Giovanni SPADOLINI - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 269 - seduta del 27-02-1985
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 1984 e bilancio pluriennale per il triennio 1984-1986
1985 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 70
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

onorevole presidente , obiettivamente questo ritardo esiste, ma stiamo apprestando gli strumenti per ridurlo. teniamo conto che il fenomeno della obiezione di coscienza è in costante aumento e che siamo passati da 1000 casi nel 1977 a 7577 casi nel 1983 ed a 9093 nel 1984. questo aumento comporta la necessità di accertare con la dovuta serietà la validità delle ragioni addotte dall' obiettore. il procedimento, per tale duplice fattore di rallentamento, non consente ancora di rispettare pienamente i termini previsti dalla legge. tuttavia abbiamo adottato procedure più rapide che, negli ultimi due anni, 1983 e 1984, fino al 30 settembre scorso, hanno consentito di esaminare 18.037 domande. nello stesso periodo le domande presentate sono state 15.257; il che vuol dire che le abbiamo assorbite tutte, provvedendo anche ad una parte dell' arretrato. presso il ministero è inoltre in corso di allestimento un sistema di automazione che, coadiuvando il personale nell' espletamento della istruttoria, dovrebbe consentire un più rigoroso rispetto dei termini. aggiungiamo che il numero degli enti pubblici e privati attraverso i quali avviene — mediante convenzione con la difesa — il distacco dei giovani è aumentato nel 1984 fino ad oltre mille unità. in corrispondenza a tale aumento, nello stesso anno, sono state fornite destinazioni a quasi 6 mila obiettori, con una riserva di altrettanti elementi in attesa di incarico. la questione è molto complessa e un ripensamento in via legislativa è senz' altro opportuno. conviene che sia lo stesso Parlamento, data la delicatezza della materia, a prendere l' iniziativa. il Governo sta attuando con qualche difficoltà una legge che, evidentemente, non riscuote più l' unanime consenso delle forze parlamentari, come risulta da questo dibattito. la cifra del 92 per cento , relativa all' accoglimento delle domande, fa decadere da sola l' argomento dell' onorevole Rutelli, perché dimostra come la grande maggioranza — nei miei appunti risulterebbe addirittura il 96 per cento — delle domande venga esaminata. quanto al fatto che alcuni giovani siano impiegati e che altri restino fuori da tali utilizzazioni, ho già detto che stiamo lavorando per allargare le possibilità — perché questo è il vero spirito della legge — di servire civilmente il paese. è l' unica cosa che compensa il principio sancito dal dettato costituzionale, che rende sacro il dovere del cittadino di difendere la patria. la circolare del 1979 ha creato molte difficoltà in materia e noi l' abbiamo revocata. di qui sono derivati altri inconvenienti. io ringrazio l' onorevole Anselmi per le sue parole ed assicuro che il Governo si muove su tale questione, come ho dimostrato all' onorevole Codrignani per un caso specifico a Peschiera, mentre per gli altri mi riservo di intervenire attraverso le istruttorie che sto conducendo. bisogna, naturalmente, muoversi con molta circospezione, perché ci sono grandi valori di coscienza che dobbiamo contemperare, in questo campo, con l' attuazione del precetto costituzionale. onorevole presidente , onorevoli Deputati , confermo quanto ho avuto occasione di dire in queste settimane in Commissione, sia alla Camera sia al Senato, e cioè che Comiso è la sola base missilistica esistente in Italia. escludo in maniera assoluta che La Maddalena o le prospicienti acque territoriali possano diventare una base operativa di lancio per missili nucleari di crociera, che del resto non risultano imbarcati sui sommergibili che utilizzano tale punto di appoggio. in merito alla richiesta di rinegoziazione di un accordo che fu stipulato in tempi diversi (nel 1972, poi nel 1979), va precisato che La Maddalena è una base della Marina militare italiana, che comprende infrastrutture costruite con fondi NATO e poste a disposizione dei mezzi dell' Alleanza Atlantica , nel quadro ed in adempimento dell' articolo 3 del trattato del Nord Atlantico, che stabilisce che « le parti contraenti si presteranno reciproca assistenza allo scopo di accrescere le capacità di resistenza individuale e collettiva ad un accordo armato » . nell' ambito di questa base, che quindi non è propriamente una base NATO, ma utilizzata dagli USA nel quadro di un accordo NATO, esiste un punto di attracco, che è stato oggetto di vari accordi, di cui il primo, lontanissimo, del 1954; successivamente ve ne sono stati uno nel 1972, e un altro nel 1978-1979, tra il governo italiano e il governo degli USA. tali accordi prevedono che i sommergibili, sia a propulsione convenzionale sia a propulsione nucleare, dispongano per soste di manutenzione di un pontile per l' attracco di una nave-appoggio-officina, alla quale i battelli possano affiancarsi per i necessari interventi. siamo sempre stati e rimarremo, quindi, nell' ambito di accordi stipulati in aderenza al principio di solidarietà difensiva, che gli alleati si sono scambievolmente assicurati con l' adesione al trattato del Nord Atlantico. tale accordo rientra, pertanto, nel quadro della reciproca assistenza tra alleati e, finché è in questi limiti, non sembra che necessiti di ulteriori avalli parlamentari. credo che il migliore strumento per evitare la proliferazione di questi sistemi d' arma (rispondo all' onorevole Rutelli) sia quello di assecondare, come stanno facendo il Governo e lo Stato, tutti i tentativi per arrivare ad una riduzione bilanciata e controllata degli armamenti nucleari, a qualunque latitudine essi siano. poiché, infatti, gli armamenti nucleari sono bilaterali, occorre lavorare per ridurre quelli della parte occidentale, in vista di indurre anche il blocco di Varsavia ad una pari riduzione. prendo senz' altro l' impegno, quindi, a continuare in questa azione. per quanto riguarda il resto, continuo ad insistere (ed in Commissione più volte ho parlato con l' onorevole amico Cerquetti), e ribadisco che sommergibili con missili Cruise a bordo, finora, non sono mai scesi alla Maddalena. io, naturalmente, non ho autorità per contrapporre i miei ordini a quelli del presidente degli USA, il quale può dislocare i suoi sottomarini dovunque, rappresentando una potenza mondiale. ho detto e confermo che La Maddalena non solo non è stata utilizzata come base di lancio, perché non è una base di lancio (l' ho già spiegato), ma non è neanche ritenuta una base logistica per i sommergibili dotati di Cruise. confermo infine che, nel momento in cui si ponesse questo problema e l' accordo cambiasse la sua natura rispetto agli armamenti in uso nel 1972, si potrebbe ipotizzare una comunicazione preventiva al Parlamento. mi permetto di rivolgermi al presidente per dire che converrebbe mettere sul tavolo del ministro una clessidra, affinché possa regolarsi nella risposta. ho infatti dimenticato di chiarire che non sono in grado di dare alcuna conferma alle obiezioni dell' onorevole Boetti Villanis Audifredi, sulla presenza nell' area de La Maddalena di mezzi della marina sovietica che, come si sa, incrociano in tutto il Mediterraneo. né, tanto meno, mi risulta che da parte delle nostre forze armate siano state voltate le spalle, adottando una politica dello struzzo che nel caso specifico non esiste. mi scuso se, qualche volta, non risponderò a tutti i quesiti, ma vorrei arrivare alla fine di questa parte della seduta senza essere richiamato dal « mio » presidente Biasini. questo è l' obiettivo che perseguo! quindi i due minuti della risposta cominciano da ora. mi sono recato a Cremona per visitare la caserma Col di lana . in tale visita, ho avuto modo di incontrare gli ufficiali, i sottufficiali, gli organi di rappresentanza militare, con i quali, in un clima aperto, disteso e costruttivo, ho esaminato i principali problemi relativi all' addestramento ai servizi. ho fatto presente, già in sede di Commissione, le insufficienze e le lacune strutturali di questo complesso, che accoglie mille soldati, mentre il numero giusto sarebbe quello di seicento, ed in cui, nonostante l' ampiezza e l' importanza dei luoghi, manca una palestra ed un cinematografo. tutto questo in una caserma che è abbastanza lontana dalla città e che ha con la stessa un rapporto dialettico e non sempre di incontro felice. ho adottato alcuni provvedimenti, che in gran parte coincidono con le indicazioni ed i suggerimenti della Commissione difesa della Camera e che renderò noti, appena attuati, al presidente della Commissione stessa. essi si fondano comunque sul principio di accelerare i lavori volti a migliorare le infrastrutture logistiche del tempo libero , a ridurre gli organici, ad unificare i comandi, accelerando nei limiti del possibile anche quella specie di turnover, nel campo dei sottufficiali, che è stata richiesta. per quanto riguarda la diramazione, da parte del capo di Stato maggiore dell' esercito, della circolare riguardante i sottufficiali, a parte l' opportunità della scelta dei tempi, debbo precisare che essa non rientrava minimamente nel merito dei fatti riguardanti la caserma Col di lana e tanto meno dell' operato della commissione parlamentare ; tendeva piuttosto... a rasserenare una intera categoria, che è rimasta scossa da alcune rivelazioni giornalistiche, che hanno assunto carattere strumentale e, al limite, deformante. su questo aspetto mi sono pure pronunciato, preannunciando una circolare del capo di Stato maggiore della difesa contro tutte le forme di polemica che investano il Parlamento durante l' esercizio delle sue indagini. onorevole Codrignani, rispetto ad una consistenza di 470 mila uomini, i casi di droga nelle forze armate sono circa 4.000, nell' 80 per cento dei casi è accertato che si tratta di persone entrate nell' esercito già drogate; la percentuale dei drogati nelle forze armate , quindi, è inferiore a quella registrata in altre forme di vita associata. io offro dei dati statistici . come storico, credo abbastanza poco alla statistica, ma oggi questa è una delle grandi scienze e, secondo le statistiche, i suicidi nelle forze armate sono inferiori alla media nazionale. lo stesso si può dire per gli incidenti. detto questo, però esistono ovviamente dei problemi. basterebbe il dato delle caserme. rispondo ai due colleghi, uno democristiano ed uno socialista, che hanno partecipato alla visita... chiedo scusa, l' avevo confuso con un collega democristiano. desidero ricordare che, delle circa 500 caserme esistenti, 100 sono anteriori al 1900, risalgono cioè al periodo risorgimentale; 350 sono del periodo 1900-1945 e solo 50 sono state costruite dopo la liberazione. esiste un programma del Governo — dei vari governi succedutisi — che stanzia circa 400 miliardi l' anno. si tratta di una cifra assolutamente insufficiente, dal momento che sono necessari almeno 30 miliardi per una piccola caserma. sarebbe necessario un piano decennale concordato tra vari ministeri, giacché la questione implica la competenza anche di altri dicasteri, che affrontasse questo problema con carattere di eccezionalità. come ho ricordato questa mattina in Commissione, con le tecniche attuali vi sono anche rischi ulteriori. nella caserma Col di lana , ad esempio, i lavori di ristrutturazione sono in corso , ma questi peggiorano le condizioni di vita nella caserma durante il loro svolgimento, in quanto sottraggono per mesi e mesi intere aree, mentre il contingente rimane lo stesso. di qui, ad esempio, il mio intervento per la riduzione del contingente presso la predetta caserma. non vi è dubbio, quindi, che si tratta di un problema serio e grave. per quanto riguarda, poi, i provvedimenti disciplinari, non so a quali alluda l' interrogante. io non ne ho presi. ho annunciato una circolare e quindi non ho idea a che cosa ci si voglia riferire; probabilmente l' interrogante mi dovrebbe precisare a quali provvedimenti si riferisce. sull' altro versante, ci rivolgiamo al ministro Martinazzoli. non ho poteri giudiziari sulla questione della fuga di un documento; la competenza è della magistratura ordinaria, alla quale il fatto è stato denunciato. aggiungo infine che si tratta di un fatto che deploro gravemente, con tutte le conseguenze e le dichiarazioni susseguenti. all' onorevole Baracetti dirò che non do alcun carattere bellico alla politica della difesa; anzi, mi sono molto sforzato di accentuare i rapporti tra la società civile e il settore militare. questo sollevato dall' onorevole Alberini è un altro dei gravissimi problemi che dobbiamo affrontare. nelle forze armate — sottufficiali ed ufficiali — si contano 72.447 nuclei familiari, a fronte dei quali disponiamo di 13.962 alloggi. esiste quindi una differenza drammatica di circa 60 mila alloggi, di cui non disponiamo. è una situazione che non crea soltanto un disagio sociale gravissimo, ma anche deficienze funzionali insopportabili, per la scarsa mobilità del personale. vi è poi, purtroppo, quella che qualcuno chiama la « guerra tra i poveri » , quella cioè tra gli ex militari, in quiescenza, che non hanno perso l' alloggio e i militari in servizio, che vedono in questa perdurante occupazione, diventata abusiva, degli alloggi demaniali un gravissimo danno economico e sociale . per assicurare la necessaria mobilità, il ministero deve stare necessariamente dalla parte degli aventi diritto, cioè dei militari in servizio. cerchiamo tuttavia di contemperare gli aspetti complessi di questo problema. per far fronte alla situazione abbiamo due vie: la prima è quella di riformare la legge numero 497 del 1978 e di approntare procedure legislative d' emergenza che consentano un intervento massiccio, standardizzato e generalizzato in tutta Italia; e stiamo lavorando per raggiungere questo obiettivo. la seconda via è quella delle permute: i centri urbani, per effetto dell' espansione, hanno ormai inglobato immobili in uso alle forze armate , rendendoli non più rispondenti alle esigenze addestrative e logistiche degli enti che li occupano. si aggiungano non poche infrastrutture superate; vi sono poi immobili ambiti dalle amministrazioni locali — regioni, province, comuni — perché consentono soluzioni in grado di soddisfare esigenze di pubblica utilità. stiamo cercando dunque di perfezionare, d' accordo con il ministero delle Finanze , un disegno di legge sulle permute, secondo le linee di quello già approvato dal Senato nella scorsa legislatura, e poi decaduto. per quanto riguarda le caserme, ho già precedentemente fornito alcuni dati. per completezza, aggiungo che una caserma tipo battaglione, cioè per 600-700 uomini, costa 25 miliardi; per tutte e tre le forze armate nel bilancio del 1985 sono stati stanziati 422 miliardi, che debbono coprire anche le spese per l' ammodernamento. ritengo che occorra un piano di lungo respiro in questo campo. una volta di più le forze armate sono lo specchio del paese. la crisi di alloggi, che investe tutte le strutture, pubbliche e private, si riflette anche, con i dati citati dall' onorevole Rauti relativi alla differenza di alloggi mancanti nel 1973 e nel 1984, nell' ambito delle forze armate . come intervento incisivo e immediato e nell' ambito delle compatibilità finanziarie che condizionano anche la vita di questo ministero, credo molto che una attuazione rapida della legge sulle permute ci consentirebbe di guadagnare notevoli spazi, e credo che questa sia, nell' ambito delle attuali possibilità di bilancio, la strada da percorrere più rapidamente. però credo anche che occorra studiare un qualche cosa che, tenendo conto dei progetti di iniziativa parlamentare e proiettandoli in un piano di alcuni anni, contenga una direttrice, che solo l' Esecutivo può sottoporre al giudizio del Parlamento, relativa a una soluzione organica di un problema troppo angoscioso, che non può essere prolungato ulteriormente. non esiste nessun mistero né alcun « libro giallo » : c' è una classificazione nazionale dei bilanci ed una convenzionale, concordata in ambito NATO, che viene utilizzata per confrontare le spese militari dell' Alleanza con un metro comune. tale classificazione NATO, in base alla quale avviene la pubblicazione delle notizie NATO, differisce da quella nazionale riportata nello stato di previsione , per due ordini di motivi: in primo luogo, perché il bilancio NATO è un documento di consuntivo che indica le spese effettivamente sostenute; in secondo luogo, e principalmente, perché esso comprende anche oneri iscritti a livello nazionale nei bilanci di altri dicasteri, cioè quelli delle Finanze, dell' Interno e del Tesoro, relativi alle pensioni definitive del personale militare e ad aliquote riguardanti il personale della Guardia di Finanza e della Pubblica Sicurezza che possono concorrere, in caso di conflitto, alla difesa del territorio. il Governo, dunque, non perpetra nessun inganno. esso indica, ad esempio con riferimento al 1983, un bilancio espresso in termini di competenza per 11.649 miliardi, pari al 2,17 per cento del prodotto interno lordo ; un bilancio a consuntivo dei pagamenti effettuati per 12 mila miliardi pari al 2,41 per cento ; un bilancio in chiave NATO per 14.400 miliardi, ossia 12 mila miliardi dei pagamenti sommati ad altri 2200 miliardi relativi ad oneri dei dicasteri delle Finanze e dell' Interno. si dimentica sempre che su questo povero e tartassato bilancio della difesa grava tutta l' Arma dei carabinieri , per una somma pari a 2 mila miliardi compresi negli 11 mila miliardi di competenza, che dipende funzionalmente dal ministero dell'Interno ...... ed ai fini del bilancio NATO anche la Guardia di Finanza ed altri settori della Pubblica Sicurezza . non c' è dunque nessuna intenzione di presentare cifre inferiori alla realtà. si tratta di classificazioni articolate rispetto al bilancio nazionale ed a quello NATO, che spiegano questa differenza per la quale confermo, però, che, ai fini del prodotto interno lordo italiano del 1983, il criterio giusto con cui leggere le cifre è: a competenza 2,17 ed a cassa 2,41 per cento . i carabinieri ci sono solo in Italia. quando ero ministro della pubblica istruzione , nell' ultimo Governo Andreotti, feci fare un' indagine sul rapporto fra spesa per investimenti e spesa corrente in quello che rimane il più grande ministero italiano: risultò il 98 contro il 2; nella difesa il rapporto è fra il 67 e il 33. mi sono sforzato quest' anno di tenere alto solo il settore — che è poi quello cui si riferisce l' onorevole Guerrini con il termine « armi » — degli investimenti e della ricerca, che a sua volta alimenta l' occupazione. quindi, se deprimo quel settore, do un concorso ulteriore alla crisi del paese. nella Nota aggiuntiva (ma ho l' impressione che queste Note siano oggetto di scarsa lettura), ho spiegato chiaramente che le spese correnti non sono in grado di condizionarle, perché pagare un soldato meno di 2 mila lire al giorno credo non si possa. quindi, è chiaro che abbiamo delle spese correnti , legate alla leva, a tutte le forze armate , alle rafferme, che dobbiamo aumentare per avere dei volontari nell' ambito delle forze di popolo (io sono un fautore dell' esercito di popolo: voi lo sapete). il ministero della Difesa o è un ministero che partecipa alla ricerca scientifica , come in tutto il mondo, oppure è un ministero completamente tagliato fuori dalla realtà viva delle società industriali. lo sforzo che sto compiendo — e quindi rende leggermente ridicola l' osservazione sul rigore che l' onorevole Bassanini, introducendo elementi da polemica di villaggio...... in questioni in cui uno cerca di servire lo Stato, mescolando lo Stato ed i partiti, che io cerco di tenere sempre distinti. è proprio in funzione della politica di rigore, della politica lamalfiana, che mi muovo per evitare che uno dei pochissimi settori sottratti al parassitismo nazionale, qual è la ricerca scientifica applicata alle armi e all' industria civile (che ne subisce ricadute), venga ulteriormente penalizzato da tutto quello che lo Stato sopporta per tutti i settori parassitari delle partecipazioni statali , dell' industria di Stato e di tutti i settori dominati da un corporativismo e da un burocratismo che hanno ridotto il nostro paese come l' hanno ridotto. la coscrizione obbligatoria, prevista dalla Carta Costituzionale , resta, nella politica del ministero, il fondamento del reclutamento; in particolare, per quanto riguarda l' esercito. la presenza di volontari a lunga ferma, però, che deve essere favorita da idonee forme di incentivazione — quali più elevati e competitivi livelli retributivi (previsti dalla proposta di legge di iniziativa parlamentare sulla leva) ed il reinserimento nel servizio civile al termine del periodo di leva — , appare indispensabile soprattutto per la crescente diffusione di armamenti sofisticati. ai volontari sono infatti da affidare compiti di inquadramento e l' espletamento di incarichi che richiedono un più lungo ciclo addestrativo ed una maggiore specializzazione; cose che comportano oneri finanziari conseguenti. la ragione per la quale siamo il paese che su 30 mila posti di volontariato previsti per l' esercito ne occupa 900 risiede nel fatto che la retribuzione del militare è talmente bassa da non poter competere, ad esempio, con quella del carabiniere o dell' agente della Guardia di Finanza . nessuno fa il volontariato per un compenso 10 volte inferiore a quello assicurato in altri corpi militari dello Stato. per quanto riguarda il servizio militare femminile volontario, la Difesa si accinge a presentare in Parlamento un apposito disegno di legge , attualmente all' esame per il concerto interministeriale. punti qualificanti del provvedimento sono: reclutamento esclusivamente volontario; inserimento nei medesimi ruoli organici del personale maschile e nelle categorie ufficiali, sottufficiali e volontari, con assoluta parità di carriera; trattamento economico, assistenziale e previdenziale, salvo l' adattamento di talune norme dello stato giuridico per quanto riguarda la condizione naturale della donna: impiego nei corpi e nei servizi tecnici, logistici e sanitari, con l' esclusione dell' incarico di combattimento. fatto, quest' ultimo, che non vale per Israele, dove, come sapete, l' esercito comprende uomini e donne e tutti combattono. Lord Heseltine, ministro della Difesa britannico, mi raccontava qualche settimana fa che il costo dell' esercito inglese di mestiere è circa sei volte superiore a quello italiano. se già si sollevano critiche così acerbe sul bilancio della difesa — che è uno dei più bassi, come ha ricordato l' onorevole Pellicanò, nell' ambito dei paesi della NATO — mi domando che cosa avverrebbe se il nostro esercito fosse di mestiere. comunque, indipendentemente dal dato economico, desidero ribadire anche all' onorevole Ronchi l' opposizione del Governo, e la mia finché sarò a capo di questo ministero, a cambiare in questo senso una norma costituzionale che coincide con una eredità storica. l' esercito di popolo ha svolto un ruolo determinante nell' unire l' Italia, l' esercito di popolo è un presidio irrinunciabile per la Repubblica. il successo in Libano, rispetto a milizie più addestrate delle nostre, è legato all' esercito di popolo. che l' esercito di popolo, onorevole Ronchi, esiga dei maggiori elementi nell' ambito delle forze bilanciate è evidente, perché lo stesso, rispetto alla marina ed all' aeronautica, si trova in situazione svantaggiata. il numero dei sottufficiali della marina e dell' aeronautica, cioè il numero degli elementi a lunga ferma, in proporzione al contingente globale di queste due armi, è molto superiore a quello dell' esercito. quindi la necessità di specializzare le unità dell' esercito rispetto al semplice assorbimento dei compiti di leva porta ad individuare un settore circoscritto e limitato, che esiste addirittura negli attuali organici, e che non è coperto, poiché non vi è alcuna incentivazione economica, a differenza di quanto accade nelle altre forze militari, come i carabinieri e la Guardia di Finanza , inquadrate nell' esercito. onorevole Stegagnini, lei conosce benissimo le questioni militari: di risolutivo non c' è mai niente! non ci muoviamo nella storia per tentare di risolvere i problemi. non credo che il servizio militare femminile sia risolutivo della mancanza di quadri nel settore dei sottufficiali. se dicessi che ci credo, cederei a motivi elettoralistici. ritengo, invece, che sia utile realizzarlo, poiché darà un contributo importante. tuttavia dobbiamo elaborare delle incentivazioni per tutta l' area professionale delle forze armate , anche nel quadro dell' esercito del popolo, tali da assicurare l' elemento sul quale vorrei concludere questo mio intervento: l' adeguamento tecnologico delle nostre forze armate che oggi, grazie anche alla Alleanza Atlantica , sono in grado di uscire da quella tradizione di provincialismo che le ha caratterizzate. esse sono inserite in un grande meccanismo europeo nel quale esiste la necessità di adeguarsi ad una costante corsa culturale. il problema delle forze armate è proprio quello di restare adeguate ad una crescita di ordine culturale che può anche coincidere con una riduzione massima delle armi, poiché non vi è alcun problema di collegamento tra la crescita delle armi e quella del livello culturale, intellettuale e scientifico delle forze armate .