Giulio ANDREOTTI - Deputato Maggioranza
V Legislatura - Assemblea n. 120 - seduta del 30-04-1969
Sull'armamento della polizia in occasione di manifestazioni politiche, sindacali e studentesche.
1969 - Governo I Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 120
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , noi deputati di tutti i gruppi certamente non eccepiamo, anzi richiediamo (e spero che ne siamo grati), che forze dell'ordine pubblico qui attorno al nostro palazzo, con il sole o sotto la pioggia, stiano ad impedire che malintenzionati vengano a turbare il nostro lavoro. orbene, il resto degli italiani ha la medesima esigenza e il medesimo diritto che noi abbiamo. il mantenimento della tranquillità degli italiani e la garanzia del loro lavoro e della loro pace costituiscono un preciso dovere del Governo, e non è ammissibile il concepire dissensi o nostalgie anarcoidi in chi, giurando fedeltà alla Costituzione, non può avere atteggiamenti di riserva su questo punto essenziale del vivere civile. certamente. in tutta questa discussione, onorevole Restivo, ella per dovere di ufficio è stato presente, sentendosi indirizzare, forse, non molti complimenti, ma, al contrario, un certo numero di espressioni non proprio parlamentari. noi sappiamo però che non è solo un problema suo, quello di cui stiamo discutendo. è un problema del Governo. e sappiamo, altresì che è sbagliato quel che talvolta, fuori e con qualche eco anche in questa sede, viene fatto: di discettare, cioè, sul Governo « forte » . un sistema democratico non postula un governo forte, postula un governo, senza alcun aggettivo, un governo che non può avere, su questi punti essenziali dei suoi doveri-diritti, alcun tentennamento o alcuna confusione. è per questo che non abbiamo affatto sentito in contrasto con l' atteggiamento politico che seguiamo il comunicato del Consiglio dei ministri del 28 aprile. l' onorevole Nilde Iotti ha dipinto questo Governo, che altri vorrebbero catalogare come non sufficientemente forte, compatto o volitivo, come autoritario e forcaiolo. ma l' onorevole Iotti stessa poco dopo ha detto — e con un tono quasi di vittoria forse inopportuno per il rappresentante di un Partito Popolare che siamo nel paese in cui esiste il primato degli scioperi, delle assemblee, delle manifestazioni... ringraziando la volontà di lavoro del nostro popolo, dico che il primato riguarda anche i livelli di produzione raggiunti ed uno sviluppo economico tutt' altro che insodisfacente. mi pare comunque che mal si concilii questa immagine di un Governo autoritario e forcaiolo con tale larghissima libertà, di cui nessuno, certamente, deve mettere in discussione non dico la legittimità ma la necessità, per l' irrobustimento essenziale del nostro sistema democratico. è stato detto che il fondamento di una saggia politica interna è la prevenzione, una prevenzione in senso largo ed in senso specifico, per fare in modo che tutti si lavori, senza soste, per edificare e irrobustire la democrazia sociale , che è la piattaforma nella quale si possono ritrovare e di fatto si ritrovano forze democratiche delle più diverse provenienze. questa prevenzione è compito della scuola, della giustizia, del costume, come poc' anzi opportunamente ci ricordava l' onorevole Bozzi, è compito dell' educazione alla non violenza , in una fase storica non soltanto italiana, ma mondiale, intimamente contraddittoria, nella quale le stesse forze che desiderano caratterizzarsi come pacifiste e fautrici della non violenza fanno poi spesso la apologia e talvolta la pratica della violenza, usandone tutte le tecniche. questa prevenzione è compito dello Stato, nella efficienza e nella regolarità del suo funzionamento. siamo rimasti, io credo, tutti stupiti ed amareggiati leggendo (e pensate quanto di più possano esserlo stati i cittadini che hanno meno dimestichezza con queste cose) che i pubblici funzionari, per protestare contro la amministrazione, annunciano di bloccare il lavoro applicando le leggi e i regolamenti. questo non sufficiente funzionamento dello Stato è dovuto a colpa, si potrà dire, di una forza o dell' altra. può darsi che tecnicamente si sia stati tutti non in modo adeguato ed in tempo preparati o competenti in queste cose, ma è un po' la risultante di fenomeni generali, nei quali non può davvero delimitarsi una maggioranza, né di oggi né di ieri, o una opposizione, né di oggi né di ieri. onorevole Iotti, nell' economia di questa stringata. dichiarazione di voto non possiamo davvero rifarci alla concezione del mantenimento o meno di certe strutture essenziali nei momenti iniziali della democrazia. la verità è che non esisteva un punto di rottura e non esisteva la possibilità di mettere tutto a zero e fare opera di ricostruzione iniziale. vi era infatti una continuità che sentivamo tutti, una continuità civile e militare. e vi era anche (e fu esperienza comune dei partiti del Comitato di liberazione nazionale ) la pratica impossibilità di prescindere da quella che era una realtà esistente per lavorare. quando il presidente del Consiglio Parri si illuse su questo punto, in fondo si trovò letteralmente affogato da una congerie di carte e di diffidenze e forse fu proprio questa la causa della crisi del Governo Parri del 1945. ma vi è una prevenzione di carattere specifico di cui noi dobbiamo compiutamente, concludendo questa discussione, approfondire i termini, sia pure in assoluta sintesi, per prendere una decisa posizione. il nostro gruppo esprime chiaramente la sua volontà dicendo « no » alla mozione del gruppo socialista di unità proletaria e votando l' ordine del giorno di maggioranza. ieri, interrompendo l' onorevole Lattanzi — con cui non voglio polemizzare: mi ha onorato di una sua menzione ed ha fatto réclame alla rivista che io ho l' onore di dirigere da lungo tempo e sarei dunque un ingeneroso se polemizzassi — mi si è offerta l' occasione di dire chiaramente che il nostro gruppo non aveva un oratore ufficiale: il nostro gruppo aveva due oratori ufficiali; e se, onorevole Iotti, l' onorevole Foschi le ha dato una delusione, me ne dispiace per lei, ma non certo per noi, perché si è potuta dare la dimostrazione di una realtà. i nostri uomini possono in un senso o nell' altro, per comodità, essere oggetto o di classificazione o di tentativo di cattura in questo o in quel modo, ma la verità è che noi siamo e restiamo un gruppo con una sua dialettica interna, ma con una sua compattezza quando si tratta di prendere le proprie decisioni. onorevole Lattanzi, non è affatto vero. basta leggere anche i giornali di sinistra per constatare che non vi è questo contrasto e, se me lo permette, tra un momento potrò dimostrarglielo nel merito. onorevole Napolitano, se l' onorevole Iotti non è rimasta sodisfatta, non sarà rimasto sodisfatto, credo, nemmeno lei e questo conferma la mia opinione. noi riteniamo che una condizione preliminare ed insieme un incentivo insostituibile alla ricostruzione ed al progresso della nostra nazione sia stato il disarmo dei cittadini e sia stata la normalizzazione dei servizi della sicurezza pubblica. so che quando si parla di ritrovamento di armi si ride perché sembra che sia una fantasia che i ministri dell' Interno via via vengono a mettere avanti quasi come una propaganda; ma — cifre alla mano — dal 1946 ad oggi, onorevoli colleghi sono stati rinvenuti e confiscati...... quantitativi enormi di armi e di munizioni. cito solo, come esempio, i 37.860 fucili mitragliatori . e non si tratta solo di fenomeni legati al dopoguerra, perché anche negli ultimi cinque anni i dati sono preoccupanti: 152 mitragliatrici, 745 fucili mitragliatori e 18.348 bombe a mano. sono dati ufficiali che non ammettono contestazione. non si tratta quindi, onorevoli colleghi , non si tratta quindi, onorevole Riccardo Lombardi, di sacralizzare o di desacralizzare la polizia: si tratta di guardare con gratitudine e con rispetto a quanti, affrontando una vita di rigorosa disciplina e di grande sacrificio, servono in tale settore lo Stato al di fuori di ogni particolarismo e di qualsiasi politicizzazione. i problemi di questi servitori dello Stato devono essere meglio considerati, come ha detto giustamente il comunicato del Consiglio dei ministri , anche da un punto di vista giuridico e retributivo. io non farò — perché desidero che non vi sia minimamente l' impressione che le forze della sicurezza pubblica trovino la loro tutela nell' uno o nell' altro partito — la contrapposizione, che pure forse meriterebbe fare, non come contrapposizione ma come somma di fatti altrettanto dolorosi, di numeri e di nomi di morti e di feriti, ma credo che si possa fare un accenno di carattere politico che dovrebbe toccarci tutti all' indomani della non breve discussione sui problemi del Mezzogiorno d' Italia. credo non sia fuori luogo rilevare che il 60 per cento dei carabinieri ed il 70 per cento degli agenti di polizia provengono da famiglie del sud, le quali sentono in un certo modo quasi l' orgoglio di partecipare a questa attività di sicurezza dello Stato. sarebbe difficile, onorevoli colleghi che interrompete, non classificare tra i proletari questi dipendenti dello Stato. che mai diranno oggi quelle madri siciliane e calabresi sentendo parlare non di un problema tecnico, ma sentendo parlare, in un certo modo, con cattiveria dei loro ragazzi e vedendo incredibili fotografie di sassaiole, di ludibri, di bastonature? chi si preoccupa di queste cose, onorevole Basso, non è un decadente arruolato nell' armata dell' ordine e della legge, di cui ella stamane ha parlato. è un cittadino, un politico che si preoccupa di uno sfasciamento sociale sullo sfondo del quale non ci sarebbe che la dittatura. e noi tutti dobbiamo impedire per tempo ogni tentazione dittatoriale. non vogliamo sopravvalutare fatti singoli, ma quando nelle relazioni annuali della Cassazione vediamo un pauroso aumento del numero di omicidi e di rapine, quando le cronache quotidiane annotano l' insorgere di focolai di violenza che non rifuggono neanche da micidiali insidie terroristiche e che, se non domati agli inizi, potrebbero rappresentare il nucleo di incalcolabili evoluzioni della situazione, credo che tutti noi non possiamo stare a guardare. non voglio generalizzare, come credo che sia un errore generalizzare il giudizio sulle generazioni giovani, prendendo a parametro alcuni casi estremi più o meno criticabili da un punto di vista esteriore. l' altro giorno abbiamo visto sfilare a Bologna degli alpini, che non appartenevano soltanto alla categoria dei vecchi combattenti, ma anche a quella delle ultime generazioni, i quali hanno dato, credo, una dimostrazione di certi valori altrettanto valida di quella che potrebbe essere data da una parte non indifferente della gioventù del nostro paese. ma attenti, onorevoli colleghi , tra le bombe messe alla Fiera di Milano e gli eccidi quali si verificarono nell' altro dopoguerra, anche a Milano, il passo potrebbe essere breve, anche perché — e ce lo ha detto ieri molto bene l' onorevole Foschi, da medico — l' esplodere di latenti germi di violenza, che albergano nell' animo di uomini e di giovani, sollecitati da impulsi disordinati di ogni genere, potrebbe essere una nefasta valanga nel nostro contesto nazionale. ed è comune il dovere per tutte le forze politiche e sindacali di dissociare comunque la propria responsabilità dalle sconsiderate iniziative che si deplorano e di partecipare all' opera di rasserenamento, che non è volta a comprimere lo sviluppo, ma che è invece cornice indispensabile perché questo sviluppo continui e si completi. certo, tutti avvertono l' esigenza, per le forze di tutela della sicurezza pubblica, di un continuo aggiornamento, per essere in grado di affrontare con tempestività e con proporzioni di mezzi ogni evenienza, distinguendo nettamente la repressione della criminalità e le esigenze di prevenzione di degenerazioni di manifestazioni di massa, sindacali o di opinione, che sono, come ho detto, un diritto dei cittadini e, aggiungo, un elemento vitale per la democrazia. in tale prospettiva a noi è apparso ingiusto e deplorevole che si parlasse in tono polemico e non di rado offensivo di disarmo della polizia. certo, nel contesto generale dei discorsi ognuno poi spiega, chiarisce, fa anche delle proposte estremamente sagge. questa mattina l' onorevole Riccardo Lombardi, nell' annunciare il suo temporaneo disimpegno, ci ha detto che è necessario aggravare le norme del codice penale per rendere concreta quest' azione preventiva, a tutela psicologico-democratica delle norme (limitando — aggiungo io — le frequenti amnistie)... esatto, onorevole Lombardi, ed io mi auguro che questa sua posizione risulti chiara all' esterno, anche perché tutti abbiano una giusta valutazione della sua personalità, senza fare classificazioni generiche come quelle di cui ho parlato prima e come capita spesso ad alcuni nostri colleghi di fare. ma dobbiamo stare attenti che non venga a nessuno la sensazione (e forse per qualche caso potrebbe essere non solo la sensazione) che ci sia chi veramente non desidera dare una struttura diversa, ma desidera mettere in condizione questa parte, che non è certamente la sola, ma che è una delle parti costitutive del permanere e dell' evolversi della vita sociale e costituzionale, di non poter operare. contemporaneamente noi abbiamo detto con assoluta chiarezza che è nell' interesse congiunto dei cittadini e degli agenti dell' ordine che siano conosciuti e sperimentati metodi e accorgimenti che in altri paesi consentono di limitare ai casi estremi il servizio con armi da fuoco, affidandosi l' ordine pubblico e il prestigio degli agenti al costume civico e, appunto, a una rapida ed effettiva tutela penale non messa periodicamente in mora , come accade nel nostro paese, dalle troppo frequenti amnistie. stiamo attenti però a non avere una fiducia illimitata e in bianco verso questi sistemi nuovi, perché, ad esempio, quando sento in questa sede esprimere elogi per gli USA, domando se veramente l' uso di mezzi chimici e l' opera di guardie private a tutela di attività economiche e di altre attività di gruppi, non dovessero, il giorno che venissero in discussione, essere da noi considerati altrettanto e più pericolosi del sistema di cui oggi cerchiamo dei correttivi migliorativi. penso — e concludo — che non solo noi, ma anche e innanzi tutto i carabinieri, gli agenti e le loro famiglie attendono con interesse i risultati della commissione voluta e assicurata dal ministro Restivo. certamente, ho detto tutti. io credo di essere lavoratore altrettanto, almeno, quanto lei, onorevole Scalfari. ma la pubblica tranquillità è condizionata all' azione politica in generale. quando si volle dare da noi una solennità legislativa alla programmazione economica, si intese — io penso — offrire un riferimento preciso e impegnativo alle attese dei cittadini. orbene, alla vigilia del cosiddetto « progetto 80 » mi sia consentito di dire che lo Stato deve esser cauto nelle enunciazioni, ma deve essere estremamente preciso e puntuale nelle attuazioni. così (e non credo che ci possa essere dissenso) le agitazioni incomposte appariranno e saranno non solo non necessarie, ma inutili per ottenere provvedimenti e benefici. nessuno ama, onorevole Basso, il quieta non movere (a parte che è forse difficile sapere che cosa sia quieto in questo momento), ma tutti credo che dobbiamo deplorare e combattere contemporaneamente, in attesa di avere una dottrina nuova, di cui ella ha detto di essere in fondo l' unico depositario (ed è un po' poco per poterla realizzare), dottrina che però non credo accetti la violenza creatrice. onorevoli colleghi , in questi giorni il nostro presidente onorevole Pertini, che ne ha scritto una commossa prefazione, ci ha fatto dono della raccolta dei discorsi di Giovanni Amendola . in uno di quei discorsi, pronunciato in quest' Aula il 23 luglio del 1921, l' onorevole Amendola disse: « l' ordine pubblico non va ristabilito contro nessuno, ma a vantaggio di tutti » . di tutti. l' ordine contro nessuno, ma a vantaggio di tutti. onorevoli colleghi , l' impossibilità, nel 1921, di una saldatura tra forze democratiche di diversa provenienza fece sì che quello che era stato il voto dell' onorevole Amendola non fosse ascoltato; e venne presto una lunga sera ad intristire la nostra nazione. sta prima di tutto nell' odierna consapevolezza del Parlamento la garanzia che esperienze del genere, di qualunque colore, l' Italia non abbia più a soffrire.