Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 13 - seduta del 23-07-1968
Sul SIFAR
1968 - Governo II Leone - Legislatura n. 5 - Seduta n. 13
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , è stato giustamente osservato da quasi tutta la stampa di informazione che in Parlamento, e segnatamente in questo suo ramo, si è parlato troppe volte e forse oziosamente della questione del Sifar. ne convergiamo anche noi. bisogna però convenire anche su di un altro dato, a nostro avviso più importante e comunque qualificante nei confronti dell' attuale dibattito. era inevitabile che all' inizio di questa legislatura tornasse all' attenzione del Parlamento e della pubblica opinione il problema del Sifar. era inevitabile perché si tratta, come il signor presidente del Consiglio ben sa, di una tra le più pesanti eredità che la IV legislatura ha consegnato alla V. e se vogliamo essere più precisi, si tratta di una delle più pesanti eredità che il centrosinistra, edizione IV legislatura, ha consegnato al centrosinistra, edizione V legislatura. se al termine della quarta legislatura non fosse accaduto quello che i colleghi ricordano, vale a dire, non fosse accaduto che l' allora presidente del Consiglio dovesse porre la questione di fiducia non per tenere a freno le opposizioni ma per imbrigliare la sua stessa maggioranza e per impedire alla vigilia delle elezioni che scoppiasse una crisi di Governo su questo problema; e se in quella occasione il gruppo parlamentare socialista e in qualche misura anche il gruppo parlamentare repubblicano non avessero acceso una ipoteca, non sul Governo, ma sulla Democrazia Cristiana in relazione ad un chiarimento postelettorale in ordine a questo problema, il problema stesso non si sarebbe presentato alla nostra attenzione in questo momento. intendo dire che questo dibattito dovrebbe essere correttamente svolto in termini politici; mi rendo conto, tuttavia, come non se ne sia potuto accorgere, un poco per inesperienza, e un poco perché doveva recitare una determinata parte in questa specie di dramma, il primo oratore intervenuto ieri, l' onorevole Scalfari. l' onorevole Scalfari è debitore nei confronti della faccenda Sifar, non voglio dire della sua elezione (perché sarei scorretto se lo dicessi), elezione che è invece dovuta alla fiducia di un certo numero di elettori, ma certo è debitore della sua candidatura. la candidatura è stata fortunata, certo per suo merito, ma egli resta debitore della sua candidatura, e quindi della sua presenza qui, alla faccenda Sifar. era dunque perfettamente logico che egli si presentasse qui ieri per pronunciare una arringa difensiva; vorrei dire quasi, e tornerò su questo argomento, una specie di rivalsa nei confronti del giudizio che il tribunale, in prima istanza, ha ritenuto di pronunciare contro di lui. ascoltandolo ieri, anche perché si è parlato di matricole, sono riaffiorati alla mia mente alcuni ricordi scolastici; mi sono ricordato, ad esempio, della divertente lettera che Milone scrisse a Cicerone, suo difensore, dopo essere stato condannato a causa di una arringa piuttosto infelice ed impaurita dello stesso Cicerone. Milone, che era stato mandato al confino a Marsiglia, si godeva il clima e l' ottimo pesce marsigliese; egli scrisse a Cicerone, ringraziandolo di non aver pronunciato in tribunale l' arringa che gli aveva mandato successivamente per iscritto, perché, se tale arringa fosse stata pronunciata, egli non sarebbe stato condannato e quindi non si sarebbe potuto godere il clima e il pesce di Marsiglia. dico all' onorevole Scalfari, e gli chiedo scusa, anche perché non è in questo momento presente per ascoltare queste battute polemiche, spero garbate, che deve ringraziare la sua fortuna se non è stato tanto abile nella sua difesa in tribunale; se fosse stato più abile, noi non avremmo avuto il piacere di ascoltarlo qui, perché non sarebbe stato condannato e di conseguenza non avrebbe presentato la sua candidatura. nella sua abilità già consumata e soprattutto anche nella sua presunzione già molto avanzata per quanto agli esordi, l' onorevole Scalfari non si è accorto di un particolare, vorrei dire ha omesso un particolare. onorevole Scalfari (sono lieto che adesso sia presente, chiedo scusa di averle dedicato qualche battuta in sua assenza ma non potevo farne a meno) vorrei dire che chi di omissis ferisce, di omissis perisce. la sua arringa, ieri, è stata impeccabile, tranne che nelle omissioni. le omissioni erano macroscopiche, anche perché erano sottolineate dalla presenza fisica, corporea, in un caso quasi corpulenta, in quest' Aula, degli omissis. era presente a non molta distanza da lei, in un banco vicino all' emiciclo, l' onorevole Nenni. era presente al di sopra di lei, forse a benevolmente sorvegliarla non come parlamentare, non come ex ministro della Difesa , ma forse come componente per lunghi anni del comitato di vigilanza politica (non so come si chiamasse o si chiami) dell' Espresso, l' onorevole Tremelloni. onorevole Scalfari, si tratta, ripeto di due omissis macroscopici. ella ieri ha parlato di tutto o di quasi tutto: non poteva tacere a nostro avviso (è stata anche ineleganza nei confronti degli omissis) delle responsabilità politiche indubbiamente attribuibili anche, in certi casi in primo piano , all' onorevole Tremelloni quale ministro della Difesa , e delle responsabilità politiche e (mi duole dirlo: tornerò su questo argomento con il massimo tatto) anche personali dell' onorevole Nenni, e non soltanto dell' onorevole Nenni, in relazione a determinate e documentate, fino a prova diabolica in contrario, accuse che sono state avanzate e pubblicate nei suoi e nei loro confronti. queste omissioni hanno reso indubbiamente meno valida, meno efficace l' arringa defensionale pronunciata ieri dall' onorevole Scalfari. stamattina ho ascoltato l' onorevole Gian Carlo Pajetta in veste di commissario Maigret. l' onorevole Pajetta ha dimostrato di conoscere tutto; d' altra parte basta leggere Paese Sera per conoscere da quale fonte l' onorevole Pajetta ha potuto, almeno dal punto di vista apparente, attingere le sue notizie. le fonti vere non le conosciamo. non sappiamo se sarà chiesta e aperta una inchiesta parlamentare sulle fonti di cui si servono certi giornali di sinistra o di estrema sinistra per rivelare notizie che, a nostro avviso, comunque, dovrebbero essere coperte dal segreto d' ufficio. qui si è parlato di tanti reati, di quello di violazione permanente del segreto d' ufficio commesso in certi settori, e soltanto di certi settori non si è ancora parlato (se ne potrebbe anche parlare). debbo dire che, avendo ascoltato stamane diligentemente lo onorevole Pajetta in veste di commissario Maigret, ho notato anche da parte sua un reato di omissione, un omissis piuttosto pesante. l' onorevole Pajetta si è richiamato all' articolo 74 del nostro regolamento, e ha fatto molto bene, dimenticando però che — direbbe il signor de La Palisse — prima dell' articolo 74 c' è l' articolo 73. si dà il caso che l' articolo 73 del nostro regolamento sia richiamabile, perché è l' articolo in base al quale coloro che hanno fatto parte di precedenti governi, qualora si discuta in Parlamento della loro opera nella qualità appunto di membri di precedenti governi, hanno il diritto — ed io penso il dovere regolamentare, ma soprattutto morale e politico — di intervenire. l' onorevole Pajetta si è dimenticato di richiamarsi anche a quell' articolo; ed io penso che l' onorevole Pajetta accetti il suggerimento della nostra parte, nel senso che sia opportuno che coloro i quali hanno ricoperto cariche di Governo in precedenti governi siano invitati anch' essi ad esprimersi. ma, onorevole Pajetta, c' è una seconda e un pochino più grave omissione, certo involontaria, da parte sua. ella ha detto che lo onorevole, non più generale, De Lorenzo , se è un uomo di onore. senza dubbio. ma siccome ella ha detto « non più generale » , io sto ripetendo testualmente quel che ho ascoltato. sono d' accordo anch' io che si rimane generali come si rimane imboscati, come si rimane disertori, come si rimane traditori della patria, anche se per caso si diventa deputati. sono qualità che rimangono appiccicate alla propria persona. comunque ella ha detto che l' onorevole De Lorenzo , se è un uomo d' onore, si deve appellare all' articolo 74 del regolamento. spetterà ovviamente all' onorevole De Lorenzo ogni risposta e ogni decisione al riguardo, e sul piano personale e sul piano politico. io rilevo però che ella ha trattato bene l' onorevole De Lorenzo in confronto ad altri colleghi, dei quali non ha fatto neppure menzione. ella ha mostrato di dubitare — e l' onorevole De Lorenzo penserà se sarà il caso di rispondere — che l' onorevole De Lorenzo possa essere un uomo d' onore: per lo meno, gli ha concesso la possibilità che si dubiti che egli lo sia o non lo sia. ma ella ha mostrato di non prendere nemmeno in considerazione la possibilità che altri, i quali potrebbero invocare l' articolo 74 del regolamento, siano uomini d' onore. io penso infatti che l' onorevole Nenni sia un uomo d' onore e, comunque, possa essere considerato un uomo d' onore; e quindi, se tale, penso che debba invocare l' articolo 74 del regolamento. penso che l' onorevole Pieraccini sia un uomo d' onore, possa essere considerato un uomo d' onore, e possa invocare l' articolo 74 del regolamento. penso che l' onorevole Corona sia un uomo d' onore, possa essere considerato un uomo d' onore, e possa invocare l' articolo 74 del regolamento. penso che l' onorevole Venturini sia uomo d' onore, e possa invocare l' articolo 74 del regolamento. queste omissioni sono spiacevoli. io ho tentato di porvi rimedio e di completare il quadro della situazione. sul problema dell' inchiesta tornerò fra poco, nel quadro di quello che — ve lo assicuro — non sarà un lungo intervento. a prescindere, dunque, dalle osservazioni marginali che mi sono permesso di fare in ordine a due degli interventi che abbiamo avuto il piacere di ascoltare, debbo richiamare la cortese attenzione dei colleghi sul dato politico che crediamo sia il punto essenziale di questo dibattito. noi, onorevole ministro, riteniamo di dover respingere, per la nostra parte, tre tipi di manovre politiche che ci sembra siano in corso nel quadro di questo dibattito e dell' esame di questo problema. una prima manovra, che attribuiamo alla volontà del Governo (speriamo che le sue dichiarazioni odierne smentiscano questa che per ora è soltanto una nostra impressione), consiste nel tentare di rigettare sul Parlamento responsabilità che sono e devono restare — ne spiegherò i motivi — del Governo. una seconda manovra, che ci sembra di ravvisare in molti settori politici, consiste nel tentare di rigettare sulle spalle dei militari responsabilità che sono dei politici. una terza manovra, da noi colta nel discorso di ieri — pur legittimo dal suo punto di vista — dell' onorevole Scalfari, ci sembra consistere nel trasformare il Parlamento in un' Aula di giustizia o addirittura in una Corte d'appello , che dovrebbe riformare una sentenza emessa in prima istanza dal tribunale. noi respingiamo tutte e tre queste manovre; ne esporrò rapidamente i motivi. quanto alla prima, onorevole ministro della Difesa . credo di poter dire che per il Governo di cui ella si onora far parte sia venuta rapidamente, come era logico, la prima ora della verità, cioè la prima verifica politica. voi ci avete raccontato nei giorni scorsi, al fine di motivare la richiesta di fiducia e di ottenere quest' ultima, di essere un momento nella continuità del centrosinistra. noi abbiamo contestato, legittimamente, dal nostro punto di vista (e non siamo stati i soli), tale interpretazione. comunque, il Governo così si è presentato, in questa veste ha ottenuto la benevola astensione del gruppo socialista e del gruppo repubblicano, nonché, con qualche tergiversazione, di una parte qui e di tutto il gruppetto della Sudtiroler Volkspartei nell' altro ramo del Parlamento, e così è stato varato. adesso, il Governo deve rispondere al Parlamento e al paese in questa sua veste che lo ha qualificato, cioè nella veste di momento di continuità del centrosinistra. se è così, onorevole ministro Gui, ella non deve rispondere qui, come benevolmente le è stato detto ieri, dei suoi atti di Governo, perché ella potrebbe addirittura dire di non essere in grado di dare alcuna risposta e noi saremmo d' accordo con lei nel ritenerla esente per il momento da qualsivoglia responsabilità in merito a questa faccenda. ella deve rispondere, a nostro avviso, sul terreno politico, senza eludere le scelte politiche, come ministro in carica che in tanto è ministro in quanto ha ricevuto la fiducia, in tanto ha ricevuto la fiducia in quanto la fiducia è stata motivata, chiesta ed ottenuta sulla base di una determinata formula: « momento di continuità » . noi le abbiamo detto che questo non è momento di continuità » ; l' ha detto l' onorevole De Marzio in particolare. questo è momento di rottura, ma voi avete replicato essere questo « momento di continuità » , e tale interpretazione è stata poi sanzionata nella dichiarazione finale di voto fatta dal presidente del gruppo della Democrazia Cristiana della Camera, onorevole Sullo. allora, onorevole ministro, se voi siete un momento di continuità » del centrosinistra, non potete scrollarvi di dosso le responsabilità inerenti alla precedente condotta ufficiale e formale della maggioranza di centrosinistra e del Governo di centrosinistra su questo problema. perché stiamo discutendo? per svolgere interpellanze e interrogazioni? no. stiamo discutendo per cercare di giungere a una soluzione del problema. a una soluzione in termini parlamentari di questo problema e, vogliamo augurarci, anche in termini politici si arriverà nel momento in cui si deciderà in concreto quale sia l' atteggiamento da tenere in merito a richieste di Commissioni d' inchiesta parlamentari. non mi riferisco qui né all' articolo 73 né all' articolo 74 del nostro regolamento, ma alle proposte che correttamente sono state ripresentate o presentate dai gruppi che hanno voluto riprendere o prendere l' iniziativa. questo dibattito ha come suo vero contenuto una decisione in ordine al fare o al non fare l' inchiesta parlamentare su quel che viene definito grosso modo il problema del Sifar. onorevole ministro Gui, ella eredita da questo punto di vista , se ella è espressione di un « momento di continuità » un atteggiamento responsabile che fu preso alla fine della precedente legislatura da un Governo che si reggeva su quella formula della quale voi ritenete di essere espressione della continuità. alla fine della scorsa legislatura l' allora presidente del Consiglio , di solito maestro del compromesso, ebbe una impennata: ritenne che non si potesse giungere su questo problema a compromessi: intendo dire non nei confronti delle opposizioni, ma nei confronti degli altri partiti della maggioranza e addirittura nei confronti di quelle correnti o di quei gruppi interni alla Democrazia Cristiana che sembravano, come al solito, aderire più alle tesi estreme che alle tesi e agli interessi interni. non vi fu soltanto all' interno della maggioranza e della stessa Democrazia Cristiana un grosso travaglio a questo riguardo; il travaglio vi fu soprattutto all' interno del gruppo parlamentare socialista cosiddetto unificato. prevalse allora nel gruppo parlamentare socialista cosiddetto unificato la tendenza moderata sulla tendenza estremista. e che abbia prevalso per evitare una crisi alla vigilia delle elezioni o per motivi di principio, non ha alcuna importanza. sta di fatto che voi ereditate, se siete un momento nella continuità del centrosinistra, una tesi che vi sta sulle spalle e che dovete accettare o respingere. se voi accetterete tale tesi, evidentemente vi porrete come momento di continuità del centrosinistra, la vostra posizione sarà corretta, e noi dovremo prendere atto che, in questa sua prima verifica, in questa sua prima ora della verità, il Governo presieduto dall' onorevole Leone ha tenuto fede ad un impegno, che a noi non piace, essendo noi avversari della formula di centrosinistra, ma pur sempre un impegno, se non altro in termini di correttezza nei confronti della propria maggioranza e anche delle stesse opposizioni. se voi invece doveste scrollarvi dalle spalle questo peso, onorevole ministro della Difesa , allora sarebbe evidente, fin dalla prima verifica di questa situazione, la validità delle nostre tesi e dei nostri giudizi dei giorni scorsi, perché, se vi scrollate dalle spalle il peso degli atteggiamenti di principio (ora ve lo ricorderò e documenterò) tenuti da voi alla fine della scorsa legislatura, vi troverete proiettati nel quadro di quella nuova maggioranza, che, a nostro avviso, esiste e che è stata (non dirò preconizzata, ma molto di più) facilitata all' estremo dalla dichiarazione di voto dell' onorevole Sullo di alcuni giorni fa. una opinione (credo che ella voglia comunque rispettarla) che è stata manifestata da larga parte della stampa italiana di informazione, sulla base di una interpretazione, che noi crediamo corretta, di frasi da lei scritte sul giornale ufficiale della Democrazia Cristiana e da lei pronunciate in quest' Aula. onorevole Sullo, quando un uomo politico del suo rilievo determina nel paese e sulla stampa opinioni diffuse, egli è responsabile delle opinioni che ha determinato. far politica significa questo. ella non sarà responsabile delle intenzioni. il suo reato, se fosse un reato politico, sarebbe forse un reato senza dolo, ma le sue dichiarazioni sono state riprese dalla stampa, dall' l'Osservatore Romano al tempo, al Messaggero, al Il Corriere della Sera . ed ella sa che le potrei citare una intera antologia di giornali, tanto è vero che ella è stato costretto a tornare sull' argomento con un secondo articolo interpretativo. onorevole Sullo, ella è presidente del gruppo politico più ragguardevole in questa Aula, ed è penoso che la sua dichiarazione di voto sulla fiducia determini da parte sua la necessità di un chiarimento che non ha voluto essere — le do atto — una ritrattazione, ma che è stato reso necessario dal linguaggio cifrato nel quale ella sembra abbia parlato. non per me. ripeto: non sono in questo caso che il modestissimo e non autorizzato portavoce di una larga parte (come ella sa) di opinione pubblica , che ha interpretato il suo discorso in un determinato modo, perché se quella interpretazione fosse stata data solo dal Movimento Sociale Italiano — io non sono presuntuoso — ella non avrebbe dedicato un fondo dell' importantissimo periodico da lei diretto a confutare l' interpretazione del Movimento Sociale Italiano . di solito non ci degnate di tanta importanza. esatto. questo è uno dei dibattiti. io sto appunto dicendo questo, onorevole Sullo, che cioè questa è la prima ora della verità per il Governo Leone e per la maggioranza di voti favorevoli o di benevole astensioni che lo sostiene. sto dicendo che se per avventura, a conclusione di questo dibattito, il Governo presieduto dal senatore Leone non si scrollerà di dosso il peso delle responsabilità che gli derivano dall' atteggiamento tenuto da voi democristiani nella precedente legislatura, e come Governo e come gruppo (ora lo ricorderò e lo documenterò), allora vi daremo atto che non abbiamo capito bene. se per avventura invece, al termine di questo dibattito, il Governo tenterà di lavarsene le mani, alla Ponzio Pilato , e dirà: « mi rimetto, al Parlamento » , oppure: « vedremo » , vi accuseremo di eludere ancora una volta i vostri impegni. io sono felice di essere sollecitatore di chiarimenti che possono essere positivi e possono dare al Parlamento ed al paese la prova che non esiste una vostra propensione alla maggioranza larga, allargata fino ai comunisti. io le sarò grato, onorevole presidente del Consiglio (e vi sarò grato, colleghi democristiani), di chiarimenti che determinino nella pubblica opinione la sensazione che le delimitazioni, in questo caso morali e non soltanto politiche, sono delimitazioni valide. e le dirò anche fra poco che noi siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità, purché il Governo si assuma le proprie, purché il gruppo della Democrazia Cristiana se le sappia assumere. e, onorevole Sullo, poiché ella è stato così gentile da prendere qualche impegno o per lo meno di prendermi in parola, voglio permettermi di rilevare che quando parlo di eredità della precedente legislatura, che il centrosinistra (edizione della precedente legislatura) vi ha trasmesso in questo momento, come Governo e come Democrazia Cristiana , non mi riferisco a valutazioni politiche intorno al problema di merito della costituzione o meno di una Commissione di inchiesta parlamentare sulla complessa questione del Sifar, non mi permetterei di riferirmi a valutazioni politiche, perché debbo pur riconoscere che alcune cose, anzi molte cose, sono cambiate dal termine della precedente legislatura all' inizio di questa e che, anche se il Governo dichiara di essere un momento nella continuità della formula di centrosinistra, le valutazioni politiche di questo Governo e le valutazioni politiche del gruppo della Democrazia Cristiana che dà il sostegno della fiducia a questo Governo possono essere mutate, anche perché qualche fatto nuovo o qualche valutazione nuova possono essere intervenuti. ma qui si è trattato e si tratta di questioni di principio, sia in termini di Governo sia in termini di gruppo e di partito della Democrazia Cristiana . io mi permetto di ricordarvi (siccome l' onorevole Sullo ha cortesemente detto che mi prende in parola, allora prendo in parola io l' onorevole Sullo e il gruppo della Democrazia Cristiana perché abbiano la bontà di rispondere con precisione) ciò che ebbero a dire l' onorevole Moro, a nome del precedente Governo di centrosinistra, in linea di principio sul problema dell' inchiesta parlamentare , e l' onorevole Piccoli, sia come vicesegretario della Democrazia Cristiana , sia, in quel dibattito, come espressione della volontà politica e di principio del gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana . l' onorevole Moro nella seduta del 31 gennaio 1968 disse: « credo di aver detto con sufficiente chiarezza che, considerando il complesso dell' affare Sifar, la richiesta » (di inchiesta parlamentare ) « appare difficilmente proponibile, perché inconcludente, nel rispetto, ove fosse possibile, dei delicati meccanismi del servizio di sicurezza o tale da aprire la via alla conoscenza del segreto da parte di chi non può accedervi ed al quale noi non potremmo, se non venendo meno al nostro dovere, aprire la via della conoscenza di cose per loro natura destinate a rimanere nella ristretta cerchia dei responsabili a ciò autorizzati dalla legge » . l' onorevole Moro disse qualche cosa di più; anzi accennò egli stesso, un poco insidiosamente, con una preveggenza per la quale lo dobbiamo ammirare ancora di più, alle responsabilità del futuro Governo. egli non poteva sapere, forse non immaginava o forse immaginava, che egli non sarebbe stato il titolare del futuro Governo; comunque si espresse in questi termini: « se in linea generale è il Governo cui spetta di trattare questi temi, il Governo può essere certo sostituito mediante il voto di sfiducia , ma il nuovo Governo si troverebbe nella medesima istituzionale impossibilità di cedere ad altri l' esercizio dei suoi poteri » . ora, noi chiediamo all' attuale Governo se esso pensa le stesse cose a proposito dei doveri istituzionali del Governo, e quindi dello Stato, in merito ad un problema di tanta delicatezza. e poiché ci si potrebbe dire — ci potrebbe dire il Governo, ci potreste dire voi, colleghi della Democrazia Cristiana — : questo è un Governo, come ha detto l' onorevole Leone, a minoranza precostituita (come diceva una volta il compianto senatore Zoli), è un Governo che non è governo di partito e nemmeno di gruppo, per cui le opinioni del gruppo, del partito e del Governo potrebbero anche differire, allora io vi richiamo alle opinioni, come dicevo, espresse dall' onorevole Piccoli e a nome del partito e a nome del gruppo. nella seduta del 1° febbraio 1968 l' onorevole Piccoli disse: « abbiamo detto un « no » preciso alla Commissione d' inchiesta parlamentare e quindi esprimiamo anche il nostro parere negativo sul passaggio agli articoli delle proposte di legge presentate sul tema, senza disconoscere in alcun modo il valore di tale tipo d' inchiesta e con il pieno rispetto verso chi sostiene tale proposta, giudicando che il tema dei servizi di sicurezza investe un compito particolare che è di totale responsabilità del Governo e che il Governo deve espletare nella persona del presidente del Consiglio e del ministro della Difesa in un quadro di riserbo e di segreto che devono rimanere tali nell' interesse dello Stato e del popolo italiano » . allora noi ci permettiamo di chiedere al Governo, ci permettiamo di chiedere al partito della Democrazia Cristiana e al gruppo della Democrazia Cristiana se le loro opinioni in merito ai compiti istituzionali del Governo, se le loro opinioni nel merito dell' interesse dello Stato e della difesa della nazione siano mutate o siano rimaste intatte. chiediamo una risposta al Governo temendo di non potercela attendere dal gruppo della Democrazia Cristiana , nonostante le cortesi assicurazioni che ha voluto darmi testé l' onorevole Sullo, perché il gruppo della Democrazia Cristiana — onorevole Sullo, ella ce ne darà certamente atto perché risulta dall' ordine del giorno — non figura nell' ordine del giorno di questo dibattito come presentatore di una interpellanza ma soltanto come presentatore di una interrogazione. noi non ci permettiamo, per carità, di interferire nelle decisioni interne della Democrazia Cristiana o di altri gruppi: ne siamo rispettosissimi; ella mi insegna però la differenza negli intendimenti politici fra chi presenta una interrogazione e chi presenta una interpellanza. chi presenta una interpellanza tende a conoscere un orientamento del Governo, e questo è lo scopo manifesto dei gruppi che si sono onorati di presentare interpellanze; chi presenta interrogazioni vuole intervenire come gruppo solo marginalmente in un dibattito per avere delle notizie. ci sembra essere questo il dimesso atteggiamento assunto in questa occasione, per motivi che non vogliamo sindacare né indagare, dal gruppo della Democrazia Cristiana . ho capito, onorevole Sullo. dunque la vostra fiducia è cieca, pronta e assoluta e tale da non mettervi nella condizione di chiedere al Governo quali siano i suoi orientamenti. debbo anche farle osservare, onorevole Sullo, che non è esatto che voi soli avete dato la fiducia a questo Governo. infatti la fiducia a un governo o è fiducia di maggioranza o non è fiducia. voi avete dato la fiducia ad un Governo che ha ottenuto la fiducia, che ha ottenuto il salvacondotto dal Parlamento e a questo fine le astensioni, d' altra parte benevolmente motivate, dal gruppo socialista e dal gruppo repubblicano hanno lo stesso valore del vostro voto di pieno appoggio. adesso ella ci dice che il voto di pieno appoggio è anche un voto di fiducia tale da mettervi nella condizione di non interpellare il Governo sui suoi orientamenti: questo vuol dire che voi scaricate il Governo della responsabilità di esprimere, anche a vostro nome, i suoi orientamenti di principio in ordine a questo problema. io non so se il Governo dell' onorevole Leone in questo momento vi sia particolarmente grato di questa interpretazione molto sottile e, oserei dire, senza offesa, molto democristiana, dei doveri di un partito che offre il proprio appoggio al Governo. si tratta di un rilancio di palla (abbiamo assistito alla televisione alla coppa Davis in questi giorni, e mi sembra ora di assistere a una fase di quelle sfortunate recenti partite della nostra nazionale di tennis). comunque, onorevole Gui, la palla è stata rilanciata a lei, e lei, senza dubbio, data la fiducia piena, di cui dispone in questo momento, da parte di tutto il direttivo, se non altro, del gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana avrà la possibilità di rispondere. debbo aggiungere in termini di correttezza, questa volta nei confronti del Governo e non nei confronti del gruppo della Democrazia Cristiana , che vorrei evitare che l' onorevole Gui ci credesse o troppo ingenerosi o troppo insidiosi o immemori di quella che è la situazione parlamentare. noi ci rendiamo perfettamente conto che questo Governo non intende essere costretto a porre il voto di fiducia al termine di un dibattito sul Sifar; ci rendiamo conto anche che questo Governo non intende, appena nato, mettere se stesso in condizione di perdere i benevoli appoggi che si è guadagnato nei giorni scorsi. pertanto il nostro discorso a questo punto deve essere anche un discorso di comprensione delle difficoltà nelle quali si trova il Governo. vede, signor presidente del Consiglio , quando nei giorni scorsi, prima alla Camera e poi al Senato, eravate incerti, umanamente anche incerti, soprattutto ella e il ministro, per i rapporti con il presidente del Consiglio , onorevole Mazza, circa la possibilità di ottenere la fiducia (credo che la definizione sia piuttosto esatta). non avete esitato ad incaricare il signor ministro degli Esteri di prendere dei frettolosi contatti nelle anticamere, nel Transatlantico, con i deputati della Sudtiroler Volkspartei (lo avete fatto prima alla Camera e poi lo avete fatto al Senato) per ottenere che l' annuncio di voto contrario, che poi uno solo di essi, l' onorevole Dietl, ha voluto dare, fosse edulcorato da quel voto di astensione, anche essa benevola, che non vi fa onore (ve l' ho detto prima e mi permetto quindi di dirlo dopo); ciò che avete poi ottenuto. sì, ma è questo che mi preoccupa, onorevole presidente del Consiglio . signor presidente del Consiglio dei ministri , questo mi preoccupa e ci preoccupa, e le spiego anche cordialmente il perché. se ella nel suo discorso di replica avesse concesso qualcosa ai deputati della Sudtiroler Volkspartei e in base a quelle concessioni esplicite, ufficiali, responsabili, il gruppo della Sudtiroler Volkspartei fosse passato dal voto contrario all' astensione o, poniamo il caso, addirittura al voto favorevole, ella in quello stesso momento avrebbe concesso al Parlamento quella funzione di sindacato sulle decisioni del Governo che è una delle prerogative del Parlamento. quando invece pronuncia un discorso (gliene diamo atto) che ha messo in una certa crisi i parlamentari della Sudtiroler Volkspartei , perlomeno in questo ramo del Parlamento, ha messo noi nella impossibilità di accusarlo di ciò di cui la stavamo accusando e l' avevamo accusato nei discorsi preliminari, ma successivamente ottiene, attraverso l' intermediazione del ministro degli Esteri nei corridoi della Camera, che quel voto, per motivi che a nessuno sono apparsi chiari, ma che pure ci devono essere, venga ritrasformato, allora noi siamo preoccupati. da un lato, infatti, senza alcun dubbio, siamo stati posti di fronte a delle contrattazioni e a delle compromissioni, ma dall' altro ci è mancata, e come parlamentari e come portatori del pensiero di certi settori di opinione pubblica , se ci consente anche come modesti rappresentanti di una parte non piccola degli italiani dell' Alto Adige , quella possibilità di sindacato, di critica, di denuncia, di condanna, che avremmo potuto svolgere. e ci preoccupa esattamente questo clima ovattato che si è determinato (e l' ho detto). nelle sue dichiarazioni fatte in Parlamento abbiamo notato (se non posso non rispondere, il signor presidente della Camera me ne perdonerà). ma gli omissis non sono permessi nel corso di questa discussione. no, io mi limito ad una sola parola di replica: intendo dire che le dichiarazioni di replica sull' Alto Adige pronunciate dal signor presidente del Consiglio al Senato sono state difformi da quelle rese alla Camera in un punto: al Senato, il presidente del Consiglio ha annunciato che misure autonome di buona volontà da parte del governo italiano potranno essere prese anche nei prossimi mesi in favore dei cittadini di lingua tedesca dell' Alto Adige ; alla Camera ciò non era stato detto. e quindi io penso, immagino (può darsi che sia così; è un' ipotesi che sono autorizzato a formulare) che perlomeno questa contrattazione abbia avuto luogo tra il voto di fiducia alla Camera e il voto di fiducia al Senato. anche se si fosse trattato soltanto di questo, si sarebbe trattato di una gravissima deviazione del Governo dai solenni impegni che il Parlamento ha preso, che la maggioranza ha preso in Parlamento nella scorsa legislatura, impegni che dicevano chiarissimo che, fino a quando non fossimo stati certi delle misure di prevenzione e di repressione austriache nei confronti del terrorismo, non vi sarebbero stati nemmeno contatti, tanto meno concessioni. chiusa la rapida parentesi, debbo dire che il Governo è stato sollecito, quando gli sono serviti alcuni pochissimi voti per varare la propria compagine, a discutere — quanto meno a discutere — con i rappresentanti della Sudtiroler Volkspartei . il Governo ritiene di dover affrontare in termini di principio il problema di una inchiesta parlamentare sul Sifar e ritiene di affrontare tale problema negli stessi termini di principio in cui affrontò la questione al termine della scorsa legislatura? il Governo ritiene che non esista una maggioranza disposta ad impuntarsi nella difesa di determinati problemi e di determinate questioni di principio? il Governo metta alla prova sul serio il Parlamento e la volontà dei gruppi parlamentari ! credo di ricordare che al termine della scorsa legislatura il gruppo liberale abbia preso una posizione difforme da quella dei gruppi che chiedevano una inchiesta parlamentare e abbia proposto una forma di inchiesta attraverso la Commissione difesa, tendente a salvaguardare in qualche modo il segreto. io credo di ricordare a me stesso che negli interventi che abbiamo svolto su questo problema abbiamo posto la questione in termini estremamente chiari. si vuole, anche da parte del Governo e della Democrazia Cristiana , o si accede anche da parte del Governo e della Democrazia Cristiana alla tesi dell' inchiesta parlamentare sui delicatissimi problemi che questa questione coinvolge, dimenticandosi di talune questioni di principio? non abbiamo alcun motivo di opporci, perché sarebbe un errore politico da parte nostra e oltre tutto sarebbe un errore inutile, direi un delitto inutile, quello di collocarci noi soli difensori di principi, in cui lo stesso Governo, che ne dovrebbe essere il depositario, dimostrasse di non credere. ma noi ci auguriamo di trovarci di fronte anche ad un Governo al quale continuiamo a rappresentare la nostra posizione di assoluta sfiducia, ci auguriamo di trovarci di fronte ad un gruppo di maggioranza relativa il quale una volta tanto abbia il coraggio di dire: di qui non si passa, ci sono delle questioni di principio, non poniamo questo problema in termini strettamente politici o partitocratici, lo poniamo in termini di difesa delle istituzioni. è ciò che ci attendiamo di ascoltare dalla responsabile voce del signor ministro della Difesa nel pomeriggio di oggi e che ci auguriamo con tutta sincerità di ascoltare finalmente delle parole di serietà e di responsabilità. quanto alla seconda manovra che noi intendiamo respingere, quella di rovesciare le responsabilità dalle autorità politiche sulle autorità militari, onorevoli colleghi di tutti i settori nessuno escluso, io credo che l' opinione pubblica — che abbiamo anche il dovere di rappresentare — sia disgustata e smarrita da questo gioco a moscacieca che da troppo tempo viene compiuto dalla classe dirigente politica. a livello di ex presidenti della Repubblica, a livello di ex presidenti del Consiglio , a livello di ex ministri della difesa, a livello di ex ministri dell' Interno, tutta una classe dirigente politica, una larga parte del mondo politico ufficiale del nostro paese è stata messa praticamente sotto inchiesta attraverso accuse che il più delle volte possono anche essere state avventate, che in alcuni casi non sono state documentate, che in altri casi lo sosto state. e non uno tra questi personaggi è stato oggetto di un' inchiesta, ha chiesto di essere oggetto di un' inchiesta, è stato sottoposto ad un' inchiesta. non uno di questi personaggi (tranne per quanto riguarda quella dichiarazione, che per altro non è stata seguita da altre dichiarazioni che noi sollecitiamo, fatta l' anno scorso dall' onorevole Taviani) si è esposto in primo piano . tutti questi personaggi hanno condotto avanti, hanno sollecitato, hanno facilitato le cosiddette inchieste amministrative che si sono risolte, come la inchiesta Beolchini, come l' inchiesta Ciglieri-Manes, come adesso l' inchiesta Lombardi, in una esibizione di panni più o meno sporchi che riguardano esclusivamente la casta militare. ora i casi sono due: o si ritiene davvero che la cosiddetta casta militare, per mutuare una volta tanto il frasario dell' estrema sinistra , abbia in Italia posizioni di rilievo politico, poteri decisionali, come dite voi, organici ed organizzativi, tali da poter rappresentare una seria e permanente minaccia nei confronti dell' assetto dello Stato democratico italiano: ed allora si proceda, una volta tanto, ad una grossa inchiesta su codesta più o meno fantomatica casta militare. ma se dalle inchieste amministrative risulta (e dall' inchiesta Lombardi risulta a caratteri di scatola) esattamente il contrario; se dalle inchieste amministrative e da tutto ciò che si è detto sull' affare Sifar risulta che le responsabilità sono politiche, che i moventi sono politici, che i mandati sono politici, che gli interessi sono politici, che molti partiti politici o quasi tutti sono dentro fino al collo nelle responsabilità, e politiche e non soltanto politiche, relative a questo affare, allora la classe dirigente politica del nostro paese assuma posizioni di dignità. ho dichiarato prima che il nostro gruppo può anche essere favorevole all' inchiesta parlamentare , ma si badi bene: se un' inchiesta parlamentare ha da farsi (nel rispetto evidentemente delle norme che ci regolano) i parlamentari di tutti i gruppi entreranno a far parte della Commissione di inchiesta (ci entreremo anche noi) e allora noi chiederemo che i politici gettino la maschera. non ci presteremo, qualora si debba giungere ad un' inchiesta parlamentare ad una rinnovata inchiesta dei politici sulla pelle dei militari. non è assolutamente lecito, non è serio, non è producente. e lo avete visto. perché poi si raccolgono le briciole, si finisce per non capire niente, mancano i nessi, mancano i moventi. coloro che hanno accusato il generale De Lorenzo di avere meditato, diretto, organizzato un sia pure non realizzato colpo di stato , sanno perfettamente bene che anche se le loro tesi fossero vere — e il tribunale le ha ritenute non vere e la Commissione Lombardi le ha dichiarate non vere — anche nell' ipotesi assurda che fossero vere, il generale De Lorenzo avrebbe potuto essere al più uno strumento, un esecutore di piani, di ordini. i fascicoli! ma chi mai ha potuto ritenere che un gruppo di militari, di generali o di alti ufficiali si dilettasse a raccogliere informazioni sugli uomini politici , sulle loro frivolezze, come diceva l' onorevole Tremelloni, o sulla loro vita privata? chi mai ha potuto pensare che un gruppo di militari si interessasse del congresso repubblicano di Ravenna? chi mai ha potuto pensare che fossero dei militari queste iniziative, dei militari queste curiosità? i militari possono nel loro campo peccare — e probabilmente hanno peccato — prendendo iniziative che possono anche essere andate fuori dai limiti della legge e che hanno dato luogo, lo abbiamo visto, alle loro polemiche, alla loro modesta cucina » , che tanto di guadagnato sarebbe stato se non fosse venuta alla luce per la pubblica opinione italiana. ma è altresì doveroso affermare che le direttive sono state politiche. le menti, le dissennate menti, sono state quelle degli uomini politici . la vera inchiesta che si deve fare è questa, e non è ancora cominciata. l' onorevole Scalfari ha parlato di mentalità da direttorio; ma questa mentalità l' avete rivelata voi del centrosinistra, voi, socialisti, democristiani e repubblicani. l' onorevole Scalfari ha parlato di omertà e di complicità ad alto livello ; tali complicità ci sono state e ci sono, ma ad alto livello politico, non certo a livello militare. come è nato l' affare Sifar? come tutti ricordano, è nato in seguito all' interrogazione di Messeri al Senato, dettata dall' intromissione dei politici nel campo militare. il senatore Messeri non andava certo in America per fare il senatore della maggioranza o della Democrazia Cristiana , ma andava per occuparsi di commesse militari. la concorrenza nei confronti del senatore Messeri non era rappresentata dai militari ma da politici, democristiani e socialisti, ai quali non garbava che il senatore Messeri fosse l' ambasciatore economico autorizzato di certi gruppi. e se il colonnello Rocca fu incaricato di intromettersi negli affari del senatore Messeri, questo incarico non lo ricevette certo dall' ambiente militare, ma dall' ambiente politico-affaristico, che aveva interesse a che quella missione non fosse compiuta. e lo scandalo dei fascicoli è forse venuto fuori perché si è saputo qualcosa sulla persona di qualche militare? qualche occasione di questo genere c' è stata, ed anche quelle occasioni erano create dai politici; ma quelli che si sono maggiormente preoccupati dei fascicoli, che stavano circolando, o che avrebbero potuto circolare, sono stati notissimi ed altolocatissimi personaggi politici, dei quali non ho bisogno di fare il nome, anche perché la relazione Beolchini, per quanto riguarda le frivolezze, è stata in un primo tempo comunicata, se non erro, alla Commissione difesa della Camera. e penso che, in base ai ripetuti impegni governativi, anche tale relazione sarà ufficialmente consegnata, per sodisfare il nostro gusto retrospettivo, ai parlamentari. si potrebbe anche parlare del comportamento successivo del ministro della Difesa Tremelloni; abbiamo appreso ieri che il generale De Lorenzo aveva chiesto di essere ascoltato, ma non lo fu. e non è stata forse presa in questo caso una decisione politica? abbiamo saputo che il ministro Tremelloni aveva legami piuttosto stretti con l' ambiente dell' Espresso; e non sono forse relazioni politiche, queste? e parlo di un uomo che noi rispettiamo sul piano personale, ma che si è assunto pesanti responsabilità politiche , e che ha organizzato tutta una serie di inchieste amministrative il cui costo è stato pagato, e viene tuttora pagato, dalla cosiddetta casta dei militari. questo tentativo non può essere ulteriormente portato innanzi. è davvero ora di finirla. e crediamo, chiedendo ciò, di non esprimerci a nome di un gruppo politico . troppo onore sarebbe per noi, se il nostro gruppo avesse l' autorità morale di esprimere esso solo gli interessi morali dell' esercito, dell' Arma dei carabinieri , delle forze armate . ci onoriamo di essere servitori dello Stato, difensori di determinati principi. non presumiamo assolutamente di averne il monopolio. se anche gli altri gruppi politici ritengono di voler sfatare la leggenda secondo cui il Movimento Sociale Italiano finirebbe con l' essere il solo depositario di certi valori, assumetevi le vostre responsabilità, non lavatevi le mani tranquillamente in quest' acqua sporca che emerge da rapporti di questo genere ma cercate di vedere, insieme con noi, che cosa vi sia dietro a simili rapporti, quali siano le iniziative, quali siano le responsabilità. poiché in seno alla Democrazia Cristiana si parla di snidare la « destra » di quel partito (termine che ci siano molto stupiti di leggere in un notissimo settimanale), snidate i ministri reticenti, colleghi della Democrazia Cristiana . snidate coloro che non parlano, snidate gli affaristi. nel vostro interesse. non crediamo che siano giustificati i giudizi negativi di fondo che, ad esempio, l' onorevole Scalfari (che non avrebbe tutti i titoli politici per farlo) ha voluto lanciare nei confronti della Democrazia Cristiana . l' onorevole Scalfari ha detto che questo è il vero dibattito sulla fiducia: non sulla fiducia al Governo ma sulla fiducia alla Democrazia Cristiana . singolare l' atteggiamento di un uomo che fa parte di un partito politico che in definitiva porge l' avallo a questo Governo, di un partito politico che se è andato al Governo lo deve alla Democrazia Cristiana , di un partito politico che ha governato insieme alla Democrazia Cristiana . singolare l' atteggiamento di un redattore di un giornale, noto portavoce di un ex ministro il quale è il capintesta di una tendenza socialista a rientrare a tutti i costi al Governo con la Democrazia Cristiana . queste cose, onorevole Scalfari, direttore dell' Espresso, è venuto il momento di dirle anche qui poiché per troppo tempo vi siete ammantati sotto la verginità di coloro che possono denunziare tutto pur tenendo mano a tutto. parlate nell' Espresso della FIAT. si parla delle collaborazioni, delle omertà del Governo: parlate nell' Espresso di tali operazioni e di tali omertà! si parla di affarismo al vertice del Governo, di « intrallazzismo » , di clientelismo, di oligarchia: e chi meglio dell' ex ministro dei lavori pubblici onorevole Mancini conosce queste cose? si parli di questi problemi, ci si renda conto di essi. snidate dal vostro seno, non coloro che appartengono all' una o all' altra tendenza, ma coloro che , a qualunque tendenza abbiano appartenuto, tacciono da anni, e rigettano da anni responsabilità politiche che indubbiamente sono loro o che si presume siano loro su esecutori di ordini che non è giusto continuino a pagare il fio per tutti. d' altra parte, se vogliamo renderci conto del clima da direttorio, delle omertà politiche, delle responsabilità politiche , ebbene, abbiamo udito qui l' arringa dell' onorevole Scalfari contro l' onorevole De Lorenzo ! ma, onorevole Scalfari, ci sa dire chi volle la nomina dello onorevole De Lorenzo a capo di Stato maggiore dell' esercito? vuole lei — che ha preso parte come imputato, ahimè per lei, al processo De Lorenzo — L'Espresso — vuole lei confermare o smentire quanto l' onorevole De Martino , nella scorsa legislatura, rispondendo all' onorevole Malagodi, tentò di smentire ma non poté, perché successivamente gli portai il resoconto, pubblicato in prima pagina con grandissima evidenza dall' Avanti! , di quella seduta del processo? vuole lei smentire il cosegretario del partito socialista unificato , che in tribunale ebbe a dichiarare: chiesi ai ministri socialisti perché mai avessero votato in Consiglio dei ministri a favore della nomina di De Lorenzo a capo di Stato maggiore dell' esercito, e i ministri mi risposero che lo avevano fatto perché si trattava di un amico dei socialisti, di un ex partigiano e di un amico del centrosinistra? vuole smentire queste dichiarazioni dell' onorevole De Martino ? vuole smentire le dichiarazioni fatte dal suo amico onorevole Schiano, secondo le quali il suo amico onorevole Schiano fin dal 1964 e poi nel 1965 aveva informato l' onorevole De Martino , il quale a sua volta aveva informato lo onorevole Nenni, non delle voci ma delle consistenti notizie in merito al tentativo di colpo di stato attribuibile alle responsabilità del generale De Lorenzo ? non può smentirle, in quanto che sono state pubblicate dall' Avanti! , sono state pubblicate da L'Espresso . ella non può smentirle. ne prendiamo atto; prendiamo atto della sua correttezza nel non smentire ciò che non è smentibile. e allora, onorevole Scalfari, ciò che invece è smentibile è la sua affermazione, fatta con tanta prosopopea, secondo cui esisterebbe altrove un clima e un ambiente da direttorio, una oligarchia politica, un clima di omertà, di complicità e di affarismo. esistono anche altrove, ma esistono soprattutto in mezzo ai suoi amici, onorevole Scalfari, in mezzo a coloro che ella sostiene, in mezzo a coloro che L'Espresso ha sostenuto. non ci si presenta con aria da moralizzatori quando si ha una casa piena di elementi che sono molto discutibili sul terreno della moralità politica e forse della moralità personale. questo le volevamo dire, così come ho detto a lei e a tutti i colleghi in sostanza i motivi per cui respingiamo il tentativo di trasformare il Parlamento in una Aula di Corte d'appello . il presidente della Camera non è il giudice; è il moderatore in questo caso (credo di non sbagliare e di non diminuire la sua funzione, anche perché mi riferisco all' articolo 10 del nostro regolamento). i giudici siamo noi. ma un giudizio di tribunale non può essere trasformato in un giudizio politico, né essere da questo contraddetto. non si può smentire, sopraffare, cancellare la volontà espressa da un tribunale attraverso un giudizio politico. i dibattiti in tribunale continueranno; le parti ci hanno annunciato di essere pronte a rimettersi alla giustizia, rinunciando alle immunità parlamentari. siamo lieti di averlo appreso. comunque, vorremmo che ci si risparmiasse, tra i tanti spettacoli di degradazione dello Stato, anche questo spettacolo, che forse è il più grave: l' autonomia e l' indipendenza di un giudizio della magistratura manipolate, influenzate e in qualche modo smentite o addirittura anticipate (infatti, non è stato ancora resa nota la motivazione della prima sentenza, e siamo lungi dal secondo giudizio) da quello che dovrebbe essere un giudizio politico espresso dal Parlamento. non ci si presenta così in un' Aula parlamentare, io credo. e allora, onorevoli colleghi , dobbiamo anche chiederci (arrivo alle nostre conclusioni) quali siano i motivi per i quali si è giunti tanto in basso, quali siano i motivi per i quali un discorso sullo Stato è diventato difficile, in quel Parlamento che dovrebbe essere il luogo geometrico dei colloqui sullo Stato, così come la Costituzione lo intende, lo sancisce e lo definisce. le concezioni che ogni gruppo parlamentare e politico può avere dello Stato, nella prospettiva di una società perfetta e ideale, possono e debbono far parte delle nostre chiare e leali manifestazioni di pensiero in quest' Aula. ma quando in un Parlamento non si riesce più a fare un colloquio sullo Stato così come è, secondo il diritto vigente e secondo la Costituzione, allora accade quello che sta accadendo, cioè lo sbriciolamento dello Stato e del senso dello Stato, anche e perfino nel Parlamento stesso. io me ne sono chiesto il perché e, onorevole Gui, ho creduto di ravvisarlo in uno scambio di battute che ebbe luogo fra l' onorevole Nenni e lei, onorevole Gui, nel luglio del 1960, in quest' Aula, quando l' onorevole Nenni era uno dei leaders dell' opposizione contro il Governo Tambroni e quand' ella, onorevole Gui, se non sbaglio, era presidente del gruppo della Democrazia Cristiana , comunque, si esprimeva in nome di quel gruppo. l' onorevole Nenni in quelle agitate sedute — i colleghi che allora erano presenti le ricordano molto bene, penso che le ricordiamo soprattutto noi — il 12 luglio 1960 fra le tante altre cose pesanti e gravi ebbe a dire testualmente: « la pressione della piazza è una manifestazione autentica di vita democratica » . egli si riferiva alla pressione di piazza a Genova. l' indomani l' onorevole Gui, a nome del gruppo e del partito della Democrazia Cristiana , rispondeva testualmente: « noi non possiamo condividere la teoria sulla funzione della piazza che l' onorevole Nenni ha esposto giorni fa sulle colonne dell' Avanti! » . noi abbiamo l' impressione che dal 1960 in poi la teoria sulla funzione della piazza abbia continuato a essere sostenuta e manifestata dall' onorevole Nenni e dai colleghi socialisti anche quando essi sono entrati a far parte di formazioni di maggioranza e di Governo, il che li ha posti, a nostro avviso, in una situazione di contraddizione concettuale. rilevava infatti l' onorevole Giorgio Amendola nel corso di uno dei dibattiti della scorsa legislatura su questo stesso argomento — e lo diceva rivolgendosi proprio all' onorevole Nenni che rifiutava di adire la giustizia — che l' onorevole Nenni è ancora legato ai vecchi schemi marxisti della giustizia borghese alla quale un socialista non si dovrebbe presentare. sembra che l' onorevole Nenni, quando gli fa comodo, sia ancora legato ai vecchi schemi marxisti della giustizia borghese, ai vecchi schemi marxisti rivoluzionari o anarcoidi delle masse che rovesciano i governi. però sembra anche che l' onorevole Nenni abbia avuto esperienza di Governo e che, quando la ha avuta, non abbia trovato comodo che talune agitazioni di massa potessero tendere a rovesciare quei governi; sembra anche che l' onorevole Nenni sia capo di una larga tendenza del suo partito che vuol far sì che esso torni a essere partito di governo. esiste, quindi, una pesante contraddizione nel campo socialista, e spetta ai socialisti risolverla fra i miti delle masse rovesciatrici di governi e le prospettive più concrete di governi dei quali i socialisti possano far parte dicendo di rappresentare gli interessi delle masse. ma abbiamo l' impressione che la dottrina delle masse che rovesciano i governi, delle masse le cui pressioni rappresentano una manifestazione autentica di democrazia, si sia fatta strada anche nel gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana . oggi un linguaggio come quello che l' onorevole Nenni parlava nel luglio del 1960 è stato mutuato largamente dai « sindacalbasisti » della Democrazia Cristiana , che forse per questo vorrebbero snidare coloro che non si sono ancora decisi a parlare o ad accettare un simile linguaggio. il succo, la sostanza, il pericolo, l' insidia, dal nostro punto di vista , della nuova maggioranza di cui si parla sta proprio in questo, che quello che era grosso modo, genericamente, qualche volta empiricamente, comunque anche costituzionalmente, il senso o la certezza dello stato di diritto , è stato in questi anni via via aggredito, aggirato, minato e molte volte deteriorato e sbriciolato nell' insorgere di singolari tendenze anarcoidi, che evidentemente fanno il gioco (so di dire una cosa banale, ma è anche una verità: ne darò anche qualche rapidissima documentazione) del partito comunista , che è l' unico a trovarsi in ambiente. era in ambiente nel 1960, quando l' onorevole Nenni, per conto e a vantaggio soprattutto dei comunisti, pronunciava simili frasi; ed è a suo agio quando altri gruppi, altri partiti, altri uomini cominciano a mutuare lo stesso linguaggio e accettano che le pressioni delle masse sono determinanti per risolvere i problemi dello Stato. in sostanza, voglio dire che sono otto anni che non ci intendiamo più sui problemi dello Stato. sì, ascoltiamo frasi come quelle pronunciate dall' onorevole Piccoli alla fine della scorsa legislatura: bisogna smitizzare i carabinieri. ma che significa? c' era una volta il mito dei carabinieri, disse l' onorevole Piccoli, abbiamo fatto bene a smitizzarlo. che significa smitizzare i carabinieri? significa togliere all' Arma dei carabinieri , nei suoi capi e soprattutto nei suoi gregari, l' orgogliosa certezza di essere sempre al servizio dello Stato italiano? significa togliere alla povera gente , che non ha nulla a che vedere con le masse organizzate e strumentalizzate, la certezza che in questa Italia del disordine, del profitto, della pessima amministrazione, per lo meno ci si può affidare ad un dato certo, anche se incomodo, ma incomodo per chi si mette fuori della legge? onorevole Amendola, storicamente parlando, ella sa che noi non abbiamo da compiacerci del comportamento in certi casi dei comandi dei carabinieri. ricordatevi allora, e lo ricordi proprio lei, un carabiniere, Salvo D'Acquisto , che tutti ricordiamo, perché non mandava, come altri qui presenti hanno fatto, a morire coloro che era comodo mandare a morire per sfruttare i loro sacrifici, ma si esibiva soffrendo. i carabinieri hanno fatto il loro dovere in quella come in ogni altra circostanza; hanno fatto il loro dovere quando in nome della legge e dello Stato, hanno ritenuto di schierarsi. mi permetto di dire che debbo raccogliere le interruzioni, perché le occasioni di colloquio politico per noi sono molto rare in questa Camera, e quando si presentano per la cortesia dei colleghi, sarebbe somma scortesia da parte nostra non raccoglierle, signor presidente . intendo davvero giungere alla conclusione, sperando che il colloquio riprenda e che io non vi possa arrivare subito. dicevo che le prove di ciò che mi permettevo di dire or ora a proposito del senso dello Stato, dei pericoli che lo Stato corre, ce le offre in qualche suo tratto, che voglio sottolineare rapidissimamente, proprio la relazione Lombardi. essa (lo abbiamo già rilevato un po' tutti) è il frutto di una inchiesta a livello amministrativo compiuta da tre alti ufficiali per incarico di un ministro socialista. quando il Governo del senatore Leone si è fatto carico di trasmettere questa relazione ai presidenti delle Camere ed essi si sono fatti carico cortesemente di trasmetterla ai gruppi parlamentari , non dico che il Governo e tanto meno i presidenti delle Camere abbiano fatto propria nemmeno in parte una simile relazione. è evidente però, soprattutto da parte del Governo, l' intendimento di presentare questa relazione come il frutto di un' inchiesta compiuta seriamente e da persone serie, meritevoli del massimo rispetto. ora persone serie, meritevoli del massimo rispetto, non appartenenti o non dipendenti, almeno che io sappia, da qualificati ambienti politici dicono — cito qualche esempio, cominciando da pagina 10 — : « una potenziale minaccia di movimenti eversivi di piazza fomentati da partiti estremisti causava infatti una giustificata preoccupazione anche nel Capo dello Stato » . il « giustificata » è evidentemente una espressione di giudizio legittimo da parte della Commissione Lombardi, la quale Commissione ritiene che in Italia esistendo movimenti estremisti, ben determinati in questo caso, possa essere o potesse essere nel luglio 1964 giustificata una apprensione da parte del Capo dello Stato . non è maccartismo, non è la caccia alle streghe , non è la solita propaganda anticomunista del Movimento Sociale Italiano ; è una Commissione di inchiesta ad altissimo rango che ritiene che ad un determinato momento della nostra vita politica potesse essere giustificata da parte del presidente della Repubblica l' apprensione. per qual motivo? ve l' ho ricordato, ecco il perché del mio non divagante richiamo: 1960 ed un certo linguaggio che d' allora in poi si è instaurato anche in partiti diversi dal partito comunista . pagina 11: « su questo argomento fanno testo le norme emanate nel 1961 dal ministero dell'Interno per la tutela dell' ordine pubblico , le quali prevedono piani con vari stati di emergenza » . questa è una notizia ancora più interessante del rilievo precedente, 1961: si tratta se non sbaglio della notissima circolare Vicari. perché 1961? quale Governo era allora in piedi? il Governo delle famose convergenze parallele , con orientamento, come sapete, di Governo-ponte, sia pure a lunga scadenza , verso il centrosinistra; un Governo, cioè, sorretto da una maggioranza di cui i socialdemocratici ed i repubblicani insieme con i liberali e con i democristiani facevano ufficialmente parte. quel Governo con norme emanate dal ministero dell'Interno , e che io credo di responsabilità dell' intero Governo, riteneva nel 1961 di emanare particolareggiati piani di emergenza. e perché nel 1961? perché quel Governo sapeva com' era nato, sapeva quali pressioni di piazza, quali disordini, quali complicità, quali omertà lesive dei diritti dello Stato lo avessero determinato, e secondo l' antico detto « oggi a me domani a te » , pensando di poterlo trasferire: « oggi a te, speriamo domani non a me » , quel Governo si cautelava. anche questa è una notazione interessante nel quadro del discorso sullo Stato che dobbiamo fare. pagina 22, ancora più interessante: « i compiti istituzionali del servizio, limitatamente a quanto ha riferimento con gli elenchi in questione » (le famose schedature) sono » (ed erano) « il controspionaggio, la individuazione ed il controllo di persone pericolose per la sicurezza dello Stato, delle forze armate e per l' ordine pubblico solo » . quindi anche dopo la ripulitura famosa dell' onorevole Tremelloni, anche dopo gli interventi moralizzatori del centrosinistra, nel pieno di un Governo di centrosinistra, con la collaborazione dei socialisti al Governo, con Nenni vicepresidente del Consiglio , anche dopo che il Sifar ha cambiato il suo nome in Sid, « erano e sono » questi i compiti di istituto. voi mi direte — potevate dirmelo, anzi, in altre occasioni — : ma questa è una constatazione elementare, è logico che un servizio di informazioni militari debba indagare sulle persone pericolose per la sicurezza dello Stato. ma se è elementare che un servizio di informazioni indaghi sulle persone pericolose per la sicurezza dello Stato, allora lo scandalo nei confronti di certe schedature in linea di principio non ha ragion d' essere: si tratterà di vedere se le schedature abbiano deviato, e lo si è visto. ma lo scandalo che i comunisti e i socialisti, soprattutto loro, continuano a fare, illegittimamente sul terreno morale e politico, in ordine al principio della schedatura come illegittimo non solo non ha fondamento, ma è in piena contraddizione con le responsabilità politiche che il ministro Tremelloni si è assunto quando, trasformando il nome del Sifar in Sid, non ha potuto o voluto trasformare nulla quanto a questi delicatissimi compiti di istituto che « erano e sono » . ancora, a pagina 25: « la rubrica » (siamo sempre alla schedatura) « fu istituita nel 1952 » (immaginatevi: era ancora De Gasperi presidente del Consiglio ) « e trova fondamento — dice la commissione — nel disposto degli articoli del codice penale che configurano i delitti contro la personalità interna dello Stato » . onorevoli colleghi , ancora una volta la legittimità delle fonti è indubbia. qualcuno, ieri l' onorevole Scalfari, ha detto: legge fascista del 1941 oggi vigente. onorevole Scalfari, la più pesante accusa che gli antifascisti, se facessero un po' di autocritica, dovrebbero muovere a se stessi consisterebbe esattamente nel rilevare che nel 1968 su temi delicatissimi sono ancora in pieno vigore leggi che essi dichiarano non solo fasciste ma contrastanti con la Costituzione. l' Assemblea costituente l' avete fatta voi! nel Parlamento repubblicano da venti anni a questa parte la maggioranza antifascista è schiacciante: di che cosa vi siete occupati? di scandali; delle leggi sociali certamente no perché sono di, là da venire anche esse, i codici penali sono quelli, il testo unico di Pubblica Sicurezza , tranne rare modifiche, è quello, la legge che regge gli enti locali è grosso modo quella, le leggi sulla finanza locale grosso modo sono quelle. in qualche caso sono state abrogate le precedenti leggi del tempo fascista: vedi la legge speciale sulle attribuzioni del capo del governo . ebbene, non siete stati capaci dopo venti anni di darci la legge ordinaria sulle attribuzioni del presidente del Consiglio , sulla composizione del Governo e sulle funzioni dei singoli ministri! e poi arrivano i radicali, precondannati e neoeletti, a raccontarci che una legge fascista, orrore, regola ancora questa materia. il codice penale vigente! modifichiamolo, modificatelo. si parla del programma del Governo Leone così ampio; ci ha parlato con tanta dottrina l' onorevole Leone delle riforme dei codici; avanti, si proceda! ma fintanto che non si sarà proceduto, questa è la legge che ci governa e sulla base di tale legge è legittimo tutto ciò che è stato in linea di principio , a prescindere dai particolari di attuazione, considerato illegittimo. e poi a pagina 29 vi è il passo che l' onorevole Pajetta giustamente ha contestato dal suo punto di vista di comunista. tale passo è chiarissimo e, direi, esemplare. si legge: « la presenza nel nostro paese di numerosi elementi che avevano frequentato corsi di sovversione, di sabotaggio eccetera, presso scuole o centri di addestramento in Italia o all' estero e della costituzione di organizzazioni paramilitari formatesi al tempo del secondo conflitto mondiale, nonché a rinvenimenti di ingenti quantitativi di armi di ogni tipo » . onorevoli colleghi , se si arriverà alla Commissione di inchiesta parlamentare su tutta la faccenda noi chiederemo, ovviamente, che la relazione Lombardi sia passata agli atti di tale Commissione e che si indaghi su questo punto. io non voglio ritenere che tali cose siano vere, possono anche non essere rispondenti al vero. è molto strano, però, che non si ritenga di indagare su questo punto: esistono o no, come qui è scritto corsi di sovversione? esistono o no corsi di sabotaggio? esistono o no scuole o centri di addestramento in Italia o all' estero? esistono o no, contro la norma che tutti conosciamo, organizzazioni paramilitari nel nostro paese? se non esistono noi chiederemo che i componenti di questa Commissione siano severamente puniti sul terreno amministrativo e, se occorre, anche più gravemente. la realtà è che non si querela nessuno, e noi non abbiamo notizia che qualche persona venga attaccata da questo punto di vista . nessuno esibisce le prove in contrario; sono prove diaboliche? o non spetta, signor presidente del Consiglio , al Governo, al ministero dell'Interno di indagare e di darci notizia? noi le chiediamo queste notizie. non ci accontentiamo di sapere che alle Frattocchie — si dice — esisteva o esiste una scuola di addestramento paramilitare; non ci accontentiamo di sapere che a Bologna. ridete, ma le vostre risate sono piuttosto lugubri quando si tratta di questi argomenti e non ci piacciono affatto. ridete; comunque noi chiamiamo il Parlamento e il Governo alle proprie responsabilità, perché in un documento ufficiale, che le presidenze delle Camere ci hanno trasmesso, si comunica alle Camere che vi sono gruppi politici « fuori legge » in Italia. non si possono definire se non « fuori legge » i gruppi politici che sono responsabili di organizzazioni di questo genere. con le risate, onorevoli colleghi , non si risolve niente. voi non avete concesso di ridere ad avversari politici gravati di queste altissime accuse anche in ordine a questi problemi. o dentro o fuori; o nello Stato o fuori dello Stato. se siete, come noi possiamo anche ritenere, nello Stato, ce lo comunicherà il Governo responsabilmente, lo indagherà il Parlamento; ma non si possono lasciare espressioni simili fra una risata e l' altra dell' ex comandante partigiano Boldrini o dei deputati di parte comunista. non abbiamo l' abitudine di ridere o di sorridere su questi problemi che riteniamo assai gravi. in conclusione, nel corso dell' ultimo dibattito nella scorsa legislatura a questo riguardo, dibattito che si svolse ad alto livello politico — lo riconosciamo — da tutte le parti, l' onorevole Amendola manifestò tristemente il proprio rammarico nei confronti dell' onorevole Nenni e anche dell' onorevole Piccoli dicendo che il dato più penoso di tutta la situazione era che il gruppo del Movimento Sociale Italiano avesse potuto impancarsi a giudice, anche sul terreno morale e soprattutto sul terreno morale, di vecchi antifascisti come l' onorevole Nenni e di suoi amici o compagni di partito. voi avete notato — spero — che anche in questa occasione noi non abbiamo cercato di impancarci a giudici e non abbiamo espresso giudizi definitivi perché riteniamo che in questa fase e in questa sede non si possa giudicare definitivamente la moralità politica e personale di nessuno qui dentro. abbiamo piuttosto sollecitato dalla cortesia e dal senso di responsabilità dei colleghi imputati, incriminati, accusati, la possibilità da parte nostra e di tutti di giungere a quei giudizi definitivi che, speriamo, nell' interesse di tutti e della moralità politica del nostro paese siano giudizi di piena assoluzione. ma, onorevoli colleghi di tutti i settori, se accade nel 1968 che il gruppo del Movimento Sociale Italiano possa osare di esprimere giudizi politici e anche morali, se accade che una parte dell' opinione pubblica possa considerare noi giudici e altri imputati, fate un po' di autocritica, chiedetevi come abbiate amministrato tutti quanti la cosa pubblica in questo ventennio e ne avrete risposte, io credo, convincenti e soprattutto utili dal punto di vista della vostra coscienza.