stato realizzato nulla, sistematicamente nulla di tutto quello che è contenuto qui! potrei anch' io acquietarmi a questa giustificazione o motivazione; potrei dire, insieme con tanti di voi — l' avete detto ufficialmente in questi giorni — che il centrosinistra è fallito perché non ha realizzato il programma che si era proposto. ma questa è la conseguenza, non è la causa. quando una formula non si estrinseca nel programma in cui aveva dichiarato di volersi estrinsecare, pur riconoscendo (e lo riconosco volentieri) il beneficio della buona fede o della buona volontà a molti, se nona tutti i protagonisti della formula stessa, evidentemente nel congegno qualcosa non ha funzionato. ed è questo che ci dobbiamo chiedere: perché questo programma è stato sistematicamente disatteso? e badate che non si tratta semplicemente di una parziale mancata attuazione del programma, bensì di vero e proprio mancato funzionamento della formula. e che cosa lo ha determinato, che cosa ha determinato quella che, è stata definita come atonia o in termini ancora più gravi proprio, lo ripeto, da Pietro Nenni, allorché recentemente ha dichiarato che il centrosinistra ha attraversato una fase di « rodaggio » dal 1962 al 1964 e che nel 1964 è entrato nell' incubatrice, rimanendovi fino al 1968? beh, amici miei, due anni di « rodaggio » sono evidentemente troppi. penso che pochi concederebbero la patente a chi dopo due anni non si dimostrasse ancora buon guidatore. quattro anni di incubatrice sono sufficienti, io penso, per soffocare qualunque nascituro. ebbene, questa confessione di atonia, di incapacità, di impotenza, di afunzionalità da parte di un uomo, come Nenni, che indubbiamente si è impegnato anima e corpo nella realizzazione di quel centrosinistra che era o poteva essere il coronamento glorioso della sua lunga attività politica, in che cosa ha la sua origine? qual è la ragione vera del fallimento del centrosinistra? la ragione vera del fallimento o del decesso del centrosinistra, onorevoli colleghi , a mio modesto avviso, non sta nell' afunzionalità o atonia programmatrice, ma sta nel fatto che fin dall' inizio il centrosinistra, nei suoi protagonisti, in quasi tutti i suoi protagonisti, e soprattutto nei suoi protagonisti socialisti, non ha trovato il coraggio di adempiere quello che avrebbe dovuto essere l' impegno politico prioritario e di fondo del centrosinistra medesimo, impegno di cui si parla anche in questi giorni e che viene definito con una formula probabilmente infelice ma illustre, una formula tabù, perché risale nientemeno che al grande depositario di tutte le formule di questi ultimi anni, vale a dire all' onorevole Moro. il centrosinistra si è fin da principio arenato e scontrato nella non volontà o nella non capacità di tanta parte della sua classe dirigente di realizzare una precisa « delimitazione della maggioranza » . oggi questa formula è diventata, in un palleggiamento di responsabilità, occasione di polemica tra socialisti e democratici cristiani . i socialisti, quasi tutti, danno di essa una interpretazione non dissimile da quella — di cui ora parlerò — che ne ha dato il loro consegretario onorevole De Martino ; ma io debbo richiamarmi alla definizione che di questa formula (bisogna infatti guardare alle origini di questo processo di disintegrazione, di svuotamento del centrosinistra) diede Pietro Nenni nella più solenne ed impegnativa delle occasioni, al congresso pre-unificazione del partito socialista italiano del 1963. e dico nella più solenne ed impegnativa delle occasioni perché quel congresso, come sapete, fu il viatico per la costituzione del centrosinistra con la partecipazione al Governo dei socialisti, perché quel congresso fu il viatico per la fine del precedente Governo di attesa presieduto dall' onorevole Leone. credo pertanto che il richiamo sia quanto mai pertinente. in congresso, rispondendo all' onorevole Basso (che già in quella sede aveva preso quella posizione che poi rinnoverà in maniera commossa, patetica, qui alla Camera nell' annunciare il distacco di 25 deputati dalla matrice socialista) ed occupandosi del problema della delimitazione della maggioranza, l' onorevole Nenni ebbe a dire: limitazione non può voler dire respingere i voti che vengono in appoggio a questa politica. limitazione può voler dire una cosa sola: che noi non potremmo ammettere che nel programma del Governo ci fossero deficienze interne, che sui problemi che ci interessano ci si permettesse di andare avanti facendo ricorso, per esempio, ai voti dei liberali, né potrebbe ammettere la Democrazia Cristiana , per quella che è la sua posizione, che la maggioranza si rompa e che sui problemi di fondo se ne ricostituisca un' altra. la posizione presa allora da Nenni era una posizione equilibrata. egli diceva: la delimitazione della maggioranza non significa che occasionalmente dei voti non possano concorrere a portare innanzi la politica della maggioranza. qualora però quei voti diventassero determinanti, cioè la maggioranza si rompesse per ricostituirsi attraverso appoggi esterni, noi socialisti non potremmo tollerare appoggi esterni provenienti da destra ed i democristiani non potrebbero tollerare appoggi provenienti da sinistra. ripeto: era un modo equilibrato di impostare il problema della delimitazione della maggioranza in termini certamente corretti dal punto di vista costituzionale ed anche dal punto di vista politico. ma oggi l' onorevole De Martino , consegretario del partito socialista unificato e capo di una sua corrente ragguardevole, quale tesi sta sostenendo in accordo anche con altre tra le molte correnti che in questo momento stanno affilando le armi in vista del congresso socialista? l' onorevole De Martino sta sostenendo in maniera ufficiale — lo ha sostenuto in una recente riunione cui ha dato carattere di ufficialità — che i voti esterni, e per parlare più chiaro, come egli ha affermato esplicitamente, i voti comunisti e socialproletari, non possono essere respinti a priori : devono essere a priori considerati accettabili anche qualora siano determinanti. onorevoli colleghi , questo che cosa significa? se i voti esterni ad una maggioranza diventano determinanti, in quel momento la maggioranza non c' è più, in quel momento si determina una nuova maggioranza, attraverso la perdita di determinati settori e consensi interni alla formula e l' acquisizione di determinati settori e consensi (e gruppi addirittura, in questo caso) esterni alla stessa. in termini politici questo significa evidentemente che vi è stata una frana all' interno della maggioranza: se determinati gruppi od uomini già facenti parte della maggioranza hanno ritenuto di ritirarsene al momento di una votazione determinante, cioè al momento della votazione su una parte del programma, significa. che quei settori, gruppi ed uomini non accettano più quella parte del programma mentre altri settori, gruppi ed uomini, pur di portare avanti quella od altre parti del programma, preferiscono giungere ad una rottura della maggioranza ed all' acquisizione di altri voti. ora, che ciò accada nella dialettica politica, nella dinamica delle situazioni, è perfettamente concepibile. quando, in questi venti anni, da una formula di maggioranza si è passati ad un' altra formula di maggioranza, le crisi, da qualsiasi settore siano state determinate, interno od esterno alla maggioranza, hanno sempre proceduto secondo questa dialettica e secondo questa logica. è sempre accaduto che una parte della maggioranza si sia ritirata e sia stata integrata da settori che di essa non facevano parte. è sempre accaduto che queste crisi si siano determinate attraverso dissensi nati all' interno della maggioranza. ma quando aprioristicamente, in modo preconcetto, in termini di definizione addirittura assiomatica ed apodittica, si stabilisce che un determinato gruppo, un determinato partito estraneo alla maggioranza può entrare a far parte di essa solo perché i voti di un gruppo o di gruppi o di partiti della maggioranza sono venuti a mancare, senza che quel gruppo o quel partito possa essere considerato traditore rispetto all' impegno assunto nei confronti della maggioranza, allora, onorevoli colleghi socialisti, ed anche democristiani — perché voi questi discorsi li sopportate dai vostri alleati socialisti — siamo evidentemente di fronte alla aprioristica dichiarazione che quella certa maggioranza, quella certa formula, il centrosinistra, non funziona più, non esiste più, esattamente come noi andiamo dicendo. è per questo motivo che garbatamente addebitiamo al signor presidente Leone il reato di occultamento di cadavere, cioè del cadavere del centrosinistra. d' altra parte io sono piuttosto ingeneroso — lo riconosco — quando attribuisco all' onorevole Leone questo addebito. si tratta di un addebito puramente formale, perché il cadavere del centrosinistra lo abbiamo visto affiorare sulle acque, spesso tempestose, della scorsa legislatura in più di una occasione, quando si è verificato ciò che l' onorevole De Martino e i suoi amici di partito vanno adesso prospettando come possibile nel prossimo futuro. in più di un' occasione, nella scorsa legislatura, i voti comunisti sono giunti in soccorso di alcuni settori del centrosinistra; anzi, può dirsi senza tema di sbagliare che le grandi occasioni qualificanti — secondo noi, in termini garbatamente politici, squalificanti — della scorsa legislatura sono state caratterizzate tutte dal realizzarsi o dal prefigurarsi di quella nuova maggioranza della quale i comunisti vanno parlando come di un obiettivo a lungo termine . sulla legge per la programmazione economica i comunisti, o almeno i deputati sindacalisti del gruppo comunista, hanno manifestato una astensione di appoggio; sulla legge elettorale regionale l' appoggio dei comunisti non era determinante da un punto di vista numerico o puramente quantitativo, ma i colleghi che erano in quest' Aula nella scorsa legislatura sanno perfettamente quanto l' apporto comunista sia stato determinante ai fini dell' impulso politico, di quello che Togliatti chiamava, dal suo punto di vista giustamente, « lo stimolo » . financo la « miniriforma » per il riassetto delle carriere statali, approvata in fine di legislatura, ha avuto la benevola astensione dei deputati sindacalisti della Cgil. fin dalla scorsa legislatura, dunque, si sono predisposti i tempi e i termini per giungere a queste conclusioni. perciò il senatore Leone ha ragione quando afferma che non vi è soluzione di continuità. ma è una continuità nella dissoluzione del centrosinistra, non nel suo proseguimento; è un momento che si pone già oltre, di là o di qua, secondo i punti di vista , di un centrosinistra che da un pezzo non c' è più e che riesce a vivacchiare, a vivere, a sopravvivere, che spera e pensa di resuscitare soltanto snaturando se stesso attraverso l' acquisizione permanente, legittimata da ogni punto di vista , e costituzionale e politico, dei voti comunisti e dei voti socialproletari. ora, poiché i colleghi comunisti, nel corso di questo dibattito o sulla loro stampa in questi giorni, onorevole Leone, le rimproverano qualche piccola omissione — e hanno dovuto fare degli sforzi di fantasia per andare a sceverare nel suo chilometrico programma i punti, ad essi graditi, che ella non abbia trattato — poiché i comunisti individuano in tre punti, se non erro, queste sue omissioni, onorevole Leone, rimproverandole di non essersi pronunciato sul Sifar, di non aver preso posizione con chiarezza nei confronti della Federconsorzi, di non aver parlato del Vietnam, io ritengo, senza alcuna autorevolezza, di poter rassicurare i colleghi comunisti: state certi, l' onorevole presidente del Consiglio metterà un poco di Sifar, un poco di Federconsorzi, un poco di Vietnam nel discorso di replica . è nel suo stile, nel suo costume, nel suo garbo, ma è anche nella logica di questa situazione politica che vuole che nulla di ciò che il settore dell' estrema sinistra va chiedendo sia... disatteso da un Governo di attesa. io le rimprovero, sempre garbatamente, senza offesa, il concorso in un secondo delitto, signor presidente del Consiglio : il delitto di disconoscimento di paternità. di chi è figlio questo Governo, signor presidente del Consiglio ? abbiamo letto con un certo disappunto il comunicato ufficiale che è stato diramato dal gruppo della Democrazia Cristiana della Camera, dopo le riunioni che il gruppo stesso ha tenuto. in quel comunicato è detto che questo è un Governo promosso dal presidente della Repubblica , con la partecipazione di parlamentari democristiani. onorevole Leone, l' hanno trattata peggio, mi consenta di dirglielo, dell' onorevole Pella, dell' onorevole Tambroni, o dell' onorevole Segni edizione 1960, i cui governi vennero definiti « amici » della Democrazia Cristiana : ora invece si parla di un Governo « con la partecipazione di parlamentari » della Democrazia Cristiana . nei cartelloni cinematografici siamo abituati a leggere « con la partecipazione straordinaria di... » . qui il termine « straordinario » non è stato scritto nel comunicato, mah significato era quello: perché vi sono talune straordinarie partecipazioni, di degnazione, da parte di superministri e vi sono talune straordinarie assenze, anche esse di degnazione e cariche di significati. il partito della Democrazia Cristiana e i gruppi della Democrazia Cristiana , sia detto senza offesa per alcuno, sottolineano queste posizioni di estraneità e di partecipazione come se il partecipare ad un Governo non fosse, per il partito che ha avuto, se non sbaglio, il maggior numero di suffragi, prima di tutto un dovere verso lo Stato, ma fosse invece una sorta di degnazione verso il presidente della Repubblica che ha ritenuto di conferire all' onorevole Giovanni Leone, senatore a vita e personaggio molto importante e degno della Democrazia Cristiana , l' incarico di formare il nuovo Governo. io so che, quando noi. lanciamo le nostre frecciate polemiche — magari comiziali, magari eccessive, per carità, specie da parte del sottoscritto — contro la partitocrazia, immediatamente voi rispondete che si tratta o di nostalgie o di attacchi qualunquistici. ma io vi sfido a dichiarare di fronte all' attenzione dell' opinione pubblica — ammesso e non concesso che l' opinione pubblica voglia a sua volta degnarsi di seguire questi nostri dibattiti — che queste nostre critiche alle conseguenze letali e ignobili della partitocrazia sono pure sparate qualunquistiche. questo è il capolavoro alla rovescia della partitocrazia: l' atteggiamento di disimpegno — perché di fronte a questo ci si trova — della Democrazia Cristiana a titolo di risposta al disimpegno del partito socialista nei riguardi di un Governo del quale la paternità, deve essere attribuita — diceva l' onorevole De Marzio — a... San Giuseppe . attribuiamola a San Giuseppe : indubbiamente in questo caso si tratta di una... immacolata concezione. ma io penso che nei confronti di un Governo i parlamentari che hanno l' onore, dal loro punto di vista , di essere chiamati a sostenerlo e a sorreggerlo politicamente e programmaticamente dovrebbero essere invitati da parte dei loro gruppi a parlare ben altro linguaggio, non questo. quale mai linguaggio dovrebbero parlare gli oppositori di un Governo simile se i sostenitori, se i fautori, se gli inventori, se i beneficiari del potere ne parlano con questo distacco, quasi si trattasse di cosa non pertinente alle loro responsabilità? e infine, onorevole presidente del Consiglio , io le debbo addebitare — mi scusi ancora — un terzo delitto: vale a dire il delitto di sostituzione di persona. non so se esista il delitto di « sostituzione di forma di governo » , perciò mi esprimo molto impropriamente: ella mi perdonerà; d' altra parte, visto che dovrete riformare in questi mesi anche i codici, può darsi che in tale riforma, che senza dubbio realizzerete tra l' agosto e il settembre, trovino posto queste mie imprecise configurazioni. io credo che si possa ravvisare qui anche un reato di sostituzione di persona o di cosa o di Governo, perché questa formula di Governo nessuno fra noi l' ha saputa definire, nemmeno l' onorevole Moro. vero che l' onorevole Moro è in vacanza, ma lo abbiamo visto frequentare l' Aula parlamentare; pensiamo che si occupi ancora di queste cose e, dato il gusto e il vezzo che egli ha delle formule, se avesse trovato questa sarebbe stato così gentile da metterla a nostra disposizione. qui ci siamo trovati di fronte, all' argento vivo, all' acqua sfuggente, al governo d' attesa, d' affari, monocolore, programmatico. che c' è sotto, onorevole presidente del Consiglio ? come lo vogliamo chiamare, questo Governo? io ci ho pensato. non ho la capacità dell' onorevole Moro, ma ho trovato una formula che non le piacerà, che non piacerà a nessuno. credo che questo possa essere definito corde un governo « paraninfo » . questo non è un governo d' attesa, ma, se posso dirla alla francese (la Francia è in qualche modo di moda in tutti gli ambienti), un Governo entraineuse, o piuttosto un Governo allumeuse, cioè un Governo che ha la stessa funzione (ed è un complimento che io le faccio, onorevole Leone) di quelle fanciulle che hanno il compito di preparare l' ambiente, di risvegliare certe sopite energie, di indurre il giovane a ritenere che egli, in sostanza, non ha motivo di essere troppo ritroso nei confronti della giovane, ormai talmente compromessa da necessitare di un' unione in qualche modo, magari solo civile (ormai siete laici anche voi!) o anche consacrata o consacrabile. credo che altra definizione della funzione vera di questo Governo non si possa dare. perché sono arrivato a dare dentro di me questa definizione che io stesso ammetto potrebbe essere considerata poco rispettosa? perché ho riflettuto su una delle tante dichiarazioni, piuttosto estemporanee, del consegretario socialista onorevole De Martino . non credevo che l' onorevole De Martino fosse un personaggio così brillante: nella scorsa legislatura lo abbiamo conosciuto come piuttosto lugubre, anche quando i dibattiti ai quali egli partecipava erano tali da poterlo indurre a prestazioni più consone ad uno spirito partenopeo quale sembra egli sia. ma in questa legislatura sentiremo quello che ci dirà: speriamo tanto che non ci deluda, perché uno dei numeri della situazione attuale è senza dubbio l' onorevole De Martino , e se egli ci viene meno la situazione diventa davvero afosa. l' onorevole Tanassi non ha mai sprigionato fantasia, cosicché, dato il declino di papà Nenni ed il conformismo socialcomunista di Lombardi, la sola speranza che ci sia rimasta è rappresentata dalla fantasia dell' onorevole De Martino , con il quale io mi compiaccio, perché ha fatto di recente una dichiarazione che dapprima mi ha sorpreso, poi mi ha molto divertito, infine mi ha fatto riflettere. l' onorevole De Martino ha dichiarato (cito testualmente): « il Governo Leone è il primo risultato positivo dell' azione intrapresa dal partito socialista unificato per una modificazione del quadro politico » . poiché l' onorevole De Martino ha detto ciò dopo avere ascoltato l' esposizione programmatica dell' onorevole Leone, la sua dichiarazione sulle prime mi ha sorpreso, perché mi son detto: è molto strano che il partito socialista consideri risultato positivo della sua non partecipazione, del suo disimpegno (dopo cinque anni) da un Governo, il fatto che quel Governo esprima un programma che può non dispiacere o può addirittura piacere al partito socialista . successivamente mi ha divertito, la dichiarazione dell' onorevole De Martino , perché troppo grossolanamente contraddittoria. successivamente ancora mi ha fatto pensare. e ho detto: non è possibile che l' onorevole De Martino se ne esca in dichiarazioni così banali, così contraddittorie e, in fin dei conti , così grottesche e così controproducenti! è un professore di diritto romano all' università di Napoli; lo era anche nei tempi antichi, quando non c' erano contestazioni, quando i professori — poverini — erano costretti a prendere la tessera del partito fascista per potere insegnare; è un uomo che ha molto sofferto in quella e in tante altre circostanze; che ha meditato; che è alla testa (sia pure per metà) di un importantissimo partito. se fa una dichiarazione simile, deve esserci — ho detto a me stesso — qualche motivo serio e profondo. e il motivo serio e profondo c' è (lo dico senza ironia questa volta): l' onorevole De Martino ha ragione. perché il programma esposto dall' onorevole Leone è il primo risultato positivo del disimpegno socialista? perché il programma esposto dal Governo Leone non vale (e l' onorevole Leone non se ne dispiaccia: egli lo sa quanto noi) ai fini del giudizio sui contenuti di questo Governo, i quali contenuti sono politici e non programmatici; non vale e non varrà (stia certo l' onorevole Leone) ai fini del giudizio finale che fra sei mesi o un anno o quando che sia noi tutti dovremo dare sull' attività di questo Governo: perché da questo possibile reato, onorevole Leone, e cioè dal reato di inefficienza o di scarsa efficienza o di scarso impegno programmatico, l' abbiamo già assolto in anticipo quando abbiamo constatato il vero reato di cui si macchia il suo partito, di cui si macchiano i suoi gruppi parlamentari non dandole se non un appoggio distaccato e disimpegnato. il programma del Governo Leone (questo ha capito — io immagino — il consegretario socialista onorevole De Martino ) è già la prima fase delle trattative che nell' autunno o nell' inverno prossimi o nella primavera 1969 i socialisti condurranno con i democristiani e con i repubblicani. se dunque attraverso il suo disimpegno il partito socialista — non assumendo alcuna responsabilità politica per l' oggi e per il domani immediato, riservandosi in un atteggiamento di apparente (di solo apparente) nobiltà, non compromettendosi affatto, non ridichiarando a priori di voler sposare a tutti i costi la formula del centrosinistra, non cacciandosi in un vicolo cieco (come la Democrazia Cristiana è stata cacciata dalla sua folle politica nel vicolo cieco senza uscite del centrosinistra) e aprendo o lasciando aperta a se stesso anche l' alternativa del Fronte popolare o della maggioranza allargata — se il partito socialista è riuscito come primo risultato ad ottenere che la base delle future trattative sia questa (cioè la più avanzata, la base che già contiene, come avete sentito e come mi permetterò di dichiarare fra poco, quasi tutto ciò che in questo momento non i socialisti, ma gli stessi comunisti possono chiedere ad un Governo del quale non facciano parte), allora ha avuto ragione l' onorevole De Martino non partecipando, disimpegnandosi, ma dietro le quinte manovrando attraverso gli alleati potenti ed autorevoli che i socialisti hanno all' interno della Democrazia Cristiana perché il programma del cosiddetto governo d' attesa fosse più avanzato di tutti i programmi dei governi impegnati. perché così i socialisti hanno ottenuto il massimo che potevano ottenere! e ve li troverete, onorevoli colleghi della Democrazia Cristiana , alle trattative di settembre, ottobre, novembre, dicembre, quando che sia, non pronti all' accordo, ma pronti a scaricare sulle spalle della Democrazia Cristiana ogni eventuale disaccordo e pronti ad incassare come patrimonio acquisito tutto ciò che nel frattempo la Democrazia Cristiana avrà ceduto senza ottenere alcuna contropartita, almeno apparente e visibile. ecco quella che a noi sembra essere la situazione di questo Governo in questo momento. e poiché mi sono permesso di parlare, sempre scherzosamente, di delitti addebitati al signor presidente del Consiglio e a questo Governo, vorrei tentare di individuarne i complici, o, per dir meglio, i responsabili. i veri responsabili sono senza dubbio i dirigenti dei partiti del centrosinistra, a cominciare dai socialisti. io non voglio permettermi di fare ai socialisti — non ne ho il diritto — un discorso moralistico o moraleggiante. quando ci permettemmo di porre una questione morale ad un gruppo di rappresentanti governativi del partito socialista verso il termine della precedente legislatura, proprio a me l' onorevole Nenni rispose, allargando le braccia, che egli è un figlio del popolo digiuno di diritto; ritengo che figli del popolo e digiuni di diritto siano anche gli altri dirigenti del partito socialista unificato , e pertanto problemi in termini di moralità generica non mi permetto di porne (e del resto credo che, quando essi non vertano su questioni specifiche, sia sempre errato da parte di chiunque pontificare qui di problemi di moralità generica). ma problemi di moralità in termini politici e concreti io credo di poterne porre. il disimpegno. onorevoli colleghi socialisti, voi vi siete disimpegnati dalle cariche di Governo e dagli impegni di maggioranza. un grosso sacrificio! ma vi siete disimpegnati dal « parastato » ? sarebbe stato un bel gesto! sarebbe stato assai interessante ecco una svolta storica, una svolta storica in questo dopoguerra — se tutti i dirigenti impegnati del partito socialista avessero detto all' unisono, con i loro ex ministri, con i loro colleghi di maggioranza: lungi da noi il potere; perché il Governo in Italia non « è » il potere, il Governo in Italia « esercita » il potere. ed è vero (l' onorevole Leone ne fece un' esperienza e sta per farne una seconda): il Governo in Italia « esercita » il potere, e — data la confusione di poteri esistente nel nostro paese, anche costituzionalmente — lo esercita anche in limiti estremamente angusti. il presidente del Consiglio esercita il potere in limiti talmente angusti che gli è difficile scegliere un sottosegretario piuttosto che un altro; il presidente del Consiglio — questo presidente del Consiglio , senatore a vita, personaggio indubbiamente cospicuo nella costellazione politica italiana esercita il potere in limiti talmente angusti che, contravvenendo al suo buon gusto, ai suoi indirizzi giuridici, alle sue esperienze di Governo, è stato costretto a dar vita ad un Governo elefantiaco. egli esercita il potere in limiti talmente angusti che, tra le tante riforme, tra le tante leggi necessarie ed urgenti che egli ha indicato, non ha potuto indicare la prima, forse la sola che avrebbe dovuto indicare in un momento simile: la legge relativa alle funzioni ed attribuzioni della Presidenza del Consiglio , alle funzioni e attribuzioni dei ministeri. noi viviamo da vent' anni — da oltre vent' anni , da quando è stata abolita, come doveva essere abolita, dandosi luogo ad un nuovo ordine, la legge fascista relativa alle attribuzioni del capo del governo — noi viviamo in Italia da oltre vent' anni in una situazione di vuoto giuridico pauroso al vertice dell' Esecutivo. ventisei ministri, quarantasei sottosegretari (o meglio quarantacinque, perché l' onorevole Vedovato, al quale rendiamo omaggio, ha dichiarato di non essere competente, memore di un criterio di competenza che, onorevole Leone, se dovesse essere coerentemente applicato porterebbe a numerose altre dimissioni dai banchi del Governo , almeno secondo la nostra impressione)! i poteri non appartengono al Governo, in Italia; i poteri appartengono ai partiti, al parastato » . io ho letto — e mi dispiace di fare questo esempio (potrei farne altri), ma è un esempio recente — io ho letto sull' Avanti! in questi ultimi tempi, durante la campagna elettorale , un testo significativo, e me lo sono appuntato. Avanti! !, il primo maggio, ha pubblicato questo titolo: « il compagno Froio presidente della "Cogne" » . e scriveva l' organo socialista: « il compagno Froio, nato nel 1934, è membro del comitato centrale del partito, segretario regionale del partito socialista unificato della Valle d'Aosta , presidente dell' istituto case popolari e consigliere comunale di Aosta. è stato segretario della Camera del Lavoro di Catanzaro, consigliere comunale della stessa città e vicesegretario della federazione socialista di Catanzaro » . anche oggi il compagno Froio continua ad essere presidente della « Cogne » ; ed è, onorevoli colleghi , un incarico piuttosto importante. un altro esempio è quello del compagno De Andreis , socialista di Cuneo, del quale leggemmo, sempre sull' Avanti! , allorché fu nominato presidente dell' Inail, i titoli: i titoli erano i seguenti: già partigiano, socialista, nato a Cuneo. si tratta di titoli di stretta competenza, tali da indurci a pensare che egli fosse l' uomo indicato, l' uomo giusto al posto giusto! non poteva non avere la presidenza di un grande ente previdenziale. e poi si parla, da parte dei settori di sinistra, della crisi degli enti previdenziali, e si parla della necessità di fare accedere i lavoratori al controllo della gestione degli enti previdenziali! si parla anche, con ragione, della necessità di unificare, dopo tanti anni, gli enti previdenziali. ma non si muove un passo per unificarli, perché tre posti da distribuire a favore della partitocrazia sono certo più di un posto... se ci fosse un solo posto al vertice della previdenza italiana, l' avvocato De Andreis non avrebbe potuto ottenere un così alto incarico! c' è da parte dei socialisti l' intenzione di disimpegnarsi anche dalle posizioni di potere? sembra di no; abbiamo saputo con molto piacere che anche alla Camera il prezioso ausilio della competenza, della capacità, dell' impegno politico e soprattutto dell' assenza di ogni faziosità di taluni colleghi socialisti è stato assicurato anche per questa legislatura. è già stato stabilito infatti, prima che ci si rechi a votare nelle rispettive Commissioni, e prima ancora che le Commissioni stesse siano costituite, ed è stato anche annunziato, qualche nome di chi avrà l' onore di presiedere le Commissioni parlamentari. tale distribuzione è stata fatta tra i gruppi di centrosinistra. credo che tutto ciò dimostri poco rispetto nei suoi confronti, signor presidente , e nei nostri confronti. noi non intendiamo sopportare senza reagire questa situazione! purtroppo, signor presidente , non si tratta di voci, ma di comunicati emessi dai rispettivi gruppi. la prego di voler controllare, signor presidente . quanto alla Democrazia Cristiana , ho letto, attraverso il sunto che ne ha dato il giornale ufficiale di quel partito, ciò che è stato detto nel gruppo democratico cristiano in questi giorni. con molto interesse naturalmente ho letto interventi non conformisti, fra i quali quello molto intelligente, come al solito, dell' onorevole Granelli. mi rifaccio al sunto pubblicato dal Popolo, nel quale si afferma che l' onorevole Granelli ha dichiarato: « la crisi del centrosinistra è il frutto dello svuotamento dei suoi contenuti originari » . come vedete, l' onorevole Granelli, forse volendo dire qualcosa di diverso da quello che mi sono permesso di affermare in precedenza, dice la stessa cosa. ma non questo mi interessa. vorrei domandare all' onorevole Granelli, a tutti i colleghi della Democrazia Cristiana più pensosi dei problemi non del loro partito (nei quali mi permetto di non interferire; se fossi un socialista, lo farei: è una licenza di caccia che avete concesso, colleghi della Democrazia Cristiana , sembra in esclusiva, ai socialisti) ma di quelli in ordine ai quali dobbiamo affaticarci un po' tutti, se non si siano resi conto che non solo la crisi del centrosinistra è il frutto dello svuotamento dei suoi contenuti originari, ma che, se vi è — e sembra vi sia, perché se ne parla in molti settori della stessa Democrazia Cristiana — una crisi nella Democrazia Cristiana , essa è a sua volta e in misura forse più approfondita una crisi di svuotamento dei contenuti originari della Democrazia Cristiana . io sono nostalgico di altri tempi, di altre cose, di altri uomini; non di De Gasperi , ad esempio, e tanto meno dell' onorevole Scelba; tuttavia, qualche volta verrebbe voglia ad un vostro avversario di manifestare qualche nostalgia, e proprio dal vostro punto di vista , nei confronti dei tempi dei De Gasperi e degli Scelba, perché allora determinati contenuti ad avviso di quegli uomini, naturalmente, validi ed accettabili, e a nostro avviso da combattere, come li combattemmo — la Democrazia Cristiana riuscì pure a portare nella vita politica del nostro paese, soprattutto ad opera di Alcide De Gasperi . erano contenuti che molti tra voi oggi — sorridendo forse, con minore rispetto di quello che proviamo noi nei confronti di un vecchio avversario che non c' è più — definiranno arcaici, e che probabilmente possono apparire arcaici al raffronto... ma al raffronto di che cosa? non dei vostri nuovi contenuti, ma al raffronto delle proteste — tra poco ne parleremo — che proprio la carenza di vostri nuovi contenuti determina nell' opinione pubblica , nel paese, nelle categorie sociali. al tempo di De Gasperi si sentiva ancor parlare — e molti tra voi sorrideranno, ma se scorrete gli atti dell' Assemblea costituente sorriderete meno, perché se ne parlò in termini di alta responsabilità — si sentiva ancora parlare di corporativismo cattolico. se ne parlava con rispetto, se ne parlava con approfondimento di termini, se ne parlava da parte di uomini insospettabili di qualsiasi collusione precedente con il regime fascista; se ne parlava da parte di cattolici i quali apparivano cattolici nel senso pieno e fervido del termine. successivamente, caduto, da parte di molti tra i massimi esponenti della Democrazia Cristiana , il tentativo, caduta la capacità di parlare all' opinione pubblica ed ai ceti popolari in termini di corporativismo cattolico, si parlò in termini di interclassismo, si parlò in termini di solidarismo. se oggi noi chiedessimo ai più avveduti tra voi, ai più avanzati socialmente tra voi, quali siano i vostri contenuti sociali in termini di principio, penso, temo (leggo quello che scrivete e quindi ritengo di non sbagliare) che i vostri contenuti sociali, in linea di principio , apparirebbero confluenti con i contenuti sociali non solo e non tanto dei repubblicani, ma dei socialisti, ma dei socialproletari, in molti casi degli stessi comunisti. quale significato hanno i colloqui che si svolgono in termini sociali, sempre da parte vostra, o di molti tra voi, in quella direzione, se non un significato di capacità e di possibilità di discutere sullo stesso terreno, non in identità di conclusioni o di finalismi (lo voglio lealmente riconoscere), ma in una analogia di qualificazioni, di terminologie, insomma su un terreno che consente a voi e a loro di trovare continuamente agganci, appigli, un minimo denominatore comune, una possibilità di intesa che in altri tempi assolutamente non esisteva, non perché essi fossero diversi, ma perché voi eravate diversi, perché avevate un contenuto, un messaggio, qualcosa da rivendicare? se siete arrivati a queste squallide conclusioni, a non avere neppure il coraggio di definirti la vostra appartenenza ad un Governo, a non avere il coraggio di reagire ad un partito socialista il quale vi sta trattando dall' alto in basso e vi sta menando dove vuole, ottenendo la vostra massima compromissione e il suo massimo disimpegno, se siete giunti a questo vuoto morale è perché, prima del vuoto morale, si è determinato nelle vostre file il vuoto politico, e perché esso a sua volta è stato predeterminato nelle vostre file da un vuoto di coscienza, cioè di ideologia. come gruppo di potere non potete fare altro che dipendere dai socialisti, i quali hanno ben altri gruppi di potere, virtuali o in atto, alle loro spalle e ai loro fianchi. soltanto come presa di coscienza, voi potevate, in questa fase della vita politica italiana , determinare una svolta che sarebbe stata davvero storica se avesse rappresentato da parte vostra, nei confronti dell' opinione pubblica , l' assunzione delle vostre responsabilità di fronte al crollo, al fallimento, alla morte, come ho detto, della formula di centrosinistra. devo dedicare infine, per terminare questa parte e avviarmi alla conclusione del mio ragionamento, una sola parola all' onorevole La Malfa , che non credo sia presente, ma che certamente interverrà a conclusione di questo dibattito e, come ha sempre fatto da quando lo conosciamo, insegnerà a tutti, senza eccezione, quali siano le direttive di marcia, quali gli errori compiuti, quali gli uomini da correggere. l' onorevole La Malfa parla e scrive molto, fa scrivere molto di sé e, come tutti coloro che parlano e scrivono molto, penso non abbia il tempo di rileggere ciò che egli scrive o fa scrivere di sé. ecco perché mi permetto di rileggere io un suo prezioso concettino » , apparso su L'Espresso (manco a dirlo) del 23 giugno. si tratta di una delle tante tavole rotonde; interlocutore, l' onorevole Giolitti. l' onorevole La Malfa ha dichiarato testualmente (sono affermazioni non smentite): « io ho visto all' opera due governi di centrosinistra, quello avanzato nel 1963 e quello moderato dell' ultima legislatura. ebbene, il risultato è stato in entrambi i casi una notevole avanzata dei comunisti » . questo ha detto l' onorevole La Malfa , il quale, dato che non c' è due senza tre, per concedere l' onore e la possibilità ai comunisti di un' altra notevole avanzata, si è dato da fare, continua a darsi da fare perché alle due precedenti manifestazioni del centrosinistra segua la terza. notate che l' onorevole La Malfa in questa « tavola rotonda » contraddiceva l' onorevole Giolitti, il quale affermava che il centrosinistra avrebbe regalato voti ai comunisti nella propria espressione moderata, ma se avesse raggiunto una spinta in avanti, risolutiva dal punto di vista sociale, avrebbe invece tolto voti ai comunisti. l' onorevole La Malfa ha risposto: no, il centrosinistra per definizione, e nell' edizione moderata e nell' edizione avanzata, regala voti ai comunisti. e ha aggiunto nella stessa intervista: entrambe le versioni del centrosinistra sono fallite. e al giornalista che gli chiedeva conto del fallimento, l' onorevole La Malfa ha risposto: « non abbiamo chiarito in che condizioni si può fare una politica di programmazione » . dopo di che, egli verrà qui e ci insegnerà in quali condizioni si può fare una tale politica. e non ho difficoltà a indovinarlo: l' onorevole La Malfa ci spiegherà che per fare una politica di programmazione ci vogliono le regioni. e allora noi gli diremo che ci spieghi come dovranno essere fatte le regioni e se egli sia d' accordo sul modo in cui, anche ai fini della programmazione, hanno finora funzionato le regioni a statuto speciale , a cominciare dalla sua Sicilia. e quindi egli dirà di essere un critico fiero e feroce del modo discontinuo, disorganico, disonesto con cui la programmazione è stata finora attuata dalla regione a statuto speciale siciliana, chiunque l' abbia governata o abbia partecipato alla maggioranza, ma affermerà di avere pronto un progetto attraverso il quale egli ci spiegherà e chiarirà come la programmazione regionalizzata possa aver luogo. e un discorso che ai colleghi di prima legislatura potrà anche piacere. io ho voluto soltanto dire che ce lo siamo sentito ripetere nelle precedenti legislature parecchie volte e che i risultati, secondo l' onorevole La Malfa , sono quelli che abbiamo visto, vale a dire incremento dei voti comunisti con qualsiasi versione del centrosinistra. sicché mi sono corretto nei confronti del Governo. se il Governo è stato indotto a compiere una serie di delitti perfetti in quest' occasione, senza alcun dubbio le responsabilità vanno ricercate nei partiti del centrosinistra. il Governo ha un' altra sua pezza giustificativa: il programma. si è detto che l' onorevole Leone è stato troppo ambizioso, che è stato molto abile. io credo, onorevole Leone, senza farle offesa, che ella sia stato abbastanza abile, anche al di là del necessario, perché il lavoro glielo avevano preparato altri (non intendo parlare del lavoro di redazione del programma, bensì del lavoro politico), e che ella, se mi consente, abbia fatto male, in termini di correttezza, ad infarcire il programma di tante cose. vede, onorevole Leone, se il suo programma fosse stato destinato solo ai gruppi parlamentari del centrosinistra e magari ai socialproletari e ai comunisti e anche a noi, se il suo programma avesse avuto inizio e termine qui dentro, il parlare di determinati problemi per costringere taluni gruppi a votare contro, il parlare di determinati problemi per costringere altri gruppi ad attenuare la loro opposizione, il parlare di determinati problemi per provocare talune astensioni benevole, le sarebbe stato da tutti quanti perdonato, perché nessuno di noi avrebbe potuto non rendersi conto della situazione in cui ella si sarebbe venuto a trovare. ma, onorevole Leone, il programma esposto da un presidente del Consiglio varca i limiti ed i termini delle Aule parlamentari, è destinato all' opinione pubblica , al paese. fra qualche settimana, o qualche mese, coloro che fin qui hanno avuto ragione di manifestare il loro scontento e la loro delusione, non nei confronti di un Governo o di un altro governo, ma nei confronti delle istituzioni, trarranno il giusto spunto dall' inadempienza forzosa in cui ella e i suoi colleghi si verranno a trovare, per esacerbare ed accrescere la loro manifestazione di malcontento, di disistima, di delusione, di protesta verso le istituzioni tutte intere. cosa, questa, che ella non può desiderare e che neppure noi oppositori, in questo senso ed in questi termini, desideriamo. comunque, del suo lungo programma desidero rapidissimamente esaminare pochi punti. regioni. onorevole presidente del Consiglio , tutti sanno che ella ha inserito l' impegno regionalistico nel suo programma di Governo per, diciamo così, indurre cortesemente e garbatamente taluni gruppi a liberarsi dalla maliziosa tentazione, non di votarle in favore, ma di darle addosso, il che le sarebbe molto dispiaciuto, perché avrebbe determinato la caduta del ministero. a questo fine, però, onorevole Leone, ella è stato mal consigliato. le hanno consigliato di abbondare. ella ha detto cose che poteva risparmiarsi di dire e che non hanno incontrato, se interpreto bene i vari atteggiamenti, il gradimento dei gruppi ai quali per converso ella si rivolgeva, sperando di ottenerne il gradimento. i comunisti, i socialproletari, gli stessi socialisti hanno dichiarato, nel corso di tutta la precedente legislatura, che ad un solo impegno essi tengono: che le regioni a statuto ordinario si facciano, che le elezioni abbiano luogo nel termine ormai purtroppo prefissato per legge, l' autunno del prossimo anno. i comunisti, i socialproletari e gli stessi socialisti ci hanno fatto sapere in maniera diretta o indiretta che a tutto il resto, di cui ella ha parlato (legge finanziaria e soprattutto leggi quadro ), essi tengono molto poco o non tengono affatto: infatti, nell' intero corso di questo ventennio, le sinistre ci hanno fatto sapere e capire che esse puntano ad una concezione della attuazione regionale il più possibile autonoma e svincolata da norme statali; e ciò essi non fanno sulla base di un organico indirizzo legislativo che come tale sarebbe rispettabile e neppure sulla base di una ideologia anch' essa rispettabile. la loro ideologia li porterebbe, al contrario, alla centralizzazione, all' inquadramento ed alla programmazione sistematica di tutta la futura attività legislativa, amministrativa ed esecutiva degli organi delle regioni a statuto ordinario . ciò che in realtà essi vogliono è che le regioni si facciano come elementi di disarticolazione dell' unità dello Stato, perché questo è il loro intento. essi vogliono che le regioni si facciano come elementi di disintegrazione anche amministrativa ed economica. se pertanto ella avesse omesso, onorevole presidente del Consiglio , ciò che ha detto per riempire la borraccia, in quel punto della sua lunga esposizione, se avesse evitato l' accenno alla legge finanziaria , alle leggi quadro ed agli altri adempimenti in vista delle elezioni regionali ed avesse potuto limitarsi a garantire che le elezioni si faranno alla scadenza, avrebbe ancora maggiormente allontanato alcuni gruppi ed ancor maggiormente avvicinato altri gruppi. sta di fatto che ella non poteva dirlo perché l' autunno del 1969, almeno per ora, è una scadenza che va oltre i limiti del suo probabile mandato. riforma del diritto di famiglia. onorevole presidente del Consiglio , ella ha accennato all' accettazione da parte di questo Governo, cioè da parte del gruppo della Democrazia Cristiana che dovrà sostenere queste tesi con il voto (se ci si arriverà), del progetto Reale. debbo fare i miei complimenti alla Democrazia Cristiana per questa capitolazione su problemi in merito ai quali credevamo di sapere che avesse dei principi da tutelare e delle posizioni da difendere: sempre che ella, onorevole presidente del Consiglio , abbia parlato con l' autorizzazione del gruppo e del partito democristiano . Alto Adige : noi abbiamo ascoltato oggi una dichiarazione turistica da parte dell' onorevole Dietl, il quale si è molto preoccupato dell' assetto delle strade e dei ponti in Alto Adige . anche noi ce ne preoccupiamo da venti anni e non abbiamo in verità rilevato un contributo positivo dell' onorevole Dietl, della Sudtiroler Volkspartei , dei circoli a cui la Sudtiroler Volkspartei è vicina per un miglior assetto turistico dell' Alto Adige , a meno che l' onorevole Dietl — non ho potuto controllare il testo delle sue dichiarazioni — non reclamasse dal Governo di attuare la rapida ricostruzione dei ponti che essi hanno fatto saltare, delle strade che hanno gettato in dissesto. ma nel bel mezzo della sua esposizione turistica l' onorevole Dietl ha avuto modo (non so se l' onorevole presidente del Consiglio vi ha fatto caso, ma è piuttosto importante) di dire che in « aperto dispregio » del patto De Gasperi-Gruber fu dato al Trentino Alto Adige l' attuale assetto regionale. l' onorevole Dietl è uscito, probabilmente per quei tali motivi turistici, dall' Aula e vorrei ricordare a me stesso, non a lui, e a tutti quanti noi (perché penso che almeno su questi problemi così prospettati possiamo essere d' accordo) che nel 1948 i capi della Sudtiroler Volkspartei , che erano già allora investiti del mandato parlamentare nella prima legislatura, ebbero modo per iscritto ed a voce qui nell' Aula — ricordo in proposito l' onorevole Guggenberg, che era anche dirigente del partito della Sudtiroler Volkspartei di ringraziare solennemente il governo italiano dell' epoca per aver adempiuto in pieno, realizzando tutte le loro speranze, il patto De Gasperi-Gruber trasfuso nello statuto per il Trentino Alto Adige . sicché quando l' onorevole Dietl parla di « aperto dispregio » egli fa offesa — io penso — a tutta una tradizione di eccessivo buon costume, di eccessiva generosità, comunque di generosità e di correttezza dimostrata dallo Stato italiano nei confronti di lor signori . quanto a lor signori io debbo ricordare all' onorevole presidente del Consiglio , che certamente ne è informato, che il 15 di questo mese, cioè nel momento nel quale ella riceverà l' investitura — e come oppositore, come rappresentante di un partito che le voterà contro, cavallerescamente le debbo fare questo augurio — avrà luogo ad Innsbruck un « piccolo vertice » , con la partecipazione del signor ministro degli Esteri austriaco Waldheim, con la partecipazione del governatore civile del cosiddetto Vortirol Wallnoefer, con la partecipazione del dottor Magnago, e, si dice, degli altri dirigenti della Sudtiroler Volkspartei , quindi probabilmente di lor signori che fanno i parlamentari qui. credo, signor presidente , che attraverso la lettura delle corrispondenze che sono apparse sui giornali, e forse anche per altre fonti, ella conosca più approfonditamente il contenuto di quella conferenza; credo anche che ella sappia che non a caso si sono verificati nuovi attentati terroristici, per fortuna senza vittime — ma non per merito degli attentatori — in questi ultimi giorni, in quanto tra i progetti della Sudtiroler Volkspartei , del governo di Vienna e del Governo del nord-Tirol vi è quello di inchiodare l' Italia ad un prossimo dibattito che dovrebbe avere luogo alle Nazioni Unite , che l' Austria si era impegnata quest' anno a non sollevare e che verrebbe invece sollevato con il pretesto — vedi caso: guardate sino a che punto si può giungere di una ripresa di attentati terroristici e quindi di insodisfazione delle popolazioni in Alto Adige . ora, signor presidente del Consiglio , mi duole molto per lei che — se sono vere le notizie, ufficiali questa volta (non voci), che hanno circolato su tutta la stampa italiana ella debba essere tra qualche giorno inchiodato all' astensione, alla Camera e al Senato, dei rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei . non credo sia un onore per un Governo ricevere, gradire, accettare e soprattutto sollecitare — se dovessero essere sollecitati nella sua replica, signor presidente del Consiglio appoggi di quel genere in un momento di questo genere. anche perché lor signori non hanno neppure il garbo, vorrei dire non hanno l' abilità di certe posizioni. l' onorevole Dietl pochi minuti fa ha parlato della provincia di Bolzano come di uno spazio culturale austriaco. io penso che una affermazione di questo genere non possa essere accettata né dalla Camera né dal Governo, e penso che chi si esprime in tal modo non possa, sia pure indirettamente, essere accettato come facente parte di una maggioranza che, presieduta da un buon italiano come è lei, senatore Leone, dobbiamo ritenere abbia la aspirazione di manifestarsi e di esprimersi come la maggioranza del Parlamento, ma anche come la maggioranza della nazione. io la prego, signor presidente del Consiglio , di riflettere su questi argomenti perché vi sono dei gravi precedenti. le cito un precedente del 1954, quando l' onorevole Scelba si avvalse dell' astensione di lor signori , ed essi ne approfittarono pochi mesi dopo per presentare in maniera imperativa quel memorandum, redatto a Vienna e da essi portato a Roma, che ha rappresentato poi l' inizio di tutte le successive rivendicazioni, sempre più pressanti, del governo di Vienna e della stessa Sudtiroler Volkspartei . quanto alle sue dichiarazioni a proposito del trattato di non proliferazione , onorevole presidente del Consiglio , noi attendiamo il dibattito che si svolgerà — ella lo ha cortesemente preannunciato — dopo la fiducia. noi pensiamo che siano esatte, e la preghiamo di volercene dare conferma o smentita, le notizie in base alle quali quel dibattito si concluderebbe per iniziativa del Governo con una votazione impegnativa. attendendo quel dibattito — e preannunciandole che il gruppo del Movimento Sociale Italiano vi parteciperà, non dirò in maniera massiccia ma in maniera estremamente impegnativa desidero soltanto dirle che le dichiarazioni che ella ha avuto la amabilità di fare nel suo discorso di presentazione ci appaiono per lo meno contraddittorie. infatti esse si compongono di due capoversi: nel primo ella annuncia la disponibilità del governo italiano per una firma immediata al trattato di non proliferazione ; nel secondo invece ella afferma che il trattato, comunque, non dovrà costituire una discriminazione fra le potenze nucleari e le potenze non nucleari ai fini dell' impiego pacifico dell' energia atomica. ora, signor presidente del Consiglio , il trattato è quello che è. in questo momento, come ella ci insegna, il trattato non è emendabile, il trattato è firmabile o non firmabile, il trattato è da accettare o da respingere. secondo le informazioni che noi abbiamo, e che controlleremo anche alla stregua delle dichiarazioni ufficiali che ella avrà la bontà di fare e dei documenti che ella avrà la bontà di presentare alle Camere, quel trattato è tuttora un trattato di pesante discriminazione, sicché se ella volesse adempiere al secondo dei due propositi non lo dovrebbe firmare, mentre se ella adempisse al primo di essi firmerebbe un trattato contrario alle sue dichiarazioni. tutto è lecito ad un presidente del Consiglio che tenta con grandi difficoltà, lo riconosciamo, di superare un' impasse, ma su problemi di politica internazionale così gravi e così delicati, simili contraddizioni non ci sembrano lecite, signor presidente del Consiglio , ella ha avuto la bontà di fare, e noi la ringraziamo per questo, anche alcuni accenni importanti, impegnativi, sulle prospettive del sistema. ho trascritto testualmente alcune sue rapide affermazioni. ella ha riconosciuto che esiste « una diffusa inquietudine ed una larga contestazione » oggi in Italia; ella ha riconosciuto che per gli operai « non si tratta solo di rivendicazioni economiche... ma si tratta anche di problemi sociali di più vasta dimensione » ; ella ha riconosciuto che per gli studenti si tratta di una ribellione « a talune punte oppressive dello sviluppo tecnologico » (se mi consente un piccolo appunto, ella ha parlato un po' eccessivamente di sviluppo tecnologico. una volta esso piaceva tanto all' onorevole Fanfani, e fra i motivi per i quali da parte nostra ci rallegravamo che l' onorevole Fanfani fosse assunto ad una così alta carica vi era anche la speranza di sentir parlare un po' meno, e un po' meno a vuoto, di sviluppo tecnologico. per cortesia cerchi — è questa una sommessa preghiera — di non abusarne. altrimenti noi le rispondiamo in termini di cibernetica e a questo punto credo che i discorsi davvero sarebbero poco fruttuosi). poi ella ha riconosciuto che gli schemi del passato non sono in grado di racchiudere la problematica del presente, e, detta da lei, una affermazione simile ci ha fatto pensare che gli schemi del passato, ai quali ella si è riferito, non siano certamente gli schemi del passato che di solito vengono rimproverati o attribuiti a noi. cioè pensiamo che tra quell' altro passato e questo presente ci sia ormai un passato, onorevole signor presidente del Consiglio , largamente contestato dall' opinione pubblica italiana, contestato da tanti giovani, contestato da molti lavoratori, contestato perfino a livello di Presidenza del Consiglio . crediamo dunque che i discorsi su quell' altro passato potrebbero anche, con reciproca cortesia, essere pretermessi, perché il nostro passato ormai è quello di venti anni or sono. e il fatto che oggi sia contestato il passato di venti anni or sono, toglie, signor presidente del Consiglio — lo dico sommessamente — anche validità alla affermazione, da parte sua molto bonaria, relativa ai valori della Resistenza. infine ella ha detto che le strutture parlamentari sono inadeguate. dopo tutte queste premesse importanti, direi solenni, certamente meditate da un uomo della sua levatura, io mi attendevo, per lo meno, qualche inizio di dialogo che approfondisse un possibile colloquio tra tutte le parti, visto che su altri problemi la tematica del colloquio è difficile o addirittura impossibile, essendoci essa negata o contestata. sennonché le sue risposte, se io ho ben riletto il discorso che ella ha pronunciato, sono state le seguenti: squilibrio tecnologico (e mi sono già espresso al riguardo), compiacimento per l' annunzio di una prossima revisione dei Regolamenti parlamentari , e infine l' affermazione, ad un certo punto, della speranza che si possa concordare in una valutazione positiva del sistema. onorevole presidente del Consiglio , ella è un uomo di studio e quindi mi consentirà un raffronto. io mi sono trovato, avendo ascoltato queste sue premesse conclusive, se così posso esprimermi, dopo quei preannunci, nella stessa condizione in cui mi trovai dopo aver letto un magnifico libro del professor Maranini — Il tiranno senza volto — di critica al sistema, da posizioni liberali, di critica ragionata serrata e documentata al sistema della partitocrazia, o per meglio dire al sistema della democrazia parlamentare tradotta in termini partitocratici; dopo di che, nella conclusione, il professor Maranini suggerisce, per uscir fuori dalla crisi, l' adozione del collegio uninominale al posto dell' attuale modo di eleggere i deputati e i senatori. desinit in piscem : la stessa impressione ho ricevuto sentendo dire che, poiché le strutture sono in crisi, poiché vi è uno stato di diffusa inquietudine, poiché l' inquietudine non si riferisce a problemi di disagio materiale ed economico, ma a inadempienze sociali, a difetti di struttura, si potrà rimediare nel quadro del rispetto del sistema con una revisione dei Regolamenti parlamentari . spero che il suo discorso non sia finito qui, spero che si possa riprendere questo discorso sulla crisi del sistema, nel qual caso qualche riferimento ad avvenimenti recenti verificatisi in altri paesi d' Europa ci potrà soccorrere. si è fatto un gran parlare degli avvenimenti francesi. immagino già i vostri frizzi ironici quando, da questi banchi, si accenna agli avvenimenti francesi. io vi accenno senza esultanza, prendendone atto per quel che sembra essi siano stati, senza pretendere di averli capiti o interpretati dal di dentro o dal profondo, ben sapendo che le analogie, in molti casi, possono essere superficiali e occasionali e che bisogna stare molto attenti a non stabilire dei paragoni che potrebbero apparire frettolosi. mi si lasci semplicemente affermare che vi è un paese in Europa nel quale la crisi del sistema è stata denunciata alla base e al vertice; vi è un paese in Europa nel quale la crisi del sistema alla base è scoppiata in maniera virulenta e non è stata contenuta, mentre, a quanto può finora apparire, è stata in qualche modo superata e, almeno inizialmente risolta al vertice. mi si lasci ricordare che la prima intervista televisiva del presidente De Gaulle , all' inizio dell' ultima battaglia elettorale, con generale sorpresa, anche nostra, fu dedicata ai problemi in termini sociali e non ai problemi in termini di Stato e di nazione. credo che ci siamo meravigliati tutti: ho letto su giornali d' informazione commenti sbalorditi; qualcuno parlò di errore tattico da parte del generale, qualcuno parlò di sua mentita vocazione sociale, qualcuno parlò di bassa demagogia. sta di fatto che, stando ai risultati, non è accaduto in Francia quel che è accaduto in Italia. è accaduto esattamente il contrario: molti voti provenienti da sinistra, dalle file comuniste e socialiste, sono affluiti nella direzione dalla quale quel tal messaggio sociale era derivato: non soltanto un messaggio televisivo, ma una serie di provvedimenti, e non solo una serie di provvedimenti, ma un messaggio programmatico e ideologico che faremmo molto male a non discutere (non voglio dire a non raccogliere); un messaggio in cui si parla di superamento della crisi del capitalismo e del marxismo in termini di associazionismo; un messaggio che a noi, colleghi del Movimento Sociale , ricorda tante cose e che ci consente di inserirci in questo colloquio a questo livello (non al basso livello da cucina cui la partitocrazia del centrosinistra ha tentato di ridurre la situazione politica e morale del nostro paese!), ci consente di inserirci nel colloquio con l' opinione pubblica , con i ceti che protestano, come gli studenti, con i lavoratori, nei termini in cui può rivolgersi loro un partito che ha in sé un' idea, una tradizione viva, valida e moderna. è per tutti questi motivi, onorevole presidente del Consiglio , che noi non possiamo che accogliere con una desolata denegazione di voto un Governo che si presenta in questo modo e un gruppo di partiti e di gruppi parlamentari che in questo modo si presentano al giudizio del Parlamento e della nazione.