Giulio ANDREOTTI - Deputato Maggioranza
V Legislatura - Assemblea n. 320 - seduta del 12-08-1970
1970 - Governo Colombo - Legislatura n. 5 - Seduta n. 320
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , spero che nessuno si attenda che io porti in questa dichiarazione di voto a nome del gruppo della Democrazia Cristiana una sia pur minima risentita nota personale per la prima parte delle vicende di questa crisi. credo che in ogni momento, ma certamente quando i momenti sono difficili, occorra dare scarsa importanza agli aspetti personali e occorra individuare e ricercare idee precise e volontà conseguenti per portare avanti quelle che sono le esigenze del nostro paese, che devono sempre far premio su qualunque altra considerazione. del resto sarebbe un pessimo democratico chi non seguisse la norma elementare secondo cui ognuno di noi può essere più o meno necessario, ma nessuno è indispensabile in un regime di libertà. durante la crisi noi abbiamo ascoltato delle difficili e complesse disquisizioni che non definirò filologiche, come sono state ieri definite, ma che certo potevano sembrare e forse parzialmente erano lontane da quella che era l' aspettativa generale della gente comune. abbiamo cioè ruotato attorno a due sostantivi femminili astratti: la chiarezza e la stabilità, e ad un aggettivo dai molti significati: organico. non mancherò, nel tentativo di dare il mio piccolo contributo a questa ricerca, di dire tra breve poche cose al riguardo. dico solo che abbiamo sentito tutti, nei contatti politici, ricercando anche al di fuori delle necessarie illuminazioni, che quello che ci si attendeva e ci si attende dal Governo è una risposta positiva per alcune cose di sempre e per alcune altre cose particolari: tra queste ultime vorrei porre la necessità di fugare il pericoloso rischio di avere di qua a pochi mesi un ritorno di forte disoccupazione in alcuni settori, soprattutto nel settore della media e piccola industria; altrimenti si avrebbe, dopo gli affanni di un « autunno caldo » , l' amarezza ancora più grave di un « autunno freddo » per la disoccupazione. ci si chiedeva e ci si chiede di ridare un senso, frutto della volontà comune e della ricerca di un interesse convergente il più ampio possibile, ad una condizione di vita rasserenata in ogni angolo del nostro paese; ci si chiedeva e ci si chiede di dire qualcosa, di non generico sulle riforme, ma su alcune riforme che noi sentiamo che possono veramente costituire il banco di prova della nostra capacità di governare il paese: la riforma tributaria e quella sanitaria, quest' ultima in considerazione dello stato di crisi del nostro sistema previdenziale e ospedaliero, tanto più assurdo in quanto il sistema stesso è costosissimo e non inserito in un quadro tale da dare una risposta positiva a quanto giustamente il cittadino si attende. le riforme — e il discorso non può certo essere fatto in una dichiarazione di voto che a termini di regolamento deve costituire solo una pura e succinta spiegazione del voto, come ha avuto modo di ricordare stamane il presidente della Camera — sono, io credo, il terreno concreto sul quale noi dovremmo saper superare uno stadio, talvolta molto comodo, spesso insincero, non di rado ipocrita, di catalogazione degli uni o degli altri gruppi o persone, nel tentativo forse di parlar molto proprio delle cose che non si intendono fare. queste ed altre erano le note che noi sentivamo il dovere di esporre attorno a gravi problemi, in relazione ai quali dobbiamo riconoscere che qualche cosa non ha funzionato; e per questo e per quello che dirò in seguito, sia chiaro che io non faccio una critica che in larga parte sarebbe — e intendo che sia — semmai una autocritica; ma dobbiamo ricercare, proprio partendo da una esperienza che ormai risale a parecchio tempo fa e si ricollega a diverse formule, il modo per superare le difficoltà e per conseguire gli obiettivi che nel passato non abbiamo potuto raggiungere. basterebbe citare a questo riguardo le sconcertanti statistiche dell' edilizia abitativa che dimostrano fra l' altro, e questo è il dato più sconcertante, come la percentuale che si riferisce all' edilizia a carico dello Stato abbia avuto una incidenza via via decrescente. questi problemi in parte, come ho detto, vecchi e in parte nuovi, accanto ad altri problemi, come quello di una adeguata sistemazione dei profughi dalla Libia e di un sostegno diplomatico per coloro che in Libia desiderano restare — e noi ci auguriamo che possano restare — questi ed altri problemi — dicevo — sono quelli che il Governo deve affrontare ora che il nostro voto potrà cominciare il suo regolare cammino. noi riteniamo che il Governo possa rispondere positivamente a queste e ad altre esigenze e riteniamo che la chiarezza, la stabilità e la organicità avranno valore se saranno tradotte in fatti concreti e consentiranno di dare una risposta positiva a questi interrogativi, altrimenti rimarranno una, magari pregevole, esercitazione letteraria. ieri l' onorevole Forlani — il cui discorso è stato testé ingiustamente censurato dall' onorevole Giorgio Napolitano — ha qui detto che il Governo può contare sull' impegno effettivo della Democrazia Cristiana ; all' onorevole Forlani desidero pubblicamente dare un ringraziamento per la lealtà, la probità e la pazienza che ha portato in questa difficilissima crisi. personalmente — e non sono certamente un caso isolato — , pur apprezzando molto Cicerone, non tanto come uomo politico , e pur non avendo, soprattutto, alcuna invidia per il modo in cui abbandonò questa vita terrena, ritengo che un passo del suo « trattato sull' amicizia » sia da considerare ingiusto: in esso è detto che le vere amicizie difficilmente si trovano in coloro che hanno pubblici mandati, e Cicerone spiega questo assunto affermando che la peste delle amicizie è proprio questo certamen honoris et gloria e qualche volta ciò può essere una tentazione, ma io credo che chi conosce le cose del nostro paese sa che se queste cose non solo si raddrizzano, ma prendono una rinnovata strada di vigore democratico e sociale, allora c' è veramente gloria per tutti; ma se qualcuno ritenesse di costruire la sua gloria su un sistema che non avesse questa possibilità di una rinvigorita ripresa, io credo che non solo mancherebbe ai suoi doveri, ma dimostrerebbe una enorme miopia. contro questa legislatura viene spesso rivolta una ricorrente accusa, quella di non sapere dare stabilità ai governi. onorevole Almirante, non faccia il giuoco dei comunisti affermando che tutto quello che uno può pensare e dire, lo pensa e lo dice sempre perché così pensano e dicono i comunisti. io non so se i comunisti alla fine abbiano o no l' interesse che dicono di avere, cioè ad evitare lo scioglimento delle Camere . cerco di pensare con la mia testa e allora mi domando: è vero o no quanto viene detto contro di noi in modo offensivo, quasi che noi qui ci preoccupassimo di difendere un nostro contratto quinquennale di lavoro? sono frasi che abbiamo sentito e che respingiamo perché non hanno il più piccolo fondamento. non polemizzerò, onorevole Almirante, con il « partito della crisi » perché non so se esiste, comunque si tratterebbe di un sodalizio interpartitico. quindi non voglio fare polemiche con un interlocutore che non so se esista, voglio solo polemizzare con un costume, cioè (e questo non riguarda voi, perché credendo giuste le elezioni, lo avete detto anche fuori di qui, l' ha detto ieri l' onorevole Almirante, l' ha detto stamane l' onorevole De Marzio ) io polemizzo con coloro che ovviamente, fatte poi salve le massime decisioni che spettano agli organi costituzionali, ma ritenendo che attraverso le elezioni si possa avere una chiarezza e un rafforzamento democratico della situazione, non hanno il coraggio di andare neppure nelle sedi dei partiti e tanto meno di venire qui a fare un discorso approfondito a sostegno di tale tesi, perché siamo tutte persone responsabili e se attraverso dei validi argomenti ci convincessimo sulla veridicità di quello che la maggioranza di noi qui dentro reputa che non sia giusto, io credo che non ci sarebbe alcun ostacolo, non avremmo davvero né paura delle elezioni né contratti quinquennali da difendere. del resto, su un giornale autorevole, molto stimato anche nel nostro paese, il Times, pochi giorni fa è apparsa questa precisa frase, in un servizio di un corrispondente che conosce bene la situazione italiana: « non c' è da supporre che elezioni anticipate diano una soluzione ai problemi politici dell' Italia, probabilmente accadrebbe il contrario » . in Inghilterra credo che fra l' altro abbiano sciolto il parlamento, ma non mi pare con grande acume dal punto di vista di chi lo ha sciolto. servono al tempo giusto, oppure anticipatamente quando si verifichino le condizioni perché questo sia giusto. io non ritengo che queste condizioni ci siano attualmente. ella lo riterrà: ciascuno di noi ha la propria opinione. l' elettorato deciderà al momento giusto. penso, e debbo ripeterlo, perché altrimenti in casa di ognuno di noi, e fuori, poi potranno farsi delle polemiche; tutto quello che dico — lo ripeto ancora — non vuole essere né critica metodologica né, tanto meno, incomprensione verso le logoranti fatiche dell' onorevole Rumor, al quale credo che farà molto bene vivere per un po' di tempo la vita del gruppo. ne ho fatto l' esperienza io stesso, e stamane l' onorevole Caprara me lo ha rimproverato con un certa « punta » dicendo: « scoprite la dialettica parlamentare quando uscite dal Governo » . può darsi anche che in parte sia così, nel senso che quando si è al Governo si ha rapporto con la propria Commissione; con l' Aula, specialmente ora che i bilanci non si discutono più singolarmente, si ha rapporto solo in momenti occasionali per leggi di carattere particolare. proprio quella vivacità politica, quel « ricaricamento » politico che il Parlamento dà, stando al Governo possiamo qualche volta non renderci più conto di come sia indispensabile. penso che la stabilità di cui si è tanto parlato in questo periodo, la stabilità di Governo, che anche qui è sembrata fosse una richiesta di un partito e non fosse una caratteristica essenziale, fosse un qualche cosa che potesse esser contestato. ieri l' onorevole Almirante ha ricordato al presidente del Consiglio il Machiavelli e mi permetto di fare una citazione dal Machiavelli (un tempo sembrava un metodo politico chissà quanto duro e difficile; oggi anche questo si è abbastanza rivalutato). la citazione non serve però per quello che dirò immediatamente. il Machiavelli, quando parlava della stabilità di un sistema, invitava a difenderla nel modo migliore, perché — diceva — « nella antiquità e continuazione del dominio sono spente le memorie e le cagioni delle innovazioni, perché sempre una mutazione lascia l' addentellato per la edificazione dell' altra » . non sto però a consigliare all' onorevole Colombo (e poi non solo mi permetterò di consigliare, ma di prendere un impegno che darà a lui una garanzia solida di mantenimento del suo Governo), non sto a consigliargli quello che era poi il suggerimento del Machiavelli, il quale diceva che il duca di Ferrara non aveva retto agli assalti dei veneziani perché si era allontanato dalla buona norma di Governo: e la buona norma di Governo, secondo il Machiavelli, sarebbe « non preterire l' ordine dei suoi antenati » , cioè i programmi dei governi precedenti, « e di poi temporeggiare con li accidenti » . ora sappiamo che non è questo che possa essere un indirizzo di Governo, e un indirizzo di Governo che deve esser di parziale rinnovamento, perché sappiamo altresì che c' è nella tradizione italiana il senso della stabilità. e mi rifaccio non a testi antichi, e nemmeno mi rifaccio ai vocabolari; era così vivo il senso della stabilità, in un vocabolario che io credo sia tuttora il migliore, quello del Rigutini... citiamo per brevità. dovendosi esemplificare figurativamente l' uso del termine « stabilità » si dice: « quel Governo non ha stabilità » . e questo lo si diceva nel 1875 quando si era ancora freschi di tre anni e mezzo di Governo Lanza e già da due anni durava il ministero Minghetti, che, se non sbaglio, durò poi un altro anno, senza contare addirittura il decennio di De Pretis con qualche piccolo riposo durante i governi Cairoli. mi rifaccio molto più vicino, alla Costituente. la Costituente, pur avendo sempre come aspirazione di cautelarsi da regimi autoritari, però ebbe il senso, dettato dall' esperienza prefascista, di dover assicurare stabilità al Governo. ce lo ricordò l' onorevole Piccioni il 9 gennaio 1947 dicendo che una delle peggiori conseguenze del parlamentarismo passato è stata la frequenza e la leggerezza con le quali si provocavano le crisi. perciò si fece la proposta di non considerare sufficiente per le dimissioni del Governo neppure il voto di fiducia di una o dell' altra Camera. si era configurata quell' assemblea nazionale che poi abbiamo mantenuta soltanto per alcuni adempimenti (nomine, specialmente quella del Capo dello Stato ) proprio perché si voleva impedire questa facilità, che era del resto relativa in questa ipotesi, di dissoluzione dei governi. poi per altri motivi questo cadde ma certamente è interessante notare che l' onorevole Mortati aveva proposto un emendamento con il quale si stabiliva che il presidente della Repubblica « può subordinare la accettazione delle dimissioni del Governo presentate all' infuori del caso di un voto di sfiducia , all' espressione di un esplicito voto da parte del Parlamento attorno alla politica governativa » . questo emendamento Mortati, del quale l' onorevole Ruini pregò di rinviare la votazione in quanto era stato presentato all' ultimo momento, come altre cose della Costituzione non venne più ripreso e, se non ho male controllato gli Atti parlamentari , cadde per disattenzione. comunque esso ha un suo valore e non è senza significato altresì che la Costituzione abbia voluto dire che il Governo non cade quando vi è un voto contrario su una legge. qui il discorso potrebbe essere allargato sottolineando il grosso significato parlamentare del concetto di formazione delle leggi, e non solo per quanto riguarda la salvaguardia del Governo, esistente in questa norma. ma non posso farlo ora anche per non essere in contraddizione con me stesso circa la brevità del mio discorso. desidero dire soltanto che non dobbiamo avere paura di questi dibattiti. in passato dicevamo che un dibattito pubblico nelle crisi (e ne eravamo sinceramente convinti) avrebbe inasprito i rapporti tra i partiti e resa forse più difficile la soluzione della crisi stessa. ma mi pare che la esperienza ci dimostra che non è così. una maggiore chiarezza non solo è dovuta verso la pubblica opinione , ma credo che agevoli la risoluzione delle crisi anche nei rapporti tra i partiti. salto il discorso sulla maggioranza e sulla minoranza. si tratta di discorsi importantissimi, essenziali, per una corretta vita parlamentare ma dirò che la maggioranza prima ancora che in formule notarili deve trovare la sua effettiva autonomia nelle idee precise, nella lealtà reciproca, nella presenza, mi sia consentito essere banale qualche volta, anche fisica qui e nelle Commissioni. se questo accade la maggioranza c' è e funziona, se questo non accade noi possiamo pure avere un meraviglioso certificato iniziale ma non potremo fare votare il certificato quando dobbiamo riandare a votare. e allora, dobbiamo dire che nel Parlamento non ci deve essere paura di questo contatto, proprio perché o la maggioranza esiste — e allora essa non deve aver paura — o la maggioranza non esiste, e allora non mi pare che si sia dinanzi ad un sistema democraticamente corretto. noi del resto abbiamo visto che cosa è il Parlamento. desidero qui rilevare che Mario Missiroli, prendendo un piccolo brano di quello che avevo detto l' 11 luglio, dopo avere avuto l' incarico dal presidente della Repubblica (io avevo detto che l' esperienza del Parlamento mi aveva dimostrato come le diverse forze, ciascuna nel proprio ambito e con la propria fisionomia, avessero un valore costruttivo), ha scritto: « il riferimento ai comunisti è evidente, anzi esplicito. io non so perché tutti questi anticomunisti devono vedere all' infuori della maggioranza soltanto i comunisti, e devono essere in fondo dei loro addetti stampa o addetti pubblicitari » . e dire frasi di questo genere mi è costato — ed ognuno queste cose può interpretarle alla lettera e non c' è neanche bisogno di andare a vedere il vocabolario — perché esistono dei santi uffizi laici dinanzi ai quali l' inquisizione di cattolica memoria può rappresentare veramente uno scherzo. vorrei dire a tutti coloro che fanno delle sottigliezze, se non delle speculazioni, con faciloneria a questo riguardo, vorrei dire che un anno fa noi sentivamo fuori molto più forte di oggi il morso di una contestazione globale che cercava di instaurare una serie di poteri che non erano i poteri rappresentativi previsti dalla Costituzione. io ritengo, certamente, che questo moto e questo pericolo non siano passati, ma sono molto meno forti. perché? perché c' è una maggiore fiducia, forse, nei confronti delle istituzioni parlamentari, tanto è vero che tutti, maggioranza, opposizioni di ogni tipo, abbiamo nelle elezioni riscontrato che non c' è questo distacco effettivo tra il corpo elettorale e le forze politiche rappresentative. cerchiamo di non sciupare questo valore essenziale. comunque, io così la penso, e non cambio la mia opinione. ho detto che non avrei fatto, e non faccio, polemiche di carattere personale; non avrei né il diritto né il dovere e, in fondo, la volontà di farle. devo soltanto dire una parola all' onorevole Ferri su un punto. quando mi ha detto che non era esatta la citazione che io avevo fatto della risoluzione della Internazionale socialista , che pone in termini mi pare abbastanza duri e precisi il rapporto tra i comunisti e gli altri, e non era esatta perché recepita poi in foro nazionale (allora il partito era unificato), una parte del partito socialista , non del partito socialista unitario , non l' avrebbe condivisa. a parte tutto, credo che questa osservazione andava forse fatta dal partito socialista italiano e non dal partito socialista unitario . ognuno, comunque, è libero di fare le osservazioni che vuole. dirò, senza alcun rancore, che mi è capitato quello che in Francia si racconta sia capitato ad un giovanetto, che veniva sempre picchiato dai gollisti perché non gridava: viva l' Algeria francese! e non gridava, poveretto, non perché avesse idee politiche diverse, ma perché era balbuziente e non riusciva ad associarsi a queste manifestazioni. alla fine, per non essere picchiato troppe volte, fece una serie di sforzi, ed un bel giorno riuscì a gridare: viva l' Algeria francese! però nel frattempo De Gaulle era andato al potere, e gli stessi gollisti lo picchiarono perché aveva gridato: viva l' Algeria francese! questo vale anche per il richiamo al documento dell' Internazionale socialista , che a noi era stato sempre insegnato rappresentare una specie discriminante per poter valutare la sicurezza democratica di un partito, specialmente di un partito europeo. comunque, anche qui, senza nessuna cattiveria, dirò con molta franchezza che preferisco essere stato bocciato nella sessione di luglio, che essere rinviato ad ottobre ed essere poi bocciato in quella sessione. ho la ricetta per evitare che ciò possa accadere all' onorevole Colombo. assolto, almeno secondo il mio modo di pensare, il Parlamento da questa accusa di « pluriomicidio governativo aggravato » , per non aver commesso il fatto, spenderò poche parole soltanto sull' esigenza di chiarezza che deve essere in noi tutti: in noi della maggioranza, nel tono e nello spirito dei rapporti fra i nostri partiti, così come nei rapporti fra i ministri, sia nell' azione di istituto, sia nei loro discorsi domenicali. a questa esigenza di chiarezza credo che possa oggi guardarsi con una minore preoccupazione, se veramente la fondiamo su un impegno attorno a delle cose concrete, e, cioè, la fondiamo sul convinto sentimento di ciò che si è avvertito nel corso della crisi ed anche successivamente, nel corso del dibattito in quest' Aula. parlo della consapevolezza che la gravità della situazione economica richieda uno sforzo di consensi (o di tolleranza, ciò importa poco), senza il quale potrebbe veramente essere messo tutto in gioco. mettere l' accento su questa consapevolezza non significa perseguire un arco di intese fra la destra economica ed i comunisti. si tratta, credo, di una constatazione di fatto ed il Governo farà bene a non disperdere tale possibilità che mi pare esista lungo l' intero arco delle forze politiche rappresentate in questa Camera. ci sarebbe veramente da fare un lungo discorso sulla chiarezza... le risponderò poi su questo punto, onorevole Almirante; credo che abbiamo la ricetta per superare questa sua obiezione. noi sappiamo che si possono fare discorsi complessi. avrei voluto citare il Cid di Corneille, che parla della « oscura chiarità che cade dalle stelle » . questo chiarore sidereo, che quindi è relativo, serve, è sufficiente a far vedere a coloro che difendevano il suolo, le 30 vele dei battelli dei mori che avanzavano, per poterli poi far scendere a terra e sconfiggerli sul terreno per loro più utile. qui potrei forse dire che il Don Rodrigo del Cid è meno popolare di altri Don Rodrigo della letteratura internazionale... ma potrei anche dire, ed è la penultima cosa su cui voglio soffermarmi, che esiste qualcosa che a noi non solo dispiace, ma che politicamente ci offende e cioè la richiesta, che da alcune parti viene rivolta a noi democratici cristiani , di esibire i titoli di legittimazione nella difesa dal comunismo. io credo che 25 e più anni di vita politica diano ad ognuno di noi, come individui e come forze politiche , la possibilità di conoscerci abbastanza. e penso che non vi sia necessità di ripetere quella che è una realtà incontestabile. onorevoli colleghi comunisti, ieri l' onorevole Berlinguer, nel suo intervento, ha parlato delle cose stabili e delle cose che cambiano. noi sappiamo, però, che la volontà dei singoli, posto che vi sia (non c' è modo di condurre in questa sede simili analisi, che del resto sarebbero perfettamente inutili), quando si inserisce in un determinato sistema, non è sufficiente per sfuggire alle leggi coattive del sistema stesso. certamente voi, colleghi comunisti, fate qui e nelle Giunte locali discorsi che sembrano aperti ad una forma quasi sublimata di democrazia parlamentare , al di fuori di ogni sospetto. di fatto, però, intervallate questi discorsi con la commemorazione e l' esaltazione di Lenin. ciò è storicamente comprensibile, ma vi sono alcune cose che a noi veramente danno il senso del vallo, il senso della divisione insormontabile al di sopra di qualunque parola. quando Lenin afferma: « nella nostra lotta per il potere non dobbiamo arrestarci davanti a nessun principio morale, dobbiamo essere pronti a compiere qualsiasi illegalità, inganno o menzogna » ; e quando aggiunge: « se per la causa del comunismo fossimo costretti a eliminare i nove decimi della popolazione » (quindi, colleghi comunisti, in Italia la metà del vostro elettorato...) « non dobbiamo fermarci davanti a ciò » ... chi le dice, onorevole collega, che ella sarà compreso nel decimo che si salverà? ebbene, queste frasi credo rappresentino veramente un ostacolo insormontabile nei confronti del cammino che ci divide dal partito comunista . mi sia ancora consentito rilevare che l' impegno che noi prendiamo nei confronti del Governo, l' impegno di sostenerlo, è strettamente legato al Parlamento. ho già detto prima le ragioni (e, a costo di ripetermi, desidero ribadire che non si tratta di una polemica verso il passato ma di una prospettazione verso il futuro) per cui d' ora in avanti le crisi devono essere discusse qui. noi sappiamo, onorevole presidente , che questo è un impegno che riteniamo di poterle ampiamente chiedere, così come lo chiediamo anche ai singoli partiti della coalizione. e mi riferisco a tutti i quattro partiti della coalizione. è un impegno che io chiedo specialmente a noi stessi, onorevoli colleghi , perché ritengo che siamo tutti consapevoli che un metodo che non consente di poter dibattere sempre apertamente questi problemi non possa giovare al consolidamento delle istituzioni democratiche nel nostro paese. un' ultima osservazione vorrei fare riguardo alla politica estera . come il presidente del Consiglio ha sottolineato nelle sue dichiarazioni programmatiche , ha un valore importante la circostanza che questo nostro dibattito sulla fiducia al nuovo Governo avvenga nel momento in cui è stata pattuita la tregua nel Medio Oriente e sta per essere firmato, se già non lo è stato, l' accordo fra la Germania occidentale e l' Unione Sovietica ; nel momento, mi sia consentito aggiungere (si tratta infatti di un atto positivo per l' equilibrio del Mediterraneo, data quella sorta di corteggiamento multilaterale cui la Spagna è stata assoggettata negli ultimi anni) in cui è stato raggiunto l' accordo tra gli USA e la Spagna, accordo che nella situazione attuale ritengo rappresenti un elemento di stabilità per il Mediterraneo in generale. noi sappiamo — questa è una delle nostre convinzioni di sperimentata efficacia e non da oggi — che attraverso l' Alleanza Atlantica si ha l' ancoraggio a un sistema che riafferma la sua validità con lo sviluppo di questi atti di concreto contributo alla pace, di cui alcuni veramente impensabili a tempi così ravvicinati. l' Alleanza Atlantica , contro la quale ella, onorevole Berlinguer, ieri si è scagliato — e dal punto di vista suo non so dargliene torto noi la consideriamo una alleanza utile alla pace, e non da oggi. se qualcuno invece la considera tale da oggi, in fondo non ci dispiace, anche se dipinge come novità cose che novità non sono. credo che per la prima volta un' alleanza politico-militare abbia un titolo di onore formidabile: non esiste la minima pianificazione che non abbia come presupposto l' attacco ai paesi dell' alleanza; non esiste nemmeno uno studio di pianificazione che comporti un attacco dell' alleanza ad altri paesi. se noi abbiamo gioito nella sessione recente di Roma del Consiglio atlantico nel vedere affidato all' Italia — e il Governo e il ministro degli Esteri in particolare sanno di avere l' appoggio larghissimo del Parlamento — il sondaggio per la distensione con i paesi del Patto di Varsavia , dobbiamo obiettivamente riconoscere che questo non è il primo tentativo in tal senso. altri, infatti assai autorevoli, non sono andati avanti non per volontà dell' Italia né degli altri paesi del patto atlantico . onorevole presidente del Consiglio , ella sa che il gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana , non solo con convinzione politica e con sodisfazione per aver visto chiudersi questa difficile crisi, ma anche per stima e per affetto nei suoi confronti, le dà insieme il voto di fiducia e l' assicurazione di un appoggio costante, quotidiano, intenso all' attività del Governo. noi sappiamo che possiamo chiedere, come ricambio di questa fiducia, a lei e ai suoi ministri, che hanno potuto doppiare questo capo quando — per usare una frase maligna di radio Mosca — « sono state deposte ire e conferiti perdoni » , una cosa soltanto: di avere a vostra volta una fiducia illimitata nel Parlamento. questo è, io credo, in fondo il vero segreto per l' organicità, per la chiarezza, per lo stabilità delle istituzioni.