Achille OCCHETTO - Deputato Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 412 - seduta del 09-01-1986
Situazione politica internazionale
1986 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 718
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , la lettura, da noi fatta alla vigilia di questa discussione sulle risultanze dell' inchiesta parlamentare sulla loggia massonica P2, del mandato di cattura relativo alla strage della stazione di Bologna è stata particolarmente inquietante ed ha suonato come suggello e clamorosa conferma delle conclusioni a cui è giunta la Commissione presieduta dall' onorevole Anselmi. i legami di Licio Gelli e Francesco Pazienza con i servizi segreti deviati, con la criminalità organizzata e settori dell' estrema destra , si configurano, infatti, in quel mandato di cattura come una associazione sovversiva con fine di eversione dell' ordine democratico, da conseguire mediante la realizzazione di attentati o comunque mediante il loro controllo e la loro gestione politica nell' ambito di un progetto teso al condizionamento degli equilibri politici espressi nelle forme previste dalla Costituzione ed al consolidamento del potere di forze ostili alla democrazia. ebbene, colleghi, al di là dei depistaggi che qualcuno cerca ancora di operare in queste ultime ore ed all' interno di questo stesso dibattito parlamentare , appare ormai evidente che il collegamento tra eversione di destra, servizi segreti e P2 getta un' ombra oscura su una parte determinante del sistema di potere che ha dominato in questi anni il nostro paese. le stesse risultanze della coraggiosa indagine condotta dai magistrati di Bologna, nell' affermare che la strage della stazione di Bologna aveva un movente individuabile in poteri occulti , e cioè nella P2, rappresentano una conferma della natura politica ed eversiva di questa loggia massonica , della sua funzione reazionaria ed antidemocratica. la molteplicità e diversità degli strumenti e dei modi attraverso i quali, nel corso del tempo, si è espressa la volontà di condizionamento e capovolgimento del sistema democratico da parte di Gelli e dei suoi sodali non può farci, dunque, smarrire la continuità e coerenza di una azione criminale che affonda le sue radici nella più profonda avversione al disegno costituzionale uscito dalla Resistenza. per questo non possiamo non considerare l' attacco qualunquistico ed indiscriminato al sistema dei partiti in quanto tale se non come l' indiretta continuazione di quell' opera eversiva che, attraverso la destabilizzazione, agisce di fatto per l' affermazione di soluzioni istituzionali che rompono con lo spirito e la sostanza della Costituzione repubblicana. vi sono, però, onorevoli colleghi , ragioni di fondo che ispirano le contrarietà di alcuni settori nei confronti delle conclusioni della Commissione d' inchiesta sulla Loggia P2 . una delle ragioni sta nel fatto che quelle conclusioni, così come sono emerse dall' insieme dei lavori e dalla relazione di maggioranza , hanno aperto una fase molto elevata nel dibattito politico, una fase che ci ha immesso in una visione più complessa della politica e dei suoi rapporti con gli apparati in un' ottica non più riducibile agli aspetti legali o al semplice comportamento esplicito ed esteriore dei vari partiti. i lavori della Commissione P2 hanno aperto la strada al prevalere di una nuova coscienza di massa del meccanismo del potere palese e di quello occulto e non è un caso che chi non vuole che una simile coscienza si affermi e si radichi preferisca presentarci un affastellamento di fatti che vengono messi tutti sullo stesso livello e preferisca, in sostanza, la pratica classica del depistaggio, la rinuncia ad ordinare fatti e circostanze secondo una logica intrinseca, la rinuncia ad individuare la direzione di marcia , il senso che assumono determinate azioni. ciò è tanto più grave proprio perché dal lavoro compiuto dalla Commissione di indagine è possibile individuare una direzione, leggere certi significati, comprendere quali siano stati i progetti, anche perché nella nostra documentazione abbiamo tracce di obiettivi dichiarati che sono da confrontare con azioni effettivamente compiute. e emerso, infatti, con chiarezza che la massoneria è stata per l' azione di Gelli una sorta di conduttore più idoneo di altri a favorire la segretezza e a permettere che quella segretezza fosse utilizzata in un contesto volto a trascendere i partiti storicamente dati per giungere di volta in volta a prospettare una particolare ricomposizione della classe dirigente all' interno di un superpartito occulto. tutto il comportamento della Loggia P2 , il suo intreccio con i servizi segreti , i suoi rapporti con i settori più reazionari dell' apparato dello Stato, sta a dimostrare in modo inequivocabile che l' obiettivo della riorganizzazione in forma diversa della classe dirigente si muoveva nella direzione opposta all' incontro delle grandi componenti storiche uscite vittoriose dalla Resistenza. indipendentemente dal giudizio che ciascuno può dare in sede politica del valore e del significato di quell' incontro tra le grandi componenti popolari della società italiana , è indubbio che l' azione eversiva che è venuta intrecciandosi fin dai primi passi della strategia della tensione con settori dello Stato e dei servizi segreti perseguiva la rottura, la lacerazione fra le forze politiche e la crisi del rapporto dei partiti con la società. infatti, era proprio da questa crisi, come confessano i documenti di Gelli e della sua organizzazione, che si poteva far sorgere ed edificare la roccaforte dei nemici della democrazia, che si poteva dar vita ad una sorta di preambolo ideale, quello prefigurato nel piano di rinascita di Gelli, che avrebbe dovuto chiudere il passo all' ingresso di nuove forze nella vita dello Stato, ed è una vergogna per la democrazia e per questa Camera che ci sia in quest' Aula chi vuole nascondere quello che è stato l' obiettivo di fondo di quell' associazione sovversiva. nella destabilizzazione anticostituzionale sta il fondamento ampiamente documentato del punto di partenza centrale della relazione della maggioranza, cioè l' essere Gelli uomo dei servizi segreti . questa affermazione gravissima rende indubbiamente legittima e doverosa una prosecuzione logica oltre che politica delle indagini. lo squarcio che si è aperto sul potere dischiude dinanzi a noi un panorama inquietante che ha il suo centro nel tentativo di sbarrare in modi diversi e secondo le circostanze lo sviluppo pieno della democrazia attraverso la destabilizzazione, l' uso sistematico della provocazione, l' inquinamento dei movimenti. si tratta di una luce sinistra che illumina da piazza Fontana in poi la strategia della tensione , che ci fa rivivere uno scenario brulicante di utilizzati e di utilizzatori, che ci ricorda che dietro il paravento della legalità ha operato in questo paese un altro potere che si intrecciava con settori deviati dell' apparato dello Stato, animato da chi si sentiva autorizzato a rappresentare le ragioni di fondo del potere costituito e che per questo cercava un legame con il potere ufficiale rappresentato dai partiti di Governo, ma si muoveva anche attraverso un' autonoma condotta perseguita nel nome di un insieme di forze, di componenti, di culture che nel quadro della nostra democrazia bloccata sentivano ricadere su di loro la continuità di un potere conservatore, che doveva vivere oltre la sorte e la politica del sistema dei partiti. e non c' è da stupirsi se in un simile disegno, insieme di condizionamento e di destabilizzazione, quel potere occulto abbia perseguito anche nei confronti dei comunisti due ipotesi di intervento, la prima volta a favorirne il depotenziamento e la subalternità, la seconda volta alla difesa del sacrario del potere dalla sua eventuale contaminazione attraverso una partecipazione dei comunisti alla direzione dello Stato. si spiega così il tentativo di condizionamento della politica di unità nazionale , con il fine dichiarato di indebolire il Pci e di preparare soluzioni differenti, e la conseguente azione per il suo rovesciamento, che ha avuto il suo punto tragico culminante nell' assassinio dell' onorevole Moro. sta di fatto che la Repubblica ha visto crescere in questi anni nel suo seno un partito clandestino, che ha cambiato la tattica politica a seconda delle circostanze, ma non la direzione di marcia complessiva, attraverso l' assunzione della rappresentanza generale dell' anticomunismo in varie forme, dalle più rudimentali alle più sofisticate, fino alla violenza aperta contro l' ordine democratico. la P2, onorevoli colleghi , ha rappresentato, così com' è stato detto, una porta segreta di accesso nella nostra vita politica nazionale che è stata utilizzata anche dai servizi segreti internazionali, come dimostra tra l' altro la forte presenza della componente siculo-mafiosa, che rappresenta una delle più attente culture del potere legale e clandestino, attraverso una conoscenza dei meccanismi clandestini del potere nazionale e internazionale che si presenta non come contropotere esterno, ma direi come religione del potere, nel senso etimologico del termine, cioè come legame, collante, come nozione stessa di potere. eversione e condizionamento: questi sono i due poli entro i quali si è mossa l' azione criminale della Loggia P2 . quest' azione è stata favorita dal vuoto di direzione, come scriveva con accenti premonitori a commento della strage di Bologna, sull' L'Unità del 5 agosto 1980, Enrico Berlinguer, in un articolo dal titolo « senza timone » . oggi abbiamo una significativa conferma delle motivazioni dell' eversione nel piano di rinascita di Gelli, che si presenta come risposta a una tensione irrisolta, a una incapacità di direzione, a una diffidenza anche nei confronti delle componenti più democratiche della Democrazia Cristiana . cresceva di qui l' esigenza e la volontà dichiarata (altro che accordo con l' unità nazionale !) di ridisegnare la topografia politica del paese utilizzando tutti i mezzi, raccogliendo le forze attraverso l' intimidazione, la corruzione, e anche attraverso operazioni illegali, dove, vorrei sottolinearlo, onorevoli colleghi , l' obiettivo della repubblica presidenziale emerge con estrema chiarezza, in stretto rapporto con l' annullamento delle funzioni dei partiti e delle forze politiche contro il tanto odiato sistema dei partiti. vorrei ricordare ai colleghi di parte radicale (che non accusiamo per questo di connivenza con la P2, perché ci sono estranei i loro approssimativi metodi analitici) che la P2, come appare dai documenti e dai fatti, opera consapevolmente per liquidare il sistema dei partiti, sia quando si muove sul terreno eversivo, sia quando opera su quello del condizionamento o del trasloco dei poteri al di fuori del Parlamento e delle istituzioni democratiche. ciò non vuole assolutamente dire che la P2 è estranea ai partiti, ad alcuni partiti, a forze e uomini che sono ben documentati. ma anche questo legame si manifesta attraverso un' intricata dialettica di interdipendenza tra potere legale e potere clandestino in cui operano, come dicevo, utilizzati e utilizzatori, com' è avvenuto con il terrorismo. allora, onorevoli colleghi , se andiamo alla sostanza dell' azione eversiva di cui la P2 è stata così grande parte, che era quella di destabilizzare per suscitare un nuovo ordine autoritario, si spiega il duplice intervento operato sul fronte della trattativa e su quello della fermezza. il piano eversivo aveva bisogno, per alimentarsi, sia della capitolazione della democrazia dinanzi al terrorismo, sia della risposta dura ed eccezionale da parte dello Stato. l' obiettivo era chiaro: legittimare il terrorismo per poter sospendere le garanzie costituzionali. il problema, che è stato drammaticamente dinanzi alla democrazia italiana negli anni di piombo è stato, appunto, quello di non accettare nessuno dei due corni del dilemma: né la legittimazione del terrorismo, né la sospensione delle garanzie costituzionali. anche nella tragica vicenda che ha condotto all' assassinio del presidente della Democrazia Cristiana , la Loggia P2 , i suoi uomini dislocati in vari settori ai vertici dei servizi segreti , hanno giocato un ruolo sinistro. in quella occasione la divisione non fu solo fra il fronte della fermezza e quello della trattativa. nel fronte della fermezza c' era chi, come noi, voleva resistere al tentativo della destabilizzazione dello Stato e della democrazia, ma si è manifestato anche un falso fronte della fermezza, favorevole all' eliminazione della politica dell' onorevole Moro; e c' era anche chi nel fronte della trattativa era mosso dall' intento di umiliare lo Stato democratico , di indebolire la resistenza delle istituzioni. nessuno, quindi, può escludere il convergere di componenti diverse, che operavano anche attraverso collegamenti internazionali, nella direzione di un unico disegno destabilizzatore. è probabile dunque che al di sopra di Gelli si muovessero uomini politici più potenti. dalla documentazione della Commissione d' inchiesta non sono emersi fatti e circostanze precise; la serietà ci impone, pertanto, di non andare oltre nelle illazioni, anche se coloro che , come gli esponenti del partito radicale , hanno fatto ipotesi che riguardavano illustri esponenti dell' attuale maggioranza avrebbero oggi il dovere di documentarle davanti al Parlamento. di certo rimane il fatto che il sodalizio Gelli-Pazienza-Musumeci-Sindona si è fondato sull' anticomunismo. la P2 è stata il luogo dove è passata la convergenza fra le forze dell' eversione ed il partito d' ordine. lo stesso piano di rinascita (leggetelo bene, onorevoli colleghi ) prepara l' uscita dall' unità nazionale , prefigura un preambolo ideale, ipotizza un superpartito formato dai diversi pezzi dello schieramento politico, da forze cattoliche e laiche disposte ad operare sulla crisi delle classiche formazioni politiche del nostro paese. certo è che al di là di quello steccato che quel piano voleva erigere, al di là di quel solco, al di là di quel fortino ben munito, dovevano stare i comunisti. e non solo perché non sono negli elenchi (il che mi sembra tuttavia, scusatemi, un argomento abbastanza forte), ma anche perché i comunisti non possono, per la loro natura e collocazione, essere compresi in una linea disposta a considerare reversibile l' allargamento delle basi dello Stato. per questo chiediamo che si mediti, si rifletta e si impari dagli avvenimenti; chiediamo che si traggano le necessarie conseguenze lungo la linea della trasparenza delle istituzioni, del superamento della sovrapposizione dei partiti allo Stato e della mera occupazione del potere. solo la trasparenza di tutti gli atti, l' effettiva democratizzazione dello Stato, la compiutezza della democrazia, colpiscono al cuore i poteri occulti , dal momento che tali poteri sono alimentati dall' intrigo che agisce dentro lo Stato ad opera di consorterie private, quali sono le segreterie di partito allorquando si arrogano il diritto di gestire la cosa pubblica . questa è la sostanza della questione morale da noi posta davanti alla società italiana . anche casi come l' Eni-Petromin non sono estranei a quello snervamento dello Stato, a quel depotenziamento del sistema dei partiti che è stato considerato come uno degli obiettivi della P2. in molti casi come questo sono state dette solo mezze verità. non sempre i partiti di Governo, che sono stati necessariamente i destinatari dell' iniziativa di condizionamento della Loggia P2 , hanno contribuito a disegnare l' ordito della manovra piduista e a delineare con sufficiente chiarezza gli itinerari da essa percorsi. e i casi di vergognosa latitanza, nel corso di questo dibattito parlamentare , costituiscono un' aggravante che deve essere denunciata davanti al paese! e voglio anche dire che, quando si chiede a noi comunisti: ma è mai possibile che voi non sapeste, non conosceste le macchinazioni di uomini come Gelli, allora evidentemente si vuol aggiungere al danno anche la beffa! sì, perché il danno sta proprio in quella democrazia bloccata che non solo ha impedito in tutti questi anni un ricambio di classi dirigenti , ma ha fatto dello Stato un appannaggio delle forze di Governo, al riparo Degli Occhi indiscreti dell' opposizione. ed ecco la beffa: ora qualcuno pretende, dopo averci discriminati, di farci condividere le tare e le degenerazioni di quel potere; nessuno di noi ha mai avuto gli strumenti per conoscere gli uomini né i segreti che circondano le alte cariche dello Stato, dell' esercito e dei servizi; la nostra stessa fugace partecipazione alla maggioranza, non si è mai configurata come partecipazione agli atti concreti di Governo. noi eravamo entrati in quella maggioranza di solidarietà nazionale, anche per rompere il sistema di potere che aveva retto per tanti anni il paese e ne siamo usciti quando abbiamo visto che questa azione non andava a compimento, proprio perché quel sistema di potere non solo si mostrava impenetrabile, ma operava dentro i confini stessi della solidarietà nazionale! in questa nostra condotta, oltre che nei fatti documentati dai compagni che mi hanno preceduto, sta la prova della fandonia radicale o della radicale fandonia che si è voluta imbastire: ma chi mai, anche in questi giorni, ci ha consultati su grandi operazioni finanziarie, industriali da cui può dipendere il destino della nostra economia? prima si escludono i comunisti, poi li si vuole responsabili come gli altri: no, onorevoli colleghi ! ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità. finché dominano gli apparati e le loro sovranità illimitate, è il meccanismo che genera i suoi uomini. in questo senso, ci sono ed operano piramidi parallele che sono come vasche comunicanti che si rigenerano dentro lo stesso sistema di potere. noi non riduciamo, anche perché sarebbe troppo comodo, la responsabilità di tutto alla solitudine eroica e mefistofelica di un uomo solo che si agita nel deserto delle responsabilità; no: ci troviamo dinanzi ad un mondo brulicante di responsabilità. questo mondo si aggira qui, intorno a noi; in queste ore, si muove anche attraverso il tentativo di non far assumere una posizione chiara al Parlamento italiano! si tratta dunque di rompere quei contenitori che generano le infezioni e, per romperli, sono necessarie tante cose ma, immediatamente, una è la più importante, ed è che lo squarcio di verità che è stato aperto dai lavori e dalla relazione della maggioranza non venga ricomposto. occorre che il Parlamento faccia proprio questo lavoro ed i suoi risultati, anche per poter continuare ad indagare su fatti nuovi che gli si presentano davanti. ed è del tutto evidente che Gelli vuole ancora influire direttamente ed attraverso i suoi emissari: il Parlamento deve sbarrare loro la strada, facendo propri i risultati della Commissione d' inchiesta e procedendo sulla base degli elementi propositivi contenuti nella relazione stessa e nella mozione da noi presentata.