Giulio ANDREOTTI - Deputato Maggioranza
V Legislatura - Assemblea n. 218 - seduta del 26-11-1969
Casi discioglimento del matrimonio; Disciplina dei casi di divorzio.
1969 - Governo II Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 218
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , un gruppo che ha firmato con tutti i suoi componenti un ordine del giorno , potrebbe anche rinunciare a fare la sua dichiarazione di voto ; credo però che non si debba perdere l' occasione di rivolgere brevissimamente una ulteriore parola ai nostri colleghi che, a nome dei rispettivi gruppi, hanno manifestato parere contrario. non è poi nemmeno superfluo chiarire, per un gruppo come il nostro abituato a votare sempre contro gli ordini del giorno di non passaggio agli articoli, che questa volta votiamo invece a favore dell' ordine del giorno di non passaggio agli articoli. non è certamente però per questo fatto di ordine interno che io prendo la parola, a sostegno di un ordine del giorno che ella, onorevole Luzzatto — se me lo consente — con troppa sufficienza ha dichiarato contenere premesse inutili che si giustificano solo in rapporto al dispositivo. fortunatamente molti gruppi della Camera non sono d' accordo con lei nel ritenere che si tratti di un' inutile elaborazione, anche se non ci daranno il loro voto. le mie parole si dirigono soprattutto ai deputati della maggioranza, i quali non possono non valutare come questo punto costituisca uno dei punti essenziali del nostro patrimonio ideologico e politico più geloso, mentre per loro — o almeno per alcuni di loro — non è che uno dei tanti argomenti di azione politica. una parola per i deputati liberali: noi non possiamo dimenticare, ed è per questo che abbiamo reagito all' accusa rivoltaci di non essere sufficientemente moderni, che non nella preistoria, non ai tempi del patto Gentiloni, ma all' Assemblea costituente , insieme con voi e con uomini non certo di secondo piano, come Luigi Einaudi, votammo per consacrare in via definitiva il concetto della indissolubilità del matrimonio. né, l' ho ricordato ieri, possiamo dimenticare che, con coraggio personale, un ministro guardasigilli di vostra parte presentò il disegno di legge per la riforma dell' articolo 72 del codice di procedura civile , al fine di frenare la scandalo della trascrizione dei facili divorzi ottenuti all' estero. vorremmo a tutti chiedere a chi giova, in questo momento, una mortificazione della Democrazia Cristiana . ai colleghi di parte comunista ieri mi sono permesso di citare un testo, a proposito del quale stamane l' onorevole Spagnoli ha detto: « sono lontane circostanze storiche » . no, onorevole Spagnoli, è un testo del ventennale della Resistenza; è un testo pubblicato dall' L'Unità nel 1964. l' onorevole relatore per la maggioranza, per annullarne — posto che ne abbia — gli effetti, ha sottolineato che anche una rivista ispirata dai democristiani, la rivista Sette giorni, ha assunto in un articolo una posizione meno rigida della nostra in fatto di divorzio. direi che sono due posizioni nettamente opposte. spero che l' onorevole relatore per la maggioranza non si metta anche lui a dir male per forza dell' onorevole Donat-Cattin e della stampa che si ispira al suo entourage. ma qual è il senso del richiamo? il senso del richiamo mi sembra proprio questo, onorevole Spagnoli: è inutile citare le origini remote, Marx e Lenin (non vorrei aver messo nei guai quella parte dell' UDI che a suo tempo prese quella posizione: sono tempi difficili per tutti e non vorrei fare del male ad alcuno!); noi abbiamo citato quel vostro testo per dirvi, in chiave di fedeltà all' elettorato, che dalla vostra stampa emergono certe posizioni e per rilevare che voi, dividendo in tre gruppi le opinioni delle iscritte all' UDI (favorevoli, contrarie o rassegnate al divorzio), ne traete conseguenze che non mi sembrano democraticamente ortodosse: cioè che tutti voteranno per il primo o il terzo gruppo di quelle opinioni. in effetti, almeno un terzo di voi (e sarebbe sufficiente) dovrebbe votare per la seconda di quelle opinioni, cioè quella a sfavore del divorzio. ma una quarta parte del documento dell' UDI, anche se espressa meglio di quanto non sappiamo fare noi nei nostri ordini del giorno , onorevole Luzzatto, viene a dare forza a quella gerarchia che noi riteniamo cronologicamente debba essere posta, per la quale la riforma del diritto di famiglia dovrebbe precedere la discussione sul divorzio. è esattamente — l' ho ricordato ieri — quello che è detto in questo comunicato dell' UDI pubblicato dall' L'Unità , nel quale si afferma: « sono escluse dal dibattito » (cioè da queste tre posizioni) « le tesi: 1) che l' istituzione del divorzio sia la più urgente, necessaria e decisiva riforma dell' istituto familiare... » . aggiungerò, onorevoli colleghi , soltanto altre due citazioni, perché questa dichiarazione di voto deve rimanere nei suoi giusti termini: abbiamo registrato ieri delle reazioni alla tesi secondo cui sono necessarie un' ulteriore elaborazione delle nostre conoscenze e una maggiore maturità. ebbene, mi riferisco a un recentissimo libro che qui è stato molto citato, Così annulla la Sacra Rota , Di Mauro Mellini, la cui prefazione è stata scritta dal più insospettabile dei divorzisti, l' onorevole Loris Fortuna, il quale così appunto scrive: « così, mentre i cattolici producono in ogni direzione uno sforzo notevolissimo con riviste, articoli e pubblicazioni di ogni genere, la cultura laica è praticamente assente nella quasi totalità, anche nella disputa sulle questioni di contenuto più tecnico e tradizionale, sui temi giuridici e costituzionali circa la posizione dei patti lateranensi nell' ordinamento italiano, la rilevanza del richiamo costituzionale, le conseguenze rispetto agli effetti civili del matrimonio, eccetera. ma soprattutto è mancato e manca un approfondimento sul piano più generale, non soltanto giuridico, ma sociologico e politico, degli aspetti più singolari e tipici della situazione ormai pressoché unica al mondo, degli sviluppi di fenomeni sociali e culturali della vita politica e religiosa collegati con le questioni venute alla ribalta del dibattito che si è acceso intorno al tema del divorzio » . noi avevamo chiesto e chiediamo che voi pensiate, prima di dare questo voto, all' opportunità di avere, non da parte nostra (forse ci sopravvalutate nel dire che abbiamo tanto elaborato il tema), ma da parte vostra, almeno dei dati sicuri, che non siano un articolo di giornale o questa o quella tesi corredata da statistiche, in modo da poter dire: abbiamo veramente una base sicura quale deriva da una indagine sociologica. questa del resto è una delle cose che sono state chieste a questo Parlamento e che noi ci auguriamo possa essere conseguita. ma l' onorevole Fortuna scrive anche dell' altro. e dobbiamo essere chiari su questo benedetto tema del referendum. l' onorevole Fortuna dice: « approfondimento e divulgazione che sarebbero necessari anche in vista di un deprecat referendum sul divorzio o di un auspicabile sondaggio popolare sull' abolizione del regime concordatario » . qui dobbiamo proprio metterci in una posizione di chiarezza, perché altri cerca di introdurre questo fantasma della guerra di religione , che si vuole far quasi apparire come un fatto estraneo di cui noi ci vorremmo servire per minare la sanità del nostro corpo politico, sociale, democratico, come del resto qualcuno ha detto anche in quest' Aula, senza mezzi termini. vorrei citare a questo proposito una fonte ineccepibile, l' onorevole Togliatti, il quale disse, con un' affermazione che non lascia dubbi: « consideriamo definitiva la soluzione della questione romana e non vogliamo in nessun modo riaprirla » . oggi, onorevoli colleghi — ed è l' ultima considerazione — abbiamo sentito, sia pure con toni diversi — un po' duro quello dell' onorevole Luzzatto, più flebile quello dell' onorevole Orlandi, gentilissimo infine quello dell' onorevole Oronzo Reale — opporre nella sostanza una specie di pregiudiziale al dubbio di incostituzionalità. signori, la costituzionalità non è alla nostra mercé: ed io vorrei dirvi ancora, come già feci ieri: se i documenti sono lì; se dagli atti della Costituente emerge che Calamandrei, che Cevolotto, che Macrelli, che Mazzei, che Maria Maddalena Rossi, con chiarezza hanno dato l' interpretazione che il problema dell' indissolubilità per i matrimoni concordatari non si poneva in quanto era stato risolto con l' articolo 7; sé ciò è vero, io credo che, sempre che non abbia difficoltà di partito, il primo coniuge resistente al divorzio, ove passasse la vostra legge, potrebbe chiedere di avere come avvocato il nostro collega onorevole Gullo che, come ieri ho letto, diceva alla Costituente: « è perfettamente inutile chiedere che si fissi il principio dell' indissolubilità del matrimonio, essendo già stato approvato l' articolo 7, con cui sono stati richiamati quei patti concordatari che fissano l' indissolubilità » . onorevoli colleghi , pensate per un momento a che cosa ci accingiamo tutti insieme a porre in essere. noi, molto probabilmente, daremo vita ad una creatura inutile e morta, perché su cento matrimoni celebrati in Italia dal 1929 in poi (non credo che tra quelli che attendono il divorzio ci siano molti che si sono sposati più di quarant' anni fa, prima del Concordato del 1929) uno si è celebrato con il rito civile, mentre 99 si sono celebrati con il rito concordatario. così, se la Corte costituzionale dichiarerà incostituzionale (e non potrà non farlo) l' articolo 2 di questa proposta di legge , questa legge sarà inutile. allora noi non solo avremo fatto obiettivamente opera quasi vana in termini quantitativi, ma avremmo dato una profonda delusione: noi creeremo delle tragedie psicologiche in tutti coloro che giustamente voi avete sentito e di cui ci avete riecheggiato qui, come noi stessi abbiamo riecheggiato, le aspirazioni. e badate, nel giudizio dinanzi alla Corte costituzionale potrà portarsi un' altra testimonianza di Togliatti. mi si scusi, lo dico con tutta franchezza: noi abbiamo sentito oggi — noi reduci dalle battaglie costituzionali del 1946-1947 la mancanza dell' onorevole Togliatti. egli disse: « riteniamo che il Concordato sia uno strumento bilaterale e che solo bilateralmente potrà essere riveduto » . quindi è inutile sottilizzare sul concetto più o meno ampio di effetti civili; è stata mera manifestazione di volontà politica, ma certamente priva di validità giuridica, quella che certamente in buona fede molti di voi hanno ritenuto di fare mettendo un argine a questa eccezione, che invece esiste e resta. anche sotto questo profilo credo che non sarebbe vano concedersi ancora un momento di riflessione, e portare avanti nel frattempo la riforma del diritto di famiglia, tentando di raggiungere, anche bilateralmente, la revisione di qualche norma concordataria e procedendo in tal modo con diversa legittimità — anche se naturalmente con l' immutata opposizione di merito della Democrazia Cristiana — su questo terreno legislativo. onorevoli colleghi , noi non ignoravamo certamente all' inizio di questa battaglia che eravamo in numero insufficiente. noi non abbiamo voluto e non vogliamo rinunciare alla possibilità di fare affidamento sulla convinzione individuale di altri colleghi su un tema così superiore a tutto ciò che nella vita e nella lotta politica quotidiana ci occupa e ci divide; e sappiamo che quando in Parlamento vi sono posizioni così tese e cosi divise non è facile per alcuno né perdere né vincere. noi però sentiamo in questo momento di avere almeno un grande conforto per la nostra coscienza, quello di aver fatto tutto intero il nostro dovere.