Giulio ANDREOTTI - Deputato Maggioranza
V Legislatura - Assemblea n. 160 - seduta del 10-08-1969
1969 - Governo II Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 160
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , non credo che alcuno abbia dubbi sul voto favorevole del gruppo della Democrazia Cristiana al secondo Governo dell' onorevole Rumor, monocolore non per volontà e vocazione né del presidente del Consiglio né del nostro partito, come ieri ha chiaramente illustrato l' onorevole Piccoli. riconosciamo importanza ed esprimiamo gratitudine ai partiti convergenti del centrosinistra che hanno direttamente o indirettamente consentito la formazione di questo ministero cooperando a scongiurare non soltanto il rischio di elezioni anticipate , ma più che altro l' avventura di un possibile vuoto di potere per un Governo che si fosse presentato alla Camera senza prospettive di ricevere il voto di fiducia , rischiando, in quella contingenza, di dover affrontare le elezioni. si tratta di delicati problemi costituzionali che certamente ognuno di noi sa cosa vogliano dire in se stessi e quali fonti di prassi, in una materia nella quale ogni cautela non è mai sufficientemente posta. ma se questo è vero, dobbiamo con umiltà ma con fermezza riconoscere che ancora una volta la compattezza e l' unità della Democrazia Cristiana sono state elemento essenziale per contribuire alla stabilità ed alla normalità della situazione politica nazionale; compattezza ed unità che riflettono — ed in ciò sta la permanente sua garanzia — quella che è una solida volontà di orientamento ed un senso di responsabilità dei nostri elettori intaccato qualche volta dalla polemica degli avversari, ma in se stesso solido e che certamente non può essere contestato, cifre alla mano. dico « cifre alla mano » perché, onorevoli colleghi , quando noi ascoltiamo le dichiarazioni esterne dei dirigenti politici che si recano alle consultazioni durante la crisi, noi sentiamo che alcuni, forse riecheggiando frasi malposte come « monopolio politico » , come altre volte pretesero di portare al Quirinale l' Italia di Vittorio Veneto , così pretendono di portare al Quirinale o l' Italia della contestazione o la collera popolare o una certezza dogmatica per risolvere tutte le crisi. noi abbiamo portato al Quirinale le nostre idee politiche, confortate da 12 milioni e mezzo di elettori. e il nostro elettorato (lo dimostrano le recenti consultazioni sarde) non è un elettorato in regresso. noi sappiamo che questi elettori ci chiedono contemporaneamente, e pretendono di avere, la tutela dell' ordine democratico e un effettivo contributo al progresso sociale . l' ordine democratico è una parola non vanamente posta in questa discussione, perché talvolta, nella giusta preoccupazione di dissociare le responsabilità da ogni ipotesi di alternativa autoritaria (che per altro, a mio avviso, è piuttosto fantasiosa e chimerica nella realtà attuale italiana), noi sembriamo pericolosamente accreditare una contrapposizione che non esiste e che non deve esistere tra ordine e democrazia, contrapposizione che finisce — lo abbiamo sentito poco fa dalle parole dell' onorevole Almirante — forse per dare spazio a un determinato modo di vedere per la soluzione di questi problemi. ed è un modo che noi non condividiamo. penso che almeno i colleghi socialisti possano rileggere una fonte non sospetta, ciò che scriveva Charles Péguy: « l' ordine e solo l' ordine crea in definitiva la libertà, il disordine crea l' asservimento » . ed è chiaro che per noi l' ordine vuole dire non solo un meccanismo di tutela del rispetto della legge, ma una convivenza sociale irrobustita da una sempre crescente partecipazione dei cittadini, tonificata da un agile funzionamento delle strutture statali e riscaldata da un clima di assoluta correttezza e di alta sensibilità morale dei responsabili politici. pur non potendo non riconoscere questo ruolo della Democrazia Cristiana e questa sua funzione, continua però da più parti il più che ventennale tentativo di ridimensionarci. anche in questa discussione, l' onorevole Berlinguer, dopo averci detto: voi non potete capire i problemi del vostro paese (che credo sia anche il suo, onorevole Berlinguer...).... ha scartato la « repubblica conciliare » . questa parte del suo discorso a me è sembrata più diretta ad alcuni suoi colleghi di partito che non ad un mondo cattolico democratico, che certamente non ha mai preso in considerazione modelli di questo tipo. noi sappiamo bene (e vorrei tranquillizzare anche l' onorevole Ferri, che ieri mi sembrava preoccupato) che abbiamo le nostre convinzioni democratiche e non siamo soggetti, né potremmo esserlo, a remore o a condizionamenti di carattere confessionale. sarebbe — se così non fosse — il non capire alcunché di tutta la tradizione politica dei cattolici democratici italiani. ma l' onorevole Berlinguer ieri ha accennato a quello che può essere un modo alternativo al centrosinistra per organizzare una diversa formula di maggioranza politica. lo ha accennato in maniera non chiara ed in se stessa piena di contraddizioni che certamente, nella stringata economia di una dichiarazione di voto , non possono essere illustrate e ribattute a sufficienza. ma la sostanza di questa formula è una chiamata a raccolta delle sinistre di tutti i partiti per una grande alleanza di cui il partito comunista italiano sarebbe il beneficiario ed il protagonista non troppo nascosto. un' alternativa comunista a tappe, tra l' altro, raggiunta attraverso l' equivoca considerazione, che non è oggettivamente valida, di una Costituzione della nostra Repubblica come una strada italiana verso il socialismo. non è questa la concezione che noi possiamo condividere, ma più ancora non è questa la concezione oggettiva della Costituzione repubblicana, che certamente non è una Costituzione statica, che ha in sé tutte le possibilità per raccogliere, stimolare e portare ulteriormente avanti, senza fine, un progresso sociale , ma che non può mai essere considerata soltanto una garanzia di metodo per un passaggio verso una società nella quale fatalmente sarebbero allora annullate e dissolte proprio alcune norme essenziali di garanzia della Costituzione stessa. e in questa alternativa comunista preceduta da una tappa intermedia vi sarebbe anche una copertura, almeno auspicata, di un carisma religioso che dovrebbe essere dato dalle Acli, sotto le cui finestre claustrali del disimpegno politico comunisti, — psiuppini ed altri cercano di fare delle serenate di conquista; tanto è vero che ieri abbiamo sentito più volte riferimenti alle Acli e nel discorso dell' onorevole Berlinguer e nel discorso dell' onorevole Vecchietti e poc' anzi nel discorso dell' onorevole Ceravolo. anche nel discorso dell' onorevole Malagodi sono state citate le Acli, ma, per l' esattezza, senza accennare ad una speranza di tentarne l' alleanza con il partito liberale italiano. non è una novità questa speranza di condurre i cattolici verso una piattaforma che non è né una piattaforma propria di essi, né è una piattaforma democratica. basterà ricordare quello che fu il disinvolto infortunio negli « anni Trenta » in Francia del compagno dei nostri colleghi comunisti, Thorez, che dopo aver fatto un discorso assai logico e coerente alla tradizione, nel quale aveva affermato: « lottiamo contro tutte le forme di religione » , neppure una settimana dopo, tornando da un viaggio a Mosca, dovette dare il contrordine dicendo testualmente: « cattolici francesi prendete la mano tesa dei comunisti! non lo dico io, ma lo dice il nostro Padre santo Pio XI » . questa disinvoltura io credo che non toccherà gli ambienti cattolici, dei quali per altro io non ho alcuna rappresentanza formale. ma quello che dobbiamo e possiamo dire noi, come gruppo democratico cristiano , è che certi giudizi sulla sinistra del nostro partito, insinuando una sua scarsa lealtà democratica e di partito, li reputiamo ingiusti, gratuiti ed offensivi. del resto mi pare che più di una volta chi vi aveva fatto affidamento ha dovuto puntualmente rinfoderare le mal riposte speranze. giustamente l' onorevole Piccoli ieri ha ricordato che i discorsi, gli scontri e gli incontri devono essere fatti tra i partiti e non tra le correnti di partito presuntivamente omogenee nei diversi raggruppamenti politici o, ancora peggio, tra procuratori spesso non investiti, né da una parte né dall' altra, di rappresentanza politica . noi all' altrui manovra corrosiva, e non soltanto noi democratici cristiani ma, io ritengo, tutti i partiti del centrosinistra, dovremo opporre la ripresa di una controffensiva democratica, per portare avanti gli sforzi di convincimento e di conquista di parti dell' elettorato dei comunisti. questo è l' unico modo legittimo, è l' unico modo valido per allargare davvero l' area democratica, che fu il grande proposito, e credo debba restare il grande proposito, del centrosinistra. intanto, rispettosi dei travagli e delle posizioni dei partiti convergenti, noi continuiamo gli sforzi per la ripresa organica della collaborazione. questa ripresa organica, che ieri l' onorevole Berlinguer ha dichiarato « impossibile » , che l' onorevole Macaluso ha dichiarato « morta come formula » , che l' onorevole Vecchietti, andando più in là, ha definito « morta e seppellita » , possiamo ritenere che sia un modo di dire o di guadagnar tempo o una di quelle tappe procedurali nelle quali la politica, talvolta, attraverso le sue strane liturgie, si svolge? noi riteniamo di no. l' onorevole Ferri ieri ha dichiarato, sia pure sotto condizione, che è attuabile questa ripresa del centrosinistra; l' onorevole La Malfa ne ha deplorato la messa in crisi e lo onorevole De Martino , andando, mi pare, ancora più in là, ha detto che i militanti del partito socialista unitario avrebbero potuto condurre la battaglia che stanno conducendo rimanendo entro il partito socialista italiano e rimanendo al Governo. non c' è dunque una pregiudiziale di impossibilità. si tratta certamente, nessuno lo nega, di un obiettivo difficile e delicato, per cui però noi riteniamo debba essere valutata positivamente la prudenza della Democrazia Cristiana quando non ha contribuito ad aggravare comunque il solco della scissione socialista, anche a costo di far interpretare il suo rifiuto di una determinata scelta come utilitaristico o come sintomo di scarso coraggio. sovviene qui quanto insegnava De Gasperi sulla necessità di guarire i mali dell' Italia con cure cliniche e non con pericolosi interventi chirurgici. De Gasperi , di cui fra 9 giorni ricorderemo il quindicesimo anniversario della morte, quasi piangendo, in quest' Aula, nell' ultimo suo discorso da deputato, il 29 gennaio 1954, deplorò le difficoltà dei partiti già alleati a ritrovare un' intesa fra di loro, ma espresse anche la certezza che ciò che sembrava impossibile, e che era formalmente dichiarato tale molto più di quanto non avvenga oggi per il centrosinistra, non era invece, in realtà, tale. e difatti, dopo qualche settimana, la ripresa della collaborazione tra i partiti democratici fu un fatto consolidato. io credo che i risultati non siano stati poi tanto malvagi. un po' di più: durò un anno e mezzo il Governo Scelba; poi ci furono i governi Segni. se ella prende l' annuario, potrà forse rendersi meglio conto delle cose. anche per le intese politiche, onorevoli colleghi (e non avrei osato fare una citazione latina se, poche settimane or sono, l' onorevole Luzzatto non ci avesse lungamente intrattenuto con una lettura di alcuni brani delle « decretali » , perfettamente pronunciati e assolutamente pertinenti); anche per le intese politiche, dicevo, vale l' oraziano « multa renascentur quae iam cecidere » . e cito questa frase con quello che segue, che può essere di grande attualità: « cadentque quae nunc sunt in honore vocabula » . i vocaboli che dovranno cadere — e senza rimpianto, almeno da parte nostra — sono quelli attribuiti al secondo ministero Rumor per tentare di definirlo: « di parcheggio » , « di passaggio » , « provvisorio » , « di decantazione » , e così via . no, lo « sbando » era attribuito ad un altro monocolore. anche in questo non è aggiornato, onorevole collega! giustamente si è distinta ieri, da parte dell' onorevole De Martino , la democrazia formale dai contenuti della libertà, che è urgente arricchire, consolidare e rendere evidente, specialmente per i giovani. ed è questo il terreno, tra l' altro comprensibile ai cittadini (il che è democraticamente indispensabile) su cui misurare la capacità creativa di una maggioranza e di un Governo, ed è il non sospetto metro di confronto competitivo con tutte le altre forze di questa Camera. in questo ordine di impegni concreti, alla ripresa di settembre, noi inizieremo a discutere i problemi della casa e dei fitti, preoccupandoci di inquadrarli nel più vasto ambito dei problemi del costo della vita e della lotta all' inflazione, su cui anche ieri l' opposizione (e di questo prendiamo atto positivamente) ha assunto un responsabile atteggiamento critico e negativo. il problema della casa noi lo vediamo anche come un modo di difesa dell' istituto della famiglia, a salvaguardare il quale non bastano certamente le norme, attuali o modificate, del codice civile . inoltre, qui e in Senato noi abbiamo già, ed altri ne seguiranno, provvedimenti che possono illustrare e caratterizzare felicemente questa quinta legislatura. ogni particolarismo dovrebbe cedere il passo dinanzi alla necessità costruttiva e formatrice d' una azione parlamentare sollecita, approfondita, tempestiva. e forse ancor più che per altre leggi questo dinamismo può e deve auspicarsi per la riforma universitaria , alla quale potremo comunque far precedere immediate norme per un incisivo allargamento del diritto allo studio , in se stesse molto utili e — in più — preziose al fine di evitare che nei giovani si creino distacchi e sfiducia verso le massime istituzioni rappresentative della Repubblica. nell' elenco delle priorità che il presidente del Consiglio ci ha fatto è stata data — giustamente — una posizione di rilievo alla riforma tributaria . anche in questo noi vediamo non solo un fatto tecnico, non solo un fatto di adeguamento dovuto alla legislazione vigente negli altri paesi della comunità europea, ma uno strumento essenziale di progresso effettivo e di modernizzazione dello Stato; e vediamo altresì un punto d' incontro con altre forze che si rifanno a modelli — in particolare a modelli del Nord Europa — nei quali le riforme migliori e più resistenti nel tempo sono state attuate proprio attraverso un saggio ed incisivo strumento fiscale, che ha dimostrato tra l' altro non soltanto di non comprimere, ma di essere in grado di assicurare contemporaneamente un grande sviluppo economico e industriale. mi sia consentito un ultimo accenno, signor presidente , ad un tema che è stato trattato dal presidente del Consiglio e che è stato trattato anche, per la nostra parte, ieri, dal segretario politico onorevole Piccoli: è il tema della politica estera , su cui vorrei fare soltanto questo rilievo: noi spesso, per una comodità dialettica; parlando di politica estera , in un senso o nell' altro, ci rifacciamo ai parametri consueti; ma è pur vero che nel mondo si stanno maturando fatti e si stanno abbozzando orientamenti da cui nessuno potrà prescindere. basti chiedersi che cosa significherà per tutti, ed anche per voi, colleghi comunisti, impegnati in quello che esattamente l' onorevole Natoli ha chiamato il processo di revisione dell' internazionalismo, che cosa significherà il punto di approdo della politica ancora fluida nei rapporti tra Unione Sovietica e USA. basta chiedersi ancora che significato dobbiamo dare alle gigantesche spese militari nucleari che la Russia negli ultimi otto mesi ha decretato in una misura mai conosciuta, se di deterrente per la Cina, o di deterrente perché gli USA non accedano ad un riconoscimento del tripolarismo? e che significato dobbiamo dare alla recentissima approvazione americana del programma di missili antimissili? è questo programma volto ad apprestare una difesa dalla Russia, o dalla Cina, o da tutte e due? sono questi interrogativi suggestivi e inquietanti ai quali io credo che noi, nell' interesse della nostra nazione, tanto più potremo rispondere in modo positivo e costruttivo, quanto più saremo in grado di farlo in un contesto più largo possibile di rappresentatività e di esperienze. io credo che questi dibattiti debbano essere portati avanti a fondo proprio nella sede più idonea, che è la sede del Parlamento italiano. onorevole presidente del Consiglio , da molte parti si è qui previsto un autunno caldo . fu analogo il proposito, riferito ad altra stagione, che lo scorso anno accompagnò il varo del secondo Governo Leone. i fatti lo smentirono, ed è onesto riconoscere che ciò dipese dal senso di responsabilità dei cittadini e dalla capacità di azione di quel ministero. lo stesso dovrà accadere per il momento, impegnativo politicamente, socialmente ed economicamente, delle prossime battaglie sindacali. e sarà così se nessuno verrà meno al suo dovere e se lo Stato democratico riuscirà veramente ad avere ragione di tanti egoismi e ad affermare principi più larghi di giustizia e di partecipazione. dando il nostro voto di fiducia al Governo, noi sentiamo di doverlo più che mai sostenere nei prossimi mesi nella sua difficile opera, grati fin d' ora per il servizio che in un frangente assai delicato l' onorevole Rumor e i suoi collaboratori hanno accettato di rendere alla nazione.