Giovanni SPADOLINI - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 531 - seduta del 08-10-1986
Sulla revisione del Concordato
1986 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 82
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , le cause del malessere sono molte e complesse, sono al centro di indagini parlamentari e del Governo; c' è una situazione per l' esercito diversa da quella della marina e dell' aeronautica. è chiaro che nell' esercito abbiamo motivi più accentuati di malessere non soltanto per le condizioni, in molti casi discutibili delle caserme, che sono vecchie, che devono essere ripristinate, per tutto il tema delle infrastrutture, ma anche perché l' esercito non dispone di quella catena di comando che caratterizza marina e aeronautica e che rende molto minori le occasioni di tensione o di frustrazione nelle altre due armi. il Governo ha seguito la via delle riforme in questo campo nella linea dei governi precedenti e devo solo sottolineare che la via riformatrice presuppone il consenso e la comprensione delle forze armate , che si reggono su due principi fondamentali della storia della Repubblica: l' assoluta preminenza del potere politico su quello militare e l' assoluta lealtà repubblicana delle forze armate che fu conquista abbastanza faticata della Repubblica nei primi anni anche rispetto alle prevalenti tradizioni monarchiche dell' esercito. ecco perché ci siamo mossi, come Governo, con un senso di allarme e di preoccupazione, condiviso dal presidente della Repubblica che è anche il comandante costituzionale delle forze armate , quando abbiamo scorto sintomi di malessere nei quadri militari tali da poter revocare in dubbio i due fondamentali principi. siamo decisi a percorrere la via delle riforme raccomandando però sempre di tener conto della capacità di comprensione degli utenti della riforma, cioè delle forze armate . sarebbe l' ultimo errore attuare riforme su un organismo prostrato, umiliato e debilitato. in ordine di importanza e di attualità desidero, in primo luogo, rispondere all' onorevole Codrignani, dicendo che sono tornato proprio in questo momento da L'Aquila dove mi sono recato con la Commissione difesa per rendere omaggio alle salme dei due caduti (un sottotenente ed un cavaliere) in un' esercitazione. naturalmente, come sempre, la ricerca delle cause di questo che è un incidente stradale è rimessa alla autorità giudiziaria ed a quella militare. tutte le responsabilità saranno accertate come lo sono state a Trieste in un precedente incidente per il quale ugualmente mi recai a rendere omaggio alle salme dei soldati. fu accertato che il mezzo era in perfette condizioni e che pertanto l' incidente non era dovuto a nessuna ragione tecnica. ci sono, purtroppo, anche gli incidenti stradali prodotti da cause umane. certo è un problema che ci angoscia, comunque va ricordato che gli incidenti sono inferiori — ed il Parlamento lo sa — alla media di quelli che si verificano negli altri paesi dell' Alleanza Atlantica . noi vorremmo che non ce ne fossero punto, ma soprattutto questi di carattere stradale, per dolorose che ne siano le conseguenze, non mi pare giustifichino quegli accenti che sono viceversa giustificati ogni volta che si rivela, attraverso un suicidio o un qualsiasi altro atto volontario, uno stato di carenza delle strutture militari. voglio poi rassicurare l' onorevole Ronchi che io non solo non ho mai contrapposto il Parlamento al Governo, ma che ho anche reso omaggio a nome dell' intero Parlamento. la lettura spezzata o deformata di pezzi di un discorso fatto davanti al presidente della Repubblica ha ingenerato interpretazioni false: non ho mai rivolto una critica alla stampa per la sua campagna contro alcune insufficienze e lacune della struttura militare; ho riconosciuto, in quel discorso davanti ai quadri, pur nello stato di sofferenza in cui erano, che esistono insufficienze e lacune nella struttura militare; ho detto soltanto — e ripeto qui, come ho confermato in Commissione difesa stamane — che sarebbe un grave errore — e l' ho messo al condizionale — su queste promuovere delle campagne indiscriminate che tendessero a mettere in discussione i valori della Costituzione repubblicana, perché è di questo che poi si tratta. passo al terzo argomento, del collega Rutelli, relativo al fatto che noi difendiamo l' interpretazione costituzionale dell' articolo 52; ciò accadrà naturalmente fino al momento in cui non ci sarà in Parlamento una maggioranza che la cambi. conosciamo ciò che significò ai tempi della Costituente realizzare quel punto di incontro tra tutte le forze politiche sull' esercito di popolo, contro soltanto la minoranza di destra, che sosteneva l' esercito professionale. non è vero, onorevole Rutelli, che l' esercito sia integralmente professionale; è vero che nella marina e nell' aeronautica c' è un contingente professionistico che è superiore a quello che nell' esercito non c' è, per difetto di retribuzioni che l' onorevole Cerquetti conosce. all' onorevole Cerquetti devo dire con altrettanta precisione che il bilancio della difesa, che del resto è stato sempre contenuto in questi anni, e che lo scorso anno fu il solo che fu contenuto dentro il tasso di inflazione del 6 per cento , riserva sempre un 40-50 per cento ai beni e servizi ed è l' unico bilancio italiano che vede una quota riservata a quello che è il conto capitale; tanto è vero che nel programma triennale del ministero del Tesoro è stato stabilito che lo stato di previsione della difesa, per la parte, che è superiore al 40 per cento , di beni e servizi, cioè in conto capitale , subirà l' evoluzione della spesa pubblica . ricordo, essendo stato ministro della pubblica istruzione , che all' istruzione la quota in conto capitale , nel ministero della ricerca e della cultura, è del 2 per cento , a fronte del 40 per cento del ministero della Difesa . che poi il 40 per cento si traduca anche nell' appoggio di alcuni sistemi d' arma o nei prototipi eccetera è ovvio: finché esiste una forza armata esiste un' industria della difesa, che può essere demonizzata, e lo è anche da parte di alcuni gruppi terroristici, che indicano i mercanti d' armi favorendo l' azione terroristica... completo la risposta all' onorevole Cerquetti, assicurando che le coperture dei provvedimenti legislativi in corso (sulla leva, sulla sanità) saranno volta a volta trovate; tant' è vero che sono riuscito ad ottenere che a tal fine già una parte sia allocata nel fondo globale per le infrastrutture. quindi, dico che esiste — e non c' è nessuna ragione di scandalizzarsi, anche perché mi guardo bene dall' alludere a qualunque gruppo parlamentare o politico: alludo a forze che sono contro il Parlamento e contro la Repubblica — una campagna (in Francia ed in Germania: lasciamo da parte l' Italia) tendente ad indicare presunti mercanti d' armi come obiettivi terroristici; e che di questa campagna ha pagato le spese anche il sindaco repubblicano di Firenze Lando Conti, che è stato assassinato dalle Brigate Rosse sotto l' imputazione di essere compartecipe di una impresa d' armi. signor presidente , c' è un complesso di iniziative da parte sia del Governo sia del Parlamento. sottolineo quelle principali di iniziativa del Governo, ed in particolare un disegno di legge attinente al riordinamento della sanità militare, e che fa seguito al complesso di iniziative già prese dai gruppi; un disegno di legge sul servizio volontario femminile, che sarà portato al vaglio del prossimo Consiglio dei ministri ; un disegno di legge di avanzamento degli ufficiali e sull' inquadramento dei sottufficiali. sottolineo poi la prossima conferenza nazionale sulle infrastrutture, che cercherà di dare una risposta a quello che già le Commissioni riunite lavori pubblici e difesa della Camera hanno imbastito: esiste un piano di riduzione e ristrutturazione del demanio militare, demanio questo molto vasto e con il 20 per cento di superfici sottoutilizzate e suscettibili di essere oggetto di permute con enti locali , comuni e regioni. e sottolineo anche — per recuperare una domanda precedente che nella ristrettezza dei tempi non sono riuscito ad onorare — che esiste anche un piano di riduzione della leva che sarà portato avanti, anche perché tra due anni, con l' attuale tasso demografico, non saremo in grado di far fronte nemmeno agli attuali impegni di leva. desidero in primo luogo chiarire che io non ho fatto nessuna scelta, onorevole Staiti, tra mammismo e nonnismo; ho combattuto il nonnismo già da due anni e non ho aspettato le polemiche recenti. ricordo l' episodio di Cremona. e ritengo che il nonnismo degradi assolutamente l' istituzione militare, anche se è fenomeno limitato; è un nemico limitato ma, spesso, inafferrabile, che degrada l' istituzione militare, ed esige tutta la lotta che le autorità militari, sotto la diretta influenza del potere politico , conducono. quanto all' apertura delle caserme, essa è stata anticipata (tanto poco è demagogica, ed uso la parola « demagogica » anche per l' onorevole Alberini che l' ha adottata, non capisco con quale riferimento, alle caserme aperte) è stata disposta dal comandante del quinto corpo d' armata in via sperimentale , nei mesi di luglio e agosto, con successo. io l' ho semplicemente ereditata da un' autorità militare e quindi sarà difficile pensare che siamo demagoghi, sia il comandante del quinto corpo d' armata, sia il sottoscritto! l' iniziativa era volta a neutralizzare uno slogan ingiusto, non certo lanciato da partiti politici presenti in questa Assemblea, bensì da alcuni gruppi estremi della vita italiana: le caserme come lager. ed il fatto che sia stata anche limitata la partecipazione delle famiglie, è la conferma che sussiste in molte di esse la fiducia nell' istituzione militare. comunque, rivendico quell' iniziativa che non è demagogica, onorevole Alberini, ma è meditata e concertata in sede di Governo, anche col presidente del Consiglio , in modo tale che noi dobbiamo sempre ribadire l' unità collegiale del Governo. per quanto riguarda la solidarietà, onorevole Alberini, non può essere che verbale: non esiste ancora per un ministro un modo per esprimere solidarietà nei confronti di un morto, se non quello di parlare, o di scrivere; non ne conosco altri. voglio rassicurare la collega Codrignani: io sono andato più volte a rendere omaggio a soldati caduti, anche in semplici incidenti: quindi per il colonnello Nesta non ho applicato una regola eccezionale. per quanto riguarda il discorso, voglio chiarire una volta per tutte al gruppo della sinistra indipendente ed agli altri partiti, che io non ho usato alcun termine di critica, né verso la stampa, in nessun momento, né verso il testo di interrogazioni parlamentari. ho parlato della campagna marginale, ma indiscriminata, in qualche caso indiscriminata, che potrebbe mettere in discussione le disposizioni costituzionali. e se un ministro non può richiamarsi alla Costituzione, ed al Parlamento intero, del quale ho portato il saluto, davanti al Capo dello Stato , in quella manifestazione, io vorrei sapere a che cosa si può richiamare un ministro, il quale rispetta la Costituzione così come è e lascia libero spazio ai partiti per sostenere anche tesi di disarmo integrale; è evidente che il disarmo integrale si può benissimo conciliare con una modifica costituzionale, ma che, allo stato degli atti, non è compatibile con l' attuale testo costituzionale. per quanto riguarda la sanità militare, altro spunto più volte sollevato, devo dire che è già in atto da due anni una serie di iniziative volte a correggere sistemi molto vecchi e molto antiquati, che esigono l' introduzione, che è prevista nel provvedimento che adesso abbiamo sbloccato al Senato sulla riforma della leva, di consultori psicologici e di forme di controllo, che tengano conto di forme di nevrosi estranee ai tradizionali criteri militari. presidente, in materia vi è un progetto di legge che nasce prevalentemente da proposte di iniziativa dei gruppi parlamentari , la cui presentazione è addirittura anteriore alla formazione del Governo Craxi, che io feci mio nelle sue linee fondamentali e che fu varato dalla Camera nel luglio del 1984. per un complesso di difficoltà, questo progetto di legge è rimasto fermo e adesso, con un' azione presso tutti i gruppi parlamentari del Senato, siamo riusciti a sbloccarne l' iter e già, in poche sedute, ne abbiamo approvato una ventina di articoli. io ho fissato il termine del 31 ottobre come data auspicabile per l' approvazione del provvedimento, che dovrà, naturalmente, tornare per le molte modifiche all' esame della Camera. ho già rivolto stamane ai colleghi della Commissione competente l' auspicio che questa legge possa essere realtà alla fine del mese di novembre o ai primi di dicembre, in modo che entro l' anno si realizzi la parificazione tra la leva dell' esercito e dell' aeronautica, che è già di 12 mesi, e quella della marina, che attualmente è di 18 mesi; si mettano in moto alcuni meccanismi concernenti tutto il sistema sanitario , che anticiperanno la riforma-quadro e ci consentiranno di operare con maggiore facilità in un campo che è certamente quello più pieno di lacune e di contraddizioni; sia favorito il collegamento tra il mondo della vita militare ed il mondo del collocamento, cioè del mercato del lavoro , esistendo questo problema, che ci travaglia, relativo alla questione dei giovani, che non debbono essere danneggiati nelle loro vocazioni professionali dall' anno di servizio militare ; vengano introdotti principi di ulteriore razionalizzazione della vita militare, che si collocano nel solco del regolamento di disciplina e del regolamento delle rappresentanze militari, che, torno a dire, è merito di questo Governo aver sbloccato dopo 8 anni di itinerario. credo, quindi, che si tratti di un quadro organico che si collega alle iniziative di imminente presentazione al Consiglio dei ministri . onorevole presidente , per semplificare vi è un punto fondamentale, che voglio ribadire rispondendo all' onorevole Lo Porto : è che io non ho niente né da aggiungere né da ridurre. ho dato l' interpretazione esatta, in questa seduta, di un atto di solidarietà che il Governo, confortato dal parere e dalla presenza del Capo dello Stato , ha compiuto. nel momento in cui respingo ogni contrapposizione tra forze armate , Governo e Parlamento, essendo un fautore da sempre della preminenza del Governo e del Parlamento sulle forze armate , debbo aggiungere con chiarezza che è dovere inderogabile del Governo tutelare i quadri intermedi delle forze armate ed evitare che il loro stato d'animo possa deviare verso posizioni isolazionistiche o protestatarie rispetto alle istituzioni repubblicane. fu questo un grande tema che occupò i maggiori uomini del dopoguerra, da De Gasperi a Moro, a La Malfa ; io ricordo quante volte con questi due ultimi uomini di Stato, che associo in questo momento nel mio ricordo commosso, si è parlato della necessità di evitare un senso di corporativismo o di contrapposizione delle forze armate alla Repubblica. quindi la preoccupazione che mi muove è una preoccupazione costituzionale ed istituzionale, che dovrebbe interessare tutte le forze politiche , e, vorrei dire, in modo particolare le forze politiche della sinistra. per quanto riguarda l' obiezione di coscienza , non ho difficoltà a confermare che ho rimesso alla Commissione competente della Camera la rielaborazione della famosa e tanto contestata circolare, che dovrebbe avere vigore dal primo luglio 1987, in modo tale che la Commissione della Camera mi dirà se i criteri, cui si era attenuta l' amministrazione nello stenderla, siano o non siano giusti. voi sapete che nel caso dell' obiezione di coscienza , che abbiamo in parte, anche come condizioni complessive, migliorato, vi sono degli enti che esercitano qualche cosa che è al limite del lavoro nero e dello sfruttamento. allora il Governo si è preoccupato di fissare dei criteri per gli enti. se questo non va bene al Parlamento, il Governo è pronto, lo ripeto, a ritirare o a correggere questa circolare. sta il fatto che l' iniziativa di una riforma della attuale legge (più volte ne abbiamo discusso in Commissione) è probabilmente competenza più del Parlamento che del Governo, essendo l' obiezione di coscienza un diritto che il Governo non discute assolutamente, che va contemperato, riguardando l' 1 per cento dei chiamati alle armi, con l' altro 99 per cento e che quindi richiede un intervento, in questo caso forse preminente, del Parlamento rispetto ad una legge che presenta molte insufficienze e lacune. su un punto devo assicurare l' onorevole collega del gruppo di democrazia proletaria . io ho citato l' articolo 52 della Costituzione in modo letterale: la difesa della patria è un sacro dovere del cittadino; non ho mai parlato di obbligatorietà, perché quello sta nel secondo comma... parlando ai militari non ho detto solo « in armi » ... ribadisco che ho citato la Costituzione e che mi meraviglio che la Costituzione si presti a deformazioni di questo genere! ribadisco che c' è la difesa della patria come sacro dovere del cittadino e c' è l' obbligatorietà rimessa alla legge, la quale ha stabilito i diritti, sanciti costituzionalmente, degli obiettori di coscienza , che possono servire la patria anche in forme alternative. il che non esclude che, parlando a ufficiali, debba parlare della tradizione di servire la patria in armi. come la servono gli ufficiali? con l' obiezione di coscienza ? all' onorevole Miceli debbo ribadire quello che ho detto prima all' onorevole Lo Porto . io ritengo che sia stato doveroso da parte del Governo e del Capo dello Stato attestare la solidarietà ai quadri delle forze armate , che sono gli elementi permanenti, torno a dire, di cui l' esercito difetta, avendo bisogno di larghe integrazioni. condivido la tesi che l' esercito di popolo, al quale io credo debba essere, di fronte allo sviluppo della sofisticazione delle armi, integrato con reparti professionali in alcuni settori lacunosi. ritengo che questo processo, che del resto è già avviato nel testo del progetto di riforma della sanità militare all' esame del Senato, e che sta per tornare alla Camera, sia stato impostato in modo corretto. penso che si possa mantenere la fedeltà alla Costituzione, difendendo una quota di esercito professionalizzato, nel rispetto della fondamentale ispirazione costituzionale della leva popolare. in primo luogo, al collega Rodotà devo dire che sono andato sempre in tutte le caserme in cui si sono verificati i suicidi. sono stato alla caserma Osoppo per Paolo Delle Vedove , sono stato alla caserma di Magnago, precedentemente ero stato nella caserma di Cremona. quindi, non ho mai usato due pesi e due misure . ho fatto le indagini....... che ho potuto, con l' aiuto dei rappresentanti militari, che mi hanno dato sempre una collaborazione incondizionata, nonché — l' ho ricordato in altra occasione — con l' aiuto dei cappellani militari, sempre in questi casi privandomi della presenza dei generali, perché è evidente che ho cercato di capire quelle situazioni al di fuori dei livelli gerarchici. quindi, voglio assicurare che da parte del ministro della Difesa , in quanto interprete degli interessi nazionali , non c' è nessuna discriminazione. il problema vero è stato toccato dal collega Petruccioli, quando ha parlato di un malessere della condizione giovanile che investe tutta la gioventù italiana e che si riflette anche nella vita militare, che non c' era per esempio, qualche anno fa, durante il periodo del Libano, quando le nostre forze armate godevano di un prestigio incondizionato. dobbiamo preoccuparci — la riforma del servizio di leva pone questo problema — del raccordo tra la vita militare e il mercato del lavoro , perché non c' è dubbio che l' ombra della disoccupazione che incombe così pesante sulla vita giovanile eserciti i suoi effetti anche nella vita militare. non c' è neanche dubbio — bisogna avere il coraggio di dirlo — che un certo tipo di motivazioni cui si ispirava il Costituente e il fatto stesso che ci troviamo a discutere in Parlamento dell' articolo 52, che allora sembrò e che secondo me resta un capolavoro di equilibrio, dimostrano che c' è oggi una coscienza un po' diversa di quel rapporto tra il cittadino e la patria che caratterizzò le generazioni formatesi nell' etica risorgimentale. si tratta quindi di trovare, anche in questo campo, il punto di saldatura fra la continuità dello Stato italiano, che — diceva Giovanni Amendola — è stata la più grande scoperta della nostra storia, e le prospettive di più larghi spazi (la federazione europea ed il resto) in cui certamente anche i doveri militari sono destinati a collocarsi diversamente. poiché appartengo alla corrente federalista, credo che un giorno la difesa europea trascenderà le dimensioni della difesa nazionale. nel quadro dei giovani debbo una risposta all' amico e collega Nucara circa la regionalizzazione. e c' è una tendenza in questo senso. non c' è dubbio che abbiamo stabilito un principio che cerchiamo di attuare. già alcuni corpi, come gli alpini lagunari, sono pressoché integralmente regionalizzati; già l' aeronautica è quasi integralmente regionalizzata. una regionalizzazione integrale, secondo me, è impossibile; tanto meno (l' ho detto una volta scherzando e spero di non determinare polemiche) il concetto di caserme dialettali. però l' esigenza di tenere i giovani di leva il più possibile vicino a casa la stiamo realizzando e speriamo di poter dar vita ad una formula che preveda come massimo 250-300 chilometri di distanza. d' altra parte, la nuova legge sulla riforma del servizio di leva favorisce, anche con agevolazioni di varia natura, i contatti con la famiglia. un' ultima cosa debbo dire all' onorevole Ronchi, perché non resti un equivoco. io parlavo della demonizzazione (rivolgendomi all' amico e collega Cerquetti) della questione dell' industria della difesa, come un fatto che appartiene al paese, alla Repubblica, e che non c' entra niente con le leggi concernenti il mercato delle armi, delle quali io stesso sono fautore. voglio ricordare che, come presidente del Consiglio , ho garantito che non ci fosse arma che andasse all' Iran o all' Iraq. sono quindi favorevole a non mandare armi in tutti i paesi implicati in lotte. onorevole, mi lasci parlare un secondo. fosse stato per me, non sarebbero neanche mai partite le armi per la Libia. quindi il problema del mercato delle armi o dell' uso delle armi verso paesi impegnati in guerre locali investe la responsabilità del Governo e non quella del ministro della Difesa , il quale, come tale (lo voglio dire una volta per tutte al Parlamento, presidente, anche se le strappo un secondo, ma si tratta di un tema molto delicato), non ha alcun potere, per sua fortuna, perché il potere del ministro della Difesa in materia di armi è solo quello di valutare la congruità dell' industria militare agli obiettivi. se poi vogliamo andare fino in fondo, proprio a me sarà difficile rivolgere accuse in questo campo, avendo io combattuto a viso aperto l' organizzazione più fondata sul commercio delle armi che è stata, in Italia, la P2. caro Scovacricchi, tu sai che la legge dei principi ha stabilito quella che, complessivamente, è una conquista. il Governo non potrebbe in alcun caso, in via amministrativa, derogarvi. il giorno in cui fossero più numerose le uniformi nelle città, per una libera scelta del soldato (perché è il soldato che può usarla o non usarla secondo la legge dei principi), come è stato in qualche momento in coincidenza con la missione di pace in Libano, vorrebbe dire che è più alto il sentimento nazionale. il giorno in cui fossero usate di meno, vorrebbe dire che c' è una certa vergogna ad indossarle. tuttavia il Governo si guarderebbe bene dall' assumere posizioni restrittive rispetto alla legge dei principi, di cui condivide fondamentalmente l' ispirazione. le rispondo, onorevole Felisetti, con la battuta di un mio predecessore, che era un uomo di cultura e un docente universitario, come me, e che aveva anch' egli guidato due ministeri che io giudico per certi versi affini (pubblica istruzione e difesa): mi riferisco all' onorevole Segni. egli disse, quando era ministro della Difesa , dopo essere stato presidente del Consiglio : « mi sento prigioniero, alla difesa » . questo vale per tutti i dicasteri, ed è evidente che ogni ministro, servendo gli interessi nazionali , deve necessariamente rifiutare l' immagine del condottiero. mi lasci parlare, onorevole Ferrara! dicevo che l' immagine del condottiero è del tutto incompatibile con la funzione di ministro, che — come dice la parola — è amministratore di interessi pubblici. ma io debbo una risposta all' onorevole Baracetti e tre risposte ad altri colleghi ai quali, in precedenza, ho dimenticato di fornire risposta. all' onorevole Baracetti dirò dunque che senza dubbio la politica militare è parte della politica di sicurezza del paese: e in quarant' anni abbiamo impiegato le forze armate solo per compiti di pace. ricordo gli esempi del Libano, del Mar Rosso , per la garanzia degli accordi di Camp David , della presenza nei contingenti dell' Onu. c' è quindi una perfetta consonanza tra la politica estera del paese, come politica volta alla pace, e la politica che ha portato all' impiego, in qualche caso eccezionale, delle nostre forze armate in sostituzione di quelle delle Nazioni Unite . il Libano resta, in tal senso, l' esperienza più memorabile. lei, onorevole Baracetti mi chiede un impegno sulla nuova misura della paga. le ricordo anzitutto che, nell' altro ramo del Parlamento, non si è ancora giunti ad esaminare l' articolo che concerne tale problema. lei sa, comunque, che lo scorso anno ho proposto e individuato una certa copertura finanziaria per la variazione della paga. sono certo che troveremo una formula soddisfacente. non mi posso che impegnare sulla cifra, perché tutto è legato ad un quadro complessivo di disponibilità finanziaria. vorrei pure dare assicurazioni al collega del gruppo comunista che ha richiamato tale tema che noi faremo il possibile per garantire la copertura finanziaria della riforma della leva. d' altra parte, nessun ministro può garantire l' approvazione di una legge entro un termine prestabilito. sapete però che sono disposto a correre persino il rischio, se nel Parlamento non riuscirà a formarsi una maggioranza in grado di portare a conclusione l' iter del provvedimento, di proporre il ricorso a un decreto legge . all' onorevole Rutelli debbo dire che non sono in grado di confermare il dato cui egli ha fatto riferimento. posso semplicemente dire che a carico del tenente fu disposta un' indagine: non credo affatto, però, che sia stata ordinata da un ufficiale di grado superiore al colonnello Nesta. quando mi recai in quella caserma, mi occupai anche di tale indagine e mi risultò che non vi fossero stati accertamenti di responsabilità a carico del tenente. questo è quello di cui sono a conoscenza. ai colleghi democristiani Caccia e Astori, che mi hanno ricordato il dovere, da parte del Governo di sollecitare la definizione degli equi indennizzi, confermo che per quanto mi riguarda sarà fatto tutto il possibile per porre riparo a possibili lentezze o carenze dell' amministrazione. mi sia consentita qualche parola conclusiva, signor presidente . negare che vi siano lacune e insufficienze nell' organizzazione militare sarebbe del tutto assurdo. mi domando, tuttavia, quale settore del paese e delle strutture pubbliche non riveli insufficienze e difetti, e come si potrebbe pensare che le forze armate , in una situazione che vede la scuola, la sanità e la giustizia in queste condizioni, fossero esenti dal profondo travaglio che investe il nostro paese in trasformazione e che esige da tutti — lasciatemelo dire — un senso di rispetto e di umiltà. mi permetto di dire all' amico Felisetti che, in questo caso, la cultura è forse utile come richiamo all' umiltà, di fronte alla gravità dei problemi che siamo stati chiamati ad affrontare.