Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 371 - seduta del 04-11-1985
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
1985 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 70
  • Comunicazioni del governo

mi auguro che in futuro non si debbano fare altri richiami al regolamento per far constatare che la Presidenza non è regolarmente costituita per l' assenza dei segretari, così come si è verificato — e lei certamente lo ricorderà — nel caso della votazione di leggi molto delicate. signora presidente, colleghe e colleghi, signor presidente del Consiglio , signori ministri, ritengo invece — e su questo probabilmente non mi ero bene espresso, collega Pazzaglia — che ci troviamo a dibattere su comunicazioni del Governo, e non secondo la fattispecie della fiducia; per questo si giustifica il discorso che abbiamo fatto prima. ci troviamo di fronte all' annuncio, all' intenzione — che per il momento non hanno altra rilevanza se non politica — del Governo di porre la questione di fiducia su una eventuale risoluzione della maggioranza al termine di questo dibattito. ciò non significa, però, che stiamo discutendo la questione di fiducia o la questione di sfiducia, di cui parla il regolamento. ed è giusto che sia così. ci eravamo preoccupati di sostenere che di questo si trattasse anche alla vigilia della crisi, alla vigilia delle conseguenze tratte dall' annunciato ritiro della delegazione repubblicana e dal minacciato ritiro della delegazione democristiana dalla compagine governativa, se il presidente del Consiglio davvero fosse venuto a riferire in quest' Aula e alle sue comunicazioni fosse seguito un regolare dibattito. ci troviamo a quel punto, anche se, essendo passati 19-20 giorni da allora, il presidente del Consiglio ha ulteriori comunicazioni da darci; sappiamo più cose sulla vicenda di Sigonella ed altro; ciascuno ha potuto meglio riflettere, quindi, su alcuni aspetti di quella vicenda che aveva trovato, a mio avviso, impreparate alcune forze di Governo, tanto che hanno reagito, come sul piano dell' opinione personale o pubblica a volte accade, a caldo, senza la mediazione, direi, della riflessione, che comporta l' esercizio o la qualità di esponenti di Governo. ci siamo poi incontrati stamane e ci è stato detto — cosa che non mi scandalizza affatto — che il signor presidente della Repubblica ha pregato il signor presidente del Consiglio , respingendo le sue dimissioni, di riprendere l' esercizio normale delle sue responsabilità. inoltre, il signor presidente del Consiglio qui ci ha parlato di nuovo di quella vicenda, ci ha detto come e perché il presidente della Repubblica , il Governo, il partito repubblicano ed altri hanno ritenuto quello che noi ritenevamo sin dall' inizio non solo possibile, ma doveroso. quello che mi importa sottolineare di questa situazione è la parte concernente le conseguenze che il presidente del Consiglio ne trae. il presidente del Consiglio trae la conseguenza di « un dialogo più diretto e più costruttivo, un confronto di posizioni meno inficiato da rigide pregiudiziali e più aperto alla possibilità di convergenze e di decisioni concordate » ; il Governo « dichiara sin d' ora la sua disponibilità per una ricerca di intese che favoriscano una rapida approvazione delle leggi fondamentali e dei provvedimenti più significativi » . il Governo, attraverso le parole pronunciate dal presidente del Consiglio qualche minuto prima, aveva sottolineato la gravità del rischio dell' esercizio provvisorio e la necessità politica di riuscire invece a portare in porto la barca del bilancio e della legge finanziaria nei tempi voluti. mi sembra che non si possa certo esigere questo dalle opposizioni: intendo anche quelle opposizioni alle quali noi facciamo opposizione. esigere questo dopo che sul gruzzolo di 60 giorni della sessione di bilancio se ne sono spesi, per ragioni di maggioranza e non di opposizione, una ventina, sarebbe sicuramente non giustificato e, per dir tutto, iniquo. ma il problema non mi sembra essere questo: quand' anche il presidente del Consiglio questo non ci suggerisse — e fa benissimo, a mio avviso, a suggerirlo e non ad esigerlo — ; quand' anche ci trovassimo dinanzi ad un atteggiamento arrogante e protervo, invece che, almeno sul piano formale, ad un atteggiamento dialogico nei confronti dell' opposizione parlamentare, dovremmo noi da deputati (e con noi chiunque sia consapevole che l' esercizio dell' opposizione è esercizio di Governo di importanti realtà e che è l' unico modo per prepararsi e per testimoniare una capacità di governo anche sul piano istituzionale) porci il problema che ci siamo posti quando ci siamo chiesti, qualche ora prima dell' apertura della crisi: è possibile scongiurare questa crisi? il parere di tutti era che non fosse possibile e noi comunque abbiamo agito nella speranza che divenisse possibile. adesso, anche se il Governo avesse assunto un atteggiamento diverso da quello che ci ha annunciato, noi — compagnie colleghi comunisti, amici e colleghi missini, di democrazia proletaria e così via — dobbiamo capire che il problema è che noi abbiamo interesse ad un confronto serrato e tempestivo (intendo « noi » Parlamento e forse anche « noi » non di maggioranza) sul disegno di legge di bilancio e sul disegno di legge finanziaria. e poiché siamo, mi pare, in tema di iniziativa e di scontro politico e parlamentare, non possiamo limitarci al pur giusto lamento, alla pur necessaria critica alla maggioranza per aver inutilmente speso venti giorni del « gruzzolo » di sessanta o ottanta giorni della sessione di bilancio . perché il nostro problema non è solo quello di dimostrare che gli altri « funzionano » male: si tratta di vedere se noi riusciamo a dare un contributo per raddrizzare qualcosa che si è storto nel frattempo. e allora, proprio nel momento in cui abbiamo sentito parlare del rilancio « eterno » (perché non vedo quale novità vi sia: non mi sembra certo una rivoluzione copernicana !) del Governo di programma (dicendo una cosa giusta: non va bene quando si pretende di aver trovato la formula magica che consente di dire « quindi siamo maturi per governare, quindi è matura un' altra formula » ), potremmo forse tentare (e noi radicali ci ripromettiamo di farlo in queste ore e saremmo lietissimi di poterlo fare insieme ai compagni comunisti e di democrazia proletaria , anzi con chiunque, anche con le forze della maggioranza) di capire se non esistano due o tre miglioramenti sostanziali della legge di bilancio e della legge finanziaria che siano (magari anche e soprattutto secondo l' ottica di questa o di quella minoranza o di tutte le minoranze messe insieme) tali da introdurre qualche mutamento magari marginale ma consistente che altrimenti non avremmo e che dunque possano farci accettare, al limite, di lavorare il giorno di Natale o il 30 dicembre, pur non essendo colpa nostra quello che è accaduto. e questo allo scopo di conquistare tutti insieme (allo Stato, al paese, non al Governo o alla maggioranza) la possibilità di evitare l' esercizio provvisorio. come radicali, siamo in difficoltà ad immaginare quali possano essere le tre cose in grado non di convincere una forza di opposizione a votare il bilancio o la legge finanziaria ma, ove siano acquisite, di consentire a delle forze di opposizione di fare sacrificio di un bene che in genere dovrebbe essere indisponibile, cioè il lavorare con serenità, il non lavorare di notte: è anche un obbligo quello di lavorare in buone condizioni! ecco, questa è la richiesta formale che io faccio ai vari gruppi parlamentari : possiamo, nelle prossime ore, mentre questo dibattito va avanti, individuare due, tre. quattro richieste... anzi, nemmeno richieste: tre o quattro modifiche della legge finanziaria o del bilancio che rendano possibile quello che per colpa delle forze della maggioranza (aiutate, devo dire, in questo caso, dalle legittimissime scelte del presidente della Repubblica ) rischia di non essere più possibile? ecco quindi una disponibilità e la risposta che noi radicali (perché su questo ci siamo trovati assolutamente tutti d' accordo nelle ultime ore) le diamo, signor presidente del Consiglio . ed è una risposta con la quale credo, ancora una volta, tentiamo di uscire dal gergo un po' politico, fatto sempre in modo allusivo. diciamo anche sì, ma subito, e con che metodo; certo, non in un' ora, vi possiamo dire i tre, quattro, cinque punti che abbiamo individuato; e se fossero solamente dei radicali, sarebbe un dato di gestualità, di dimostrazione di personale rigore, ma di per sé, certo, non sarebbe un avanzare nella direzione di un miglior Governo, grazie al Parlamento ed a tutte le sue forze, delle realtà e dei problemi del paese. questo, quindi, per quanto riguarda la congiuntura nella quale ci troviamo, congiuntura che ci convince però esser ormai maturo qualche bilancio più complessivo. noi abbiamo fatto credito, com' è doveroso, a questo come a qualsiasi altro governo sulla base delle intenzioni che esso ha professato; ci parve (e lo dicemmo) che un concetto innovava profondamente: torno a dire: un concetto, e torneremo sull' importanza dei concetti anche in politica, anche dei governi, anche in Parlamento. e il concetto che il presidente del Consiglio Craxi (allora, ancora incaricato) espose, al primo punto del programma di Governo , al momento del suo incarico; si trattava di un' affermazione: il problema della fame nel mondo è il problema della sicurezza del mondo, ma anche il problema della sicurezza del nostro paese. credo di non forzare, signor presidente del Consiglio : mi pare una sua affermazione testuale, che voleva dire questo, voleva dire molto; era un concetto. fummo accusati di eccesso di omaggio ad un concetto e di eccesso di fiducia a quella che poteva apparire solo una proclamazione, una petizione di principio. ma quando nella nostra politica mancano anche le petizioni di principio decenti, ebbene, se una volta ne arriva una fondamentale... perché non è che rivoluzioni il problema della fame nel mondo , ma rivoluziona il concetto di sicurezza (questo è importante), lo ammoderna: la sicurezza affidata alle armi militari, è un concetto di sicurezza che era già tramontato negli anni 40, quando lo strumento di guerra in Francia era la voce di Londra e la voce di De Gaulle , molto più che le forze partigiane e la quantità di rifornimento di armi che veniva data alla Resistenza francese! era la radio, era la verità, erano alcune cose, sulle quali noi abbiamo sempre... e l' aggressione, l' aggressività non violenta, non l' inerzia ambigua, neutralistica, di un certo tipo di pacifismo equidistante tra fascismo ed antifascismo, fra politiche strutturalmente suscettibili di produrre pace (come quelle delle strutture di democrazia politica) e quelle nel medio e lungo termine incapaci di produrre pace interna od esterna, perché non di democrazia, ma di oppressione ed autoritarismo sono nutrite e di fatto strutturate! ecco, presidente del Consiglio , colleghe e colleghi, noi riteniamo onestamente che al punto in cui siamo, il Governo, da questo punto di vista , soprattutto (dobbiamo però consentirlo, e dobbiamo dirlo) per contributo negativo del Parlamento repubblicano, ha fallito su questa linea. è vero che è stato il Parlamento e la maggiore forza di « opposizione » (che in questo caso è stata opposizione senza virgolette, opposizione intera, rigorosissima eccetera) che ci ha portati ad una legge che di per sé era cattiva, inadeguata agli obiettivi per i quali si dichiarava di farla; un sottosegretario che, in questi diciotto giorni, nemmeno poteva viaggiare, in base... no, in questi giorni nemmeno poteva viaggiare, in base alla giusta circolare sull' ordinaria amministrazione , mentre noi avevamo sempre concepito e sostenuto, in questa avventura di affermazione della sicurezza del nostro paese, della nostra terra ed anche del nostro prestigio, la figura di un Alto commissario con rango di ministro e con (in realtà, è vero) funzioni di superministro e di coordinamento. parliamoci oggi con maggiore chiarezza, derivata non dalle reticenze di ieri, ma dalla riflessione di oggi: noi, attraverso la nostra proposta, ipotizzavamo in realtà una politica estera che ci avrebbe fatto trovare nel cuore dei problemi africani come europei, nel cuore dell' Europa come italiani e non nel cuore del problema mediorientale soprattutto (dico soprattutto e non esclusivamente) come realtà e paese mediterraneo. il presidente del Consiglio , cui attribuiamo il credito che gli è dovuto, ci ha raccontato questa mattina quanto del loro tempo egli stesso, il ministro Andreotti ed altri che non ha nominato dedichino alla realizzazione di incontri ed alla cura dovuta ad una buona pianta che deve crescere attorno ai nostri rapporti nel Medio Oriente e con il Medio Oriente . è accaduto che, trascorso il semestre di Presidenza italiana della Comunità, come noi avevamo previsto, il ministro Andreotti, il nostro paese (certo anche grazie all' episodio dell' Achille Lauro) si siano trovati a fare politica mediorientale. ma c' è una sorta di maledizione, che non può essere tale. si tratta quindi di una realtà politica: le coeur n' y est pas — direbbero i francesi — nella nostra politica europea , che è petizione di principio o gestualità assicurata. ciò mentre il dibattito diventa ogni volta dilaniante, tanto da far perdere la bussola, se è vero come è vero che in ordine a tale questione, sulla quale la magistratura dirà la sua, è stato possibilissimo tessere la trama, ma non attraverso fatti nuovi, ridando, in realtà, una dimensione di dissenso di ordinaria amministrazione su un fatto insorto, quando noi sappiamo... devo dire in merito che, quando il presidente del Consiglio si preoccupa — io lo comprendo — per motivi di compiutezza della soluzione, della coalizione, ad esempio per quanto riguarda la collegialità (l' abbiamo detto con molta amicizia ai colleghi repubblicani), noi siamo su una posizione esattamente opposta a quella del partito repubblicano . c' è stato un eccesso di collegialità in questo Governo che, come avviene in presenza di tutti gli eccessi, non ha consentito di funzionare. la nostra Costituzione non consente nel modo più assoluto quella collegialità. il presidente del Consiglio deve operare al di fuori di collegialità specifiche che non siano quelle relative a settori particolari (riunione di gabinetto per la difesa ed altre cose), perché in via generale il concetto di collegialità è notevolmente peggiorativo, partitizza, extraistituzionalizza nei fatti il funzionamento di un Governo. uno dei fatti positivi da noi colti nella fase di avvio di questo Governo, la lotta contro la fame e per la sicurezza, in considerazione dell' urgenza, della grandezza, dell' importanza della cosa, si è esaurito non a causa della persona preposta al sottosegretario, essendosi dimostrato Forte sicuramente impegnato, appassionato — ed in modo intenso — , ma a causa dell' impedimento derivante dalla struttura stessa individuata per sviluppare siffatta politica che, come dicevo, ci avrebbe posto in situazione di offensiva, di attacco, di insediamento, di immagine diversa. la sicurezza, cioè, è molto spesso legata al fatto che noi spostiamo dall' interno all' esterno il perimetro dei nostri confini e che la nostra iniziativa vada all' interno di altre realtà. ma ciò non è stato fatto. questo equivoco della collegialità gioca anche rispetto ad altro. una collegialità che, tolta da questo schermo apparentemente istituzionale, significa invece gestione maggiormente partitocratica del Governo. di questo si è trattato, infatti, dovendo stare di più nella coalizione i segretari interni o esterni, quasi che il presidente, se non assembla tutti dentro, nel caso, ad esempio, che vi sia una scuola da inaugurare ed uno di quelli che sono dentro sia fuori, non dovesse a questo punto presiedere e svolgere la sua funzione. la cosa è tanto più grave nell' attuale circostanza, perché ciò accade per una scelta di questo non-governo, di questa maggioranza ed anche per una scelta sua, presidente del Consiglio , una scelta politica della quale non abbiamo fin qui parlato. nel giugno scorso, quando il partito socialista , unitamente agli altri, ha compiuto la scelta dell' elezione consociativa del presidente della Repubblica , una delle caratteristiche concettuali ed istintive di questo Governo fu quella di spazzar via ogni giorno le abitudini consociative per andare a quelle più democratiche dei confronti di maggioranza e di minoranza, al fine di essere uniti nella lotta democratica anziché, a mio avviso, essere condannati ad una sorta di complicità permanente sulla pratica consociativa. ecco allora le osservazioni che noi oggi facciamo, e che sono un po' riassuntive anche perché compiute in una pausa impostaci. per quanto riguarda i temi della fame nel mondo e la sicurezza, ritengo che si debbano riconcepire totalmente, in quanto le decine di milioni di morti continuano ad incalzare mentre dobbiamo rispondere al paese del fallimento della nostra politica, al di là di quello che — lo analizzeremo poi in altra sede — ha compiuto il collega Forte. certamente non si è però realizzata quella iniziativa straordinaria in relazione alla sicurezza, ad un olocausto, ad un qualcosa di straordinario che la nostra opinione pubblica ed i partiti chiedono. inoltre abbiamo avuto il logoramento del Governo per le scelte, anche se sicuramente legittime ma, a mio avviso, infauste per il Governo stesso, consociative operate in occasione dell' elezione del presidente della Repubblica . vogliamo però dire che ci dispiacerebbe molto se questo Governo, da qui al 31 dicembre, incorresse in altre disavventure; soprattutto ciò che non vorremmo è che si permettesse, in occasione del dibattito sul bilancio e sulla legge finanziaria , l' agguato quotidiano nel tentativo di porre comunque il Governo in crisi. ciò di solito avviene su delle leggi di spesa, in cui la somma dei voti espressi dal Movimento Sociale Italiano , da tutte le altre opposizioni, unitamente a quello degli « incappucciati » , che si formano attraverso le varie lobbies sulle leggi di spesa (ogni volta di fatto si aumenta il nostro disavanzo), pone inevitabilmente il Governo in una situazione difficile. ripeto che vorrei che tutto ciò non accadesse, in quanto ritengo che, in ultima analisi, sia proprio il paese a fare le spese di questa situazione. guai se andassimo al tiro al piccione del Governo, ma guai per noi e non solo per il Governo! guai a mandare in minoranza il Governo su una legge di spesa per addossargli la responsabilità del disavanzo di 110,115 o 130 mila miliardi di lire ! ecco perché propongo che si esiga di mandare in minoranza il Governo su 3,4 o 5 richieste precise di miglioramento sostanziale del bilancio e della legge finanziaria . mi auguro che, nelle prossime ore, si possa trovare un accordo in tal senso, avviando così quella riflessione che abbiamo cercato da tempo di promuovere. vi è un altro problema che riguarda anche il ministro dell'Interno e che dobbiamo, soprattutto dopo la conclusione del congresso del partito radicale , sottolineare all' attenzione del Governo. il degrado del diritto in questo nostro paese diventa, ogni giorno che passa, maggiore. degrado del diritto, ma non necessariamente di tutto il diritto, mentre il degrado del diritto è necessariamente degrado di tutta la giustizia. durante il congresso radicale, si è stabilito che il partito avrà dodici mesi di tempo per comprendere se è possibile, ad un partito democratico che voglia giustificare la sua forma democratica e le sue volontà democratiche con l' esistenza di una vita democratica o, quanto meno, con l' esistenza della certezza del diritto, che in Italia vi siano le condizioni di vita democratica per coloro che vogliono la certezza delle regole del diritto. su questo vi era stata un' interruzione questa mattina, che trovavo buona ma forse non le è giunta e per la quale lei non ha avuto l' ottima replica data al compagno Capanna, quando gli ha fatto notare che comunque non siamo uno Stato arabo e che quindi quello non lo riguardava. l' altro compagno di democrazia proletaria , il compagno Pollice, ha ricordato il problema della Rai-TV e quindi della certezza del diritto. noi sempre di più ormai discutiamo del merito di cose senza renderci conto che, da una parte, certo, il Banco di Sicilia per 20 o 22 anni ha vissuto in regime di prorogatio contro il codice civile , penale, con omissioni sistematiche di iniziative penali da parte della procura generale, della magistratura, ma noi abbiamo dei fatti che non accadevano sotto il fascismo. il fascismo era uno Stato etico , uno Stato autoritario, ma la certezza del diritto sotto il fascismo c' era. era un diritto che negava il dissenso, era diritto non democratico, era diritto fascista, ma le regole del gioco erano quelle; e quindi si operava all' interno di un diritto, che è diritto per noi repellente, per noi idealmente suicida, non solo assassino, ma era quello, la legalità era quella. non si è mai verificata la vacatio delle leggi, l' assenza della legge. diciamo sempre che la legge del taglione è brutta, ma è meglio della legge della giungla ; ma noi in Italia viviamo sempre di più, signor presidente del Consiglio , certe situazioni. dove sono, appunto, le garanzie costituzionali per i partiti e per i cittadini relative al diritto e alla giustizia, quando noi vediamo abolita praticamente la giustizia civile? non si sa più come funziona, non c' è! occorrono tre, quattro, cinque o sei anni per esercitare delle richieste di giustizia civile, con la dilatazione (con tutti i rischi di corruzione) degli arbitrati di magistrati, che non giudicano ma fanno costantemente arbitrati. è quindi un invito istituzionale a non percorrere le vie di giustizia, ma le vie, in realtà pericolose per il cittadino qualsiasi, dell' arbitrato fatto da un magistrato, ad esempio, tra la Montedison e un impiegato, un cittadino. figuratevi se io voglio avere a priori disprezzo per l' autonomia e l' indipendenza del magistrato: dico che la mia indipendenza di magistrato, se avessi da una parte la Montedison e dall' altra parte la povertà, magari anche culturale, di un cittadino, sarebbe particolarmente difficile! circa il piano penale c' è la nostra alterità, e ci auguriamo, non solo con i compagni socialisti ma con tutti, di edificare qualcosa prima ancora di una riforma. se facciamo una riforma scritta, la grande riforma, ma continuiamo a vivere in una cultura per la quale conta poi la legge materiale e la legge scritta non vale, perché riformare la legge scritta? e il problema che abbiamo a monte; abbiamo questa inflazione sotto il suo Governo, « sotto » , non a causa, abbiamo questa inflazione sempre più grossa (non parlo di quella che forse un tantino per qualche 0,5 o 0,6 con questa crisi sbagliata, che non si doveva fare, si riscontra). parlo invece dell' omissione sistematica dell' azione penale, ed il nostro costituente avrà fatto male a fare di noi uno dei tre paesi moderni e democratici nei quali non c' è discrezionalità dell' azione penale, ma c' è l' obbligo dell' azione penale; e noi abbiamo sistematicamente omissioni di azione penale dinanzi agli unici reati associativi che il diritto anglosassone persegue. non mi riferisco a quello che adesso viene invocato contro la grande criminalità, perché il concetto di criminalità implica un fatto associativo mentre per il diritto passionale o per altre cose non si parla di criminalità. con l' alibi della criminalità, con l' alibi di supplenze che sarebbero state conferite dal legislatore — che invece questo non ha fatto, perché ha male legiferato, ma non sino a questo punto — noi abbiamo praticamente un tipo di giurisprudenza o addirittura un tipo di violazione sistematica del nostro diritto penale per i quali, ad essere rigorosi, basterebbe prendere la città di Ottaviano, costruire attorno nuove mura e poi, lì dentro, fare il processo pubblico. ormai, infatti, si condannano le « culture » (la « cultura » sospetto-camorristica), ed il meridionale, per la « cultura » meridionalistica, è sempre stato, nei confronti dello Stato, considerato come sappiamo. ma su questo, si potrebbe dire, che cosa c' entra il Governo? come, cosa c' entra il Governo? il ministro di grazia e Giustizia ha poteri, disciplinari e non, e soprattutto quando, secondo fatti notori — e perciò dovrebbe scattare una norma precisa dei nostri codici — , viene violata la legge, sia per abusi, sia per omissioni, e diventa generale la violazione, un Governo, signor presidente del Consiglio , non può mostrare di non accorgersene e non fare ciò che come esecutivo dovrebbe fare. poi certe cose le deve fare il partito socialista , ed allora si attacca il partito socialista ! no, queste cose noi le chiediamo ai governi della Repubblica e denunciamo la mancata applicazione delle norme sui reati associativi ad associazioni sovversive, che sovvertono ed hanno sovvertito la vita della nostra Repubblica e che la sovvertiranno questa sera o domani! si dimentica la grande lezione del diritto anglosassone, secondo cui il reato associativo, per la grande criminalità, non sussiste se non come aggravante del reato di scopo compiuto, mentre esiste l' equivalente della cospirazione ed il reato compiuto, mentre esiste l' equivalente della cospirazione ed il reato associativo in settori ricadenti nei diritti politici è l' unico che viene storicamente perseguito e che è contemplato da quella giurisprudenza. si dice che in Italia non esistono le armi per procedere così. signor presidente del Consiglio , signor ministro dell'Interno , signor sottosegretario Amato (abbiamo la fortuna di avere al banco del Governo persone che sono attente e maestre, per quel che ci riguarda, di queste cose), voi sapete che non si perseguono certi mass media pubblici, per esempio la televisione, perché tutte le leggi, cattive, ma non senza un motivo, che regolano l' informazione pubblica ed il conoscere per deliberare, cioè che regolano il processo formativo della volontà popolare e ne assicurano il rispetto dei diritti civili fondamentali — senza il quale non c' è alveo repubblicano e legale per la formazione delle scelte della sovranità popolare — , sono leggi che non prevedono al loro interno sanzioni. quindi la magistratura sarebbe disarmata. questo vale per gli attentati ai diritti civili del cittadino, ma non per attività sovversive caratterizzate. che cos' è infatti, anche in termini etimologici e filologici, se non precisa attività sovversiva quella che, togliendo al corpo elettorale la giusta informazione (che secondo la legge deve essere completa), lo induce costantemente ad essere ignorante, a non sapere, così come avviene in tutti gli Stati totalitari, che esistono altre scelte possibili, condizionando così la dialettica laica e democratico-politica di un paese? tutto è stato addirittura confermato dalla Commissione di vigilanza. gli stessi che posseggono la Rai-TV, infatti, hanno riconosciuto, attraverso la Commissione di vigilanza, violazioni di indirizzo di norme di legge. ma la magistratura non è intervenuta su cose che colpiscono lo Stato molto più delle Brigate Rosse . le Brigate Rosse avranno commesso una settantina di assassinii e, se togliamo l' epoca Senzani (così protetto, così « cirillesco » , così « dursiano » , così caro a L'Espresso , a La Repubblica , così caro non solo alla P2 ed alla P-Scalfari, ma anche ad altri), se togliamo, dunque, il periodo più sanguinoso di Senzani e ci ricordiamo che Curcio e gli altri sono stati in realtà responsabili di tre o quattro morti al massimo, di cui due incidentali (e stanno lì in carcere e non dicono nulla), vediamo che sono più pericolosi i tentativi di ottenere quello che i Curcio o, dall' altra parte, non so chi della destra vogliono ottenere, e cioè la messa in mora della democrazia, la messa in mora della procedura democratica. ma allora, su questo, ministro Scalfaro, signor presidente del Consiglio , sottosegretario Amato, non c' è reato associativo, necessario per compiere questo atto? lo ripeto: se la legge è violata, se il conoscere per deliberare non è reso possibile, se con documentazioni alla mano si irride all' informazione, anche ai suoi stessi criteri, se il Msi, se democrazia proletaria sono trattati in un certo modo, se il cittadino italiano, anche all' interno dei vari partiti, della Dc o del partito comunista , al limite, può sapere soltanto alcune cose e non altre, se non c' è dibattito sui temi che non amano questi sovversivi che stanno lì dentro, se quindi la violazione di legge è sistematica, dipende dal fatto che da parte della magistratura e, devo dire, da parte dell' ordine giudiziario... misuro i termini, signor ministro dell'Interno ; non dico « da parte della magistratura associata » , che è un' altra cosa. ma, come in tema di tutela dell' immagine e dell' identità del cittadino, attraverso la negazione sistematica del rito direttissimo e l' imposizione di un rito mostruoso non previsto dai nostri codici, l' ordine giudiziario si pone in termini sistematici al di fuori dell' obbligo dell' esercizio dell' azione penale, fino ad imporre al cittadino un rito mostruoso, che il diritto nega possa essere, che non è più direttissimo e non è nemmeno rito ordinario. e questo significa che il potere della stampa nel nostro paese, il potere dell' editoria pubblica, diventa sempre di più un potere senza controllo ed immenso. e l' ordine giudiziario ha fatto questo compromesso storico incredibile in questa direzione. il congresso del partito si fa carico di questo. se abbiamo gente che inganna il paese tutti i giorni, tutte le sere, che ridicolizza il Parlamento... se togliamo quei pochi minuti, signora presidente, di question time , l' informazione è un' informazione culturalmente da anni 30 o da orwelliani anni 90, di destra o di sinistra. e l' informazione è soltanto sull' Esecutivo. se in una commissione viene un ministro, immediatamente viene data la notizia; ma il dibattito della Commissione è cassato, è soltanto pretesto per segnalare la presenza dell' Esecutivo. vediamo mai illustrare al paese le sedute o le ordinanze della Corte costituzionale ? siamo ad un' attività sovversiva e di riduzione all' Esecutivo (per controllarlo, d' altra parte) di questa informazione che è criminale e che presume l' esistenza, lo ripeto, di reati associativi che sono sotto gli occhi, per fare. telegiornali in un certo modo, per censurare certuni per anni. è evidente che esiste addirittura un dolo patente. c' è una volontà che è volontà di sovvertire le istituzioni repubblicane; non è soltanto l' attentato ai diritti civili e politici del singolo cittadino. quando il partito comunista si duole di questo, noi veramente ci auguriamo che con i compagni comunisti andremo a chiarire che noi non ci dogliamo perché siamo esclusi e che questo non si vorrà nemmeno il giorno in cui tornassero alla radio ed alla televisione certe abitudini (mi pareva che prima ci fosse Andrea Barbato) di un altra epoca, nella quale i diversi erano l' Msi, i radicali e i demoproletari, ma gli uguali erano anche i compagni comunisti, negli anni di unità nazionale . e lo erano, appunto, nell' attività anticostituzionale... se tu dici « mai stati! » , Pochetti, mi crei una situazione di allarme, perché questo vuol dire che quello non ti bastava. ma allora, il giorno in cui riuscissi ad avere tutto quello che vuoi chissà che cosa succederebbe! almeno la Dc e i compagni socialisti negano che sia così, perché quello è l' omaggio che la menzogna rende, attraverso l' ipocrisia, alla verità. ma su questo vorrei essere molto chiaro. concludo, signora presidente. credo di essere vicino ai miei 45 minuti. la ringrazio. ed allora, ecco la posizione dei radicali. la posizione radicale è la seguente: 1) accogliamo subito, perché certe cose le avremmo fatte per conto nostro, con una proposta immediata che ho già espresso, l' invito rivolto alle forze parlamentari da parte del Governo (non da parte del socialista, o no, Bettino Craxi) ai gruppi e ai partiti, ripeto dal Governo, nella sua funzione, a noi Parlamento, nelle nostre funzioni comuni, attraverso l' articolazione dei gruppi; 2) è esaurito, per quel che ci riguarda, il nostro credito a questo Governo, così come è, per la sua impossibilità (anche se lo volesse, ormai) di salvare l' intenzione che era stata la sua, sulla quale ha proceduto e sulla quale è stato, però, ferito dal Parlamento (e questo lo abbiamo sempre riconosciuto), contro lo sterminio per fame nel mondo ; quindi, con una diminuita mobilitazione del Governo vi è stato un logoramento nella difesa della sicurezza del nostro paese, poiché è sotto questa specie che il Governo stesso aveva recepito le esigenze dei radicali. ed ancora, netta insoddisfazione, sopravvenuta anche in misura maggiore, sul piano delle responsabilità pure governative nei confronti della disfunzione, terrorizzante, ma sistematica e politica, dell' ordine giudiziario, per non parlare di quella magistratura associata — che è cosa diversa — alla quale rimproveriamo, in definitiva, di sostituirsi alla Costituzione, sicché l' indipendenza dei giudizi, che dovrebbe essere garantita dalla loro soggezione alla legge, sempre di più diventa una dipendenza assicurata dalla soggezione al Csm, così come nella realtà viene fatto vivere. in tale quadro, quindi, vi è l' esigenza, per questo o per qualsiasi altro governo, di rendersi conto che noi viviamo in un clima di sovversione, che provoca ogni giorno più guasti di quanti non ne abbiano già provocati gli attentati sovversivi di natura violenta, non a caso poi, in genere, enfatizzati ed aiutati proprio dalle P2 e dalle situazioni di Governo della informazione nel nostro paese. ancora e per terminare, chiediamo che, in termini di bilancio, il Governo dia anche lui il buon esempio. non può dire alle forze parlamentari « vediamo che cosa si può fare » . cominci, nelle prossime ore, a darci qualche esempio, se non in questa sede, in altre, ma anche qui in questa sede, su ciò che si può fare, a mio avviso, e che può stimolare in tutti noi, diciamo, quel sacrificio che potrebbe consentire di evitare l' esercizio provvisorio, in considerazione dei tempi che si sono ulteriormente ristretti. e onere nostro, è onere di tutte le forze politiche , dirvi: badate, se apportate questi tre-quattro cambiamenti fondamentali al bilancio ed alla legge finanziaria , noi voteremo contro la legge stessa ma lo faremo entro il 30 dicembre... certo, mi fa piacere, i nostri voti valgono evidentemente di più dei tuoi, perché sono solo 10 e non esprimendoli non c' è momento in cui tu non abbia in testa il voto o il non voto radicale, mentre ti garantisco che, purtroppo, è di rado che io possa trovarmi preoccupato dalle centinaia di voti che voi date o non date alla Camera come al Senato. questo come avvio di dibattito, signora presidente, signor presidente del Consiglio . non posso e non intendo usare, per i motivi che ho detto, degli altri 15 minuti, ringrazio quindi dell' attenzione e mi auguro che sapremo trovare, in questi due giorni e mezzo di dibattito alla Camera, qualcosa che dimostri che il nostro Parlamento davvero può, in termini di Governo del paese, assicurare quello che le stesse forze politiche non sono riuscite ad assicurare.