Bettino CRAXI - Presidente del Consiglio Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 6 - seduta del 12-08-1983
1983 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 6
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , alle ore 23,35 circa del 9 agosto, al chilometro 32 della linea ferroviaria Firenze-Bologna, è esploso un ordigno ad alto potenziale collocato sul binario dispari mentre transitava l' espresso numero 571. la deflagrazione è avvenuta a poco più di dieci metri dal locomotore, hanno riportato lievi ferite il macchinista e il suo aiuto e fortunatamente i mille e più passeggeri del convoglio sono rimasti illesi. si trattava a quanto pare di un ordigno al plastico. doveva essere una notte di sangue ed era una bomba destinata a provocare una strage, così come del resto aveva anticipato una telefonata anonima giunta alla questura di Bologna mezz' ora prima: « questa sera ripeteremo la strage del 2 agosto alla stazione » . la vita nazionale non è nuova ad episodi di questa natura, che giungono con straordinaria puntualità politica a segnare momenti e passaggi della vita nazionale con il marchio del crimine, del sangue e del terrore. non ha provocato vittime, ma comunque è un messaggio di terrore e di intimidazione che viene rivolto al paese, al Governo che inizia il suo lavoro e al Parlamento. i rapporti di polizia parlano di una matrice quasi certamente riconducibile alla eversione di destra. io ho sempre ravvisato in questa catena di attentati che hanno provocato stragi nel nostro paese anche una mano di professione. sta di fatto che, mentre il terrorismo a matrice fanatico-rivoluzionaria, del cosiddetto partito armato , è stato per larga parte scoperchiato, sconfitto, isolato, su tutta questa serie sanguinosa di crimini e di stragi il coperchio non si è levato, non si è potuto levare, non si è ancora potuto levare. il Governo farà ciò che è in suo potere, convinto che c' è molto da fare per andare all' origine di questa mano misteriosa, eversiva e criminale che si stende sulla vita della nostra Repubblica con una insistenza ed una resistenza che permane a distanza ormai di più di 15 anni dalla strage di piazza Fontana . nella stessa notte, oltre confine, in un carcere-gioiello, che evidentemente non è un carcere-modello, con tre chiavi necessarie per aprire le porte e con un muro levigato alto sette metri, il più illustre prigioniero del momento delle carceri svizzere ha preso il volo, o è stato rapito, a secondo della interpretazione dei fatti. anche questa, a mio giudizio, non è opera, non può essere opera, di un sodalizio di amici che si improvvisano topi di carcere, ma vi si ravvisa la mano di un professionista specializzato. non era imprevedibile: già da tempo per esempio il comando generale della Guardia di Finanza aveva segnalato le possibilità di un tentativo di fuga del Gelli dal carcere ginevrino, fornendo anche alcuni nominativi dei possibili organizzatori dell' evasione. il servizio elvetico, subito interessato, aveva fornito, allora, la seguente risposta: « non siamo in grado di valutare l' informazione trasmessa, sono state prese le appropriate misure di sicurezza, ogni nuova informazione da parte vostra sarebbe la benvenuta » . le autorità italiane non hanno nessuna responsabilità, non risalendo ad esse in nessuna forma qualsiasi responsabilità sulla custodia di un detenuto delle carceri elvetiche. l' avvenimento conferma che il capo della disciolta loggia massonica P2 stava al centro di un sistema importante e nevralgico di relazioni e di gruppi di potere che avevano radice non solo nel nostro paese, ma anche in gruppi di potere internazionali. mi si è rimproverato di non aver parlato della P2 nel mio discorso alla Camera. io osservo che si sono fatte su questo argomento tante parole e pochi fatti e noi, al pari di altri, siamo interessati che le molte verità che sono rimaste nell' ombra emergano, verità sulla P2 e la sua storia più recente naturalmente, le sue attività, le sue derivazioni ed eredità, i suoi complici e le sue vittime e i suoi emuli. il Governo collaborerà alle attività di inchiesta e di indagine facendo tutto ciò che è in suo potere per sostenerle e per facilitarne il compito. debbo esprimere il mio vivo rincrescimento ai colleghi deputati che hanno subito violenza nel corso di un grave incidente verificatosi a Comiso fra le forze dell'ordine e gruppi di dimostranti, anche perché non posso ritenere che i colleghi deputati si fossero dedicati ad azioni di violenza. io penso che nel nostro paese, le manifestazioni non violente non possano in nessun caso subire violenze, che certe forme di intervento delle forze dell'ordine debbano costituire sempre l' ultima risorsa per evitare danni più gravi: e in questo senso verranno impartite le direttive più opportune, perché questi fatti non si verifichino in una località che prevedibilmente sarà luogo di pellegrinaggio di molte manifestazioni di chi intende liberamente esprimere la propria opinione su una determinata tesi politica. devo tuttavia aggiungere che a nessuno può essere consentito di esercitare a sua volta violenza, e violenza è impedire, agli addetti ai lavori o ai presìdi militari, di accedere ad una base militare, violenza è non consentire che arrivino in questa base il vettovagliamento e le bevande necessarie, violenza è assumere iniziative violente nei confronti delle forze dell'ordine . penso che su questo non possano esserci dubbi da parte di nessuno. sono fermamente contrario all' uso di quella che viene definita la carica della polizia; vi sono certamente altre forme attraverso le quali può essere sgomberata una piazza, purché non ci si trovi di fronte ad un' azione di violenza. sulla questione dell' ordine pubblico a Comiso noi dovremo osservare più attentamente ciò che accade, perché non è neanche possibile che attorno ad una base militare qualcuno si sia preoccupato di acquistare tutti i terreni, in vista di non si sa bene quale attività permanente. dal dibattito politico il Governo ha tratto e non può non trarre motivi di conferma dell' impostazione che ha presentato al Parlamento. abbiamo ascoltato molte critiche, alcune delle quali ci sembrano figlie del pregiudizio puro, altre ci rafforzano nella convinzione che bene abbiamo fatto sottoponendole al giudizio del Parlamento, sollecitandone la fiducia, altre ancora inducono invece a riflessioni e ad approfondimenti. ringrazio innanzitutto l' onorevole De Mita , segretario della Democrazia Cristiana , il quale ha sottolineato il ruolo essenziale del suo partito nella vita della coalizione e non solo per il peso del gruppo parlamentare che rappresenta. egli ha espresso un auspicio che condivido, e cioè che la coalizione possa attuare, nella lealtà e nella coerenza verso i suoi programmi e in una chiarezza del quadro politico , il programma del Governo, e lo ringrazio per le motivazioni con le quali ha dichiarato la fiducia del gruppo della Democrazia Cristiana . ringrazio l' onorevole Battaglia che ha voluto ricordare che il programma di Governo non è socialista in senso tradizionale, aggiungendo che neanche il presidente della Repubblica francese, alla testa di una coalizione fondata su una maggioranza socialista, ha enucleato un programma in tal senso. quindi solo programmi adeguati alla situazione, che tengano conto dei profondi mutamenti che investono le società occidentali. egli ha altresì ricordato il contributo storico del partito repubblicano al dibattito culturale e politico e alla chiarificazione delle moderne problematiche della politica economica e di quella dei redditi. ringrazio l' onorevole Massari che ha sottolineato, con particolare calore, l' impegno del partito socialdemocratico , ravvisando i motivi coerenti di una politica che in molti settori è e sarà una politica di riforme. e l' onorevole Zanone, il quale ha dichiarato che il programma governativo indica la scelta di un paese occidentale, libero e non conservatore, ravvisando in questo lo spirito unitario che lo caratterizza. e lo ringrazio in modo particolare per aver sottolineato il valore storico dell' incontro tra democrazia liberale e socialista. ringrazio l' onorevole Formica per ciò che ha detto e per ciò che mi ha fatto ricordare. venti anni fa, quando il capo del partito socialista assunse la carica di vicepresidente del primo Governo di centrosinistra della storia d' Italia, Pietro Nenni fu accolto da una secessione clamorosa e vistosa che si verificò il giorno stesso in cui il Governo chiedeva la fiducia alla Camera. un atto di divisione che era il prodotto di una grande ostilità, di una grande avversione preconcetta, di un grande buio e di un grande errore. ringrazio l' onorevole Formica, perché so che in questo momento dal partito socialista e dal gruppo socialista viene un impegno di sostegno convinto. sono stato colpito dal modo in cui l' onorevole Berlinguer ha esposto la linea di opposizione del partito comunista . non che non trovi un punto logico nella decisione di questo partito di schierarsi all' opposizione, ma ciò che mi colpisce è questa impostazione « a tutto tondo » , spessa e compatta nei suoi « no » , nei suoi giudizi negativi, una totalità che, come direbbe un filosofo del nostro tempo, assomiglia alla non verità. tuttavia l' onorevole Berlinguer ha posto una serie di questioni di primaria importanza sulle quali desidero soffermarmi brevemente. la prima riguarda il problema di una presunta politica di attacco a livello dei salari, che viene ricavata — lo ricava l' onorevole Berlinguer e lo hanno ricavato anche altri colleghi nel corso del dibattito — dalla definizione tecnica di invarianza del salario per ore lavorate. desidero chiarire — del resto mi sono fatto aiutare a chiarire gli aspetti tecnici della questione in modo che il punto risulti chiaro. esso potrebbe essere espresso anche in un' altra formula, cioè a dire quella della difesa del potere reale dei salari. la definizione che viene adottata ha un suo valore tecnico, nel senso che il riferimento all' ora lavorata ha un significato di per sé positivo, in linea con le preoccupazioni che sono diffuse nel mondo sindacale per il salario legato all' effettivo apporto del lavoratore alla produzione, scoraggiando dunque i fenomeni di assenteismo che sono preoccupanti in certi settori ed aree del pubblico impiego e dei pubblici servizi. aggiungasi che in periodo di ripresa congiunturale il riferimento all' invarianza del salario reale senza la qualificazione per ora lavorata, sarebbe stato gravemente iniquo perché, dato il ridursi della cassa integrazione guadagni , le ore lavorate di media per lavoratore tendono ad accrescersi e la cassa integrazione guadagni è giunta ad interessare il 6,51 per cento del « monte ore » . in ogni caso sono stati conclusi 59 contratti per tre anni, in cui il rapporto tra ore e salario è stato fissato contrattualmente e la posizione del lavoro è protetta dai contratti stipulati. in una strategia dei prossimi anni che vedesse posto al centro il problema della riduzione dell' orario di lavoro e, quindi, del suo rapporto con l' invarianza del salario ed ove prendesse corpo questa strategia che, allo stato delle cose , è soltanto una ipotesi ed una tesi del movimento sindacale europeo e di larghi settori del mondo politico europeo, in quell' ambito una definizione di questa natura dovrebbe essere affrontata. voglio aggiungere che il movimento sindacale non ha chiesto e non chiede che ciò che si può ricavare dall' aumento di produttività vada ad incremento dei salari, ma chiede che vada verso una politica dell' occupazione, della innovazione tecnologica e verso nuovi investimenti. non c' è ragione quindi per derivarne, con questa brutalità di giudizio, che il Governo ha fatto una scelta di classe. non c' è contraddizione tra la posizione che il Governo sostiene, e che ha sostenuto nell' ambito della coalizione, e ciò che mi capitò di dire recentemente in un congresso dell' Internazionale socialista . per la verità l' intervento che io svolsi ad Albufeira sui problemi della politica internazionale e della difesa mi costò non uno, ma una serie di attacchi da parte della stampa sovietica che considerava la mia una posizione diversa da quella di altri partiti socialisti o socialdemocratici schierati a favore del disarmo unilaterale, cosa che nel caso di paesi neutrali o di tradizione neutralista è assolutamente legittimo, mentre meno legittima è la critica da parte dell' Unione Sovietica che notoriamente è un paese che non ha nessuna intenzione di disarmare unilateralmente. ebbene, perché non c' è contraddizione? perché io penso che la materia missilistica debba rimanere oggetto di negoziato ed anche nell' ipotesi in cui il negoziato ginevrino dovesse fallire perché non hanno trovato il modo di decollare le proposte sul tavolo — almeno quelle ufficiali, non dico quelle ufficiose, ma quelle di cui si è parlato e si parla, cioè non quelle che si sarebbero scambiate a mezza voce i negoziatori sui livelli più bassi possibile — la fase negoziale potrebbe subire una interruzione polemica; ma poiché abbiamo di fronte un periodo quadriennale per l' integrale applicazione del programma previsto, il tempo necessario per negoziare c' è e ci sarà. noi non possiamo prendere una posizione non dico di fiancheggiamento, ma in sostanza di apprezzamento al di là del suo reale significato per le proposte del governo sovietico e del leader Andropov: è il governo francese che ci avverte che i sistemi missilistici franco-britannici non sono comparabili per qualità ed efficacia alle nuove serie missilistiche sovietiche. si tratta di due cose qualitativamente diverse, ci avverte il governo francese ; ed aggiunge (e su questo potremmo obiettare o potrebbero obiettare i sovietici) che il sistema francese appartiene alla sovranità francese e che non deve essere posto sul piano di negoziato. ciò significa che dobbiamo lavorare per arrivare ad individuare la soluzione! ci sarà bene una soluzione! non dipingiamo quadri catastrofici perché in campo di missili ce ne sono già molti! io capisco la posizione di chi nega in radice l' esistenza dello equilibrio, ma essendo convinti che esso esiste e che è di natura tale da incidere sui margini ipotetici di sicurezza in vista di ipotetici — e speriamo mai verificabili — pericoli reali, si deve ricercare il punto di equilibrio. questo è il senso del negoziato e lo sforzo che bisogna continuare a compiere, puntando ai livelli più bassi possibili ed a soluzioni accettate da tutte le parti. infatti, due punti debbono essere chiari: nessuno deve avere la supremazia militare che fa sì, sempre, che un paese possa essere tentato un giorno o l' altro o in un dato momento della storia di ricorrere all' uso della sua supremazia o alla minaccia dell' uso di tale supremazia militare per influenzare la vita e la sorte di un altro paese. bisogna che tutti (Unione Sovietica , USA ed Europa) nel contesto generale della politica del disarmo siano garantiti nella loro sicurezza, ricercando un accordo che sia accettabile e soddisfacente per tutti. è vero che nel corso della mia relazione al Parlamento non ho fatto un accenno specifico alle questioni delle crisi del Centro-America, che ho collocato nell' ambito della categoria più generale delle crisi che investono in questo momento lo scacchiere mondiale, anche se penso — me lo consenta l' onorevole Berlinguer — che è un po' difficile paragonare l' esibizione di forza della flotta americana al largo delle coste del Nicaragua, che è pur sempre per un paese una cosa fastidiosa, all' invasione sovietica dell' Afghanistan. stavo dicendo che mi sembra difficile che si possa comparare l' esibizione di forza della flotta americana al largo delle coste del Nicaragua, il che può rappresentare un notevole fastidio per un paese, all' invasione sovietica dell' Afghanistan che è costata centinaia di migliaia di morti e due milioni ed 800 mila profughi fuori da quel paese. detto questo non ho difficoltà a dire... lasciami parlare! stai un po' zitto! ho detto che non sono cose comparabili. se non ha capito lo ripeto. non sono cose comparabili. detto questo, il Governo non può non essere contro tutte le idee di soluzioni militari. i problemi di paesi che sono stati lungamente oggetto dello sfruttamento straniero, di dittature, di oligarchie locali legate allo straniero, con lacerazioni sociali profonde che hanno determinato movimenti di rivolta anche armati, non si risolvono, tuttavia, né con la guerriglia, né con l' antiguerriglia e men che meno ... e men che meno con le influenze esterne; ripeto: né con la guerriglia, né con l' antiguerriglia. mi meraviglio che abbiate un punto di vista che in questo momento appare più estremista di quello del Governo cubano il quale si dichiara a favore della fine di ogni azione armata, del ritiro di tutti (consiglieri, armi e altri strumenti di influenza straniera) dalla regione, nella ricerca di soluzioni pacifiche negoziate, che sono difficili, anzi difficilissime, ma non impossibili. al quesito che ci viene posto, se il governo italiano appoggerà l' iniziativa del gruppo di Contadora, io dico che da tempo ritengo che la ricerca di soluzioni pacifiche, durature e stabili, debba essere principalmente affidata alla mediazione dei grandi paesi democratici che si affacciano sul Centro-America, i quali, a cominciare dal Messico e dal Venezuela, sono paesi di notevole influenza politica. è a loro e agli altri del gruppo di Contadora che bisogna lasciare la prima parola e la ricerca delle soluzioni possibili. penso — mi si consenta di dirlo, dopo aver ascoltato tanti giudizi negativi e dopo aver sentito riaffiorare la minaccia della scomunica — che si torna a compiere un errore, che è già stato compiuto di fronte al centrosinistra. fu un errore la posizione e la politica che il partito comunista fece nei confronti del centrosinistra; la storia ha rivalutato e rivaluterà il centrosinistra, che con le sue ingenuità, i suoi errori, le sue anticipazioni, sovente astratte e illuministiche, ha aperto la strada ad un salto di qualità importante nella civiltà del nostro paese, nella civiltà del lavoro e dei diritti civili e amministrativi. credo che la nostra offerta di dialogo, andando al fondo delle cose e scremandola dalle polemiche che non necessariamente possono avere un valore incisivo e definitivo, possa essere da noi confermata. questa offerta di dialogo riguarda e il partito comunista e le forze presenti in quest' Aula, ma del partito comunista non avevo bisogno in nessun modo di sottolineare il fatto che non ignoro — e non ignoriamo né la sua forza, né il suo radicamento nella realtà nazionale, né gli elementi di trasformazione e dialettici, che hanno consentito e consentono di animare un dibattito politico, quando non si presentano nella forma chiusa, sterile e negativamente totalizzante che abbiamo ascoltato. noi dunque siamo disponibili al dialogo vero di chi vuole il dialogo. l' onorevole Magri ci ha, dal canto suo, gratificato di molte critiche e ha dipinto un avvenire a tinte fosche . mi auguro che tutto questo appartenga alla sua fantasia fervida e alla sua intelligenza critica, ma che non abbia nessun riscontro con la realtà. noi lavoreremo per evitare tutte queste previsioni che ci fanno tremare, sia per quanto riguarda il futuro delle relazioni sociali, sia per quanto riguarda il futuro stesso della vita istituzionale della democrazia italiana. l' onorevole Magri dice: « porre il problema che si pose nel 1976, e cioè un problema di Governo » — qui capisco meno — ; poi aggiunge: « bisogna fare una proposta di Governo nuova e più coraggiosa » però non la fa e qui non capisco più del tutto. l' onorevole Rodotà ha abbondato nell' uso del termine « ambiguo » , che si ritrova in tutto il suo intervento, praticamente ad un passaggio sì e ad un passaggio no. l' ambiguità, quando c' è, c' è; e un male guaribile, perché la si può porre di fronte alle prove, la si può porre a confronto con la realtà dei fatti. l' onorevole Rodotà ha fatto cenno alla necessità di correggere i rischi di imbarbarimento dell' ordinamento giudiziario , ed è questa una riflessione che merita di essere fatta. ha promesso, a nome del suo gruppo, proposte concrete su vari temi e questo è un proposito utile al dialogo, per cui lo ringrazio. mi posso permettere di dire agli amici e compagni radicali che il lupo ha perso il pelo e anche i voti, ma non il vizio, perché si è esordito con una grande esibizione in una delle tecniche in cui vi siete specializzati nella scorsa legislatura. poco male se si tratta — diciamo — di una protesta. spero non diventerà la regola, che noi non potremmo in qualche modo non correggere, nel senso che abbiamo assolutamente bisogno di organizzare un rapporto fra Governo e Parlamento in cui il contributo di tutti sia indispensabile, ma in cui sia anche la comune responsabilità che abbiamo un interesse reciproco: noi a poter prendere le decisioni e l' opposizione a esercitare il suo ruolo e i suoi controlli; ciò significa che in un campo o nell' altro ci sono molte cose da fare. il partito radicale agita una tematica che è propria a grandi mondi: al mondo cristiano e cattolico, non meno che al mondo socialista, progressista dell' Europa, del nord del mondo — come si dice — o dei paesi ricchi — come più propriamente va detto cioè la tematica della grande disuguaglianza, delle grandi distanze, della grande disumanità che viviamo oggi più lucidamente di un tempo nella nostra era e nel nostro tempo, la tematica del modo in cui possiamo fare la parte che ci spetta, che è la parte di un grande paese industrializzato, di un paese che, con tutte le sue crisi, le sue difficoltà ed il carico dei suoi problemi, sta nel novero delle potenze industriali del mondo e che ha un dovere che è umano, cristiano, sociale e politico di sviluppare più organicamente, più intelligentemente, con maggiore efficacia, coinvolgendo l' interesse e la partecipazione di strati più vasti di cittadini, una politica della cooperazione e dell' aiuto. su altre questioni che vengono poste dal partito radicale , alcune attengono strettamente alle responsabilità del Parlamento, trattandosi di istituti fondamentali della vita parlamentare, come l' immunità parlamentare. il Governo consente sulla necessità di procedere ad una riforma radicale della commissione inquirente. analogamente, la problematica dell' accesso all' informazione sulle reti di Stato, dell' informazione politica, del miglioramento, dell' ampliamento e della garanzia perché questa informazione avvenga nel modo più completo e più corretto possibile è certamente una problematica di attualità costante, sulla quale verranno fatte delle riflessioni e verranno prese le iniziative necessarie. non è affatto vero, onorevole Capanna, che all' origine della crisi inflattiva noi pensiamo ci sia soltanto e semplicemente il costo del lavoro . la nostra analisi è assai più complessa. guardiamo all' insieme dei fattori che agiscono sull' inflazione, uno dei quali è proprio sotto i nostri occhi in queste ore e in questi giorni. e un fattore di carattere internazionale ed è questa corsa al rialzo del dollaro, che rende ancora molto più difficile la lotta all' inflazione che ci proponiamo di condurre. tra le varie proposte che l' onorevole Capanna ha avanzato, vi è quella rivolta al Governo di assumere subito l' iniziativa di un incontro con i dirigenti dell' Unione Sovietica . a questo proposito, sono in condizione di dire che abbiamo un programma per i prossimi mesi, che prevede gli incontri con i nostri maggiori partners europei a livello bilaterale, incontri di Governo con il governo francese , con il governo tedesco e con il governo britannico . è previsto per la fine dell'anno un vertice dei paesi dell' Europa comunitaria. penso che bisognerà porre in calendario anche un utile incontro con il nostro maggiore alleato dell' Alleanza Atlantica , cioè il governo americano . dopo di allora, essendo la nostra posizione una posizione, come ho illustrato, pronta a discutere con tutti, nulla esclude che si possa prendere in considerazione, se le circostanze lo consentiranno, se lo consentirà l' opportunità politica, se l' utilità sarà ravvisata in un contesto che lo giustifichi, la proposta che lei ha formulato, così come altre che vengono avanzate di incontri con governi di altre aree del mondo, con le quali il governo italiano intende mantenere e sviluppare relazioni amichevoli e relazioni di collaborazione. l' onorevole Almirante ci ha accusati di cinismo e ci ha detto che ci sfida a non tappare la bocca alle televisioni libere. lei sa, onorevole Almirante, che nella nostra tradizione di libertà le bocche ci sono state tappate a forza e che a forza si è cercato di impedire ai cervelli di funzionare. noi possiamo assicurarle che non tapperemo nessuna bocca, che le libertà non potranno essere che ampliate e rafforzate in un regime di regole democratiche che debbono valere per tutti e debbono servire ad esaltare le libertà. non ci deve essere ghetto per nessuno e ci deve essere rispetto per tutti coloro i quali si manterranno sul terreno della democrazia. vive sono emerse in quest' Aula le preoccupazioni e le insoddisfazioni dei gruppi portatori di istanze autonomiste. il Governo della Repubblica fondata sulle autonomie non può non essere sensibile a tali istanze, con la rigorosa premessa, però, che la nostra è la Costituzione non dei popoli ma del popolo italiano , che dà vita per tradizione secolare e fermissima ad una unica nazione. inquietanti, perciò, sono apparsi i cenni al riconoscimento di popoli e nazionalità diverse, che il Governo in nessun modo intende assecondare. su questa premessa e sulla base dell' impegno già annunciato per la piena valorizzazione delle legittime peculiarità delle regioni e delle province ad autonomia speciale , il Governo intende invece raccogliere le indicazioni equilibrate e corrette che sono state rivolte. il Governo avvierà il procedimento costituzionale per la revisione dello statuto speciale della Sardegna, costituendo a tal fine una apposita commissione, e ciò per le profonde ragioni etniche, politiche e culturali che sono a fondamento dell' autonomia speciale sarda. così pure dovrà essere corretta l' anomalia dello statuto della regione Valle d'Aosta , che è l' unico a riservare allo Stato la legge regolatrice delle elezioni del Consiglio regionale . la predetta regione ha, inoltre, avanzato più volte l' esigenza di una specifica rappresentanza della propria popolazione al Parlamento europeo . il Governo è certo che nelle sedi parlamentari competenti tale esigenza sarà attentamente valutata. quanto alla regione Trentino Alto Adige e, in particolare, alla provincia di Bolzano, è legittima la richiesta dell' onorevole Riz che impegni più volte presi vengano mantenuti entro termini certi. ciò vale, in particolare, per la definitiva adozione delle norme sul tribunale amministrativo regionale e sull' uso della lingua. su di esse è diritto e dovere del presidente del Consiglio acquisire necessari elementi conoscitivi, tenendo anche conto del fatto che lo schema sulla lingua è stato trasmesso dalla commissione paritetica il 15 giugno scorso; dopo di che fisserà e renderà nota la data per la sottoposizione dei due testi al Consiglio dei ministri . per le residue norme di attuazione posso soltanto rendere esplicito ciò che ritenevo implicito negli indirizzi programmatici, e cioè che il Governo opererà di intesa con i rappresentanti delle popolazioni interessate. l' onorevole Riz ha anche posto il problema dell' assunzione dei vincitori dei concorsi già espletati per la copertura di posti vacanti nei ruoli di amministrazioni statali. valuteremo con attenzione anche questo problema. onorevoli colleghi , concludendo il dibattito vorrei tornare a sottolineare come il Parlamento, questa IX legislatura della Repubblica, abbia di fronte a sé la grande responsabilità di procedere, se lo crede, ad una grande riforma delle istituzioni. il Governo lascia il passo, come è suo dovere, alla responsabilità del Parlamento, ricordando la strada che si è dovuta seguire per portare all' ordine del giorno dell' attualità politica, della consapevolezza politica e della responsabilità una tematica di questa natura, che si è fatta faticosamente strada tra sordità, mentalità conservatrice, desiderio di non toccare nulla, desiderio o intenzione di non vedere la decadenza reale delle istituzioni, della democrazia del nostro paese. grande merito dei governi che hanno preceduto questo è aver tolto dal tavolo minoritario o dal tavolo elitario e puramente culturale l' insieme di questi problemi e di averlo posto di fronte alla responsabilità del Parlamento, di avere investito la responsabilità del Parlamento. e il Parlamento faccia, se crede, una piccola riforma che, giustamente, servirà a poco, oppure, se crede, faccia una grande riforma delle istituzioni che ridia efficienza, forza, rappresentatività alla nostra democrazia e al nostro sistema democratico. vi è la necessità, penso, in questo come in altri campi — e in ciò concordo con i rappresentanti dei partiti della maggioranza che l' hanno tutti, con diverse motivazioni ma con eguale complessità e profondità di analisi, confermato — la necessità di grandi cambiamenti; e i cambiamenti richiedono sempre una riflessione ed una volontà di lottare, la volontà di andare avanti, il coraggio delle decisioni difficili. è ciò che non deve mancare ed è ciò che non mancherà. ed è con questo impegno di coerenza e di fedeltà verso gli interessi nazionali e collettivi che il Governo ringrazia il Parlamento per la sua collaborazione e ringrazia la maggioranza per la fiducia che essa si appresta ad accordargli.