Gianfranco FINI - Deputato Opposizione
IX Legislatura - Assemblea n. 249 - seduta del 23-01-1985
Assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI
1985 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 365
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevoli rappresentanti del Governo, qualche giorno dopo... qualche giorno dopo l' emanazione di questo decreto legge è apparsa, su uno dei più autorevoli giornali quotidiani nazionali, una simpatica vignetta satirica, in cui testualmente si leggeva: « il 1984 » (mancavano pochi giorni allo spirare dell' anno) « è l' unica cosa, con il Governo Craxi, che non è passata per decreto » . la consapevolezza dell' abuso che l' attuale Governo fa della decretazione d' urgenza è quindi divenuta patrimonio non solo degli addetti ai lavori, cioè nostro, ma di una vasta fascia di pubblica opinione . su questo elemento si fanno le battute e le vignette. non poteva, del resto, non essere altrimenti — a ben guardare — se si pensa che dall' inizio di questa legislatura le Camere hanno dovuto dedicare gran parte dei loro lavori proprio all' esame di decreti legge di cui ben pochi realmente provvisti di quei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza cui si appella l' articolo 77 della Costituzione. la maggior parte di quei decreti sono stati infatti motivati — checché ne pensi il ministro Mammì, che si è accalorato poc' anzi a difesa dell' operato del Governo — da colpevoli ritardi dell' Esecutivo, che non ha fatto fronte a scadenze previste ed ampiamente prevedibili, oppure da altrettanto colpevoli omissioni di interventi nel corso dei mesi precedenti l' emanazione dei decreti stessi. ma vi è di più, poiché accanto a decreti che potremmo chiamare sostanzialmente tecnici, quali quelli che avete approvato, con scarso margine, pochi attimi fa, il Governo Craxi si è esibito in decreti provocatoriamente politici: ha tagliato per decreto la scala mobile e per decreto ha presentato al Parlamento, e resa operativa, la manovra finanziaria del ministro Visentini, per impedire — ma vedremo tra qualche settimana fino a che punto vi riuscirà — che il Parlamento fosse nella condizione di discutere e di emendare quel provvedimenti. di fronte a questo proliferare della decretazione d' urgenza , che fa apparire risibile l' intervento che fece il presidente del Consiglio in quest' Aula, all' inizio del suo mandato, allorché affermò che non avrebbe abusato di tale strumento, e che fa ancor più apparire risibile il solenne impegno, preso in Commissione affari costituzionali dal ministro Mammì; di fronte — dicevo — a tale proliferare della decretazione d' urgenza , l' atteggiamento del gruppo del MSI-Destra Nazionale è sempre stato chiaro, lineare e preciso, di netta opposizione a tutti quei decreti (riteniamo il 95 per cento dei casi) con i quali si è voluto porre il Parlamento di fronte al fatto compiuto, oppure si è voluto porre rimedio ad una colpevole inerzia dell' Esecutivo. ho ricordato queste poche cose perché non può certo essere imputata al Movimento Sociale Italiano una presunta condiscendenza nei confronti dell' Esecutivo, quando il nostro gruppo, come ha fatto per i due decreti inerenti alla disciplina delle trasmissioni televisive e come, se pur in parte, ritiene che si debba fare per questo decreto sulla fame nel mondo , non esprime un voto contrario alla sussistenza dei requisiti di cui all' articolo 77 della Costituzione. ho detto che sul decreto in esame il voto del gruppo del MSI-Destra Nazionale non sarà negativo che in parte, perché è innegabile che lo stile adottato dal Governo nell' emanare un decreto legge due giorni dopo che la Camera aveva approvato un disegno di legge e poche ore prima che il Senato si apprestasse ad iniziare la discussione dello stesso, è uno stile che definire sgradevole è dir poco? uno stile che non può essere condiviso e, quindi, uno stile tale da non meritare un voto pienamente favorevole. vi sono, però, — e non vanno dimenticate — motivazioni che militano nel campo opposto, dal momento che non si può non ricordare come questo decreto sia stato senza dubbio sgradevole ma in certa qual misura legittimato, sul piano politico se non su quello strettamente costituzionale, dall' atteggiamento assunto dalle forze di estrema sinistra nel passaggio del disegno di legge corrispondente dalla Camera al Senato. le forze dell' estrema sinistra , che hanno tuonato pochi minuti fa contro il decreto in esame, e che ci auguriamo tuonino con altrettanto vigore quando in quest' Aula verrà discusso il « decreto-Visentini » , avevano infatti lasciato chiaramente intendere di voler rallentare la discussione al Senato del disegno di legge numero 2155 e, quindi, di voler sostanzialmente allungare nel tempo l' indispensabile riordino dei modi e delle strutture preposti al nostro intervento a favore delle popolazioni del terzo mondo , colpite dalla fame. un riordino, quello dell' intervento del nostro Stato a favore delle popolazioni che ho ricordato, che il gruppo del Movimento Sociale Italiano ritiene indispensabile, di cui è assertore e su cui si è a lungo impegnato, in specie grazie all' opera del collega Rauti, nella competente commissione. vi era dunque, a nostro modo di vedere , all' atto dell' emanazione del decreto, una straordinaria necessità ed urgenza di natura politica ed anche — o addirittura soprattutto — di natura morale, resa ancor più stringente dalle polemiche sui modi in cui sono stati fin qui gestiti i fondi per la lotta alla fame nel mondo . il tentativo, chiaramente politico ed evidentemente comprensibile alla luce di certi interessi economici e di politica estera , del partito comunista di frenare la creazione di un incarico di sottosegretario alto commissario, ha nella sostanza incoraggiato, se non del tutto legittimato, il Governo ad emanare il decreto. un decreto, tra l' altro, che ci sembra più corretto, per quanto attiene alla copertura finanziaria, dello stesso disegno di legge , se non è vero, come è vero, che si è rinunziato al proposito di reperire i fondi aumentando il prezzo delle sigarette, recependo così una precisa denuncia del nostro gruppo ed un' altrettanto precisa denuncia della federazione italiana tabaccai, la quale ha rammentato al Governo come un ulteriore aumento del prezzo dei tabacchi fosse contrario ad una direttiva Cee . nel merito, dunque, il decreto può da noi essere condiviso in misura ancora maggiore del disegno di legge : un disegno di legge che il gruppo del Movimento Sociale Italiano , limpidamente e coerentemente, aveva votato, poche settimane fa, in quest' Aula. permane però — ne siamo convinti e coscienti — un' ombra sulla piena legittimità in senso tecnico del decreto, in rapporto alle norme dell' articolo 77 della Costituzione e dell' articolo 96-bis del regolamento, specie se si pensa che, nonostante il decreto stesso sia, in quanto tale, già in vigore , quell' alto commissario-sottosegretario non è ancora stato nominato, facendo sorgere qualche dubbio sull' intera operazione. riteniamo comunque che su questo specifico argomento, forti dei nostri trascorsi di coerenza e di netta opposizione a tanti, troppi decreti legge presentati in questa Aula per la conversione, possiamo tranquillamente affermare che sussiste, per l' emanazione di questo decreto, una necessità di ordine politico, e morale, anche se non sussiste in pieno la necessità di ordine costituzionale: ed è per tale ragione che il gruppo del Movimento Sociale Italiano , come ha fatto già in Commissione, si asterrà dal voto.