Gianfranco FINI - Ministro degli Affari Esteri - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 263 - seduta del 12-02-1985
Misure per contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina
1985 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 28
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , è la quarta volta che ho il sadico piacere di intervenire in occasione della discussione sul decreto legge Visentini. la prima volta mi è capitato di essere in dissenso nei confronti della decisione adottata dalla Commissione affari costituzionali, riguardante l' esistenza dei requisiti di costituzionalità per l' adozione del decreto. io ho sostenuto la mia tesi, ma essa si è rivelata non corrispondente al parere della maggioranza. la seconda volta sono intervenuto in dissenso nei confronti della relazione della maggioranza, che accompagna il disegno di legge di conversione. la terza occasione in cui ho preso la parola in quest' Aula relativamente al pacchetto Visentini è stata quella dell' altra notte, quando ho manifestato il mio dissenso nei confronti della replica del ministro Visentini. la quarta ed ultima occasione in cui prendo la parola è quella di questo momento: lo faccio per esprimere ancora una volta il mio dissenso, non più verso le dichiarazioni del ministro Visentini o verso il decreto, bensì nei confronti dei firmatari dell' ordine del giorno di cui si discute, cioè dei colleghi Abbatangelo e Parlato. il motivo per il quale, contrariamente a quanto dichiarato dal mio gruppo, non voterò questo ordine del giorno , consiste soprattutto nel fatto che lo stanziamento di dieci miliardi, destinati agli acquisti ed alle forniture, secondo quanto previsto dal ventiseiesimo comma dell' articolo 4 del decreto, mi pare un importo di congruità assai scarsa rispetto agli obiettivi che l' ordine del giorno stesso si pone. se, infatti, il Governo — sulla base di quanto proposto dai colleghi Abbatangelo e Parlato — si dovesse impegnare per utilizzare mano d'opera , servizi e materiali forniti da aziende aventi sede unica nel Mezzogiorno, lo stanziamento di dieci miliardi previsto dalla legge finirebbe per essere l' ennesima presa in giro — se proprio vogliamo usare questo termine — per il Mezzogiorno. il mio atteggiamento di dissenso nei confronti dell' ordine del giorno — che comunque non consisterà, come ho già accennato, in un voto contrario bensì in una non partecipazione al voto — non è motivato tanto dal non riconoscermi nel contenuto dell' ordine del giorno stesso, quanto dal fatto che mi pare che quest' ultimo sia insensibile, o meglio di irrisoria portata rispetto ai problemi di cui soffre il meridione d' Italia, al punto che, nel caso fosse approvato, risulterebbe come una sorta di regalia nei suoi confronti. a mio modo di vedere , dunque, c' è da chiedersi se non sarebbe stato più opportuno — e giro la domanda ai colleghi Abbatangelo e Parlato — tentare non solo di impegnare il Governo ad utilizzare mano d'opera , servizi e materiali forniti da aziende aventi sede unica nel Mezzogiorno, ma anche ad utilizzare la possibilità di responsabilizzare, ad esempio, le regioni meridionali affinché, di concerto con gli enti istituzionalmente a ciò preposti, sviluppino in modo migliore quanto previsto dal decreto legge .