Giovanni SPADOLINI - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 42 - seduta del 10-11-1983
Sulla situazione nel Libano
1983 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 38
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli Deputati , il numero delle interrogazioni presentate e la rilevanza delle domande poste dai vari gruppi parlamentari confermano che la decisione dell' installazione dei missili nucleari intermedi in territorio italiano, assunta dal Parlamento nazionale quattro anni fa, è una decisione di « storica importanza nazionale » , come ho detto ieri ai membri della Commissione difesa della Camera. di ciò il Governo è perfettamente consapevole, in spirito di continuità con i governi che si sono susseguiti dal dicembre 1979 ad oggi, così come è attento a tutto ciò che di nuovo e di concreto si affaccia sul teatro internazionale e nelle trattative in corso per il disarmo, in vista di preservare il filo del negoziato e del dialogo, sola alternativa al terrore dell' olocausto nucleare. non siamo vincolati ad alcun cieco automatismo; siamo pronti a sospendere immediatamente ed in qualsiasi momento il programma di installazione dei missili che, comunque, si completerà solo alla data fissata del marzo 1984, senza anticipazione alcuna. la clausola di dissolvenza conserva la sua piena validità. ci guida ancora la logica di interdipendenza fissata con la doppia decisione del dicembre 1979: dare spazio al negoziato e ad ogni possibilità in esso contenuta; procedere — in mancanza di accordo — ad un atto di bilanciamento di forze, di ristabilimento dell' equilibrio missilistico in Europa, equilibrio gravemente alterato dallo spiegamento dei missili ss20 dei paesi del Patto di Varsavia . con questi atti il Governo è il conseguente e fedele esecutore delle decisioni che il Parlamento adottò alla Camera il 6 ed al Senato il 10 dicembre 1979 e che condussero all' accordo NATO del 12 dicembre successivo. devo ricordare che le risoluzioni, cui si ispirò quel dibattito, si riferivano alle precisazioni che il presidente del Consiglio del tempo, onorevole Cossiga, aveva poco prima fornito, circa la necessità di un tempo tecnico di « almeno tre anni » per l' operatività. la data accettata dal Parlamento, in quella sua prima autorizzazione fu, dunque, quella del dicembre 1982. senonché la successiva riunione NATO del 12 dicembre ritardava l' inizio dell' operatività dei missili al dicembre 1983, data in cui fu valutato che sarebbero stati ultimati tutti gli adempimenti tecnici relativi alla scelta delle basi, all' attuazione dei lavori infrastrutturali, al trasporto dei sistemi d' arma e quindi alla loro piena operatività. sul fondamento di tali decisioni, assunte in sede parlamentare nazionale prima, codificate in sede NATO poi, il Governo in carica , e per esso il ministro della Difesa protempore, procedette, fin dai primi mesi del 1980, nelle sedi tecniche competenti dell' Alleanza Atlantica , alla definizione del necessario programma logistico-operativo e di opere infrastrutturali. prescelta, nell' agosto 1981, la base di Comiso come luogo di spiegamento e di operatività dei missili, si ebbe modo di constatare che, per difficoltà connesse all' esecuzione del progetto tecnico particolareggiato, l' inizio dell' operatività non poteva essere comunque quello fissato nel dicembre 1983. fu così convenuto, sempre in seno all' Alleanza Atlantica , in un' intesa tecnica conclusa nel marzo 1982, che l' inizio dell' operatività dei missili da schierare a Comiso fosse rinviata al marzo 1984. fu altresì stabilito, in quell' intesa, che la base di Sigonella potesse essere adoperata come un complesso di infrastrutture adeguate e atte a ricevere parti dei nuovi sistemi d' arma e a consentire il loro accantonamento con garanzie di sicurezza. da Sigonella i materiali sarebbero stati, come saranno successivamente, trasportati a Comiso, secondo i previsti tempi di afflusso. devo precisare che, contrariamente a quanto affermato da organi di stampa stranieri, nessuna installazione o spiegamento di missili è previsto nella base di Sigonella. tale base è stata prescelta soltanto come deposito temporaneo delle parti del sistema d' arma, che non possono per ora trovare collocazione a Comiso, perché talune necessarie strutture di sicurezza sono ancora in fase di realizzazione. preciso ancora — l' ho già detto nella Commissione difesa di questo ramo del Parlamento — che le componenti che saranno custodite a Sigonella non potranno, in alcun caso, costituire di per sé un sistema d' arma operativo. egualmente, in nessun caso, contro ogni equivoco o deformazione, Sigonella potrà essere considerata come una seconda base missilistica in Sicilia. tale programma, concordato nel dettaglio, come ho detto, all' inizio del 1982 è stato attuato regolarmente, senza ritardi né anticipazioni, sia per quanto riguarda le infrastrutture tecniche e logistiche, sia per quanto riguarda l' afflusso delle componenti dei sistemi d' arma. l' impegno finanziario italiano non è mutato. esso comporta stanziamenti di 51 miliardi, ripartiti in cinque anni: 3,6 miliardi per l' esercizio 1982; 19,4 per il 1983; 20 per il 1984; 5,4 per il 1985; 3 per il 1986. il capitolo su cui grava la maggior parte delle spese è il capitolo 4005 (spese per infrastrutture). fino ad oggi, 10 novembre, comunque, nessun invio di componenti di sistemi d' arma è stato effettuato, ad eccezione di 10 trattori speciali, già dislocati a Comiso e giunti per via ferroviaria. i primi arrivi di materiale per la base Sigonella sono previsti entro novembre. a conclusione di questo mio breve intervento, desidero ribadire quella che è la linea su cui tornerà più ampiamente il presidente del Consiglio nell' introduzione al dibattito previsto per lunedì. i governi della Repubblica, nell' esecuzione di un mandato parlamentare, si sono impegnati con tutte le loro forze, nel corso di questi quattro anni, per il favorevole sviluppo delle trattative di Ginevra, in vista di una riduzione bilanciata, controllata e verificabile degli armamenti nucleari. il progetto di dispiegamento dei missili nella base di Comiso potrà essere sospeso in qualsiasi momento prima della scadenza operativa del marzo 1984. ribadisco: in qualsiasi momento. l' inizio del programma di invio del materiale, programma che per completarsi si protrarrà per almeno quattro mesi, è strettamente legato alla scadenza operativa del marzo 1984. non c' è stata da parte del governo italiano né da parte dell' Alleanza Atlantica nessuna volontà né di accelerare né di forzare programmi stabiliti, come ho detto, con larghissimo anticipo, secondo scadenze prestabilite nel corso dei vari governi succedutisi nell' arco degli ultimi anni. stiamo mantenendo semplicemente, con tempi che sono ritardati rispetto a quelli inizialmente previsti e con la tenace speranza che alla fine esso divenga superfluo, un impegno che tutte le parti internazionali conoscevano perfettamente nei suoi termini, dopo le decisioni del Parlamento italiano del dicembre 1979. ripetiamo: con la speranza che tale impegno divenga superfluo. che è comune a tutti noi, una speranza di pace, obiettivo supremo della nostra azione internazionale.