Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 59 - seduta del 21-12-1968
Disposizioni urgenti per l'ente EUR
1968 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 238
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , la crisi che ha portato al Governo Rumor ha avuto, nel suo formale svolgimento, un decorso eccezionalmente breve: neanche un mese è passato dall' apertura formale fino all' imminente conclusione con un voto di fiducia . tuttavia non ci dobbiamo nascondere che i precedenti politici che hanno portato alla crisi ed alla soluzione di essa hanno avuto carattere di estrema gravità. rispetto ai bisogni, alle esigenze del paese, noi ci siamo trovati in una situazione che qualche volta ha rasentato l' impossibilità di soluzione in senso democratico della crisi. questo stato di tensione in cui ci siamo trovati — stato anche di preoccupazione estrema — non deve essere dimenticato. non dobbiamo cioè credere che gli elementi di preoccupazione che hanno accompagnato la crisi possano essere sostituiti da valutazioni del tutto superficiali. con il Governo Rumor noi siamo alla terza esperienza di centrosinistra, dopo la breve esperienza del Governo Fanfani e dopo la lunga esperienza dei governi Moro. ma siamo chiari: è difficile che noi — almeno questo è il giudizio dei repubblicani — nel caso in cui questa terza esperienza dovesse fallire (e non ce lo auguriamo di certo), si possa ripetere una quarta esperienza di centrosinistra. probabilmente se questa terza esperienza dovesse fallire, ciascuno dei partiti della coalizione riprenderebbe la propria libertà di azione e le responsabilità rispetto alla situazione che verrebbe a crearsi (ripeto, non ce lo auguriamo) saranno accertate in quel momento. abbiamo superato un momento di estrema gravità nella vita politica e democratica del paese. abbiamo ricomposto la maggioranza, riportato nella maggioranza e nel Governo di centrosinistra tutte le componenti interne ai partiti che sostengono la maggioranza. abbiamo elaborato rapidamente un programma che ha stabilito un ordine di priorità e che intende andare incontro ai bisogni più immediati, più urgenti della società italiana : dal problema della scuola al problema della riforma istituzionale dello Stato, che dovrà coincidere con la creazione delle regioni, al problema del rilancio della politica di programmazione economica. abbiamo precisato le posizioni rispettive dei partiti per argomenti gravi e importanti, come quello del divorzio, del Sifar, della politica estera . non vorrei quindi intrattenermi molto su queste articolazioni programmatiche, sulle quali torneremo a discutere in successione di tempo, mano a mano che i singoli argomenti verranno alla ribalta della vita parlamentare; non vorrei troppo soffermarmi sull' aspetto programmatico che ritengo abbia rappresentato uno sforzo di composizione delle vedute dei vari partiti e, oserei dire, delle diverse correnti che vivono ormai all' interno, almeno, dei maggiori partiti; non vorrei soffermarmi su questi aspetti programmatici. vorrei però dire che il banco di prova di questo ulteriore tentativo, che il centrosinistra ha fatto, di trovare la sua unità strutturale e programmatica, e di trovare il contatto con i problemi vivi della società, questo banco di prova è costituito dal fatto che correnti di sinistra, contestative di precedenti esperienze di centrosinistra, sono entrate nel Governo. in primo luogo è entrata la corrente dell' onorevole De Martino , già segretario del partito socialista unificato , il quale ha voluto sollevare il problema di una piattaforma più avanzata dal punto di vista programmatico e più aderente ai bisogni della società, e di un maggiore equilibrio delle forze interne alla coalizione di centrosinistra; e, con la corrente dell' onorevole De Martino , sono entrate al Governo le correnti di sinistra della Democrazia Cristiana . e qui mi tocca rilevare una caratteristica permanente che l' opposizione di estrema sinistra presenta rispetto al decorso della crisi e agli aspetti che la crisi medesima ha avuto in tutto questo spazio di tempo. noi non dimentichiamo l' esaltazione con cui l' estrema sinistra , il partito comunista hanno accompagnato, a partire dal cosiddetto « disimpegno » , la azione di alcune correnti interne alla coalizione di centrosinistra, quando pareva che queste correnti potessero portare a una disintegrazione di quella che, con tutte le sue insufficienze, noi consideriamo la sola possibilità di maggioranza e di Governo in senso democratico che oggi esista nel nostro paese. non abbiamo dimenticato quante volte l' onorevole De Martino e la sua corrente, e le correnti di sinistra della Democrazia Cristiana , hanno riempito i titoli e le pagine de L'Unità e di altri fogli dell' estrema sinistra . ma quando la battaglia di queste correnti si è conclusa con la partecipazione al Governo e quindi con una valutazione positiva della conclusione della crisi politica , della sua portata programmatica, delle sue conseguenze strutturali, nell' opposizione di estrema sinistra sono state rovesciate le precedenti valutazioni. l' onorevole De Martino , la sua corrente e la sinistra democristiana — secondo l' opposizione — si sono lasciati incapsulare in una formula vecchia e logora. l' onorevole De Martino , già sugli altari, è uomo politico così sprovveduto che in una difficile e complessa trattativa è caduto nella trappola...... di vecchie concezioni, ossia di una vecchia maniera di concepire la politica di centrosinistra, di una struttura e di un gioco di potere capace di soffocare qualsiasi spinta innovatrice, qualsiasi iniziativa diretta a trovare un più immediato contatto tra le forze politiche operanti e i problemi della società nazionale. io credo che nel corso della presente discussione dobbiamo intrattenerci soprattutto su questo, che è stato un tema ricorrente degli interventi miei e dei colleghi repubblicani in Parlamento: qual è il rapporto fra le forze di centrosinistra (anche di quelle che attraverso il « disimpegno » hanno condotto una battaglia e l' hanno conclusa come l' hanno conclusa), fra la maggioranza che così si è ricostituita, fra il programma che essa si è dato e questa ricorrente presentazione di una alternativa di sinistra? qual è il rapporto reale? siamo noi sempre incapsulati in una vecchia e logora formula e siete voi questa forza capace di marciare, di dare un viso nuovo a voi stessi e una soluzione nuova ai problemi della società italiana ? deve infatti finire, onorevoli colleghi , il tempo in cui il problema della maggioranza e dell' opposizione si pone come problema per cui la maggioranza è il bersaglio, con i suoi programmi, con i suoi problemi, con le sue soluzioni strutturali, che implica una visione globale dei problemi, almeno un tentativo di visione globale dei problemi, e una minoranza, una opposizione di estrema sinistra che mai si scopre. qual è la vostra visione globale dei problemi della società italiana ? due concezioni si devono scontrare; non una posizione indefinita ed ambigua rispetto a un impegno ben determinato. certo questa posizione continua a non piacervi. a voi piace la sinistra che vi dà ragione, la sinistra che scivola nella non discussione. la conosco questa, sinistra e so quanto vale, cari amici. io vi rispetto quando, da questo punto di vista , vedo certa sinistra; rispetto voi perché almeno sapete fare il vostro gioco. si devono dunque contrapporre due concezioni. qual è la vostra concezione, colleghi comunisti? voi vi seccate per il fatto che dalla caduta del primo Governo di centrosinistra io vi ponga sempre questo problema: qual è la vostra visione dei problemi della società italiana ? la nostra può essere insufficiente, ma la vostra non esiste. mi pare che il vostro ultimo dibattito risalga all' epoca dell' occupazione della Cecoslovacchia. è stato un dibattito altissimo. abbandoniamo per un momento la fiducia al Governo, che è un fatto, in certo senso, rituale. rispetto a quel dibattito dove siamo, dove siete? la via cecoslovacca al socialismo è sparita, non ne è rimasta nemmeno l' ombra. penso che siate d' accordo con me. quando voi ci dite che siamo logori e vecchi, ci viene da chiedere: e voi dove siete rispetto al problema che avete sollevato? dove siete arrivati? ma vorrei entrare in maggiori particolari e vorrei partire dalla politica internazionale , il cavallo di Troia con cui, su una vecchia posizione, voi continuate a sollecitare la sinistra. e andiamo ad una fase precedente alla discussione sulla Cecoslovacchia: mi riferisco alla discussione sul Vietnam. qualche volta, quando leggo le dichiarazioni vostre e degli esponenti di certa sinistra, ne dovrei arguire che noi siamo ancora nella condizione di fare una discussione sul Vietnam come la facevamo circa un anno fa. ma non è così, e voi lo sapete. non esiste più tale terreno di discussione, e voi lo sapete. le trattative saranno difficili e dure, ma vi sono trattative. anche per il Medio Oriente , che pareva un problema simile a quello del Vietnam, si profila, anche se ancora lontana, la possibilità di una soluzione. non c' è più, quindi, il clima e la condizione nelle quali si conducevano le battaglie di politica internazionale . ma vi sono altri fatti nuovi. dopo la crisi cecoslovacca, tutte le potenze occidentali e la Unione Sovietica hanno proclamato, nonostante le difficoltà sorte, la loro volontà di continuare nella politica di distensione. e voi sapete come i repubblicani su questo tema della distensione, e dei mezzi per la distensione, siano stati tenaci ed insistenti. ma vi è un altro fatto nuovo: la Cina comunista il 26 novembre ha fatto un passo diplomatico presso l' ambasciatore americano a Varsavia, chiedendo di riprendere i contatti con gli USA ai fini di una coesistenza pacifica . peccato che qui non vi sia l' onorevole Libertini, proprio peccato, perché gli ricorderei una grave delusione. egli ha costruito la sua teoria, in seno al partito socialista di unità proletaria , su una Cina che non esiste più come lui la concepisce e su questa teoria sta conducendo una battaglia. vi è qualche mancanza di informazione in Italia, ma il fatto cinese è stato molto importante e tutti i giornali del mondo dicono che forse siamo a una importante svolta di quella politica. non sembra esservi più una potenza che, rispetto alla posizione della Russia sovietica , si mette in condizione di negare la coesistenza pacifica e di accusare la Russia stessa di revisionismo o di servilismo verso l' imperialismo americano. vi è una Cina comunista che offre, indipendentemente dalla Russia sovietica , trattative, per la coesistenza pacifica , con gli USA. io non so dove i nostri maoisti e castristi troveranno il fondamento per la loro politica. non lo so. ripeto: quando torneranno i « psiuppini » in forze, glielo domanderò. questo è un Parlamento in cui si discute settimanalmente di politica estera , ma di queste cose in esso non si parla. ad esempio, avrebbe molta importanza un' analisi delle ragioni per le quali la Cina comunista offre trattative per la coesistenza pacifica al paese più imperialista del mondo. no, sono informato, onorevole collega. ma il fatto nuovo consiste nella offerta della Cina di riprendere i contatti. non capisco perché non discutiamo di questi problemi, perché non vogliate discuterli. sono problemi importanti perché cambiano le basi della politica internazionale . lo ammetterete. noi siamo logori. ma voi quanto lo siete! noi siamo vecchi, ma voi quanto siete vecchi! vogliamo discutere questi problemi? e, rispetto alla posizione dell' Italia, che significato ha il fatto che la Cina offra di riprendere le trattative con gli USA? o dove sono i superatori dei blocchi a buon mercato? perché non vengono fuori e perché non inquadrano i problemi in questa diversa prospettiva? noi abbiamo detto come si superano i blocchi. rispetto alla via che è stata indicata da una sinistra facilona, la Romania è rientrata nel blocco, ma la cosa curiosa è che pare che il generale De Gaulle tenda a rientrare anche lui. a me ha fatto sempre dispiacere il generale De Gaulle , e lo sapete. ma a voi ha fatto, spesso, molto piacere. ecco un quadro che varrebbe la pena di esaminare in una discussione, visto che parliamo anche di politica estera . rispetto a questa nuova prospettiva internazionale, rispetto alla coesistenza fra Cina e Unione Sovietica , qual è la vostra posizione? voi dite: unità nella diversità. io ho la impressione, mi posso sbagliare, che nell' atteggiamento della Cina abbia influito l' occupazione della Cecoslovacchia da parte dell' Unione Sovietica . ho l' impressione, caro Giorgio Amendola, che l' unità nella diversità sia di assai difficile realizzazione. siamo arrivati ad una situazione un po' paradossale. il fatto cecoslovacco ha creato preoccupazioni reciproche tra le due maggiori potenze comuniste e c' è una certa gara di trattative con gli USA. peccato che esse avvengano con Nixon al potere. dunque, bisogna stare attenti, quando poniamo problemi di politica internazionale , ad adeguare i nostri giudizi alle situazioni reali, a non trascinarci residui di situazioni passate. questo è un grave danno. ora, in questo quadro che si va prospettando di una danza a tre (USA, Cina e Russia sovietica ) in quale posizione si troverà il partito comunista italiano? mi piacerebbe saperlo. in questa situazione consigliare all' Italia — come il partito comunista italiano consiglia — un rovesciamento di posizioni mi pare veramente ardito. dove si va a collocare l' Italia quando i rapporti internazionali si vanno atteggiando, si vanno profilando — anche se sorgeranno difficoltà enormi — in questo quadro? io so bene che, quando il vostro oratore si alzerà, sparerà contro patto atlantico , contro il cosiddetto servilismo verso l' America. ma, inquadrato il problema internazionale come va inquadrato, dove collocate questa vostra critica? non basta dire « no » a qualche cosa: a che cosa dite di sì, dove vi arroccate, in quale situazione internazionale, in quale gioco di forze? a meno che così non vogliate regalare un' avventura qualsiasi al nostro paese. dal problema internazionale, passo al problema di politica interna . qui si è parlato molto di delimitazione di maggioranza, di distinzione delle aree. c' è un terreno su cui, secondo me, questa delimitazione di maggioranza non c' è mai stata: è il terreno della politica economica . che cosa ha voluto dire il centrosinistra sul terreno della politica economica e delle riforme? fino al 1961 noi avevamo un sistema economico disordinato, disordinatissimo, in espansione... adesso invece lo è di più, onorevole Raucci. e no, caro amico, questa storia dei governi è troppo semplice. voi siete troppo tradizionalisti in materia di rapporti Governo-opposizione. io non sono così tradizionalista. nel 1962 si ebbe la svolta di centrosinistra e centrosinistra voleva dire una politica di trasformazione del sistema, del meccanismo di sviluppo, capace di risolvere i problemi che ponevamo attraverso la programmazione. potevo comprendere allora, all' inizio del centrosinistra, due visioni completamente differenti di una politica globale di programmazione: la vostra e quella del centrosinistra. questo era comprensibile: voi potevate intendere la programmazione in maniera totalmente diversa dal centrosinistra, ma in una maniera nella quale tutte le vostre valutazioni fossero coerenti allo spirito e al metodo della programmazione. potevo comprendere che si scontrassero due concezioni. non si sono scontrate. si è invece scontrato il tentativo di programmazione contro lo stillicidio di rivendicazioni e le proposte di riforme estremamente incoerenti. e la crisi del centrosinistra è consistita nell' accettare questa ipocrisia di una dichiarazione programmatica puramente astratta ed una politica economica , per la cui frantumazione voi avete corresponsabilità enormi, come il Governo e la maggioranza, dal momento che voi avete delle forze sindacali ed una forza politica per influire grandemente sui problemi di sviluppo. mi riferisco alla responsabilità del fallimento o della difficoltà di realizzare quella che pareva una meta, che poteva anche essere comune, se non vi fossero state delle differenze di valutazione globale. non siete corresponsabili di questa frantumazione? e come fate a dirlo? avete forza politica e sindacale sufficiente per influire sugli indirizzi economici. sì, onorevole collega, sto discutendo questo, sto discutendo le vostre impostazioni, la fiducia al partito (perché questa è una delle ragioni della crisi italiana) e il vostro modo di essere , veramente incoerente in questa società: né capacità di rivoluzione né capacità di riformare il meccanismo di sviluppo. è il risultato della frantumazione delle decisioni. voi ponete i problemi uno per uno e credete di trovare una soluzione. non la troverete ma i e condannerete i lavoratori ad una situazione peggiore, ad una maggiore disoccupazione. questa esperienza venne fuori dal primo Governo di centrosinistra. da quel momento si vide la contraddizione della politica di sinistra, tra le sue affermazioni programmatiche e la sua tendenza a condurre una politica giorno per giorno, incapace di portare a determinati risultati. per cui, onorevole presidente del Consiglio , qual è il problema del nuovo Governo? quello di rovesciare la tendenza del passato e di arrestare il disordine di una politica caso per caso e di uno sviluppo per cui il nostro paese ha raggiunto in certe zone livelli di sviluppo economico e di benessere altissimi dal punto di vista individualistico, mentre, dal punto di vista delle strutture sociali e delle strutture civili, esso si avvia a somigliare a un paese del Sud America . di questa contraddizione di fondo, che è il vero problema della programmazione, non è responsabile esclusivo il centrosinistra: è responsabile il giuoco delle grandi forze politiche e sindacali, che non si sono mai posto il problema di come concretamente trasformare questa società. ogni giorno la sinistra compie questo errore, ogni giorno è incoerente, ogni giorno è individualista, ogni giorno aggrava la situazione del sistema, non lo trasforma. l' onorevole De Martino sa che questo è stato il motivo ricorrente di critica alle precedenti esperienze. bisogna avere il coraggio di difendere una visione globale e prioritaria dei problemi, che salvi l' avvenire della società italiana e resistere alle pressioni che vengono da ogni parte e che sempre di più aggraveranno la situazione. la disoccupazione pesa sulla coscienza non del centrosinistra, ma di tutta la sinistra. così dicasi della insicurezza di occupazione e della incapacità di riforme serie. voi, colleghi dell' estrema sinistra , parlate della scuola. ho rilevato che l' associazione dei professori di ruolo ha chiesto mille miliardi per la scuola ed io comprendo questa richiesta. ma il problema della scuola andava posto dieci anni fa come problema di fondo della società italiana e delle sue strutture civili. ma noi ci siamo sciacquati la bocca con i problemi di fondo e poi abbiamo trovato continui accomodamenti per i problemi di ogni giorno. questa è stata la crisi comune della sinistra, dentro il centrosinistra e fuori del centrosinistra: cioè la sua incapacità di scegliere una via reale di trasformazione della società, nei limiti obiettivi che questa società pone. e non mi stanco di dirvi che se la sinistra tutta dovesse andare al Governo nelle condizioni in cui voi oggi vi presentate, la crisi italiana sarebbe ancora più profonda e la disarticolazione del sistema economico e sociale ancora più grave. voi, colleghi dell' estrema sinistra , non troverete mai né in me né nei repubblicani una facile acquiescenza. noi siamo pronti a discutere, ma non intendiamo discutere orecchiando i motivi di una opposizione fondata sul vuoto. intendiamo discutere sulla realtà dei problemi. e questo che cosa vuol dire, amici dell' estrema sinistra ? voi che cosa aspettate, che si scivoli sulle vostre incoerenze? no! le nostre incoerenze sono minori e meno pericolose delle vostre, per gli stessi lavoratori. il problema vero è se si riesce a trovare le basi di una politica coerente in sede internazionale e in sede interna, un rapporto tra frantumazione di ogni giorno e visione di fondo dei problemi italiani, un rapporto — e l' abbiamo detto dopo la prima esperienza di centrosinistra — tra rivendicazioni e riforme. la coscienza riformatrice, per essere vera e reale, non deve mai essere demagogica. troviamo dunque il terreno di questa politica e di questa discussione che non è andata mai avanti, che è rimasta sempre alle soglie perché la sinistra si rifiuta di affrontare i problemi di fondo , chiude gli occhi alla realtà. se ci riusciremo, il nostro paese andrà avanti; altrimenti ognuno farà quello che nella propria coscienza ritiene di fare. ma ne vengono alcune conseguenze che vorrei collocare nel vostro quadro, amici comunisti. oggi ci sono nel mondo occidentale due società industriali che sono diventate enormemente potenti: il Giappone e la Germania, e ci sono due società industriali che sono in crisi (e la nostra è in crisi, nonostante che la condizione monetaria sia buona e il saldo della bilancia dei pagamenti sia ancora in attivo). ci sono — dicevo — due economie forti, quelle della Germania e del Giappone, e ci sono due economie deboli: quelle della Francia e dell' Italia. l' Inghilterra ha un' altra crisi: è la crisi del suo sistema imperiale. e comunque c' è un partito laburista che (riuscirà o non riuscirà) affronta quella crisi in termini responsabili, e non in termini demagogici. dicevo, due paesi: la Francia e l' Italia. in questi due paesi ci sono dei forti partiti comunisti. cosa giova, nel quadro della situazione internazionale, domando all' estrema sinistra , che le economie più forti siano soltanto quelle del Giappone e della Germania? e che cosa giova, nel quadro dell' equilibrio internazionale e della distensione, il fatto che l' economia francese e l' economia italiana siano economie deboli? e quanta responsabilità non abbiamo in questa debolezza, avendo un paese che ha messo in mostra le energie necessarie per divenire una grande società industriale moderna? e vorrei spingermi anche al di là: se noi, entrassimo in grave crisi, amici comunisti, cosa ne sarebbe della Jugoslavia? vi siete posti questo problema? certamente. anche la Cecoslovacchia è rimasta al di là dell' Adriatico. ma vi ha certo dato qualche delusione quello che è avvenuto, credo, a meno che non abbiate digerito già tutto. ecco dunque i problemi! voi farete certamente un grossissimo discorso di attacco al centrosinistra, all' insufficienza del suo programma. vi divertirete. ma vi sono problemi reali, amici comunisti, che non potete più trascurare, se volete diventare un elemento attivo, vivo e fermentatore della società italiana . altrimenti non il solo centrosinistra fallirà, ma precipiteremo tutti nelle avventure.