Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
V Legislatura - Assemblea n. 106 - seduta del 25-03-1969
Sui programmi integrati plurisettoriali in aree sottosviluppate
1969 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 249
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , noi abbiamo avuto già occasione di esprimere il nostro rincrescimento e rammarico per le dimissioni dell' onorevole Sullo dalla carica di ministro della pubblica istruzione ; e desideriamo qui ribadire questo nostro rincrescimento e rammarico. apprendendo, con sorpresa, di queste dimissioni, ci siamo dovuti porre il problema delle motivazioni delle stesse: ed abbiamo dovuto accettare quelle che risultavano dalla lettera dell' onorevole Sullo. da questa lettera e dalla risposta del segretario della Democrazia Cristiana abbiamo dovuto riconoscere, senza entrare nel merito di questo delicato problema, che le dimissioni dell' onorevole Sullo erano giustificate da ragioni interne al partito della Democrazia Cristiana . nella dichiarazione fatta a commento di questo doloroso avvenimento, noi abbiamo detto perché dovevamo concludere nel senso indicato dall' onorevole Sullo medesimo. la lunga e difficile discussione intorno al progetto di legge di riforma universitaria si era chiusa con l' accordo unanime dei tre partiti e con la piena sodisfazione del ministro della pubblica istruzione . ed egli con lealtà, e con estrema franchezza, ha riconosciuto, in quest' Aula, che la mia interpretazione della sua posizione e della posizione dei partiti nei riguardi del disegno di legge relativo alla riforma universitaria era esatta; il tutto, cioè, si era chiuso con perfetto accordo e con piena sodisfazione del ministro. a questo punto, onorevoli colleghi , il discorso potrebbe essere chiuso, perché evidentemente non tocca a noi né tocca al Parlamento trattare questioni interne della Democrazia Cristiana . l' onorevole Sullo ha fatto una dichiarazione ben precisa, dicendo che il progetto di riforma universitaria aveva visto l' accordo dei tre partiti e la sua piena sodisfazione. questa mattina l' onorevole Sullo ha dichiarato che la mia interpretazione era esatta; non capisco, quindi, come voi possiate contestare questo punto preciso, accertato nel dibattito. ripeto, quindi, che ci si potrebbe fermare qui, nella discussione. l' onorevole Sullo, tuttavia, ha fatto un accenno che riguarda direttamente il partito repubblicano italiano: egli si è riferito ad una sua dichiarazione, ad un ordine del giorno approvato dal Senato e ad una nostra dichiarazione di commento nei confronti di quella situazione. non ho difficoltà, onorevoli colleghi , a chiarire le ragioni per le quali noi abbiamo sollevato una serie di quesiti in proposito. si era parlato di progetti del Governo aperti all' apporto costruttivo di qualsiasi forza parlamentare. nello stesso giorno, un parlamentare (se non erro, l' onorevole Granelli), a rafforzare la dichiarazione del ministro Sullo, aveva aggiunto che in definitiva la situazione politica del nostro paese è così dinamica che si potevano financo considerare superati gli accordi di Governo e la stessa formazione della maggioranza. avevamo appreso inoltre che in seno alle forze della maggioranza ci si accingeva a presentare emendamenti al decreto legge sugli esami di Stato . ci si è posto pertanto il problema di accertare se esisteva ancora una maggioranza, rispetto agli accordi programmatici raggiunti in sede di formazione di Governo, o se per caso questa situazione, attraverso dichiarazioni individuali, ma autorevoli, dovesse essere considerata superata. questa nostra posizione politica, che. è stata ripresa anche attraverso articoli di giornale, ha indotto il presidente del Consiglio a indire una delle cosiddette riunioni di vertice. a questo punto ritengo doveroso chiarire, aggiungendo qualcosa a ciò che ha dichiarato il collega Andreotti, in che senso noi abbiamo sollevato il problema della condizione della maggioranza e in che senso appariva opportuna una conferma della posizione dei vari partiti nel momento in cui certe dichiarazioni venivano fatte. chiaro, onorevoli colleghi , che la maggioranza deve essere aperta ad ogni apporto costruttivo del Parlamento, da qualunque parte provenga: commentando la dichiarazione resa al Senato dal ministro Sullo, ho ribadito tale punto di vista . ma il problema non è quello, di vedere se la maggioranza debba o meno essere aperta all' apporto costruttivo delle opposizioni. un governo di coalizione è frutto di accordi fra i vari gruppi politici , in cui ciascun partito, per realizzare l' accordo, deve evidentemente rinunziare a qualche parte della sua peculiare impostazione programmatica, ma ottiene in compenso certe garanzie, per altri aspetti, circa le proprie impostazioni programmatiche. il problema che noi abbiamo sollevato era di quest' ordine: da chi, in che sede e come si accoglie quello che si considera apporto costruttivo delle opposizioni? in una coalizione di Governo, in una coalizione che vede diversi gruppi politici nella maggioranza, può darsi che una posizione dell' opposizione sia ritenuta valida da uno dei gruppi della maggioranza, ma non sia ritenuta valida, rispetto agli accordi raggiunti, da un altro dei gruppi della maggioranza, qualunque sia la sua forza numerica. noi abbiamo il diritto di sentirci tutelati su questo terreno. perciò, noi abbiamo chiesto alla maggioranza se gli apporti, per essere considerati costruttivi, debbono essere considerati tali con unanime parere di tutti i gruppi che concorrono alla formazione della maggioranza o se uno di questi gruppi della maggioranza può votare come un gruppo di opposizione, venendo meno agli impegni programmatici assunti in sede non solo di formazione della maggioranza medesima, ma di redazione dei singoli progetti che qualificano la maggioranza. no, onorevole Amendola; mi pare che ella non abbia capito affatto il mio discorso. io ho detto che la maggioranza può accogliere apporti dell' opposizione, però i gruppi politici che la compongono debbono essere unanimi nell' accoglimento di essi. nessuno di noi si sogna di impedire una discussione parlamentare ampia in qualsiasi tipo di dibattito. il problema non è di dibattito parlamentare . il problema è quello cui ho accennato: chi è autorizzato ad accogliere posizioni dell' opposizione che si considerino costruttive e che siano costruttive, se tutti i gruppi che costituiscono la maggioranza non sono unanimi nel dire che quello è un apporto costruttivo? no, onorevole Napolitano. lo può decidere un voto del Parlamento, ma questo significa che nasce una nuova maggioranza e muore la vecchia. questo il problema che noi abbiamo sollevato. onorevoli colleghi , mi dispiace che vogliate equivocare su questo punto. noi che rappresentiamo un gruppo minoritario della maggioranza vogliamo essere garantiti in questa fondamentale questione. ho chiarito, senza possibilità di equivoco alcuno, la nostra posizione. il Parlamento può creare qualsiasi altra maggioranza. ma un partito che fa parte di una maggioranza, che ha interessi da difendere fissati nel programma di Governo , e vede attraverso un voto del Parlamento tradite le sue esigenze programmatiche, ebbene, si deve considerare fuori di quella maggioranza; quindi, quella maggioranza non esiste più. onorevoli colleghi , sulla questione degli apporti costruttivi della maggioranza e della minoranza, al solito, si crea una densa cortina fumogena . io ho cercato di chiarire qual è l' essenza del problema. e io ho trovato, collega Sullo, per questo aspetto una certa contraddizione nel suo discorso. infatti, mentre alcune dichiarazioni di esponenti della maggioranza hanno dato luogo all' equivoco cui ho accennato, su come si forma la volontà della maggioranza, l' onorevole Sullo, in una parte del suo discorso, ha lamentato il fatto che alcuni deputati della maggioranza, senza che ciò venisse concordato fra i gruppi, abbiano presentato emendamenti non tenendo conto della posizione del Governo, né della posizione della maggioranza. fu questo il caso della riforma degli esami di Stato , non è vero, onorevole Sullo? quindi, il ministro stesso, che in fondo si è voluto mostrare aperto, ha dovuto subito dopo constatare la pericolosità di questa posizione, per cui una maggioranza si disgrega e non si sa più da quale maggioranza sia governato il voto parlamentare. devo dire che nella riunione al vertice tutti gli esponenti, compreso l' onorevole De Martino , hanno dato ragione alla nostra impostazione. l' onorevole De Martino ha riconosciuto che non si può costituire una maggioranza su un problema singolo, che questa maggioranza unanimemente, come gruppi che la costituiscono, deve essere concorde nell' accettare un punto di vista diverso da quello che è stato precedentemente concordato sia nelle dichiarazioni programmatiche del Governo sia nella trattativa di problemi singoli, come la riforma universitaria . e vengo al nocciolo del problema: perché abbiamo sollevato tempestivamente questa questione, onorevole Natta? di quale genere? onorevole Natta, io deferisco alle sue posizioni politiche; ma giudicare se una posizione politica, accettata nell' ambito della maggioranza, sia coerente con la posizione di un gruppo della maggioranza stessa, non spetta a lei, spetta a tale gruppo della maggioranza; non spetta a lei dire che cosa sia importante o no per noi. se permette, per quanto noi siamo un partito minoritario, finché siamo in una maggioranza abbiamo il diritto di dire: questo risponde agli interessi concordati o no. onorevole Amendola, se ella crede che correggere l' impotenza legislativa significhi creare una confusione di principi e di posizioni, evidentemente io preferisco la impotenza legislativa alla confusione. e vengo, onorevole Natta, alla sostanza del problema: perché noi siamo grati al presidente del Consiglio di aver chiarito il problema cui accennavo? perché noi sapevamo di dover affrontare una dura battaglia sulla riforma universitaria e volevamo sapere quale impegno la maggioranza avrebbe avuto quando avesse raggiunto un accordo non su un emendamento qualsiasi, onorevole Amendola, ma su punti che ciascun membro della maggioranza ha il diritto e il dovere di considerare irrinunciabili. vi sono delle cose irrinunciabili anche per noi, non vi sono solo per voi. la poltrona del Governo non è che mi interessi molto: ella lo sa da gran tempo. quindi lasci stare questi argomenti. ebbene, voi avete urlato quando l' onorevole Andreotti ha accennato alle vostre precedenti posizioni. ma ve le abbiamo ricordate anche noi. noi abbiamo avuto presente il progetto Berlinguer-Rossanda Banfi Rossana. è noto quanto coincidessimo sulla concezione del dipartimento come struttura nuova dell' università, sul pieno tempo come istituto che avrebbe tagliato le possibilità dei « baroni » , sull' autogoverno dell' università come mezzo per rompere le « baronie » . ed ella sa, onorevole Natta, che su questa posizione tutta la parte progressista dell' università era unita: professori ordinari, assistenti, incaricati. non c' era divisione. non ho mai constatato che la posizione repubblicana fosse stata criticata dagli elementi progressisti, non ho mai constatato che Zevi o Calogero o qualche comunista, Impellizzeri per esempio, Cessa o La Penna , lo abbiano fatto. anche professori che scrivono nei Quaderni piacentini hanno aderito alla nostra battaglia contro il docente unico: professori come Garosci, come Venturi. ora io non credo, onorevole Natta, che uomini che dalla Resistenza lottano per la democrazia nel nostro paese siano diventati uomini di casta da un giorno all' altro. ecco la posizione che ha guidato l' azione del partito repubblicano : cioè il rispetto per un pensiero democratico — è vero, onorevole De Martino ? — che è maturato dalla Resistenza. il professor Venturi non è un uomo di cattedra, è un grande democratico che ha diritto di essere ascoltato anche se non accetta la tesi del docente unico, signori della opposizione di sinistra. è il rispetto che noi abbiamo per lo spirito democratico dell' università che ci ha portato a prendere la posizione che abbiamo preso. e quando è nato il docente unico, onorevole Natta? il docente unico è nato da due mesi. tutti pensavano alla nuova università senza la figura del docente unico. non dica che non è vero. sa che cosa mi ha detto uno dei suoi seguaci? non ci avevamo pensato prima. cioè voi avete pensato per due anni alla riforma universitaria e avete dimenticato questo meccanismo che risolveva tutto, che è il docente unico. ma voi credete che noi possiamo accettare queste improvvisazioni? ella, onorevole Natta, sa che, mentre noi riconosciamo il diritto alla stabilità giuridica dei professori straordinari, sentiamo nella battaglia per il docente unico una rivendicazione di ordine sindacale, che non ha nulla a che fare con la riforma universitaria . ecco la nostra posizione! perché se la riforma che deve guidare la vita delle nuove generazioni deve essere adattata a rivendicazioni di ordine sindacale, voi sfasciate un ordine vecchio ma non create un ordine nuovo: create il caos e la confusione degli istituti. questa è la verità! ebbene, onorevole Natta, questa sarà una grande battaglia. noi abbiamo raggiunto, come si è detto, un onorevole compromesso. l' onorevole Natta ha detto: La Malfa ricorre ai voti di fiducia . e come possiamo difendere le cose nelle quali crediamo? dovremmo affidarle a maggioranze che si costituiscono dietro la pressione degli interessi? noi affidiamo alla maggioranza e al Governo, che con noi è arrivato a certe conclusioni, la difesa di punti che consideriamo irrinunciabili. a voi non interessano molte altre cose: vi interessa forse, onorevole Natta, — parliamoci chiaro — qualche piccolo emendamento? a voi interessa di vincere la battaglia per il docente unico. sarò felice il giorno in cui mi accorgerò che a lei non interessa il docente unico. vede, onorevole Natta, noi riteniamo che su questi punti fondamentali il vostro apporto non sia costruttivo: è disintegrativo di un sistema reale di riforma, perché — del resto è una polemica vecchia che noi facciamo con voi — voi subite sempre la pressione immediata di interessi, non riuscite a vedere una riforma al di là della pressione degli interessi. questo ve lo diciamo in ogni campo. così. ebbene, noi non lo concepiamo così un movimento di riforma che ha carattere istituzionale, cioè che deve creare istituti che resistano al gioco degli interessi particolari, che devono rappresentare l' apertura verso una nuova società, ma che non devono rappresentare lo sfogo di interessi, sia pur legittimi, ma che hanno carattere sindacale, di rivendicazione sindacale. non è vero, ho citato dei nomi; ella dice cosa che non è degna della sua intelligenza; ella non può dire che Calogero, che Venturi, che Garosci siano dei « baroni » . non dica questo; non è vero! non è vero che quei comunisti, che la pensano come noi, siano dei « baroni » ! onorevoli colleghi , nelle nostre scelte ci deve essere pure qualche guida; io vi ho citato dei nomi che noi consideriamo al di sopra di ogni sospetto. non sono nomi di repubblicani, sono nomi di socialisti e di comunisti. la questione è al di sopra degli schieramenti politici, coinvolge la maniera di concepire l' università nuova. e noi abbiamo detto chiaramente che sarebbe facile condurre la lotta contro i « baroni » e creare troppi « baronetti » . credo che si debba garantire la stabilità giuridica, ma anche vedere il senso della, vera riforma dell' università, perché anche questa istituzione non degradi. ripeto, questa è una polemica che noi facciamo continuamente con voi. noi crediamo che sul terreno concreto di ogni singolo provvedimento di legge voi portiate una carica di rivendicazioni immediate, che tolgono vigore ad ogni tipo di riforma. e, scusate, onorevoli colleghi , ma quando voi, dopo uno sforzo come quello che si fa per le pensioni, di 8 mila miliardi... ma, onorevole collega, quando voi vi ponete il diritto allo studio come ve lo ponete, e quando noi vi abbiamo richiamati tempestivamente ad inquadrare il problema di non esaurire le finanze dello Stato, perché vi sareste poi trovati di fronte il problema della scuola, allora ci si può domandare: avete ragione voi, che su ogni provvedimento spingete agli estremi le situazioni, o abbiamo ragione noi che da cinque anni vi diciamo: inquadrate i problemi in una politica di programmazione, altrimenti andiamo in malora? questo è il problema che vi poniamo. lo dico con franchezza: la disintegrazione delle strutture dello Stato, la disintegrazione delle finanze dello Stato, l' incapacità di inquadrare i problemi e il premere in ogni settore non vi apporterà niente, vi troverete di fronte alle rovine di una situazione che può, invece, progredire. questo è il richiamo che vi facciamo da cinque anni. finitela! dal nostro punto di vista , la vostra opposizione non è costruttiva; sul terreno ideologico voi fate dei passi, ma sul terreno dei problemi concreti voi estremizzate tutte le posizioni. ecco il significato della nostra resistenza su ogni punto, ed ecco il terreno su cui si può creare l' equivoco tra maggioranza e opposizione. voi non date un apporto costruttivo ad una concezione rigorosa delle riforme, ad una concezione che ignori gli interessi particolari e contingenti. voi non ignorate le posizioni particolari e contingenti, anzi ve ne servite ogni giorno, e con questo disgregate lo Stato e peggiorate una situazione che è già abbastanza grave.