Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
IX Legislatura - Assemblea n. 189 - seduta del 28-09-1984
politica estera
1984 - Governo II Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 185
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghi, signor ministro, io concordo fermamente con il ministro, naturalmente limitatamente alle sue conclusioni, anzi limitatamente alle sue conclusioni formali, anzi limitatamente alla sua ultima proposizione, quando dice che la libertà di espressione dà la concreta misura della democrazia di un paese. nel valutare poi questa misura, signor ministro, abbiamo criteri diversi: infatti nel nostro paese non c' è democrazia, ma partitocrazia; non c' è rispetto della legalità, né quella costituzionale né le altre specifiche partitocratiche, perché partitocrazia è negazione anche degli statuti e delle regole dei partiti stessi. e questa la caratteristica di questa cultura. i partiti non sono affermatori di una legalità opposta e diversa a quella della Costituzione, e quindi non occupano le nostre istituzioni con una diversa legalità, ma sono l' espressione della legge, della realtà della giungla, che non riesce ad avere nemmeno le legalità in nome delle quali si sono costituiti. infatti le vite dei partiti al proprio interno sono sicuramente soggette ad altrettanta violenza ed arbitrio di quanto noi siamo soggetti come cittadini rispetto alla legalità costituzionale. mai come in questo momento io ritengo che la scelta del mio partito, che vuole che io parli qui, non come rappresentante della nazione in un Parlamento democratico, ma come militante radicale in una Camera partitocratica, rispecchia — e lo sa lei, signor ministro, e lo sa lei, signor presidente — la realtà della situazione che noi viviamo. dal 1976, ma anche prima, dal 1976 nelle istituzioni, accusati allora di eccessivo legalismo di garantismo, di revisionismo anche rispetto alla Costituzione, noi abbiamo continuato ad essere attori, come in altri campi, in questo settore. ricorderò che il « decreto Togni » trovò dinanzi a sé la replica del partito radicale , che allora aveva 1600 iscritti, ed il partito radicale portò alla Corte costituzionale 400 mila firme raccolte per una sistemazione costituzionale della libertà di espressione e di manifestazione; e l' ex presidente della Corte costituzionale Bonifacio, non appena dimesso, divenne collaboratore de Il Corriere della Sera , ed il primo degli articoli che l' ex presidente Bonifacio scrisse fu quello in cui egli riconosceva — molto spontaneamente, e forse era un appello al suo partito e agli altri — che la Corte costituzionale e la Costituzione potevano vivere semplicemente se i cittadini e i partiti riuscivano a liberare e ad anticipare essi stessi quella legalità alla quale tutti rendevano omaggio, « alla quale — così diceva nel finale — tutti ci ispiriamo » . il presidente Bonifacio dichiarò che la famosa sentenza, che ha rivoluzionato il modo di considerare giuridicamente il problema della sistemazione del diritto di comunicazione nel nostro paese, a livello soprattutto delle televisioni, fu dovuta innanzitutto alla iniziativa dei cittadini rappresentati ed organizzati nel partito radicale . da allora è stato fatto tutto, dando ogni giorno tutti un omaggio ai principi di legalità costituzionale e di libertà, e tutti — mi dispiace che in questo momento non sia presente nemmeno un solo rappresentante del partito comunista — , a cominciare dal partito comunista che, essendo, oltre che grosso, grande, è l' unico esercito dello sfascio partitocratico che abbia funzionato in questo decennio nel nostro paese, assicurando quelle leggi liberticide che la Dc, la « marmellata » centrista, non avrebbe mai avuto la forza, per fortuna, di attuare di per sé, assicurando la lottizzazione selvaggia, assicurando la sede partitocratica come trattativa sui problemi delle televisioni e della Rai-TV. tutti, dicevo, hanno rappresentato e rappresentano, in corrispondenza con il vuoto pneumatico e assoluto, in questo momento, del gruppo comunista in quest' Aula, il pieno dell' arbitrio e il pieno della non libertà e della non legalità della situazione della libertà di espressione e di manifestazione nel nostro paese. e una situazione « sfascista » che è peggio di quella fascista, perché quella « sfascista » è la legge della giungla , mentre quella fascista può anche essere la legge del taglione , ma almeno è legge; la legge della giungla è, invece, la legge selvaggia dei più violenti, non controllata nemmeno dai violenti, i quali non riescono ad operare, nemmeno essi, secondo una legalità che dettano; quindi finiscono, trovando qualcuno o cose più violente di loro, ad essere anch' essi detronizzati costantemente, non da altri re della giungla, ma, appunto, dalla giungla. quindi, signor ministro, io credo, come è giusto — in relazione alla mia dimensione, non alla sua, ma io parlo per me — , che qui si stia celebrando, magari con qualche sentimento di gravità, una farsa e non, in realtà, una tragedia o un dramma. no, lei sa benissimo che non ha nessun valore quello che lei è venuto in buona fede a raccontarci a proposito delle televisioni, degli indirizzi e delle ispirazioni, perché lei sa che il Governo del paese non è nel Governo, perché lei e noi sappiamo che il potere di creazione delle leggi non è in questo Parlamento, ma è nei partiti, ma è tra i potenti e i violenti della giungla, che prevalgono, in realtà, anche contro se stessi . visione disperata? no, perché cerchiamo con Radio Radicale , con i processi che avremo a Firenze ad Adele Faccio, a Gianfranco Spadaccia, a Emma Bonino, che hanno difeso i criteri poi riconosciuti costituzionali, in tema di interruzione della gravidanza , di anticipare noi quel tanto di legalità comune che a tutti può consentire di vivere in un modo decente il proprio tempo. e così Radio Radicale è l' unica che sicuramente sta trasmettendo, e ha trasmesso, la parola del Governo, la parola del partito comunista , degli altri compagni di democrazia proletaria o del PDUP, che parleranno e hanno parlato, e la parola dei colleghi di aree opposte, senza discriminazione. ecco la prefigurazione — mi pare — di quello che ciascuno di noi intenderebbe e intende davvero ottenere! ma noi l' abbiamo realizzata, questa Radio Radicale c' è! il bilancio del nostro partito è in sfascio perché c' è questa prestazione per tutti! voi avete realizzato quello che dovevate realizzare: lo sfascio! Berlusconi è bravo? sì, ma bisogna capire se è bravo come manovratore di credito o se è bravo come operatore del settore. lei signor ministro, è così bravo — ed io il riconoscimento glielo faccio di nuovo — e capisce, al contrario di altri. ma questi riconoscimenti rischiano di essere una condanna, signor ministro, perché io a Vittorino Colombo non ho mai dato simili riconoscimenti, tanto per parlare en passant ; e, visto che parliamo di intelligenza e di capacità politica, credo di non essere offensivo per nessuno! ma allora, io so benissimo che se lei avesse potuto darci una manifestazione di bravura ce l' avrebbe data, venendo a dire che le proiezioni che lei fa sono di 30 o di 27 a Milano e non di 2. lei non lo ha potuto fare, non ha potuto essere bravo, perché in realtà le sue affermazioni sono — come giustamente notava Baghino — sempre di carattere relativo (le « migliori possibili » le « più rispettose possibili » ) e lei sa, come me, che noi viviamo nella logica del possibile, contro invece la logica del necessario legislativo, ed abbiamo il possibile napoletano, abbiamo il possibile italiano, abbiamo il possibile parlamentare e abbiamo l' impossibile, perché questo possibile che prescinde dalla cogenza immediata delle leggi è in realtà — l' abbiamo ammonito da tanto tempo — assolutamente impossibile. parlo, dunque, da militante radicale e ritengo anche, dinanzi a tutto questo — se mi consente — di essere nulla se mi considero, e molto se mi comparo, se mi paragono. allora devo dire, signori ministro, che il vostro risultato l' avete ottenuto, non quello suo personale, lo so, nemmeno a Napoli! ma parlo con molta verità: è un lusso che noi radicali possiamo pagarci, perché corrisponde al nostro interesse l' essere veritieri! ebbene io dal 7 marzo 1983 non sono andato in voce un solo secondo né al Tg1, né al Tg2, né al Tg3: non sono andato in voce nella radio e nella televisione del nostro paese, su dibattiti o sull' informazione, né sulla droga, né su Toni Negri , né su Tortora, né sulla giustizia, né sulla politica estera , né sul Libano: su nulla. quindi quello che negli anni 30 si poteva ottenere semplicemente con l' aiuto del maresciallo dei carabinieri, ebbene, qui oggi lo si ottiene attraverso la gestione concorde ed assicurata, pur nei dissensi specifici, dalla forza immensa, autoritaria, giacobina, malamente ordinante dell' esercito comunista e dalla viltà di coloro che sono titolari del potere, cioè l' esercito partitocratico. la realtà è che voi, signor ministro, siete sempre più subalterni, nemmeno liberti, ma molto spesso schiavi. cosa chiedo? semplicemente che il Governo si muova nella misura in cui può. auspico che lei, signor ministro, come persona, come democristiano, come deputato punti per un giorno, per un anno su una carta diversa, su risultati diversi. del resto le teorie giuridiche, senza le quali non esiste pratica del diritto, la giurisprudenza, le azioni di Governo responsabile, le proposte di legge , le Commissioni parlamentari sono tutta una farsa. signor ministro, se ci sarà un segmento di creazione positiva noi lo dovremo non al ministro della Repubblica in quanto tale, non al Governo, ma a qualcuno che per un momento, in contraddizione con un destino anche brutto del proprio partito, ha creduto di poter operare dando fiducia ad un segmento di quella libertà alla quale lei dice che tutti ci ispiriamo e alla quale invece pochissimi si ispirano. auguri, signor ministro: Radio Radicale spenta è un emblema; e non a caso il suo predecessore, non volendo, di fronte ad una richiesta del pretore di Torino che mirava a Berlusconi, tentò per un giorno di tappare la bocca a Radio Radicale , cioè alla vostra radio.