Giulio ANDREOTTI - Deputato Maggioranza
V Legislatura - Assemblea n. 210 - seduta del 19-11-1969
Sui fatti di Milano
1969 - Governo II Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 210
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

esprimo al ministro dell'Interno la nostra gratitudine per avere voluto rispondere rapidamente alle interrogazioni che da tutte le parti politiche gli sono state rivolte per avere una spiegazione responsabile di ciò che, pure nella difficoltà di informazioni di questa singolare giornata, ognuno di noi era riuscito a conoscere. e certo non ne voglio al ministro se, data la obiettiva gravità di quanto accaduto a Milano, non ci ha dato altre informazioni su situazioni di cui alcuni colleghi che hanno fin qui parlato hanno offerto alla Camera qualche notizia. certo, dinanzi ad un morto, tutto assume una importanza assai relativa nella comparazione, anche se, come è accaduto a Fondi — lo ricordava poc' anzi l' onorevole Ingrao — un assalto ad un comune, l' incendio dello stato civile e delle liste elettorali , il ferimento di un agente dell' ordine pubblico , per loro stessi non sono certamente fatti che possono essere sottovalutati, pur se inquadrati in una zona che fu poeticamente descritta qualche anno fa attraverso il film Non c' è pace tra gli olivi . ma quel che è accaduto a Milano credo che debba essere da noi considerato in tutta la sua obiettiva gravità. noi non dobbiamo certamente sopravvalutare certi fenomeni, ma credo che una classe politica mancherebbe al suo dovere se non si rendesse conto di quanto di anormale vi è in una serie di fatti e di omissioni, che potrebbero, se non considerati tempestivamente e con senso di responsabilità , mettere veramente in moto una valanga a cui non sapremmo porre degli argini sufficienti. fin qui abbiamo condiviso — e, credo, molto opportunamente — quel senso di prudenza che non dobbiamo mai dimenticare essere una virtù, e con il quale, fino a questo momento, si sono svolte durissime vertenze sindacali che avevano preventivamente fatto definire « caldo » questo autunno purtroppo non ancora terminato. alcune, come nel settore degli edili o alla Pirelli, hanno già avuto una felice conclusione formale; altre, per quel che si può apprendere (e sono tra le più importanti), sono alla vigilia della conclusione. tutto questo si è svolto in un quadro di responsabilità, di prevenzione silenziosa, di pieno assolvimento da parte dei sindacati del loro ruolo, di cui io credo che non solo in genere, ma proprio in un momento nel quale rendiamo omaggio e piangiamo la memoria di un agente di polizia ucciso, non possiamo non apprezzare tutta l' intrinseca bontà. e un metodo che non è davvero indice di debolezza ma di forza democratica, è un metodo di affidamento su qualcosa che deve essere al di sopra delle divisioni, e che, se non ci fosse, renderebbe inutile il lavoro di ciascuno di noi qui e fuori di qui. ma ritengo che sbaglierebbe chi, pur dando alla fase che attraversiamo, al periodo di transizione da un sistema ad un altro nel quale tutti, sindacati compresi, cercano un loro ruolo, un loro collocamento e nel quale la distinzione tra impegni politici e impegni sindacali deve essere considerata senza giudicarla (ché non siamo qui a dare giudizi), ma deve essere presa per quello che è, come un fatto con le sue luci e le sue ombre, ma dal quale le luci devono essere aiutate a sprigionarsi; sbaglierebbe, dicevo, chi non ritenesse che dobbiamo riaffermare con assoluta chiarezza di idee e con fermissima volontà che non esistono sostituti al ruolo del Parlamento e che il centro del potere espresso dal suffragio universale è e resta qui, secondo la norma della nostra Costituzione. se noi su questo non avessimo le idee chiare, se noi non sentissimo quel senso costruttivo che quotidianamente arricchisce e rinnova la vita democratica , credo che veramente non costruiremmo quello che è nostro dovere costruire. oggi è stato messo all' ordine del giorno il problema della casa. contro chi? presto detto: « contro il Governo » . era un po' contro tutti noi, onorevoli colleghi ; e quando sentiamo parlare degli « incivili sistemi con i quali la classe politica italiana gestisce questi problemi » , stiamo attenti: non è solo un attacco che si fa ad un partito o ad una maggioranza. apparteniamo tutti alla classe politica italiana ; e a me pare che dobbiamo dire (perché è merito di tutti, maggioranza e opposizione) che quest' anno, a differenza di altri anni nei quali la proroga dei fitti veniva fatta soltanto all' ultimo momento, mantenendo nel momento meno indicato — quello delle feste natalizie — in un senso di angoscia quanti temevano che questo atto pur ricorrente e divenuto quasi abituale potesse non verificarsi; quest' anno, dicevo, noi ben per tempo, nel mese scorso, abbiamo mandato all' altro ramo del Parlamento questo provvedimento, con alcune innovazioni migliorative, che alcuni hanno ritenuto insufficienti, ma che certo nessuno può non considerare come un passo avanti, atto a rimuovere, con una opportuna novità nel nostro calendario dei lavori, nel quadro delle preoccupazioni annuali di tante famiglie, questo motivo. e la Commissione speciale — che già prima aveva condotto avanti in buona parte l' indagine conoscitiva per cercare di darci un progetto organico in cui collocare tutte quelle aspirazioni che altrimenti non avrebbero potuto essere da noi in modo incisivo e positivo prese come base per una legge — ha potuto immediatamente, dopo l' approvazione in Aula della legge sui fitti, riprendere il lavoro e da essa noi attendiamo, di qui a non molto, proposte concrete per tutti quei problemi che angosciano quanti non hanno una propria casa. e il Governo — che certamente, se avesse potuto darci con un mese di anticipo i provvedimenti che ci ha dato ieri l' altro, avremmo tutti particolarmente applaudito — ha fatto bene a votarli l' altro ieri sera, perché, se li avesse votati domani o dopodomani, certamente le stesse fonti che lo accusano di avere ceduto dinanzi all' annuncio dello sciopero generale , avrebbero detto che il Governo « mollava » dinanzi all' avvenuto sciopero generale . questi provvedimenti, che certamente non risolvono nella interezza gli immani problemi che ci sono dinanzi, le angosciose aspirazioni di chi cerca la sicurezza di un domicilio e di consolidare così il senso della propria famiglia, pure non possono essere sottovalutati. oggi tutto questo è stato messo in un quadro di carattere generale . l' onorevole Ingrao ha detto: ma non vi accorgete della forza traente con cui dei cittadini, degli operatori economici che non appartengono al ceto dei lavoratori e al ceto dei non proprietari di case partecipano a questo sciopero? io non voglio qui analizzare (nessuno potrebbe e saprebbe farlo) se una parte di coloro che hanno dato questa adesione abbiano espresso soltanto un moto di spontaneo consenso per la causa di chi sta peggio. certo debbo rilevare l' assurdo che in molte città abbiamo visto chiusi dei grandi negozi di lusso, i proprietari dei quali sono proprietari di case; e se sono convinti che i fitti sono alti, potrebbero non aspettare che noi facciamo delle leggi: potrebbero diminuirli essi nei confronti dei loro inquilini. tutta questa solidarietà che è forse... onorevole Ingrao e onorevole Pajetta, forse il giorno in cui si discuterà a fondo (e spero che venga il giorno) di proprietari di case, di proprietari immobiliari, si vedrà che queste distinzioni non passano attraverso le distinzioni abituali dei partiti politici . noi sappiamo che esiste ed è esistita oggi è nei giorni passati anche una preoccupazione: quella di chi naturalmente ha paura della violenza, ed è logico che sia così. e allora questa preoccupazione noi dobbiamo porla come inquadramento anche dei fatti di Milano. a Milano è accaduto un incidente grave. il ministro ci ha dato una sua spiegazione e non ha certo calcato la mano, perché qui è inutile confondere con cornici piuttosto arricchite la sostanza, di un quadro, anche se lo si faccia in termini piuttosto duri come quelli usati dall' onorevole Basso. al quale vorrei concedere solo un' attenuante importante, quella di cercare di incanalare politicamente una certa forza di cui nessuno conosce bene l' entità, le dimensioni, le caratteristiche (l' onorevole Craxi ce ne ha accennate alcune). questo tentativo può essere fatto e, se è fatto in questo senso, è certamente meritorio; ma il modo con cui è stato fatto non può assolutamente essere da noi accettato. c' è anche una domanda alla quale noi dobbiamo rispondere: se veramente un pover' uomo ha avuto la morte per la testa fracassata da una sbarra di ferro; se l' elenco dei feriti porta un funzionario di Pubblica Sicurezza , 51 guardie di cui 17 ricoverate in ospedale e una con prognosi riservata, 4 carabinieri di cui 3 ricoverati in ospedale e 6 civili che si sono fatti visitare in ospedale; se questo è il bilancio, possiamo noi uscire da una valutazione obiettiva, accreditare una versione? ma perché in tutto il resto di Milano, durante tutte le settimane passate, oggi stesso in tutto il resto d' Italia, la polizia avrebbe mai avuto interesse di andare ad aggredire delle persone? la polizia ha cercato di fare in modo di impedire che vi fosse una presa di contatto tra coloro che uscivano dal pacifico comizio dei sindacati riuniti e quelle forze (che non so come si chiamino, movimento leninista, marxista, o comunisti-maoisti) nelle quali certamente — e credo che nessuno possa non riconoscerlo — vi sono elementi che non sono contrari in teoria e in pratica alla violenza. questo problema delle minoranze violente noi dobbiamo prenderlo in considerazione, certamente non in sede di svolgimento di interrogazioni. noi dobbiamo stare attenti alla presenza di queste minoranze violente. io non parlerò qui — perché fra l' altro è una frase ridicola — della distinzione fra Stato forte e Stato non forte, fra governo forte e governo non forte. lo Stato esiste, il Governo esiste e non ha bisogno di crearsi degli aggettivi per fingere di avere oltretutto una forza che, quando occorrono gli aggettivi, quasi mai esiste, o comunque mai esiste in regime democratico. ma, attenti, noi non abbiamo per la nostra età avuto l' esperienza diretta di un passato non vicino, ma non lontanissimo; però ci è stato sempre detto che non si devono chiudere gli occhi dinanzi a piccole minoranze violente. si dà il caso che anche a Milano si siano cominciate a fare determinate azioni. a me il colore di queste minoranze, per la verità, sembra un fatto assolutamente secondario, perché il germe di queste violenze può portare avanti le cose in modo che nessuno di noi riuscirà poi a fronteggiarle. onorevoli colleghi comunisti, sono passati pochissimi giorni da quando noi vi abbiamo sentito qui in quest' Aula accusare la polizia di Napoli perché non aveva tempestivamente agito e non era tempestivamente intervenuta per impedire che ci fossero delle manifestazioni violente. nessuno allora ha detto: se ne stiano a casa! nessuno ha parlato di incidente stradale per essere questo povero agente Antonio Annarumma, uscito inaccortamente, oggi, dalla caserma come abbiamo sentito qui poc' anzi affermare. allora dobbiamo metterci una volta per sempre d' accordo e dobbiamo dire che tutto questo non può essere ammesso. dobbiamo tutti educarci ed educare al rispetto, a non considerare violenza quel che violenza non è, ma a non chiudere gli occhi quando siamo veramente dinanzi a delle manifestazioni di violenza e a non chiuderli prima che la mala pianta possa veramente germogliare. il ministro Restivo ci ha detto che sono state sporte delle denunce e che la giustizia farà il suo corso... se ci sono denunce, non sono certo affidate alla pubblica assistenza! credo che non sia sfuggita a nessuno nei giorni passati l' assurdità di una notizia di cronaca giudiziaria, quando abbiamo visto un poveraccio che per il furto di ottocento lire ha avuto una condanna severissima. non possiamo credere di dovere aderire a quella che è una sensazione certo sbagliata, ma che la gente umile ha: che qualche volta la frase « la giustizia è uguale per tutti » sia scritta alle spalle del magistrato. ci pare che in questa seduta certamente l' omaggio verso la povera vittima sia stato e sia sincero — perché io non credo che noi facciamo degli omaggi convenzionali — un omaggio che è stato di tutti perché non può non essere stato di tutti; guai se non fosse così. ma certamente nel resoconto stenografico di questa seduta, che forse la gente semplice della famiglia di braccianti avellinesi da cui proveniva questo ragazzo non leggerà neppure, credo che non possa non essere considerato come un fatto grave quello che ha portato il Capo dello Stato ad inviare un messaggio nel quale si parla di « odioso crimine » , di « barbaro assassinio » ; e nel quale si dice che questo deve ammonire tutti. si tratta del resto di un messaggio diffuso dalle agenzie, poiché io non ho canali diretti di informazione. nel messaggio si dice che « questo odioso crimine deve ammonire tutti ad isolare e mettere in condizioni di non nuocere i delinquenti il cui scopo è la distruzione della vita e deve risvegliare negli atti dello Stato e del Governo, ma soprattutto nella coscienza dei cittadini, la solidarietà per coloro che difendono la legge e le comuni libertà » .