Gianfranco FINI - Ministro degli Affari Esteri - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 479 - seduta del 05-05-1986
Ipotesi di intervento di una forza di interposizione ONU nel sud del Libano
1986 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 28
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor ministro, le sue dichiarazioni alla camomilla, tutte tese a tranquillizzare noi e gli italiani sul fatto che non c' è pericolo, che tutto va bene e che anche questa volta l' abbiamo fatta franca non mi pare che siano state sufficienti anche perché qualcuno del Governo dovrà pur spiegare la stridente contraddizione che esiste tra alcune dichiarazioni (quelle sue e del ministro Zamberletti) secondo le quali l' Italia sostanzialmente non correva e non corre alcun rischio, e la decisione adottata dal ministro della Sanità — decisione non assunta da altri ministri della sanità di paesi della comunità europea — di vietare la vendita di certi prodotti alimentari . ma al di là di ciò, e limitandomi solo a quanto sta accadendo in provincia di Latina, in relazione alla centrale nucleare e alla forzata convivenza della stessa con il poligono di tiro, mi pare veramente paradossale che il Parlamento debba pronunciarsi su una questione che qualsiasi regola di elementare buon senso farebbe risolvere con facilità, perché non possono coesistere la centrale nucleare ed il poligono di tiro se non rispettando norme di sicurezza che sono state codificate anche in sede Cee (ovviamente in riferimento non al poligono di Foceverde ma alle centrali nucleari ed alle installazioni ad alto rischio) e che il governo italiano in precedenti occasioni — cito un dibattito svoltosi al Senato nella scorsa legislatura — ha disatteso ampliando il poligono. come i colleghi infatti sanno, specialmente quelli del XIX collegio elettorale , il poligono è stato recentemente ampliato, ed è quindi divenuto contiguo alla centrale nucleare di Latina; ciò è stato fatto non soltanto in spregio delle decisioni assunte in altra sede circa la necessità di limitare le servitù militari, ma anche facendo venir meno — e questo è ciò che è peggio — le norme e le esigenze di sicurezza, ormai totalmente disattese. si è avuto così il risultato che un errore, sempre possibile anche in campo militare, potrebbe far sì che un colpo sfuggito, o mal calcolato, colpisca o cada nelle vicinanze della centrale. a nostro avviso va stabilito con forza che il problema — ovviamente in questa sede — non è quello di dichiararsi favorevoli o contrari al nucleare, o al poligono di tiro (perché per le esigenze della difesa è pur necessario prevedere luoghi in cui possono essere svolte attività di addestramento), quanto di garantire l' osservanza delle norme di sicurezza, che lo Stato attualmente non assicura nella zona pontina. ci dichiariamo pertanto, signor ministro, insoddisfatti della sua risposta, perché lei non ha minimamente fatto cenno alla nostra domanda mirante a sapere cosa si stia facendo per potenziare le misure di sicurezza. riteniamo anche che la pubblica opinione della zona pontina, e di tutte le altre zone in cui sono allocate centrali nucleari , non possa essere tenuta completamente all' oscuro di ciò che il Governo ha intenzione di fare qualora, sciaguratamente, si dovesse verificare un incidente nucleare. posso anch' io testimoniare, come già hanno fatto altri colleghi, l' enorme paura dei cittadini residenti nella zona limitrofa (a Foceverde, a Nettuno, a Pontinia, a Latina) circa ciò che accadrebbe loro nel caso che si verificasse malauguratamente un incidente. circolano voci di allontanamento coatto di 60-70 mila persone, circolano voci ancora più allarmistiche; ma da parte della autorità competenti non si avverte la necessità di dire con chiarezza che cosa le prefetture, le questure e gli altri organi abbiano in animo di fare in presenza di un tale incidente. ribadisco la nostra insoddisfazione proprio perché, da un lato, non vengono rispettate le norme di sicurezza esistenti, dall' altro, perché non vengono potenziate e, infine, perché si tiene l' opinione pubblica , che è poi l' unica legittimata a giudicare (ed a Pontinia, a Sabaudia ed a Latina lo ha fatto con un referendum che il Governo dovrebbe tenere in qualche considerazione) nell' assoluta ignoranza.