Bettino CRAXI - Ministro dei beni culturali e ambientali Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 515 - seduta del 05-08-1986
Istituzione del ministero dei beni culturali
1986 - Governo IV Moro - Legislatura n. 6 - Seduta n. 328
  • Comunicazioni del governo

onorevole presidente , onorevoli colleghi , la IX legislatura repubblicana, iniziata all' insegna della stabilità politica , potrà concludersi nel segno della stabilità. è un auspicio, un impegno, è in ogni caso questo l' interesse del paese. la stabilità politica di per sé non è tutto ma di certo è la condizione essenziale per tentare una efficace azione di governo e un esercizio pieno e fruttuoso dei poteri del Parlamento. quattro successive legislature precedenti l' attuale, come tutti sanno, non superarono il loro quarto anno di vita. quattro elezioni politiche anticipate, e i venti governi succedutisi in quell' arco di tempo costituivano il simbolo di una crescente e pericolosa instabilità cronica del nostro sistema politico , che pure era riuscito a mantenere una tenuta di fondo di fronte a congiunture a difficoltà gravi ed anche gravissime, resistendo a situazioni d' urto e a molteplici fattori negativi e corrosivi. ora questa tendenza è stata rovesciata attraverso un triennio di stabilità governativa, con un Governo la cui durata conquista un record nell' arco del quarantennio repubblicano ed un buon terzo posto anche rispetto al periodo dell' Italia post-unitaria sino alla dittatura fascista. questo nuovo corso può essere completato con una garanzia di stabilità governativa per il restante periodo della legislatura. ciò può realizzarsi attraverso comportamenti coerenti e nelle forme derivanti dalle intese tra le forze politiche democratiche, verificate nel corso della loro attuazione e nel rispetto di ogni altra prerogativa costituzionale. tre anni di stabilità politica e di Governo sono stati per l' Italia tutt' altro che tre anni perduti, anche se non manca chi si azzarda ad affermarlo. è difficile non vedere come in tre anni siano cambiate molte cose: nel clima generale, nelle condizioni di maggiore fiducia, in cui oggi viviamo, nelle situazioni concrete di vita e nelle possibilità di sviluppo e di progresso dell' intero paese. la crisi economica è, per tanta parte almeno, alle nostre spalle, la situazione dell' ordine interno ha guadagnato il traguardo di una maggior sicurezza, per diversi aspetti sono cresciuti il ruolo ed il prestigio internazionale dell' Italia. il cammino non è stato senza scosse: confronti difficili, lacerazioni e polemiche hanno diviso le forze politiche , l' opinione pubblica , i cittadini. la maggioranza stessa non ne è rimasta immune. una coalizione ampia e rappresentativa, ma composta di forze diverse, che non ha saputo o potuto evitare momenti troppo frequenti di tensione ed anche situazioni di conflitto e che tuttavia, al tirar delle somme, ha sempre saputo trovare una via di uscita, un chiarimento sufficiente, un punto di equilibrio e di compromesso. ha prevalso sempre in definitiva il senso delle comuni responsabilità verso la democrazia e verso la nazione, la coerenza rispetto agli impegni assunti di fronte agli elettori, il desiderio di non lasciare incompiuto un lavoro non inutile e non privo di risultati, la volontà di non aprire il varco a situazioni di vuoto politico e di confusione paralizzante. ha giocato, penso in tutti, la difficoltà di individuare alternative politiche, concrete, convincenti, realmente praticabili. non saprei dire se la maggioranza esce più forte o più debole dalla crisi di queste settimane e dalle polemiche che l' hanno preceduta. so che ne è uscita con uno sforzo convergente di volontà politica, e raggiungendo una buona intesa. i fatti, per il resto, si incaricheranno di dare smentite o conferme. il permanere di uno stato di crisi avrebbe portato probabilmente ad elezioni anticipate o a governi di poco respiro, quale che fosse la sperimentazione tentata, anticamera comunque di sbocchi traumatici. la via del chiarimento e dell' intesa è apparsa quindi alla fine la via di gran lunga preferibile. un accordo politico e programmatico per i venti mesi che ci separano dalla consultazione popolare , dal giudizio degli elettori, fondato su libere scelte e senza che ne risulti soffocata la dialettica politica che anima, arricchisce e può arricchire la vita democratica del paese. venti mesi che potranno essere assai bene utilizzati, purché lo si voglia, nell' interesse del paese, del mondo del lavoro e del mondo della produzione. si tratta di un periodo di tempo che risulterà anche di importanza decisiva per dare o togliere credibilità a quel processo riformistico che è stato messo in quel cantiere istituzionale dal quale, almeno fino ad ora, non è uscita tuttavia alcuna opera compiuta. insisto e insisterò nel dire e nel dimostrare che la sterilità in questo campo sarebbe per le nostre istituzioni il peggiore dei mali. sale, del resto, dal paese, dai cittadini, come dalle forze sociali , una domanda che è, sì, di stabilità, ma anche di maggiore efficienza, modernità, efficacia delle istituzioni, insomma, una qualità più convincente della democrazia che governa. è una richiesta che vediamo formulare ormai in modo sempre più pressante ed imperativo. la avanzano, tra gli altri, le organizzazioni dei lavoratori, gli imprenditori, gli operatori economici, le varie categorie professionali . è una richiesta di cui nessuno può disconoscere il buon fondamento. quanto più si estendono, si diversificano e si fanno più complesse le attività, quanto più si allunga la lista dei bisogni nuovi, che sono figli naturali di una società industriale avanzata, quanto più si allargano gli spazi di libertà, quanto più si opera per rendere ai cittadini la responsabilità della loro vita, tanto più occorre tornare a fissare in modo tempestivo buone regole generali, modernizzare l' azione complessiva dello Stato nella sua opera di promozione, di tutela, di incentivazione, di riequilibrio. una società equilibrata è una società governata, una società in espansione deve essere una società governata. non c' è alcun dubbio che, per un complesso di fattori, quest' anno abbiamo accumulato un certo ritardo che occorre recuperare imprimendo un nuovo impulso di accelerazione all' azione legislativa e all' azione di governo . sul piano economico possiamo osservare che la congiuntura internazionale è tuttora favorevole. ci sono nuvole all' orizzonte, il crollo del prezzo del petrolio è un elemento di instabilità, non tutte le economie nazionali « tirano » come dovrebbero o come potrebbero, ma rischi grossi, per il momento, non si vedono. gli obiettivi che ci eravamo prefissi (la riduzione definitiva dell' inflazione, il riequilibrio dei conti con l' estero, un tasso di sviluppo adeguato a combattere la disoccupazione, il risanamento della finanza pubblica ) sono obiettivi che possiamo continuare a perseguire in condizioni assai più favorevoli di quanto non fossero le condizioni di tre anni or sono. nei primi sette mesi dell' anno in corso l' inflazione si è ridotta di quasi mezzo punto al mese ed ha toccato il suo livello più basso dall' anno 1969. nel mese di luglio l' indice di aumento dei prezzi al consumo è stato uguale a zero : cioè niente inflazione. sull' orizzonte della lotta all' inflazione abbiamo potuto salutare l' apparizione del numero cinque, ciò che ci consente di affermare che l' indice di inflazione previsto per il 1986, che ci aveva procurato tante accuse di faciloneria, sarà raggiunto, ed è quasi certo che otterremo qualche cosa in più. nei primi cinque mesi dell' anno la produzione industriale giornaliera è aumentata del 3,3 per cento ; il prodotto interno lordo del 3 per cento . la bilancia delle partite correnti ha letteralmente capovolto i suoi termini: dai 7.000 miliardi di perdita del 1985 si passa a una previsione di attivo, per il 1986, di 9.500 miliardi e, quel che più conta, non tutto è dovuto al risparmio energetico . a merito delle nostre imprese, va detto che le merci italiane viaggiano bene oltre i confini e anche in termini percentuali reggono il passo con la dilatazione del commercio mondiale. tra gennaio e giugno, le nostre esportazioni sono aumentate dell' 11,2 per cento nel settore dell' abbigliamento, del 14,6 per cento nei mezzi di trasporto, del 7 per cento nella produzione metalmeccanica. la cautela è d' obbligo per lo stato della finanza pubblica . registriamo comunque che in questi primi sette mesi dell' anno il disavanzo è sotto i livelli previsti e ritengo che chiuderemo l' anno nel rispetto delle previsioni della legge finanziaria del 1986 senza dover ricorrere ad alcun provvedimento d' emergenza. siamo dunque di fronte a una situazione favorevole, che si accompagna ad uno straordinario sviluppo di operosità che si manifesta in gran parte del paese. questo risveglio richiede e merita il conforto di politiche giuste ed adeguate che sappiano affrontare con coraggio e dinamismo quello che resta il dato negativo della situazione, cioè l' andamento del mercato del lavoro con i suoi riflessi, che essenzialmente nel Mezzogiorno sono più che preoccupanti. lo sviluppo produttivo ha assorbito mano d'opera ma in misura inferiore alla grande e, per certi versi, eccezionale offerta di lavoro, frutto del forte incremento demografico degli anni 60 e dell' inarrestabile e sacrosanto processo di emancipazione femminile che porta un numero crescente di donne a reclamare il diritto al lavoro. è questo un problema generale, nazionale, a fronte del quale ogni egoismo e ogni privilegio devono cedere il passo ed il Governo affronterà questo problema dando carattere prioritario a tutte le iniziative già in corso o in via di definizione dirette a combattere la disoccupazione. onorevoli colleghi , anche il clima delle reazioni internazionali tende a migliorare, dopo una fase di stasi e di incertezza. emergono segnali indicativi di una maggiore disponibilità delle due maggiori potenze verso la ricerca di soddisfacenti intese, soprattutto per il controllo e la riduzione degli armamenti. il governo italiano aveva da parte sua svolto con coerenza e costanza ogni utile azione per favorire l' individuazione di quei punti di equilibrio nei settori del negoziato, suscettibili di dare ad esso forza e dinamismo. numerose proposte sono state recentemente avanzate dall' Unione Sovietica . esse rivelano l' intenzione di compiere uno sforzo serio e credibile per una pace più sicura. il presidente degli USA ha tenuto al corrente gli alleati di ogni sviluppo delle trattative e ci ha consultati sulle opzioni percorribili per incoraggiare riduzioni significative, bilanciate e verificabili degli armamenti. sembra di cogliere un affievolimento delle pregiudiziali che costituiscono ancora un ostacolo a decisivi progressi nel negoziato di Ginevra. mi riferisco in particolare alla ricerca sulla difesa strategica e al problema del rispetto e della validità del trattato ABM . è molto importante che questo punto sia effettivamente entrato nel negoziato complessivo. consideriamo altresì importante che USA e Unione Sovietica tornino a negoziare e a discutere sul SALT II e in materia di esperimenti nucleari. a questi temi il governo italiano ha dedicato attenzione ed impegno perché fossero superate divergenze ed incomprensioni. noi pensiamo, e lo abbiamo detto con chiarezza, che l' efficacia degli sforzi volti a raggiungere intese più vaste e profonde sarebbe indebolita dalla non osservanza delle intese, sia pure non perfette, già concordate e esistenti. ma anche la violazione e il non adempimento degli obblighi assunti rappresenta un grave rischio per la stabilità. così come è necessario che un sistema di verifiche e controlli costituisca la premessa o il logico corollario di ogni accordo, incluso quello, importante e che l' Italia sollecita, sulla cessazione degli esperimenti nucleari. resta nostra convinzione che il negoziato sulle forze nucleari intermedie può procedere più celermente, e concludersi con un accordo, eventualmente graduale e interinario, ma comprensivo dei missili a più corto raggio, anche nella ipotesi in cui non fosse possibile conseguire una concomitante intesa sui dispositivi strategici. attribuiamo grande interesse al negoziato sul disarmo convenzionale e intendiamo fornire un apporto costruttivo alle ultime proposte del Patto di Varsavia nella prospettiva di rafforzare la stabilità e la sicurezza in Europa. e tuttavia, la pur necessaria sicurezza militare, da conseguire a livelli decrescenti delle forze, non è obiettivo sufficiente per promuovere una pace che per essere reale e duratura deve potersi fondare su una più genuina collaborazione tra gli Stati, su un più armonioso sviluppo dei rapporti fra le nazioni e su di un maggiore rispetto dei diritti delle persone e dei popoli. il governo italiano si è battuto per rapporti internazionali più stabili, per il recupero di un autentico processo di distensione, per costruire un' azione di più ampia solidarietà economica mondiale. lo abbiamo fatto quando spiravano venti gelidi e continueremo a farlo ora in un clima che appare più propizio. il filo di Ginevra non si è spezzato, anche se l' ordito della tessitura negoziale appare ancora molto fragile. occorrono perciò nuovi impulsi, una pressione costante, una forte volontà di non regredire sul terreno decisivo del consolidamento della pace e della cooperazione internazionale. l' Italia continuerà a fare la parte che le spetta di fare, che non è quella di testimone passivo e subalterno. continuerà ad avere una presenza e un ruolo attivo, il ruolo proprio di una grande nazione pacifica. continueremo a farlo a partire dal quadro dell' Alleanza Atlantica , che rappresenta uno strumento militare difensivo ma anche una comunità di valori, di democrazia e di pace. sulla scena mondiale l' Europa, ove trovasse il grado di coesione e la volontà necessaria per accentuare il suo ruolo politico, potrebbe costituire un vero ed importante polo di riferimento e di azione. durante il suo periodo di Presidenza, l' Italia ha ritenuto di offrire lo sforzo massimo per accelerare il processo di integrazione e di innovazione istituzionale. possiamo onestamente tirare un bilancio positivo del nostro impegno anche se poi i complessivi risultati che sono seguiti non sono stati pari alle attese dei cittadini fautori degli ideali europei. l' Italia continua a credere che il passaggio da una comunità economica ad una autentica Unione Europea è una via che non ha alternative e intende ricondurre a tale obiettivo la pur necessaria gradualità di azione nei diversi settori. la regione mediterranea e la sua stabilità hanno certamente attratto molta dell' azione internazionale dell' Italia. abbiamo intessuto molti, nuovi, fruttuosi contatti in una trama di concreta solidarietà con la maggior parte dei paesi rivieraschi. essa è basata non solo sulla contiguità geografica, ma sui vincoli storici e culturali, su interessi economici e di sicurezza. abbiamo già detto di fronte al Parlamento quale sarebbe la nostra risposta nel caso che nuove assurde minacce di attacco fossero messe in atto conca di noi da parte libica, e oggi non posso che riconfermarlo anche se il nostro auspicio resta la realizzazione di una collaborazione piena tra i paesi dell' area nel rispetto da parte di tutti della legalità internazionale e dei principi che disciplinano i rapporti fra gli Stati. e chiamata perciò in causa la responsabilità del governo di Tripoli e la sua volontà di concorrere a determinare una situazione di normalità di sicurezza e di buon vicinato. ed è proprio il caso di dire che deve essere voltata pagina per poter avviare la costruzione di un capitolo nuovo nelle relazioni della regione, che, tra loro, si legano e si condizionano. nel Medio Oriente permane una situazione preoccupante. iniziative e segnali di movimento si sono arenati mentre le gravi condizioni economiche prevalenti in molti paesi, e i diversi oltranzismi, rischiano di innescare nuovi processi di destabilizzazione. e tuttavia non si è spento un desiderio di dialogo dopo decenni di tensioni e di conflitti, in una parte almeno dell' opinione pubblica e delle forze politiche , sia nel mondo arabo che in Israele. ma il solo dialogo che conta, è bene non dimenticarlo, è quello che saprà indirizzarsi verso una pace giusta e durevole fondata sulla sicurezza degli Stati e sulla giustizia per il popolo palestinese . vi sono altri popoli, in altre aree del mondo, che egualmente soffrono l' ingiustizia della sopraffazione e la violazione dei loro più elementari diritti. l' opinione pubblica del mondo è sempre più scossa dal susseguirsi di tragici avvenimenti nell' Africa del sud dove cresce la rivendicazione di fondamentali ed elementari diritti, in un contesto di prospettive sempre più allarmanti. esse pongono la comunità internazionale , il mondo occidentale, l' Europa di fronte a responsabilità che non potranno essere ancora troppo a lungo evitate. né può cadere un velo sopra le ferite tuttora aperte in paesi che hanno subito ingiuste invasioni, come l' Afghanistan e la Cambogia, con tutti gli immensi traumi che ne sono seguiti. una parola voglio dire sul lontano Cile, paese civile e di tradizioni democratiche. parlando di fronte al Congresso americano , più di un anno fa, io ricordavo ai rappresentanti della grande nazione democratica amica che la questione cilena non poteva essere tolta dall' ordine del giorno delle responsabilità delle nazioni libere. ora il tempo stringe. cresce, contro un regime ormai ridotto alla sua pura essenza militare ed autoritaria, non una lotta di fazioni ma una lotta di popolo, che è democratica e non violenta. c' è una rivendicazione di libertà che potrà accelerare i tempi della sua vittoria solo se otterrà un vero e grande sostegno internazionale, solo se incontrerà una piena consapevolezza di tutti i democratici, tanto in Europa quanto in America, e noi ci auguriamo che tutto questo non manchi. per un mondo più giusto, per un ordine internazionale più rispettoso della legalità e per una pace più sicura e meno minacciata, rimane fondamentale l' azione delle Nazioni Unite . noi giudichiamo un errore le azioni dirette a debilitare il ruolo e le strutture dell' Onu. l' Italia intende assicurare all' organizzazione il suo convinto e pieno contributo anche in rapporto alle accresciute responsabilità che ci deriveranno quali membri del Consiglio di sicurezza a partire dal 10 gennaio 1987. il Governo intende proseguire sulla via di collaborazione e di amicizia con i paesi dell' America Latina , ai quali ci legano numerosi e antichi vincoli di storia, cultura e tradizioni, ed è una via che vuole assicurare una testimonianza tangibile della nostra solidarietà non solo politica ma anche economica alle rinate democrazie in molti paesi del continente, rafforzando i legami, in America Latina , come in tante altre parti del mondo, con le comunità italiane che sono sempre più stimate, attive ed influenti. continua attenzione dedichiamo al continente africano nell' ambito della strategia di una nuova solidarietà economica mondiale. la legge 8 marzo 1985 numero 73 rappresenta un concreto tentativo di sviluppare questa strategia. essa mira in particolare a dare una risposta alla grande catastrofe ecologica del Sahel ed alle tremende conseguenze che ne sono derivate in termini di sofferenze umane e di mortalità. sono stati definiti contrattualmente programmi per oltre 1.300 miliardi di lire . altri sono in via di definizione, sono state snellite le procedure, consentendo interventi più tempestivi. il Governo non può che auspicare la continuazione di tale azione, senza soluzione di continuità, realizzando un miglior raccordo con gli interventi della cooperazione ordinaria, nel cui ambito sono stati impegnati 2.737 miliardi di lire nel 1985 e 1.320 miliardi nel primo semestre dell' anno in corso . opereremo questo raccordo nella prospettiva di potenziare il concorso italiano alla lotta contro la povertà e contro il sottosviluppo. negli ultimi anni abbiamo promosso e incoraggiato un rafforzamento dei nostri rapporti con due grandi paesi asiatici, il Giappone e la Cina, paesi di antica tradizione di civiltà e che sono destinati a svolgere sempre più, sia pur da posizioni diverse, un ruolo assai importante per la stabilità, il progresso e la pace del continente asiatico, e su tale strada intendiamo moltiplicare le iniziative di cooperazione ed allargare il campo delle nostre già fruttuose relazioni. onorevoli colleghi , la crisi di Governo , attraverso le consultazioni e i confronti che ne sono seguiti, ha consentito di fare il punto sullo sviluppo dell' azione programmatica di questi anni collocando il tutto nella proiezione dei prossimi venti mesi. la base di partenza è stata la valutazione del complesso assai vasto di iniziative legislative derivanti dall' attuazione dei programmi originari del Governo già presentate e in attesa dell' esame e della approvazione del Parlamento, il quadro degli orientamenti di politica economica interna ed internazionale, e delle nuove iniziative proposte e sollecitate nel contesto di successivi accordi intercorsi tra i partiti della maggioranza, i nuovi problemi infine, che richiedono nuove iniziative legislative e azioni di Governo: ne deriva un tracciato programmatico che, se percorso per intero e con coerenza, potrà raggiungere l' ambizioso obiettivo di completare il risanamento economico del paese, con particolare riguardo ai problemi della inflazione e del disavanzo, accrescendo però anche i fattori di uno sviluppo che resta la chiave di volta dei nostri problemi più gravi: la disoccupazione e il Mezzogiorno. vogliamo, possiamo, dobbiamo portare anche più avanti la linea che abbiamo seguito fin dall' inizio della legislatura, una linea equilibrata, di risanamento ma anche di tutela sociale. una linea che non ha visto né strappi demagogici né cure da cavallo, né sacrifici insopportabili per i più deboli, né concessioni all' opportunismo politico. l' abbiamo seguita nei momenti più difficili e più duri, ora ne dobbiamo sviluppare tutte le potenzialità sociali perché il risanamento non deve arrestarsi all' economia, ma riguarda tutti i problemi del paese, il divario tra nord e sud, la necessità di una vera unità economica, sociale, civile di tutta la nazione. caposaldi della manovra finanziaria per il 1987 saranno l' invarianza della pressione fiscale e il contenimento del fabbisogno pubblico entro i 100 mila miliardi, con una ulteriore riduzione dell' incidenza rispetto al prodotto interno lordo . gli investimenti, per i quali si prevede una crescita intorno al 6 per cento , saranno agevolati dalla discesa dei tassi d'interesse , da un aumento e un miglioramento della spesa per l' innovazione, che favorirà in particolare le piccole e medie imprese e anche le attività artigiane, da misure fiscali e parafiscali dirette ad agevolare gli investimenti nel Mezzogiorno e quelli a forte capacità occupazionale, dalla revisione e dalla ripresa degli investimenti pubblici, che nel 1985 sono ancora diminuiti rispetto all' anno precedente . il problema degli investimenti pubblici è ormai ben noto. è un male cronico, carico di effetti nocivi, che deve essere affrontato con terapie d' urto , diversamente tutto si esaurirà nei limiti di una rituale protesta impotente. a fronte di una esigenza di ammodernamento delle infrastrutture e dei grandi servizi, le cui carenze penalizzano pesantemente le imprese, soprattutto nel sud, e ne fanno lievitare in modo irrazionale i costi rispetto agli altri paesi europei , sta una situazione di lentezze procedurali e di ritardi cronici nell' attuazione delle opere, che impediscono la spesa anche delle somme già stanziate oltre che quella delle nuove poste in bilancio. per il prossimo triennio, la legge finanziaria del 1986 prevedeva la spesa di ben 38 mila miliardi. ben avanzato è lo stato della progettazione, dal piano delle telecomunicazioni ai programmi stradali e autostradali, di edilizia pubblica, per la difesa del territorio, dell' ambiente e del patrimonio culturale. ciò che manca è la celerità delle procedure e la responsabilizzazione della realizzazione delle grandi opere paralizzate sovente dalla pluralità delle competenze e dal complesso gioco dei diversi soggetti interessati. e già di fronte alla Camera un disegno di legge sulle procedure per le opere pubbliche . esso sarà integrato da un altro provvedimento che prevede la realizzazione delle opere di rilevante importo con modalità straordinarie, una volta scaduti i termini prefissati. per i programmi di preminente interesse nazionale , prescelti dal Consiglio dei ministri , si potrà far ricorso a procedure derogatorie sotto la responsabilità di commissari governativi ad hoc , che avranno poteri di coordinamento, sostitutivi ed anche derogatori in riferimento alla fase di esecuzione dei lavori. una cosa è certa: lo Stato deve fare tutto il possibile per animare-rianimare il settore degli investimenti pubblici. è questo un capitolo che riguarda soprattutto il Mezzogiorno, dove l' intervento statale è essenziale e determinante... è ormai indispensabile procedere all' accelerazione dei programmi che riguardano le grandi reti dei trasporti veloci e delle telecomunicazioni; la creazione di aree di ricerca; il risanamento dei centri urbani particolarmente degradati come quelli di Napoli, di Catania e di Palermo; i nuovi interventi delle partecipazioni statali volti a espandere la base produttiva e la dotazione dei servizi. il Mezzogiorno ha bisogno urgente di modernizzazione e di sviluppo. le aree del benessere devono espandersi, tutto il Mezzogiorno deve essere dotato di strutture pari a quelle che esistono nelle altre regioni italiane. fine d' ogni nostra preoccupazione economica è il problema dell' occupazione. studi più severi e rilievi più precisi ci danno di questo fenomeno un panorama diverso e assai più articolato di quello che solitamente appare ripetuto a suon di cifre e di percentuali. non sono le cifre a darci l' esatta rappresentazione dei due drammi, i veri drammi, che sussistono all' interno del fenomeno: il dramma del Mezzogiorno e delle sue aree più depresse, dove la disoccupazione è doppia rispetto alla media nazionale; il dramma dei giovani che sono i più penalizzati nella ricerca di un' occupazione e che formano in realtà il vero blocco della disoccupazione. niente ci consola di fronte a questi due drammi: né la generalità europea e mondiale della disoccupazione, né la buona condizione generale delle famiglie che ne allevia i danni ma non cancella la grave ingiustizia, i rischi della emarginazione, l' umiliazione, l' avvilimento di tante buone volontà che esistono nei nostri giovani e nelle nostre donne. il fenomeno della disoccupazione va dunque combattuto con strategie differenziate, con pluralità di interventi, con un complesso di provvedimenti diretti a moltiplicare le occasioni di lavoro ma a facilitare anche gli accessi e gli impieghi della manodopera. con l' insieme dei provvedimenti già presi che renderemo operanti, e con quelli che potremo prendere, con l' accelerazione degli investimenti pubblici e con i riflessi positivi dello sviluppo complessivo, noi riteniamo di poter provvedere alla offerta delle nuove leve del lavoro e avviare la riduzione dello stock di disoccupazione accumulato. ma questo risultato potremo averlo se tutti i provvedimenti già adottati o da adottare avranno una gestione sincera, priva di ipocrisie e di egoismi, se avranno il consenso generale. agli imprenditori, dai quali ci attendiamo una risposta positiva alle nostre incentivazioni per l' aumento della base produttiva e occupazionale, vogliamo indicare un fatto di grande rilievo: l' allargamento di una cultura industriale nelle organizzazioni dei lavoratori, fra i lavoratori stessi, nelle famiglie. essa determina condizioni favorevoli allo sviluppo ed io sono certo, e comunque mi auguro, che gli imprenditori italiani sapranno cogliere l' importanza di questa situazione nuova per dare una risposta adeguata alle attese di nuovo lavoro produttivo per tanti nostri giovani e per tante nostre donne, queste ultime impegnate in un duplice cimento per conseguire l' effettiva parità con gli uomini e il pieno diritto di partecipazione e di presenza sul mercato del lavoro . onorevoli colleghi , il complesso della piattaforma su cui il Governo intende agire mira ad un deciso miglioramento e ammodernamento della nostra vita nel senso più largo: miglioramento dei nostri istituti di rappresentanza e di Governo, miglioramento delle nostre città e dell' ambiente in generale, valorizzazione dell' intero nostro patrimonio archeologico ed artistico, ma anche industriale ed ambientale. io penso che siamo nel tempo giusto per compiere quest' opera, nel senso che ne abbiamo i mezzi e, quel che più conta, essa rappresenta una giusta esigenza ben presente nella coscienza dei cittadini italiani. dobbiamo riformare e ammodernare i nostri istituti, i nostri apparati e i nostri strumenti, tutto ciò che quotidianamente entra in contatto con i bisogni e le esigenze dei cittadini. dobbiamo riordinare alcuni ministeri, le cui strutture non sono più adeguate ai servizi che ad essi si richiedono; dobbiamo migliorare il lavoro parlamentare, tutelando meglio il cammino delle leggi di attuazione dei programmi di Governo, e introducendo limitazioni più che giustificate in materia di voto segreto ; dobbiamo migliorare i rapporti fra lo Stato e gli enti locali , comuni, province e regioni; dobbiamo avere migliori quadri dirigenti e trovare forme di incentivazione per la produttività della Pubblica Amministrazione . sono pertanto urgenti le riforme che riguardano importanti apparati dell' amministrazione, così come è urgente la riforma che riguarda il riordinamento dei vertici militari. voglio richiamare poi la vostra attenzione su taluni obiettivi generali di avanzamento civile. scuola, ambiente, cultura ne sono i pilastri. più autonomia per le università, in campo organizzativo, finanziario e delle metodologie didattiche; più autonomia amministrativa e contabile anche per gli istituti dell' istruzione medio-superiore che devono assicurare una migliore formazione dei giovani e una loro più attenta introduzione al mondo della produzione e delle professioni; impegno nel campo dell' edilizia scolastica e delle strutture sportive. dobbiamo portare un contributo decisivo alla valorizzazione dei beni artistici e culturali, patrimonio italiano immenso, per tanta parte ancora trascurato se non addirittura dimenticato. c' è fra i cittadini del nostro paese un encomiabile risveglio di interesse per questo loro patrimonio e lo Stato non deve rimanere indietro. è nostro proposito di chiedere e di incoraggiare la partecipazione dei privati alla riscoperta e valorizzazione del nostro patrimonio artistico-culturale che deve diventare una parte integrante della vita degli italiani, più di quanto già oggi non sia, e non restare chiuso o nella sua rovina o nella contemplazione di pochi. lo stesso spirito attivo e concreto io penso che debba valere nelle azioni di difesa e di valorizzazione dell' ambiente. abbiamo destinato fondi importanti a questo scopo e credo che siamo perfettamente in grado ormai di superare la vecchia diatriba fra gli ultras conservatori, che non vorrebbero toccare niente, e gli ultras dello sviluppo, che all' estensione delle attività economiche sono più che disposti a sacrificare le bellezze naturali e qualche volta anche la salute degli altri. onorevoli colleghi , una particolare attenzione, anche a causa dei referendum attualmente pendenti, meritano i problemi della giustizia. essi peraltro non possono essere compiutamente risolti attraverso la sola approvazione di leggi modificative di quelle che sono oggetto dei referendum. occorre rispondere in modo convincente ad una domanda che è essenzialmente una domanda diffusa, forte e ben fondata di migliore giustizia. occorre prevedere subito un intervento più ampio e a tal fine è necessario l' impegno del Parlamento per l' approvazione delle molte riforme che sono da tempo al suo esame, da quella del codice di procedura penale a quella della giustizia amministrativa e a quella della giustizia minorile, nonché dei disegni di legge già presentati per la tutela della dignità delle persone sottoposte a misure restrittive, per il risarcimento dell' ingiusta detenzione, per la nuova disciplina delle comunicazioni giudiziarie e dei mandati di cattura. urgono poi altri provvedimenti diretti ad un miglioramento sostanziale delle condizioni in cui si esercita la giustizia nei tribunali e nelle carceri e gli altri diretti a risolvere problemi contingenti degni di particolare ed urgente attenzione come la legge per l' amnistia, la dissociazione dal terrorismo, i delitti di pubblici ufficiali contro l' amministrazione dello Stato . onorevoli colleghi , guardiamo sempre con grande attenzione a tutti i più pericolosi fenomeni degenerativi della nostra società, la droga, la criminalità organizzata e ciò che resta, almeno in Italia, dell' insidia terroristica. la nostra è una società sana, che tende a migliorare le proprie condizioni di vita : c' è un rifiorire di sentimenti nazionali, una partecipazione molto ampia ai processi positivi del nostro sviluppo. possiamo dire che molte fasce di osmosi, di collegamento dei fenomeni criminali con le culture o le subculture esistenti nella società sono state rimosse: la criminalità è sempre più criminalità ben connotata e delineata, in qualunque modo essa si manifesti. il numero dei delitti consumati nel 1985 è stazionario rispetto ai tre anni precedenti; sono in diminuzione gli omicidi e i sequestri, in aumento le rapine gravi. aver bloccato e isolato il fenomeno della delinquenza non deve però farci cadere nell' errore di abbassare la guardia. droga, grande criminalità organizzata , terrorismo sono grandi mali del nostro tempo, con strutture e potenzialità che varcano i confini nazionali e investono i rapporti fra gli Stati, le situazioni economiche generali, il livello stesso delle relazioni internazionali. ricordiamo, a solo titolo di esempio, i percorsi mondiali del traffico della droga, le ripercussioni negative della crisi economica nei paesi del terzo mondo sull' opera di repressione delle coltivazioni di coca e di oppiacei, le correlazioni fra terrorismo e situazione internazionale. in questa situazione, ogni giudizio categorico sull' andamento delle varie attività criminali, rischia di essere contraddetto dai fatti. ad esempio, c' è motivo di credere che i temuti collegamenti. dei vari rami del terrorismo europeo rivelati negli attentati compiuti in Francia da gruppi intitolati a terroristi italiani siano più indietro di quanto gli stessi terroristi vogliano far credere. e ugualmente individuabile un pericoloso sentiero che porta taluni gruppi terroristici a legarsi alle organizzazioni criminali, al complesso mondo della droga, una volta inaridito l' humus sociale da cui attingevano energie e protezione. sembrano ormai definibili, per quanto riguarda il nostro paese, i limiti quantitativi degli assuntori di droga, un numero che dovrebbe rimanere stabile per un lungo periodo: ma ciò dipende anche dallo stesso commercio delle droghe, dalla quantità, dalla qualità e dal prezzo delle droghe immesse sul mercato. ciò che noi sappiamo con certezza è che dobbiamo continuare con la massima energia nell' opera di prevenzione e di repressione delle attività criminali: agendo sul terreno sociale, per limitare le tendenze al crimine; coinvolgendo la intera società nell' opera di educazione; potenziando i servizi di repressione; migliorando le possibilità di scambio e di aiuto fra i vari istituti internazionali preposti alla repressione dei crimini. il Governo continuerà con energia su questa strada che ha già portato un numero importante di criminali grandi o meno grandi di fronte ai tribunali italiani. non possiamo concederci alcuna pausa perché vogliamo un paese sempre più tranquillo e sempre più sicuro in cui ciascuno possa vivere con serenità la propria vita. onorevoli colleghi , questo è ciò che il Governo si propone di fare e di aiutare a fare. questi sono i termini e gli obiettivi di una politica di sviluppo , di ammodernamento e di progresso sociale e civile della nazione. il nostro paese è cresciuto e continua a crescere. dobbiamo assecondare questo movimento che fa ormai degli italiani uno dei popoli più produttivi del mondo. niente nasce per caso. se abbiamo ottenuto in questi ultimi anni buoni risultati vuol dire che abbiamo scelto strade giuste, che le novità introdotte non erano improvvisazioni ma rispondevano a effettive esigenze dei cittadini. da tanti elementi noi possiamo constatare come si sia realizzata una svolta importante nei comportamenti della nostra società. dobbiamo continuare a preoccuparci che l' azione politica, parlamentare e di Governo proceda lungo una scala di valori che sia all' unisono con i buoni sentimenti degli italiani, con le loro aspirazioni, con le loro speranze, con il loro senso di giustizia. io penso che c' è di fronte a noi un cammino importante da percorrere e da completare, per portare l' Italia un tratto ancora più avanti sulla via di un progresso sociale più elevato, più saldo, più diffuso, più equilibrato e più giusto. il programma del Governo vuole essere una parte, una parte coerente, di questo percorso. per gli scopi pacifici nelle relazioni internazionali, di sicurezza interna, di sviluppo civile e sociale, sappiamo di poter contare sulla collaborazione consapevole dei pubblici apparati, delle forze armate e delle forze dell'ordine . per il Governo e per la politica che intendiamo perseguire chiedo ora un voto di fiducia al Senato della Repubblica .