Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 159 - seduta del 09-08-1969
Mozioni concernenti la città di Roma
1969 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 258
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , i repubblicani, come hanno già detto da tempo, considerano questa crisi come una delle crisi più gravi e più drammatiche dalla costituzione della Repubblica in poi; e nel considerarla grave e drammatica, l' hanno anche considerata inutile. a nostro giudizio è venuto il momento di vedere con chiarezza quali sono, al di fuori delle schermaglie dei partiti, le conclusioni reali di questa crisi. ebbene, le conclusioni sono ancora una volta l' affermazione dell' unità e della forte presenza politica della Democrazia Cristiana nel nostro paese, e un ennesimo insuccesso delle forze laiche di sinistra; di noi, del partito socialista , del partito comunista . in conseguenza della crisi la Democrazia Cristiana si è aperta molte alternative che io non sto qui ad illustrare perché sono presenti alla coscienza della Camera; poche se ne sono aperte nel nostro settore; perché rimangano vogliono una grande chiarezza di valutazioni politiche. che la crisi si sia risolta con il pieno successo della presenza politica della Democrazia Cristiana è comprovato dalla esistenza del Governo monocolore, con tutte le sue componenti, e dalla coabitazione, che io considero forzata per il momento, dei due partiti socialisti, coabitazione forzata nella maggioranza. lasciatemi dire che, rispetto a questi malinconici risultati, noi repubblicani, noi minoranza repubblicana, abbiamo cercato di salvare la nostra coerenza in una situazione difficile. abbiamo sempre detto che noi avevamo una posizione critica nell' ambito del centrosinistra, avente la nostra partecipazione, quasi antivedendo gli sviluppi negativi della situazione. quando si è prospettata la possibilità di un Governo tra Dc, Psi, PSU, noi abbiamo senz' altro annunziato il nostro appoggio esterno ; e quando si è parlato di un monocolore, qualunque carattere esso avesse, noi abbiamo deciso per l' astensione. e queste non sono tre diverse posizioni che riguardano l' esame dei soli schieramenti politici; queste tre diverse posizioni, che il partito ha preso in tre diversi casi, che erano presenti alla crisi che attraversiamo, risultavano, invece, dalla considerazione degli schieramenti e dei contenuti della politica relativa a questi schieramenti. il che vuol dire, onorevoli colleghi , che noi, pur essendo coscienti di essere una minoranza, intendiamo discutere da oggi in poi non soltanto i problemi di schieramenti, che sono importanti, ma i problemi di contenuto di una politica; contenuti che sono sfuggiti a questa crisi. non c' è stata crisi più paradossale di questa, rispetto alle precedenti. si è discusso moltissimo di schieramenti, ma non è venuto fuori un solo problema di politica economica , di riforme, di politica internazionale , che impegnasse i partiti e formasse oggetto della crisi; crisi, da questo punto di vista , priva di contenuto oggettivo. è questo, del resto, il risultato estremo di una trascuratezza che, nell' ambito del centrosinistra e fuori, si è avuta appunto nei confronti dei problemi di contenuto di una politica, come se i partiti rappresentassero un gioco isolato dagli interessi concreti e reali del paese, dalle sue aspirazioni, dai suoi bisogni, dalle sue necessità. è venuto il momento, onorevoli colleghi soprattutto dei banchi socialisti, di non fare un apprezzamento contingente del successo della Democrazia Cristiana : sarebbe l' ultimo errore che si potrebbe commettere. mi lasci parlare; poi risponderò. chi ha esperienza — e siamo in pochi, qui, ad aver vissuto la battaglia politica ancora prima della Costituzione repubblicana chi ha esperienza, dicevo, di queste lunghe lotte politiche, sa che il segreto della Democrazia Cristiana , dalla battaglia istituzionale in poi (e figuratevi fin dove voglio risalire!) è stata la sua capacità di intendere la sua funzione e la sua posizione nel paese. chi dimentica la cautela e l' uso che la Democrazia Cristiana ha fatto di certe forze quando la battaglia istituzionale era ancora incerta? chi dimentica la capacità della Democrazia Cristiana di scegliere quando una certa indicazione poteva rappresentare la certezza del domani? chi può dimenticare in quali condizioni la Democrazia Cristiana ha ottenuto l' introduzione nella Costituzione dei patti lateranensi ? chi può dimenticare la tempestività con cui ha rotto con il partito comunista subito dopo? chi può dimenticare la capacità politica con cui la Democrazia Cristiana ha affrontato le elezioni del 1948? chi può dimenticare (lo dico agli aperturisti facili che sono su tanti banchi) i dieci anni di lotta che ci son voluti per arrivare al centrosinistra? dieci anni di lotta! ebbene, chi non ha vissuto quei dieci anni (e credo che i repubblicani qualche contributo a quella battaglia l' abbiano dato) può correre sulle ali della fantasia o dell' inganno. ma ci son voluti questi dieci anni e siamo arrivati al centrosinistra. a noi è parso che questo centrosinistra potesse rappresentare, dopo la involuzione del 1946, del 1947 e del 1948 dal punto di vista del rapporto tra forze cattoliche e laiche, la prima condizione per sviluppare un nuovo discorso. e i miei amici socialisti hanno galoppato su questa prospettiva e sono arrivati, nonostante una prima divisione che io allora ho considerato fatale, non solo per il partito socialista ma per la democrazia laica; gli amici socialisti — dicevo hanno marciato verso l' unificazione e verso l' alternativa, la grande alternativa socialista, che noi abbiamo salutato con pieno compiacimento perché non soffriamo di complessi di inferiorità. no, caro collega . ma perché questa banale interruzione? ebbene, ecco dove siamo arrivati: a tre partiti socialisti. ma la storia va vista anche come patrimonio che è stato sciupato in tutti questi anni. sempre la Democrazia Cristiana , unita e unitaria; sempre una sua forte presenza politica nel paese. questo merita rispetto. merita rispetto la capacità di interpretare la propria funzione politica nel paese. e da quest' altra parte, la scissione del partito di azione, la scissione di palazzo Barberini, la sparizione del partito radicale , la scissione tra Psi e PSIUP, la scissione fra Psi e PSU. credo che sia venuto il momento di trarre ammonimento da questa storia del nostro paese e dal rapporto tra le forze politiche . la Democrazia Cristiana resiste o va avanti, resiste o si apre, ma è sempre unita e sempre aderente alla funzione e alla sua posizione nel paese. possiamo dire altrettanto noi, amici di questi banchi? non possiamo francamente dirlo. il risultato non è a nostro favore. e rientro nel quadro delle contingenze attuali. l' esperienza politica del passato ci deve portare a non sopravvalutare le divisioni interne della Democrazia Cristiana , a non contarci troppo sopra. e per esempio — lasciatemelo dire con tranquillità e ripetere — a non sopravvalutare la funzione della sinistra nella Democrazia Cristiana . ebbene, la sinistra democristiana ha cominciato per prima la lotta per la nuova maggioranza e poi è seguito il partito socialista . e il dubbio che noi abbiamo, che questa battaglia per la nuova maggioranza nella Democrazia Cristiana abbia influito sulle posizioni socialiste, non è infondato (qualcuno mi smentirà autorevolmente). tuttavia, questa battaglia della sinistra per la nuova maggioranza è finita nella battaglia per un nuovo Governo in cui la sinistra democristiana ha molti posti. la battaglia per la nuova maggioranza del partito socialista è finita nella scissione. ebbene, onorevoli colleghi , perché dobbiamo sopravalutare la sinistra democratica cristiana che fa battaglia per una nuova maggioranza, non la realizza e fa battaglia per molti più posti nel Governo? perché dobbiamo sopravalutare questa posizione? mi pare una ingenuità. qualche giorno fa ho letto — poi è stata ritirata questa impostazione — che la sinistra prendeva più posti perché ci rappresentava. ebbene, io questo mandato con rappresentanza alla sinistra, anche se siamo pochi, non l' ho mai dato, né intendo darlo. forse per mettere alla prova la sinistra democristiana l' onorevole Fortuna potrebbe darle il mandato di difendere la posizione del divorzio in seno al Governo monocolore. onorevoli colleghi , proprio perché noi rispettiamo il senso e la politica di fondo della Democrazia Cristiana , diciamo apertamente che certe esercitazioni non ci divertono molto. giustamente, ma forse se ne è ricordato tardi, Avanti! l' altro giorno diceva: « noi non trattiamo con la sinistra, trattiamo con la Democrazia Cristiana » . giusto, ma un po' tardi, quando ormai, purtroppo, qualche cosa è avvenuto nel partito socialista . debbo dire che noi consideriamo molto il fatto che un uomo come l' onorevole Moro sia al ministero degli Esteri , ma noi repubblicani, nello stesso tempo, non possiamo dimenticare che prima al ministero degli Esteri c' era l' onorevole Nenni e che quando l' onorevole Nenni iniziò la sua azione in quel ministero difese con dignità una iniziativa politica italiana , rappresentando, amici socialisti, non solo le vostre aspirazioni, bensì anche le nostre per la maniera con la quale egli impostava i problemi della distensione. del resto egli è stato un sostenitore del trattato di non proliferazione nucleare e non sono molti quelli che si possono vantare di questo precedente. la maniera con la quale egli ha interpretato la distensione, la maniera con la quale ha condotto la battaglia europeista meritano il nostro plauso. devo dire che certamente l' onorevole Donat-Cattin ci farà assistere a miracoli di sinistra, ma lasciate dire ad un repubblicano che non può dimenticare la memoria dello scomparso onorevole Brodolini. ecco quindi come, a nostro giudizio, vanno guardati i rapporti tra i partiti. naturalmente non è finita quella che io chiamo l' illusione delle prospettive. noi avevamo scontato il fatto che questa faccenda del bicolore DC-PSI non aveva nessuna concretezza e che, data la posizione della Democrazia Cristiana nel paese, sarebbe stata un' ipotesi astratta. abbiamo chiesto comunque di essere posti di fronte ad un problema concreto, al quale avremmo risposto assumendo la nostra responsabilità. l' indicazione concreta non è venuta. ma adesso essa si trasporta nell' avvenire. l' altro giorno l' onorevole Sullo, nel criticare il comportamento della sinistra che era andata al Governo, diceva: « però, questo bicolore bisogna farlo e noi, « nuova sinistra » , lo facciamo dipendere dagli svolgimenti ulteriori » . mi pare che l' onorevole Sullo nelle ultime dichiarazioni abbia rettificato il tiro. ma non vorrei che, di fronte a conflitti — legittimi — Sullo-De Mita , Moro-Fanfani, e gradini inferiori, noi scambiassimo per indicazione politica quelle che sono legittime posizioni interne del partito della Democrazia Cristiana . il dato fondamentale è che c' è la scissione socialista: fatto grave, per i socialisti e per noi. questa scissione è stata un errore, un errore gravissimo. ed io sono d' accordo sul fatto che nessuno può mediare tra queste due posizioni, e tanto meno la Democrazia Cristiana . arriveremmo veramente all' assurdo se una crisi così grave nel socialismo fosse mediata dalla Democrazia Cristiana : questo cambierebbe completamente la prospettiva del centrosinistra. noi pensavamo al centrosinistra come ad un maggiore equilibrio democratico nello svolgimento della vita nazionale; ma sarebbe un punto d' arrivo veramente paradossale quello rappresentato dal fatto che tra due partiti socialisti si inserisse, non diciamo la nostra modesta forza, ma l' intera Democrazia Cristiana . la verità è che i due partiti socialisti devono riconoscere ambedue l' errore compiuto. obiettivamente la scissione è un indebolimento della presenza di una sinistra laica nel nostro paese; obiettivamente, qualunque sia il risultato della lotta, questo è un errore che sconteremo tutti quanti. d' altra parte, amici socialisti, accanto a questa Democrazia Cristiana , che ha il senso della sua presenza e della sua posizione nel paese, qual è il partito che alla liberazione aveva il consenso del popolo italiano , più del partito comunista ? lasciatelo dire ad un testimone obiettivo: era il partito socialista . il partito socialista aveva questo consenso; e mi pare, amici socialisti, che tre partiti socialisti siano troppi rispetto ad un solo partito socialista . hanno ragione e torto tutti e tre i partiti. avete menomato una grande forza politica , e non avete ragione l' uno rispetto all' altro. tenere la sinistra e la destra costituisce il compito di un partito; ve lo dimostra la Democrazia Cristiana . se non avessi visto la capacità della Democrazia Cristiana di tenere unito il partito, non ne avrei fatto l' elogio. di tutto questo mi devo rammaricare. no, io non penso ad alcun blocco laico, e risponderò a questo; sto parlando del partito socialista . non sto dicendo che voglio fare il blocco laico con voi. questo può essere un suo rimorso di coscienza, onorevole Lombardi; io certo nell' ACPOL non entrerò mai, e dico questo con tutto il rispetto che nutro nei confronti del pensiero cattolico. grave errore, quindi, la scissione socialista, gravissimo errore. assistere alla polemica fra socialisti, e credo che gli amici repubblicani siano d' accordo con me, è come assistere ad una lacerazione di una forza fraterna, cui abbiamo creduto, per la quale abbiamo condotto la battaglia per il centrosinistra. noi repubblicani credevamo all' apporto democratico, avanzato del partito socialista italiano. la prima sconfitta l' abbiamo subita noi. l' onorevole Macaluso, ieri, mi diceva che io, dopo aver fatto la battaglia da pioniere per il centrosinistra, ora mi siedo sulle rovine. ebbene, la scissione è stata un errore. adesso è necessario riparare a questo errore, senza prestarsi ad acuire la situazione. voi sapete che noi non abbiamo mai pescato nel torbido della scissione, come hanno fatto la destra e la sinistra, ed abbiamo sempre temuto tale scissione. ma quanti hanno pescato nel torbido, credendo di effettuare una grande operazione politica, a sinistra aprendo la via ad un altro insuccesso, e dall' altra parte non so, poiché dipende dalla consapevolezza che del problema avranno i socialisti! qual è il problema che è venuto fuori, dalla scissione e dal dissidio? la posizione verso il partito comunista . ecco il nodo. noi abbiamo immediatamente detto che non potevamo accettare una impostazione pregiudizialista verso il partito comunista del tipo del 1946-1948. non la potevamo accettare perché abbiamo sempre riconosciuto che, rispetto alla posizione che il partito comunista aveva in quegli anni — per cui l' Unione Sovietica era lo Stato-guida; per cui non sorgevano i problemi, che poi sorsero, di individuare vie nazionali al socialismo; per cui non si erano manifestate le conseguenze di una certa concezione attraverso gli avvenimenti cecoslovacchi — era, secondo noi, sbagliato dire che il partito comunista si trovasse ancora fra quelle posizioni. quando questa mattina l' onorevole Berlinguer parlava di azione nell' ambito della Costituzione, ebbene, questo significava che i problemi della libertà che vanno circolando nel mondo comunista non possono essere estranei alla coscienza revisionista e alla crisi di convinzione che attraversa il partito comunista italiano. d' altra parte, l' onorevole Berlinguer questa mattina poteva anche trattare questa parte del problema. come noi non abbiamo difficoltà a dichiararci sconfitti da questa crisi, non avrebbe fatto male l' onorevole Berlinguer a spiegarci che cosa avviene nel mondo comunista. l' onorevole Berlinguer questa mattina parlava dei fenomeni reali che avvengono nella società. ed è giusto. ma quando un milione di cittadini di Bucarest manifestano ed applaudono il capo del fronte imperialista, è questo un fenomeno della società o è una invenzione? i miei amici comunisti, se scoppia uno sciopero, giustamente dicono: questo è un fenomeno della società. ma una manifestazione di quella imponenza si colloca fuori dei problemi della società? e se ne può tacere? la verità è che questa dottrina della contrapposizione, imperialista o antimperialista, è un ferro vecchio , come anche la vecchia dottrina marxista-leninista. ve lo ha detto anche lo scrittore Kuznetsov, lo ha detto anche Luigi Longo . Longo ha detto in diverse riprese che la dottrina marxista-leninista deve essere aggiornata per una società industrialmente avanzata: come dire che quella dottrina che avete ereditato e in cui avete creduto per tanti anni, non è più un valido strumento di indagine. cosa vuol dire « aggiornare » ? faccio presente che è detto in termini diplomatici. non si può dire, come dico io, che è un ferro vecchio , e allora si dice che deve essere aggiornata. è una maniera diplomatica per dire che non vale più per interpretare i bisogni di una società. quindi, se c' è una crisi di convinzione nelle sue vecchie ideologie nel partito comunista italiano, non si può arrivare all' altra posizione per cui nella soluzione dei nostri problemi concreti il partito comunista italiano sarebbe utilizzabile, per cui cioè la sua evoluzione per passare, da uno schema ideale che si è fatto della società e delle sue leggi, nella società italiana d' oggi, sarebbe compiuta. l' anticipare una posizione costruttiva, anzi una alternativa, da questo punto di vista , è stato l' errore delle due posizioni rispetto al partito comunista italiano. devo dire con franchezza che il discorso di questa mattina dell' onorevole Berlinguer non ha dato un minimo elemento che indicasse il compimento di questo processo di adeguamento ai bisogni reali. mi lasci dire l' onorevole Berlinguer che egli questa mattina ci ha fatto molto ricordare il compianto segretario del partito comunista italiano, onorevole Togliatti, nel tono e nella maniera con cui ha presentato il suo discorso. ma tutta l' analisi, la problematica economica e sociale del nostro paese per un uomo che, come uomo del partito comunista italiano, deve avere il merito della mentalità della programmazione, era inconcepibile. era un discorso di venti anni fa. venti anni fa si potevano trattare i problemi economici e sociali del nostro paese mettendo insieme l' inflazione, la moneta, i fitti, il carovita. occupandosi di stabilità monetaria e di inflazione strisciante venti anni fa si potevano sentire questi discorsi. nel 1948, ma non oggi! e voi, colleghi comunisti, vi seccate quando rilevo queste cose. quel discorso, anche dal punto di vista di una sistematica socialista inquadrata in una politica di programmazione, è un discorso assurdo. quindi, non vi può essere una posizione pregiudiziale, ma pensare a un apporto costruttivo in queste condizioni di inadeguatezze che abbiamo, nella comprensione dei problemi reali di questa società, è veramente un assurdo. si è ricordato che tempo fa, quando si è parlato della riforma universitaria , ho voluto un chiarimento sui rapporti tra maggioranza e minoranza. non era nelle nostre intenzioni di contestare un certo rapporto tra maggioranza e minoranza. ma quando si diceva che in materia di riforma universitaria ci poteva essere un apporto costruttivo del partito comunista , il quale massimalizza questo come tutti gli altri problemi, si produceva un equivoco, che poi si è aggravato fino al punto che ci ha portati alla crisi. il discorso dell' onorevole Berlinguer — un uomo che considero intelligente e preparato — è stato la manifestazione di questa inadeguatezza. quindi come può esistere un problema dei rapporti col comunismo, com' è stato posto? esiste semmai il problema opposto: qual è di fronte a queste due posizioni — una pregiudizialista verso il comunismo e una che lo chiama, come alcuni democratici cristiani hanno fatto così allegramente, a partecipare all' opera della maggioranza, senza preoccuparsi del fatto che quest' opera possa essere o meno costruttiva — la posizione del partito socialista ? esiste una posizione del movimento socialista contestativa verso tutto il partito comunista ? una posizione univoca di tutto il socialismo, come deve essere una posizione univoca quella del partito repubblicano come partito di minoranza? si tratta di una contestazione non settaria, non faziosa, non chiusa alla comprensione dei movimenti che avvengono nelle forze politiche ; si tratta di una contestazione reale dei problemi, adeguati a questo tipo di società in cui viviamo e che stiamo tradendo, tutti. questo, onorevoli colleghi , ci riporta al problema dei contenuti di una politica riformatrice. perché poi non ho capito bene se l' onorevole Berlinguer la volesse o non la volesse questa politica riformatrice. ha denunciato il riformismo, poi non l' ha voluto e poi ancora ci ha presentato un' alternativa, cioè la posizione del partito comunista come alternativa. ma io devo dire che, se il partito comunista si deve porre come alternativa, il suo processo di revisione deve essere ancora più profondo. non vedo prospettive di alternativa, amici comunisti, su vecchie e, direi, superate posizioni del partito comunista . ma l' alternativa del partito comunista è una speranza mitica, come mi è apparsa e mi appare la presentazione di un Governo DC-PSI. noi, a sinistra, spesso viviamo di fantasmi, non di realtà politiche; non viviamo per le cose che realmente, nel gioco delle forze politiche , sono possibili: viviamo di speranze che non si realizzano mai, che segnano sempre la sconfitta della sinistra. se si pone come alternativa, il partito comunista deve macinare parecchie posizioni revisioniste; e devo dire, con altrettanta franchezza, che rispetto ai problemi di questa società, che è diventata una società industriale moderna, tutta la politica di centrosinistra è inadeguata. è la denuncia che noi facciamo — lo ripeto — fin dalla prima esperienza di centrosinistra. il rapporto tra riforma e rivendicazione, la politica di programmazione, il rapporto tra sindacato e programmazione, questa è la tematica per una società come quella presente: ed il centrosinistra è stato inadeguato. ora. se noi repubblicani, se i democristiani, sei socialisti sono tuttora inadeguati alla comprensione dei reali problemi di sviluppo e riforma che pone questo tipo di società, andare a chiedere lumi in questo momento al partito comunista che viene da molto più lontano, che deve fare una traversata ideologica immensamente più difficile della nostra, questa mi pare veramente una ingenuità. il problema così posto che soluzione può avere? a questo punto noi abbiamo il Governo monocolore. onorevoli colleghi , durante questo tempo, se vogliamo avere una prospettiva democratica e non vogliamo correre avventure, la scissione socialista non si deve approfondire, ma si deve sanare: socialisti da una parte e Democrazia Cristiana dall' altra. se il risultato non sarà raggiunto, noi arretreremo di parecchi anni nella lotta per lo sviluppo democratico della vita del nostro paese. durante il Governo monocolore noi abbiamo il problema di un approfondimento dei contenuti di una politica di riforme e di centrosinistra. tutte le scadenze di cui voi parlate — dalla scadenza delle trattative sindacali a quella dell' ordinamento regionale — vogliono una rimeditazione della politica di centrosinistra e della politica di sinistra, se essa vuole rappresentare una forza viva nel paese, se vuole mantenere la posizione che ha nel paese, se non lo vuole tradire nelle sue aspettative. accanto al problema degli schieramenti, questi mesi devono essere utilizzati per una revisione critica e autocritica delle nostre posizioni programmatiche rispetto a quello di cui il paese ha bisogno. il paese ha bisogno di riforme reali e di conoscere come ciò si intenda realizzare per avere una società più moderna e più civile. da questo punto di vista , devo dire, a nome dei repubblicani, che non sono d' accordo con la tesi sostenuta dall' onorevole Malagodi, circa il disimpegno sindacale. a noi pare posizione più chiara che il movimento sindacale assuma le sue responsabilità in sede propria, come grande protagonista del processo di sviluppo economico. noi abbiamo sempre detto che accanto allo Stato, accanto alle forze politiche , alle forze imprenditoriali, il grande protagonista del processo di sviluppo deve essere il sindacato operaio, dei lavoratori, che non deve tallonare il processo di sviluppo , ma controllarlo ponendo le sue esigenze, facendo la sua politica e chiedendo agli altri di fare una politica conseguente. so benissimo che quando i sindacati operai si saranno disimpegnati dal Parlamento avranno al loro interno un conflitto. alcune correnti vorranno far valere in quella sede, una loro concezione politica e strumentalizzare ancora il sindacato rispetto a un tipo di società che noi dobbiamo riformare e che, secondo me, non possiamo sovvertire senza portare il paese a uno stato di degradazione e di arretramento assoluto. so benissimo che nel campo sindacale ci sarà questa lotta. ma poiché i sindacati operai rappresentano interessi concreti (e non ideologie) del mondo del lavoro , interessi ad un processo di sviluppo che deve continuare a dare benessere sempre più diffuso, io credo che questa controversia nel campo sindacale si risolverà positivamente. noi avremo un sindacato unito, capace, ripeto, di essere protagonista del processo di sviluppo economico, che è il vero modo con cui la classe operaia può partecipare direttamente allo sviluppo della vita economica e sociale del nostro paese, con una visione generale e non settoriale dei problemi dei lavoratori, con una visione in cui, anche se dovesse fare sacrifici nell' avanzare le sue rivendicazioni, la classe operaia avrebbe la contropartita nei sacrifici che deve chiedere a tutti gli altri ceti sociali. in questa visione, amico De Martino , che i problemi dei braccianti del Mezzogiorno, dei disoccupati, dei sottoccupati, dei sofferenti per la carenza di servizi sociali nel nostro paese, vengono risolti. il nostro, ad opera della destra e della sinistra, è diventato uno strano paese, onorevoli colleghi . noi siamo, infatti, il paese dei consumi individuali e della più grave discriminazione nei consumi individuali, mentre il segno della civiltà moderna non è la prevalenza del consumo individuale, ma la prevalenza del consumo sociale e collettivo. questo è determinato dalla mancanza di una politica globale, che in definitiva ha rappresentato una delle più gravi carenze del centrosinistra. la nostra astensione ha il significato di un impegno a discutere con la maggiore obiettività, ma anche con la maggiore fermezza possibile, questi problemi, per preparare, se possibile, un rilancio dello sviluppo democratico.