Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 556 - seduta del 14-11-1986
Sulla crisi del Golfo Persico e sulle conseguenti decisioni del Consiglio dei ministri
1986 - Governo VI Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 514
  • Attività legislativa

la ringrazio, signora presidente. ci sono altri deputati radicali pronti a parlare, se l' Assemblea lo desidera; se l' Assemblea lo desidera ci sono sicuramente almeno altri cinque colleghi radicali! signora presidente, colleghi, non ho abusato, credo, in questa legislatura della facoltà e del diritto di parola , così come non ho esercitato per i motivi che voi sapete in genere, tranne due eccezioni, il mio diritto dovere di voto. prendo la parola, signora presidente, perché tra alcune ore in modo assolutamente irrevocabile, in modo tale anche per cui prego sin da adesso l' Assemblea di fare a meno anche degli atti doverosi di cortesia, io abbandonerò la nostra Assemblea e presenterò le mie dimissioni. lo so, bisognerà vedere, cari compagni: io me ne vado in quanto mi dimetto; ma non so se voi vi resterete perché sarete votati o sarete bocciati dagli elettori. questo è un altro problema, perché nel nostro paese vi sono molte cose che stanno maturando. allora, signora presidente, volevo appunto in questo caso ribadire non solo quei motivi di fondo, di non riconoscimento della legittimità e della legalità della nostra vita politica, ove l' elemento partitocratico espropria la legittimità e la legalità repubblicana sì da aversi normalmente una vita politica in cui vengono inficiate la lealtà e la verità delle prove elettorali e del gioco democratico. noi apparteniamo ad una scuola, ad una tradizione, che non è certo la vostra: è quella di Benedetto Croce , che ricordava che ci vuol pure qualcuno nella storia per cui Parigi non valga una messa, per rispetto di Parigi, per rispetto della messa e per rispetto di se stessi . se potessi votare, voterei contro questa legge finanziaria , signora presidente, perché nessuno dei grandi temi storici, istituzionali, di politica estera , di nord sud , di riforma delle istituzioni, di riforma dell' amministrazione, nessuno, né nel disegno di legge , né nelle proposte di emendamento delle opposizioni che contano, è stato toccato e nulla ha affrontato il cuore dei problemi che abbiamo dinanzi. allora, signora presidente, mi auguro che lei voglia tutelare oggi, dinanzi alla televisione di Stato, i parlamentari ed il Parlamento. se io vado via sempre più convinto che la partitocrazia è occupazione illegale dei nostri palazzi, sono sempre però più convinto che la grande maggioranza dei parlamentari della Repubblica sia vilipesa stupidamente e quindi la loro immagine va difesa, nella loro umiltà e nella loro difficoltà di lavoro sempre maggiore, dinanzi a questa televisione di Stato. questi giorni, queste settimane di lavoro che qualitativamente non ci soddisfano, vanno difesi dinanzi a quel servizio di Stato, che è un servizio contro lo Stato, contro il Parlamento, e lo è sempre di più! siamo, signora presidente, al 14 novembre; il 30 novembre 1970, a tarda notte, questa Camera, presieduta da Pertini, alle 3 del mattino, votò quella riforma del divorzio che a distanza di tanti anni appare a tutti come qualcosa che ci unì, in un dibattito appassionato, vivo ed importante, quale che ne sia stato l' esito. ebbene, ieri sera la televisione di Stato, mentre rievocava gli episodi salienti del 1970 per due ore, ha dato dodici minuti all' esordio ed ai ricordi della signora di regime Carrà, ha dato quattro-sei minuti a Celentano, ha dato venti minuti agli eventi di Allende e di altre zone del mondo, ma da quella televisione sporca, sovversiva, di gente indegna, non si è montato nemmeno il fotogramma di Loris Fortuna. non ci si è attardati neppure un minuto per parlare degli opposti schieramenti che onorarono la Chiesa e le tradizioni laiche: non un minuto! signora presidente, è uno schifo, dobbiamo pur dirlo! non un fotogramma di questa Camera, non una parola della crisi del Governo Rumor, dovuta al divorzio! niente! peggio che il regime sovietico! è stata cassata la storia d' Italia, è stata cassata la storia del polo laico, che allora comprendeva anche costoro. lo so, siete stati costretti a condividere quella legge, non la volevate: lo so benissimo. voi siete andati nelle piazze a spiegare che il problema era immaturo! non dire menzogne, lo sappiamo noi della Lega per il divorzio! lo sapeva Loris Fortuna e lo sapevano pochi altri quando voi andavate in giro dicendo che il compromesso storico non tollerava lo strazio e la divisione delle masse sui problemi del divorzio! con questo accomiatarmi, signora presidente, volevo anche dirle che credo che lei abbia il difficile compito di difendere l' immagine, fin troppo vilipesa, del deputato qualunque, perché il lavoro umile, il lavoro semmai sbagliato che viene qui svolto è presentato in un modo indecente e antirepubblicano, costantemente dai servi di Stato e anche da giornali come Il Corriere della Sera e come La Stampa , che sono (non dimentichiamolo!), oggi in mano a quel grande monopolio familiare italiano sul quale mi pare tutti abbiano dimenticato di dire qualcosa di concreto nel corso dell' esame del disegno di legge finanziaria. buon lavoro, colleghe e colleghi! signora presidente, in nome di quel 30 novembre 1970, della umiltà, della serietà delle cose che, malgrado tutto, qui si fanno, viva il Parlamento! viva anche « questo » ramo del Parlamento, anche se mi auguro, signora presidente, che gli eventi siano tali da farci rientrare tutti non nella Costituzione materiale, ma nella Costituzione legale vera e che tutti potremo qui votare senza temere di vendere una parte della coscienza pur di potere riscuotere una parte di sopravvivenza.