Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 4 - seduta del 10-08-1983
1983 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 4
  • Comunicazioni del Governo

onorevole presidente , onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , si dà il caso, all' alba della nona legislatura, che io prenda la parola dopo i due più importanti — e lo dico senza alcuna ironia, con il dovuto rispetto — esponenti della partitocrazia italiana. di fronte ai due generalissimi che hanno preso la parola, al solito io mi sento — e lo dico, ripeto, senza alcuna ironia — insieme ai colleghi del MSI-Destra Nazionale , un ufficialetto di complemento. si dà però il caso che i due che hanno parlato siano due generalissimi sconfitti e che gli ufficiali di complemento che siedono su questi banchi siano vittoriosi. siccome il terzo ha già parlato, ma lo ha fatto nella funzione di presidente del Consiglio ... senza dubbio. guardi che io stavo dicendo altro. mi sento perfettamente a mio agio — e credo di interpretare l' animo ed il sentimento dei miei colleghi di gruppo — quando dichiaro di essere qui dentro un ufficiale di complemento. un ufficiale di complemento alla sua nona legislatura, quindi molto anziano (non rivendico alcun titolo di gioventù né di giovinezza, per intenderci); però, ufficiale di complemento, rimasto tale nei sentimenti, nell' anima, nelle tradizioni, nei modi di vita, nel modo di parlare, malgrado il peso delle otto legislature già trascorse e di quella che oggi inizio. dicevo che i due generalissimi che hanno fin qui parlato sono generalissimi sconfitti ed io sono, insieme ai miei colleghi di gruppo, un vecchio ufficiale di complemento vittorioso. quando parlo di generalissimi sconfitti non mi riferisco soltanto all' onorevole De Mita , perché è pacifico — lo dico senza offendere i colleghi — che la Democrazia Cristiana ha pesantemente perduto nella recentissima battaglia elettorale, quali ne siano le interpretazioni e quali ne possano essere gli sviluppi. invece, l' altro generalissimo, l' onorevole Berlinguer, all' inizio del suo discorso, che abbiamo attentamente seguito, ha cercato di proclamarsi vincente, o per lo meno non perdente; ha usato la formula che tante volte ho dovuto usare io negli anni scorsi, quella del « contenimento » . tuttavia, è un generale sconfitto anche l' onorevole Berlinguer, e lo è non tanto in termini di quantità (la sconfitta comunista in questi termini è stata modesta e contenuta), quanto in termini di qualità, perché si è verificato un evento che non si era mai in precedenza verificato: ad una grossa perdita della Democrazia Cristiana non ha corrisposto un grosso aumento del partito comunista , ma invece la grossa vittoria del MSI-Destra Nazionale . siccome questo è il primo dibattito dopo le elezioni, e siccome in questo dibattito credo abbia il diritto di figurare come interlocutore principe — da noi rappresentato bene o male — il popolo italiano , i casi sono due: o si segue pigramente quello che è stato sostenuto da alcuni personaggi politici nei giorni scorsi, e cioè che la Democrazia Cristiana si è liberata della « zavorra » elettorale rappresentata da un mezzo milione di voti in meno per lei e in più per il mio partito; oppure si parla con il dovuto rispetto dell' elettorale italiano e delle sue scelte, e si rileva allora che mezzo milione di elettori (al quale desidero insieme a tutti i miei colleghi rivolgere il più affettuoso ringraziamento, per i motivi che subito dirò) ha ritenuto di spostarsi dalla Democrazia Cristiana al Movimento Sociale Italiano . si è detto che si tratta di voti di protesta , e lo si è detto quasi per cercare un ripiego formale, quasi che il voto di protesta così definito e così interpretato sia una sottospecie di voto. ebbene, io rivendico la validità e l' importanza trainante del voto di protesta , perché quando si protesta contro qualcuno e in favore di qualche altro evidentemente si sposta coscientemente la situazione elettorale, e quindi la situazione politica italiana . dico di più: se mezzo milione di italiani ha ritenuto di associarsi a noi nella protesta, evidentemente quel mezzo milione di italiani ha pensato di essere costretto a protestare dopo il pessimo uso che la partitocrazia italiana aveva fatto di quei voti nel corso della precedente e delle precedenti legislature. non credo però che quello dato a noi in più sia stato soltanto un voto di protesta . credo sia stato un voto di scelta e spetta a me, come segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano , interpretare quella scelta e cercare di stabilire, insieme a tutti i miei cari colleghi di gruppo, quale debba essere l' utilizzazione del voto ricevuto. signor presidente del Consiglio , il mio è un discorso chiaro, che ho già avuto l' onore e il piacere di fare a lei quando ha avuto la bontà di consultarci, recentemente; è il discorso chiaro che in precedenza, come lei sa, avevamo fatto al signor presidente della Repubblica immediatamente dopo la consultazione elettorale: noi rappresentiamo non un sistema diverso e incompatibile con l' attuale; noi rappresentiamo la volontà — e credo anche la capacità — di spostare l' asse della politica italiana , l' asse istituzionale e costituzionale italiano, all' alba della nona legislatura, in una direzione naturalmente democratica, garantista al massimo di ogni libertà e di ogni diritto ma anche di ogni dovere. noi rappresentiamo, dopo circa 40 anni, la volontà di tanta parte del popolo italiano di rivedere integralmente le istituzioni, non per renderle meno garanti di libertà e di diritti ma per renderle, se possibile, molto più garantiste e di diritti e di libertà. noi rappresentiamo — e credo sia questa la grande sorpresa dell' attuale fase politica italiana e che sia stata anche la grande sorpresa della campagna elettorale , così come noi l' abbiamo condotta — la volontà di spostare l' attuale sistema politico italiano verso direzioni che diano finalmente agli italiani, soprattutto al mondo del lavoro e della produzione, la possibilità di esprimersi ai massimi livelli di libertà e al tempo stesso di giustizia e di progresso. in questo quadro, è evidente, signor presidente del Consiglio , che noi daremo un voto di sfiducia nei suoi confronti e nei confronti del Governo che ella presiede. e non le sembri, signor presidente del Consiglio , eccessivamente originale la motivazione, sulla quale abbiamo molto meditato e che in questo momento io dirigo a lei. noi, signor presidente del Consiglio , esprimeremo sfiducia nei suoi confronti e nei confronti del Governo da lei presieduto, proprio perché, con qualche sorpresa da parte nostra, lei rifiuta in sostanza di tentare di rappresentare una novità trainante. è un misero socialismo, quello che lei ha presentato nel suo discorso di apertura e nelle sue dichiarazioni. ed è questa una sorpresa, una dolorosa sorpresa per tutti quanti noi. non lo dico polemicamente ma perché è venuto il momento di comprenderci, dalle opposte sponde. si è detto che il suo discorso introduttivo, insieme agli appunti che generosamente ci ha fatto pervenire, ha voluto essere un discorso pragmatico, di quel socialismo pragmatico di cui si parla molto nelle democrazie occidentali, siano o non siano governate da partiti socialisti. ma io chiedo a lei, signor presidente del Consiglio , e non si offenda: pragmatico o cinico? e quando dico cinico mi riferisco alla etimologia e alla storia di questo vocabolo, che pronuncio senza voler offendere, signor presidente del Consiglio , né lei né i suoi collaboratori. cosa significa « socialismo pragmatico » ? è pragmatico, ad esempio, parlare di rigore e prospettare una politica di rigore, sia pure un poco vagamente e sia pure un poco confusionalmente? è pragmatico, ad esempio, minacciare in maniera piuttosto pesante — lo abbiamo notato tutti — i commercianti italiani, che sarebbero in procinto di aumentare i prezzi per non soffrire, essi soli, le conseguenze del processo inflattivo? è pragmatico lanciare strali pesanti verso ceti produttivi, si tratti del ceto medio o del ceto popolare, a proposito della riforma dell' assistenza, della sanità e di riforme che vorrebbero contrastare gli indubbi abusi che si sono compiuti e si compiono, ed al tempo stesso imporre al popolo lavoratore italiano, ai ceti produttivi, il Governo più mastodontico, massiccio, costoso, dispersivo ed il meno efficiente, signor presidente del Consiglio , che in tanti anni abbiamo visto apparire alla ribalta? ricordo (non rivelo segreti, non me lo permetterei mai) che quando siamo venuti da lei per le consultazioni, abbiamo parlato e ci siamo permessi di proporre (mi sono permesso di proporre, di consigliarle) una riduzione drastica del numero di ministri e soprattutto dei sottosegretari; ricordo che il suo consigliere aulico era molto ben disposto nei confronti di proposte di questo genere. ricordo che lei disse che si poteva pensare, così come si fa in altri paesi, all' istituto del viceministro, limitando ad un viceministro per ogni dicastero la funzione che in Italia vien chiamata del sottosegretario. poi è arrivato l' esercito dei sottosegretari e lei pragmaticamente (ma io mi permetterei di dire: cinicamente, nell' esercizio di un potere per il potere), lei pragmaticamente (o cinicamente) ha ceduto: come farete, da oggi in poi, a dire agli italiani, sulla base della politica del rigore: stringetevi la cintola? come farete ad operare effettivamente, « psicologicamente » , perché lei sa che il fisco o agisce psicologicamente ed è credibile, oppure non può funzionare? con quale autorità morale, con quale prestigio, con quale capacità di efficienza vi rivolgerete ai soliti evasori fiscali che devono essere colpiti, ma devono anche avere la sensazione, la certezza che chi li colpisce ha i titoli morali ed anche l' efficienza per colpire? come risanerete la finanza e l' economia? lei (e chiunque, per carità) può dirmi che modesto è il problema di un sottosegretario in più o di qualche ministro in più; certo, se si guardasse alle spese proprie di un ministro in più o di dieci sottosegretari in meno, il mio discorso non avrebbe senso. ma lei conosce la verità, signor presidente del Consiglio : e dobbiamo dircele, queste verità. ogni ministro ed anche ogni sottosegretario, nell' attuale ordinamento italiano, è una centrale di potere; per ogni ministro e sottosegretario (lo dico con la massima cordialità, col massimo rispetto nei confronti di colleghi diventati ministri o sottosegretari), per ogni ministro o sottosegretario in più, si configurano altrettante centrali di potere. allora, onorevole presidente del Consiglio , il problema — lo dico al socialista Craxi — è disboscare il potere, oppure continuare ad esercitare il potere per il potere. glielo dice con pochissima autorità Giorgio Almirante, che socialista non è stato mai; ma parecchi anni fa, in una situazione molto meno guasta dell' attuale, lo disse un uomo cui lei deve tutto, in termini politici e forse anche, in parte, in termini umani: Pietro Nenni. ricorderà la frase pronunziata in quest' Aula: ero attentissimo ascoltatore (non mi dispiace dirlo) di Pietro Nenni, che è stato il più formidabile oratore parlamentare che abbiamo conosciuto; quando il degrado morale e materiale e sociale ed economico non era certamente giunto ancora alle attuali proporzioni allarmantissime, Pietro Nenni disse che questa è una democrazia senza demos, cioè è una crazia, è il potere per il potere. attenzione, onorevole Craxi, affinché « crazia » e « craxia » non diventino sinonimi, perché questa è la situazione nella quale minacciamo tutti di arrivare! allora, qual è la nostra posizione, signor presidente del Consiglio ? noi voteremo la sfiducia a questo Governo e, non le sembri strano e paradossale, proprio perché questo Governo, nella sua persona, stranamente rinunzia ad essere un tantino socialista ed è invece un Governo che dichiara di non voler essere conservatore. per carità, sono sicuro che non voglia essere conservatore, ma, come le dirò quando tra pochi minuti arriveremo alla parte relativa alla revisione delle istituzioni, conservatore è molto più di quanto si potesse immaginare fino a qualche settimana fa. quindi sfiducia, ma — ho dichiarato alla stampa, e non ho alcuna difficoltà a ripeterlo qui — sfiducia costruttiva: il che significa che porteremo avanti una politica di denuncia, di confronto e di proposta. se nel confronto, o prima della proposta, ci imbatteremo in posizioni governative che ci persuadono, non avremo alcuna difficoltà — comincio a farlo oggi stesso — a darne atto al Governo ed a sostenere, con il peso dei nostri voti, le proposizioni governative su importanti argomenti. perché dico questo a nome di tutti i miei colleghi e di tutto il mio partito? perché non abbiamo nulla da chiedere al potere ed al « palazzo » . lei sa, e tutti sapete, che questo ragionamento Giorgio Almirante può farlo a nome di tutti i suoi colleghi perché vi è stata una stagione nella quale si garantivano a noi comode posizioni, sia pure subordinate, di potere. non abbiamo seguito quelle voci tentatrici ed abbiamo reagito duramente non perché siamo migliori di voi, non perché io stesso mi ritenga migliore di voi, non perché vogliamo dare lezioni di moralità e di moralizzazione, ma semplicemente perché abbiamo constatato che quando da questi banchi qualcuno si dirige baldanzoso verso altri settori più in vista, il suo destino viene segnato inesorabilmente dal popolo italiano , dall' elettorato italiano, da quell' elettorato che guarda nella nostra posizione con interesse. signor presidente del Consiglio , non desidero attribuirmi o attribuirci alcuna opera di santità nei confronti di un' Italia corrotta, però questa isola è composta da uomini perbene, che non hanno nulla da chiedervi o da contrattare e che saranno ben lieti di mettersi a disposizione quando si tratterà di vincere qualche importante battaglia, ove abbiate l' animo di vincerla e non vi capiti ciò che sta accadendo in questi giorni con il caso Toni Negri . signor presidente del Consiglio , non so se lei sia stato informato che Gelli è scappato dal carcere per opera di un commando. si sta lavorando qui dentro perché al momento opportuno scappi anche Toni Negri , ma non penserete che il MSI-Destra Nazionale non urli nei confronti di simili processi che mettono in libertà i criminali, naturalmente eccellenti. una volta vi erano i cadaveri eccellenti, ora vi sono i criminali eccellenti che devono essere difesi, che non devono essere arrestati e che devono passare con tranquillità il ferragosto alla faccia dei « compagnucci » che, per dar retta alle loro istigazioni, si sono macchiati di delitti e sono in carcere. signor presidente del Consiglio , dicevo poc' anzi che i risultati della recente battaglia elettorale hanno qualificato il MSI-Destra Nazionale come il partito della proposta, della denuncia e della alternativa al potere, e non già della alternativa nel potere, ovvero strofinandosi al potere o strisciando davanti ad esso come risulta dalla proposta dall' onorevole Berlinguer che per ora, ma senza sufficiente energia e chiarezza, non viene accolta (non dico che viene respinta) dall' onorevole De Mita . la nostra è una alternativa che propone, soprattutto in tema di revisione delle istituzioni, i suoi programmi. sono lieto di registrare che, una volta tanto, l' atteggiamento della stampa di informazione, quotidiana e periodica, nei nostri confronti è stato in genere — salvo rarissime eccezioni — di comprensione. cito tra tutti un politologo che certamente non è nostro amico, Giorgio Galli , il quale, in una intervista del 14 luglio, ha dichiarato: « il Movimento Sociale ha fatto una proposta politica dotata di una sua organicità. questo è in qualche modo un fatto positivo, soprattutto se si considera che la sua campagna elettorale non è stata spregevole come quella del 1972, per intenderci » . io non credo che sia stata « spregevole » la nostra campagna elettorale del 1972: è stata diversa da questa, senza alcun dubbio, perché i fatti che si sono verificati dal 1972 al 1976 ci hanno insegnato molte cose. e non siamo abituati a non trarre lezioni efficienti ed efficaci dagli avvenimenti quando le cose non volgono bene per noi. siamo guariti definitivamente da tutti i mali interni che dopo il 1972 ci avevano angustiato; siamo soprattutto guariti dalla furbizia che ci aveva mal consigliati ad accettare determinate e molto temporanee alleanze nel 1972-1973. quella campagna non fu dunque « spregevole » perché la conducemmo senza sottintesi. comunque è stata indubbiamente molto più qualificante l' attuale campagna. « inoltre — continua Giorgio Galli — da cinque anni il Movimento Sociale Italiano parla di riforma costituzionale e di nuova Repubblica, attivizzando il gran discorso che sul tema fanno ora tutti i partiti. infine, dal momento che non occupa posti di potere né nel Governo centrale né negli enti locali , si può presentare come un partito onesto non coinvolto negli scandali del regime » . a questo punto, signor presidente del Consiglio , non è degli scandali del regime che mi voglio occupare perché non sarebbe corretto, ma voglio occuparmi di questo regime che partorisce gli scandali. mi riferisco al modo di formare il Governo, di attribuire gli incarichi ed al prevalere della politica correntizia su quella vera e propria, alla lottizzazione selvaggia. su questi punti voglio fermarmi un momento perché credo che siano gli argomenti di prevalente importanza. quando parlo del voto che noi abbiamo ricevuto e quando ringrazio gli elettori che ci hanno confermato o che ci hanno dato un loro voto per la prima volta, ho davanti a me le piazze del nord e del Mezzogiorno d' Italia. mi commuovo pensando a quelle piazze (le ho girate pressocché tutte) così intente ed attente e così giovani; mi commuovo perché si trattava di gente, di italiani di destra ed anche di sinistra. ha detto molto bene il presidente del Consiglio quando ha affermato che di fronte a certi problemi non ci sono la destra o la sinistra, ma c' è il dovere di capire il popolo italiano , le sue esigenze e di saperle interpretare. ma c' è anche il dovere di capirci tra di noi. ebbene, quelle piazze ringiovanite del nord d' Italia erano fatte di uomini e di donne coraggiosi perché non era comodo, in talune parti d' Italia, assistere applaudendo ai discorsi di chi vi sta parlando e dei suoi amici e colleghi. quando penso alle piazze meravigliose del Mezzogiorno d' Italia mi commuovo non dico di più, ma ugualmente, perché la violenza fa veramente paura in certi casi e induce alla diserzione dalla piazza. ma la violenza vera, la più acuta, la più tenace, è quella della clientela. chi nel sud si avvicina a noi sa di spostarsi dalla clientela, sa di sfuggire alla clientela, sa di sfuggire alle protezioni, sa di affrontare le reazioni negative dei « capi tribù » . guardando a tutte quelle piazze, rilevo con molto orgoglio che i nostri voti — belli o brutti che siano — ce li siamo guadagnati con la parola e non attraverso le lottizzazioni di potere. ho qui una documentazione — alla quale mi limito appena ad accennare — sulla lottizzazione del potere. signor presidente del Consiglio , almeno da questo punto di vista , veda un poco di fare qualcosa! in questa documentazione, riportata in un recente numero de L'Espresso , si parla del settore del credito e si dice che nelle banche d' interesse nazionale , in quelle del gruppo Iri e nelle casse di risparmio , gli uomini scelti dalla Democrazia Cristiana arrivano al 74 per cento , quelli del partito socialista al 12 per cento , i repubblicani al 2,4 per cento , i socialdemocratici al 6 per cento , mentre i liberali devono accontentarsi dell' 1,4 per cento e i comunisti, poverini, che hanno una sola presidenza di rilievo — quella del Mediocredito centrale — dello 0,4 per cento . ho detto « poverini » , riferendomi ai comunisti, perché la mia qualità di consigliere comunale di Napoli mi ha permesso di stabilire che il partito comunista controlla — oltre alla mastodontica organizzazione delle cooperative al nord — grosse industrie; basta infatti pensare che i lavori della metropolitana di Napoli (e di tante altre presunte ricostruzioni che si fanno, o si dovrebbero fare, a Napoli) sono affidati alla Grandi lavori di Bologna. queste sono lottizzazioni che fanno piangere di rabbia e di vergogna tanta povera gente ! il nostro grande successo proletario a Napoli, signor presidente del Consiglio , si spiega anche e soprattutto così! io sono, infatti, il solo tra i segretari di partito che può permettersi di fare a Napoli, in Sicilia, a Torino e in ogni parte d' Italia discorsi di questo genere, in quanto la percentuale di lottizzazione nei nostri riguardi è uguale a zero . ma scrive ancora L'Espresso , riferendosi alle imprese a partecipazione statale : « le poltrone in palio sono migliaia, ma le 230 più importanti, dalle presidenze degli enti di gestione a quelle delle maggiori finanziarie e aziende, sono sotto un rigido controllo politico » . ancora una volta la Dc fa la parte del leone con il 51 per cento , seguita dai socialisti con il 22 per cento , dai repubblicani con il 6 per cento , dai socialdemocratici con il 3 per cento e dai comunisti con l' 1,5 per cento . la lottizzazione non risparmia neppure gli altri enti, per esempio l' Enea o l' Enel, dove il Consiglio d'amministrazione è una sorta di « parlamentino » in cui sono rappresentati tutti i partiti, tranne, al solito — e non me ne lamento, ma me ne onoro — , il Movimento Sociale Italiano . non parliamo poi degli enti locali . potrei proseguire, ma non voglio annoiarvi e rilevo solo che o si esce dalla politica di lottizzazione, oppure, non solo non si è credibili, onorevole Craxi, quando si parla di riforme, ma si fa precipitare sempre più in fondo il nostro paese. signor presidente del Consiglio , vorrei dalla sua cortesia qualche chiarimento a proposito della formula e del programma del Governo. abbiamo infatti letto tutti negli scorsi giorni il suo « vangelo » secondo Martelli (lei è certamente un evangelista, ma ha accanto a sé degli evangelisti minori, i quali danno le interpretazioni del suo « vangelo » ). il « vangelo » socialista secondo Martelli ci ha insegnato, nei giorni scorsi, che questo è il vero centrosinistra. allora mi permetto una domanda per cercare di capire, siccome siamo afflitti dal centrosinistra, dalla formula del centrosinistra, dalle spinte verso il centrosinistra, dalle aperture al centrosinistra fin, immagini (lei forse non era ancora nato allora, io ero qui), dal 5 agosto 1960, quando l' onorevole Fanfani, diventato presidente del Consiglio dopo la pugnalata all' onorevole Tambroni, si presentò come l' assertore, l' iniziatore, il profeta, l' evangelista primo di una apertura permanente verso sinistra, e siccome da quel disgraziato giorno dell' agosto 1960 fino ad oggi di altro non abbiamo sentito parlare al vertice se non di apertura a sinistra e di centrosinistra, vorremmo sapere perché questo sia il vero centrosinistra. gli altri — per esempio, i vari, i molti centrosinistra dell' epoca Moro-De Martino , dell' epoca Moro-Nenni — dove sono andati a finire? cosa rappresentano secondo la vostra tradizione? che cosa avete fatto in quegli anni, dal 1961-1962 ad oggi, sempre impegnati, o quasi sempre impegnati, in governi di coalizione, sempre all' avanguardia — a parole — socialmente ed economicamente parlando in governi di coalizione? che uso avete fatto del potere, della « crazia » , come diceva Nenni? e perché questo è il vero centrosinistra? forse è il vero centrosinistra perché è un centrosinistra che dovrebbe, secondo l' « evangelista » Martelli, rendere possibile in tempi più o meno lunghi l' accordo con il partito comunista per realizzare la famosa alternativa? io le cito, signor presidente del Consiglio , due righe del solito onorevole Martelli, con un commento pubblicato dal quotidiano La Stampa di Torino. nei giorni scorsi l' onorevole Martelli ha dichiarato: « nego che il pentapartito a partecipazione e guida socialista sia dominato dall' intento o dalla preoccupazione di ergersi in alternativa al partito comunista » . dall' intento o dalla preoccupazione... la stampa, che non ci è certamente giornale amico, commenta: « lo dice, ma pensa che dopo l' esperienza con la Democrazia Cristiana per Craxi presidente potrebbe prepararsi quella con il partito comunista italiano » . insomma, lei sarebbe una specie di mediatore possibile nel tempo, così capace, così abile, se lei mi permette una sottoindicazione psicologica così furbo da poter mediare oggi nei confronti della Democrazia Cristiana in alternativa con il partito comunista , per poter mediare domani con il partito comunista in alternativa con la Democrazia Cristiana . in questo modo, il partito socialista , ma un partito socialista svuotato di socialismo e carico soltanto di potere, di ambizioni di potere e magari anche di capacità di potere, diventerebbe il demiurgo permanente, buono a tutti gli usi, della situazione politica, sociale ed economica del nostro paese. io non mi intratterrò, a proposito del suo programma, sulla parte indubbiamente più importante e più vasta del programma medesimo, cioè sulla parte sociale ed economica, perché parlerà per il nostro gruppo, con una competenza ben maggiore della mia, l' onorevole Valensise, che dirige per il nostro partito il dipartimento sociale, economico e sindacale. mi sia consentito, perché è problema che mi ha appassionato fin da quando è stato posto, di dire quattro parole a proposito del famoso, vantatissimo, reclamizzatissimo, importantissimo « lodo Scotti » del gennaio di quest' anno. in primo luogo, rilevo una stranezza: il « lodo Scotti » è stato presentato nel suo programma e negli allegati come una tappa fondamentale, come una realizzazione di estrema importanza, come un felice accordo tra le forze rappresentative del lavoro e della produzione, con il Governo. dopo di che, si va a leggere l' elenco dei ministri e delle loro funzioni: uno degli spostati (ma spostati in termini assolutamente negativi, e non alludo alla persona: per carità, è uomo di rara intelligenza!), il più spostato fra tutti, probabilmente, secondo le impressioni, è stato l' ex ministro del Lavoro onorevole Scotti. strano che un uomo, che un ministro venga al tempo stesso premiato e deprezzato e declassato, premiato e trasferito in incarichi di molto minore importanza. ma su questo non intendo insistere; intendo invece insistere sul fatto che il 23 gennaio di quest' anno fu annunziato il « lodo Scotti » . la televisione di Stato ebbe la bontà di intervistarmi ed io, a nome di tutto il mio partito, definii subito « delittuoso » il « lodo Scotti » . perché delittuoso? in primo luogo, signor presidente del Consiglio (e a lei posso dirlo perché lei ha detto, e sta dimostrando, di non volere operare discriminazioni nei confronti di alcuna delle forze rappresentate in Parlamento; di ciò le do atto e la ringrazio civilmente), perché se non si discriminano le forze politiche non si discriminano neanche le forze sindacali. come si fa a realizzare o a tentare di realizzare un lodo di tanta importanza con la « triplice » sindacale, senza tener conto — non voglio neppure dire « per eleganza » — della CISNAL a noi vicina e senza tenere conto di organizzazioni sindacali autonome che hanno una vastissima rappresentatività nel campo degli impiegati statali? come lei mi insegna, nel campo della scuola, per esempio, le organizzazioni sindacali autonome sono molto più importanti e più rappresentative della « triplice » sindacale, per carità, anche della CISNAL. come si fa, allora, a concludere un accordo di quella importanza, un accordo vincolante su certi punti sui quali immediatamente e brevissimamente mi soffermerò, facendo rappresentare i lavoratori dalla « triplice » sindacale, che per fortuna non li rappresenta tutti e non li rappresenta neanche bene? e lei ne sa qualche cosa a proposito delle dichiarazioni del dottor Lama degli scorsi giorni, subito richiamato all' ordine dal suo padrone e proprietario onorevole Berlinguer. allo stesso modo il vertice della Confindustria non rappresenta tutta la produzione: la media e la piccola industria non sono assolutamente rappresentate dal vertice della Confindustria. ed io, che sono a capo di un partito che non è conservatore e che non è finanziato da alcuna di quelle forze, lo posso tranquillamente dichiarare. vorrei che lei avesse la stessa libertà che ho io a questo riguardo anche se — per carità! — non oso fare dei raffronti fra le sue responsabilità che sono immense e le mie che, a paragone, sono modeste. credo però che sui principi ci si debba intendere. quando si dice: « questo Governo non è un governo conservatore » , e poi si concede ai vertici della Confindustria — e lei sa a quali nomi io mi riferisca — di rappresentare tutto il mondo della produzione, ivi compresa quella piccola e media industria importantissima, che è forse la vera, l' unica garanzia che abbiamo in termini di produttività, in termini di compatibilità dei diritti dei lavoratori con quelli del datore di lavoro , ebbene si è peggio che conservatori: si è legati ad alcune forze. comunque, io non ho criticato quell' accordo soltanto per questo: l' ho criticato e lo critico (e mi duole moltissimo che ci si riferisca a quell' accordo come ad una specie di garanzia per il mondo del lavoro italiano, il che è una menzogna) perché il caposaldo del « lodo Scotti » è consistito nel dire che, per uscire dalla crisi, bisogna ridurre il costo del lavoro . io ho risposto immediatamente dicendo che era « delittuosa » quell' impostazione, perché non bisogna ridurre il costo del lavoro : bisogna ridurre il costo del regime, signor presidente del Consiglio ! e lei ha usato un linguaggio di « regime » a proposito dei problemi sociali ed economici. come si fa a battersi contro le indicizzazioni nel momento stesso in cui non si è in grado di contenere i prezzi, le speculazioni? come si fa a considerare valido e vitale un lodo il quale vuole « raffreddare la scala mobile » , cioè vuole colpire i lavoratori, tende a ridurre — anzi finisce per ridurre, anche se non lo volete — il salario reale, lo stipendio reale, la mercede reale? io non faccio della demagogia; io apprezzo che lei abbia detto: « siamo pronti ad affrontare anche delle impopolarità » . non è demagogia la nostra quando rivendichiamo le indicizzazioni. si modifichi il cosiddetto « paniere » della scala mobile ; se ci sono degli errori e degli abusi si affondi il bisturi negli errori e negli abusi, senza temere le impopolarità. ed io non le temo affatto quando dico che il « paniere » della scala mobile può e probabilmente deve essere riveduto. ma se non si è capaci in Italia, signor presidente del Consiglio (e non è colpa sua), di controllare i prezzi, se non si è in grado in Italia di fare quello che il socialista Mitterrand, qualche mese fa, ha fatto in Francia, bloccando per sei mesi salari, stipendi e prezzi...! farebbe ridere — io lo riconosco — lei, onorevole Craxi, e qualsiasi presidente del Consiglio che in questo momento annunziasse in Italia, con tutta la spocchia possibile, « controlleremo i prezzi, impediremo che essi salgano » ... sappiamo benissimo che non avete gli strumenti, che non avete neppure il credito, che non avete la volontà, la capacità, la possibilità di bloccare i prezzi! ma se non avete questa possibilità e se il costo della vita , quel che ci vuole per vivere, per mangiare, per vestirsi, per dormire, sale continuamente, non può presentarsi qui, onorevole Craxi, difendendo aprioristicamente il, per altro fallitissimo, « lodo Scotti » ; lei non può presentarsi qui contro le indicizzazioni! si sostituiscano indicizzazioni scorrette o deficitarie con indicizzazioni che consentano di calcolare con qualche approssimazione di esattezza quel che si deve fare per non ridurre — ripeto — il salario reale, lo stipendio reale, la mercede reale. ma pensare di presentarsi qui, onorevole Craxi, come il primo socialista che va al Governo — ed è vero — come un socialista che ha la franchezza ed il coraggio di dire che questo non è un governo conservatore, per poi, come unico atto positivo dei precedenti governi con partecipazione socialista, sostenere ancora il valore, la importanza, l' intangibilità del fallitissimo « lodo Scotti » , è un po' troppo. questo sembra a me francamente un po' troppo ed apre varchi pesanti di incomprensione. non voglio dire altro a proposito dei problemi sociali ed economici, perché ne parlerà molto meglio di me l' onorevole Valensise. desidero, però, dire qualche parola a proposito della politica estera e per sollecitare i colleghi a non sorprendersi. la frase che io ho virgolettato e che lei, onorevole Craxi, ha pronunziato « la pace è al di sopra di ogni cosa... la sicurezza come presidio della pace » ci va benissimo, mi sta benissimo! non abbiamo nulla in contrario nei confronti di siffatta espressione, anche e soprattutto perché finalmente (ed è la prima volta che accade) la parola « sicurezza » rientra per la porta principale in un discorso sulla politica estera di un presidente del Consiglio e la vecchia parola « distensione » ne esce! lei non ha pronunziato una sola volta la parola « distensione » , a proposito dei rapporti internazionali e se non l' ha pronunziata evidentemente è perché si è convinto — o forse convinto lo era da sempre — che la distensione praticata ad una porta sola e in un solo senso non soltanto è nociva al prestigio, ai diritti e agli interessi del popolo italiano , ma è altresì nociva nei confronti di un' autentica volontà di pace. non si aspetti, signor presidente del Consiglio , che da parte nostra ci si riferisca, per quanto attiene ai più importanti impegni di politica estera , al vecchio detto « se vuoi la pace prepara la guerra » . no! noi diciamo: se vuoi la pace, difendi la pace. questo riteniamo di poter dire, riteniamo di dover dire. signor presidente del Consiglio ciò detto lei mi consentirà di rilevare che avevamo ragione quando siamo rimasti fortemente delusi dalla parte delle sue dichiarazioni in cui si fa riferimento ai missili, pur senza fare esplicitamente il nome di Comiso e di quel che sta accadendo. signor presidente , lì non si tratta né di pace né di pacifismo, ma di volontà di guerra. dall' altra parte, sul nostro suolo, si tratta di impedire al popolo italiano di potersi eventualmente difendere. dico « eventualmente » , per carità! nessuno più di noi si augura che guerre non ve ne siano mai, anche perché siamo abituati, sotto qualunque regime, a fare il nostro dovere e ad andarci... non siamo né evasori fiscali né evasori dei nostri doveri nazionali. quindi, quando diciamo « mai! » , lo affermiamo — sì, sì — anche nel nostro personale fisico interesse, in quello delle nostre famiglie, dei nostri figli, dei nostri nipoti. per carità, pace, pace! ma lei consentirà, da uomo intelligente e sensibile, che quel che si sta facendo intorno a Comiso non serve certamente gli interessi della pace. si tratta di guerra, di guerra, di guerra, che viene portata sul nostro suolo; e, ripeto, sono deludenti le sue affermazioni al riguardo. quanto all' Europa, lei ha fatto riferimento — in questo momento mi permetto di parlare anche come deputato europeo — ad una progettualità europea. signor presidente del Consiglio , dia un' occhiata a questi problemi, perché la progettualità europea sta invischiandosi e addormentandosi. tra un anno dovrà essere rieletto il Parlamento europeo e lei sa meglio di me che la sfiducia nei confronti di tale istituzione si sta diffondendo a macchia d' olio in tutti i ceti, nel nostro paese. lei sa meglio di me che l' Italia sta perdendo grosse occasioni per tentare di fare dell' Europa la nostra comune garanzia civile. quanto ai rapporti con l' est, ho colto una sua frase che non ci piace, là dove lei ha parlato di una « porta aperta » , anche quando l' altra porta resterà socchiusa. onorevole presidente del Consiglio , qui dobbiamo intenderci, anche dal punto di vista degli interessi economici e sociali del popolo italiano . alludo, ad esempio, al metanodotto algerino ed al viaggio recentissimo di alcuni alti esponenti politici ed economici italiani nella Russia sovietica , sempre per questioni di metanodotti o gasdotti. abbiamo l' impressione che il popolo italiano (perché è sempre Pantalone che paga!) stia pagando delle grosse tangenti per affari che non ci sembrano né puliti né corretti. a questo punto, signor presidente del Consiglio , affronto — e lo farò brevemente — il problema che più mi sta a cuore, che è quello della « grande riforma » . confesso la mia profonda delusione, a questo riguardo. non abbiamo dimenticato che all' alba dell' ottava legislatura apparve sull' Avanti! un articolo di fondo, firmato, dal titolo: « ottava legislatura » , in cui si presentava in fieri quella legislatura come la legislatura della grande riforma. vorrei chiederle, con il poeta Orazio: dove sono andati a finire i sogni pitagorici, signor presidente del Consiglio ? e infatti desolante la pochezza, la modestia e — mi si permetta — la miseria delle poche parole che lei ha dedicato alla « grande riforma » . chi l' ha bloccata? forse la sua volontà, che ho definito — senza offesa — cinica, di non accettare disturbi al manovratore e quindi di intendersi a tutti i costi con forze che riforme di questo genere non le vogliono assolutamente? ebbene, quali che siano i motivi di questa sua precipitosa — ed inattesa, da parte nostra — ritirata, mi permetto, signor presidente del Consiglio , di censurare pesantemente la parte del suo discorso e dei suoi appunti relativi alla « grande riforma » . è da prendere sul serio (e mi auguro che non vi siano defezioni dell' ultima ora), in quello che lei ha detto, soltanto la volontà di procedere d' accordo con il Parlamento, di guisa che, tra pochi giorni, si dia finalmente corso all' istituzione di quella Commissione bicamerale che era stata deliberata dalla precedente Camera dei Deputati poco prima dello scioglimento. noi prenderemo parte ai lavori di tale commissione con una anzianità di grado e con un impegno che non temono confronti, né all' interno né fuori di quest' Aula. come lei sa, signor presidente del Consiglio , noi abbiamo avuto il coraggio (ma, in fin dei conti , non era questione di essere più o meno coraggiosi) di essere i soli a parlare di « nuova » — non di « seconda » ! — Repubblica, e questo perché riteniamo che dopo quaranta anni le istituzioni debbano essere rivedute. parliamo da una premessa assolutamente obiettiva: l' azienda italia (e mi servo di tale termine perché penso che al socialismo pragmatico che ella, signor presidente del Consiglio , esprime, il termine « azienda » piaccia più dei termini « patria » , « nazione » , o altri) è in crisi, le istituzioni sono in crisi. non voglio far perdere tempo ai colleghi che stanno gentilmente ascoltando, ma voi sapete perfettamente che illustri personaggi, a cominciare (ma non voglio metterla in difficoltà, anche perché in questo momento è assente) dalla presidente della nostra Camera, onorevole Nilde Iotti, si sono occupati della crisi istituzionale e costituzionale riferendosi in primo luogo al Parlamento, non soltanto perché è un bicameralismo rigido che fa ridere gli osservatori e i costituzionalisti di tutto il mondo quando si avvicinano alle vicende italiane; Parlamento italiano che è in crisi anche per mancanza di rappresentatività, perché le categorie non vi sono rappresentate, al pari degli interessi periferici. e quando imputo all' attuale Parlamento italiano questi difetti di origine, mi riferisco a quello che il senatore Fanfani ha dichiarato pochi mesi fa in merito alla necessità di riformare il Parlamento italiano a proposito, ad esempio, dell' elezione diretta del presidente della Repubblica . del resto questa è una aspirazione che lei stesso, onorevole Craxi, ha detto di condividere anche se ritiene che i poteri del Capo dello Stato debbano essere attentamente indicati. inoltre, dovranno essere riveduti i rapporti sociali ed economici e proprio noi che auspichiamo e desideriamo la revisione globale della Carta Costituzionale italiana ci lamentiamo del fatto che alcuni dei pochi articoli della Costituzione vigente che abbiamo sempre ritenuto validi non siano stati applicati. a questo punto, onorevole Craxi, tanto per darle prova di quelle aperture sia pure parziali di cui ho parlato all' inizio, devo dirle che ho apprezzato nel suo discorso l' accenno agli articoli 46 e 40 della Costituzione. a questo riguardo, lei ha dichiarato o per lo meno ha scritto o fatto scrivere nei suoi appunti programmatici, che lo sciopero dei servizi pubblici deve essere regolato per legge quando siano intervenute intese sindacali. noi siamo del tutto d' accordo e ci auguriamo che lei abbia il coraggio di portare avanti riforme di questo genere. ancora, lei ha dichiarato, o per lo meno ha scritto in uno dei suoi lunghi appunti, che i lavoratori debbono partecipare alla gestione delle aziende. a questo punto mi sento ringiovanire, onorevole Craxi, perché vado al di là dell' articolo 46 della Costituzione, la cui dizione per altro è abbastanza imperfetta e parziale e ricordo in quest' Aula la legge 10 febbraio 1944 della repubblica sociale italiana, la malfamatissima repubblica sociale italiana alla quale mi sono onorato giovanissimo di appartenere. e ricordo quei momenti con commozione, sperando di non rendermi ridicolo di fronte a voi proprio perché in piena guerra civile , in una contingenza terribile e spaventosa per tutti noi che dall' una o dall' altra parte combattevamo in perfetta buonafede, non certo per ambizione di potere, e con infinita malinconia, con struggente ma positiva nostalgia il fatto che in piena guerra civile si pensasse ad un avvenire sociale, ad un avvenire di riforme, ad un avvenire di popolo e che la Repubblica italiana dovesse diventare una repubblica sociale . dopo quaranta anni siamo ancora a questo punto e non certo per colpa nostra o per colpa delle nostre ingiallite nostalgie che poi rappresentano invece punti di forza e di propulsione e arriva finalmente un presidente del Consiglio socialista il quale dice — in verità un po' in disparte — nel suo programma che i lavoratori devono partecipare alla gestione delle aziende secondo norme stabilite. noi apprezziamo questi atteggiamenti e questi spiragli ma nello stesso tempo ci rendiamo conto che, passati quarant' anni , non è stato compiuto un passo in avanti verso un avvenire di giustizia sociale per il popolo lavoratore italiano. poiché ho mostrato il nostro apprezzamento per i due punti che ho citato desidero evidenziare il nostro apprezzamento per un terzo punto di estrema importanza quale quello relativo al voto degli italiani nel mondo. a suo tempo io ho definito la mancanza del diritto al voto per gli italiani all' estero come una specie di genocidio elettorale permanente; ed è la pura verità. nella parte terminale della sua relazione scritta lei prende impegni relativi alla necessità di portare avanti i progetti di legge che demordono da troppo tempo; ed io mi permetto di suggerirle di estendere l' impegno non soltanto alla legge elettorale per gli italiani all' estero, ma anche al censimento che deve precedere l' effettuazione delle elezioni, che deve, quindi, precedere la stessa legge elettorale . e passo, signor presidente del Consiglio , a un altro grande tema. anche questo farò molto rapidamente, per arrivare poi alle conclusioni; ed è il tema della lotta contro la mafia, la grande criminalità, la droga. lei ha parlato, giustamente, della tragedia palermitana di qualche giorno fa; e parlando di quella tragedia lei ha avuto l' onestà di dire che lo Stato è stato nuovamente sconfitto. questa è la verità. e allora stia attento, signor presidente del Consiglio . se ha imboccato o ritiene di imboccare coraggiosamente la strada della verità, stia attento a non accreditare ulteriormente bugie — non voglio dire addirittura menzogne — che sono state per troppo tempo diffuse dall' intero regime, e in particolare dal ministero dell'Interno . signor presidente del Consiglio , non dia ascolto a coloro che le suggeriscono di dire, demagogicamente, che il terrorismo politico in Italia è stato battuto. signor presidente del Consiglio , il terrorismo in Italia — il terrorismo, senza aggettivi — il terrorismo tanto poco è stato battuto che lavora in stretta connessione di intenti e in connessione anche tecnica con la mafia, con la camorra, con la « ndrangheta » , con lo spaccio della droga. l' ambiente del terrore, l' ambiente, se vogliamo essere più precisi, dell' aggressione armata contro lo Stato e contro il cittadino si è esteso, in questi ultimi anni, non si è certamente ristretto. purtroppo in questi ultimi anni, in questi ultimi giorni, in queste ultime settimane, i delitti, le aggressioni, i sequestri, le ruberie, le speculazioni da parte di ambienti protettissimi, tutelatissimi, armatissimi, non si contano nemmeno più. io ho seguito nei giorni scorsi, attraverso la stampa, con qualche interesse, i lavori del Consiglio superiore della magistratura , che di questi problemi si è occupato. voglio augurarmi, vogliamo augurarci di tutto cuore che una delle proposte che sembra possano emergere dai lavori del Consiglio superiore della magistratura , e cioè la proposta di introdurre il « pentitismo » e le norme sui « pentiti » anche nella legislazione antimafia, non esca neppure dal Consiglio superiore della magistratura , perché parlare di « pentitismo » a proposito della mafia, a proposito della camorra, significa farsi ridere sonoramente in faccia e dai capi mafiosi, e dai capi camorristi. pentirsi, in un ambiente come quello della mafia, costa troppo caro, signor presidente del Consiglio ; e non occorre una grande conoscenza di quei fatti e di quegli ambienti per capirlo. il mafioso pentito sul serio, il camorrista pentito sul serio avrebbe vita cortissima, proprio cortissima, perché mentre lo Stato italiano non funziona l' organizzazione mafiosa, l' organizzazione camorristica funzionano purtroppo perfettamente bene. e allora, che cosa chiediamo? chiediamo, signor presidente del Consiglio , che si abbia il coraggio, anche qui, di intervenire, disboscando le complicità politiche. queste complicità sono state denunziate apertamente anche dal commovente cardinale Pappalardo. lei, giustamente, si è riferito alle omelie del cardinale Pappalardo, ha espresso la sua solidarietà: ascoltatelo, ascoltatelo, ascoltate la voce del popolo siciliano, ascoltate la voce del popolo napoletano, che non meritano di essere considerati quali corresponsabili ambientali dei fenomeni di camorra e di mafia. non è vero che la mafia di oggi sia soltanto figlia diretta della mafia di ieri, che per altro il regime fascista aveva stroncato, e che i cosiddetti « liberatori » ci hanno di nuovo regalato non appena sono arrivati in Sicilia, ed hanno proseguito verso il nord. no, la mafia di oggi, la camorra di oggi, il commercio della droga di oggi, il terrorismo di oggi sono fatti politici che non hanno alcuna giustificazione sociale. come lei sa — e c' è un accenno nella sua relazione — a Palermo si sono moltiplicati gli sportelli bancari: date un' occhiata! come lei sa, ambienti del ministero dell'Interno (quei tali servizi sui quali lei dovrebbe esercitare un diretto controllo, e penso che farebbe bene) negano agli organi dipendenti che dovrebbero operare in Sicilia la banca dei dati, il riferimento preciso dei dati. signor presidente del Consiglio , dia un' occhiata, disboschi, abbia il coraggio di mandare a spasso anche amici del cuore. lo dico senza intenzione polemica; lo dico perché lei è caduto in un singolare infortunio, quando ha mandato tre suoi amici a Torino per ripulire e durante il viaggio uno dei tre amici è risultato perfettamente complice oppure è stato sospettato apertamente, anche sui giornali, di complicità con quegli ambienti sporchi che egli, sporco, era andato per ripulire. abbia il coraggio, signor presidente del Consiglio , di dare un' occhiata attenta a quello che accade in Sicilia, a quello che accade a Napoli, alle complicità politiche, a quei sindaci, a quegli assessori, i quali di giorno in giorno vengono denunciati e poi rimangono ai loro posti, e se vengono sostituiti, vengono sostituiti da loro stretti amici di partito, di corrente addirittura. dia un' occhiata, perché il decorso delle attività criminali in Italia, con riferimento soprattutto alla droga, è terrorizzante. credo di aver capito che ella intende istituire un Alto commissariato per la lotta relativa ai problemi della droga, ed in particolare per la lotta contro gli spacciatori di droga. se per caso volesse muoversi in questo senso, lei avrebbe la nostra piena approvazione, e bisogna buttarsi innanzi con un aggravamento pesantissimo delle pene contro gli spacciatori della droga. lei sa, signor presidente del Consiglio — lo dico a lei come padre di famiglia — , che gli spacciatori di droga tengono in stato di assedio le scuole: dalle scuole materne agli asili infantili, alle scuole elementari, ovunque c' è lo spacciatori con la caramella drogata per il bimbetto, che poi deve portare la caramellina drogata al fratello, al padre, alla madre. lei sa che siamo in stato d' assedio, lei sa che siamo nel Mediterraneo la portaerei della droga; lei sa che nel Mediterraneo — cito prima fra tutti lo sciagurato governo libico di Gheddafi — profittatori del commercio della droga sono governi nei confronti dei quali lei, neppure in questo momento, ha osato pronunciare una sola parola di dura sconfessione. pertanto io la invito a comprendere e ad apprezzare i nostri duri e coraggiosi atteggiamenti a proposito della lotta necessaria contro la criminalità. lei ha parlato di lotta ai centri occulti del potere, ed il caso Gelli di oggi è abbastanza significativo, ma vogliamo sperare che lei se ne ricordi. mi preoccupa, signor presidente del Consiglio , in uno dei suoi lunghi appunti, quanto viene detto a proposito del sistema radiotelevisivo. testualmente viene preannunciato da parte sua un « regime di autorizzazione delle iniziative private per determinare spazio e funzioni delle reti su scala nazionale e locale » . siamo alla vendetta, signor presidente del Consiglio ? siccome molte televisioni e radio libere, cui va il nostro ringraziamento, hanno svolto durante la campagna elettorale interviste e servizi anche e persino su di noi, non trascurando per altro tutte le altre forze politiche , siamo alle vendette? siamo al silenzio, signor presidente del Consiglio ? questo sarebbe uno spettacolo sconcertante del suo neosocialismo o del suo nuovo centrosinistra, a seconda dei suoi evangelisti. noi non siamo affatto d' accordo e le preannunciamo in Parlamento tutti i contrasti e tutti gli ostruzionismi possibili, se per avventura si volesse tappare la bocca alle televisioni libere, salvo quei regolamenti che sono indispensabili perché le cose funzionino dal punto di vista tecnico. credo di aver mantenuto abbastanza l' impegno di non essere troppo lungo, signor presidente del Consiglio . siccome le ho ricordato Pietro Nenni, voglio ricordarle un' altra citazione di Pietro Nenni, che risale al 1967. diceva Pietro Nenni, che in quel momento era vicepresidente del Consiglio : « in Italia, quando si arriva sulla vetta del potere, cioè al Governo, sembra proprio di essere in montagna » . ecco, lei ci ha dato l' impressione di essere in montagna! continua Nenni: « ci si accorge che intorno c' è il vuoto, costituito da una serie di vuoti, di valli e di abissi perché lo Stato è scollato. molti Stati moderni sono così, ma da noi tutto è aggravato da ragioni storiche ed economiche. lo Stato italiano è nato a pezzetti, a settori, un po' regio, un po' fascista, un po' corporativo, un po' socialista ed è anche vero che dopo vent' anni — allora erano venti, ora sono diventati quaranta — di democrazia molte nuove istituzioni risultano logore. perciò la vera grande riforma da fare riguarda lo Stato e l' equilibrio disastrato dei suoi poteri. infatti, come si può riformare e governare uno Stato se vi sono centinaia di poteri cresciuti lentamente, che ormai tendono ad operare indipendentemente l' uno dall' altro? » . questa non è l' Italia socialista, questa è l' Italia neofeudale, signor presidente del Consiglio . « il Governo — conclude Nenni — riesce a governare solo su alcuni poteri, molti altri gli sfuggono. non si deve dimenticare che il vero problema italiano è questo: come comandare e su che cosa comandare » . signor presidente del Consiglio , cerchi di comandare prima di tutto e soprattutto a se stesso . cerchi — non è ironico quello che sto per dire — di essere un po' socialista e un po' meno uomo di potere, di accomodamento e di cinismo. in tal caso potremmo capirci e dai nostri banchi di seria, coerente, compatta, onesta opposizione, potremo realizzare un discorso non di alternativa di potere, ma di alternativa di Stato e di società e di moralità pubblica.