Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 319 - seduta del 11-08-1970
1970 - Governo Colombo - Legislatura n. 5 - Seduta n. 319
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole presidente del Consiglio , nella parte introduttiva del suo discorso ci è sembrato, di rilevare un dato interessante ancora più sul terreno psicologico, vorrei dire, che sul terreno politico. ella ha dichiarato onestamente di essersi trovato di fronte ad una scelta e di avere avuto, data la situazione deteriorata — parola sua — la tentazione di pronunziare un discorso che presentasse i lineamenti e i programmi di questo Governo in guisa fortemente riduttiva — parole sue — o addirittura sulla falsariga dell' ordinaria amministrazione . ha detto di aver resistito a questa tentazione e di aver voluto fare, come in verità ha fatto, un discorso di prospettiva e di largo respiro, anche sapendo di correre il rischio di poter essere considerato un velleitario. noi la ringraziamo per aver voluto correre questo rischio e per averci dato un discorso di ampio respiro , perché, avendo ella la consapevolezza semiconfessata di presentarci un cattivo governo, ci ha per lo meno esibito un buon discorso. avremmo preferito un buon governo presentato con un cattivo discorso; ma siccome siamo piuttosto abituati a sentirci presentare dei cattivi governi con dei cattivi discorsi, abbiamo gradito per lo meno la buona presentazione di un cattivo governo. se posso servirmi di una immagine che spero non le dispiaccia — subito dopo ne userò un' altra che le dispiacerà meno, che la lusingherà forse — ella mi ha ricordato, in questo suo atteggiamento psicologico un poco patetico, una mia vecchia conoscenza, l' ex maître di un ristorante di lusso che si era ridotto a servire in una trattoria modestissima, e che annunziava ai suoi sbigottiti clienti delle vivande casarecce con gli altisonanti nomi alla Luigi XIV che aveva imparato un tempo. se posso usare un' immagine che ella gradirà un poco di più, ella mi ha ricordato la lettera del Machiavelli all' amico Vettori dal confino, in cui si diceva che egli, dopo aver passato la giornata giocando a tric trac e ingaglioffendosi, la sera si ritirava in compagnia dei grandi, vestiva idealmente panni curiali . ella non ha l' occasione di parlare qui ai grandi e per diverso tempo non potrà parlare nemmeno ai... piccoli, ma di panni curiali ha voluto rivestire il suo discorso presentandoci nobilmente una squallida vicenda. ella mi vorrà perdonare se nella parte iniziale di questo mio ragionamento con lei, onorevole presidente del Consiglio , mi permetterò di occuparmi della squallida vicenda. io sono costretto a svestire dei panni curiali la creatura che ella ci ha voluto così idealizzare: e sono costretto — perché dobbiamo dare le nostre spiegazioni, i nostri chiarimenti alla pubblica opinione , in mancanza dei suoi — a tornare alla squallida vicenda di questa crisi, dandone un' interpretazione non velleitaria ma, credo, sufficientemente realistica. noi non abbiamo alcun motivo per assumere le difese dell' ex presidente del Consiglio Rumor, contro il quale abbiamo sempre coerentemente votato. quando, però, nei confronti dell' ex presidente del Consiglio personaggi anche del suo stesso partito si permettono di parlare in toni che noi riteniamo politicamente scorretti, definendo scorretta una crisi che non poteva non verificarsi in quel momento e non poteva non essere determinata ai fini di un chiarimento che sembrava e sembra tuttora necessario, allora noi dobbiamo ricordare dai nostri umili banchi a tutta la Camera che quando il presidente del Consiglio , come istituzione, ritiene che il Governo, come istituzione, non sia nella condizione di funzionare, egli non ha il diritto ma il dovere di dare le dimissioni. non si è trattato di dimissioni extra parlamentari o addirittura extra costituzionali, come qualcuno ha ventilato (e quel qualcuno aveva ben poco diritto, io penso, di muovere una simile critica dopo 25 anni di crisi governative quasi tutte o tutte addirittura extra parlamentari); si è trattato di una crisi istituzionalmente corretta, come dimostra vorrei dire, la data stessa in cui la crisi si è verificata, non a caso: il 6 di luglio. il 6 di luglio si riunivano per la prima volta i consigli regionali per procedere alla elezione delle rispettive presidenze, il 6 di luglio l' allora presidente del Consiglio aveva chiesto, aveva addirittura invocato una riunione di colloquio, di tregua con le organizzazioni sindacali di sinistra per tentare di scongiurare uno sciopero generale politico che era stato indetto per il giorno successivo. si incontrano quindi in quella data i due motivi fondamentali della crisi, che è scoppiata e che non poteva non scoppiare, anzi i quattro motivi della crisi, quei quattro motivi che il Movimento Sociale Italiano durante le consultazioni ha correttamente esposto al presidente della Repubblica ed anche — ella ce ne può dare atto — ai due presidenti successivamente incaricati: vale a dire la crisi nel suo aspetto economico, la crisi nel suo aspetto sindacale, la crisi nel suo aspetto politico relativamente alla formazione delle Giunte negli enti locali e infine la crisi nel suo aspetto politico e di opinione relativamente ai gravissimi problemi concernenti l' ordine pubblico . il 6 di luglio la crisi era sul tavolo del presidente del Consiglio e tutti e quattro gli aspetti di fondo della crisi erano insolubili di fronte alla responsabilità del presidente del Consiglio , perché su tutti e quattro gli aspetti di fondo della crisi esistevano in seno alla compagine governativa opinioni divergenti e non conciliabili, tanto poco conciliabili che nei giorni precedenti il presidente del Consiglio non aveva avuto la possibilità vorrei dire fisica, oltre che morale e politica, di riunire intorno ad un tavolo i leaders della maggioranza. quando la dissociazione — e il termine dissociazione » lo ha usato anche ella, dopo che l' aveva usato correttamente l' onorevole Rumor — nel senso di una compagine, di una coalizione, arriva al punto che non esiste più nemmeno la possibilità di un colloquio fra i membri della coalizione, la crisi è in atto e il presidente del Consiglio che non la dichiarasse si comporterebbe esattamente come il medico che di fronte ad un ammalato gravissimo non mettesse al corrente i congiunti sullo stato della malattia e sulle terapie urgenti indispensabili. quindi, se vi è stata una crisi — non diciamo corretta o scorretta — inevitabile e comunque istituzionalmente non procrastinabile, questa è stata senza dubbio la crisi che è scoppiata il 6 luglio. a questo punto la vicenda diventa italiana, cioè si entra nel ginepraio dei luoghi comuni e delle frasi fatte; e accade, come sempre accade in politica o perlomeno nella vicenda politica italiana , che quando una verità è sussurrata diventa subito una eresia e che quando una menzogna viene urlata o perlomeno viene reiterata « alla comunista » diventa un dogma. e così alcuni dogmi, durante questa crisi, i più sciocchi fra l' altro, sono diventati delle verità per il semplice fatto che venivano reiterati, urlati, come oggi stesso sono stati reiterati, non con foga, perché non la possiede, ma con metodo, dall' onorevole Berlinguer. il dogma che è stato reiterato durante tutto il corso della crisi — ella lo sa, signor presidente del Consiglio — è stato quello relativo alla contrapposizione tra un « partito della crisi » o « dell' avventura » e un partito invece costituzionalmente ligio agli istituti e quindi contrario ad ogni crisi al buio e ad ogni avventura. signor presidente , onorevoli colleghi , quando un partito, un grosso partito per giunta, e un deciso partito con tutti gli strumenti della opposizione a propria disposizione, quando un partito come quello comunista non si iscrive al « partito della crisi » e si iscrive al « partito dell' anticrisi » , oh mio Dio , c' è da pensare che quel partito abbia le chiavi della fortezza in tasca, che qualcuno gliele abbia consegnate. quando un partito di opposizione, un partito di radicale opposizione, un partito di globale opposizione, un partito, come dicono i comunisti stessi, di opposizione sociale, un partito che ha i suoi buoni e validi motivi, dal suo punto di vista , per condurre l' opposizione e sul terreno della politica estera e su quello della politica sociale e sindacale ed economica e su quello della politica interna e sui grandi problemi del costume, quando un partito che assicura di avere una propria visione non solo della politica italiana , ma della politica in senso lato, combatte contro il « partito della crisi » e accusa di scorrettezza coloro che si iscrivono al « partito della crisi » e chiede, come ha chiesto in una intervista qualche giorno fa (e stamane qui l' onorevole Berlinguer): « vogliamo sapere i nomi dei dieci uomini che hanno voluto la crisi » , con gli stessi accenti apocalittici con cui i comunisti di tanto tempo fa chiedevano in Francia i nomi delle 200 famiglie che volevano la guerra, quando un partito ridicolizza se stesso nella sua classe dirigente fino a stupidità di questo genere e quasi tutto il Parlamento pende dalle labbra di quel partito, proprio perché quel partito dice dei luoghi comuni reiterandoli e urlando, cascano le braccia, signor presidente del Consiglio . un partito di opposizione, io penso, qualunque ne sia la latitudine e qualunque ne sia l' atteggiamento, non può che essere iscritto al « partito della crisi » , non può che desiderare che attraverso una crisi comunque determinatasi si giunga ad una situazione meno lontana o più vicina a quelli che sono i suoi obiettivi. il dato snaturante di tutta la situazione sta per l' appunto nel fatto che ha potuto prender piede e avere larga accezione in tutti gli ambienti politici e, per pigrizia mentale e morale, in quasi tutti gli ambienti giornalistici, questa strana tesi manichea del partito comunista secondo cui ci siamo divisi nelle scorse settimane nel « partito della crisi e dell' avventura » e nel partito rettamente costituzionale « dell' anticrisi e dell' antiavventura » . e se il partito comunista non desiderava la crisi di un Governo come quello precedente o per avventura come quello attuale — perché mi sembra che il partito comunista sia stato forte sostenitore, accanto al partito socialista , della tesi secondo cui la stabilità di questo nuovo Governo è un dato essenziale — ciò significa che esso ritiene che la soluzione precedente e ancora a maggior ragione l' attuale soluzione della crisi siano le meno lontane, non voglio dire le più vicine, ai suoi interessi. questo è poi il chiarimento di fondo della situazione. chiarimento. questo termine è stato pronunciato dall' onorevole Rumor nell' atto in cui dava le dimissioni; questo termine è stato pronunciato dalle direzioni dei quattro partiti della maggioranza; questo termine è stato pronunciato da lei, né poteva fare diversamente, signor presidente del Consiglio . stamane abbiamo sentito ripronunziare questo termine dall' onorevole Ferri a nome della socialdemocrazia e penso che con certezza questo termine sarà ripronunciato dai rappresentanti degli altri tre partiti di Governo nel corso dell' ulteriore dibattito sulla fiducia. chiarimento su che, signor presidente del Consiglio ? su un dato che non è emerso oggi, perché è un dato in base al quale è nato il centrosinistra. si chiede oggi, 11 agosto 1970, un chiarimento su ciò che io sentii molto autorevolmente chiarire all' onorevole Moro, allora segretario del partito, nel congresso di Napoli della Democrazia Cristiana il 1° febbraio, se non erro, del 1962. io ero presente a quel congresso come giornalista, e l' onorevole Moro parlò sei ore e mezzo — tre ore in piedi, tre ore e mezzo seduto — e, in piedi e seduto, chiarì per sei ore e mezzo i contenuti del centrosinistra, che allora era in prospettiva e che veniva in prospettiva rappresentato come l' unica alternativa possibile, come l' unica strada possibile per la Democrazia Cristiana dopo i tentativi che precedentemente, in altri sensi e in altre direzioni, la Democrazia Cristiana aveva ritenuto di fare. che cosa chiarì l' onorevole Moro con quel lungo chiarimento? che si prospettava una storica alleanza fra cattolici e socialisti e che l' alleanza fra cattolici e socialisti era destinata a diventare storica per un motivo: perché era destinata a porre fine per sempre alla tentazione frontista che il partito socialista aveva dimostrato pesantemente di subire, e, di conseguenza, realizzava, avrebbe realizzato l' allargamento dell' area democratica cori la ristrutturazione sociale ed economica del nostro paese e con il conseguente isolamento, non solo in termini politici ma anche in termini sociali — e quindi, per un partito come quello, in definitiva, in termini morali e storici — del partito comunista . questo chiarimento di fondo fu offerto dall' onorevole Moro quale segretario nazionale della Democrazia Cristiana otto anni fa al vostro partito e a tutta l' opinione pubblica come premessa, come fondamento, come dato istitutivo e vorrei dire istituzionale del centrosinistra. dopo otto anni voi ci dite (l' abbiamo udito stamane dall' onorevole Ferri a nome della socialdemocrazia) che questo chiarimento, che in sostanza è il medesimo chiarimento che lo onorevole Rumor chiedeva ai suoi ministri, forse potrà cominciare a realizzarsi con l' attuale esperienza di Governo. questo ci è venuto a dire stamane il segretario della socialdemocrazia, mentre il segretario del partito socialista italiano non avrà alcun bisogno di dircelo perché il chiarimento i socialisti lo hanno realizzato apertamente nei giorni scorsi, ed ella con il suo documento ha istituzionalizzato il chiarimento offerto alla pubblica opinione dal partito socialista italiano. i socialisti hanno chiarito che si può collaborare con i comunisti a livello di enti locali e a livello di battaglie sindacali, che si può collaborare nel paese con il partito comunista senza spostare il quadro istituzionale di quel centrosinistra, che era stato istituito per isolare il partito comunista e per respingere la politica frontista. più chiarimento di così? il chiarimento, secondo noi, è stato realizzato, ma è stato realizzato in questi sensi e in questi termini. sicché, se c' è una polemica davvero insensata, oserei dire ingenerosa, è quella relativa al famoso « partito della crisi e dell' avventura » ; se non per un rilievo, signor presidente del Consiglio , che mi sembra interessante, che non so se sia stato ancora fatto nel corso di questo dibattito e che sottopongo alla sua cortese attenzione. è interessante il fatto che si parli, da parte dei comunisti, come da parte dei socialisti, come da parte della sinistra della Democrazia Cristiana , di un « partito della crisi » e di un « partito dell' anticrisi » ; perché, in questo modo, tanto i comunisti quanto i socialisti quanta la sinistra della Democrazia Cristiana individuano quello che è il dato nuovo e, a nostro avviso, caratterizzante (e caratterizzante forse in senso deteriore; comunque è sempre bene guardare in faccia la realtà per quello che essa è) della situazione politica italiana . se ben si riflette, quando comunisti, socialisti e sinistra democristiana parlano di un partito che aspira a determinate mete e di un altro partito, composito, che aspira ad altre mete, essi danno atto al Parlamento e all' opinione pubblica di un fatto che si sta verificando sotto i nostri occhi: e cioè che si stanno costituendo, onorevole presidente del Consiglio , degli schieramenti che passano all' interno del centrosinistra. la radicalizzazione della lotta politica, che voi pensate di poter evitare all' esterno, l' avete in casa vostra. io non voglio essere indiscreto come è stato, per esempio, l' onorevole Berlinguer; non ho da rivolgere appelli ad alcuna corrente, ad alcuna tendenza, ad alcun gruppo della Democrazia Cristiana , perché penso di dover essere rispettoso, almeno in questa sede, dell' autonomia e della integrità degli altri partiti; rilevo però che, quando i comunisti parlano di un partito della crisi e di un partito dell' anticrisi, essi in sostanza mettono in luce una realtà di fatto: cioè che le distanze all' interno del vostro partito fra corrente e corrente sono diventate così larghe e i solchi sono diventati così profondi che vi è più vicinanza, e talora vi è addirittura identità di posizioni e comunque maggiore possibilità di colloquio, fra un esponente della sinistra della Democrazia Cristiana e un socialista o addirittura un comunista, di quanto non vi sia fra un esponente della sinistra della Democrazia Cristiana e un esponente di quelle che vengono definite le forze moderate all' interno della Democrazia Cristiana stessa. è un dato di fatto del quale si deve tener conto perché quando, onorevole presidente del Consiglio , con molto acume ella dichiara di voler evitare il regime assembleare definendolo il più inconcludente fra quanti se ne possano immaginare — e noi la ringraziamo per quel passo del suo discorso che ci ha ripagato di alcune sciocchezze che abbiamo letto sulla stampa e che sono state dette da personaggi molto autorevoli, i quali hanno confuso il Parlamento con una fabbrica di calzature ed hanno ritenuto che il Parlamento abbia lavorato molto soltanto perché ha sfornato degli articoli di regolamento o delle leggine — e in fin dei conti , il meno democratico, dando al termine democrazia un valore sostanziale, non le può sfuggire che noi siamo già in regime assembleare proprio per le ragioni che ora le stavo dicendo. ci troviamo già in questa Assemblea, dopo il deterioramento e lo sfilacciamento (termine usato dall' ex presidente del Consiglio Rumor) che dal 1968 in qua si è prodotto all' interno dei partiti del centrosinistra, di fronte ad un regime assembleare nel quale i contorni delle varie forze politiche , di alcune forze politiche , sono a tal punto sfumati e la forza penetrativa di altre forze politiche all' interno dei gruppi di centrosinistra è talmente accentuata che non sappiamo di fronte a quali maggioranze ci troviamo e ci possiamo trovare di giorno in giorno, o addirittura lo sappiamo troppo bene. c' è tutto un insieme di grossi problemi politici, di problemi di fondo per i quali è già disponibile, in questa Assemblea, anche con il suo Governo — nonostante quella che noi vogliamo ritenere sarà la sua buona volontà — una maggioranza assembleare molto diversa da quella che è la maggioranza ufficiale che lei sta presentando in questo momento alle Camere. sicché, secondo l' interpretazione che noi diamo della crisi, onorevole presidente del Consiglio , il chiarimento è stato largamente raggiunto; la pubblica opinione italiana tornerò su questo argomento più avanti — sa ormai perfettamente bene in forma ufficiale (e non era accaduto finora, è accaduto da quando ella ha stilato il suo documento che è stato accettato come base dai quattro partiti del centrosinistra) che il partito socialista italiano, o altro partito in ipotesi, è autorizzato a collaborare con il partito comunista anche a livello regionale, senza che ciò muti il quadro politico generale, senza cioè che questo possa determinare non diciamo una crisi di Governo , ma neppure apprezzamenti politici idonei a determinare una crisi all' interno della compagine di centrosinistra; il centrosinistra si è quindi rivelato elemento facilitatore dell' opposizione di estrema sinistra . e chi lo ha detto? lo ha detto, onorevole presidente del Consiglio , qualche giorno fa, nel corso della crisi, la direzione del partito socialdemocratico . la direzione del partito socialdemocratico (cito testualmente, dopo avere udito stamani talune esilaranti affermazioni dell' onorevole Ferri) in data 10 luglio 1970 ha così statuito: « a nessun partito può essere consentito di stare ad un tempo al Governo e di assumere nel paese e negli enti locali posizioni che favoriscano la opposizione » . il partito socialdemocratico ha ritenuto di dover modificare questo suo atteggiamento. perché lo ha fatto? il generale Ferragosto l' ha aiutata, onorevole presidente , nel vincere la battaglia? siamo un paese così poco serio sul terreno politico che anche questa ipotesi è possibile. oppure il dono, sia pure tardivo, di due sottosegretari e di un ministero senza portafoglio hanno piegato le tenaci resistenze dei socialdemocratici? anche questa ipotesi — siamo così poco seri in Italia — è possibile fare. ed è perfino doloroso farla; è avvilente dover fare ipotesi di questo genere dopo aver assistito a quelle che sembravano essere nobili battaglie in periodo elettorale e subito dopo le elezioni, dopo che tanta parte della stampa di informazione (taluni giornali addirittura in maniera esclusiva ed esclusivista) ha preso le parti della socialdemocrazia come fronte e trincea incrollabile di anticomunismo soprattutto a livello delle regioni; dopo che gli elettori di tre regioni italiane hanno dato torto al sinistrismo e hanno cercato di salvarsi da governi di sinistra; è mortificante e avvilente parlare di queste cose. vogliamo cavarcela con una battuta che mi dispiace dover indirizzare ai socialdemocratici e che comunque non indirizzo ai colleghi presenti o non presenti in Aula ma che debbo indirizzare tuttavia a quel partito? sarebbe stato il caso di dire « cornuti e mazziati » , noi diciamo « cornuti e sottosegretariati » . che volete dire di fronte a vicende incredibili di questo genere, vicende che non hanno spiegazioni né logiche né irrazionali né patetiche? cosa possiamo rispondere all' onorevole Ferri dopo il suo discorso di stamani, nel quale egli si è presentato qui alla Camera per fare raffronti tra il documento Andreotti e il documento Colombo e, dopo aver escluso — io credo che abbia detto il vero — che potessero esservi state nei confronti dell' onorevole Andreotti preclusioni di carattere personale, ha severamente esaminato il testo del documento Andreotti che a dire il vero, onorevole Andreotti, molto brillante non era, non molto all' altezza della sua nota intelligenza? era, direi, quel documento, un po' « pedestrino » , però conteneva un passo, un solo passo che poteva piacere ai socialdemocratici, il passo relativo al presunto documento dell' Internazionale socialista che impegnava i partiti socialista e socialdemocratico ad un deciso atteggiamento anticomunista. bene, quel solo passo non è piaciuto, del documento, all' onorevole Ferri: e non gli è piaciuto non perché non lo avessero approvato i socialdemocratici, ma perché non lo avevano approvato i socialisti in sede internazionale. oh, gran bontà dei socialdemocratici moderni! ma, insomma, è mai possibile che non si riesca da parte di un uomo che di partiti ne ha « passeggiati » diversi, che ha vissuto esperienze frontiste e quindi antifrontiste come l' onorevole Ferri, è mai possibile che non si sia trovato nemmeno un accettabile pretesto per presentare questa cattiva minestra socialdemocratica in guisa più accettabile? si vede che la confusione mentale ha veramente lavorato al vertice di quel partito. e lo diciamo, ripeto, con qualche malinconia. questo è il nostro giudizio, signor presidente del Consiglio , a prescindere dal suo discorso sulla soluzione della crisi, una soluzione che a nostro avviso ha chiarito molte cose ma esattamente nel senso opposto a quello in cui avrebbe dovuto chiarirle; ha accentuato senza dubbio la confusione, ha accentuato la precarietà. comunque, a tutto ciò si è giunti sotto la spinta del partito comunista e del partito socialista , di cui dobbiamo riconoscere l' indubbio successo. e adesso, signor presidente del Consiglio , poiché, come dicevo inizialmente, ella ha avuto la bontà, presentandoci una così cattiva soluzione di Governo, di voler tenere un discorso ad alto livello , mi consenta — a basso livello — di voler seguire passo passo alcune tra le sue affermazioni più importanti che a nostro avviso meritano considerazione e risposta a prescindere dalla situazione politica nella quale ci troviamo in questo momento. ella ha detto che teme di potere apparire un velleitario attraverso una impostazione di questo genere. no, forse ella ci appare semplicemente un generoso, un uomo che cerca di dare un forte contenuto, un uomo con una forte carica di ambizione, un uomo che aveva pensato probabilmente di poter tenere il discorso che ha tenuto ieri, due anni fa, subito dopo le elezioni del 1968. era pronto un buon discorso per un buon governo in un cassetto prima del deterioramento della situazione politica: lo ha pronunciato in ritardo? lo ha pronunciato in anticipo? non lo so. certo non a tempo, ed ella stesso lo ha riconosciuto. speriamo che lo abbia pronunciato in anticipo per la parte buona, speriamo che lo abbia pronunciato in ritardo per la parte cattiva, e che si possa trovare, sulla base di quel discorso, per lo meno la possibilità di quella dialettica delle opposizioni alla quale ella ci ha invitato. perché questo abbiamo rilevato, ed è un rilievo di carattere positivo, per lo meno sul piano della lealtà e della cortesia. ella ha invitato tutte le opposizioni e tutte le minoranze dialettiche in Parlamento e nel paese, e ne ha parlato senza alcuna discriminazione, tranne che — lo vedremo un po' più avanti — a proposito delle regioni, perché in quel caso era legato dal documento, e cioè dal compromesso in base al quale si è potuto costituire il Governo. poiché la nostra opposizione raramente è stata ritenuta meritevole di questa attenzione dialettica, e poiché ella ha posto dei limiti alla possibilità di dialettica nei confronti delle opposizioni, desidero, come segretario di questo partito, esprimermi con chiarezza a proposito dei limiti che ella ha posto e che io desidero citare testualmente. ella ha detto che « tutte le opposizioni possono avere a cuore l' esigenza di una guida stabile della nazione nella misura in cui si riconoscono nella Costituzione, o siano interessate a che ne venga ripresa e approfondita la tematica riformatrice e non siano indifferenti ad un logoramento delle istituzioni della Repubblica » . tre condizioni, dunque. alla prima condizione io mi potrei sottrarre come segretario del Movimento Sociale Italiano , perché, per motivi che non vorrò definire di carattere storico, e che modestamente definirò di carattere umano — motivi legati alle nostre vicende e vicissitudini personali, alle nostre tradizioni non rinnegate — noi non abbiamo fatto parte dell' Assemblea costituente . siamo i soli, tra i partiti politici nazionalmente organizzati, a non avere posto la firma, al termine dell' attività della Costituente, sotto quell' importantissimo documento. mi potrei sottrarre, pertanto, a qualunque risposta. ma sono venticinque anni che noi stiamo rispondendo attraverso la nostra — credo — corretta attività parlamentare. noi siamo interessati a che la Costituzione venga realizzata, e quando siamo stati interessati a che in qualche punto la Costituzione fosse modificata, noi abbiamo sempre seguito un costume a cui ci duole non si siano conformate, e non si conformino tuttora, proprio, signor presidente del Consiglio , quelle correnti politiche che si pavoneggiano poi a vestali della Costituzione e si autodefiniscono le più avanzate nel sostenere una realizzazione à la page della Costituzione. le cito un caso preciso: qualche giorno fa, durante la crisi di Governo , sull' Avanti! è uscito un editoriale in cui, nel riferirsi ad alcuni articoli della Costituzione — naturalmente ai soliti vessatissimi articoli 39, 40 e, credo, 46 — si diceva testualmente che « si tratta di ferri vecchi che è venuto il momento di accantonare » . vorrei domandare — non soltanto al partito socialista , ma a lei, signor presidente del Consiglio , poiché in questo momento ella riassume le responsabilità della maggioranza in questa dialettica con le opposizioni se queste siano tesi e posizioni compatibili con quanto ella ha chiesto giustamente alle minoranze come condizione per poter instaurare con esse una corretta dialettica Governo opposizione. non dovrebbe ella in primo luogo chiedere alla maggioranza tutto questo? come potete chiedere che le opposizioni siano rispettose del dettato costituzionale o che, qualora esso debba a loro avviso essere emendato, presentino proposte di modificazione conformemente alla previsione della stessa Costituzione, quando all' interno della maggioranza, dai banchi del Governo si qualifica con il massimo dispregio come un ferro vecchio della Costituzione della Repubblica non importa quale suo articolo? vi sono, nella Costituzione della Repubblica, molti articoli che a noi non piacciono affatto; vi è un titolo intero che a noi non piace affatto: ed è il Titolo V . e a tal proposito comincia a divertirci il constatare che anche a voi, evidentemente (come accennerò più avanti), taluni articoli del Titolo V della Costituzione non piacciono più. ma, anziché presentare proposte di revisione di quegli articoli (il 117, il 119, il 126 — ne parleremo a suo tempo — o il 123), vi permettete addirittura, attraverso i consigli regionali , di assumere posizioni in netto contrasto con la Costituzione. comunque, dicevo, vi è un titolo intero della Costituzione che a noi non garba: il Titolo V ; e non ne abbiamo fatto mistero; ci siamo però presentati, sempre correttamente, qui, nella sede parlamentare, anche se in pochi, pochissimi — nella prima legislatura soltanto in 5 — con le nostre brave proposte di revisione organica del titolo in questione. così facendo, abbiamo, onorevole presidente del Consiglio , i titoli per quella corretta dialettica Governo-opposizioni che ella ci ha chiesto e che noi siamo pronti ad accordare. ma la dialettica è corretta soltanto quando sia corretta da entrambe le parti. non si può chiedere alle opposizioni, in particolare non si può chiedere alla nostra opposizione, di stare nella Costituzione, quando la Costituzione ve la mettete sotto i piedi voi, tutti i giorni. voi, uomini del Governo, voi, uomini della maggioranza, siete ogni giorno fuori del dettato costituzionale. anch' ella, onorevole presidente del Consiglio , in talune parti del suo discorso, nonostante l' abilità, la profondità dialettica, l' indagine seria ed attenta dei problemi, non è in regola — per esempio, per tutto quanto attiene ai rapporti con le organizzazioni sindacali — con il dettato costituzionale. attenzione, quindi, nel chiedere alle opposizioni — e ad un' opposizione, ripeto, come la nostra — una corretta dialettica. noi ci siamo in una corretta dialettica; ma fuori della stessa siete voi del centrosinistra. ed una delle cause deteriori del centrosinistra, onorevole presidente del Consiglio , è proprio quella cui accennerò: voi vi siete posti in molti casi, come per gli articoli 39 e 40, fuori della Costituzione: non perché abbiate voluto porvi fuori della stessa per il gusto di farlo, ma perché siete in larga misura fra voi d' accordo nel non assolvere il mandato costituzionale, nel non tradurre in legge determinanti, importanti articoli della Costituzione, e sapete però benissimo di non essere nella condizione di trovare tra voi l' accordo necessario per modificare tali articoli. non siete d' accordo per realizzarli, e non lo siete per modificarli. siete d' accordo soltanto per eluderli, il che significa calpestarli. e, finché ci si riferisce ad articoli di minore importanza, passi; ma quando si fa riferimento ad articoli fondamentali, come quelli che ho citato, ci si trova allora di fronte a situazioni strane. durante la campagna elettorale , onorevole presidente del Consiglio , un personaggio altissimo, che io non voglio mettere in difficoltà, il presidente del Senato , ha fatto una esplicita professione in pubblico (non credo a titolo personale) in relazione alla necessità di approntare gli strumenti legislativi per la traduzione in legge degli articoli 39 e 40 della Costituzione. se non erro, quella voce autorevolissima non è rimasta senza eco: altri molto importanti personaggi, della Dc e della socialdemocrazia, mi pare, hanno preso analogo impegno. ma, nel suo discorso di presentazione di questo Governo alle Camere, dell' impegno non si parla affatto; e noi sappiamo che non se ne poteva parlare. noi sappiamo — ed ella sa, anche se in materia la esimo cortesemente dal dare una risposta che la porrebbe in imbarazzo — che non avrebbe potuto inserire nel suo documento alcun impegno di tal genere senza correre il rischio di vedersi bruscamente congedato da uno o da due partiti della coalizione, o da una parte del suo stesso partito. ed allora che cosa chiedete alle opposizioni? chiedete correttezza sul terreno costituzionale? rimettetevi in regola voi, in materia, perché del terreno costituzionale siete fuori, onorevole presidente del Consiglio . la crisi di fronte alla quale ci troviamo è grave anche per questo. direi che questo è uno degli aspetti più gravi della crisi. non si possono accusare così, in blocco, le opposizioni di essere eversive o sovversive, quando non ci si pone sul piano dell' integrale attuazione del sistema, quale lo avete voluto tutti quanti insieme venticinque anni or sono, o sul piano di una meditata revisione del sistema stesso, o infine sul piano di un' alternativa al sistema. noi ci siamo collocati sempre sul terreno di una corretta revisione del sistema in questione. ora ci collochiamo sul terreno, altrettanto corretto, di un' alternativa al sistema; e pensiamo di essere molto più in regola, molto più in ordine noi di quanto non siate voi, signori del Governo, della maggioranza e, soprattutto, delle più avanzate correnti della maggioranza (visto che l' essere « avanzati » per taluni uomini politici significa, in definitiva, fare i propri comodi alla faccia del popolo italiano , degli altri partiti politici , della maggioranza, del Governo, e della stessa Carta Costituzionale ). quando, sul terreno politico, ella, onorevole presidente del Consiglio , si rivolge alle opposizioni, alle minoranze, e vuole instaurare con esse un corretto rapporto dialettico, ella ci rappresenta la sua versione del centrosinistra. vogliamo rileggerla insieme, signor presidente del Consiglio (mi sono annotato con esattezza le parole)? ella così definisce la nuova edizione del centrosinistra: « una politica di collaborazione democratica con una sua propria visione delle prospettive di sviluppo civile e sociale del paese, animata da una precisa volontà riformatrice » . che bellezza, signor presidente ! manca il soggetto, perché il soggetto è una politica. cioè, il soggetto è l' oggetto. voi dovete realizzare una politica: il soggetto della vostra politica è la politica che dovete realizzare, che è poi l' oggetto. manca il soggetto, perché? perché manca la volontà politica, signor presidente , in questa nuova edizione del centrosinistra. manca la volontà politica perché manca l' accordo, signor presidente del Consiglio . manca l' accordo, perché? perché manca l' accordo per il breve e per il lungo termine. ella arriva a definire il centrosinistra che aveva ben altre ambizioni originariamente (e le ho ricordate) — ella arriva a definire in un discorso così importante e così meditato il centrosinistra come « una politica di collaborazione democratica » (che vuol dire?) « con una sua propria visione » ( « sua propria » , di chi?) « della politica, eccetera » . ma ella non è in condizione di dire che sia la sua propria » politica della Democrazia Cristiana o la « sua propria » del partito socialista o la « sua propria » del partito socialdemocratico o la « sua propria » del partito repubblicano ! sappiamo infatti che nella migliore delle ipotesi ognuno di questi partiti ha una sua propria visione della politica del centrosinistra, non conciliabile con la visione che ciascuno degli altri tre partiti ha della medesima politica. e sappiamo anche che in taluni partiti del centrosinistra ogni corrente — e sono mille — ha una « sua propria » visione della politica del centrosinistra, non conciliabile con altre. ella è estremamente abile, e gliene do atto. ma se ella è estremamente abile nel parlare, noi siamo modestissimamente abili nel leggere, nel chiosare; e quindi ci consenta queste chiose garbate, e, spero, anche un poco penetranti. ella è estremamente abile. avendo a che vedere con troppi soggetti, li ha eliminati tutti e ha trasformato l' oggetto in un soggetto. questo è un periodare, onorevole Colombo, del quale potremmo riparlare quando le cure della politica ci consentiranno di occuparci di più amene cose. siamo al Seicento, onorevole Colombo. questi ghirigori seicenteschi mi richiamano agli aspetti più patetici e più civili della sua cara Lucania. mi sembra di trovarmi di fronte a quegli edifici con festoni, dentro i quali, purtroppo — ella lo sa — c' è tanto oblio, c' è tanta miseria. ma i festoni sono belli: ed ella ha infestonato il centrosinistra con periodetti di questo genere. però il risultato è inconcludente. quale dialettica seria, in termini politici, vuole realizzare con le opposizioni quando ella non ha di che offrirci per un esame serio, per un discorso che possa portare a delle conclusioni? ciò premesso, onorevole Colombo, debbo ora ricordare un altro suo passo, un passo veramente di bravura: quello nel quale ella è riuscito a teorizzare lo stato di necessità senza teorizzarlo; quello nel quale ella è riuscito a demitizzare (senza allusioni) il centrosinistra, mitizzandolo; quello in cui ella è riuscito a dire che non è necessario, non è indispensabile, forse non è nemmeno bello, ma è insostituibile. anche quel passo, onorevole Colombo, lo riconsideri. perché, quando è insostituibile qualche cosa che serve, che serve perlomeno ad una parte dello schieramento politico, ad una parte: della pubblica opinione , le altre parti se ne dorranno, ma le parti più vicine alla parte che se ne serve ed è in grado di servirsene potranno sempre fare dell' insostituibilità un mito, o comunque potranno schierarsi intorno a quell' insostituibilità per difenderla. come, invero, si può definire una formula di Governo insostituibile quando, signor presidente del Consiglio , dopo circa un decennio di sue esperienze deludenti — e dichiarate deludenti da voi medesimi — di tentativi andati a male o a vuoto, di ripensamenti, di rimeditazioni, di pause, di governi balneari , si giunge, secondo le vostre stesse dichiarazioni, ad un « chiarimento » che è soltanto « iniziale » o ad un « discorso politico » che, per essere serio, diventa immediatamente, secondo il suo stesso enunciatore, un discorso « velleitario » ? a questo punto, signor presidente del Consiglio , l' aggettivo vero da usare non è più « necessario » , o « insostituibile » : l' aggettivo vero è « cronico » ! questa è una malattia che, da acuta, è diventata cronica; e dalle malattie croniche si cerca di liberarsi al più presto. non vi è medico il quale rallegri il suo paziente dandogli la bella notizia che la sua malattia da acuta è diventata cronica, sicché non potrà mai più liberarsene! eh no, onorevoli colleghi ! se il centrosinistra è una malattia, se questa struttura è piena di difetti, se si tratta di una formula carente e che non ha portato alla soluzione dei problemi del paese, non si può venire in Parlamento a dare il magnifico annunzio che, però, quella formula è insostituibile. avviene così che, per dare una risposta seria (e serie non mi appaiono, ahimè, quelle date dal centrosinistra) ai problemi del paese, le spinte che non riescono ad esprimersi dall' alto si esercitano invece dal basso. in un discorso (lo ripeto ancora una volta) indubbiamente pregevole e apprezzabile per lo sforzo di indagare e di denunziare i mali di cui soffre l' Italia in questo momento, ella, onorevole presidente del Consiglio , ha avuto il torto — mi si consenta di dirlo — di non tentare nemmeno di dare una spiegazione delle radici profonde di questi mali. se questa spiegazione non è stata esplicitamente fornita da lei, l' ho tuttavia trovata in un passo del suo discorso: e precisamente là dove, parlando di stabilità e di staticità, e contrapponendo giustamente la prima alla seconda, ella così si è espresso. « la stabilità conseguita al prezzo di non scegliere, di non fare,... radicalizzerebbe ancor più la situazione » . ecco, questa appunto mi sembra la spiegazione. la situazione politica italiana si è radicalizzata proprio a seguito del proclamato stato di necessità del centrosinistra. quando una formula viene dichiarata irreversibile, irrinunziabile o, come ella sostiene nelle sue dichiarazioni programmatiche , non sostituibile, quando si proclama dal vertice che non esistono alternative, allora i casi sono due: o la formula piace largamente alla base, e si giunge di fatto alla creazione di un regime, democraticamente garantito ma pur sempre regime (perché la stabilità è caratteristica dei regimi, mentre la possibilità dell' alternativa è caratteristica delle formule più apertamente democratiche); oppure l' insistita e pesante propaganda fatta dal vertice a favore di una formula di Governo definita come irrinunziabile, non modificabile e frutto di uno stato di necessità determina un profondo malcontento e dà luogo nel paese ad una ondata di avversione, di critica, di divisione, creando una scissione tra la base e il vertice. non può che accadere così, infatti, nel quadro di un reggimento democratico: se questa ipotesi si verifica, l' insistenza al vertice su formule di Governo non gradite alla base determina la radicalizzazione della lotta politica e la scissione fra vertice e base. del resto, onorevole presidente del Consiglio , ella ha di fatto, forse involontariamente, confessato che appunto ciò sta avvenendo quando nel citato passo del suo discorso ha affermato che la situazione si radicalizzerebbe « ancor più » : il che appunto significa che già ora si sta radicalizzando. io le auguro, onorevole presidente del Consiglio (lo auguro a tutti noi, a tutti gli italiani), che il suo Governo sia stabile nel senso migliore del termine, cioè non statico; ma nel momento stesso in cui ella, onorevole presidente del Consiglio , rivolge a se stesso e a tutti noi, opposizioni comprese, da buon cittadino, un augurio di questo genere — e cioè che il Governo possa durare nella stabilità e non nella staticità — ella sa perfettamente che finora il centrosinistra si è manifestato in termini di staticità e di precarietà, non di stabilità e di dinamismo. quando ella teme di essere considerato un « velleitario » non ha torto: perché sa che è pressoché impossibile, secondo un giudizio largamente condiviso dall' opinione pubblica e dagli ambienti politici, realizzare attraverso la formula del centrosinistra un reggimento politico che sia stabile e dinamico al tempo stesso , mentre al contrario è estremamente facile realizzare con il centrosinistra di oggi un Governo che sia statico e precario al tempo stesso . perché queste sono le caratteristiche tipiche del centrosinistra: la staticità, l' immobilismo, insieme con la precarietà. per questo ella ha detto: « avrei la tentazione, dato il deterioramento della situazione politica, di fare un discorso di ordinaria amministrazione che sarebbe molto facile » . ella sa, infatti, che è molto difficile con questa formula di Governo, quasi impossibile nella attuale situazione politica dar luogo ad un discorso serio, ad una impostazione dinamica, a un Governo che non sia statico, ma sia stabile, che non sia precario, ma sia realizzatore. questo credo che sia un giudizio abbastanza valido, anche se proviene dai banchi dell' opposizione, a proposito della situazione. a questo punto io prendo in esame, signor presidente del Consiglio , uno dei passi più interessanti del suo discorso, a proposito sempre dei rapporti tra maggioranza e opposizioni. io l' ho ringraziata di diverse cose; adesso la ringrazio per aver parlato di autonomia e non di autosufficienza della maggioranza. quando si parla di autonomia, si fa un discorso serio, almeno in linea di principio ; quando si parla di autosufficienza, no. coloro che dai banchi del centrosinistra nel corso di questa legislatura e anche di quella precedente ci hanno tante volte parlato di autosufficienza della maggioranza, non si sono forse accorti di dar luogo a una ridicola tautologia. la maggioranza, in quanto maggioranza, è autosufficiente. se non è autosufficiente, non è maggioranza. autonomia è un concetto diverso, più approfondito, più serio. noi la ringraziamo per questo. però, che cosa ha detto ella a questo riguardo? ha detto — cito al solito testualmente — che la maggioranza entra a colloquiare con le opposizioni « nel momento in cui si mostra capace di superare in sé le divergenze, di precisare e non sfumare i suoi confini e di proiettarsi nel tempo » . onorevole presidente del Consiglio , ella, quando parla questo linguaggio, è a cavallo del centrosinistra o dell' ippogrifo? perché, se è a cavallo dell' ippogrifo, si può proiettare nel tempo, può arrivare nel mondo della luna, può ritrovarvi il senno perduto di qualche suo collega che non nomino, può riportarlo in terra e può procedere alla costituzione di una maggioranza che sia in sé coerente, con i contorni precisi e capace di durare. ma questa è davvero la cavalcata nel mondo delle nuvole. signor presidente del Consiglio , se queste sono le condizioni che ella pone alla maggioranza, ella è troppo severo. non ha sentito l' onorevole Mauro Ferri stamattina? l' onorevole Mauro Ferri ha detto: siamo al principio del chiarimento, ci sono ancora forti riserve. immagina quel che si sentirà dire tra poco dall' onorevole Giacomo Mancini, più abile ma un pochino più rozzo e più brutale, con la sensazione della vittoria in tasca e quindi con la capacità e, penso, con la velleità di porre sul tavolo la spada di Brenno del vincitore, e immagina che cosa non sta dicendo, perché sembra che non abbia intenzione di parlare — ce ne duole tanto — ma che cosa sta meditando la coscienza critica del centrosinistra, vale a dire l' onorevole La Malfa ? noi pensiamo che se ella, signor presidente del Consiglio , è un maestro di scuola così severo che pretende dai suoi scolaretti esattamente quello che ha detto qui, cioè una maggioranza capace di superare in sé le divergenze, di precisare e non sfumare i contorni e di proiettarsi nell' avvenire, le resti soltanto la proiezione nell' avvenire, ma in un avvenire piuttosto ipotetico. tanto più è vero ciò che subito dopo ella ha parlato della soluzione data al problema delle regioni. e dico « soluzione data al problema delle regioni » e non dico soltanto « soluzione data al problema della composizione delle giunte regionali » , perché, anche se ciò sta sfuggendo all' attenzione della pubblica opinione e del Parlamento, l' aspetto più grave della situazione che si è andata determinando nei neonati consigli regionali non concerne tanto la composizione delle Giunte quanto quello che sta accadendo sul terreno costituzionale. ne accennavo poco fa, desidero adesso spiegarmi meglio. ella, signor presidente del Consiglio , ha detto una cosa estremamente grave quando ha affermato che « il Governo confida che i partiti della maggioranza sappiano coordinare gli indirizzi che vengono espressi nei nuovi istituti, quale che sia il contesto di alleanze in cui si trovino ad operare sul piano locale » . onorevole Colombo, in tre regioni, in Emilia, in Toscana ed in Umbria, come ella sa, i socialisti governano insieme con i comunisti. può, ella davvero ritenere, ritiene sul serio, lo ha ritenuto così seriamente da poterlo addirittura inserire in un programma, di Governo, che i socialisti, quand' anche lo volessero, potrebbero dissociarsi dai comunisti insieme con i quali governano, quanto a indirizzi di governo regionale, in quelle tre parti d' Italia? tanto poco è sostenibile non dico una tesi, ma anche una ipotesi di questo genere, che si sta verificando ben altro. abbiamo letto in questi giorni, nelle ancora scarne cronache relative all' attività iniziale dei consigli regionali , che alcuni consigli regionali — badi, signor presidente , con maggioranza democratico cristiana , o con maggioranza di centrosinistra, o con maggioranza di sinistra — hanno contestato la costituzionalità della legge numero 62 del 1953. sia ben chiaro, onorevole Colombo, che noi non siamo mai stati — lo dimostrano gli Atti parlamentari : ebbi l' onore di essere io relatore di minoranza in quelle occasioni, e l' onorevole Carlo Russo lo ricorda bene, perché in un' occasione lui fu il relatore per la maggioranza — sostenitori della integrale validità della legge numero 62 del 1953, e ne abbiamo fortemente criticato molte norme, tanto è vero che quando nel 1964 ebbe inizio qui (non fu portato a termine) l' esame della legge di modifica, proposta dal Governo di allora e sostenuta dalla Democrazia Cristiana , relatore l' onorevole Cossiga, per una revisione integrale della legge numero 62 del 1953, il nostro gruppo, e il sottoscritto che se ne occupò personalmente, furono largamente favorevoli a molti emendamenti e soprattutto a molte aggiunte, a molti adeguamenti, essendo la legge del 1953 una legge senza alcun dubbio arcaica, inefficiente, insufficiente, non adeguata in molta parte delle sue norme. ma se pensate — e infatti il Governo lo pensa, lo ha dichiarato il presidente del Consiglio — che la legge del 1953 debba essere modificata, fate il vostro dovere, presentate al più presto una legge di modifica, ne discuteremo, e le regioni avranno la loro grossa indispensabile legge-cornice o legge quadro per poter operare. ma se, non essendo in presenza i consigli regionali se non della legge quadro del 1953, non essendo quella legge stata modificata, essendo una legge vigente ed essendo una legge dello Stato, i consigli regionali si permettono di contestare la validità della legge dello Stato, non solo, ma si permettono di violarla, si permettono di modificarla e ritengono che talune norme non siano applicabili e giudicano, ad esempio, sulla norma molto importante relativa al numero degli assessori e alla possibilità che vi siano, oltre gli assessori titolari, anche gli assessori complementari (per così dire), se, come sta avvenendo in molte regioni d' Italia, i consigli regionali si assumono l' arbitrio di modificare di fatto una legge vigente dello Stato, anche prima di cominciare, le regioni stesse, ad esercitare la loro attività legislativa, voi potete facilmente immaginare che cosa accadrà quando le regioni cominceranno ad esercitare la loro attività legislativa! in quel momento esse riterranno di poter modificare tutto. non vi sarà legge quadro , legge-cornice, non vi sarà legge applicabile, nell' ambito delle singole regioni, che non possa essere modificata radicalmente, annullata, soppressa dall' arbitrio dei consigli regionali . e tutto questo sta avvenendo sotto i suoi occhi, signor presidente del Consiglio . è vero che ella ha giurato da pochi giorni, in sostanza da poche ore; ma quando ella ha meditato e scritto il discorso di ieri queste cose erano già avvenute e stavano avvenendo. come può ella pensare di sostenere ufficialmente, inserendo tale impegno nel programma di Governo , che i partiti che fanno parte della coalizione del centrosinistra, anche se regionalmente collaborano con altri partiti, e nella fattispecie con il partito comunista , si manterranno fedeli ad un quadro legislativo e costituzionale, quando non si mantengono fedeli ad alcun quadro neanche dove non collaborano con il partito comunista , perché la spinta autonomistica fin da principio ha preso la mano a tutti, in ogni parte d' Italia? è questa la realtà! i fenomeni dolorosi che si sono verificati in Calabria ed in Abruzzo sono i sintomi più inquietanti. meritano di essere senza dubbio condannati, li condanniamo, li abbiamo condannati, a tutti i livelli, credo con un certo sacrificio e con un certo coraggio, anche perché purtroppo li avevamo previsti (e non era difficile prevederli). ma quegli episodi, signor presidente del Consiglio (richiamo la sua cortese attenzione su questo aspetto della situazione), sono da considerare, in fin dei conti , degli sfoghi primaverili o estivi in confronto a ciò che sta accadendo o potrà accadere sul piano istituzionale e costituzionale. anche ella ha parlato con qualche leggerezza (e mi perdoni: è la sola frase un poco sgarbata che mi permetto di dire) di fase costituente delle regioni. ora, i comunisti hanno ragione di parlare di fase costituente delle regioni: perché, quando i comunisti ne parlano, lo fanno attribuendo a questa definizione un significato preminente; i comunisti parlano di fase costituente delle regioni perché è lì, perché è dalla periferia, perché è attraverso le regioni, attraverso i condizionamenti politici, giuridici, sociali e costituzionali che provengono dalle regioni, che essi sperano di aggredire il potere e di entrare, come stanno entrando, come sono entrati di fatto, nell' area del potere, dalla periferia fino al centro. ma se si vuol parlare seriamente di fase costituente delle regioni, signor presidente del Consiglio , non si prescinda da quell' altra considerazione contenuta nel suo discorso in cui è detto che bisogna evitare il determinarsi di vuoti di potere e che ogni istituto deve essere richiamato allo svolgimento delle sue funzioni. ebbene: cominciate a richiamare i consigli regionali e le vostre maggioranze nei consigli regionali all' adempimento delle loro funzioni! perché altrimenti la crisi che finora abbiamo vissuto sarà nulla a confronto della crisi che ci sovrasta: una crisi dilacerante del tessuto connettivo dello Stato italiano, a tutti i livelli; una crisi nella quale troverete logicamente i socialisti schierati contro di voi. onorevole Colombo, nel suo documento programmatico ella ha legittimato, ha istituzionalizzato il doppio gioco socialista. non sarà più possibile ormai rinfacciare loro il doppio gioco e il doppio binario . bisognerà dare atto ai socialisti che, dando luogo al doppio gioco e al doppio binario , cioè collaborando con i comunisti nelle regioni e con voi al centro, essi non fanno altro che interpretare fedelmente il documento costitutivo del nuovo centrosinistra. in una situazione di questo genere, signor presidente del Consiglio , prudenza riguardo all' ordinamento regionale e alle sue prime attuazioni, e anche fermezza — una fermezza nel quadro della Costituzione — sono invocabili, e noi le invochiamo seriamente e, se ci consente, severamente. ella ha dedicato molta attenzione (e le siamo grati anche di questo) ad un problema che ci interessa molto, vorrei dire che ci interessa pregiudizialmente: il problema dell' ordine pubblico . ella ha dedicato al problema dell' ordine pubblico frasi interessanti, talora appassionate. quando le ho sentito dire che « siamo arrivati... ad un punto critico » , che « occorre tornare indietro, dobbiamo tornare indietro » , mi sono ricordato quello che il suo omonimo, se non erro, arcivescovo di Milano, disse il 14 dicembre scorso nel duomo di Milano, riferendosi allo stesso problema: « così non si può andare avanti! » . ho annotato le altre frasi che ella ha dedicato all' argomento. mi permetto di ripetergliele, perché anche in questo caso desidero chiosarle rapidamente. ella ha detto: « ... quante volte la democrazia ha perduto se stessa per non aver saputo, per non aver voluto essere forte!... non abbiamo altro avvenire che una libertà capace di difendersi... è più facile dare forza alla libertà che rendere liberale la forza » (questo è un gioco di parole che piacerà senza dubbio molto all' onorevole Malagodi, il quale vorrà commentarcela con maggiore autorità di quella che possiamo avere noi). e ha continuato affermando che bisogna dare « la sensazione dell' esistenza di un potere legittimo che sa e vuole servirsi degli strumenti legittimi a sua disposizione... non si può vedere in ogni manifestazione un fatto eversivo, ma non si può vedere neppure in ogni intervento dell' autorità un fatto repressivo... e tornare indietro significa anzitutto isolare i violenti, i provocatori e i facinorosi, il teppismo che strumentalizza le manifestazioni popolari, eccetera » . quante parole, signor presidente del Consiglio ! tutte belle, con queste iterazioni appassionate, con questo fare enfatico, sempre secentesco, ornato, con questa cura psicologica e un poco patetica di poter commuovere una platea, signor presidente del Consiglio , che più cinica e meno commovibile difficilmente ella potrebbe inventare, pur nella sua fervida e avveniristica fantasia! belle frasi! ma ella non sarebbe stato più semplice e più diretto, onorevole presidente del Consiglio , se ci avesse detto semplicemente: intendiamo far sì che la legge, uguale per tutti, sia fatta rispettare a tutti? molto semplice. pensi un po': noi che siamo accusati di retorica le suggeriamo formule semplici e schiette. perché? le suggeriamo formule semplici e schiette perché dietro. il rococò si nascondono le responsabilità; se si gratta via il rococò vengono fuori le responsabilità. il problema è soltanto questo: che la legge, uguale per tutti, sia fatta rispettare a tutti. vuole un esempio, onorevole presidente del Consiglio ? l' onorevole Roberti ha parlato da par suo — e lo ringrazio a nome del partito — dei fatti di Trento sotto la specie sindacale. io non desidero parlarne sotto la specie politica, perché la stampa ne ha dato ampia informazione e anche perché debbo dare atto all' onorevole Mauro Ferri stamattina di avere pronunziato una frase piena di riguardo per coloro che sono stati ignominiosamente colpiti a Trento, e la quale ovviamente ha maggior valore perché pronunziata da un banco insospettabile. sarà sospetto per voi. di tenerezze per noi è insospettato, tanto è vero che l' oratore ha fatto precedere quella frase leale da una ben diversa, che io non mi sentirei davvero di sottoscrivere. ecco perché ho parlato di un « banco insospettabile » . io non so, onorevole presidente del Consiglio — ma è il caso che ella se ne informi dal suo ministro dell'Interno — io non so se ella sappia che esattamente tre giorni dopo la vergognosa canea di Trento gli stessi responsabili, gli studenti (ammesso che studenti siano!), pur respinti dagli operai ai quali avevano chiesto solidarietà e che non l' hanno concessa (e ciò ci ha fatto molto piacere), hanno indetto un corteo non autorizzato. il corteo non autorizzato si è svolto, il questore di Trento ha avuto disposizione credo, dall' onorevole ministro o dal capo della polizia — di consentire che il corteo si svolgesse con la protezione della polizia. non solo: debbo farle presente, onorevole presidente del Consiglio — la prego di controllare queste informazioni — che il corteo non autorizzato e protetto dalla polizia non fu indetto contro di noi; no, fu indetto contro la magistratura: gli obiettivi erano il carcere giudiziario e il tribunale. il corteo ha potuto svolgersi; il questore, che aveva notificato agli organizzatori essere il corteo non autorizzato e quindi vietato, è stato costretto da un ordine proveniente da Roma non soltanto a consentire che il corteo si svolgesse, ma addirittura a far scortare il corteo da quella stessa polizia che gli stessi facinorosi dileggiano ogni giorno in ogni sede. io penso che a questo punto la pubblica opinione abbia domandato a se medesima perché mai sia stato sostituito il questore di Trento in carica al momento dei primi incidenti (negli stessi termini in cui la pubblica opinione ha domandato a se medesima in questi giorni perché mai sia stato sostituito il precedente presidente del Consiglio ). non è possibile, onorevole Colombo, comportarsi in questa guisa; non è possibile prima agire, una volta tanto, con fermezza (e potrei anche dirle — ella probabilmente lo sa — perché in quell' occasione si è agito con qualche fermezza: c' è voluto un intervento extragovernativo perché si agisse con qualche fermezza in quell' occasione) e tre giorni dopo precipitarsi a far capire agli interessati che essi possono continuare a commettere reati di azione pubblica non solo senza essere perseguiti, ma addirittura con la manifesta e dovrei dire (senza riferirmi ai poverelli che hanno fatto il loro servizio, ma a coloro che hanno dato gli ordini da Roma) con la sfacciata protezione della forza pubblica , che a ben altro dovrebbe servire! perciò, onorevole presidente del Consiglio , lasciamo stare il rococò e veniamo al dunque. le leggi esistono in Italia. non sono buone? si modifichino, se ne discuta, si dia luogo ad ordinamenti anche di Pubblica Sicurezza più avanzati (o più arretrati: a seconda delle opinioni dei vari settori), si dia luogo a nuovi ordinamenti: e tali nuovi ordinamenti si rispettino. se invece si mantengono in piedi i vecchi ordinamenti, si rispettino i vecchi ordinamenti. ma non ci si venga a dire, perché è vergognoso — se ne dovrebbero vergognare tutti gli antifascisti che sono qui presenti — che le cose vanno male in Italia quanto all' ordine pubblico perché sono ancora in vigore le leggi fasciste. questo infatti è il vostro atto d' accusa . ma ben diverso è l' atto di accusa , neppure nostro — noi non abbiamo il diritto di lanciare simili atti d' accusa a nome di nessuno e per conto di nessuno — bensì del cittadino qualunque che desidera essere tutelato, del giovane che vuole studiare, del lavoratore che vuole lavorare, del produttore che vuole produrre, del soldato che vuole essere rispettato; è il giudizio severissimo della comunità nazionale, dell' infinita, stragrande, straripante maggioranza di persone per bene, di galantuomini, di buoni cittadini che popolano il nostro paese e non meritano di essere confusi con i mascalzoni, con i teppisti, ai quali voi con la vostra debolezza, con il vostro vuoto di potere , in qualunque modo... quello che dico travalica le parti; se vi offendete, vuol dire che siete i tutori e i rappresentanti dei mascalzoni in questo Parlamento! ripeto che il mio è un discorso al di sopra delle parti. si rispettino le leggi. faccia rispettare le leggi, signor presidente del Consiglio : lo dica soprattutto al suo ministro dell'Interno . perché quando ella ha alluso alla polemica fra repressione e eversione, non ha potuto non riferirsi, almeno mentalmente, al dibattito che c' è stato nell' ambito della vostra maggioranza a proposito della repressione. che cosa è accaduto nell' autunno e nell' inverno scorso? è accaduto che una parte della coalizione è stata accusata da un' altra parte di volere la repressione. perché? perché venivano incriminati dei delinquenti comuni sulla base di imputazioni che avrebbero ovviamente dovuto dar luogo, e avrebbero dato luogo, a normali procedimenti giudiziari, al termine dei quali si sarebbe saputo se gli incriminati fossero colpevoli o innocenti. quando si è tentato da parte del Governo di allora di mettere in stato di accusa centinaia e forse migliaia di indiziati come delinquenti comuni, si è gridato alla repressione, signor presidente del Consiglio , ed ella lo sa. come è finita la vicenda? è finita con l' amnistia, cioè nella maniera più degradante, nella maniera più... ponziopilatesca: si è assolto Barabba. questo è il modo nel quale la vostra democrazia ha proceduto! e dopo esempi e precedenti di questo genere ella ci viene a raccontare che bisogna individuare i facinorosi, i provocatori, i violenti, e arzigogola tutte quelle elegantissime frasi sui rapporti fra libertà e autorità? signor presidente del Consiglio , cercate di usare senza spaventarvene una parola che sembra vi faccia paura e che io non credo aver trovato nel suo lungo discorso: la parola « Stato » ; non c' è ragione di averne paura. si tratta di « senso dello Stato » , naturalmente di senso dello Stato nel quadro delle leggi, alla luce della Costituzione, nel quadro dei diritti riconosciuti. se ne può parlare, signor presidente del Consiglio , non è proibito. io non credo che l' onorevole Giacomo Mancini le negherà la fiducia se ella ha il coraggio di parlare dello Stato e ha il coraggio di richiamare il suo ministro dell'Interno e il capo della polizia all' osservanza, al dovere di far osservare le norme eguali per tutti. io credo di non sbagliare dicendole serenamente, signor presidente del Consiglio , che molti italiani, indipendentemente dalla loro collocazione politica, molti italiani anche comunisti magari, anche di sinistra, sono stanchi di essere rappresentati pubblicamente da una feccia che non rappresenta la nostra civiltà, con la quale nessuno di noi ha nulla a che vedere e non vuole avere nulla a che vedere. è un problema di infime minoranze, ed ella lo sa bene; però, signor presidente del Consiglio , parlare dall' alto del suo banco di questi problemi è un conto, e trovarsi in piazza è un conto diverso. a noi è capitato, a me personalmente, ai miei colleghi è capitato molte volte; non è piacevole, non è giusto e a nessuno si può contestare, signor presidente del Consiglio , il diritto alla legittima difesa . lo dice la legge: è un diritto al quale noi faremo ricorso se lo Stato da lei rappresentato non difenderà, non dico noi, ma la legge eguale per tutti. la difenda anche contro di noi, se ci renderemo colpevoli; ma la difenda! altrimenti, pochi o molti che noi siamo, siamo dei cittadini decisi a difenderci utilizzando la legge. ne tenga conto. ella ha avuto la bontà di parlare degli « opposti estremismi » ; e ne ha parlato con una qualche malizia nei nostri riguardi: cioè ne ha parlato individuando — credo di avere interpretato rettamente il suo pensiero — la ragione del nostro successo elettorale in un incoraggiamento che il nostro estremismo avrebbe ricevuto dall' opposto estremismo. anche in questo caso io ritengo che sia utile leggere la sua frase. ella ha detto: « gli estremismi si alimentano a vicenda ; in questo clima si finisce col ridare spazio a forze e movimenti già condannati dalla storia, si offrono alibi a disegni autoritari » . onorevole Colombo, quanto ai « disegni autoritari » , lasciamoli lì: troveremo altre occasioni per parlarne. abbiamo visto in questi giorni che l' onorevole Scalfari si è fatto crescere la barba; è stata la sola novità che il Parlamento abbia offerto a se stesso in questa ripresa ferragostana; vedremo se fra i peli della barba dell' onorevole Scalfari spunteranno nelle prossime settimane nuove invenzioni circa « disegni autoritari » , colpi di Stato e via dicendo. ci conceda tuttavia, signor presidente del Consiglio , l' onore di una qualche moderazione, nel senso dell' intelligenza, nel colloquio; e quindi ci consenta di non aderire al sottile invito ad una specie di caccia alle streghe che potrebbe essere contenuto in questa sua frase da me citata. quindi sorvolo, salvo a riprendere la discussione in momento più opportuno. quanto poi alle forze e ai movimenti « già condannati dalla storia » , be', qui dentro chi rappresenta la signora storia? vorrei saperlo, non l' ho incontrata qui dentro, ho incontrato molta cronaca, su tutti i banchi (compresi i nostri, per carità!); ma la signora storia qui dentro non l' ho ancora incontrata. quindi i « movimenti già condannati dalla storia » lasciamoli stare. la storia giudicherà, condannerà, assolverà, fra molto tempo, io penso, e con ben altre autorità, con altra pacatezza. signor presidente del Consiglio , ella ha dichiarato: temo di poter apparire velleitario. qui in verità un pochino lo è stato, mi perdoni se mi consento di farglielo notare. lasciamo stare la storia. la tesi politica: questa mi interessa. la tesi politica che ella ha sostenuto in questo passo del suo discorso è che l' estremismo di sinistra ha in qualche modo alimentato l' estremismo di destra ridando vigore elettorale al Movimento Sociale Italiano . quindi, se io ho interpretato bene questo passo del suo discorso, assai malizioso, il più malizioso di tutti, mi è sembrato di capire che ella abbia strizzato l' occhio ai comunisti dicendo loro: insomma, cercate di non alimentare con il vostro estremismo il contrapposto estremismo di destra, perché a questo punto il Movimento Sociale Italiano può assumere proporzioni elettorali inquietanti. non è vero? penso che grosso modo il suo pensiero possa essere stato questo. allora la tranquillizzo: la tranquillizzo non tranquillizzandola, naturalmente; la tranquillizzo cercando di gettare nell' animo suo non il timor panico , per carità, ma delle preoccupazioni più fondate. ella non riuscirà mai, onorevole presidente del Consiglio , per quanto strizzi l' occhio a sinistra, ad impedire che il partito comunista dia luogo a moti estremistici. guardi, signor presidente del Consiglio , che quella di cui soffre il partito comunista oggi non è la cosiddetta « malattia infantile del comunismo » (ne ha parlato anche l' onorevole Berlinguer stamane in un accenno che credo di aver colto); no, è la malattia senile. il partito comunista italiano è un partito vecchio nelle sue strutture, nella sua classe dirigente , indipendentemente dall' anagrafe. essendo un partito vecchio, ha determinato fenomeni estremistici di contestazione e di protesta alla sua sinistra: fenomeni che il partito comunista , per la sua stessa natura di partito vecchio, non può contenere e non può nemmeno contestare. mi spiego meglio: quanto più il partito comunista aspira ad entrare nell' area del potere, tanto meno esso è nella condizione di dare sodisfazione, magari una sodisfazione emotiva, a quegli strati e settori sociali e giovanili che dal partito comunista si aspettano la battaglia per la battaglia, la rivoluzione; quanto più il partito comunista occupa poltrone (e in questi giorni ne sta occupando a iosa : sembra che ai compagni non dispiaccia l' occupare molte poltrone, per ora a livello regionale, provinciale e comunale), quanto più il partito comunista occupa poltrone, dicevo, tanto meno, signor presidente del Consiglio (quindi le strizzate d' occhio non servono), il partito comunista sarà nella condizione di contenere i moti estremistici che si sprigionano alla sua sinistra per contestare la sua classe dirigente . il partito comunista potrebbe sconfessarli, quei moti estremistici; ma non lo fa. non lo fa perché non ha il coraggio di farlo, non lo fa perché non ha la forza morale per farlo, non lo fa perché non ha l' interesse a farlo; perché il metodo del bastone e della carota, onorevole presidente del Consiglio , è proprio tipico dei partiti comunisti di tutto il mondo, è proprio tipico del comunismo. chi nega che il comunismo mondiale nelle sue centrali moscovite stia tentando in questo momento un avvicinamento o addirittura una mediazione, un compromesso, una conciliazione con l' Occidente? ma chi nega che dietro i moti comunistici — si veda nel Mediterraneo, nel mondo arabo , che invece contesta ogni possibilità di conciliazione — vi sia sempre anche l' altro aspetto del comunismo? il comunismo sta incoraggiando senza dubbio le trattative fra Israele e l' Egitto. ma sta alimentando senza alcun dubbio anche i moti incomposti dei rivoluzionari palestinesi o la linea politica di quegli Stati, come la Siria, che rifiutano ogni colloquio e vogliono l' esasperazione dei conflitti. questo è tipico internazionalmente, è tipico storicamente del movimento comunista. perciò, onorevole Colombo, non si sprechi a strizzare l' occhio in quella direzione! la situazione politica italiana si radicalizzerà ulteriormente; mi duole dirglielo, non mi fa piacere il dirglielo, ma si radicalizzerà ulteriormente per loro iniziativa. ella ha strizzato l' occhio in termini politici, e soprattutto in termini sindacali, al mondo comunista; ma ha letto o no, onorevole Colombo, i resoconti del recentissimo congresso della Fiom, che se non erro è una delle più potenti organizzazioni sindacali facenti capo alla Cgil? ha letto o no la mozione conclusiva del congresso della Fiom che si è svolto proprio durante gli ultimi sviluppi della crisi? ha letto o no l' intervento, in quella sede, del suo ministro del Lavoro , onorevole Donat-Cattin, che è andato a fare il pompiere incendiario (e non ce n' era davvero bisogno, perché le dichiarazioni del Trentin — mi pare che si chiami così il responsabile della Fiom — erano di per se stesse abbastanza incendiarie)? a giunto a voi, ancor prima che costituiste il nuovo Governo, un ultimatum da quella parte: vi hanno già dichiarato che non vi daranno tregua! e lo ha dichiarato anche l' onorevole Berlinguer quando nell' intervista all' L'Unità dell' altro ieri ha detto: bisogna accelerare ormai i tempi, bisogna che il processo in atto per l' avanzata a sinistra avvenga il più rapidamente possibile. perciò non si faccia illusioni, onorevole Colombo: inutili le strizzate d' occhio! lo estremismo a sinistra continuerà nelle sue gesta — credo poco gloriose — e, di conseguenza, le nostre posizioni « estremistiche » resteranno in piedi. se potremo e finché potremo e finché ce ne sarà bisogno, le rafforzeremo, signor presidente del Consiglio , nella consapevolezza di servire in questo modo molti cittadini, ben oltre i confini politici ed elettorali del Movimento Sociale Italiano . io mi sono permesso, davanti agli schermi televisivi , e quindi nel momento di massima nostra assunzione di responsabilità durante la campagna elettorale , di sostenere una tesi che mi sembra abbia avuto qualche successo, visto che la verifica elettorale è stata per noi positiva. ho cioè sostenuto che le nostre posizioni estremistiche, essendo posizioni di necessaria contrapposizione da un lato all' estremismo comunista e dall' altro al vuoto centrale di potere, rappresentano, finché dura questa situazione, cioè finché la situazione italiana è caratterizzata dalla presenza di un aggressivo estremismo di sinistra e dall' assenza di un potere centrale capace di imporre il rispetto della legge eguale per tutti a tutti i cittadini, ho sostenuto e ripeto qui che queste nostre assunzioni di responsabilità estremistiche sono considerate dalla gran parte dei cittadini italiani (ivi compresi coloro che non votano per noi) come posizioni di necessario equilibrio. guai se non ci fossero posizioni e tesi coraggiosamente estremistiche da questa parte, nel dilagare fatale dell' estremismo dall' altra parte e nel vuoto di potere che si è manifestato al centro! volete contenere gli estremismi? dimostratevi capaci di fare rispettare la legge eguale per tutti: e il risultato sarà certamente positivo per voi. ma a questo punto, signor presidente del Consiglio , debbo farle osservare un' altra cosa. non creda di poter essere troppo malizioso nei nostri riguardi! cioè, non creda che la nostra posizione e funzione si esauriscano in tesi estremistiche. sono estremistici taluni atteggiamenti e strumenti necessari di lotta che abbiamo adottato e continueremo ad adottare finché ce ne sarà bisogno, ma la nostra posizione politicamente rappresentativa è molto più vasta. ed è molto più vasta, onorevole presidente del Consiglio , grazie a voi, grazie al centrosinistra, grazie all' « insinistramento » di larga parte della Democrazia Cristiana , grazie al trasferimento (l' onorevole Malagodi me lo perdonerà) su posizioni di centro o, addirittura, un poco velleitariamente, su posizioni di centrosinistra, sia pure in un' altra guisa, da parte del partito liberale , grazie al vuoto che si è determinato al centro come vuoto di potere , ma a destra come vuoto di rappresentanza, onorevole presidente del Consiglio . noi non siamo soltanto gli estremisti di destra; noi siamo — prendetene atto — la destra politica nazionale. non guardi alla pochezza del nostro numero in questo momento. ella sa che il nostro numero virtualmente si è già accresciuto, e non di poco, se dobbiamo tener conto correttamente dei risultati del 7 giugno. ma soprattutto, onorevole Colombo — ella vuole fare discorsi in prospettiva e ha tentato di farne — alla prospettiva di una nazione la quale è fortemente delusa (lo ha detto lei, lo hanno riconosciuto i suoi colleghi) del centrosinistra, soprattutto dal punto di vista sociale ed economico; di una nazione che è indubbiamente in crisi; di una gioventù largamente inquieta e che non si riconosce e non può riconoscersi per motivi etici, per motivi nazionali nel partito comunista . ci sono sette italiani su dieci i quali per venticinque anni consecutivi hanno rifiutato di riconoscere le loro posizioni in quelle del partito comunista . voi come Democrazia Cristiana ne avete fruito larghissimamente e, in certi periodi, oso perfino dire, meritatamente, giustamente; vi siete stancati di una rappresentatività che forse non vi era congeniale; avete lasciato un larghissimo spazio vuoto e quello spazio vuoto, onorevole Colombo, il Movimento Sociale Italiano lo sta occupando su posizioni di destra nazionale che sono altresì posizioni qualificatamente sociali. quando il Movimento Sociale Italiano prende qui la parola, come ha fatto ieri per bocca dell' onorevole Roberti, facendo rilevare che il sistema delle incompatibilità parlamentari dei sindacalisti di altre parti ha escluso dal Parlamento le forze sindacali e che la sola forza sindacale (bene o male, benissimo!) presente in Parlamento è quella che è vicina al Movimento Sociale Italiano ; quando questa posizione sindacale si esprime in richieste relative alle riforme, in richieste relative ai patti di lavoro, in atteggiamenti relativi allo statuto dei lavoratori, in atteggiamenti relativi all' inserimento costituzionale del lavoro nello Stato, in atteggiamenti programmatici, in visioni programmatiche che si riferiscono ad una gloriosa tradizione sociale — tradizione che si infutura naturalmente, che si rinnova, che si adegua, che guarda a nuovi documenti e a nuovi strumenti, ma che è capacissima di rappresentare gli interessi congiunti della produzione e del lavoro in termini corporativi (e mi duole che anche ella, persona di cultura, abbia usato il termine corporativo in senso settoriale, quando ella può benissimo, ne ha tutto il diritto, polemizzare nei confronti delle nostre concezioni corporative o corporativistiche a condizione di interpretare i vocaboli nel loro significato: corporativismo, piaccia o no, sia bello o brutto, sia da accettare o da respingere, è esattamente l' opposto di settorialismo ed ella, uomo di cultura e di formazione cattolica lo sa bene) — ebbene, questa tradizione nazionale e sociale il Movimento Sociale Italiano a destra la rappresenta non perché siamo estremisti. siamo e continueremo ad essere duramente e tenacemente estremisti fintanto che vi sarà un pericolo estremistico di sinistra nel nostro paese, ma intendiamo essere una prospettiva nazionale e sociale molto più ampia. ne prenda nota, onorevole presidente del Consiglio , e non creda pertanto di potere strizzare l' occhio a qualcuno da quella parte per intristire il Movimento Sociale Italiano in una decrescente dinamica attivistica, perché ci auguriamo noi stessi che la nostra dinamica attivistica possa decrescere in una Italia pacificata e rasserenata, in un' Italia in cui la legge uguale per tutti riprenda a comandare; ma sarà proprio quello il momento in cui, a maggior ragione e con titoli ancora maggiori e con maggior chiarezza e con maggior serenità e con dinamismo maggiore, noi potremo rappresentare una larghissima area di opinione pubblica , quella che voi avete abbandonato e — mi duole dirlo — tradito anche con i patti che hanno portato alla costituzione di questo Governo. ella è stato criticato, onorevole Colombo, dalla stampa (se sono bene informato: ho dato una lettura sia pure rapida ai commenti sul suo discorso) per essere stato meno bravo di quanto la stessa prevedeva a proposito dei problemi economici, che sono poi i problemi di sua diretta conoscenza e pertinenza. e anche a proposito di pertinenza, c' è un giornale impertinente il quale dice un po' fra le righe che l' onorevole Colombo ne ha parlato poco proprio perché se ne intende molto. siccome sono tanti anni che egli, come ministro del Tesoro , è il maggiore responsabile della situazione economica , siccome il titolare della crisi dal punto di vista economico è proprio lui, non ha amato parlare troppo di una situazione della quale conosce anche troppo bene le pieghe negative. ora, noi che cosa pensiamo, onorevole Colombo? noi pensiamo che tutta la chiave della situazione a questo riguardo sia in una frasetta che ella ha inserito quasi distrattamente nella parte economica pur cospicua del suo discorso, là dove ha detto testualmente che all' aumento dei salari, « non ha fatto riscontro l' atteso aumento della produzione » . io avrei preferito — e con me, penso, molti altri — che ella fosse stato più chiaro, a questo riguardo. per fortuna ella ha avuto una recente occasione di essere più chiaro ed esplicito a questo riguardo in una sua intervista sul periodico Gente in data 13 luglio 1970, quindi durante la crisi ma prima del suo incarico. cito una frase: « si ripete quotidianamente nei discorsi e nella pubblicistica politica che occorre difendere le conquiste dei lavoratori e ciò che essi hanno ottenuto attraverso le lotte dell' « autunno caldo » . ebbene, continuare con l' agitazione per l' agitazione, rendere difficile la ripresa produttiva è proprio il contrario di ciò che si deve fare per difendere le conquiste dei lavoratori » . questa dichiarazione reca la firma di Emilio Colombo. ecco, noi gradiremmo che Emilio Colombo queste frasi le sapesse ripetere l' 11 agosto 1970, con pari energia a chi di dovere. spero di non dispiacere all' amico Roberti se lealmente debbo dirle che il fatto che ella abbia consultato le organizzazioni sindacali , tutte le organizzazioni sindacali , separatamente, gliene diamo atto, dopo il giuramento e prima del dibattito sulla fiducia, ha rappresentato un qualche cosa di nuovo che non saprei proprio se definire estremamente corretto e soprattutto estremamente prudente. dicevo che spero di non dispiacere all' amico Roberti: noi siamo favorevoli senz' altro alle consultazioni tra Governo e organizzazioni sindacali , però siamo favorevoli alla istituzionalizzazione delle organizzazioni sindacali come di ogni altro istituto in un quadro di normalità e di correttezza. ho avuto occasione di dirlo qualche volta anche alla televisione: noi come deputati siamo rappresentanti dei lavoratori in quanto deputati, così come siamo rappresentanti dei datori di lavoro in quanto deputati, perché siamo rappresentanti dei cittadini che ci hanno votato e non ci è possibile individuare quali tipi, quali categorie di cittadini ci abbiano votato. noi abbiamo in questa sede una rappresentatività che la Costituzione prevede come sola rappresentatività atta a giudicare il programma di Governo . noi saremmo grati a lei, signor presidente del Consiglio , se volesse dare qualche chiarimento al riguardo. il programma del Governo non può che essere sottoposto al Parlamento. poi, potrà seguire ogni trattativa, ogni colloquio, sempre sotto il controllo del Parlamento al quale ella ha fatto cenno nel tratto del suo discorso che riguarda i rapporti con i sindacati; ma vorremmo una maggiore prudenza da parte del Governo nell' interesse di tutte le parti, nell' interesse dei sindacati stessi, i quali non possono essere considerati corresponsabili dell' approvazione o della non approvazione del programma governativo. fintanto che il Governo non abbia ottenuto la fiducia noi non crediamo che ella possa assumere dei contatti extraparlamentari, soprattutto essendo diventato presidente del Consiglio dei ministri di un Governo il quale si propone — lo hanno scritto tutti i giornalisti e lo hanno sostenuto soprattutto i rappresentanti del partito socialista il massimo rispetto (lo ha detto lei) delle assemblee parlamentari anche nel caso in cui si dovesse giungere ad una crisi di Governo . noi la ringraziamo nei confronti di quanto ha detto a proposito della situazione sociale e sindacale, per avere accennato (non lo ha fatto ella per la prima volta, lo aveva fatto anche l' onorevole Andreotti, ma con minore fortuna) alla necessaria riforma del Cnel. in sostanza, ci sembra di capire che la sola riforma sociale preannunziata da questo socialissimo Governo sia poi la riforma del Cnel, che è una tipica riforma corporativa, trattandosi di un tipico istituto corporativo, nel senso nostro del termine. non possiamo che esserne lieti, e daremo la massima collaborazione perché la riforma del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro si svolga in guisa tale da istituzionalizzare questo ente nel quadro di uno Stato efficiente dal punto di vista della rappresentanza degli interessi sociali e sindacali. ho parlato, signor presidente del Consiglio , già troppo a lungo, e pertanto intendo sorvolare sugli argomenti relativi alla politica estera . una semplice osservazione vorrei tuttavia fare: è verissimo che anche ella, come i suoi predecessori, ha parlato « straccamente » , e quasi tra parentesi, del patto atlantico e della fedeltà al patto atlantico . noi vorremmo chiederle, signor presidente del Consiglio , nei confronti del patto atlantico , le stesse cautele che ella ritiene di adottare nei confronti del centrosinistra. se il centrosinistra è insostituibile, e noi non crediamo lo sia, abbiate la bontà di riconoscere che il patto atlantico è insostituibile, come noi crediamo. adottate un linguaggio di questo genere, e ci potremo capire; altrimenti, questo strumento di politica estera , così importante, così conclamati, che entra ed esce nei discorsi governativi, in Italia, per la porta di servizio, quasi fosse un secondario atto, un impegno di scarso rilievo, perde rilievo. tutto questo riteniamo diminuisca la già scarsa forza penetrativa italiana nei rapporti con gli altri popoli. ella ha detto, e ne abbiamo preso nota (e guardava dalla nostra parte, quando lo ha detto, ma l' onorevole De Marzio mi ha suggerito che forse stava guardando l' ora): collaborazione con gli altri popoli, con tutti gli altri popoli senza alcuna discriminazione. noi non siamo qui in rappresentanza di alcun altro popolo, beninteso; siamo onorati di rappresentare una parte del nostro popolo e delle nostre tradizioni. però, siccome abbiamo sollevato più volte l' argomento — nei confronti di precedenti presidenti del Consiglio , e di ministri degli Esteri — delle relazioni tra l' Italia ed alcuni popoli rivieraschi del Mediterraneo (Portogallo, Spagna e Grecia), noi vogliamo augurarci che l' accenno alla non discriminazione ed il mancato accenno, rilevato da parte comunista, a discriminazioni, abbiano un significato politico e caratterizzino, almeno da questo punto di vista , il Governo. gradiremmo qualche spiegazione al riguardo. quanto al tema della politica estera , che ella ha trattato, del resto, con qualche frettolosità, se non con superficialità, mi consenta una sola osservazione. ella — e cito ancora una volta testualmente — ha detto: « l' intervento in Cecoslovacchia — anzi ha detto Cecoslovacchia, e poi ci intenderemo sugli accenti — ... l' enunciazione della teoria della sovranità limitata , non sono riusciti ad invertire la tendenza, grazie all' estremo equilibrio ed al senso di responsabilità dimostrati dall' Occidente » . badi, signor presidente del Consiglio , che questa sua impostazione, indubbiamente un po' ingenua ed in buona fede , è esattamente l' impostazione di comodo di coloro che fin dall' inizio hanno voluto sottovalutare l' intervento in Cecoslovacchia e la teoria della sovranità limitata . e badi, che se è vero che l' Occidente ha dimostrato un grande senso di responsabilità , e la Russia, il comunismo non è riuscito ad invertire la tendenza — come ella dice — ciò è avvenuto perché si è trattato di paesi i quali, in casa loro, i problemi relativi ai rapporti con il comunismo, o con i partiti comunisti, li hanno risolti in guisa ben diversa da quella con cui tali problemi vengono impostati e risolti o non risolti in Italia. quando la Repubblica Federale Tedesca intraprende trattative con la Russia sovietica , e firma un importante patto — dicesi importante patto — con la Russia sovietica , senza avere riconosciuto la Germania orientale , ed anzi rifiutandosi di riconoscerla, e l' onorevole Berlinguer, a nome del partito comunista dichiara in quest' Aula, — come ha fatto stamane che il Governo deve affrettarsi a riconoscere la Repubblica democratica tedesca , il partito comunista italiano rivela, senza volerlo, o senza rendersene conto, la profonda differenza, in termini politici, e vorrei dire in termini morali, che esiste tra la situazione del nostro paese e la situazione di tutti gli altri paesi, nessuno escluso, facenti parte del mondo occidentale. non esiste un altro paese dell' Occidente in cui un capo comunista, autorevole per numero e non per capacità, come l' onorevole Berlinguer, possa impostare un colloquio pesante e minaccioso nei confronti del Governo del proprio paese, nell' interesse della Russia sovietica , come è accaduto stamane e come sta accadendo in Italia da tanti anni. attenzione, quindi, nel giudicare certe avvenute o non avvenute inversioni di tendenza , perché la situazione italiana esige, onorevole presidente del Consiglio , ben altre cautele. debbo, arrivando alla conclusione, aggiungere poche parole a proposito della Libia, cioè degli italiani di Libia. io rinuncio, onorevole presidente del Consiglio , a dirle quel che vorrei, perché qualunque cosa si dica da questi banchi, a proposito del problema in questione, potrebbe essere ritenuto frutto di passione nazionale — e ce ne onoriamo altamente — ma, altresì, frutto di una speculazione politica su un argomento in merito al quale ci rifiutiamo di speculare, per motivi di decenza, di decoro, di riguardo nei confronti dei nostri sventurati connazionali. non dico nulla io; le leggo, onorevole presidente , quel che un giornalista, certamente non « missino » , ha scritto nei giorni scorsi su un quotidiano, a proposito del problema in questione. si tratta di Enrico Mattei, il quale ha scritto testualmente: « che cosa ha fatto il Governo? la sua sola preoccupazione è stata quella di far subito sapere a tutti che non intendeva fare nulla, in nome di un pacifismo oltranzista che pare consista nel porgere le terga, ovverosia il sedere, a chi ci percuote e ci sputa sulla faccia. dopo di che, abbiamo iniziato un' opera diplomatica che sì è risolta in un penoso accattonaggio di infruttuose mediazioni. eppure vedete, del problema della Libia non si è parlato nelle trattative per il nuovo centrosinistra. né si è parlato delle questioni di ordine generale ad esso connesse. sarà saggio tutto questo, ma si avrebbe almeno il dovere di avvertire, una volta per sempre, gli italiani di non avventurarsi fuori dai confini. tutti debbono essere informati che il governo italiano non è in condizioni di assicurare loro alcuna tutela contro le sopraffazioni di cui possono essere vittime, ad opera di governanti stranieri, ladri e mascalzoni » . codesti governanti ladri e mascalzoni ella li ha trattati — e non ce lo attendevamo, onorevole Colombo, da lei, ce lo attendevamo dall' onorevole Moro che lo ha fatto negli scorsi giorni — con umana comprensione. ella ha detto che l' Italia deve comprendere lo sforzo di rinnovamento che quei governanti stranieri, ladri e mascalzoni, stanno compiendo nel loro paese. ci permettiamo di deplorare, onorevole presidente del Consiglio , di deplorare umilmente, ma fermamente, le espressioni del governo italiano a questo riguardo. onorevole Colombo, io vorrei, concludendo, ricordarle un gesto che ella ebbe a compiere parecchi anni or sono, sei anni fa, già in pieno centrosinistra. il 27 maggio del 1964, su un quotidiano di Roma, per la distrazione, si disse, di un suo segretario che l' aveva trovata sul suo tavolo di lavoro, apparve una sua lettera indirizzata al presidente del Consiglio del centrosinistra in carica , onorevole Moro. una lettera che oggi verrebbe attribuita senz' altro al partito della crisi e dell' avventura; una lettera in cui si invitava perentoriamente, o per lo meno molto fermamente, l' allora presidente del Consiglio a non gettarsi in spese pazze, a bloccare l' attuazione dell' ordinamento regionale, fra l' altro perché vivevamo in tempi ed in termini di congiuntura, perché il centrosinistra aveva già procurato all' Italia una grossa crisi economica e bisognava salvare l' economia. quella sua sortita, onorevole Colombo, le costò abbastanza cara. di quella sua sortita approfittarono i socialisti, con alla testa in quel momento l' onorevole Nenni, per drammatizzare quella crisi, per parlare fin da allora di partito dell' avventura e di pericoli di colpo di stato . l' onorevole Moro, grazie alla sua consumata abilità, uscì dalla crisi scegliendo e non scegliendo, decidendo e non decidendo, dando luogo a quella staticità, non stabilità, che ha caratterizzato i ricorrenti governi del centrosinistra da allora ad oggi. onorevole Colombo, cerchi di ricordare a proprio profitto la lezione di prudenza, di serietà, che ella tentò allora invano di dare ad un altro presidente del Consiglio del centrosinistra, che non ne profittò. cerchi, cioè di essere migliore del suo Governo e migliore, altresì, del buon discorso che ella ha pronunciato per difendere una cattiva causa.