Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 349 - seduta del 02-08-1985
Sugli euromissili
1985 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 46
  • Comunicazioni del governo

signora presidente, colleghe e colleghi, signor presidente del Consiglio , signor ministro, abbiamo testé ascoltato, ancora una volta, la bocca della verità e dei principi. l' abbiamo ascoltata e devo dire che il presidente del Consiglio mi pare che non l' abbia bene intesa. signor presidente del Consiglio , non sarà lei, certo, a meravigliarsi che in questa Italia vi sia gente di tutti i tipi e di tutte le risme e poi, a parte, i nostri amici repubblicani, i quali sono gli unici fedeli ai principi; gli unici che quando parlano di principi principiano sul serio a fare le cose che dicono; gli unici, soprattutto, ad essere leali con sé e con gli altri. essi sono, ad eccezione — mi spiace nominarlo — del sottosegretario Galasso, nell' esercizio delle sue attività, e forse di Michele Cifarelli (persone umili: il primo ha fatto una piccola cosa sull' ambiente, un hobby da intellettuale, mentre il secondo ci dà testimonianza di una generazione antifascista, concreta, seria, umile e quindi forte), impegnati a passare il tempo rimproverando agli altri, sia all' estrema destra , sia all' estrema sinistra , sia al centro, ambiguità, equivoci, incongruenze. certo lei, signor presidente del Consiglio , è un po' un usurpatore per il partito repubblicano , ma tutti sarebbero usurpatori tranne Giovanni Spadolini! il peccato d' usurpazione lo compie chiunque sieda lì! di conseguenza, tutto quello che fanno gli altri è sbagliato! certo, voi, ed hanno ragione, siete partitocrazia, loro no. voi siete quelli dello scialo del finanziamento pubblico dei partiti, loro no, anche se è il presidente del Consiglio Giovanni Spadolini che arriva a porre la questione di fiducia per il suo Governo per fare approvare il raddoppio e la scala mobile del finanziamento pubblico dei partiti; anche se si devono fare le politiche di taglio della spesa! e, a proposito, non si dice perché nel settore militare invece che tagliare si aumenta: altro sarebbe se lo si dicesse! altro sarebbe se si dicesse che bisogna colpire altri settori, perché, come Bartolucci ha detto in questi giorni, ci vogliono 100 mila miliardi — ma è una valutazione (ricorda ministro Lagorio?) che conferma a posteriori l' assenza di calcoli che nel 1982 rimproveravamo al ministero della Difesa — fino al 1990, solo per acquisti di nuovi sistemi d' arma. e, se dice 100 mila miliardi, vuol dire qualcosa. in termini di valore reale della moneta, stanziamo il doppio di quanto i nostri impegni atlantici ci impongono di spendere. e pure su questo sono quelli della lesina! qualcuno diceva, mi pare stamane, presidente del Consiglio , che da 4 o 5 anni è in voga la fissazione del tetto e si dice che non bisogna superare il tetto. bisogna dire che il tetto era un bel film di Olmi o di non so chi altro! ma poi c' è stato il tetto del presidente del Consiglio Spadolini: il tetto dei 50 mila miliardi. passa alla storia come l' evocatore del tetto per fare lo sfondamento del 29 per cento o del 42 per cento (non ricordo), a seconda dell' anno che si prende in esame. era presidente del Consiglio Spadolini. non c' era ancora l' usurpatore. allora, per favore, un po' di pudore! lo stato di diritto ? lo stato di diritto reale, certo! c' è la tradizione repubblicana « crispina » e c' è la tradizione, magari, della destra storica . ma quella reazionaria di Oronzo Reale è quella di Crispi! e, nei momenti peggiori, anche i più nobili tra voi hanno attribuito dignità di combattenti alle Brigate Rosse ! hanno detto: avete dichiarato guerra allo Stato e vi rispondiamo con la guerra! linguaggio crispino, antiliberale, illiberale, che portava ad innalzare contro le Brigate Rosse le stesse bandiere che le Brigate Rosse innalzavano contro di noi, con giustificazioni ideologiche costanti! e allora, sembrerebbe che socialisti e radicali, in un « inverecondo connubio » , come dice Chiaromonte... ma ci arriveremo, signor presidente del Consiglio ! ricordavamo altri connubi nella storia d' Italia, che riguardavano il mondo laico, il mondo cattolico, che riguardavano altri settori e altri momenti. ma finalmente, ieri, dal Senato è stato denunciato, caro Martelli, l' inverecondo connubio socialista e radicale contro lo stato di diritto . tutti i grandi quotidiani nazionali! e, grazie ad una falsificazione degli operatori dell' informazione, gli operatori del diritto sono intervenuti subito per dire: ah, lo stato di diritto ! quelli! quegli operatori dell' informazione! quelli del quarto potere ! quelli della Rai-TV, associazione per delinquere caratterizzata! ma lo dico in termini tecnico-giuridici. non è un fatto di goliardia, Bozzi! tutti riconosciamo che le violazioni della legge di riforma, le violazioni delle norme professionali, le violazioni di elementari norme del nostro codice, l' attentato ai diritti politici , la sovversione del gioco democratico, che può certamente avvenire se qualcuno mette una piccola bomba in un' urna... ma, se uno dal monopolio servizio di Stato esclude delle liste, esclude degli emblemi, lo fa per settimane, per mesi... e lo ha fatto per anni nei confronti del Movimento Sociale Italiano nei nostri confronti, lo fa nei confronti dei democristiani sgraditi, dei liberali sgraditi! la cosca della radiotelevisione! i nostri magistrati, a volte, ci hanno detto, signor presidente del Consiglio , che non sapevano bene sotto quale fattispecie colpirla, come si faceva con l' Eni e con l' Agip di Cefis. vi ricordate la tesi secondo cui l' Agip era ente privato e, quindi, non si poteva fare nulla? vi ricordate Giannantoni? vi ricordate quel periodo difficile? vi ricordate quando Girotti e Cefis furono ad un secondo dal mandato di cattura e questo venne evitato perché si impose la tesi dell' Agip società di diritto privato? ecco dove nascono le cose che dobbiamo denunciare! l' accordo tra il quarto potere e quello che dovrebbe essere un ordine, e che si qualifica invece come potere, il giudiziario, e che è dominato dall' indipendenza del giudice e compresso dalla partitocrazia del Consiglio superiore della magistratura , dalla correntocrazia! sicché sono questi i peggiori nemici dell' indipendenza del giudice, peraltro garantita dalla Costituzione. questa, signor presidente del Consiglio , non garantisce l' indipendenza alla magistratura associata, limited, non la garantisce ad un' associazione del genere. mai! durante il fascismo gliela garantivano l' ordine, le corporazioni: ed allora tu, artigiano, sei libero, sei indipendente, perché fai parte dello Stato corporativista . tu magistrato oggi lo sei se il Consiglio superiore , che sempre di più fa risoluzioni strategiche... andate a leggere: vi è il linguaggio « brigatese » da quest' altra parte. e le campagne? il giudice non deve rispondere alla propria coscienza o alla legge: deve organizzare campagne contro questo o contro quello, contro i politici corrotti (ma quali? e come?), i brigatisti, i camorristi: extra legem e contra legem , lo dicono le risoluzioni strategiche della segreteria soggettiva del Consiglio superiore della magistratura . amici repubblicani, socialisti e radicali hanno alzato, in conoscenza di causa, in conoscenza di processo, non in ignoranza di quello che accade nel paese, la bandiera della difesa di un processo, del diritto dei magistrati e della soggezione del giudice alla legge, come garanzia dell' indipendenza dei magistrati stessi. credo che i massimi rappresentanti — in funzione — del suo e del mio partito non le abbiano chiesto (ma glielo chiedo io, da parlamentare): che cosa fa il ministro di grazia e Giustizia quando... ecco le commistioni tra quarto potere e questo potere abusivo, in nome del quale i magistrati davvero indipendenti sono soli e spaventati, perché non sanno condurre campagne e nemmeno campagne elettorali per avere posti nel Consiglio superiore e posti come collaudatori od altro! ma ci arriveremo. ebbene, sul quotidiano Il Mattino è stata detta una certa cosa. Il Mattino è frutto di un' appropriazione indebita, in termini di proprietà, da parte della società Affidavit (49 per cento !). la Dc per il 49 per cento è proprietaria della società editrice de Il Mattino , per i motivi che sono scritti negli atti della Commissione di inchiesta sulla P2, per il concorso della Democrazia Cristiana nella bancarotta fraudolenta di Rizzoli e Tassan Din . un partito che ha decine di miliardi di debito, e lo dice, sottratto ad un patrimonio. e lo prova demitianamente il 49 per cento da Brenno campano. io ho il 49 per cento ! voi, Agnelli ed altri, avete il 51, ma io ho il 49 per cento , rubato, abusivo, sul quale la magistratura non ha indagato, non indaga, per cui non c' è stato rinvio a giudizio per bancarotta e concorso in bancarotta fraudolenta rispetto ai padroni, o ai ladri, dell' Affidavit, ai presidenti di partito, perché all' inizio non trovavano altro che il concorso in bancarotta fraudolenta ! su questo quotidiano, in base ad un ricatto andato su tutti i giornali, signor presidente del Consiglio ! lo stato di diritto , signor presidente del Consiglio , mi consente di dirlo... a Rizzoli. fallimento e bancarotta rappresentano la prima imputazione a Tassan Din . non era Rizzoli? sarà stato Tassan Din . ci fu il concorso e per quello venne spiccato uno dei mandati di cattura. certo, era tutto connesso con l' Ambrosiano, con Calvi; certo l' intestazione era « Ambrosiano » , ma lei conosce, come le conosciamo noi, le carte pubbliche e la stretta connessione. anche Tassan Din ha pagato, ma c' era scritto « Ambrosiano » . ebbene, il 51 per cento che resta non conta. ed allora si impone il « famiglio » , il direttore attuale. anche lui, come i repubblicani, è un difensore dello stato di diritto . ieri, sulla prima pagina de Il Mattino di Napoli c' era un consigliere del Consiglio superiore , Bertone (compagni comunisti, purtroppo per voi, lo conoscete molto bene) che, ripeto, in prima pagina , scrive quanto segue (te lo segnalo, Aldo Bozzi, perché tu fra noi sei maestro di diritto, io sono un goliardo del diritto in alcuni casi). parlo del consigliere superiore della magistratura, che già nella fase istruttoria del processo a Tortora aveva fatto un intervento ignobile, garantendo che l' istruttoria, a quel momento segreta, era « mirabile » e che già esistevano prove che schiacciavano Tortora... pensate, in piena istruttoria! dinanzi a qualche polemica, il consigliere superiore della magistratura Bertone, grande notabile... grande notabile di grandi manovre, che sta già organizzando da tutti i punti di vista , che contratta costantemente con il professor Cedrangolo decine di vergognosi rinvii a giudizio di tutta la classe dirigente degli amministratori comunisti e socialisti di Napoli, da Valenzi a Geremicca. tutti! io faccio una cosa a te, tu fai una cosa a me. e ogni volta che qualcuno si alzava: « Cirillo! » , arrivava un' altra comunicazione giudiziaria per una casa. e di case il procuratore generale di Napoli se ne intende perché, malgrado la diffida e l' invito del Consiglio superiore della magistratura , egli continua a riscuotere decine — nel corso degli anni centinaia — di milioni come partecipante alle commissioni di collaudo delle case ricostruite dopo il terremoto, assieme ad altri 39 magistrati. lo scandalo lo facemmo scoppiare perché Il Mattino non si era del tutto « normalizzato » . ebbene, Bertone, nell' attaccare il non stato di diritto di Martelli e di Giovanni Negri, dice: « ... la situazione è questa 1) la fase dibattimentale ha dimostrato pienissimamente la validità dell' istruttoria; 2) è chiaro che la lettera del signor Cobianchi era falsa... » . cioè, il consigliere superiore, mentre si sta per entrare in camera di consiglio, lui, rappresentante dei giudici napoletani, lui che protesta perché dei partiti diranno quel che adesso qui noi diremo, afferma certe cose. quel che diremo non quel che ci si è voluto attribuire e sul quale Bozzi o Galante Garrone sono intervenuti. tu, Bozzi, sai quanto mi sia caro; quindi questa compagnia che ti propongo so che ti piace. è una compagnia che vi onora e vi accomuna nella mia considerazione. ebbene, voi avete agito in base ad informazioni che vi sono state date. signor presidente del Consiglio , pensi un po' che ignoranti, che analfabeti, il mio Giovanni Negri, il vostro Martelli, io stesso, che per questa cosa ho avuto dei momenti di collaborazione con il mio segretario di partito e con il compagno Martelli! volevamo, nientemeno, che chiedere di interferire — di interferire lei — con l' ordine giudiziario! questo si è detto! questo gli amici repubblicani hanno avuto l' impudicizia e la mancanza di decoro e di rispetto di affermare! noi abbiamo detto che la situazione napoletana presenta specifiche, da noi denunciate, anomalie penali che gravano anche sul processo al quale ci riferiamo. abbiamo indicato queste anomalie di carattere penale; da un anno, abbiamo chiesto, prima al procuratore capo della Repubblica, poi al procuratore generale della Repubblica (ma non è che possiamo procedere per via gerarchica, come tu mi insegni, Bozzi, al procuratore generale della Corte di cassazione per una cosa del genere) sottolineando che le omissioni di atti di ufficio, lo abbiamo fatto per interrompere violazioni sistematiche in senso tecnico-giuridico, ripeto, violazioni sistematiche di norme di legge) costituivano il gravame, le catene che si imponevano ad un processo che esigeva, invece, l' indipendenza e la serenità dei magistrati. allora, venivamo a dire al presidente del Consiglio : bada, che dietro tutte queste cose se ne preparano altre, altri tre maxiprocessi. c' è già la fila dei maxiprocessi! perché di maxi-blitz ne hanno fatti altri tre (devo dire, eseguiti un po' meglio, anche secondo il questore Monarca, fatti con un po' più di decenza e di prudenza), ma sono in fila! sicché, poi, c' è il processo Cirillo, quello contro gli amministratori, per decine di migliaia di miliardi, in corso di attribuzione e di spesa, mentre, come sappiamo, Rolando Tortora è incriminato a Roma (non a Napoli), per aver dirottato settanta od ottanta milioni di fondi Cee, di quelli che faticosamente Almirante, Valenzi, noi stessi, magari, riusciamo a strappare a Bruxelles. e sappiamo a quali rischi sono sottoposti gli stanziamenti per il Mezzogiorno, come recentissimi episodi parlamentari dimostrano! ebbene, noi interveniamo, signor presidente del Consiglio , per farle presente che il numero dei latitanti della Nuova famiglia è terrorizzante, secondo univoche convinzioni di poliziotti di rango (alcune espresse pubblicamente); che il terzo livello della organizzazione camorristica Nuova famiglia è stranamente protetto in questi processi, se è vero come è vero , che vi sono latitanti illustri, come Rolando Tortora , che offre da Montecarlo otto miliardi per comprare l' Enalotto (intercettazione effettuata dalla questura di Roma): e costoro non hanno neppure la più pallida presenza processuale. si tratta di quei latitanti che consentono alla Nuova camorra di acquistare quella dimensione internazionale che non aveva e per la quale è stata battuta. in questo processo, la prassi della violazione sistematica del segreto istruttorio era tale, e così flagrante, che noi abbiamo protestato in occasione delle inaugurazioni dell' anno giudiziario , abbiamo inviato denunce scritte dapprima al procuratore della Repubblica e poi al procuratore generale , facendo fin da allora presente che si era in presenza di un unico disegno criminoso rivolto, attraverso l' uso arbitrario del segreto istruttorio , a distogliere tutta l' economia processuale, a condizionare l' opinione pubblica , ma anche l' opinione « interna » , dando parola a chi deve tacere e facendo tacere chi ha la parola! abbiamo fatto queste denunce. certo, possiamo avere una diversa sensibilità: ma non c' entra la goliardia, collega Bozzi! la questione è del modo in cui reagiamo dinanzi a certi fenomeni; se siamo pronti a piangere domani lacrime di coccodrillo o se riteniamo di doverci sporcare le mani, perché non sia necessario domani versare veramente nobili lacrime di coccodrillo ! ma questa è la tradizione repubblicana: credo che nessun gruppo in quest' Aula, possa vantare tra i suoi antenati un ergastolano, tre volte rieletto nel Parlamento monarchico: Michele Cifarelli sa a chi alludo, ma è assente. no, voi non avevate gli ergastolani: ci sono state cose più recenti. c' erano Gramsci e Terracini, che però contemporaneamente venivano anche espulsi... no, gli altri no: Scoccimarro non veniva espulso. ci mancherebbe altro! basta leggere Altiero Spinelli, per accorgersi che Scoccimarro non lo si poteva espellere, mentre si espellevano Gramsci e Terracini! è accaduta una cosa molto semplice, è accaduta una cosa molto visibile, collega Bozzi. signor presidente del Consiglio , anche lei l' ha vista, signora presidente, l' ha vista anche lei. ci sono delle evidenze che accecano, al punto che non le notiamo! giustamente, il presidente del tribunale di Napoli, quando colui che da cinque anni cura la rubrica radiofonica mattutina dedicata alla lettura dei giornali, Marco Taradash, si è accostato al rostro chiamato gabbia, in cui si trovava uno dei superpentiti e gli ha rivolto la parola, ha espulso questo collega, rilevando poi, in una comunicazione scritta (e con ragione!) che è vietato parlare con i detenuti, violando le norme che prescrivono precise condizioni per avere colloqui con essi. questo ha scritto a Taradash il presidente del tribunale, e noi non abbiamo fiatato! ma lo stesso presidente, per quel che riguarda il momento dell' udienza, ed il Pubblico ministero , per quel che riguarda i momenti precedenti e successivi, sono responsabili dell' ordine: ebbene, essi hanno per tre mesi, mentre noi presentavamo le nostre denunce alla procura della Repubblica , ordinato ai carabinieri di assistere al colloquio continuo, che cominciava dalle 8,30 della mattina, con i Barra, con i Pandico, con i Sanfilippo, da parte di intervistatori del Tg1, del Tg2, del Tg3. alle 11 cominciava l' udienza, ma dalle 8,30 il « quarto potere » lì presente raccoglieva le cose organizzate dal Pubblico ministero , che diceva ai carabinieri di mettere gli imputati in quelle gabbie, le uniche che erano dei rostri. per il resto vi erano barriere. le tre gabbie dei superpentiti erano rostri, quindi non vi era più lo sbarramento, bensì il carabiniere che accompagnava e stava lì, con tutti i giornalisti che registravano. quando iniziava l' udienza, non questa preliminare, organizzata in sistematica e continua violazione delle norme, malgrado la nostra denuncia quotidiana si continuava perché era necessario che il Tg1 intervistasse Sanfilippo: quel Sanfilippo che ha fatto denunzie per venti anni su tutti, sulla strage di Bologna e sulle altre, a cui poi nemmeno il Tg3 riservava un pezzo della cronaca per le sue denunzie. Sanfilippo doveva parlare a venti milioni di italiani. quel Sanfilippo che era stato due volte calunniatore: una persona che, amici repubblicani, si è inserito in tutti i grandi processi della nostra storia degli ultimi sette anni. millantatore, pazzo, ma anche accorto. mai più segnalato da nessun cronista giudiziario perché non attendibile, parla al Tg1 dove io, lo affermo, signor presidente del Consiglio , non vado in voce da due anni e mezzo. Sanfilippo va in voce e dice: Tortora voleva assassinare Marmo. questa è violazione di legge. l' indomani non vi erano le cronache dell' udienza ufficiale. come abbiamo la « Costituzione scritta » e quella « materiale » , qui c' era l' udienza « materiale » e poi, caro Bozzi, l' altra: non una parola. a Napoli vi erano altri due tronconi del processo: il secondo ed il terzo. il « quarto potere » non se ne è occupato una volta. e lì si discutevano 500 casi, tutti reati associativi, con omonimie riscontrate dopo due anni. amici repubblicani, abbiamo posto il problema per due anni in tutte le sedi, anche qui, ma non ci avete sentito. a voi interessa lo stato di diritto , non il diritto dello Stato. siamo venuti qui per un anno e mezzo a denunziare che vi erano ancora, dopo un anno e mezzo, casi di omonimi in galera. in sede di inaugurazione dell' anno giudiziario a Napoli, abbiamo chiesto che il procuratore generale svolgesse almeno una piccola inchiesta su 90 casi di omonimia. omissioni di atti d' ufficio, o altrimenti ditelo, Rodotà, ditelo repubblicani, che avete acclarato che, anche per iscritto, vi è la discrezionalità dell' azione penale ed azione penale in base a leggi non scritte. signor presidente del Consiglio , ne vuole una? a Napoli vi è un caso Pinelli. il pentito Imperatrice, su cui non c' è un' indagine — doveva venire a deporre contro Tortora, ma fuori non si sapeva — è scomparso dal carcere in cui si trovava. da tre mesi cerchiamo di sapere qualcosa. sembra che sia caduto da una finestra all' interno di una caserma nella quale non doveva trovarsi. abbiamo chiesto se vi era un' indagine penale... un incidente! andiamo oltre. arriviamo alla notizia che, in sede di cancelleria della decima sezione del tribunale di Napoli, dopo quindici giorni di pressioni di tutti gli avvocati e di altri, il presidente Sansone non intende deflettere dalla agenda che ha depositato per gli interventi. cinquantanove arringhe in quattro udienze. certo, è legale, perché no? la legge afferma che il presidente ordina il dibattito, il processo e ne porta la responsabilità. forse questo non è neppure un motivo di invalidamento formale, se la visione è formalistica. non so. c' è qui Dino Felisetti. ve la vedrete voi; anzi, per fortuna, non potrete vedervela perché su questo si sono inseriti il partito socialista ed il partito radicale , dinanzi ad un processo di quel rilievo, di quella grandezza, che ne sostituisce altri, con casi Pinelli che vi sono ma sono sconosciuti, con violazioni sistematiche di leggi nel corso del processo e quindi a carico della libertà e dell' indipendenza del processo e dei giudici. ad un certo punto, in un giorno, diciannove arringhe. dei cialtroni annidatisi nel quarto potere hanno scritto « socialisti e radicali avevano fatto una tempesta in un bicchier d' acqua; vede, il presidente non li interrompe e parlano » . complimenti. in questo processo indiziario su 800 persone (Dall'Ora chiede di parlare con un Pubblico ministero che, senza alcuna attinenza alle carte, dichiara che dei testi sono stati vittime di vendette trasversali, escluse però dal ministro dell'Interno e dalle autorità di polizia), arrivano a raccontarci che Tortora aveva fatto picchiare la testa a X, che non veniva. può dispiacerci tutto ciò, possiamo criticarlo, ma è nel suo diritto, Bozzi. noi abbiamo una tradizione, non c' è solo Vassalli, non c' è solo la tradizione de Il Mondo che vivaddio è presente anche tra i compagni socialisti, mica ne avrete il monopolio solo voi. certo, se vedo Michele Cifarelli o altri ho voglia di dire che potete tenervelo perché tanto è ben custodito. ma il partito repubblicano non è il partito liberale , così liberale e democratico nella circolazione interna democratica e agevole del potere e delle tesi. da voi la situazione è un po' diversa; voglio vedervi se avete idee diverse. per fortuna, quando parla Michele Cifarelli c' è chi sa ascoltare la qualità e allora resta, continua. siamo intervenuti e abbiamo detto che questo processo fa paura e abbiamo ottenuto ciò attraverso lo scandalo! abbiamo le registrazioni di Radio Radicale e chi vuole può documentarsi. i fatti per i quali Galante Garrone , Bobbio, Bozzi hanno mosso garbate polemiche nei nostri confronti! ma noi abbiamo la registrazione della conferenza stampa . erano menzogne! un giornalista dell' Ansa — voglio nominarlo: Del Giudice — incalza Martelli nel corso della conferenza stampa e chiede: « ma allora che cosa fate, una Commissione di inchiesta? » Martelli risponde: « vogliamo che il Parlamento se ne occupi. riflettiamo » . ma certo, se l' oggetto dell' inchiesta deve essere un processo; non solo siamo anti-Montesquieu, ma imbecilli oltre ogni grado e quindi « dagli al radicale, al socialista » . l' uomo dello stato di diritto , Chiaromonte, parla di invereconda unione di radicali e socialisti, ma bisogna vedere, collega Napolitano, se Chiaromonte è della scuola di Cedrangolo o della scuola di Spaventa. non sono certo che sia della scuola di Spaventa, dato il modo in cui vivete i ricatti di una parte della magistratura di potere a Napoli, in cui avete tollerato che non fosse ancora processato Senzani a Napoli per il tentato assassinio di uno dei vostri migliori compagni, Siola. la magistratura e i carabinieri non volevano neppure ascoltare; Gava, Senzani, Cedrangolo e tutto il resto della sinistra non scherza. c' è Bertoni rappresentante della sinistra, che accusa noi di farei deputati. signor presidente del Consiglio è questa la dimostrazione che noi intendevamo riflettere; il nostro intervento lo dedichiamo a questo argomento. avevamo detto che non sapevamo con precisione e che ci avremmo pensato in qualche modo. collega Bozzi, potevi davvero pensare che noi proponessimo una Commissione di inchiesta, per la quale sappiamo è necessaria una legge, su un processo che tra venti giorni sarà finito? avresti dovuto almeno dire: « Marco, ma che fai, sei impazzito? ho letto male? » . noi abbiamo detto una cosa diversa; noi abbiamo rilevato che la Corte di Napoli ha stabilito non essere urgente i processi Senzani, i processi delle Brigate Rosse , il processo Cirillo, e viceversa essere urgenti non solo questo processo del maxi-blitz, ma gli altri tre che erano già organizzati, già in fila. non è un caso se la sezione incaricata del giudizio non sia la prima, né la seconda del tribunale di Napoli, ma la decima sezione, di nuova costituzione. e nella decima sezione, di nuova costituzione, c' è un magistrato che si è sempre occupato dei processi di camorra, mentre un altro si è sempre occupato di direttissime per oltraggio. questo processo storico viene affidato alla decima sezione, al magistrato che fa i processi per oltraggio, e non a quello che fa i processi per camorra, scardinando un decreto già emanato che assegnava i procedimenti alla seconda sezione. dovevamo stare zitti, e aspettare. Dall'Ora aveva parlato per un' ora, e si era in camera di consiglio. poi tutti i vostri articoli, a cominciare da quelli di Bobbio. veramente è stata una pagina brutta del diritto. e ora in corso una pagina bella, di una difesa che ha ritrovato la sua struttura, malgrado quella maxi-Aula, a prezzo del linciaggio organizzato da chi monopolizza il quarto potere dall' interno di quell' Aula, per indurre in errore magari anche il presidente del Consiglio . signor presidente del Consiglio , io ho ben letto il comunicato che lei ha avuto la bontà di rassegnare alla stampa. tranne un giornale, Reporter, nessuno ha notato che lei ha fatto omaggio di fiducia alla magistratura giudicante; lei ha sentito il bisogno di dire, in quel suo comunicato, che ai giudici che stanno per pronunciare la sentenza va la sua fiducia. il nostro libro bianco riguarda all' 80 per cento la magistratura, l' inquirente e quella requirente, e riguarda una situazione della magistratura e della classe dirigente politica; riguarda quella che noi chiamiamo un' associazione di dieci persone che, con un unico disegno criminoso, da due anni cerca di impedire la ricerca della verità in questo processo, con l' uso sistematico di false violazioni del segreto istruttorio . sapete che cosa abbiamo scoperto? che in realtà si è millantata la violazione del segreto istruttorio , perché sotto il segreto istruttorio venivano dette cose determinanti. e allora non deve il Parlamento della Repubblica intervenire per liberare l' indipendenza del giudice da questo disegno penalmente rilevante in corso ? il Parlamento deve interrompere alcune azioni, e d' altra parte deve imporre a certe persone di parlare, dichiarando altresì che non bastano quattro udienze sole di dibattimento. ma su Napoli torneremo. l' anno scorso , quando discutemmo sul caso Cirillo, io mi trovai a parlare quasi sempre di Napoli e della magistratura napoletana, e di questo Bertone onnipresente. è il grosso boss (ma voglio vedere se il ministro di grazia e Giustizia esercita la sua funzione!). Bertone entra nel merito delle carte processuali, nella prima pagina del giornale diretto da Nonno, e che è il frutto della appropriazione indebita e del rassismo alla Brenno del boss della Campania, e non solo della Campania. interviene, e dice in prima pagina che quella lettera era falsa, che quella testimonianza non andava raccolta, che la difesa ha dimostrato la sua pochezza. amici repubblicani, sollevatevi sul Consiglio superiore della magistratura e su questo suo modo di esercitare le funzioni, anche perché questi signori sono denunciati dai radicali. ma insomma, chi ha non la ragion di Stato , ma il senso dello Stato, siamo noi, mica voi; noi che abbiamo denunciato che 40 di quei magistrati sono collaudatori, a decine e centinaia di milioni, in commissioni di collaudo di una classe dirigente che loro hanno messo tutta sotto inchiesta penale. ho senso dello Stato se vengo a ripetere qui quello che diceva Enrico Ferri? non quello nostro, l' altro, quello di adesso. a Napoli c' è una scuola pubblica, collega Bozzi, istituita anni fa dall' università e dalla procura assieme, a numero chiuso (per cento persone) per candidati agli esami di magistrato, tenuta da magistrati lautamente pagati. tali magistrati sono gli stessi che siedono nelle commissioni. ma siccome c' è il numero chiuso, numerosi magistrati napoletani — lo denuncio — in aggiunta fanno lezioni private a decine e decine di candidati, a centinaia di migliaia di lire l' ora. alcuni di questi, l' altro giorno, erano fuori dalle aule del concorso e ad un loro collega che chiedeva che cosa facessero, hanno risposto: « stiamo qui un po' tifando per i nostri assistiti » . e il caso Cirillo? e Pandico? e gli altri? temiamo ora che si voglia assassinare Pandico ed anche Barra perché intendono raccontare le loro menzogne su Gava, sui servizi, su Ascoli. adesso hanno paura e magari Pandico mi chiederà di candidarlo. voi raccogliete i frutti e noi gli eletti, ma a spese nostre. però sono frutti criminali. non è un caso che, quando Nicotra, Baldassare Armato, nonché — consentitemi di dirlo — la maggior parte dei colleghi democristiani con i quali converso qui, non tanto mi danno ragione, ma mi dicono: « sapete che la pensiamo nello stesso modo » , poi ci si debba limitare ad ascoltare Enzo Scotti che, gliene do atto, sul finale è stato accettabile. i nostri magistrati hanno sempre detto che non possono procedere perché riconoscono — e lo ha riconosciuto anche la Commissione di vigilanza — che non c' è una sanzione contro la violazione di un certo numero di leggi che appunto sono state violate da questa associazione sovversiva costituita da Il Mattino , Il Giorno , La Stampa , il Tg1. ciononostante è ufficiale, è dimostrato che costoro sono associati per violare queste leggi, per condizionare certi risultati elettorali e l' informazione. mi sembra che in questo caso il reato associativo vi sia. la legge che violano e per la quale si associano non prevede sanzioni, ma ecco perché esiste il reato di pericolo; ecco perché esiste il reato associativo con propria autonomia di pena e di sanzione. le poche volte che ho studiato, le ho apprese da voi queste cose. signora presidente, siamo intervenuti per poco. io l' ho fatto per dirle che sono commosso e fiero del fatto che il vicesegretario del partito socialista — che credo faccia funzioni di segretario — ed il segretario del mio partito abbiano subito quattro o cinque giorni di linciaggio, in base all' inganno in cui sono stati fatti cadere tanti nostri colleghi, per condurre una battaglia di verità, di giustizia, di difesa dei diritti degli imputati — Valenzi e gli altri — perché abbiano il loro processo e siano assolti. i giornali pubblicano: « Valenzi incriminato » . te, Geremicca, ti hanno incriminato una volta, ma quando si avvicinano le elezioni o altre cose importanti, per certa stampa sei reincriminato, viene fuori un ricordo. tutta la Campania ha un problema di corruzione all' interno della classe dirigente , sia essa politica, giudiziaria o giornalistica. posso tollerare che, se dico questo, magari Gava ritenga lecito che io lo dica mentre non ritenga che io necessariamente ecceda sul piano della tolleranza, del rispetto nella polemica politica. se dico questo, però, ho un cosiddetto presidente dell' ordine dei giornalisti che mi accusa di vilipendio del giornalismo ed ho questi magistrati che vi ingannano, per i quali voi ritenete che noi abbiamo fatto fuori lo stato di diritto . no! no, compagni comunisti, si comincia ormai a riflettere su che cosa possiamo costituire in alternativa. questo è il vero problema. qual è la caratteristica di questo dibattito? ho ascoltato Chiaromonte, ho ascoltato Reichlin, ho ascoltato gli altri: siamo tutti alla ricerca di qualcosa, e lo possiamo dire tutti con fierezza, credo. con Sanlorenzo, forse, stiamo accorgendoci adesso che avremmo potuto fare economia di alcuni sospetti, magari, o di alcune battaglie degli anni scorsi, a mano a mano che le cose di cui ci occupiamo prendono corpo, e nelle quali forse — me lo auguro — anche le preoccupazioni concrete di gestione cominciano a divenire comuni. ma volete voi constatare che, da una parte e dall' altra, quello che manca a questo dibattito è una possibilità di slancio, di essere felici di stare da una parte o dall' altra? manca convinzione! non possiamo fare, e non la facciamo, la retorica del dubbio, della ricerca, eccetera; invece, siamo tutti d' accordo nel dire che c' è una causa per cui il paese va in malora. siccome sono radicale, chissà cosa pensate! invece io ritengo che sia il debito pubblico consolidato. ha ragione De Benedetti : se non tocchiamo questo nodo, tutto il resto rischia di divenire sovrastruttura. ma in proposito non basta il punto di dialettica al quale siamo arrivati. compagni comunisti, ma anche amici del pentapartito, è inutile continuare a dire che c' è bisogno di manovre complesse! dinanzi a 600-700 mila miliardi, e forse più, di debito pubblico reale consolidato, con il gravame che esso comporta, chi dall' opposizione, chi dal pentapartito si sente di fare una proposta? e indubbio che dobbiamo agire con gradualità, ma dobbiamo pure individuare due o tre grandi operazioni! diceva De Benedetti (e Scalfari e gli altri che erano d' accordo con lui alcuni anni fa) che un paese democratico non può fare questo. se nel nostro paese, signor presidente del Consiglio , grosso modo possiamo pensare che ci siano adesso 25-27 milioni di lire che gravano su ogni famiglia, se guardiamo al debito pubblico consolidato complessivo, è evidente, diceva De Benedetti , che un regime democratico, che deve rispondere dinanzi alla gente in occasione delle elezioni, non potrà mai chiedere alle famiglie povere, come invece si dovrà chiedere, 25-27 milioni. e quindi ci vuole il commissariamento. d' altronde , è proprio ciò che si augurano i titoli drogati della Repubblica, cercando di provocare questo commissariamento in tutti i modi, anche perché di moralità moralistica non ne hanno, vivaddio, affatto. basti pensare che, tra gli editori della Repubblica, c' è il cavaliere del lavoro Costanzo. quando al cavaliere del lavoro Costanzo sono accaduti alcuni grossi guai in Sicilia, abbiamo letto che era responsabile di tutti i crimini, di tutte le amicizie politiche democratiche cristiane e no, ma che era anche uno dei più importanti azionisti, e quindi editori, de L'Espresso , de La Repubblica e via dicendo, e sui giornali italiani non appariva. è il solito discorso: se un cacciatore è dell' Arcicaccia, è un ecologo; se un cacciatore della Federcaccia è democristiano, è uno sterminatore; poi, se è radicale o è socialista, compagni comunisti, lo sapete, è un criminale, un pervertito e via dicendo! è indubbio, però, che dobbiamo accelerare il processo riformatore: è ora di passare a questo punto. Bozzi, con la sua commissione, ha compiuto un lavoro che ritengo il migliore che potesse essere svolto nelle condizioni strutturali e politiche date: è stato un lavoro qualitativamente validissimo. tu sai, Bozzi, che amo piuttosto criticare, ma qualche volta sono costretto a darti atto di alcune cose. quello, lo ripeto, è stato un ottimo lavoro; ma sta lì. forse potremo riprenderlo in autunno: vedremo. il problema è però che dobbiamo associare il paese alla riforma istituzionale : bisogna che la riforma parli al paese, che per esso significhi qualcosa. quando a Napoli si è cominciato a parlare della grande Napoli, dell' elezione diretta dell' autorità metropolitana, della attribuzione al sindaco di poteri maggiori, anche umani e personali, rispetto agli altri poteri, che gravano, di democrazia più anglosassone e americana, beh, la gente si è appassionata! e allora diciamocelo: c' è una riforma gattopardiana che si è inserita nella « Commissione Bozzi » e che si traduce nelle due tesi più autorevoli. De Mita , con la sua intelligenza, ha proposto un metodo elettorale che garantisce che nel 2000 vi saranno ancora il partito liberale , il partito repubblicano , il partito socialdemocratico , tutti i partiti, magari anche quello radicale, se solo gli dessimo qualche garanzia per la sua baronia (magari campana!) o ci inchinassimo al barone Nonno dell' Affidavit. tutto viene ben congegnato, in modo che qualcuno possa prendere un po' più o un po' meno ma sempre qualcosa! però — amici socialisti, amici liberali, amici repubblicani — siamo noi, in base ai nostri valori, che dobbiamo proporre una prospettiva per gli anni 2000 basata sempre sui nostri partiti con un 2, 3, 4 per cento ciascuno? e questo per la fine del secolo? alla fine del secolo scorso, Benedetto Croce scriveva nella Storia d' Europa che le forze liberali erano divenute forze che rispettavano e idolatravano le forme defunte della libertà e del diritto, mentre altre forze, che liberali non erano, si mostravano capaci di partecipare alla storia e di concepirla come storia di libertà, anche senza avere nessun richiamo ideologico o ideale in questo senso. quella era la vera situazione della storia d' Europa del secolo passato! ebbene, noi oggi siamo disposti a dire ai due mammuth: se volete, si adotti pure un sistema elettorale maggioritario puro, magari all' anglosassone, facendo grazia delle correnti esterne e interne, delle burocrazie, dei finanziamenti pubblici, ma ad una sola condizione, una sola: che non ci sia l' informazione di questa immonda, sporca radiotelevisione! una sola condizione: che ci sia la par condicio per sessanta giorni! vedremo allora se funzionerà l' invereconda alleanza di coloro che — come il partito socialista — possono essere i primi degli ultimi o gli ultimi dei primi, mentre noi siamo tutti piccoli! vedremo come un paese informato, che conosca einaudianamente prima di deliberare, giudicherà la « cosa » comunista, che grava sul diritto politico dei comunisti; quella « cosa » che il segretario del partito comunista può probabilmente manovrare per il 10 per cento ; quella immensa « cosa » che si è creata, con la sua immensa proprietà immobiliare, con le sue cooperative, con il suo essere società, Stato, diritto privato! questi sono dati reali, ma dobbiamo forse aspettare un sociologo che ce li spieghi? dobbiamo forse aspettare di applaudire Ingrao quando, tra dieci anni, dirà queste cose? sono cose che già sappiamo. e la Democrazia Cristiana ? ci troveremo forse su schieramenti diversi, ma forse i democratici del sud degli USA non erano più a destra dei repubblicani del nord? noi comunque saremo con i comunisti o con i democristiani anche se in diverse dislocazioni ma, signor presidente del Consiglio , dobbiamo mirare a qualcosa che il paese può comprendere, magari allevare come un mito, ma come un mito valido, l' « ieri » , quell' « ieri » che da cinquant' anni sembrerebbe sempre superato da tutti gli inorganicismi e strutturalismi fascisti, marxiani, marxisti, organicisti della Cattolica, neopositivisti! sono tutte cose come la democrazia politica intesa come cosa un po' vecchia, Montesquieu come cosa un po' vecchia? no, io credo che queste cose noi le abbiamo davanti e possiamo e dobbiamo raggiungere nel nostro paese una organizzazione anglosassone (lo dico fra virgolette) dei momenti elettorali. allora le lottizzazioni non saranno più lottizzazioni; ma saranno doveroso esercizio politico della responsabilità di magistrato, magari di poliziotto e così via , fino al presidente della Repubblica , secondo quella concezione per la quale le maggioranze hanno il dovere di assumere in proprio l' onere dei massimi momenti di rappresentanza dello Stato, non di formare maggioranze consociative per i momenti cruciali, ed avere maggioranze e minoranze che si scontrano negli altri momenti! ecco perché in questa verifica che (non credo per colpa del presidente del Consiglio ) non è certo esaltante, mi pare sia chiaramente dimostrato che sussista una grande volontà di dialogo: sono cadute (grazie ad alcune elezioni, forse) certe pretese intolleranti, tranne che nei confronti dei radicali, ma passeranno anche quelle. dobbiamo forse alzare tutti il tiro e andarci a scontrare ben presto sul piano dei fatti: su quali siano i sacrifici che proponiamo concretamente, quali quelli, cifrati, per la grande operazione quinquennale di riassorbimento drastico (ed a partire da subito) del debito pubblico consolidato. se non si parte da quello, se non ci si dice (sindacati, cooperative, partito comunista ed Msi compresi) dove si prendono questi soldi, è inutile chiacchierare (al resto non ci credo), da una parte e, dall' altra parlare di grande rivoluzione democratica, mostrare la semplicità del chiedere voti per sé, per dare poi all' avversario-opposizione la pretesa, signora presidente e signor presidente del Consiglio , forse, di smetterla di pensare alla giustizia solo per spartirvi, in termini di correntocrazia, i posti nel Consiglio superiore della magistratura tra i magistrati presenti qui e i politici presenti lì, applicando il dovere di intervento sul quale credo che i radicali e (spero: non ho il diritto di rappresentanza) i compagni socialisti possono invitarvi tutti in nome dell' esempio che abbiamo dato dieci giorni fa quando, appunto a rischio di scandalo e di menzogna, abbiamo conquistato al processo di Napoli la pienezza e il contributo (che stava per essere tolto ai magistrati) per conoscere la verità processuale, come ancora accadrà. e un invito che vi facciamo e credo che, malgrado la cattiva amministrazione dello scandalo, ce n' era un bisogno enorme perché a Napoli, da Napoli, dal quel modo di contrabbandare per giustizia l' offesa alla giustizia da parte anche di una parte del Consiglio superiore della magistratura , rischia di rovesciarsi su tutta l' Italia un concetto non di emergenza, ma quello davvero del potere delle camorre politiche, giudiziarie e di altro tipo. lo scontro a Napoli, adesso, è questo: non contro la camorra inesistente dei sottoproletari malavitosi di quel processo, ma contro la camorra che protegge Sensani, la camorra che non vuole Cirillo, la camorra che sequestra ai napoletani il pane della verità, quella del giornale Il Mattino e di altri che laggiù, non a caso, sequestrano la libertà e i diritti anche di partiti politici interi, magari dei maggiori.