Bettino CRAXI - Presidente del Consiglio Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 633 - seduta del 28-04-1987
Sulla lotta al terrorismo
1987 - Governo I Spadolini - Legislatura n. 8 - Seduta n. 450
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole presidente del Consiglio , ad un primo impulso tutto sembrerebbe consigliare un voto nettamente contrario. e, a prima vista, tutto potrebbe sembrare assolutamente semplice e definito: il governo istituzionale che le è riuscito di formare, che si presenta come una sorta di monocolore a strisce dopo il rifiuto a farne parte di quanti diffidavano della sua natura e dei suoi propositi; i ministri dimissionari usciti dalla porta e rientrati dalla finestra con una sola volontaria eccezione; il contesto politico confuso e lacerato che, in un crescendo aspramente polemico, ha preceduto ed accompagnato la formazione e la presentazione del Governo di fronte a questa Assemblea; il desiderio più che naturale che è sorto alla fine — credo in tutti — di giungere rapidamente ad un confronto regolatore di fronte al corpo elettorale , dove naturalmente noi pensiamo, per parte nostra, di poter far valere ragioni buone e forti. e tuttavia non sempre il primo impulso consiglia per il meglio; non sempre una buona convenienza porta alla decisione più giusta. signor presidente , abbiamo perciò ascoltato e abbiamo riflettuto. e abbiamo valutato con grande scrupolo i diversi aspetti della situazione. lo abbiamo fatto sforzandoci di usare il metro dell' interesse generale e nazionale, non ignorando il valore che si deve attribuire al puntuale rispetto del libero esercizio di un preciso diritto dei cittadini, annotando via via ciò che di caotico, equivoco, velleitario, distruttivo e pericoloso si sta accumulando, danni che ne derivano oggi e che ne possono derivare domani alla vita democratica ed alla società nazionale. ebbene, un Governo anche dal programma limitato, anche se costretto ad una situazione politica di particolare e grande difficoltà, ha pur sempre compiti istituzionali, doveri istituzionali, responsabilità istituzionali. questo noi abbiamo pensato e pensiamo che sia il compito affidato al presidente del Senato , non quello di becchino della legislatura, incombenza per la quale sarebbe stato perfettamente inutile scomodarla. d' altro canto, l' articolo 94 della Costituzione dice che il Governo si presenta al Parlamento per ottenere la fiducia, allo scopo di ottenere la fiducia, con la finalità di ottenere la fiducia, con un intendimento onesto e leale verso la Costituzione. ora, poiché alcuni osservatori politici ed anche numerosi parlamentari hanno ricavato l' impressione che il Governo si sia presentato ed operi per non ottenere la fiducia, noi vorremmo aiutarla a cancellare questa impressione. onorevole presidente del Consiglio , come lei ha ricordato, di qui a poche settimane, a partire dall' 8 giugno, l' Italia ospiterà a Venezia il vertice dei sette paesi più industrializzati dell' Occidente: un consesso nel quale l' Italia ha visto crescere il suo ruolo e il suo prestigio, per la forte stabilità della sua situazione interna e della sua condotta politica e per la posizione internazionale mantenuta in questi anni con coerenza, dignità e lealtà. una sede di concertazione economica, ma anche di consultazione politica, di particolare rilievo su tutte le grandi questioni che impegnano, sullo scacchiere mondiale e negli ambiti regionali, i sette maggiori paesi dell' Occidente, paesi alleati e paesi amici. a lei, signor presidente , a nome dell' Italia, toccherà l' onore e la responsabilità di presiedere questo importante vertice internazionale. mi chiedo come potrebbe farlo con il necessario prestigio, trovandosi alla testa di un Governo dimissionario, privo della fiducia parlamentare, con un Parlamento dissolto, nello scenario di una campagna elettorale in corso e nel contesto di un totale vuoto politico. saranno sul tappeto questioni importanti e di vitale interesse anche per l' Italia. penso che sarà una buona cosa se il Governo della Repubblica potrà, invece, sedere ed agire nella pienezza dei suoi poteri e della sua responsabilità; penso che, di fronte ai capi di Stato e di Governo amici ed all' opinione pubblica internazionale, sia un bene che il Governo sia posto in condizione di rappresentare la nazione e gli interessi nazionali , potendo contare su un voto di fiducia del Parlamento, ottenuto sulla base della dichiarata volontà di voler tenere viva e di sviluppare la linea e gli orientamenti sin qui seguiti. solo quattro giorni più tardi, per il 14 giugno, è fissata la data della consultazione popolare per i referendum richiesti, richiesti, con la loro firma, da milioni di cittadini. una richiesta cui hanno, o avevano, portato il loro sostegno un arco di forze politiche che nell' insieme rappresentano, o rappresentavano, la maggioranza del Parlamento e quindi degli elettori. un calcolo, certo, questo che, come vede, mal si dovrebbe conciliare con il ventilato 75 per cento di cui ha parlato ella ieri. a questa richiesta, alla fine, non si è opposto, almeno a parole, più nessuno: nessuno in linea di principio , nessuno apertamente in quest' Aula. il Governo, con le sue parole, ha mostrato vivo e storico attaccamento all' istituto referendario, anzi si propone di migliorarne la normativa ed avanza proposte che possono valere per domani. io non entro neppure nella disputa se e come i referendum si sarebbero potuti evitare, ridurre, trasformare, svuotare, su quale significato attribuire al fatto che sulla politica della giustizia si era delineato un accordo di maggioranza e sulla politica energetica un accordo era e resterebbe possibile, a partire da una dichiarazione di moratoria; se la questione referendaria sia stata forzata oltre il suo valore proprio; se i referendum abbiano costituito solo un pretesto, e per chi: una daga, una sorta di daga, che è entrata ed uscita dal fodero a seconda dei giorni e dei protagonisti presenti sulla scena. osservo solo che sarebbe ora tutto pronto. tutte le carte sono in regola. l' opinione pubblica risulta largamente favorevole allo svolgimento dei referendum. la data è fissata. le questioni su cui i cittadini sono chiamati a pronunciarsi tutt' altro che futili. il loro indirizzo risulterebbe, in definitiva, utile per tutti. onorevole presidente , si tratta di vere e proprie scadenze istituzionali, di politica internazionale e di politica interna , il cui significato non può sfuggire ad un Governo che vuole la sua attenzione financo su temi di riforma istituzionale , con orientamenti che possono servire a riaccendere un dibattito, ma certo non a concluderlo. un Governo che si propone essenzialmente ed onestamente di assolvere a doveri istituzionali, un Governo che deriva esclusivamente da una libera e diretta scelta del Capo dello Stato , senza consultazione dei partiti e senza accordi tra i partiti, che non nasce da una manovra di bassa cucina, ma dichiara di tenere nel conto più alto il dettato della Costituzione ed il rispetto della Camera e del Senato della Repubblica , i diritti dei cittadini, l' interesse della nazione, se otterrà la fiducia del Parlamento avrà di fronte a sé una strada tracciata. sarà anche questo forse un modo per far tornare in primo piano problemi veri e reali della nostra vita democratica , questioni essenziali della nostra società; forse la via per riportare anche un certo ordine ed un certa chiarezza nel dibattito politico e per giungere, in una situazione meno convulsa e con prospettive politiche più definite, di fronte al giudizio dei cittadini. sarà un richiamo per tutti ai doveri della responsabilità democratica, che ognuno esercita nelle condizioni possibili. noi sentiamo profondamente la nostra e, per le ragioni che ho esposto, noi non le offriamo un voto tecnico , che potrebbe giustamente lasciarla indifferente, ma un voto politico , così come le ha già offerto l' onorevole Nicolazzi, a nome di un altro partito della disciolta coalizione. sentiamo in questo modo di adempiere ad un dovere verso le istituzioni e verso i cittadini. vogliamo adempiere ad un dovere, per consentirle di adempiere al suo.