Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 406 - seduta del 18-12-1985
Sugli euromissili
1985 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 117
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signora presidente, sgombriamo subito il campo da un problema che è importante, sia in termini di costume, sia in termini di metodi critici e polemici di lotta politica; ed è importante anche perché il diritto all' immagine, di una forza politica o di un individuo, è uno degli elementi cardine di ogni sistema democratico. non a caso nella situazione giudiziaria e giurisdizionale italiana se ne fa assolutamente strame. non a caso, signora presidente, proprio in termini di diritto all' immagine, all' identità, viene sistematicamente e arbitrariamente disatteso da parte dell' ordine giudiziario in quanto tale (e misuro le parole, signor ministro di grazia e Giustizia) il rito prescritto tassativamente, in modo perentorio, dalla lettera del codice di procedura penale , e si giudica invece secondo un rito mostruoso e sconosciuto a qualsiasi codice, italiano o straniero. questo per dire che il problema della tolleranza attiva, il problema vero non solo dello stile, ma anche dei contenuti della lotta politica e civile, ed inoltre i diritti del cittadino indifeso dinanzi al potere della stampa e dei mass media , non a caso in Italia sono negletti; e non a caso, credo, altri in questa Assemblea sottovalutano la gravità di certe affermazioni. vorrei però dare atto al collega Petruccioli, che credo abbia parlato anche a nome del proprio gruppo, che un avvicinamento ad una situazione tollerabile di dibattito e di dialogo viene compiuto nel momento in cui non dico enfatizza, ma sottolinea la differenza fra l' accusa di comportarsi in un dato momento in un certo modo e quella di essere in quel dato modo. direi che un' accusa di questo tipo rispetta un minimo di carattere di laicità del dibattito, è rivolta all' errore e non all' errante, e non può assolutamente essere ricondotta all' interno della volontà dell' ingiuria. il guaio è che poi — come forse Petruccioli non avrà presente: lo capisco, visto che abbiamo sempre cose importanti cui dedicarci — il quotidiano del partito comunista ha rincarato la dose: c' è scappato un « è » , e via dicendo. tutto il contesto, comunque, aveva una sua rilevanza; e ciò perché abbiamo fatti nuovi: nuovi per chi ha dedicato molte colonne e nuovi per una parte della magistratura, per quella inquirente. diciamo che a Bologna — a torto o a ragione, non lo sappiamo — viene fuori un' aggiunta di critica e di analisi, rispetto al fenomeno storico e politico della P2 di quegli anni, che sono anche questi, che va esattamente nella direzione in cui la relazione di minoranza firmata da Massimo Teodori è sempre andata, ed in cui noi andavamo già negli « anni di piombo » , quando dicevamo in quest' Aula le cose che oggi esplodono. le dicemmo in occasione dell' assassinio di Giorgiana Masi ; e non dimentichiamo che tutti coloro che in quei giorni comandavano la piazza, ed i massimi loro responsabili, erano della P2 (lo sono risultati dopo), oltre che essere della mafia e della camorra. in quella occasione fui censurato dalla Commissione di vigilanza sulla Rai-TV, formalmente, perché ero andato in televisione a dichiarare che quello che stava accadendo dimostrava che da parte di generali di stato maggiore , di coloro che dovevano tutelare la vita dei militari e degli agenti, erano stati scelti ed organizzati i « lupi » . eravamo nel 1977. abbiamo sentito poi il collega Formica (non vorrei sbagliare), che, dopo aver appreso le novità di Bologna (novità per tutti voi, torno a sottolinearlo, quindi novità), ha dichiarato: « qui c' è profumo della Cia » . sarebbe interessante, allora, e forse un po' paradossale, constatare, nel momento in cui qualcuno addirittura ritiene che le acquisizioni successive alla chiusura dell' inchiesta parlamentare condotta dalla Commissione Anselmi configurino un' implicazione della Cia, che abbiamo una relazione di minoranza firmata da chi — ecco, adesso cominciamo a fare qualche passo avanti — non già è accusato di essere agente della Cia, ma è stato criticato, in un momento dato, di tenere in quel momento comportamenti di quel tipo. resta il fatto che, se nel momento in cui iniziamo questo dibattito la posizione radicale, la posizione di Teodori, la posizione radicale personificata nel collega Teodori, risultano di grande preveggenza (se è vero che adesso altri giungono a quelle analisi che noi facevamo), evidentemente era opportuno sottolineare in Aula, non in conferenza dei capigruppo , non solo la singolarità, ma anche la gravità di quei fatti: in Aula, dove si presume che vi sia un minimo di ascolto, che non sia quello riservato alle riunioni dei capigruppo, con il seguito di stampa che conosciamo. adesso, signora presidente, la preoccupazione degli altri colleghi è che non bisogna rinviare il dibattito. ma noi non chiediamo certo una sospensione, proponiamo una sospensiva, chiediamo che anche il nostro Parlamento e anche i nostri partiti (uso questa espressione anche se non mi è consentita, anche se, anzi, la depreco quando viene usata da altri) possano affrontare il dibattito dopo aver quanto più possibile maturato una riflessione su tutte le novità che abbiamo conosciuto a partire dal momento del deposito della relazione Anselmi e delle altre relazioni di minoranza. lei, signora presidente, è testimone del fatto che noi, per mesi e mesi, non abbiamo lasciato passare una riunione della conferenza dei capigruppo senza chiedere in via preventiva, in via pregiudiziale, questa discussione. ma per un anno e mezzo non ci è stato consentito, così come non è stato consentito a nessuno, di arrivare a questo dibattito. ora ci arriviamo, al dibattito, ma all' immediata vigilia veniamo a sapere certe cose. non mi riferisco certo alle iniziative di Gelli, che io considero irrilevanti. prima avevo chiesto la parola perché, al di là del divertimento spicciolo, veramente trovavo in qualche misura mortificante che si spendessero tante parole in questa nostra Aula per il fatto che quel signore avrebbe, in un modo o nell' altro, mandato qui della roba. la roba mandata da quel signore o dai suoi avvocati non avrebbe forse dovuto (in un Parlamento un po' più accorto) essere degnata neppure di una segnalazione, perché di carta straccia qui ne riceviamo tanta e la storia per cui addirittura si arriva ad una scansione dei lavori parlamentari in base alla roba che ci arriva da quel signore (si fa per dire, quando si dice « signore » !) finisce per diventare un errore. dunque, abbiamo le nuove acquisizioni, tutte quelle che sono maturate nell' ultimo anno e mezzo e indubbiamente, signora presidente, gli accadimenti giudiziari di Bologna ci forniscono un motivo sufficiente per chiedere una sospensiva fino al 7 gennaio. ma questo — trattandosi di motivo sufficiente — ci consente anche di dire altre due o tre cose. ho letto in questi giorni — mi sembra anche su un giornale di ieri o addirittura di oggi — del rilancio del dibattito sulle riforme del Parlamento. ho sentito il nostro ex presidente Ingrao, in un dibattito critico con Bobbio, dire che Bobbio può aver ragione da un certo punto di vista ma se non ci si riforma si va indubbiamente allo sfascio, alla catastrofe. a questo io rispondo che in questa Assemblea si prepara un dibattito così importante e i partiti designano ad intervenire i membri della commissione, dimenticando, ad esempio, l' ex presidente della Camera Ingrao, uno dei più prestigiosi leaders non solo del partito comunista ma della sinistra italiana, un uomo non solo suggestivo per il tipo delle sue argomentazioni e per la sua vita ma importante per il rigore delle sue analisi. e sono stati dimenticati capi di partito, è stato dimenticato Zaccagnini e così via . ma è possibile, è immaginabile che finalmente noi (noi classe politica , noi classe dirigente , noi deputati) veniamo in quest' Aula a discutere della pagina più grave, più allucinante e tuttora in corso della vita della Repubblica e della democrazia e si finisca per delegare ai colleghi che hanno lavorato nella Commissione il compito di intervenire? ma i ministri dell' Interno dell' epoca? eppure non tutti sono oggi ancora al Governo. hai voglia a riformare il regolamento della Camera o a riformare lo Stato se poi, nel momento in cui si va a discutere di queste cose, i partiti sottraggono al Parlamento le voci più importanti. ci auguriamo che anche questo venga maturato, grazie tra l' altro a ciò che è accaduto a Bologna, perché vogliamo sentire qui coloro i quali hanno dovuto dire alla Commissione di inchiesta « io non c' ero » , « io non vedevo » , « io non sapevo » . eppure, in questa Camera, dal dicembre 1956, da tre mesi dopo la nostra elezione, abbiamo posto in una interpellanza il problema esattamente nei termini... 1976, ti ringrazio; quindi, nel 1976, a tre o quattro mesi dall' ingresso in Parlamento del gruppo radicale, avevamo posto questo problema! allora, signor presidente , la riflessione c' è, se se ne tirano fuori conseguenze, o se sono riflessioni partitiche, tutte quante. io lo so, voi sapete, alcuni di voi sanno, con quanta buona fede e con quanta sofferenza (altri, adesso, sghignazzeranno), noi siamo tormentati da un' analisi di fatti, Petruccioli, che voi ritenete, ma non è solo, a livello di battuta. abbiamo detto che, in quegli anni, c' è stata una convergenza: P2, P-Scalfari, Pci; abbiamo letto in un certo modo quello che è accaduto; abbiamo detto che non era concepibile, signora presidente, che davvero si fosse costretto il segretario del partito comunista ad andare il 5 febbraio alla Commissione Anselmi per dire che egli non aveva mai sentito parlare della P2, mai di Gelli; e Bellocchio tentò di farci mettere una pezza, ma non riuscì a farcela mettere (ti ricordi, Bellocchio?); ebbene, mai, fino al rinvenimento degli atti di Castiglion Fibocchi , pubblicati dalla stampa. lo stesso, il presidente del Consiglio Andreotti, il quale per anni aveva negato una risposta alle interpellanze nostre di dicembre, sul perché egli vedesse così frequentemente Gelli; nello strumento parlamentare era scritto: capo di una pretesa loggia massonica , golpista e criminale! sono più o meno le parole che impiegavamo nel dicembre del 1976! le segreterie, non sentivano e non vedevano. allora, il problema non è quello della magistratura: qui davvero insisto nel dirlo; qui voi state per determinare una supplenza obbligata della magistratura perché, se tutta la classe politica , ai suoi massimi livelli di partito, non onora questo dibattito, non onora questa riflessione, non viene qui a parlare, non vi spiegate e non ci spiegate voi stessi per primi, compagni comunisti, come è stato possibile che per tre, quattro o cinque anni voi non avete visto nulla, non avete sentito nulla, non avete detto nulla, incalzati invece da noi che ve lo chiedevamo; insultandoci... il collega Pochetti fa un gesto, che è amichevole, ma è come se dicesse: che faccia tosta ! devo dirgli: guardati allo specchio, che faccia tosta quando tu per cinque anni ci hai insultati perché chiedevamo che si dibattesse della P2 e di Giorgiana Masi in quest' Aula ed in un certo modo; e degli altri... sono fatti, quindi, signora presidente; noi ci auguriamo di arrivare così al dibattito il 7 gennaio, con questa sospensiva, avendo potuto meglio valutare tutti (e traendone delle conseguenze) quanto si rovescia sul nostro paese, attraverso le affermazioni che vanno prese, ovviamente, in modo critico; ma comunque attraverso questa esplosione di una novità che è tale non per noi, ma per il 90 per cento del paese e della classe politica , quella appunto che ci viene dai giudici di Bologna e dalle altre iniziative giudiziarie — tra l' altro — che si intrecciano. perché diciamo: sospensiva al 7 gennaio, signora presidente? perché noi ci auguriamo che subito dopo la conferenza dei capigruppo si riunisca e stabilisca, per esempio, di fissare, per questa occasione, il tempo di un' ora e mezza e non di 45 minuti, in base alla deroga prevista dal nostro regolamento, per i dibattiti. scusatemi, dovremo discutere sulla base di decine e decine di migliaia di pagine di una inchiesta ed in qualche misura, anche se non siamo qui (la commissione inquirente — ho qui il presidente Reggiani — ha sempre inquisito solo su cose non importanti e, quando ha inquisito su cose importanti, è stata il grande inceneritore della possibilità dell' esercizio di una giustizia politica e parlamentare qual è prevista dalla Costituzione), non siamo qui certo, dicevo, in base all' inquirente che ci avrebbe potuto consentire alcune cose, siamo qui in base ad una nostra commissione. signora presidente, com' è possibile pensare ad un dibattito elevato come quello sulla Lockheed (anche migliore, perché il problema è un po' più grave), se non ci date — e non riconoscete — la necessità di prevedere in conferenza dei capigruppo (anche lei, come può) questa deroga perché gli interventi, che si basano su siffatta mole di documenti, possano prolungarsi per un' ora e mezza? non dimentichiamo che al tempo della Lockheed, e di altri dibattiti, gli interventi sono arrivati alle tre, alle quattro ed alle cinque ore, anche perché un Parlamento deve avere la possibilità, a volte, di interventi di analisi (e non solo di sintesi) documentata. andremmo lì e chiederemmo, appunto, quindi, di prevedere il dibattito a partire dal? gennaio, cioè di prevedere in conferenza dei presidenti di gruppo una prima settimana del prossimo anno, articolata, vera, piena, che riporti, non attraverso le riforme dei regolamenti o quelle istituzionali, qui, nel nostro Parlamento, l' attenzione della Repubblica, dei cittadini, l' attenzione di tutti coloro i quali vogliono un' articolazione democratica ed una maturazione democratica dei processi di decisione del Parlamento e del paese, perché sicuramente alcune cose andranno decise. ecco, signora presidente, i motivi per i quali mi auguro che questa questione sospensiva sia accolta. certo, c' è poi la subordinata molto « alle vongole » , molto « maccheronica » , quella che forse altri preferiscono: iniziamo, non concludiamo e rimandiamo a dopo le feste. vorrei che questo motivo di opportunità, giustificabile solo dal fatto che ci sono le feste, non diventasse la via che per la millesima volta andiamo a scegliere. se davvero, infatti, la P2 è stata la P2, è la P2, e Gelli è quel che è, quel passato e quel che è, allora potrebbe anche valere la pena di discuterne alla vigilia di Natale, di domenica o di sabato, da parte di un Parlamento che voglia consentire a se stesso un certo tipo di funzione e di impegno. ecco perché, signora presidente, piuttosto che avvenga quello che probabilmente comunque accadrebbe, anche perché noi faremmo il possibile affinché almeno questo accadesse cioè la non conclusione del dibattito (quindi la soluzione dei due tempi, con i problemi che comporta: chi sarà già intervenuto non potrà tornare ad intervenire dopo aver riflettuto ed approfondito le questioni), mi auguro che tutti i colleghi vogliano accogliere questa nostra proposta di sospensiva — mi pare che il collega Petruccioli si sia pronunciato sull' altra nostra questione sospensiva e non su questa — per poter preparare seriamente il dibattito dal 7 gennaio.