Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 455 - seduta del 11-03-1986
Sulle risultanze dell'inchiesta parlamentare sulla "loggia massonica P2"
1986 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 412
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghi, signor ministro, credo che discutendo una relazione ed i risultati di una fatica così corposa e lunga, che ha sicuramente impegnato la capacità, la buona fede e l' intelligenza dei nostri colleghi, non si possa — non trattandosi poi delle risultanze di una Commissione d' inchiesta — formulare un giudizio come in altre occasioni abbiamo fatto a proposito di commissioni di altra natura. dobbiamo viceversa discutere il testo redatto dalla Commissione insieme agli altri testi che ci pervengono dall' attualità, dagli eventi, dai fatti, magari anche quelli vecchi solo di qualche ora o di qualche giorno. e quindi da questa giusta collocazione, che leggiamo nella relazione della Commissione e negli eventi che ci sono noti, che credo possiamo avviare quella riflessione e maturare scelte di tempi e di mezzi, che forse costituiscono l' unica vera scelta di campo che si può compiere. è vero, oggi contro la mafia si è tutti uniti. sono convinto che, grazie ai mass-media, il figlio che sospetta il proprio genitore mafioso, oggi vive una tragedia, uno strazio, che una decina di anni fa certamente non avrebbe vissuto. anni fa le isole erano anche culturali; direi che, in qualche misura, quando la cultura diventa civiltà essa contiene in sé il rischio di essere un po' terroristica, perché se una cultura vive se stessa come civiltà, ciò che è al di fuori del proprio perimetro rischia di apparire come barbarie ed inciviltà. questa mattina il collega Violante, trattando di giovani e donne, ne ha parlato in termini di soggetti politici. sarebbe un sociologismo un po' grossolano e sbagliato affermare che gli attori, i protagonisti odierni, per i quali oggi forse siamo più forti, siano i giovani e le donne. temo che ciò non voglia dir nulla o, peggio, significa cadere nella trappola con la quale a volte cerchiamo di intossicare, un po' per proteggerci, l' opinione pubblica . i nostri giornali dicono: « grande manifestazione di giovani contro la camorra » ; l' hanno organizzata i grandi partiti, che prima organizzavano manifestazioni di non so quale altra categoria, ma oggi va di moda organizzare i giovani e le donne. i servizi alla democrazia li fanno, ed in questo forse sono arcaico, al di là delle generazioni, al di là delle età e dei sessi, coloro che possono affinare le armi democratiche di cui dispongono e non coloro che , appunto all' interno di una civiltà che si professa come tale, si mobilitano contro il demonio, contro il demone (la mafia e la camorra in questi casi vengono individuati come demonio, vengono individuati come qualcosa che va esorcizzato e schiacciato). attraverso questo tipo di mobilitazione, che è quello dello stimabilissimo don Riboldi, credo che noi perdiamo in intensità ed in senso di drammaticità quello che guadagniamo, lo dico in senso buono, come spettacolo. e lo dico, ripeto, con tutto rispetto, visto che la vita è sempre spettacolo, ed il problema è se lo spettacolo sia buono o cattivo. signor presidente , torno ad osservare che ormai di fronte a questa sorta di rito nazionale in virtù del quale, a Milano, il giovane Dalla Chiesa e altri manifestano, a migliaia, con tutte le scuole (e poi, en passant , si dice che Sciascia è un lassista, così come di chi non fa parte della crociata), noi ci chiamiamo fuori, perché le cose non stanno così. e devo dire, a proposito di questo celebratissimo giovane Dalla Chiesa , che mi viene il dubbio che egli, trasmigrato da posizioni vicine al movimento studentesco a posizioni tutte di sostegno allo Stato, continui tuttavia ad operare con lo stesso grado di dozzinalità, di giacobinismo e di intolleranza per cui, a questo punto, la crociata la si fa come crociata di Stato, invece che come crociata contro lo Stato muovendo dall' università statale o cattolica di Milano. dunque, il problema c' è. è quello però che dalla nostra relazione, dai nostri lavori, presidente Alinovi, in realtà sentiamo evocare il terzo livello. i compagni di democrazia proletaria su questo dicono: « ma, il terzo livello... » . altri magari dicono: « ad eccezione di Ciancimino... » . a parte il fatto che non vale nemmeno l' eccezione di Ciancimino, poiché per la verità Ciancimino era già da molti anni un politico pentito, giacché si era ritenuto tradito dai suoi amici e aveva smesso di far politica: guarda caso , l' unico elemento del cosiddetto terzo livello colpito è uno che ne era uscito, probabilmente in termini di livello politico, per dedicarsi ad altro. a questo punto verrebbe voglia di dire: finalmente, dopo 20-25 anni, abbiamo individuato i Salvo, cominciamo ad avere altre piste; sulla Sicilia è indubbio che qualcosa di importante c' è, che alcune piste, alcuni segnali, alcuni primi risultati ci sono. e come sempre i risultati ci sono lì dove i magistrati non hanno ceduto al rischio di fare la crociata, e dove hanno innanzitutto dato fiducia alle leggi e alle procedure stabilite dalle leggi, cercando quindi non già di vincere la mafia, ma di fare un processo, e di ricercare la verità. la magistratura siciliana e palermitana non è stata influenzata abbastanza, per fortuna, in termini negativi dalla cultura, che è propria del Csm e delle sue risoluzioni strategiche, con la quale si chiede ai magistrati, che dovrebbero essere soggetti soltanto alla legge, di essere attori di campagne « contro » (la campagna contro la camorra, la campagna contro la mafia) con cliché che ben conosciamo: la vedova, i ragazzini dell' asilo, la mobilitazione civile. devo dire che, da questo punto di vista , sono fiero, signor presidente . avendo una volta ascoltato, alle due di notte, Radio Radicale raccontare come era stato rinvenuto il corpo di un cristiano, di una persona a Palermo, la mattina dopo, alle sei, presi l' aereo e mi recai nella casa di Marino; poi dissi come avevo visto il corpo di quel giovane. dopo alcuni giorni avemmo quella che, giustamente, Giacomo Mancini ricordava come una svolta, come un segnale di grande importanza emotiva, razionale e di diritto, attraverso l' assunzione di responsabilità del Governo e l' iniziativa del ministro Scalfaro. ma devo dire che quella mattina ho percepito il rischio di una civiltà che diventa terroristica; quella mattina probabilmente non c' era un uomo e non c' era un uomo comunista, né un uomo dell' Azione Cattolica , né un consigliere circoscrizionale: quella mattina c' era il vuoto attorno a quel ragazzo torturato! nessuno! subito dopo mi recai dal questore a dire che ero andato in segno di solidarietà dalla famiglia e che andavo, sempre in segno di solidarietà, in questura, perché anche loro erano vittime di quanto era accaduto, e ci tenevo a recarmi sia dagli uni sia dagli altri! esiste, dunque, questo rischio terroristico che non ci piace. Giacomo Mancini, nel suo intervento, ha detto giustamente che allora lo Stato si era tutto mobilitato contro il terrorismo, appannando, non vedendo quello che già c' era — e di grosso — a livello della mafia e della camorra. in quest' Aula, signor presidente , signor ministro, sembra che citarsi sia di cattivo gusto; certo è una mancanza di fantasia, ma io so per quanti mesi abbiamo gridato che doveva esserci pure qualcosa di sbagliato se appena un brigatista forniva un corpo straziato o un po' di sangue, subito lo vedevamo sugli schermi televisivi per giorni, mentre se la mafia e la camorra uccidevano, moltiplicando per dieci, per venti, per trenta le loro vittime, questo non appariva neppure sullo sfondo. l' unico problema esistente era quello del terrorismo, perché era interesse della Loggia P2 denunciare e non colpire la P38, secondo una dialettica che la stessa presidente Anselmi ha individuato. ma guarda caso , era il Governo di unità nazionale che conviveva con questo tipo di civiltà e con questo uso dell' attualità mafiosa, dell' attualità camorristica e dell' attualità terroristica! s' impone dunque una prima riflessione, quando adesso vengono i Dalla Chiesa junior, o degli altri, sostanzialmente a linciare, in fondo, chi vuole alzare la bandiera della ragione e del diritto, esemplarmente, dinanzi ai mafiosi imputati, incriminandoli di lassismo. s' impone una riflessione dinanzi quanti vorrebbero — e ce ne sono — che fossero approvate nuove leggi per nuovi pentiti e nuovi premi. ma Palermo non ha avuto bisogno della legge sui pentiti, Napoli non ha avuto bisogno — e ci verremo — della legge sui pentiti per violare la legge, subornare i testi e fare quello che è stato fatto! ma poi, signor presidente , bisogna pure rendersi conto di come si creino certi meccanismi in questo nostro paese. vi sono stati appelli in tutta Italia perché i sindaci, con le fasce tricolori, si recassero al processo di Palermo: tutti quanti a Palermo! e gli avvocati, i Canestrini da Trento, e gli altri, che si offrono come difensori di parte civile, perché è necessaria la costituzione delle parti civili! bene, capisco! ma a Napoli non ci sono stati il comune, la provincia, la regione! non mi risulta che abbiamo fatto molto chiasso in tanti processi, che si siano costituiti spesso come parti civili, anzi! contro il terrorista Senzani, che era l' ideatore — e lo è stato — della operazione camorra-Stato-Brigate Rosse , a Napoli, dopo essere stato l' ideatore dell' episodio D'Urso (da cui doveva venir fuori il nuovo Governo se tornava quel cadavere), Siola non si è costituito parte civile. non vorrei sbagliare. il preside della facoltà di architettura, il compagno Siola, gambizzato, non si è costituito parte civile. non vorrei sbagliare, ma mi si dice che soltanto la federazione del partito si è costituita, Siola no. vorrei andare a verificare. comunque, anche se non fosse così, sulla camorra dovremmo porci delle domande. cominciamo con il dire che ha ragione Russo allorché afferma che quando si parla di un po' tutti i partiti poi bisogna andare a vedere quali. io aggiungerei quali e dove. non è vero che i partiti siano tutti uguali dappertutto e che dappertutto gli stessi partiti siano innocenti e dappertutto gli stessi partiti siano colpevoli. ho sentito parlare di quelle schede calabresi, di quelle schede del ministero dell'Interno . è una scusa che è tornata spesso da quelle parti. mi pare che fossero schede multicolori, Alinovi, sulle quali non si è poi molto insistito e indagato. pensate se non fossero state multicolori! pensate quanti articoli di quanti giornali per quante settimane! sarebbero divenuti un emblema! alcuni anni fa si sentì il caso di Verzotto che diventava latitante. e Verzotto era di un buon livello. non so se fosse innocente o colpevole. tutti dicono che è a Parigi. signor ministro dell'Interno , io non conosco la situazione, non so se per Verzotto ci sia ancora il mandato di cattura internazionale... ecco, tu dici che non lo hanno mai cercato! dillo qui, dillo alla tribuna, ricordatelo! la storia siciliana è quella che è! signor ministro, io le chiedo in questa occasione se, per esempio, questo Verzotto venga ancora cercato o se ce lo siamo dimenticato, forse non c' era l' estradizione, mi si dice. ma, a questo punto, io non credo che esista il terzo livello, come sembrano intendere il collega Franco Russo e altri tra noi e come io stesso dico in alcuni casi. certo, se noi cerchiamo l' atto notarile della costituzione di un' unica associazione per delinquere tra il grande banchiere, il grande uomo politico ed il medio, il grande mafioso, non lo troveremo mai. ed io credo che nemmeno di fatto le cose siano così. allora, non vorrei, per esempio, che la differenza di trattamento italiano per la camorra e per la mafia sia determinata magari dal fatto — diciamolo pure — che in Sicilia le responsabilità maggiori sono democratico cristiane (e buona notte al secchio, perché quello è il partito di potere!) e che in Campania, presidente Alinovi, dopo dieci anni in cui il potere al 90 per cento è stato, almeno ufficialmente, del partito comunista e della sinistra, a questo punto le cose siano diverse. no, perché noi sappiamo.... io spero che non sia vero e che tu abbia fatto questa riflessione abbondantemente per conto tuo. se tu trasalissi, Alinovi, dovremmo tranquillamente dire che non hai riflettuto. Teodori ci ha già ricordato le cifre, l' uso dei 416-bis a Napoli... abbiamo a Napoli delle situazioni che sono terrorizzanti, più nette e più chiare di quelle della Sicilia, da questo punto di vista : i problemi di Senzani, i problemi del caso Cirillo, il problema dei magistrati napoletani e di come si sono mossi, i problemi della condanna ad Enzo Tortora.... tra l' altro, tra parentesi, abbiamo sentito un' ultima cosa: sono crollati (e i giornali non ne hanno parlato!) tutti i pentiti, uno dopo l' altro, ma costoro hanno purtroppo raccontato la loro verità, che per noi naturalmente non è affatto una verità. ma per chi ha creduto nella sentenza hanno raccontato di essere stati subornati dal magistrato: A, B, C, D, E, Z. quindi, a questo punto, la cosa non si è detta. sappiamo che tra venti giorni si vuole fare il processo d' appello di Tortora, soltanto di Tortora e di quel troncone. e, come è già accaduto nella gestione camorristica della magistratura napoletana, pare che il procedimento sia già assegnato ad una sezione della Corte d'appello , la V, nella quale — guarda caso — da venti giorni soltanto è giunto (come era giunto nella X sezione del tribunale soltanto da pochi giorni) il magistrato che dovrebbe, tra venti giorni o un mese, prima che crolli tutto, giudicare in appello il troncone di Tortora, non quello di Sibilia e di tutti gli altri, il troncone nel quale, come è noto, si sono assolti a Napoli, senza troppi clamori, il sindaco di Ottaviano e il fratello di Cutolo. è bene che abbiano assolto quest' ultimo (io sono garantista con tutti); certo che non poteva essere condannato perché conosceva suo fratello! ho sempre detto che quella istruttoria è stata fatta — non a caso, Alinovi — senza cercare riscontri perché era necessario procedere in quel modo. se si fosse proceduto attraverso i riscontri, Tortora sarebbe stato innocente e sarebbe emerso un certo tipo di gioco del palazzo di giustizia , quello per il quale si faceva il processo Tortora per non fare quello Cirillo, per non fare tutti quei processi sulle amministrazioni comunali della città di Napoli. noi, al Parlamento europeo , stiamo leggendo tutte le iniziative della magistratura napoletana nei confronti della classe dirigente , dei sindaci, delle Giunte. per carità, io non stimo gran parte di quei magistrati. né li stimerei se mettessero sotto accusa... solo che i processi a questa gente non li fanno. allora qual è il terzo livello? scusatemi, ma è in dubbio che alla legge La Torre-Rognoni si è giunti perché il concetto di La Torre e di tanti altri (di Michele Pantaleone, di Li Causi ) era quello che occorreva andare nelle banche e vedere come si muoveva il credito. per questo però si arriva poi ad operare con delle esasperazioni; in quella legge ci sono aberrazioni: la confisca, non il sequestro, è stata usata, in genere, tranne tre eccezioni, contro dei piccoli artigiani, con la gente media... ho detto che ci sono state tre eccezioni. ma normalmente la diffida e la confisca sono applicate in modo tale da diventare assolutamente irreparabili. parlo della confisca, non del sequestro. quindi la diffida, la confisca, e tutte il resto... abbiamo così 40mila persone (12 mila in Calabria) e rischiamo, come giustamente diceva Violante, di saldare in un modo tremendo (dobbiamo pur avere una strategia di alleanze sociali!) la piccola impresa artigiana, la piccola poltiglia produttiva del sud, alla mafia e alla ndrangheta. se questo era vero, compagni comunisti, fino a prova contraria, fino a quattro anni fa (e dico fino a quattro anni fa perché non ho i dati successivi), alla regione siciliana sono stati assegnati all' unanimità, fino all' ultimo centesimo, appalti e crediti. all' unanimità... da quando lo abbiamo detto, provato e documentato, da allora, si è in presenza di una maggiore difficoltà di spesa perché, evidentemente, è più difficile mettersi d' accordo. ed infatti stanno aumentando i fondi che non vengono usati, mentre prima si usavano, fino all' ultimo centesimo. si dice: « c' è stato lo strappo con l' Unione Sovietica » . non so se sia vero, ma nei nostri partiti dobbiamo pur ammettere qualche errore. ho sentito dei comunisti dire che, in fondo, l' operazione Milazzo (e Macaluso, se sentisse, forse si arrabbierebbe) non era poi questa grande operazione antimafia delle grandi forze popolari del nostro sud. bisognerebbe dire invece che, senza una connivenza di linea politica... quello è più grave! esistono linee politiche di compromesso storico con certi interessi che sono più gravi dei quozienti di corruzione che partiti « borghesi » offrono di volta in volta. una scelta politica in buona fede , sbagliata, fatta con la lucidità di chi dice: « è necessario passare attraverso questa strada » , deve essere individuata. ed allora è la linea per la quale avete tollerato che il Banco di Sicilia avesse situazioni di prorogatio o addirittura di consiglieri deceduti da vent' anni . avete tollerato a Napoli, nel pieno della gestione di sinistra, quella gestione lottizzata delle migliaia di miliardi che è iscritta — ma non è finita sottoposta a processo — in tutti gli atti degli enti locali napoletani, è iscritta negli atti giudiziari che però sono lì, con processo camorristico e mafioso, senza mai arrivare né al rinvio a giudizio , né al proscioglimento. no, io dico che allora, forse, non mobilitavate né le donne né i giovani... il problema è quello di come si lotta! era lotta? non lo era! tanto è vero che si concludeva, poi, con la spartizione, fino all' ultimo centesimo, con votazioni all' unanimità, delle somme... signor presidente , sto sostanzialmente arrivando al termine del mio intervento per fare una riflessione: ha ragione Mancini. io farei una piccola correzione, se me lo consente, per quel che mi riguarda. lui dice: la democrazia avanza. dico: lo Stato avanza. e, guarda caso , lo Stato avanza col pentapartito (tutti partiti più o meno sospetti, tutti!) e con l' opposizione del partito non sospetto; mentre il peggio è sicuramente accaduto nel sud d' Italia, durante gli anni dell' unità nazionale . sono stati gli anni dello sfacelo assoluto, anni dello sfacelo in Sicilia e delle amministrazioni di sinistra nella Campania. io non dico « post hoc , ergo propter hoc » , ma dico che, comunque, queste sono le situazioni. ma allora? certo non siamo — purtroppo, da un certo punto di vista — ai tempi in cui si contrapponevano l' appassionata posizione del meridionalismo di Mario Alicata e quell' altra di Chinchino Compagna . non vi sono più quei dibattiti. giustamente, diceva Mancini, del meridionalismo si ha quasi pudore di parlare e si ha un po' paura quando lo si « rialza » nel modo sciatto in cui lo si fa. ma il problema con il quale dobbiamo fare i conti è che in realtà noi, non solo in termini di deportazione (che diventa poi « servizio di espansione » ) di quel mafioso o di quell' altro, in giro per l' Italia, ma nel momento in cui la politica partitocratica, ad esempio, ha reso le regioni e gli enti locali i luoghi della spesa incontrollata della mano pubblica, invece che sedi legislative, così come le avevamo concepite e istituite abbiamo creato, sempre peggio e sempre male, Stato (Stato di spesa e Stato di corruzione), quello nel quale si è sempre sviluppata la struttura e l' infrastruttura camorristica e mafiosa (che si tratti dei corsi professionali o del denaro che viene dall' Europa a Reggio Calabria , a Napoli o altrove). in materia credo che le responsabilità dei partiti siano identiche. non è vero che la Democrazia Cristiana , su questo, sia più colpevole del Pci! non è vero che Napoli sia meno pericolosa...! anzi, dobbiamo pur dire che a Palermo talune isole — come dire? — di efficacia eroica (e lo abbiamo purtroppo visto, tanto che sono restate sul selciato) non hanno cessato di esistere. a Napoli, nulla! non possiamo dire... cade Siani, è ferito Siola... non c' è nulla, non c' è una iniziativa! c' è quella vergogna della operazione camorristica che si risolve nel maxiprocesso, condotto nel modo che sappiamo, con all' interno quella infinità di violazioni del codice penale da parte di giudici, che noi abbiamo denunciato in altra sede e in ordine alle quali, dunque, noi siamo esposti alla calunnia. non a caso, invece, non si fa nulla! quindi il problema vero è quello dei partiti, è di un modo di governare e di una certa ideologia... della mobilitazione delle donne e dei giovani, usata nel modo in cui viene usata, personalmente diffido enormemente! dobbiamo sapere, signor presidente , se la Commissione sul fenomeno della mafia andrà a farsi darei bilanci del comune di Napoli, poiché se fosse vero che in quei 10 anni si è normalmente, come viene scritto nelle imputazioni e nella relazione del commissario (che fu poi colpevole, e noi lo abbiamo per questo denunciato, di omissione di atti di ufficio, perché probabilmente voleva giocarsela in un certo modo quella roba), proceduto in una determinata maniera... vi era unanimità, dal Msi al Pci e alla Dc, nella riunione dei capigruppo che prendeva, con i poteri della Giunta e del Consiglio comunale , talune decisioni! i denari, dunque, venivano spesi in un certo modo, garantendo che Almirante e ciascuno avesse la sua « fetta » . se fosse così, dicevo, questo dovreste acquisirlo. la Commissione deve acquisirlo, deve andare a vedere in quelle spese truffaldine, nella violazione sistematica della legalità, che in Campania è più raffinata e più elevata di quanto probabilmente non si è riscontrato. ai giudici palermitani va la nostra stima, anche se pericolosissime sono la struttura e la cultura del maxiprocesso, anche se pericolosissima è una cultura del reato associativo assolutamente inversa rispetto al mondo anglosassone. l' editore Scalfari e l' editore Tassan Din avevano sottoscritto un patto di violazione precisa delle leggi: un patto sostanzialmente golpista perché sottraeva la libertà di stampa , la condizionava e così violava la legge. in quel caso non vi è stato alcun reato associativo contestato, e neanche una ricerca. che cosa succede, invece, dinanzi alle sintonie, alla mancata esecuzione, ad esempio, da parte dei poteri pubblici in Campania, di delibere e via dicendo? insomma, questo Banco di Napoli ! si è nell' Isveimer e non si è nel Banco di Napoli . allora si fa qualche critica anche al Banco di Napoli , altrimenti la battaglia non la si fa. dove si aprono gli sportelli e perché si aprono? avete fatto qualche indagine? credo che sarebbe interessante andare a fondo per vedere con quale procedura è stato aperto lo sportello a Quindici. e, invece, niente! perché? perché in Campania ed in tanta parte del sud non è vero — lo dico io — che i partiti borghesi abbiano rappresentato l' elemento più dannoso. i partiti borghesi sono stati aperti in modo amplissimo a forme di corruzione personale, ma non era una scelta politica profondamente sbagliata. la scelta in favore di una certa imprenditorialità, un compromesso storico per usare i soldi del terremoto, compiuta con lucidità, (affermando che di fronte alla marmellata partitica della destra e del centro non si poteva fare nulla, e quindi occorreva ricorrere a quella imprenditorialità) è stata una scelta della sinistra, che ne aveva la forza, e diciamo anche l' autorità morale fino a quel momento. oggi, quindi, ci troviamo di fronte ad una realtà camorristica in cui sull' articolo 416-bis non vi è un imputato. Tortora chiede ancora adesso che sia fatta una verifica sui suoi conti in banca. sistematicamente essa è stata rifiutata. presidente Alinovi, la mia è stata poco più che una chiacchierata, ma ciò che desideravo trasmettere a lei e a tutti i colleghi è un certo modo di guardare ai problemi del nostro Stato e del nostro Mezzogiorno, davvero senza alcun cattivo rispetto umano di noi stessi. se non rivediamo gli errori delle nostre gestioni politiche e partitiche, se non siamo i primi a farlo, credo davvero che, anche se qualche segno positivo c' è, rischieremo di fare andare avanti nei nostri partiti le persone e le politiche più sbagliate. ci adorneremo anche con gli orpelli Delle Vedove o dei vedovi, gli orpelli delle giovani e delle donne, gli orpelli di qualche successo, e sarà allora possibile continuare sempre più pericolosamente con una politica che non può che produrre mafia e camorra, a parte i latitanti che noi conosciamo, ma che sono internazionali. sono convinto che finché il proibizionismo sarà legge internazionale, dovremo fare i conti sicuramente con ciò che crea una legge drogogena e criminogena. e indubbio che ciò esiste in tutti i paesi del mondo e dobbiamo renderci conto che due sono state certo le vie seguite nel sud: la droga, con tutto ciò che essa comporta, e l' imprenditoria. non a caso i compagni comunisti parlano sempre molto della imprenditoria palermitana e mai di quella napoletana e campana o magari di quella calabrese. non capisco perché; però, siccome non capisco, mi auguro che me lo si spieghi, e che in futuro la Commissione vorrà essere davvero la commissione « antimafia » , « anticamorra » e « anti-ndrangheta » , e non solamente la commissione che nel circoscritto ambito delle responsabilità siciliane indaga grazie alla capacità borghese di colpevolizzarsi e di pigliare — chiedo scusa — pesci in faccia e calci in bocca senza replicare, mentre altrove altri hanno la buona coscienza a buon mercato , e magari queste cose le fanno per il partito o per la nuova Chiesa, e perciò con tutto il rischio di una buona fede , ma su idee e posizioni politiche che sono sicuramente negatrici dello Stato moderno.