Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 365 - seduta del 24-11-1970
Politica economica
1970 - Governo Colombo - Legislatura n. 5 - Seduta n. 365
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , è la seconda volta nel giro di pochi mesi che il Governo presieduto dall' onorevole Colombo ha l' occasione di chiedere il voto di fiducia alla Camera. mi sembra che si possa obiettivamente rilevare che le due occasioni sono profondamente diverse per il loro contenuto e per il loro significato politico e anche — vorrei dire per la loro proiezione di pubblica opinione . quando, nella precedente occasione, cioè chiedendo la fiducia nel momento della sua investitura, il Governo dell' onorevole Colombo si presentò alle Camere, contava, ovviamente, in quel momento, sulla fiducia esplicita, aperta e incondizionata da parte dei gruppi della coalizione di maggioranza e sapeva anche di poter contare sulla sfiducia variamente motivata, ma altrettanto aperta ed esplicita dei gruppi di opposizione, sia di destra, sia di sinistra. a pochi mesi di distanza, in questa occasione, il Governo è stato trascinato alla richiesta di un voto di fiducia che non gradiva, e al quale ha tentato di sottrarsi — e il discorso dell' onorevole Bertoldi ha confermato la validità delle impressioni o dei timori governativi, almeno in una certa direzione — perché in quest' occasione, appunto a pochi mesi di distanza dalla sua investitura attraverso la fiducia, esso non è affatto sicuro del consenso della maggioranza, tanto che ha tentato — e l' obbligo di ricorrere alla fiducia gli ha impedito di condurre la manovra fino in fondo di potere inserire, almeno parzialmente, nella propria maggioranza gruppi che erano alla opposizione di estrema sinistra . mi pare che, attraverso il raffronto tra le due situazioni e i due diversi tipi di votazione di fiducia, nelle variazioni dell' ambiente in cui le due diverse votazioni si sono verificate, o stanno per verificarsi, attraverso questo confronto si possa dialetticamente, ma anche serenamente e obiettivamente rilevare quale sia stato il declino o, come si usa dire, il deterioramento del Governo dell' onorevole Colombo, della sua maggioranza, dei suoi programmi, delle sue prospettive, della sua almeno virtuale durata nel tempo a passare dal mese di luglio fino al mese di novembre. quando l' onorevole Andreotti, tanto gentilmente, preconizzava all' onorevole Colombo che nel mese di luglio chi ha gli esami estivi può essere promosso, ma deve sempre stare attento che può anche essere chiamato ad una eventuale riparazione in ottobre o novembre, in verità l' onorevole Andreotti in quel momento usava un' immagine non in ordine con i tempi, quanto ad esami... lo so, ma si riferiva a se stesso con il noto garbo e la nota sua abilità dialettica, evidentemente, anche perché se per caso ella, bocciato in luglio, fosse stato promosso ad ottobre, altri promosso a luglio sarebbe stato bocciata ad ottobre: non c' è dubbio. quindi ella in quel momento, con un' immagine personale, indubbiamente abile e suggestiva, anche autoaugurale, guardava un verso della medaglia; dietro l' altro verso non c' era la sua immagine, ma quella dell' attuale presidente del Consiglio . possiamo dirci queste cose nell' intimità di questa Aula, così diversa da come dovrebbe essere nel corso di un dibattito sulla fiducia. come dicevo, le sue previsioni, se non si sono verificate del tutto, si sono realizzate in parte sul terreno della verifica politica. il Governo che abbiamo di fronte nel mese di novembre — è un apprezzamento soltanto politico, privo di qualsiasi riferimento personale è una larva di Governo, soprattutto in raffronto alle presunzioni con le quali l' onorevole Colombo aveva ritenuto di potersi presentare al Parlamento ed all' opinione pubblica qualche mese fa. si è molto parlato in questi giorni — e ne sono veramente lieto — dell' incidenza del nostro atteggiamento sul dibattito in corso di svolgimento. desidero ora riferirmi in maniera un po' più penetrante alla questione del voto di fiducia , ai motivi per i quali si è giunti ad esso ed al significato politico che esso assume nei confronti non solo nostri ma nei confronti di tutta la Camera. l' onorevole Andreotti (mi scuso se continuo a rivolgermi a lui, ma il riferimento continua ad essere garbato ed è, d' altra parte, doveroso, è un riferimento d' istituto) sa meglio di ogni altro, poiché l' iniziativa della seduta fiume è stata presa da lui qualche sera fa, che quando assunse questa iniziativa, lo fece perché tra le due strade, quella della seduta fiume e quella del ricorso alla fiducia, il Governo e la maggioranza in quel momento ritenevano di preferire la prima. perché? per due motivi: in primo luogo perché vi era nella coalizione di maggioranza qualche gruppo fermamente e fieramente contrario alla posizione della questione di fiducia . mi riferisco al gruppo del partito socialista italiano e a quello del partito socialista unitario , entrambi contrari alla posizione del voto di fiducia per motivi diversi, anzi opposti, uno nella volontà di affermare la propria autonomia nella permanenza stabile al Governo, l' altro nella volontà di confermare la propria autonomia nell' instabilità della permanenza al Governo; comunque l' uno e l' altro non volevano essere chiamati ad assumere un impegno, insieme con il resto della coalizione, così solenne come il voto di fiducia . come si ricorderà, io non feci drammi quando quella sera ebbi nozione della richiesta di seduta fiume , distinguendomi in questo dall' estrema sinistra . in quel momento la maggioranza ritenne di scegliere questa strada, perché non poteva o non voleva, per ragioni di interna costrizione, ricorrere allo strumento del voto di fiducia , che avrebbe di molto accelerato — come si è visto — le procedure. sicché, prima constatazione che ci sarà consentita, non si dica con una demagogia troppo facile — mi sia consentito da « ignoranti » dei Regolamenti parlamentari , della Costituzione, delle procedure, della prassi, dei precedenti, della logica, e del buon senso — è che questa parte ha fatto ricorso all' ostruzionismo e che per stroncare l' ostruzionismo di questa parte si è dovuto fare ricorso allo strumento della seduta fiume , perché a questo avete fatto autonomamente ricorso, non scegliendo altra strada molto più facile e semplice e devo dire anche regolamentarmente e costituzionalmente più corretta, a prescindere dal merito dei modi a cui siete arrivati quest' oggi e ieri, tanto validi, che la stessa Presidenza ci sembra non si sia mostrata di parere contrario pur non potendosi mostrare esattamente del nostro parere. non si dica, quindi, che fu il nostro ostruzionismo a costringervi alla scelta della seduta fiume . avete ritenuto di fare questa scelta prima di tutto per il motivo che io ora le ho ricordato, onorevole Andreotti, ma poi per un motivo molto più importante, di sostanza, che ha agitato tutta questa discussione dietro le quinte, negli ambulacri e nei colloqui tra i deputati, e anche in molti colloqui al massimo, o quasi, livello. voi non avete voluto ricorrere inizialmente allo strumento del voto di fiducia , perché c' era e c' è nella compagine governativa qualcuno molto importante, il quale non desiderava che il partito comunista in particolare, e tutta l' estrema sinistra in genere, fossero rastrelli dal voto di fiducia a votare contro, per appello nominale , a questo Governo e a questa maggioranza. non vi è alcun dubbio che nella scelta fra due tipi di procedura di questa discussione, voi avevate scelto non soltanto il tipo di procedura e di discussione che creava meno agitazioni e meno dissensi all' interno della vostra maggioranza — questo era perfettamente legittimo in termini politici e anche regolamentari — ma consapevolmente, o perché in parte costrettivi da alcune componenti della vostra stessa maggioranza e del vostro stesso Governo, avevate scelto quel metodo di discussione e di votazione che non avrebbe messo in troppa difficoltà il partito comunista all' esterno della vostra maggioranza e altresì il partito socialista italiano all' interno della medesima. perché avete mutato parere, perché dallo strumento della seduta fiume , pur efficace senza alcun dubbio, siete passati allo strumento della fiducia? non vi è in materia possibilità di incertezza, onorevole Andreotti, ecco perché, mi rivolgo a lei. il Msi — ringrazio ancora una volta perché siamo stati, d' altra parte abbastanza giustamente, tanto citati — quando ella ritenne di prendere l' iniziativa della seduta fiume annunciò, con molta lealtà — nella misura in cui l' estrema sinistra si sarebbe sganciata dai metodi ostruzionistici, cui fino a quel momento aveva fatto ricorso — che avrebbe dedicato tutto il suo impegno alla discussione. questa Camera sa da molti anni che quando noi diciamo di voler dedicare il massimo impegno ad un dibattito non c' è stanchezza che tenga e non ci sono corruzioni che tengano; facciamo il nostro dovere fino in fondo, magari sbagliando, apprezzati o no. non esiste chi abbia mai potuto dire in 25 anni di nostro lavoro in questa Camera, che per pressioni giunteci da parte di altri gruppi, di altri partiti e di altre forze interne od esterne all' Assemblea, noi abbiamo clamorosamente e vergognosamente, perdendo la faccia, come l' ha perduta la estrema sinistra socialproletaria, mutato il nostro atteggiamento. noi immediatamente intuimmo, e non era difficile, onorevoli colleghi della maggioranza, che la richiesta di seduta fiume voleva essere una facilitazione dell' estrema sinistra e il tentativo di non ricorrere in alcun caso al voto di fiducia . in questo contesto noi ci siamo inseriti con il nostro impegno, col nostro modesto peso: siamo 24, non di più, e sembra, però, che siamo capaci di lavorare un po' di più di molti altri colleghi; non dico ciò per vantare le nostre bravure che non esistono e nemmeno per denunciare le altrui non bravure che esistono, ma semplicemente per constatare una situazione reale. ci sia consentito di dirlo una volta tanto: in Parlamento non si pesa, onorevole Andreotti e onorevoli colleghi della maggioranza o dell' estrema sinistra , soltanto per il numero, si pesa, credo, anche per la qualità. e non intendo dire per la qualità delle capacità intellettuali e politiche (tutt' altro!), ma per la qualità dell' impegno, della volontà politica, della coerenza, della capacità di condurre fino in fondo la battaglia politica che, a torto o a ragione, si è creduto di iniziare. onorevoli colleghi della maggioranza, se non vi fosse stato (e lo ha riconosciuto testé l' onorevole Bertoldi, e lo ringrazio) il massimo e crescente, di ora in ora, impegno del Movimento Sociale Italiano , la seduta fiume , da sola, prescindendo da qualsiasi questione di fiducia , avrebbe risolto la situazione in favore del Governo, avrebbe conseguito tutti i fini che il Governo si prefiggeva, ma soprattutto tutti i fini che l' estrema sinistra si proponeva, i fini che soprattutto due gruppi in quest' Aula si proponevano — il gruppo del partito comunista e il gruppo del partito socialista italiano — i quali sono passati come carri armati sopra il gruppo socialproletario, che è forse più debole che colpevole, più inesistente che colpevole, e sopra il gruppetto del Manifesto, al quale va il nostro rispetto. non sembri strano né tanto meno offensivo. non siamo abituati a rispondere alle offese gratuite con altrettante offese. noi abbiamo rispettato i cinque colleghi del Manifesto, che sono indubbiamente in quest' Aula i più lontani da noi dal punto di vista programmatico, per la ispirazione, per l' origine politica, per la tattica e la strategia politica. ma, vivaddio!, fino all' ultimo, anche nella dignitosa e, d' altra parte, costretta dichiarazione di ieri sera, hanno dimostrato di non essersi lasciati né intimorire né comprare. almeno lo speriamo. e così il gioco non è riuscito a coloro che ritenevano di risolvere questi problemi attraverso lo strumento della seduta fiume . non voglio dire, onorevole Andreotti, che lo ritenessero d' accordo con lei (è Andreotti che traccia il solco ed è poi Mancini che lo difende!), non voglio dire che vi fosse premeditazione: dico solo che ella ha aperto una strada lungo la quale tutte le manovre potevano riuscire e sarebbero certamente riuscite, fino in fondo, se non ce ne fossimo accorti noi. non ci voleva molto ad accorgersene. comunque, ce ne siamo accorti e abbiamo deciso di mettere tutto il nostro impegno possibile. a vostra volta, voi vi siete accorti che non l' avreste spuntata, perché non siamo gente abituata — ripeto, e tengo a dirlo, e lo dico per ringraziare tutto il gruppo parlamentare del Movimento Sociale Italiano , che ancora una volta ha dato prova di fermezza e di coerenza — ad essere comprata » . non voglio essere indiscreto, ma avete avuto molti modi in questi giorni per saperlo. quante volte, onorevole Andreotti, alle posizioni rigide, frontali, che nei nostri confronti si assumono in Aula, si contrappongono posizioni molto più attenuate, molto gentili, di colloquio, quando da quest' Aula si passa poi negli ambulacri! ebbene, negli ambulacri ci avete trovati sulle stesse posizioni sulle quali ci avete trovati in quest' Aula. vi abbiamo cortesemente avvertiti (avevamo un dovere di cortesia) che avremmo fatto sul serio e che saremmo andati fino in fondo. ed allora siete stati costretti a giungere alla « fiducia » , perché era logico che il Governo e la maggioranza sarebbero usciti ridicolizzati (non dico stremati, perché stremati eravamo noi, anche se avremmo retto lo stesso) da un dibattito che si fosse protratto qualche altro giorno o qualche altra notte sul « decretone » , dopo il fallimento del primo « decretone » , con le istanze dell' altro ramo del Parlamento, che giustamente desidera che le sue posizioni di prestigio siano tenute presenti. e, quindi, siete stati costretti a ricorrere allo strumento della fiducia. voglio chiarire ai colleghi di ogni parte politica che, quando all' inizio di questa seconda parte della seduta ci siamo rivolti soprattutto alla Presidenza, e anche a tutti i colleghi della Camera, per far presente che il modo di porre la questione di fiducia non era corretto dal punto di vista costituzionale e regolamentare, non lo abbiamo fatto certamente — credeteci! — perché questo sbocco ci sia dispiaciuto. dobbiamo riconoscere che si è trattato di uno sbocco logico ed obbligato. ma soprattutto dobbiamo sottolineare, per i motivi che adesso vi dirò e che, d' altra parte, sono all' attenzione della pubblica opinione , che si è trattato e si tratta di uno sbocco che riteniamo politicamente il meno peggiore (non dico il migliore) nei confronti di una situazione che non abbiamo certamente contribuito a creare noi. cosa voglio dire con questo? voglio dire, senza alcuna presunzione (e poi accennerò ai velleitarismi e ai trasformismi di cui ha parlato poco fa l' onorevole Bertoldi) che da questo dibattito, come da ogni dibattito, specie di tanta importanza, escono alcuni gruppi vincitori, altri sconfitti. non voglio dire che il gruppo del Msi esca vincitore, non lo posso dire perché l' approvazione di un decreto contro il quale abbiamo svolto una opposizione di merito e di sostanza, non soltanto di forma e di ostruzionismo, non può essere iscritta all' attivo del Msi. intendo dire che la nostra politica di presenza è valsa a far uscire sconfitti, da questo dibattito, tutti i gruppi dell' estrema sinistra , che vi erano entrati baldanzosi e certi, nonostante le loro divisioni interne, di poterne uscire con una vittoria. è fallito il piano dei socialproletari: non voglio infierire contro chi è nella polvere, dal punto di vista politico; non voglio infierire contro un partito politico che, meritatamente, ha subito nelle elezioni del 7 giugno la maggiore sconfitta di tutti i partiti politici italiani, ed anche nelle elezioni amministrative di questi ultimi giorni ha continuato a perdere la stessa percentuale di voti, nel momento in cui il mio partito, per fortuna e forse anche per nostro merito, ha conseguito un notevole aumento di voti tanto nelle elezioni del 7 giugno, quanto in quelle amministrative degli scorsi giorni. voglio ancora aggiungere che il gruppo socialproletario ha rivelato la sua inesistenza sul terreno della battaglia politica, e in linea tattica e in linea strategica. io non contesto che in questi ultimi giorni, e in queste ultime ore, possa avere avuto ragione il gruppo comunista nei confronti del gruppo socialproletario, richiamando quest' ultimo agli ordini, come si è visto, ad un' obbedienza che è apparsa a tutti non essere obbedienza di un partito nei confronti di un altro, ma essere obbedienza di una corrente di partito nei confronti dei dirigenti del partito stesso. voi, colleghi della Democrazia Cristiana , avete esperienza della indisciplina delle correnti all' interno dello stesso partito. quale corrente mai, del partito della Dc o di altri, è stata così disciplinata, così pronta a rispondere agli ordini di scuderia , come, in questi ultimi giorni (nella tattica, e persino nel frasario, persino nelle motivazioni), il gruppo socialproletario nei confronti del Pci? siccome il gruppo, o meglio il partito socialproletario, altro spazio non poteva concepire di avere se non alla sinistra (o forse alla destra, non importa) del Pci, è evidente che il Pci, preoccupato per i risultati relativamente negativi del 7 giugno, ha detto ad un certo punto, e giustamente: voglio tutto, io, tornate a casa. è stato il richiamo della foresta, deciso, brutale, chiaro, spavaldo, aperto, alla faccia di tutti, come usano e possono fare i comunisti. quindi, parce sepulto : mi dispiace perché nel gruppo socialproletario figurano elementi capaci; abbiamo apprezzato, per esempio, le fatiche dell' onorevole Libertini. ci è dispiaciuto che non sia riuscito neppure a tenere in piedi un suo primato di durata oratoria, — ed il sottoscritto lo può dire con qualche competenza — ; comunque, l' onorevole Libertini ha rappresentato uno degli aspetti per lo meno divertenti, qualche volta patetici, delle ultime ore di questo dibattito. al gruppo del Manifesto io ho rivolto (e spero che non dispiaccia ad avversari leali), una espressione di omaggio, ma proprio per questo non posso dimenticare ciò che è stato detto ieri sera in quest' Aula, ufficialmente a nome del gruppo del Manifesto: questo, come era suo diritto, ha dedicato un inciso polemico nei confronti del Msi, ma ha dedicato la sua dichiarazione di addio a questo dibattito — in cui anche il gruppo di Manifesto era entrato con tanta baldanza — ad una polemica pesante nei confronti del partito comunista , del partito socialproletario e della sinistra in genere. il gruppo del Manifesto ha infatti ieri sera detto di aver sperato che si potesse in quest' Aula, e quindi nel paese, condurre una politica unitaria di sinistra, ma di essersi accorto che non è possibile. perché si sono accorti che non è possibile? ma perché il partito comunista manovra a destra! alla sua destra evidentemente, ma molto a scavalco, cioè fino al partito socialista italiano, manovra — e ve lo dimostrerò facilmente — fino alle correnti interne della Democrazia Cristiana . cosa volete che importi al partito comunista della solidarietà di classe? al partito comunista interessano soltanto le posizioni di potere. e poi si parlava di trasformismo nei nostri confronti, onorevole Bertoldi, ma ella ha avuto sotto gli occhi ora per ora, durante questo dibattito, un eccezionale esempio di trasformismo. io non uso questo termine in senso deteriore, ma lo considero semplicemente un fatto politico. forse non mi ha udito, onorevole Bertoldi, perché anche quando sono stato costretto, dalla realtà parlamentare, a citare le persone — e mi permetterò tra poco di citare la sua persona — mi sono ben guardato dal rivolgere attacchi personali. ho espresso e sto continuando ad esprimere dei giudizi politici. rispondo a lei perché ha avuto la bontà, e l' ho già ringraziato, di occuparsi abbastanza ampiamente nel suo intervento del Movimento Sociale Italiano , anzi di dire addirittura che il significato del vostro voto di fiducia al Governo, non è tanto fiducia all' onorevole Colombo, quanto sfiducia — guardi quanto onore — nei confronti del Movimento Sociale Italiano . adesso sto cominciando a rispondere in termini politici, e solo in termini politici. mi sono anche segnato le frasi, onorevole Colombo. ella non era presente, ed io posso dimostrarle che ha detto anche la prima, e l' ha detta soprattutto rispondendo ad una mia interruzione che risulta dal verbale. ella non dovrebbe assentarsi troppo spesso, onorevole Colombo, quando parlano i suoi amici. quando parliamo noi — e lei non lo fa e la ringraziamo — si potrebbe anche tranquillamente assentare, perché siamo avversari leali, e pertanto lei sa perfettamente ciò che possiamo dire. sì, proprio la maggioranza oppositrice dissenziente. comunque sto accingendomi ad affrontare in termini molto cortesi, e spero giudicati corretti da tutti, questo argomento, onorevole Bertoldi. si parla di trasformismo nei nostri confronti. io lo dico e ripeto a tutti i colleghi che sono cortesemente presenti, e lo dico senza volere offendere nessuno, e senza dare a questo termine un significato deteriore che in effetti non possiede. questo termine è inserito anche nella storia d' Italia e lo sapete bene tutti voi, che siete molto più colti di noi, che lo spettacolo di trasformismo al quale abbiamo assistito in questi giorni da parte del gruppo parlamentare comunista, non ha precedenti nella storia di Montecitorio. perché non si è trattato soltanto di trasformismo in senso politico, si è trattato addirittura di trasformismo in senso procedurale. il gruppo comunista, che condivideva e sfidiamo cortesemente i colleghi comunisti a dichiarare il contrario — le nostre tesi e posizioni di ordine parlamentare e costituzionale, avanzate questa mattina dall' onorevole Roberti e sostenute anche dall' onorevole Pazzaglia, ha taciuto ed ha osato astenersi su una votazione da noi richiesta; non ha potuto votare contro perché era senz' altro d' accordo con noi — come gruppo che per lo meno finora è all' opposizione — nel non concedere alla maggioranza un colpo di maggioranza in termini regolamentari e costituzionali, che avrebbe potuto avere delle conseguenze pesantissime su tutto il resto dei nostri lavori e dei nostri rapporti. veniamo accusati noi di trasformismo, quando il partito comunista direttamente e indirettamente ha appoggiato la maggioranza. in questi giorni il gruppo comunista si è assunto la responsabilità — lo abbiamo appreso dalle dichiarazioni apparse sui giornali, ma lo abbiamo appreso anche, in quest' Aula, dalle dichiarazioni rese ieri sera dall' onorevole Vespignani — di richiamare all' ordine i deputati del PSIUP, di recidere ogni vincolo, non dico di solidarietà, ma almeno di vecchia frequentazione reciproca (non posso dire di cameratismo) con i cinque « eretici » del Manifesto, e lo ha fatto (ecco quel che mi interessa, onorevole Bertoldi, a proposito di trasformismo), non sulla base di argomenti in merito ai quali il gruppo comunista avrebbe avuto, avrebbe e avrà il dovere e il diritto di spostarsi in qualsiasi direzione pur di sostenere proprie tipiche tesi. se si fosse trattato, ad esempio, del riconoscimento della Repubblica popolare cinese , proposto dallo onorevole Moro, e si fosse determinato, su un voto relativo al riconoscimento della Repubblica popolare cinese , uno schieramento dalla Democrazia Cristiana fino al partito comunista , chi avrebbe potuto accusare di trasformismo il partito comunista ? io non avrei neppure accusato, in un caso simile purché le motivazioni fossero adeguate — lo stesso gruppo della Democrazia Cristiana . si sarebbe trattato di un' operazione politica lecita agli uni, doverosa per gli altri, dati i loro notissimi orientamenti. ma non siamo stati noi, signor presidente del Consiglio , a scoprire che questo cosiddetto « decretone-bis » è prima di tutto una misura di imposizione indiretta, perché se ella avrà la bontà di fare quanto io ho ritenuto di dover fare nei giorni scorsi, anche in occasione del congresso del mio partito, cioè di leggere le dichiarazioni ufficiali dei massimi esponenti comunisti, e in particolare quanto ha detto il segretario del partito socialista , onorevole Giacomo Mancini, l' 11 ottobre scorso, nella riunione del comitato centrale di quel partito, ella imparerà che una critica piuttosto pesante nei confronti del « decretone » , e in particolare nei confronti di ogni misura di imposizione fiscale indiretta, è stata in quella seduta ufficialmente lanciata e rivolta proprio dal segretario del partito socialista , il quale, da quell' uomo abilissimo, navigatissimo che è, ha subito corretto il tiro (anche questo risulta dalla relazione ufficiale), dicendo: « è l' ultima volta; non lo faremo più; siamo stati costretti ancora una volta a ricorrere all' imposizione fiscale perché dovevamo pagare i grossi debiti che si erano accesi soprattutto negli enti previdenziali. ma ormai la strada che vogliamo seguire è quella delle riforme » . se l' onorevole Giacomo Mancini si è così espresso, onorevoli colleghi , vi è forse sfuggito ciò che hanno detto nei giorni scorsi, nelle settimane scorse, nei mesi scorsi (perché se ne parla da mesi) i dirigenti del partito comunista e i parlamentari comunisti a proposito del « decretone » numero 1 e del « decretone » numero 2? vi sono forse sfuggiti i titoli dell' L'Unità , gli editoriali dell' L'Unità , i manifesti che ancora oggi sono affissi per Roma e che chiunque può leggere, i comizi anche minacciosi? vi è forse sfuggito che, contro il « decretone » vi è stata una mobilitazione comunista anche di base e, oso dire (non vi stupisca che lo dica proprio io), una giusta mobilitazione comunista anche di base, specie a livello sindacale, perché sfido dei sindacalisti che siano autentici, e non dei transfughi e dei traditori degli interessi che essi dicono di voler sostenere a livello di classe, come comunisti o come socialisti, a sostenere la validità politica e anche strumentale di una misura fiscale indiretta, cioè di una misura fiscale che, tanto per dirla in modo spiccio, toglie denaro dalle tasche di tutti i contribuenti, non nella misura di ciò che guadagnano, ma nella misura di ciò che consumano. io penso che nessun comunista, nessun socialista, e neppure alcun sindacalista, possa associarsi a posizioni di questo genere. si risponde che il fine è positivo. a questo proposito parleremo fra un minuto delle riforme, che sarebbero il fine positivo. infatti, voi sapete (ma non lo dico io: lo hanno detto i comunisti nelle settimane scorse a tutti i livelli) che non è vero neppure questo, o per lo meno che il partito comunista non ha sostenuto e accettato nemmeno questo. il partito comunista è entrato in quest' Aula, giorni or sono, a proposito del « decretone » , su posizioni polemicamente negative, su posizioni di classe sacrosante da quel punto di vista . il partito comunista che cosa ha sostenuto? ha sostenuto che la parte incentivante del cosiddetto « decretone » era, in primo luogo, discutibile perché, secondo i comunisti, è incentivante in senso classista, deteriore, cioè a favore dei più abbienti contro i meno abbienti; in secondo luogo, il partito comunista ha sostenuto — credo con qualche ragione che manchi un qualsiasi serio disegno programmatico e che quindi non si possa parlare neppure di incentivi legittimamente indirizzati ad una riprogrammazione, ristrutturazione della economia nazionale a tutti i livelli. dopo di che il partito comunista ha praticamente impedito ai socialproletari di sostenere i loro emendamenti, ha scomunicato per la seconda volta gli eretici del Manifesto, ha fatto delle sbiadite dichiarazioni, ha contribuito a fianco del Governo, e addirittura della Democrazia Cristiana , al tentativo di snellire questo dibattito. mi attendo quel che il partito comunista dirà, ma ho già sentito quello che ha detto quel comunista travestito che si chiama indipendente di sinistra, che è un eletto nelle liste comuniste, al quale la Presidenza ha offerto l' onore di fare il presidente di un gruppo che non c' è; ho sentito già l' onorevole Orilia gridare allo scandalo per il provocatorio ostruzionismo del Movimento Sociale Italiano . lo andremo a ripetere nelle fabbriche questo raccontino, lo andrà a ripetere la nostra CISNAL, lo andranno a ripetere i nostri lavoratori, lo andranno a ripetere i nostri giovani. noi vi ringraziamo, comunisti, per questa vostra tattica e strategia che è dissolutoria nei vostri confronti, che vi squalifica non di fronte al vostro elettorato (avrebbe poca importanza), ma di fronte ai lavoratori italiani. io so già, o immagino, quello che potrete tentare di dire, perché penso che questa sia l' offa che il Governo ha finito oggi di concedervi attraverso gli emendamenti al « decretone » : « eh, però, attraverso la nostra battaglia non abbiamo ottenuto tutto, ma qualche cosa abbiamo ottenuto, perché dal 1° gennaio 1973 i massimali per la grande industria saranno portati da 4.000 a 5.000 lire » . bel risultato! in primo luogo: campa cavallo ... nel 1973! pensate come saranno felici gli operai che oggi voi inducete a scioperare in termini economici, ma soprattutto in termini politici, quando apprenderanno che dal 1° gennaio 1973 i massimali saranno aumentati. e poi all' onorevole Emilio Colombo io debbo chiedere con tutto il rispetto, anzi con tutto l' augurio, se si ricorda — ella è un uomo di cultura — il discorso della vedovella a Traiano: « e se tu non torni? » . tu, Governo, fai approvare come misura di urgenza e di necessità un decreto che, oggi, in questo momento, è indispensabile, almeno secondo voi, perché altrimenti non avreste approvato il decreto: non è legittimo, onorevole Colombo, mi consenta di dirlo, è profondamente scorretto in un decreto approvato ai sensi dell'articolo 77 della Costituzione introdurre qualsivoglia misura in prospettiva, in lontana prospettiva. e perché non decretate di urgenza per il 1980 o per il 2000? come vi permettete di decretare di urgenza, nel consenso di tutte le autorità, nel consenso tra questi banchi che io mi permetto di deplorare? come vi permettete di decretare d' urgenza... onorevole presidente del Consiglio , da un uomo intelligente, superiore e capace come lei, non mi attendevo una risposta di forma, ma una osservazione di sostanza. non mi interessa la sua osservazione, non indulgo a polemiche di questo genere. sì, mi interessa dal punto di vista costituzionale, ma per il discorso di merito sociale che stavo per fare non mi importa, né importa ai lavoratori. cosa vuole che ai lavoratori importi sapere (non sarebbero attrezzati a comprenderlo, lo dico senza offesa alcuna) se noi in questo momento stiamo legiferando per iniziativa decretal-governativa o se stiamo legiferando per nostra iniziativa? io vorrei che ella si mettesse, signor presidente del Consiglio (dato che siete tanto sociali, tutti sociali, per le riforme sociali, avanzamenti sociali), nei panni di un lavoratore al quale si dica, attraverso una legge che per questa parte al partito comunista sembra non dispiacere troppo, che dal 1° gennaio 1973 i massimali saranno aumentati in una guisa che è fissata adesso. onorevole Colombo, andiamo alla sostanza! sa per caso, onorevole Colombo, quale sarà il valore della moneta, il valore reale di acquisto della moneta, e quindi del salario e dello stipendio e delle percentuali e delle aliquote sui massimali, il 1° gennaio 1973? e chi dice al partito comunista e a tutti i sindacalisti di sinistra e di estrema sinistra che fissare per legge oggi una misura salariale indiretta, che andrà in vigore nel 1973, sia un premio e non sia un castigo? chi le dice, onorevole Colombo, che un futuro presidente del Consiglio reazionario, nemico del popolo, non come lei socialmente avanzato, non approfitti del suo decreto di oggi? ecco il discorso della vedovella a Traiano, ma in termini di sostanza, per dire « no » ai lavoratori dal 1° gennaio 1973, quando i lavoratori, alla stregua del reale potere di acquisto della moneta in quel momento, dovessero dimostrare che le 5.000 lire invece delle 4.000 sono una presa in giro , perché nel frattempo il potere di acquisto della moneta e il valore reale del salario si è deteriorato moltissimo! ma io le dico un' altra cosa, onorevole Colombo, e dedico quest' altra considerazione ai riformatori dell' estrema sinistra , quei riformatori, onorevole Bertoldi, che qualche giorno fa, mi pare il 15 o 14 novembre, l' Umanità, quotidiano ufficiale del partito socialista unitario , definiva, con preciso riferimento ai ministri socialisti, « impreparati, leggeri e demagoghi » . lo dicono i socialdemocratici, i vostri amici; lo scrivono, lo hanno scritto qualche giorno fa nell' editoriale del loro quotidiano, e hanno dichiarato in quell' editoriale che si riferivano (carta canta!) ai ministri in carica del partito socialista italiano. e allora, cari riformatori (che io non voglio qualificare demagoghi, imprevidenti o leggeri; per carità, siete tutti competentissimi, capacissimi e non demagoghi!), cari e cortesi riformatori, un' altra osservazione di sostanza e non di forma a proposito dei massimali; mi riferisco alla grande industria , cioè alla ultima categoria, dalle 4.000 alle 5.000 lire. vi ho chiesto prima di mettervi per un momento nei panni di un lavoratore, e credo di avere risposto in maniera corretta e adeguata. ora mettetevi nei panni di un imprenditore, non voglio dire di un grande capitano d' industria, ma di un imprenditore, al quale per legge si fa sapere fin da questo momento, cioè novembre del 1970, che dal 1° gennaio del 1973 la manodopera gli costerà molto di più. un' altra mentalità quella dell' imprenditore, certo, ma è una mentalità dalla quale dipende pur sempre qualche cosa, fino a quando non avremo sovietizzato lo Stato italiano; e in quel caso lo Stato burocrate alla sovietica sarà ancora più pesante e più tirannico, come Stato imprenditore, di quanto non siano gli imprenditori privati in qualsiasi parte del mondo. mettetevi, dicevo, nei panni di un imprenditore il quale sappia fin da questo momento che il 1° gennaio 1973 la manodopera gli costerà molto di più. cosa credete che farà quell' imprenditore? io penso che cercherà di automatizzare il più possibile la sua azienda, di ridurre il più possibile o di non accrescere per lo meno, o di accrescere il meno possibile fin da questo momento la manodopera. questa è una misura disincentivante, così presentata? se volevate presentarla (ed era giustissimo presentarla), la potevate, la dovevate presentare facendo i conti prima, vedendo se per caso poi non andava tutto a rotoli, vedendo se poi per caso non fallivano le aziende, vedendo se poi per caso tutto non si sarebbe risolto in una ondata di demagogia e nello sfollamento verso l' estero di altre migliaia di nostri lavoratori; ma se ritenevate, da Governo programmatore affiancato da partiti sociali e riformatori, di poter prendere adesso una misura di autentica riforma sociale, adesso dovevate prenderla! ma quando voi la prendete a scadenza triennale, prendete in giro malamente i lavoratori, correte il rischio — senza volerlo lo riconosco — di, danneggiarli con legge ora per allora e determinate fin da questo momento una ulteriore recessione nell' occupazione, un ulteriore aumento della sottoccupazione e della disoccupazione. sono questi i risultati incentivanti che nell' unica norma del « decretone » , che ai comunisti sembra piacere abbastanza, questo socialgoverno, il quale ha nel suo seno socialisti di ogni specie, raggiunge e consegue. mi sembra che queste siano critiche penetranti tali da giustificare e consacrare ogni nostra battaglia condotta in termini socialmente avanzati contro il decreto posto alla nostra attenzione e quindi contro il voto di fiducia . dicevo poco fa, onorevole presidente del Consiglio , che le avrei ricordato come, attraverso una cortesissima risposta a una mia interruzione, l' onorevole Bertoldi, presidente del gruppo del partito socialista italiano, abbia dato conferma alla nostra tesi secondo cui quel gruppo si trova in una posizione permanentemente critica e molto autonoma nei riguardi della maggioranza e del Governo. l' onorevole Bertoldi diceva poco fa che il suo gruppo ha ritenuto e ritiene di dare la fiducia al Governo in occasione del « decretone » , perché in questo modo ritiene di combattere le forze conservatrici e reazionarie che esistono all' interno dello Stato, del Parlamento e del paese e che si oppongono a un provvedimento di questo genere. maliziosamente, io ho chiesto: « onorevole Bertoldi, anche all' interno del Governo? » . e l' onorevole Bertoldi ha risposto, nella sua sincerità di cui do atto: « certo, può darsi » . ora, come dichiarazione da parte del presidente di un gruppo così autorevole, è una dichiarazione un po' pesante; ma ella, onorevole Bertoldi, è abituato a fare dichiarazioni pesanti. io ne ricordo molte, ma non le cito anche per non fare perdere del tempo all' Assemblea. a tribuna popolare l' abbiamo ammirata tutti, quando dava risposte che la collocavano al di là delle caute impostazioni del partito comunista . ella non è nuovo a simili imprese; solo che nel corso del dibattito sulla fiducia una dichiarazione di un presidente di un gruppo parlamentare di maggioranza — presidente tanto autorevole e capace come l' onorevole Bertoldi — una dichiarazione con la quale si ammette che all' interno del Governo e della maggioranza vi possano essere forze conservatrici e reazionarie è una dichiarazione di un certo peso che mi sono permesso di indicare al presidente del Consiglio , solo perché aveva dubitato sulla esattezza di un nostro riferimento. l' onorevole Bertoldi ha parlato di velleitarismo dell' estrema sinistra socialproletaria e del gruppo del Manifesto e di trasformismo dell' estrema destra . quanto a questo trasformismo, credo di avere già risposto e, soprattutto hanno risposto i fatti. quanto al velleitarismo dell' estrema sinistra , le ricordo, onorevole Bertoldi, che quando ebbero luogo i vostri interni dibattiti che vi portarono dalla scissione di palazzo Barberini a riunirvi, a dividervi, e in tempi molto recenti, a clamorosamente ridividervi in tre gruppi, l' accusa che ha lanciato oggi all' estrema sinistra rappresentata dal partito socialproletario ma, soprattutto, in termini di concretezza morale, dal piccolo gruppo del Manifesto, è stata la tipica accusa che i socialdemocratici hanno lanciato ai socialisti, ai gruppi di osservanza marxista in senso ortodosso, ai gruppi socialisti in senso rivoluzionario, nella buona accezione del termine. è malinconico, onorevole Bertoldi, che in questo momento siate voi ad accusare di velleitarismo la estrema sinistra perché si colloca su posizioni ortodosse e — debbo anche dire qualche volta, finché regge, coraggiosamente ortodosse dal punto di vista marxista. è molto malinconico in questa corsa al potere — che poi è una corsa verso destra, verso una vostra destra, evidentemente, non certo verso questa destra — in questa corsa a scavalco affannosa con i comunisti che tentano di dirigere la marcia e di portare il passo più celermente con i socialisti che vanno loro appresso e li scavalcano addirittura, in questa corsa al potere, dicevo, è malinconico veder restare lì alla retroguardia, nella polvere — poverini i pochi che ci credono; e vedere l' arraffa arraffa dei gruppi socialisti di potere che protendono le braccia verso i ministeri e sottoministeri, verso le poltrone e le sottopoltrone e gli enti: perché di tante cose si può parlare, anche del vostro assalto alla Montedison di queste ultime settimane, per esempio, e non è un attacco personale quello che io sto movendo, tutt' altro: una allusione politica ad un problema che in termini di corretta economia pubblica e privata interessa tutti gli italiani. è malinconico lo spettacolo di questo socialismo che parla tanto di riforme e in sostanza si occupa soltanto, anche a costo di essere, esso sì, veramente trasformista, di posizioni di potere! quindi, penso che quando voi parlate di riforme, be', anche a questo riguardo ci dobbiamo intendere. riforma: la casa per tutti (e chi non la vuole?), la scuola per tutti (e chi non la vuole?), l' ospedale per tutti (e chi non lo vuole?). ma la domanda che a questo riguardo deve essere fatta — ed è una domanda terra terra , onorevoli colleghi riformisti e rivoluzionari degli altri settori — la domanda che deve essere posta è, in primo luogo, onorevole presidente del Consiglio , questa: chi paga? e quando ci si accorge che il costo delle riforme, come in questo caso, va a ricadere principalmente su chi meno ha, allora ci si chiede se ci si trovi di fronte ad un tentativo riformista o ad un tentativo reazionario, usando i vostri termini. quando poi ci si chiede ancora: « chi amministra? » , e ci si rende conto che chi amministra non è il sindacalista come tecnico, come competente, non è neppure il politico come competente, e non è certamente il sociologo come competente; quando ci si accorge che chi amministra a tutti i livelli è l' uomo di parte, è l' uomo di partito ed è l' uomo designato da uno dei partiti che si dividono la torta del potere, allora il discorso sulle riforme fa acqua ancora per un altro verso. e quando poi si leggono i vostri documenti di pseudo riforma o di pseudo rivoluzione, come il decreto che abbiamo sotto gli occhi, e ci si accorge che siamo all' aria fritta e che la parte seria, purtroppo, di questi provvedimenti non è quella incentivante ma quella fiscale, e che la parte velleitaria di questi provvedimenti è quella incentivante, non è purtroppo quella fiscale, allora avete un bel dire che siete gli uomini delle riforme o addirittura della rivoluzione e che volete una società socialista edificata sulla giustizia, e che noi saremmo i reazionari in agguato: la verità è che la più sporca, in termini politici, e disonesta forma di reazione e di regresso che si sia vista al Governo in Italia nel dopoguerra intero è il centrosinistra. da quando i socialisti sono entrati al Governo non si è fatto un passo avanti e se ne sono fatti molti indietro, dal punto di vista delle riforme. voi ci state riproponendo le promesse che l' onorevole Aldo Moro fece alla fine del 1963 al popolo lavoratore italiano in nome del centrosinistra. ella, onorevole Colombo, ha già fatto questo esercizio, direi rituale, che tutti i presidenti del Consiglio — mica ella solo, per carità! — da Moro in qua hanno fatto: tutti hanno riletto lo stesso programma; più ancora che il programma di Governo — credo di avere buona memoria — avete riletto e riscritto e ritrascritto quel famoso programma « ottobre 1963 » , pubblicato in un fascicoletto di intesa e di impegno tra i quattro partiti della neocoalizione. quel programmino lo potete rileggere oggi, è di piena attualità, ma non perché sia stato realizzato, perché nulla è stato realizzato. se volessi perdere del tempo o farvelo perdere, ve lo potrei dimostrare: tutti i punti contenuti in quel programma sono stati riportati nei programmi dei governi che si sono succeduti dal 1963 in poi. il suo Governo, onorevole Colombo — mi dispiace toglierle dalle tante qualità che ella ha, quella della fantasia — non ha inventato nulla. il suo programma è identico a quello dei precedenti governi, i quali a loro volta erano identici a quelli dei precedenti governi, i quali erano tratti da un programma mai realizzato, « l' incompiuta » del centrosinistra, e cioè il programma di intesa tra i partiti del centrosinistra del mese di ottobre 1963. ma chi volete pigliare in giro? quando voi stessi affermate che di fase congiunturale si passa in fase ancora più congiunturale; quando gli indici di contingenza denotano pure qualche cosa; quando nei giorni scorsi L'Espresso (il vostro, socialisti, settimanale prediletto, per La Penna del capitano Nemo, alias onorevole Scalfari) riporta testualmente che si può prevedere per l' anno prossimo un incremento della produzione industriale non superiore, mese per mese, allo 0,3-0,4 per cento ; quando sullo stesso settimanale, per la stessa firma, si prevede che se le cose dovessero andare così si potrebbe giungere ad una disoccupazione di circa 4 milioni di unità; quando questa è la situazione, chi volete pigliare in giro dicendo: « noi siamo dei riformisti, dei rivoluzionari » ? potevate dirlo, ragionevolmente, sperando di essere creduti 10, 12 anni fa. ma volete rendere conto a voi stessi, per lo meno alla vostra coscienza, di quello che non avete fatto dopo circa 10 anni di vostra presenza al Governo? presenza autorevole, sono io il primo a riconoscerlo, presenza pesante. ma, per cortesia, non venite a raccontare qui, in un ambiente che deve essere responsabile, che voi siete quelli delle riforme e noi siamo quelli della reazione: codesto manicheismo di terzo ordine, da bancarella, ma lasciatelo, lasciatelo fuori da quest' Aula, dai dibattiti! non crediate di potervi rivolgere a noi (specialmente da ora in poi, e vi dirò perché da ora in poi) con codeste terminologie fruste, perché noi non siamo gente frusta: noi leggiamo i vostri articoli, i vostri libri (quando li scrivete), ascoltiamo i vostri discorsi, siamo presenti in Aula non solo quando, parliamo noi, ma anche quando parlano i nostri avversari. riteniamo (guardate che assurda dichiarazione sto per fare) di avere da imparare da tutti quanti voi, nessuno escluso, attraverso il colloquio, ascoltando le vostre tesi: ma ditecele, le vostre tesi! perché altrimenti non sarà bocciato l' alunno, ma il maestro ignorante; e da 25 anni voi siete maestri ignoranti di una gioventù che cresce ignorante per colpa vostra; non avete dato agli italiani nessun respiro rivoluzionario, nessuna capacità riformatrice, nessuna correttezza amministrativa, nessuna dignità di classe dirigente : avete corrotto e state tentando di corrompere le ultime cose buone che a livello di base e di vertice ancora esistono nella realtà civile dell' Italia. questa è la realtà, una realtà dura che forse non dovrei permettermi, signor presidente del Consiglio , di esprimere in un dibattito così stanco, e a così basso livello come questo. ma è una realtà che mi sale dal cuore alle labbra, è una realtà che non ritengo di dovere tacere in quest' Aula anche perché si è parlato (e me ne dispiace) da parte di un collega che non è presente (cioè il relatore per la maggioranza, onorevole Azzaro), del congresso del Movimento Sociale Italiano . ieri sera abbiamo dovuto interrompere l' onorevole Azzaro anche un po' pesantemente, ma era uno sdegno legittimo da parte nostra, dopo l' esperienza che abbiamo insieme vissuta in questi ultimi giorni. io non intendo parlarvi (non è in argomento) del congresso del Msi, ma desidero rapidamente parlare del nostro ruolo nella vita politica italiana e in occasione di questo dibattito e con agganciamento a questo dibattito e a questa situazione, ma anche con riferimento a quanto è emerso nel recente nostro congresso. che piaccia o no, per merito degli amici che sono qui e di tanti altri, sono il segretario di un partito unito e dialettico al tempo stesso ; cioè noi discutiamo nelle nostre assemblee con una libertà invidiabile, tanto che sono stato autorizzato a dichiarare, durante il congresso del Movimento Sociale Italiano , che noi rappresentiamo una scelta di libertà, se. al termine libertà si vuol dare un significato correttamente civile, di dialettica e di superamento di essa nella sintesi, di capacità di conciliare nella libertà i doveri e i diritti. credo sia una concezione che, pur nelle diverse sfumature o nelle diverse tradizioni di dottrina, possa essere accolta e riguardata con rispetto da tutta questa Assemblea, senza steccati e senza barriere. in primo luogo — e non per eludere la sua corretta domanda, nel cui merito verrò subito dopo — desidero farle rilevare che conduciamo entrambi, in diverse e molto lontane sponde, da venti anni e più la nostra battaglia politica. non so quante volte sia accaduto a lei di essere aggredito incivilmente e brutalmente da avversari politici, nell' esercizio del suo dovere d' istituto. a me è accaduto molte volte, anche recentemente; anche quando sono venuto in quest' Aula con la testa fasciata — e qualche collega avrà la bontà di ricordarlo — perché me l' avevano rotta, solo perché intendevo esprimere il mio pensiero in una parte d' Italia, anzi prima che cominciassi ad esprimerlo. non sono mai venuto con le vesti stracciate, non ho presentato interrogazioni e tanto meno denunce nei confronti dei cittadini rei di quelle violenze, perché ho ritenuto che, se avessi potuto individuare i mandanti, bene avrei fatto a colpirli attraverso le denunce, ma se avessi infierito sui mandatari sarei stato ingeneroso nei confronti di gente che non sapeva quel che faceva. questa lunga esperienza di oltre vent' anni la conoscete tutti, perché leggete i giornali e perché talora sono i vostri giornali a provocare la gente perché ci dia addosso nelle piazze. questa esperienza mi dà il diritto...... e la serenità per rispondere alla domanda che ella mi ha posto. esattamente vero — e ne ho io la responsabilità come segretario del Movimento Sociale Italiano — che l' altro giorno dinanzi alla sede del mio partito, in via Quattro Fontane , si è svolta una manifestazione indetta dalla Lega per il divorzio. e anche vero — e risulta dalle fotografie in nostro possesso — che la manifestazione era divorzista fino a un certo punto, perché alcuni cartelli recavano scritto testualmente: « Almirante boia » , « morte ad Almirante » . non vedo quale connessione vi sia tra la Lega per il divorzio e il mio atteggiamento politico, che penso sia dignitoso in ordine al problema del divorzio. io non definisco provocatoria quella manifestazione, perché è un aggettivo che usate sempre voi e l' avete un poco contaminato. se i nostri ragazzi facessero questo, il primo a sconfessarli sarei io, perché sarebbe un gesto di inciviltà; ma se dei nostri ragazzi venissero sotto le sedi dei vostri partiti con dei cartelli sui quali fosse scritto: « boia questo, assassino quell' altro » forse i funzionari dei vostri partiti — non voglio parlare di attivisti, poiché non so se ne abbiate a disposizione scenderebbero per dare in testa ai portatori dei cartelli. e esattamente quello che è avvenuto. io ritengo che coloro i quali si sono resi responsabili da parte nostra di simile gesto abbiano fatto bene, perché non dovete pensare di venirci a provocare in casa nostra come noi non veniamo a provocarvi in casa vostra. noi non veniamo a disturbare le vostre manifestazioni o i vostri comizi. io personalmente giro per l' Italia da venti anni e non mi sono mai reso responsabile di aggressioni nei confronti dei comizi altrui. ci sono molti nostri ragazzi all' ospedale, se volete saperlo! io rispondo all' onorevole Bertoldi che mi ha correttamente interrogato. io dico che chi viene ad aggredire nostre sedi o a disturbare non può essere accolto da noi in modo pacifico. vorrei fare un' osservazione politica che voglio rivolgere al Governo; sono stato informato degli incidenti, onorevole Ferrari Aggradi , e la prego di voler controllare l' esattezza di quanto le sto per comunicare. il giorno prima degli incidenti, nella serata, l' agenzia Ansa aveva dato notizia che ad una certa ora del giorno successivo vi sarebbe stata davanti alla nostra sede, in via Quattro Fontane , una manifestazione della Lega per il divorzio. io mi preoccupai della notizia che avevo ricevuta per le conseguenze — lo dico per assumermi tutte le responsabilità — e mi informai immediatamente presso la sede e presso le agenzie di stampa e feci altresì una comunicazione al signor questore di Roma. la questura dista dalla nostra sede di via Quattro Fontane non più di 50 metri... pregai cortesemente — la prego di controllare — il signor questore di Roma di porre un servizio d' ordine davanti alla sede per evitare incidenti; se il servizio d' ordine ci fosse stato, non si sarebbero verificati incidenti, né potuti verificare e, se si fossero verificati, la responsabilità sarebbe, davvero, mia e nostra: in tale caso si sarebbe potuto parlare di aggressione da parte di giovani « missini » , come tante volte si legge sui giornali, o di resistenza di giovani « missini » nei confronti delle forze dell'ordine . forze dell'ordine che non c' erano. io vorrei sapere — e prego il ministro Ferrari Aggradi , che non c' entra per nulla, di rivolgere questi interrogativi al ministro dell'Interno e di considerare la cosa in una responsabilità collegiale, perché possono succedere eventi molto gravi se si procede in questo modo — che cosa farebbero, sul piano delle misure preventive, il signor questore di Roma e il signor capo della polizia se fossero informati, come io ho informato molte ore prima il signor questore di Roma, che dinanzi alla sede di un altro partito politico — non voglio fare nomi — si sta per manifestare in maniera ostile da parte di aderenti al Msi. io oso ritenere che il questore, che ne ha il dovere, non il diritto, interverrebbe. in questo caso non ha ritenuto, invece, di intervenire e colgo l' occasione dalla cortese interruzione dell' onorevole Bertoldi per avvertire il Governo che i manifestanti ci hanno preso gusto e ogni giorno si sta verificando la manifestazioncella della Lega divorzista davanti alla sede del Msi. per evitare ulteriori incidenti, ieri ho fatto sbarrare la sede e ritirare il personale, perché non volevo dare pretesti e non è accaduto nulla. alcuni giornali ieri sera, e credo anche un' agenzia di stampa questa mattina, hanno annunciato che vi sarà un' altra e più grossa manifestazione, con l' intervento anche di forze politiche . a questo punto, ognuno si assuma la sua responsabilità. io, onorevole Bertoldi, mi sono assunto, credo lealmente, le mie. tornando all' argomento dal quale mi sono distaccato (ma non è stato inutile, perché chiarimenti leali di questo genere debbono esserci tra di noi, a viso aperto), dirò che ho rappresentato al congresso del mio partito un' istanza ed una scelta di libertà, dal nostro punto di vista , ovviamente, ma in termini civili, che penso, almeno in via di principio, possano essere accolti con qualche rispetto da tutti i settori di questa Camera. tale scelta di libertà si è tradotta in una iniziativa politica che lealmente abbiamo annunciato. visto che a destra, nella destra politica e parlamentare, siamo rimasti soli, perché quel tale trasformismo (e non alludo in questo caso ai socialisti), di cui l' onorevole Bertoldi parlava, noi soli a destra non lo abbiamo praticato, mentre tutti gli altri, dai liberali alla destra della Democrazia Cristiana (ammesso che vi sia mai stata, perché si comincia a dubitarne, persino nel ricordo; ma mi sembra che esistesse, onorevole Andreotti, nei tempi antichi), hanno ritenuto di spostarsi (e dal loro punto di vista possono aver fatto benissimo) verso... no, noi votiamo contro per motivi sociali molto seri. se ella non è capace di ascoltare, mi dispiace per lei; ma io ho parlato anche per lei. il nostro fa ridere, ma ella è un povero campioncino messo KO dal nostro ostruzionista numero uno, Santagati. e allora, visto che nella disfida ella ha perso e l' onorevole Santagati ha vinto, e si è trattato di una disfida ostruzionistica, ella sceglie il momento meno opportuno per interloquire. onorevole Libertini, i giornali hanno già parlato tanto di lei. oggi possiamo far riposare il proto. non importa che anche oggi il suo nome compaia sui giornali. da ieri ne ha perduto il diritto. dicevo che alla nostra scelta di libertà corrisponde una scelta politica. visto che i settori della destra sono rimasti vuoti per la quasi totale diserzione altrui, visto che le prove elettorali, le verifiche elettorali, hanno dimostrato anche recentissimamente che questi settori rappresentano potenzialmente ed in atto molto più di quanto non rappresentino all' interno di questa Camera, dal punto di vista quantitativo... sono dati inequivocabili, verificati anche dal « no » tassativo alle elezioni da parte di tutta la sinistra e del partito comunista in specie. visto tutto ciò, ripeto, la nostra scelta di libertà è una scelta di destra nazionale, la quale ha una politica di presenza. noi non abbiamo qui possibilità di allearci (le formule hanno poca importanza, onorevole Bertoldi, perché ella, insieme con l' onorevole Giacomo Mancini, ha detto nel recente comitato centrale del suo partito che non è alle formule che si deve guardare, ma piuttosto ai programmi e all' unità d' azione tra forze che possono avere lo stesso programma) con forze che abbiano lo stesso nostro programma o che abbiano il coraggio di dire di avere lo stesso nostro programma; però, — abbiamo la possibilità, molto più nobile, a nostro avviso (nessuno la prenda come offesa), di rappresentare coloro che non sono rappresentabili altrimenti e che non sono né iscritti, né finora, in molta parte, elettori del Movimento Sociale Italiano , ma che, continuando ad insinistrarsi e a comunistizzarsi tutta la politica nazionale e ad entrare in maniera sempre più penetrante il partito comunista italiano nell' area del potere, difficilmente ad altro settore della vita parlamentare e politica, e oso dire della vita civile, morale e sociale della nostra patria, potranno rivolgersi. questa scelta di anticomunismo articolato alla base e, può darsi, domani, anche al vertice, è una scelta che ci ha portati ad una politica di presenza durante questo dibattito, che ci ha portati, attraverso la nostra incisiva politica di presenza, a far fallire il piano concordato, in base al quale al voto di fiducia non si doveva arrivare, a constatare, di fronte ai rappresentanti del partito comunista , che il partito comunista ha fallito, almeno per ora, la sua manovra di inserimento frontista, a constatare che, alla estrema sinistra , un partito, un gruppo parlamentare è letteralmente scomparso, e un altro, poverino, si è polverizzato; a constatare che si sono conseguiti risultati politici (grazie alla nostra presenza) nazionalmente e socialmente positivi. cosa accadrà nelle prossime settimane e mesi? i piani li ha enunciati l' onorevole Giacomo Mancini con sufficiente, con spavalda chiarezza, nel comitato centrale del partito socialista l' 11 di ottobre, e vi ha fatto subito eco l' onorevole Berlinguer, nel comitato centrale del partito comunista il 15 ottobre; l' onorevole Giacomo Mancini ha segnato le tappe: fino all' inizio del « semestre bianco » non si tocca il Governo; poi si vedrà. l' onorevole Berlinguer è stato logicamente più chiaro ed esplicito: ha detto una frase che desidero citare perché la ritengo importante. in comitato centrale , il 15 novembre: « da quella crisi da sinistra, per la quale lavoriamo, può scaturire una soluzione governativa più avanzata, che non sia ancora l' alternativa di sinistra, ma che su questa strada si collochi » . Sardegna insegna, Campania insegna, onorevoli colleghi della Democrazia Cristiana . la soluzione più avanzata per ora si delinea a livello regionale; essi desiderano farla avanzare in prospettiva nazionale. hanno subìto una battuta di arresto; non l' hanno subita né in relazione alla vostra tattica, né in relazione alla vostra strategia; né in relazione ai vostri programmi, né in relazione al vostro coraggio, che ancora una volta non ci è stato dato di rilevare. vedremo se si manifesterà, onorevoli colleghi della Democrazia Cristiana , in occasione dell' imminente dibattito sul divorzio, ottimo banco di prova per la vostra coerenza politica, in senso anche morale e civile; è un confronto nel quale ci troveremo fra poche ore, e sarà un confronto utile a tutta l' Assemblea ed a tutta la pubblica opinione . noi, a questo dibattito ed al successivo, ci siamo presentati, e continuiamo a presentarci, su posizioni di penetrante presenza politica, non avendo l' ambizione, ovviamente, di conquistare il potere, ma avendo l' ambizione di costituire, da destra, una opposizione di pungolo, di stimolo e di raffronto nei vostri riguardi, ma soprattutto nei riguardi della grande opinione pubblica .