Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 137 - seduta del 28-05-1969
Per la discussione delle proposte di legge Fortuna n. 1 e Baslini n. 467, sul divorzio
1969 - Governo I Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 137
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , il gruppo del Movimento Sociale Italiano ritiene che si debba discutere subito del divorzio, ma non nel testo concordato Baslini-Fortuna, bensì nel testo, non ancora concordato e difficilmente concordabile, De Martino-Ferri ; cioè noi riteniamo che si debba discutere di un divorzio, ma si tratta del divorzio tra socialisti e socialdemocratici. dicendolo, mi riferisco correttamente anche se un poco facetamente... nient' affatto, perché mi riferisco correttamente, anche se un poco facetamente, a una proposta che ebbi l' onore di fare, signor presidente — ed ella non mi contestò certamente il diritto di farla — in sede di conferenza dei capigruppo , alla quale ella ha alluso all' inizio di questa discussione sull' ordine dei lavori . noi dobbiamo prendere atto, onorevoli colleghi , a qualunque parte apparteniamo — mi riferisco a termini ufficialmente adottati in comunicati di partiti politici — dell' esistenza di una situazione di congelamento al vertice di uno dei partiti che fanno parte della coalizione governativa. credo di poter dire correttamente che, quando la segreteria di uno dei partiti della coalizione governativa — di qualunque coalizione governativa si tratti — nell' attuale regime che fa riferimento ai partiti per le scelte decisionali è congelata, il Governo non può dirsi congelato (non voglio usare una espressione che potrebbe apparire irriverente), ma certamente ci si trova di fronte a una figura particolare di Governo, cioè a un Governo che si trova in uno stadio molto prossimo a quello dell' ordinaria amministrazione ; cioè ci troviamo in questo momento di fronte ad un Governo che non potrebbe prendere posizione in merito alle grandi scelte politiche che stanno di fronte ad esso, al Parlamento e al paese, senza correre il rischio di andare incontro a quelle spaccature cui il partito socialista corre il rischio di andare incontro. in una situazione di questo genere, onorevoli colleghi , il Parlamento deve adottare una scelta: prendere atto e coscienza di tale situazione, assumersi le sue responsabilità ed evitare che le responsabilità e le scelte vengano ancora una volta compiute al di fuori di esso, negli ambulacri, nei corridoi, nelle sedi dei partiti. e allora vi è un solo dibattito urgente, serio, autentico, qualificante, prestigioso, obbligato, direi, che il Parlamento deve effettuare: un dibattito di verifica della maggioranza. d' altra parte lo spettacolo che ci si offre in questa seduta, di una maggioranza che si dimostra incapace di mettersi d' accordo non già sui problemi fondamentali o su scelte qualificanti, bensì, addirittura, sull' ordine dei lavori della Camera, io penso sia sufficientemente eloquente per il paese. abbiamo discusso nei giorni precedenti, signor presidente , problemi di tanta importanza in un' Aula vuota o semivuota. oggi invece l' Aula è piena, perché dobbiamo assistere al divorzio tra democristiani e socialisti in ordine alla proposta di divorzio Baslini-Fortuna. questa è la realtà. ciò significa che il problema che il Parlamento sente come qualificante è questo: il problema delle scelte divise e diverse che si compiono persino per quanto riguarda i tempi e i modi di svolgimento dei dibattiti tra i partiti del Governo e della maggioranza. mi meraviglio che certe interruzioni vengano dal presidente della Giunta per le domande di autorizzazione a procedere . se il Parlamento prende coscienza degli autentici problemi politici che sono davanti ad esso ha una sola strada da prendere in questo momento: quella che porta alla verifica della maggioranza. ho fatto una proposta in sede di conferenza dei presidenti di gruppo , e ho dovuta farla, signor presidente , perché, se il Movimento Sociale Italiano disponesse per suo conto delle 63 firme necessarie per ottenere una verifica della maggioranza, avrebbe già compiuto il proprio dovere, e credo avrebbe compiuto, in questo momento, un dovere anche nei confronti dell' opinione pubblica . in sede di conferenza dei capigruppo ho rivolto appello ai presidenti dei gruppi di opposizione perché, al di sopra delle parti (credo con ciò di avere dato prova di una certa spregiudicatezza politica, in senso buono e positivo), volessero concorrere con noi nel richiedere una verifica della maggioranza. ripeto e rinnovo la proposta. penso che i gruppi di opposizione dovrebbero essere concordi con noi nel ritenere che, se le opposizioni chiedono in questo momento alle Camere di compiere una scelta prioritaria, non possono chiedere loro altro, proprio per la loro natura e funzione, in questo caso per la loro funzione ispettiva e di controllo, che di compiere una scelta qualificante, cioè una scelta di verifica della maggioranza. se la nostra proposta dovesse cadere nel vuoto, se non soltanto il gruppo comunista e il gruppo socialproletario dovessero rispondere di no, ma se dovesse insistere in una posizione negativa anche il gruppo liberale, mentre finora soltanto il gruppo del PDIUM ha accettato, in linea di principio , questa nostra tesi, evidentemente non potremmo che trarne delle conseguenze in chiave di valutazione politica, e l' opinione pubblica trarrebbe le proprie. nel caso poi che questa nostra proposta principale non dovesse essere accolta, devo dirle, onorevole Andreotti, che avremmo preferito ascoltare da lei oggi ciò che ella ha detto e che io ho udito — e poiché ne hanno parlato i giornali non commetto alcuna indiscrezione — nella conferenza dei presidenti dei gruppi. ben altra è stata la posizione che ella ha assunto in quella occasione, ben più ferma, ben più chiara, ben più decisa, onorevole Andreotti! in quella sede ella non ha tentato, almeno sopra coperta, il baratto che oggi ci è sembrato ella abbia tentato di compiere con i comunisti. in quella sede ella non ha detto: a luglio potremo valutare se sia il caso di discutere del divorzio o per esempio della finanza regionale. in quella sede ella ha detto: o si va oltre le ferie estive, oppure, si discuta a luglio del divorzio, ed io farò in modo che si iscrivano a parlare, poiché il regolamento non lo vieta, 266 oratori della Democrazia Cristiana . noi avremmo avuto piacere, per un debito di lealtà e di correttezza reciproche, che ella avesse assunto in questa occasione una posizione altrettanto chiara. ella ha assunto invece in questa occasione — perché evidentemente dalla riunione dei presidenti dei gruppi ad oggi qualche pressione deve essere intervenuta — un atteggiamento diverso, molto mitigato. ella ha detto: potremo esaminare a luglio la proposta relativa al divorzio. inoltre ho notato una strana dimenticanza. ella ha detto che a luglio si potrà discutere del divorzio e della legge regionale ; e perché non del disegno di legge sul referendum, onorevole Andreotti? si tratta infatti di un progetto di legge che dovrebbe essere esaminato e approvato prima di ogni altro, dato che esso è già stato approvato dal Senato e si trova attualmente alla Camera in stato di relazione. si tratta di carenze legislative che hanno un' importanza politica, onorevole Andreotti, e che credo non consentano al gruppo della Democrazia Cristiana , in questo momento, di presentarsi con quell' atteggiamento di iniziale coraggio che ci era sembrato, con sollievo, di ravvisare nelle sue parole nella riunione dei presidenti dei gruppi. invece, signor presidente , riteniamo che debba prevalere il buon senso . se il Parlamento non crede di dedicare il mese di giugno ad un dibattito di verifica della maggioranza, allora penso che esso debba dar prova di fair play nei confronti di partiti politici che alla vigilia di importanti riunioni del loro comitato centrale o addirittura del congresso nazionale, possono trovarsi in difficoltà. volete dar prova di fair play ? allora prendete atto che nel mese di giugno si terranno solo poche sedute, per cui è opportuno che tale mese sia dedicato alla discussione di argomenti che rientrino in un quadro di possibilità di lavoro che — il signor presidente ce ne darà atto perché crediamo ci si trovi di fronte ad una realtà — si presentano piuttosto limitate e compresse. l' onorevole Andreotti ha citato cinque argomenti. io ho ricordato il tema del referendum. mi permetto ora di pregare la Presidenza della Camera di voler prendere nota di due nostre proposte integrative. noi abbiamo avuto l' onore di presentare da molto tempo, signor presidente , un' interpellanza relativa al problema dell' Alto Adige e crediamo che un altro gruppo — se non sbaglio l' onorevole Malagodi ne ha parlato nella conferenza dei capigruppo — abbia presentato un suo strumento parlamentare sullo stesso argomento. il ministro per i Rapporti con il Parlamento può darmi correttamente atto che per ben tre volte il Governo si è impegnato a rispondere con urgenza alla nostra interpellanza e che per ben tre volte, per motivi che io non addebito affatto a cattiva volontà o a scortesia da parte del ministro per i Rapporti con il Parlamento , tale impegno è stato eluso. io rinnovo tale richiesta e desidero sottolineare il fatto che la nostra interpellanza, è stata il primo strumento parlamentare presentato su questo argomento in questa legislatura. inoltre noi abbiamo presentato oggi una mozione relativa al, purtroppo, temuto, paventato e probabilmente verificatosi eccidio di alcuni cittadini italiani nel Biafra. noi abbiamo assistito anche in epoche recenti a richieste agitate, appassionate, addirittura di convocazione anticipata della Camera per discutere di eventi luttuosi verificatesi in qualche parte d' Italia. stiamo assistendo oggi alla strana inerzia degli organi governativi responsabili ma anche ad una strana insensibilità di gruppi parlamentari , strana insensibilità che per fortuna non è rispecchiata dalla stampa. io ho qui l' articolo di fondo di un quotidiano romano, che non è certamente vicino alla nostra parte, il quale si chiede come sia possibile che il governo italiano rimanga inerte di fronte ad avvenimenti di tal genere e accusa il Governo di non potersi muovere neppure in ordine a questioni così drammatiche che appassionano, commuovono e scuotono l' intera pubblica opinione perché — dice questo giornale — il Governo in questo momento non ha la possibilità neppure di operare queste scelte, neppure di affrontare dibattiti di questo tipo, neppure di assumersi queste responsabilità. non vogliamo crederlo, però, signor presidente , noi riteniamo di interpretare anche il suo sentimento. ella più volte ha preso la parola all' inizio e al termine di una seduta in quest' Aula per rivolgere il commosso saluto a italiani o anche a stranieri vittime di eccidi, di prepotenze, di barbarie. non possiamo chiederle in questo momento di farlo perché le notizie, fortunatamente, non sono ancora definitive. ci rendiamo conto del fatto che ella, signor presidente , non ha ancora parlato a nome dell' intera Camera proprio perché le notizie non sono ancora definitive, ma quel che vale per lei, per la sua altissima carica, per il suo doveroso riserbo, non può certamente valere né per il Governo né per i vari gruppi parlamentari . chiediamo dunque che questi due ulteriori argomenti vengano iscritti all' ordine del giorno nello scorcio delle sedute di giugno e ci opponiamo alla proposta Ingrao.